Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: L y r a    18/03/2008    8 recensioni
“Ho un grosso problema” – confessò, tremendamente serio.
“Davvero?” – esordì, teatrale – “E quale sarebbe?”.
Un ghigno gli solleticò il volto. “Tu”.
L'improvvisa decisione del Preside Goshiro Hirai di ammettere sua figlia nella sua scuola, desta molto scalpore. E cosa vuole un libertino tutto pepe da lei? Avventure scolastiche, brutte figure e risse fanno da contorno a questa storia al limite della normalità. Sullo sfondo, la tragicomica storia d'amore di un cinico playboy e un'orgogliosa ragazza.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Giorno a tutti ^__^ Come state?? Io benissimo, anche se sono un po' giù di morale! .__.

Alloooraa.. GRAZIE A TUTTI PER LE RECENSIONI! Sono molto contenta che vi sia piacuto il primo capitolo, e spero vivamente che commentiate anche questo, seppur carente di scene "clou" *__* (ma si scrive così??? O_O bah) . Beh.. che altro posso dirvi? Sto cercando di scervellarmi e trovare un'idea geniale per questa fic, ma per non ho cavato ancora niente. XP Cercherò di fare in fretta, con vostra somma gioia!! (seeeee =_= ndVoi) Ecco un piccolo ringraziamento per coloro che hanno recensito, vi adoro!!! ^__* Bacioni Lyra <3

 

baby_dark: La prima a recensire!! *mi inchino* Già.. chissà cosa succede... XD Non lo so nemmeno io!! Però se ti riferisci alla scena Inuyasha/Kagome... muahahaha *risata satanica* lo scoprirai in queste prime righe!! Grazie per aver commentato!! Kiss!

 

Onigiri: Grazie! Davvero è scritto bene?? xP Ne sono felice, hai toccato un punto dolente del mio orgoglio d'autrice!! ^__^ Spero recensirai anche questo!! :Q__

 

Dolce Sango91: Ehehehehe... nel primo capitolo si vedeva molto Inuyasha/Kagome... e chissà quanti hanno pensato che Kagome è... MA NON E' COSI'!! Penso che sarai molto felice alla fine di questo capitolo ^^ Bacioni! P.S Grazie infinite!!

 

mel_nutella: Waaa, un sacco di complimenti!! Grazie mille, sei adorabile ^__^ Sono contenta che ti piaccia la storia, il mio modo di scrivere... e non ti preoccupare, ci sarà spazio per la tua coppia preferita!! X3

 

sunsunset: Che nome particolare... °°'' Lo stavo guardando incuriosita!! Comunque, tornando alla tua recensione.. In effetti Inuyasha è un po' OOC. XD Ma vedrai... spero ti piacerà questa sua versione, un po' più birbante ma pur sempre dolce... (acc, mi sto sbilanciando troppo! X°D) Per quanto riguarda Kagome, si... mi sono fatta un po' di risate anche io, rileggendolaaa >O< Bacioni! e GRAZIE!

 

BUONA LETTURA A TUTTI!!!

 

 

P.S. RINGRAZIO anche chi ha recensito la mia fanfiction "L'ossessione di mia moglie {quando una lista non è la peggiore delle maledizioni}"!! Vi adoro ^_^ GRAZIE QUINDI A: DOLCE SANGO91 e INTERY!!

 

 

˜– s —™

 

 

Capitolo Due: Houston, abbiamo un problema!

 

 

“Signorina, può scendere”.

Sango vide l’amica saltare a razzo giù dalla macchina e raggiungerla come un orso, più infuriata che mai, spingendola oltremodo violentemente entro le mura di casa.

La Lamborghini sgommò veloce lontano da Villa Hirai.

“Ma che diamine…” – borbottò Sango, fissando confusamente la sua migliore amica.

“No comment, SangoChan! No comment!” – esordì, scuotendo generosamente le braccia e muovendosi come un automa verso la scalinata del Tempio.

La ragazza la seguì. “KaChan! Calmati!” – la riprese, afferrandole il braccio, come a ricordarle che si  trovava con lei, che non stavano insieme da due settimane e che si volevano un bene dell’anima.

Kagome Higurashi si voltò, e per un attimo Sango pensò volesse mandarla a quel paese.

“È TUTTA COLPA DI INUYASHA HANYOU!!!” – urlò, a pieni polmoni, sconvolgendo la sua migliore amica. Dopodiché, riprese a fare le scale.

Il silenzio cadde fra le due.

“KAGOME HIGURASHI” – disse improvvisamente la ragazza. E lo disse con talmente tanta serietà ed autorità che la suddetta si bloccò all’istante. Sango Kimie Hirai era una persona socievole, ma mai farla arrabbiare. “RITENGO SIA IL CASO CHE TU MI INFORMI DELLA TUA VITA PRIVATA. VOGLIO RAMMENTARTI CHE CI CONOSCIAMO DA SEDICI ANNI, CHE SONO DUE SETTIMANE CHE NON CI VEDIAMO, E CHE TI VOGLIO UN BENE DELL’ANIMA”. Algido discorso espresso con una perfetta vocalità e retorica. Quella scuola privata aveva fatto effetto!

Kagome si girò lentamente, curvando la schiena come a diventare sempre più piccola, fino a che non si trovò faccia a faccia con due occhi color amaranto. “Ehm…”. La rabbia era dun tratto passata; la sua migliore amica aveva ragione, non poteva certo prendersela con lei se quel cretino…

“Scusami SangoChan, ma davvero non riesco a stare calma! È tutta colpa di quel cretino-stronzo-deficiente di Inuyasha Hanyou! Fottuto bastardo che non è altro!!” – disse velocissima, tanto che Sango faticò a comprendere la valanga di insulti che uscirono da quella minuscola boccuccia. “È un demente senza cervello, scemo, idiota e pure MASCHILISTA!”. Forse aveva esagerato… ma cosa andava a pensare?! Quel cretino si meritava tutti gli insulti del mondo!!!

Sango aspettò riluttante che finisse il monologo. “Basta?” – domandò, sarcastica.

“Se vuoi riprendo benissimo” – replicò, ed era estremamente sincera.

Un’occhiata infuocata le fece intendere che non era proprio il caso.

“Ok… siediamoci che ti racconto…” – mormorò, indicando un gradino a metà fra loro due.

 

[…]

 

“Poi… si è avvicinato… cioè… non lo so, è tutto così confuso… era vicino… mi sembrava abbastanza vicino…” – continuò, scarlatta – “Non sapevo cosa stavamo facendo… cioè, lui… io non facevo proprio niente!” – esclamò, ritirandosi – “Poi… non lo so… così…cosà… la macchina ha frenato di botto e mi è caduto addosso, ficcandomi un gomito nello stomaco!!!”.

Sango rimase zitta zitta, atrofizzata. Poi, lentamente, i suoi occhi si assottigliarono, la bocca si spalancò in un sorriso, fino a concludersi in una risata verace e incontenibile. Si mise le mani davanti alla bocca, ma non riuscì a non contorcersi sul gradino, rischiando così di rotolare fino giù. “Ti è… ahaha, caduto… ahaha … addosso?! Ahahaha…” – riuscì a dire nell’ilarità generale, mentre Kagome, evidentemente offesa da quell’oltraggio, la fissava indignata senza proliferar parola.

“SANGO! Io ti confido i miei segreti e tu ridi!!” – la sgridò. Diamine, lei aveva passato degli attimi di inferno e quella…! …Inferno…si, proprio un Diavolo tentatore… KAMISAMA!! Cosa diamine stava pensando?!?  “Smettila subito di ridere!!!”.

Quella si zittì, ricordando evidentemente una cosa importante. “A parte questa rabbia, dovuta al fatto che ti è caduto addosso… sei anche delusa”.

Kagome spalancò le pupille. Non si sforzò di negare, con Sango era impossibile. No, un momento. Lei doveva negare. Ma… non lo stava facendo. No! Lei NON stava negando! Lei era d’ACCORDO! Era completamente andata fuori di senno… la gomitata le aveva fatto molto male.

“Cioè, lui ti stava per baciare”.

Silenzio.

Kagome era letteralmente ammutolita. I suoi occhi erano divenuti improvvisamente vitrei, di fronte a quell’inconfessabile verità.

Inuyasha Hanyou stava per baciarla.

Inuyasha Hanyou VOLEVA baciarla.

Inuyasha Hanyou era ATTRATTO da lei.

Non seppe come, ma si ritrovò di colpo ad arrossire e sorridere imbarazzata, fissando un alquanto confusa Sango Hirai, pronta a tutti gli urli possibili ed immaginabili ma non a quel sorriso a 500 denti di chi ha vinto l’albero della Cuccagna.

“Kagome…” – la richiamò, debole – “KaChan…”.

Ma la Signorina Higurashi stava su un altro pianeta. E non c’erano collegamenti fra questo e la Terra.

“Sei felice…” – osservò, pensosa – “Anzi… direi emozionata”.

“No, no…” – azzardò finalmente, ricollegando il cervello – “Io sono normalissima… davvero… sto bene…”.

Ma gli occhi la tradivano in una maniera incredibile. Viaggiavano assenti sulle fronde verdi degli alberi, su tutto ciò che c’era sempre stato e non avrebbe dovuto significare per lei nulla di così interessante. Era evidente che il suo cervello vedeva ben altro.

“Kagome… “. Dirle o non dirle che era ovvio che lei fosse cotta di questo ragazzo? Forse era meglio che se ne rendesse conto da sola. Per una volta, sarebbe stata la psicologa di se stessa.

 

 

 ˜– s —™

 

 

Inuyasha Hanyou fissò a mezz’aria il suo migliore amico Miroku Houshi. Alzò un sopracciglio vedendolo evidentemente trafficare con del tabacco e un pezzo di carta. “Hai ripreso la mania del fumo scadente?” – sbottò, evidentemente annoiato dal silenzio precedente.

Il ragazzo sorrise sbarazzino. “Quello che fanno gli altri è fumo scadente, il mio è di seconda qualità” – disse, con malizia e saccenza.

Miroku Houshi era maledettamente pieno di se. Più di lui, forse. No, quello era decisamente impossibile. Era però vanitoso e logorroico, questo si. “Invece di fare battute, perché non butti tutto nel cesso?”.

“Oh Inu…!” – esclamò, come a dire «che rompiballe!» – “Non cominciare a farmi la predica!”.

“E chi te la fa?” – borbottò – “Fumo pure io”.

Miroku scosse la frangia castana, aggrottando le sopracciglia sottili. “Uffa, mi hai fatto perdere la voglia” – disse, gettando la carta per terra e ficcandosi il tabacco nella tasca – “Stronzo”.

“Ne vado fiero” – precisò, improvvisamente orgoglioso.

Miroku notò un lampo di malizia passare negli occhi del suo migliore amico. “Qualche nuova preda?”.

Inuyasha vide le immagini di Kagome riaffiorare istintivamente. “Più o meno…”.

“Cioè?” – domandò, aggrottando nuovamente le sopracciglia – “Più o meno?” – ripetè, a mo’ di domanda.

“Più” – concluse, dopo un po’. Più di una preda…

“Bene, bene… capisco perché sei qui bello rilassato” – esordì, con un risolino – “Come sei messo?”.

Bene, ovvio! – si disse, orgoglioso. Ma sapeva bene che la domanda era rivolta ad altro. E con un briciolo di risata, ammise che non l’aveva nemmeno baciata.

Miroku strabuzzò gli occhi. “Ti ha rifiutato??” – domandò, scioccato. A quanto ne sapeva, nessuna donna aveva rifiutato il suo amico.

“No, non ho detto questo” – continuò, serio – “Siamo stati interrotti”. Quel cretino di un autista! Me la pagherà!

“Ah, bene. Posso sapere chi è?”.

Inuyasha lo fissò pensoso. “Non la conosci”.

“Non ci credo, io le conosco tutte le ragazze” – precisò, malizioso – “Me la sono fatta?”.

“Ne dubito fortemente. Non si fa mettere i piedi in testa” – disse, con un mezzo sorriso.

Ed era vero.

Kagome Higurashi aveva la fama di “Scaccia-uomini”; era talmente violenta da farli scappare ancor prima che l’avessero raggiunta…

 

 

˜– s —™

 

 

Il giorno dopo

 

 

Che la Lamborghini desse nell’occhio era ovvio. Ma Sango Kimie Hirai dava ancor più nell’occhio.

Kagome aveva sempre saputo che la sua migliore amica era incredibilmente bella: insomma, non era solo “carina”, era proprio “bella”! Quell’aggettivo le calzava perfettamente a pennello, conseguito da “elegante”, “armoniosa”… Ovvero: faceva voltare le teste. Era risaputo. E lo notò anche quando scese dal lussuoso taxi-made-in-Hirai affiancando la ragazza. Non ci fu una sola persona che non si voltò verso loro due, un po’ curiose, un po’ affascinate.

Non che avessero nulla di particolare: solo la macchina. La divisa scolastica, linda e pulita, era la stessa di tutti gli altri studenti. Lei, però, aveva una cosa in più. Proprio Sango, che con la sua falcata lunga ed elegante, la cascata fluida e soffice di capelli castani, gli occhi allungati e le ciglia lunghe creava brusio e mormorii fra i suoi compagni di scuola. Le sembrava di essere finita in uno di quei bizzarri film americani sul college, dove le oche camminano a rallentatore in mezzo alla folla. Peccato che tra le oche ci fosse la studentessa migliore di Tokyo!

“KaChan… ma perché tutti ci fissano?”.

E l’oca in questione ignorava completamente di essere affascinante.

“Siamo arrivate con una Lamborghini, SangoChan!” – sbottò, con un briciolo di risata.

“Ma ieri pure tu sei arrivata con la macchina!”.

Acc…! Ora era costretta a rivelarle la verità. “Ok, sei tu che li hai fatti tutti girare”.

Sango ammutolì, senza fermarsi però. Sarebbe stato troppo imbarazzante. “Cosa?”.

Sbaglio o la sua voce era scesa di cinque toni? “Pensavo lo avessi capito!” – esclamò, come se fosse elementare – “Cioè, dai, sei una bellissima ragazza!”.

Sango Kimie Hirai arrossì come un pomodoro, lasciando la sua migliore amica a bocca aperta. “Non me lo aveva mai detto nessuno…” – biascicò, imbarazzata – “…Prima di mia mamma”.

“Sul serio?”. Era scioccante. Cioè… no, era impossibile. “Non ci credo”. Raggiunsero finalmente il portone aperto. Entrarono, lasciando dietro di loro ancora gran parte della massa studentesca.

“KagomeChan, perché dovrei mentirti su questo?” – domandò, un poco intimidita.

Già… perché? “Ok, sei bellissima e sono la prima persona che te lo dice dopo tua mamma” – ammise, riluttante. Era a dir poco incredibile. Nessun ragazzo le aveva mai detto che era bella?! Ma si erano tutti rincretiniti?!?

“G-grazie…” – sussurrò, ancora bordeaux.

“Immagina se le te lo avesse detto un ragazzo!!” – buttò lì, con una risatina.

Sango divenne – se possibile – vermiglia, e tossì vagamente. Si zittì, e Kagome ebbe la terribile sensazione che quella maledetta scuola privata (per di più, SOLO femminile) l’avesse plasmata ad essere una perfetta scolaretta stile Anni Venti. Non che ci fosse nulla di male… però… dov’era finito il famoso detto “Sesso, droga e rock n’roll”?! Avrebbe dovuto iniziare la sua amica ad entrambi i tre concetti. Tranne il primo e il secondo, ovvio.

“Sono contenta che tuo padre ti abbia messo in classe con me” – disse, bloccando finalmente il silenzio (decisamente inesistente visto che stavano salendo le scale insieme a 200 persone che parlavano contemporaneamente).

“Anche io” – replicò sorridendo – “Gliel’ho chiesto io”.

Kagome scoppiò in una risatina. “Uhuh! …il Signor Preside corrotto!” – esclamò ridendo, sarcastica.

Non l’avesse mai detto… Tre ragazzine dietro di loro si guardarono subito furtive, allungando le orecchie per captare qualsiasi informazione.

“Dai, smettila… non esagerare” – la riprese la ragazza dagli occhi color ametista.

La mora alzò le sopracciglia, maliziosa. “Chissà cos’ha ricevuto in cambio..”.

E ad occhio esterno poteva davvero parere una situazione equivoca. Eppure, sia Sango che Kagome sapevano benissimo che la figlia del preside aveva solo fatto uno dei suoi ennesimi patti con lui, quali mantenere una media eccellente ed eccedere in tutte le materie. Nulla di scabroso o volgare, un semplice patto tra padre e figlia. Un patto fra Sango Hirai e Goshiro Hirai. Per i comuni mortali, SangoChan e il Signor Preside.

Svoltarono verso il corridoio di destra, pronte a raggiungere la sezione B del quarto anno.

“Ok, questa volta devo aiutare mamma a casa” – sbuffò, confessando l’orrido delitto.

“Ah-ah!” – esclamò, come ad aver scoperto la verità – “Che voglia però”.

E quella parola, voglia, attirò nuovamente l’attenzione di un gruppo di ragazzini lì a fianco.

“Ed è anche un po’ stancante” – ammise Sango, facendo spallucce.

“Però devi mettere che sensazione, dopo averlo fatto”. Ed era nuovamente ovvio che si riferisse alla bontà e la pace che sentivi dopo aver aiutato qualcuno. Ma non era ovvio per chi, senza conoscere la verità, ascoltava in silenzio.

Le due svoltarono nuovamente a destra, ed entrarono nell’aula. Kagome sorrise genuina vedendo tre ragazze correrle in contro. Eri, Ayumi e Yuka salutarono calorosamente la loro amica.

“Kagome! Come va?” – esclamò Ayumi, con un sorriso.

“Tutto bene, grazie!” – rispose, gentile – “Voi?”.

“Bene, grazie”, “Tutto ok”.

Kagome afferrò per il braccio la sua migliore amica. “Ragazze, questa è Sango Hirai!” – la suddetta sorrise timida – “E loro sono Eri, Ayumi e Yuka. Sango è in classe con noi da oggi”.

“HIRAI?!” – esclamò Yuka, ad un tono decisamente elevato. Qualche loro compagno di classe si voltò, curioso. “Hirai…come il Signor Preside?”.

“Si… lui… è mio padre” – confessò Sango, sapendo che la notizia avrebbe destato un po’ di scalpore.

Tutta la classe stava definitivamente ascoltando la conversazione. "La figlia del preside=", "Wow", "Dev'essere ricca sfondata...".

Eri, Ayumi e Yuka spalancarono gli occhi. “Accidenti…” – disse Eri, senza parole.

Kagome prese le redini del discorso. “Ok, beh… dopo le presentazioni possiamo…” – ma fu interrotta dallo sbattere della porta. La professoressa Takahashi era entrata, e non era certo il caso di farla arrabbiare.

Tutti volarono ai propri posti.

 

 

 ˜– s —™

 

 

“Non ci credo! Ci hai provato con HigurashiChan!” – esclamò Miroku, con un vistoso sorriso.

Inuyasha alzò un sopracciglio. “Non c’è nulla di strano”.

Il moro sorrise benevolo. “Già…ehehe”. Ma solo se non scopri che ho vinto cento yen…

Il mezzodemone indagò in quegli occhi azzurrini. “Miroku, mi stai nascondendo qualcosa”.

“Io?? Ma vaaaaaa” – replicò, muovendo mieloso la mano destra. Cazzo, dov’è il professore quando serve??

“Miroku” – sbottò, autoritario – “Tu. Mi. Nascondi. Qualcosa.” – fece lo spelling. La sua figura si fece minacciosa e il povero ragazzo fu costretto a confessare. “TU COSA?!?”. L’urlo dell’hanyou si diffuse su tutto il piano creando un certo tumulto.

“Beh… una piccola scommessina… nulla di che… non facciamo male a nessuno…” – sussurrò, piccolo piccolo, rigirandosi i pollici.

“AVETE SCOMMESSO SU DI ME?!?”. Le ire del ragazzo sembravano non placarsi, e lo scommettitore numero due, a quanto pare conscio della sua fine, sgattaiolò fuori dalla classe senza farsi vedere. “Quanto hai scommesso?” – aggiunse poi, pacato.

Miroku trattenne il respiro. “CentoYenCheAvrestiSedottoHigurashiChan” – biascicò velocissimo, pronto alla sfuriata.

“COSAAAA?!?!”. Questa volta la lavagna tremò. “STUPIDO PERVERTITO! COME TI PERMETTI!?!” – urlò, afferrandolo per il colletto della camicia, per di più mezzo aperto.

“Scusa Inuchan non lo faccio più” – sussurrò, debole e sottomesso – “Ma era una scommess…” – tentò, smielato.

“NO!!! NO E POI NO!!” – sbraitò, sbattendolo nuovamente a terra. Non che lo avesse alzato di molto, si e no due millimetri. Era il suo migliore amico, in fondo.

“Scusami Inu… chiedo umilmente perdono” – disse, inchinandosi peccatore.

“Così va meglio” – proferì, teatrale, sedendosi al suo posto – “E comunque, quei soldi sono miei”.

Miroku sbuffò un istante, poi fece spallucce. Il professore entrò tranquillo nell’aula, catalizzando l’attenzione della maggior parte della classe, tranne che di due ragazzi…

Il moro dagli occhi azzurri si voltò alla sua sinistra. Mosse le labbra per farsi capire ma non sentire. “HO VINTO IO, MI DEVI CENTOCINQUANTA YEN”.

 

˜– s —™

 

 

 

 

 

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