Era finito il suo primo anno ad
Hogwarts e adesso si stava preparando per affrontare il secondo. La notizia che
Ginny Weasley era stata manipolata dall’erede di Serpeverde l’aveva lasciata
molto male: se ci ripensava ancora adesso, si sentiva in colpa a non aver
capito tutto prima. Poi l’anno scolastico era stato costellato da persone che
venivano pietrificate… Nonostante tutto, però, Hogwarts le piaceva. Era un
posto fantastico dove studiare e il mistero era stato comunque risolto l’anno
prima: non c’era nessun motivo per non tornare.
E poi c’era lui.
Severus Piton.
Il professore la rilassava.
Mentre era a casa, durante le vacanze estive, aveva faticato a concentrarsi sui
compiti. Ormai studiare con la presenza dell’uomo era diventata un’abitudine:
chiusa nella sua cameretta, si sentiva troppo sola per riuscire a concentrarsi.
C’era troppo silenzio.
Durante le vacanze aveva scritto
a Ginny per chiederle come stava e da quel momento avevano iniziato una fitta
corrispondenza. Erano diventate amiche, così come era diventata amica di Colin,
che continuava a mandarle gufi pieni di lettere e foto delle sue vacanze. Ogni
volta che le guardava non poteva fare a meno di sorridere: Colin era sì un gran
chiacchierone, ma aveva anche un cuore d’oro.
Tornare il primo settembre era
stato bellissimo ed emozionante come l’anno precedente.
Dopo la prima giornata passata in
Sala Comune a chiacchierare con i suoi compagni, Sara aveva ripreso a scendere
nei sotterranei per studiare assieme al professore di pozioni.
L’uomo aveva accolto con un
sopracciglio inarcato la sua prima visita.
“Buongiorno, professor Piton!”
aveva esclamato lei, sorridendo.
Lui aveva scosso leggermente la
testa e aveva ripreso a leggere il libro che aveva in mano.
“Ha passato una buona estate?”
insistette lei, posizionando i testi scolatici sull’ampia scrivania dell’uomo.
“Signorina Moon, devo toglierle
subito dei punti per l’invadenza? Quello che faccio d’estate sono affari miei.”
Sara non se l’era presa per
niente per quella risposta fredda; anzi, aveva sorriso ancora di più
constatando che Severus Piton non era cambiato di una virgola.
Stare in sua compagnia era
rilassante come sempre.
***
Un giorno il professor Silente in
persona aveva bussato e, senza attendere risposta, era entrato nell’ufficio.
“Oh, ma che sorpresa! Signorina
Moon, non credevo di trovarla qui!”
Il luccichio divertito nei suoi
occhi fece intendere a Sara che, invece, il vecchio la sapesse lunga. Lei, per
nulla turbata dall’interruzione, sorrise e salutò il preside, mentre il
professor Piton alzava gli occhi al cielo.
“Buongiorno a lei, professor Silente!
In realtà io vengo qui ogni giorno dopo le lezioni dall’anno scorso… È un posto
che riesce a concentrarmi, studio molto bene.”
“In effetti” disse il preside,
facendo apparire una comoda poltrona e sedendosi accanto alla studentessa “I
professori mi dicono che la sua media è impeccabile. Severus, non mi offri del
tè?”
“Certo, Albus.” rispose l’uomo.
Sara notò che le sue labbra erano
leggermente contratte, segno che era scocciato. Represse una risatina e si
sforzò di rispondere al professor Silente.
“Sì, è vero.”
Quando il professor Piton tornò
con due tazze di tè fumante, Silente scosse piano la testa.
“Oh, Severus, ma l’ospitalità
dov’è andata a finire? La signorina Moon gradirà di certo farci compagnia.”
Sara stava per rispondere che no,
non voleva in alcun modo dare disturbo, anzi; ma Piton aveva già appoggiato le
tazze e ne aveva fatta comparire un’altra davanti a lei, appellando il
bollitore.
La tazza era bianca con dei
decori a forma di Cioccocalderoni, cosa che fece sorridere la ragazzina.
Quando l’uomo le versò il tè Sara
vide che era fortemente indispettito, così cercò di non intromettersi nella
conversazione fra i due adulti e di finire di bere il prima possibile.
Silente e Piton parlarono del più
e del meno – o, meglio, Silente parlò, cercando di cavare a Piton una qualche
risposta, che arrivava sempre a monosillabi – mentre Sara ascoltava con un
orecchio e con gli occhi cercava di leggere e capire cosa il suo libro di
Erbologia dicesse sulle Mandragole.
“Oh, ma stiamo disturbando la
signorina Moon, è così concentrata!” esclamò infine il preside.
“Ma no, professore…” cercò di dire
lei, ma Silente non glielo permise.
“Non ti preoccupare, ora me ne
vado e vi lascio alle vostre attività. Severus, dovresti offrire più spesso il
tè a questa ragazzina, che è così gentile da venirti a trovare tutti i giorni!”
Sara arrossì per l’imbarazzo; il
professor Piton, invece, lo ignorò.
“Arrivederci, Albus.”
“Alla prossima!”
Nessuno disse niente per
parecchio tempo. Sara, a disagio, si fissò la veste della divisa per cinque
minuti buoni, prima di avere il coraggio di alzare lo sguardo. Non voleva che
lui pensasse che lei si sarebbe aspettata del tè tutti i giorni… Quando riuscì
a guardarlo di nuovo, vide che Piton si era limitato a riprendere la sua
attività – ovvero correggere i compiti – e non aveva nessuna espressione
particolare. Un po’ rincuorata, si decise a riprendere il tema di Erbologia.
Nonostante tutto, la volta dopo,
il professor Piton le mise davanti la tazza decorata a Cioccocalderoni piena di
tè fumante. E così quella dopo, e quella dopo ancora, e tutte le seguenti…
“Grazie.” sussurrava lei, sempre.
Il professor Piton non le rispondeva mai, ma una volta poté giurare di aver
visto un lieve sorriso increspargli le labbra.
***
“Non mi dirai che ti piace
Piton!” esclamò Ginny, in Sala Comune, dopo che per l’ennesima volta la vide
rientrare appena in tempo per la cena.
Sara la ignorò e andò dritta
verso i dormitori, dove lasciò la borsa, prima di rifondarsi di nuovo giù per
le scale.
“Che dicevi?” le chiese poi,
ansimando, mentre loro due e Colin varcavano il ritratto della Signora Grassa.
“Ti ho detto che secondo me ti
sei innamorata di Piton! Passi più tempo con lui che con noi!”
Sara arrossì, ma sperò con tutto
il cuore che non si notasse, dato che era già accaldata per la corsa fatta.
“Ma no… Che stai dicendo, Ginny?
Lo sai che vado lì perché mi concentro e basta…”
“Io non lo so” intervenne Colin
“Come fai a preferire quel… Quel… Mostro Serpeverde fatto a persona a noi?!”
“Ehi!” esclamò lei, piccata “Piton
non è un mostro! E' una persona gentile!”
Ginny e Colin si guardarono,
stralunati, prima di alzare gli occhi al cielo.
“Gentile… Come no…” sussurrò lui.
“L’abbiamo persa… E' proprio
cotta!” esclamò lei.
Sara fece finta di non sentirli e
accelerò il passo per superarli.