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Autore: gaccia    19/09/2013    6 recensioni
Essere un figo galattico che può avere tutte le ragazze che vuole può essere pericoloso. Soprattutto se non ritieni di dover tener conto dei sentimenti altrui convinto di essere al di sopra di tutti. Il purosangue per eccellenza, figlio di generazioni di maghi illustri che, nonostante le ultime vicissitudini nel mondo magico e la caduta in disgrazia di suo nonno per colpa del Signore Oscuro, avevano ancora potere e pasciuto conto alla Gringott.
Però, se ubriaco perso per una festa a base di whiskey incendiario e burro birra (oltre a qualche altro intruglio filobabbano) ti ritrovi a scopare una cozza con la C maiuscola e poi, a mente lucida, il mattino dopo la insulti e la fai sentire una cacca di ippogrifo… beh, prima pensa bene a sapere chi hai davanti.
Altrimenti farai la mia fine: maledetto da una potentissima strega ti ritroverai a scuola nei panni di una ragazza che dire racchia è essere gentile, scaraventato in mezzo a quella manica di matti che sono i Grifondoro, alle prese con tutta la tribù Weasley nuova generazione.
Rivisitazione, a modo mio, della favola “La Bella e la Bestia”.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'i trasformisti'
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Salve a tutti!
sono nuova di questa sezione (normalmente scrivo su Twilight e ho finito una originale Romantico). Da qualche tempo leggo le storie pubblicate su Harry Potter.
Come era già successo nell’altra sezione, ho trovato storie interessanti, belle, ben scritte e originali nella trama.
Ho scoperto il filone che preferisco (coppie storiche e nuove generazioni) e mi sono dilettata a buttare giù una traccia per una storiella veloce.
Devo essere onesta: sfrutterò una idea che ho usato in Twilight e che mi ha dato grandi soddisfazioni.
Il mio intento è ridere e far ridere perché a questo mondo di cose serie ce ne sono troppe.
Un’altra mia peculiarità è l’interattività. Accolgo e molto spesso utilizzo i suggerimenti di chi recensisce. Addirittura chiedo consigli e idee, quindi invito a partecipare.
 
Adesso devo lasciare la classica dichiarazione: DICHIARO DI NON AVER BUONE INTENZIONI… no, non era questa… ah, sì… DICHIARO CHE I PERSONAGGI DI QUESTA STORIA SONO DI PROPRIETA’ DELLA SIGNORA J. K. ROWLING (tranne quelli che non compaiono nei suoi libri che sono miei).
 
Per ora vi lascio al primo capitolo un po’ cortino, rossiccio e serio. Tranquilli, il registro cambierà presto. e inserisco un banner fresco di stampa da parte di Elenri (grazie)
 photo BannerstileBeastly_zpsb6c09140.jpg E ora, BUONA LETTURA!
 
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Lo specchio rimandava l’immagine del mio fisico in maniera impeccabile.
Se anche avessi fatto un incantesimo per aumentarne il valore estetico, non sarei riuscito a farmi più bello di così.
Mi seccava ammetterlo ma anche i consigli babbani avevano il loro merito nella mia figura.
Dopo che mi ero trovato tra le mani un testo sul fitness e pesi mi ero applicato di nascosto e devo dire che i muscoli che mi erano spuntati avevano accresciuto i miei punti in conquiste femminile del trecentocinquanta per cento.
Un ottimo allenamento anche per il mio ruolo di cacciatore nel Quiddich.
Se poi ci sommavo i capelli biondissimi, gli occhi grigi dallo sguardo algido e un viso aristocratico e cesellato, ecco che compariva il più bel ragazzo di Hogwarts… e dintorni. Scorpius Malfoy.
 
Sistemai la camicia nera nei jeans, lasciando alcuni bottoni slacciati e ammiccai alla mia figura.
Questa sera avrei potuto avere chiunque alla festa di Blake. Mi ero persino accordato perché mi lasciasse una camera da letto libera, tanto non lo sarebbe stata per molto.
Scesi le scale dirigendomi in salotto al camino che mi avrebbe portato alla Zabini Manor.
 
«E poi non si dovrebbe arrestarle e mandarle ad Azkaban queste pazze? Ai miei tempi una che lanciava delle maledizioni mortali spettava il bacio del dissennatore, non un ricovero nel reparto psichiatrico del San Mungo!» sentì esclamare suo padre mentre sfogliava la Gazzetta.
«Caro, non ti agitare… lo sai, la pressione…» pigolò sua madre, probabilmente intenta a ricamare nell’angolo della stanza, vicino alla finestra.
«Queste storie mi fanno impazzire! Io sono qui che devo giustificarmi da anni perché mio padre mi ha imposto il marchio dei Mangiamorte e secondo molti avrei dovuto essere condannato, e quella lancia fatture che fanno morire chi è stato colpito dopo un anno e non ha passato un giorno in galera!... scommetto che è una mezzosangue!» disse ancora Draco Malfoy, gettando il giornale sul tavolino accanto alla poltrona in pelle dove stava comodamente seduto.
«Non dire così…» provò ancora a intervenire Astoria.
Sua madre era sempre stata succube di suo padre. Era come un dolce ninnolo da mostrare in pubblico ma senza alcuna sostanza né diritto alla parola. Gli elfi domestici avevano più diritti in quella casa… e questo da quando quella sporca mezzo sangue di Hermione Granger-Weasley aveva messo piede al Ministero.
Sì, conosceva tutta la storia e non avrebbe retto un’altra mezz’ora a sentire i risentimenti che covava Draco Malfoy nei confronti del magico trio, sebbene gli avessero anche salvato la pelle.
 
«Mamma, io vado da Blake per la festa delle stelle. Non aspettarmi alzata». Con lui era sempre stata affettuosa. Mai un rimprovero, mai uno schiaffo facendo così da contraltare al padre ‘lievemente’ dispotico.
«Scorpius, non ti sembra di dedicarti troppo ai divertimenti? L’anno prossimo sarà quello dei M.A.G.O. e voglio che tu abbia tutti i voti necessari per fare una brillante carriera» intervenne suo padre. Ecco che ricominciava: “Scorpius, studia!”, “Scorpius, devi tornare a dare lustro al nome dei Malfoy e lo potrai fare con una brillante carriera al ministero!”, “Scorpius, sei stato di nuovo superato da quella Weasley! Sei un Malfoy per Merlino!”.
Ed ecco che si tornava alla rossa Weasley, zannuta Grifondoro che strappava tutti Eccezionale in qualsiasi materia facendo sembrare gli altri degli emeriti cretini.
Non che ci avesse mai parlato e neanche lo desiderava, chiatta com’era!
Poi a lui mica interessava studiare, l’importante era cavarsela e segnare più tacche possibili sulla testiera del suo letto prima degli esami finali.
Ne andava della sua reputazione e della somma di mille galeoni scommessa con altri Serpeverde al suo terzo anno.
«Siamo in vacanza e sono avanti con il ripasso. Non preoccuparti. Oggi è il 10 agosto! È festa!» replicai cercando di sorridere più apertamente, prima di correre alla polvere volante e gridare forte «Zabini Manor!» sparendo in un turbine verde.
 
«Ehi, Blake, Lucinda… smettetela di saltarvi addosso ogni tre secondi o mi bloccherete la crescita!» salutai scrollando la polvere appena uscito dal camino dell’elegante salotto di Zabini.
«Sei solo geloso... come se tu non avessi mai provato...» rispose il mio amico staccandosi un attimo dal volto della bionda per poi rituffarsi sul suo collo.
Cacchio! Non erano ancora le dieci di sera e il padrone di casa stava già partendo per libidinolandia! Beh, meglio per lui e le altre donzelle prede per me!
«Hai ragione, non ho mai provato con Lucinda ma se vuoi rimediare... Lucy, a tua disposizione» mi offrii mentre mi versavo un goccio di liquido ambrato presente su un tavolino. La bionda ridacchiò socchiudendo gli occhi, per poi rispondere con un gemito agli assalti del mio amico.
«La prossima volta, Scorp» sospirò la McNair e da parte mia decisi di lasciare quella stanza che cominciava ad avere una atmosfera pesante. Un bordello babbano sarebbe stato più allegro.
Non che sapessi come fossero (non è vero... ma non avrei mai confessato di divertirmi a bazzicare per la Londra babbana nonostante i moniti di mio padre).
 
Passai attraverso altre stanze riccamente arredate, mentre mi avvicinavo al patio dove avrei trovato la piscina e le decorazioni preparate per la festa delle stelle.
Il cielo stava diventando color inchiostro trapuntato di cristalli e tra qualche ora sarebbero state visibili le cascate di stelle filanti che avrebbero attraversato la volta celeste, rilasciando la loro magia ad alimentare le bacchette che fossero state mostrate alla loro luce.
Quasi tutti i maghi sarebbero usciti alla luce delle stelle ed avrebbero alzato al cielo la loro bacchetta per ricaricarne l'essenza, per noi giovani era solo un'altra scusa per fare baldoria.
«Ben arrivato, Scorpius, stavo giusto cercando un aiuto per la musica» esordì Nigel Spees appena mi vide uscire nella veranda.
«Tipo? Sai che non sopporto le tue band da stupro ai timpani, non sono il mio genere» commentai mentre ammiravo ancora le decorazioni fluttuanti che Blake aveva organizzato per la serata.
«Non essere il solito snob, altrimenti potrei trovare un sistema per sbatterti fuori da Serpeverde e prendermi la spilla da prefetto» minacciò scherzoso. Risi in risposta.
I miei compagni di casa erano i più melliflui, ambiziosi, spietati e assolutamente complici, bastava solo  essere abbastanza svegli da guardarsi le spalle e avevi trovato dei veri amici.
Stancante? Forse, per chi non ci era abituato. Per me era normale amministrazione e niente mi rilassava più di ritrovarmi circondato dalle serpi verde argento.
 
«Gli altri?» domandai. In giro non si vedevano Claire e Cassandra Nott e neanche Delphina Budstrong. Tyson Rockwood e Theodore Goyle ero sicuro di trovarli accanto al buffet.
«Le gemelle e Delphina si stanno preparando di sopra e le due fogne sono a trincarsi una bottiglia di qualcosa» indicò Nigel col pollice alle sue spalle. Come volevasi dimostrare, niente di nuovo.
Tra poco sarebbero arrivate le tre ragazze dal fisico statuario, strizzate in vestiti sicuramente stregati per poter contenere tutto il loro ben di dio, mentre gli altri, alticci, avrebbero provato a sbavare su qualsiasi paio di gambe che fosse passato davanti ai loro nasi.
In nome della scommessa, tutti noi eravamo alla ricerca di selvaggina scopabile. In fin dei conti eravamo in sette ancora in gara, visto che Zabini e McNair avevano deciso di restare monogami per buona parte dell’anno e novemila galeoni d’oro non facevano schifo a nessuno di noi.
 
Steso su un lettino in attesa degli altri invitati e ascoltando le prove acustiche di Spees chiesi: «Chi altri deve arrivare?».
«I soliti, praticamente tutto il parentado purosangue e i figli degli impiegati al Ministero con i loro parenti e amici. In pratica Blake si troverà in mezzo come quel Mosè babbano tra le acque e noi dovremo dargli una mano per far funzionare il tutto» sospirò rassegnato.
Come al solito quando si organizzavano questi party ci si doveva inventare il sistema per far socializzare persone che non si sarebbero mai frequentate neanche sotto la minaccia di un cruciatus.
Ovviamente Zabini doveva invitare gli altri purosangue perché si trattava di mantenere un certo livello e doveva invitare i ragazzi legati al ministero per un discorso di prestigio e legami politici.
Che poi queste due fazioni mal si integrassero a vicenda pareva non interessasse a nessuno, tranne che al padrone di casa che per l’occasione schiavizzava i suoi amici.
Strano a dirsi, in quelle occasioni e nonostante gli inviti, nessuno della beneamata società Weasley Potter si era mai presentato.
 
Due ore dopo la serata era al suo culmine.
Tyson e Theodore facevano la spola tra le ragazze sedute sui divanetti e la postazione dei beveraggi. Nessuno poteva credere che fossero maghi: un semplice ‘Acciò whiskey’ avrebbe risolto il problema del continuo imbarazzante barcollamento.
Dovevo essere onesto ammettendo che quella sera erano arrivate alcune ragazze degne di nota ed io iniziavo a scaldarmi, pronto ad incrementare il mio record personale.
«Tieni, questo ti tirerà ancora più su» disse Nigel, consegnandomi tra le mani un bicchiere di liquido trasparente dall’odore altamente alcoolico. Tracannai il contenuto in un fiato e feci un piccolo sorriso invitandolo a riempirmi ancora il calice.
La musica mi stava tramortendo ancora più dei liquori colorati che scorrevano a fiumi e neanche agitarmi sull’improvvisata pista da ballo riusciva a farmi tornare nel mondo dei senzienti.
Ogni tanto sentivo urletti estasiati rivolti alle stelle che trapuntavano il cielo con il loro tragitto trasversale ma non mi ero ancora deciso a tirare fuori la mia bacchetta.
Sbuffai sorridendo in modo idiota.
Lo sapevo di star facendo la figura del fesso ma non riuscivo a tornare in me.
 
A distanza di qualche metro, defilata rispetto al patio e quasi ai margini del giardino, vidi una bionda mozzafiato che teneva sollevata la bacchetta verso il cielo scuro.
Ad essere sincero non riuscivo a vederla bene, la sua figura sembrava coperta da un vetro smerigliato che confondeva i contorni… probabilmente era la sbronza che faceva effetto anche ai bulbi oculari.
Ghignai mentre alzavo in aria la mia bacchetta e sentita la vibrazione della ‘ricarica’, la agitai elegante verso la figura che mi aveva attirato. La gonna si sollevò fluttuando dolcemente sino a scoprire un lembo delle mutandine e un paio di gambe che avrebbero risvegliato anche un mago ricoverato nel reparto degli inguaribili del San Mungo.
 
«Scorpius Malfoy» mormorò dolcemente la ragazza voltandosi. Era davvero una visione, pur opaca che mi risultasse.
Barcollai verso di lei. «Sono qui per soddisfarti, mia ninfetta» biascicai per poi stringerla a me e baciarla con foga.
Quella sera mi sarei guadagnato un’altra tacca al mio letto e un passo in più verso la vittoria finale.
 
Se già prima vedevo sfocato e capivo poco, dopo il bacio capii ancora meno e per evitare nausee, vomito e mal di testa, chiusi gli occhi. Fortuna che la ragazza era disponibile ancora più di me, visto che mi trascinò subito verso casa.
«Scommetto che Zabini ha riservato una camera per te» disse ridacchiando e strusciandosi addosso al sottoscritto.
«Con un letto comodissimo e tutti i comfort possibili, mia ninfetta...» risposi cercando di non incespicare nelle parole.
«Allora andiamo a fare conoscenza» terminò soffiandomi nell'orecchio le parole che desideravo sentire.
Da quel momento avrebbero parlato i nostri corpi, uniti nella danza che tutti gli uomini conoscevano dall'inizio dei tempi.
Mi passai la lingua sulle labbra, pregustando il banchetto di pelle e gemiti che mi sarei gustato da lì a poco.
 
Salire l'enorme scalinata che portava al primo piano e relative camere, era stata una faticaccia ma la mia compagna sembrava parecchio forte, tanto da sostenermi senza apparente fatica. (probabilmente grazie a un incantesimo non verbale).
Stranamente non incontrammo nessuno dei miei amici ai quali mostrare la mia prossima vittima. Peccato, avrei sopperito con i miei ricordi versati nel piccolo pensatoio di Cassandra. Nelle regole avevamo stabilito che le prove potevano essere anche quelli, supportati da trofei, quindi mi sarei tenuto anche le mutandine.
Avanzammo nel corridoio in penombra, sino a una porta dove campeggiava disegnato uno scorpione nero. Simpatico Blake! Sicuramente era stata una sua idea, beh, poco male. Mi aveva risparmiato un sacco di tempo nella ricerca.
Appena entrati nella stanza sbattei la ragazza contro la porta chiusa ed iniziai a baciarla, cercando contemporaneamente la cerniera di quel vestitino così provocante. Ero sicuro che sotto ci fosse una montagna di curve da far venire un attacco di cuore dall'emozione.
 
Strano. Solitamente a quel punto la mia mente si snebbiava a pari passo con l’alzabandiera dei miei piani bassi ed io iniziavo a ritornare lucido e pronto per una memorabile sessione si sesso. Questa volta, invece non riuscivo a schiarirmi le idee, tanto meno la vista che mi risultava ancora confusa.
Pazienza. Avrei risolto con il tatto.
Il vestito frusciò a terra e la bionda mi spinse verso il letto rispondendo famelica al mio bacio e strappandomi la camicia.
Non appena si chinò per baciarmi il petto presi la mia bacchetta e mormorai un incantesimo contraccettivo. Ubriaco sì, scemo no. Prima di riempire il mondo di piccoli Malfoy sarebbe passato parecchio tempo e parecchie vagine diverse attorno al mio pene.
Lanciai la bacchetta sul pavimento e mi slacciai i pantaloni con grande difficoltà. Che rottura quando le dita non ti rispondevano prontamente.
 
«Ehi, bionda, aiutami con questi cosi» ordinai indicando i miei boxer e i jeans afflosciati alle ginocchia.
Lei rise allegra. Era una bella risata la sua, mi eccitò ancora di più di quanto non fossi.
«Subito, Scorpius» miagolò e in un attimo mi trovai nudo con lei in ginocchio che leccava il mio sesso. Ah! Decisamente brava la strega.
«Sì… così…» mugolai. Immediatamente allungai la mano sulla sua testa e presi a muovermi dentro la sua bocca spingendola contro di me e nello stesso tempo muovendo il bacino.
Sentivo la lingua, il risucchio, la saliva e i denti che strusciavano e vezzeggiavano il mio fallo.
A volte un pompino era meglio che inserirmi nella fica della ragazza in questione ma non quella volta, volevo sentirla tutta questa tizia che mi stava spompando.
 
«Vieni…» ordinai. La trascinai  con me sul materasso e feci sparire il reggiseno infilandolo in un cassetto aperto del comodino. Sarebbe stata la mia prova per l’indomani. Stracciai direttamente le culottes e mi posizionai in mezzo alle gambe chilometriche della ragazza.
Mi fiondai sui capezzoli già protesi verso me e li succhiai con forza, facendola gemere tanto da arrivare al mio limite.
Volevo l’orgasmo, ora, subito e d’impeto entrai in lei ed iniziai a spingere velocemente come un disperato.
La ragazza rispondeva ai miei assalti allargandosi di più e avvolgendo le gambe ai miei fianchi.
Dopo pochi istanti venni, spargendo dentro di lei il mio orgasmo.
 
Era stata un’ottima scopata. Non la migliore ma decisamente ottima.
Crollai soddisfatto sul suo petto, cercando di recuperare il fiato.
«Grazie» mormorai sorridendo, poi mi sollevai finendo coricato sull’altro lato del letto a guardare il soffitto a cassettoni dorati di quella camera.
«E io?... hai già finito?» gracidò la bionda sgranando gli occhi stupita.
«Sono venuto, no? Ho finito e ti ho ringraziato… puoi anche andare adesso, sono troppo ubriaco per fare il bis, sarà per un’altra volta, ninfetta» borbottai assonnato per poi girarmi su un fianco e cadere nel sonno dei giusti.
Sentii ancora lo sbuffo di frustrazione poi l’immobilità della mia occasionale amante mi conciliò il sonno e scivolai tra le braccia di Morfea.
 
Il mattino dopo un raggio di sole impietoso mi sbatté tutta la sua gloria in faccia, strappandomi dal delizioso ronfare. Subito un lancinante mal di testa mi fece desiderare il ritorno al dolce dormire o, in alternativa, uno schiantesimo per ridurmi all’incoscienza.
Necessitavo subito della pozione per il giorno dopo. Sicuramente Blake ne aveva un barile pronto in cucina.
Sperai che il mio caro amico avesse dato chiari ordini agli elfi domestici perché non sarei stato in grado di trascinarmi sino al piano terra e preferivo essere direttamente servito a letto.
In più c’era questo odore pestilenziale che si spandeva direttamente sulla mia faccia. Sembravano uova marce accompagnate da una buona dose di aglio e olio rancido.
Mi chiesi a chi potesse venire in mente di fare una colazione con simili condimenti e decisi di controllare facendo un enorme sforzo nel sollevare una palpebra.
 
Accanto al mio cuscino c’era una massa incolta di capelli scuri e opachi che coprivano interamente la faccia del soggetto.
Dov’era la bionda? La ninfetta di questa notte?
Con sommo sforzo mi misi seduto e scrollai quell’ammasso avvolto dalle lenzuola cercando di capirci qualcosa.
«Ehi! Sveglia!» ordinai bilanciando la voce al fastidio della mia testa pulsante.
Sentii mugugnare e muoversi accanto a me e diedi un’altra scrollata energica che fece definitivamente svegliare il tizio. Purtroppo si alzò anche facendomi vedere tutta la sua gloria nuda… e urlai.
 
«Ah!» ero agghiacciato!
Davanti a me, seduta, vi era una ragazza la cui bruttezza poteva fare solo concorrenza ai più vecchi e raccapriccianti elfi domestici… no, a ben pensarci non ne avevo mai visti di così brutti.
I suoi capelli marroni e ispidi sembravano non aver mai fatto conoscenza di un pettine e viaggiavano in ogni direzione.
Già dalla faccia si intuiva una notevole pinguedine, accentuata dal doppio mento e dai vari rotoloni di grasso che si distribuivano sul suo corpo. Altro che maniglie dell’amore, quelli erano maniglioni antipanico! In mezzo alle pieghe di ciccia c’era anche qualcosa di tondo con un paio di noccioline sopra in mezzo al petto. Anatomicamente parlando, intuii che fosse il seno ma non ci avrei messo la mano sul fuoco, visto che le curve sparivano in altre curve.
La faccia era inguardabile con la pelle deturpata dall’acne, sopracciglia cespugliose, denti sporgenti dalle labbra grosse e volgari, naso leggermente storto e un leggero strabismo che nulla aveva a che fare con quello più sensuale di Venere.
Insomma, se avessi potuto immaginare una donna più brutta e meno affascinante, l’avrei immaginata così.
 
Iniziai a urlare sconvolto e arrabbiato. Che cazzo ci faceva quel cesso ambulante nel mio letto?
«Chi sei? Cosa sei?» gridai coprendo il mio torace come a proteggermi da quello schifo.
Lei sorrise (fece una smorfia a dire il vero) e mi rispose «Sono la tua ninfetta, non ti ricordi?».
Le mie vene si ghiacciarono. Mai più alcool. Mai più in vita mia! Lo giuro sulla mia bacchetta, sul mio sangue puro… sul mio piccolo amico che non mi faccia più avere un orgasmo!
«Che cazzo dici? Ma sei scema? Io sarei venuto a letto con te? Una racchia talmente forte da far schifo ai maiali? Posso avere tutte le ragazze più belle del mondo e mi farei una merda come te?» non riuscivo a fermare gli insulti che mi venivano fuori. Il mio cervello non riusciva a concepire che le mie mani, le mie labbra… oddio! Il mio uccello… che si fosse infilato in quel buco… e nella bocca…
Mi venne un conato di vomito e per poco non vuotai lo stomaco sulle lenzuola di seta.
«Esci immediatamente! Fai talmente schifo che avrò gli incubi per una settimana, come minimo!» .
 
Ero disperato, come avrei risolto quel problema? Non potevo farmi beccare con uno sgorbio del genere, ne andava della mia reputazione!
Sentii dei passi concitati fuori dalla porta «Scorpius… Scorpius, stai bene? Ti abbiamo sentito urlare…» Blake e probabilmente Lucinda, erano nel corridoio che bussavano preoccupati.
«Un incubo, non preoccuparti» urlai massaggiandomi la tempia e guardando il mio “incubo” che mi fissava arrabbiato. Come se ne avesse motivo!
Poteva solo ringraziare che non ero in me la sera prima, altrimenti col cavolo che ci sarei andato a letto! Non l’avrei toccata neanche con i guanti di drago che usava quel rompicoglioni di Hagrid per coltivare il suo orto.
 
«Così sarei una merda? Una racchia? E tu che non ti sei neanche preoccupato se fossi stata bene con te? Chi ti credi di essere? Sei così importante? Bello? No! Tu sei marcio dentro! E non ci sai fare a letto… e non mi dire che eri ubriaco! Sei tu che mi hai portata qui».
«Non urlare e non rompere il cazzo! Sei uno sgorbio e non voglio più vedere la tua faccia, quindi evapora immediatamente prima che ti faccia sparire io» ordinai guardandola torvo.
«Maghi più forti e potenti di te hanno provato a comandarmi e nessuno c’è mai riuscito» vidi che prendeva la sua bacchetta e per un istante ebbi paura. Voleva schiantarmi? Uccidermi? Quella era pazza oltre che brutta.
Fece ondeggiare la bacchetta, come se ci giocasse «Vediamo se davvero sei così affascinante come credi. Hai un anno di tempo per amare davvero e farti amare da una ragazza, altrimenti non potrai più fare quello che più ti piace» un sorriso diabolico le rischiarò il volto creandomi brividi nella schiena. Che stava facendo?
«Sai che sfida! Posso far questo e altro e con meno tempo a disposizione…» cercai di rimanere spavaldo e non far trasparire un filo di ansia.
«Non prenderla alla leggera… Sai, gli Auror mi cercano con molto impegno perché venga messa a tacere con le mie… profezie. A volte la gente… sparisce se non ha raggiunto lo scopo della sfida» il suo sorriso si allargò ulteriormente mentre un lampo blu mi colpiva al petto scatenando un gran bruciore.
Caddi tra i cuscini per il contraccolpo e chiusi gli occhi aspettando altro dolore. Sentii solo un debole ‘pop’ e mi rialzai di scatto aprendo nuovamente gli occhi. La nausea mi stava uccidendo. Avevo bisogno subito dell’anti sbornia!
Accanto a me non c’era più nessuno e alcun vestito femminile era sparso per il resto della stanza.
La presenza di quel cesso era stata completamente debellata, tranne nel piccolo segno rotondo che mi segnava il centro del petto, proprio sopra il cuore.
 
---ooOoo--
 
Angolino mio:
ero indecisa se continuare con il capitolo o fermarmi qui, poi ho pensato che la botta doveva arrivare nel prossimo oppure mi sarei giocata la storia in tre capitoli.
 
Ho letto HP almeno tre volte ma non mi sono mai soffermata sui nomi e sugli incantesimi quindi avrò sicuramente bisogno di un aiuto da parte vostra. Cerco di essere una purista e di utilizzare personaggi della Rowling per quanto possibile e anche qui chiedo aiuto e venia in caso di errore.
 
Per adesso vi lascio immaginare cosa succederà a Scorpius.
Vorrei che mi suggeriste l’abbigliamento più strano e allucinante che una ragazza possa indossare per andare a scuola (prima della divisa per intenderci).
 
Per chi volesse cimentarsi con un banner… Alex Pettyfer è lo Scorpius per eccellenza (con rispetto per Tom Felton ma lui lo trovo più bello) e la ragazza… una rossa, ovvio.
Però se riusciste a trovarmi un Alex travestito stile Drag queen sarebbe ancora meglio!
 
Per ora vi rimando al prossimo capitolo che arriverà tra una quindicina di giorni (ah, il lavoro…)
Grazie per l’attenzione
Alla prossima
Baciotti

 
 
  
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