Benvenuti a tutti voi… Questa
è
Allora, lo spunto è la
splendida canzone degli Studio 3. Ogni capitolo si sviluppa su un verso o due,
o su una strofa intera. Si tratta, inoltre, di una What-if: Li non ha ancora
trovato il coraggio di dichiarare a Sakura i suoi sentimenti, e in più
le nasconde che a breve dovrà tornare a Hong Kong…
All’inizio di questa storia, i due ragazzi partono insieme a Tomoyo per
passare un fine settimana al mare, festeggiando il compimento della missione di
Sakura. Provate a immaginare cosa succederà…
Dedico questa song-fic a tutte
quelle assidue lettrici che hanno espresso il desiderio di vedermi cimentare in
una storia a più capitoli. Spero di poter soddisfare le vostre
aspettative, ragazze…
Buona lettura!
Forse un angelo
Capitolo 1
- Il viaggio -
“Ti
vedo ridere, sei così semplice
Mi
sembra facile capire che sei unica…”
«Tomoyo, ti vuoi
dare una mossa?»
«Arrivo… Oh,
no!…»
«Che cosa
c’è?»
«Catastrofe!
Guardate, si è scucita la tracolla con la videocamera!»
«Dai, non è
niente di grave…»
«Vuoi scherzare? E
se perdo la videocamera? Qui bisogna correre ai ripari, prima di causare una
perdita del genere…»
«Tomoyo, scusami, ma
se perdiamo il treno giuro che…»
«Ehm…
Ragazze…»
«E adesso che c’è?»
«Il treno sta per
partire.»
Iniziammo a correre nella
stazione ferroviaria. Fui il primo a saltare a bordo. Mi voltai a tendere la
mano a Sakura; lei si aggrappò a me per entrare nel treno, e fu seguita
da Tomoyo, che si chiuse alle spalle il portello nello stesso istante in cui il
treno iniziava la sua corsa sui binari.
Mi affrettai a lasciare la
mano di Sakura, sentendomi arrossire. Non sembrò accorgersi del mio
imbarazzo; si incamminò tranquillamente nel corridoio trascinandosi
dietro la borsa da viaggio.
«Dai, cerchiamo dei
posti», disse, ancora ansante per la corsa. «Non preoccuparti,
Tomoyo, sistemeremo la tua tracolla.»
Feci per seguirla, ma
all’improvviso mi sentii tirare la maglietta. Mi voltai e incrociai lo
sguardo estremamente serio di Tomoyo.
«Li, quando hai
intenzione di dirglielo?»
Ricambiai il suo sguardo,
perplesso.
«Di che cosa stai
parlando?»
«Lo sai
benissimo.»
Feci finta di niente, ma
il mio cuore era già in tumulto. Mi sistemai lo zaino in spalla e
iniziai a camminare nel treno, evitando lo sguardo di Tomoyo, ma sentendomela
costantemente al fianco.
«Non so.» Mi
uscì solo un sussurro. «Vorrei parlarle subito… Ma è
così difficile…»
Lei mi si portò
accanto.
«Devi trovare il
coraggio. Ora che la storia delle Carte sembra finita, devi cogliere
l’attimo.»
Continuai a non guardarla.
Lei non poteva capire. Non era solo questione di dire a Sakura ciò che
provavo per lei… C’era anche qualcos’altro che avrei dovuto
cercare di dirle. E forse era ancora più difficile.
La testa di Sakura si
affacciò da uno scompartimento alla mia destra. Mi voltai e me la
ritrovai tanto vicina da farmi sobbalzare. Feci un passo indietro, rischiando
di inciampare in Tomoyo.
«Ragazzi, entrate
qui, questo scompartimento è vuoto…»
Come al solito non si
accorgeva di quello che mi faceva provare…
Possibile che fosse
davvero così cieca? O forse fingeva solamente di non vedere?
Pensare che mi sentivo un
perfetto idiota ogni volta che la guardavo… Di sicuro lo davo anche a
vedere…
Tomoyo mi passò
accanto lanciandomi un’occhiata sfuggente. Entrò nello
scompartimento seguendo Sakura, e io mi sforzai di ricompormi. Andai a prendere
posto in un sedile vuoto, appoggiando lo zaino su quello accanto.
Sakura venne a sedersi di
fronte a me e mi sorrise allegramente.
«Beh, eccoci qua. La
nostra prima vacanza insieme. Anche se è solo un fine settimana…
Ma sempre meglio che niente, non credi, Li?»
Mi limitai ad annuire.
Averla così vicina, ed essere condannati a non poterla avere, era una
sofferenza immane, che mi toglieva il fiato e le parole.
Tomoyo sedette accanto a
Sakura, ma quasi subito si rialzò, frugando nella tracolla ed
estraendone l’inseparabile videocamera.
«Beh, ragazzi, io vi
lascio. Scusatemi, ma ho intenzione di filmare ogni singolo istante di questi
due giorni, perciò vado subito a fare una bella panoramica del
treno.»
«Vuoi che veniamo
con te?», si offrì Sakura, ma Tomoyo la immobilizzò con un
gesto.
«No, no, voi state
qui. Così potrete prendere qualcosa da mangiare anche per me quando
passerà il carrello…»
Ancora una volta mi
guardò di sfuggita, poi si diresse alla porta dello scompartimento e ci
salutò con la mano prima di chiudersela dietro.
E solo quando fu uscita
capii che aveva fatto in modo di lasciarmi solo con Sakura.
Mentre me ne rendevo
conto, Sakura mi guardò e sorrise di nuovo, per poi rivolgere lo sguardo
al finestrino.
Accidenti.
E adesso?
Dovevo dirglielo.
Assolutamente. Non potevo sperare in un’altra occasione.
No, un momento, non era
vero: per due giorni saremmo stati insieme, noi due e Tomoyo, in un albergo in
una cittadina in riva al mare, per rilassarci dopo la conclusione della
missione di Catturacarte di Sakura che aveva coinvolto tutti noi… Le
occasioni non sarebbero mancate.
Sì, però
Tomoyo aveva ragione. Dovevo cogliere l’attimo.
Ma come potevo dirglielo?
Cosa diavolo dovevo dirle?
Perdonami, Sakura, ma ho perso la testa per
te…?
Scusami, ma mi sono completamente innamorato di
te…?
Ti amo…?
Questa poi era la
più difficile… Anche se era la più vera.
Ma… E poi?
Ti amo, ma devi sapere che tra poco dovrò
tornare in Cina dalla mia famiglia…?
Decisamente spiazzante.
Non potevo farle questo.
Era troppo difficile per me, e lo sarebbe stato anche per lei.
La guardavo in silenzio,
sentendo il rossore salire sul mio viso fino alla radice dei capelli.
Ma perché,
accidenti, era così bella?…
Lei si voltò di
colpo verso di me.
«Ehi, ma che
cos’hai?»
Mi scossi.
«Niente»,
bofonchiai confuso.
«Oh.» Sakura
abbassò lo sguardo sulle proprie ginocchia. Sembrava imbarazzata quanto
me. «Senti, Li… Devo dirti una cosa.»
Il cuore mi mancò
almeno tre battiti.
«Ah…
Dimmi…»
«Ecco…»
Alzò di nuovo gli occhi su di me, e quel verde me lo sentii dentro
l’anima. «Io… Non credo di averti ancora ringraziato per quel
giorno. Sai, quando… Quando mi hai aiutato a vincere la sfida con Clow
Reed. Quando ti sei rialzato e mi hai dato le tue ultime energie perché
tutto finisse bene… Senza di te non ce l’avrei mai fatta.»
Mi sentii mancare un altro
battito mentre cercavo di sorriderle.
Mi ricordavo bene di quel
giorno. Sì, mi ero rialzato, anche se ero sul punto di svenire, e mi ero
rialzato per lei, per salvarla, per aiutarla a salvarci tutti, perché la
mia forza stava in ciò che mi legava a lei, proprio come valeva per le
Carte, per Kero-chan e per Yue. E l’avevo tenuta stretta e avevo
condiviso con lei tutto ciò che mi restava, e alla fine la luce aveva
sconfitto il buio. E alla fine avevo cercato le parole adatte, perché
era il momento, perché dovevo dirglielo…
Ma come al solito non ce
l’avevo fatta.
Ecco, adesso, dovevo
farcela adesso.
«Non devi
ringraziarmi, Sakura…», esordii, senza sapere bene se e dove sarei andato a finire.
«Invece sì,
Li, devo ringraziarti. Perché… Perché tu ci sei sempre
stato. E ci sei ancora. E questo è molto importante per me… Questa
è la nostra amicizia. E ci sarà sempre.»
Oh, no…
E adesso, come avrei
potuto parlarle? Come avrei potuto rivelarle che l’amavo da sempre, e poi
dirle che, pur odiando quella prospettiva, presto avrei dovuto lasciarla?
Perché, purtroppo,
le cose stavano così. Non avevo più alcun compito in Giappone, e
le mie sorelle mi avevano già contattato per chiedermi di tornare a
casa. Avevo deciso di rivelarle i miei sentimenti perché non sopportavo
l’idea di andarmene senza parlarle… Ma ora? Ora cosa dovevo fare?
Ora non potevo fare
più nulla.
Distolsi lo sguardo. Mi
alzai e mi affacciai al finestrino, lasciando che il vento mi frustasse il viso
e sperando che si portasse via tutto il rossore che mi sentivo addosso. Dopo
pochi istanti, sentii un movimento accanto a me, e mi ritrovai Sakura al
fianco. Vicinissima. La guardai e la vidi sorridere, con lo sguardo che vagava
lontano, fuori dal treno. Quanto era bella… Mi costrinsi a toglierle gli
occhi di dosso; ma poi, lentamente, lei scese a posarmi la testa sulla spalla.
Mi sentii evaporare.
Restammo lì per un
bel pezzo, in piedi, l’uno accanto all’altra, con il vento sul viso
e tra i capelli.
Sarebbe stato davvero il
momento perfetto…
Ma cosa sarebbe successo
dopo?
Ero davvero in grado di
affrontare la sua reazione?
Ed ero davvero in grado di
farle capire quanto disperatamente l’amassi?
Così passò
il tempo e passò buona parte del viaggio, tra domande senza risposta e
parole che avevano paura di uscire allo scoperto. E così, quando Tomoyo
tornò nello scompartimento, io avevo sprecato l’occasione, come
mille altre volte.
Al sentirla entrare,
Sakura si sollevò dalla mia spalla e si voltò.
«Ehi, Tomoyo…
Alla fine ce l’hai fatta! Credevo non tornassi più…»
Tomoyo sorrise
allegramente mentre spostava lo sguardo da lei a me.
«Oh, ci ho solo
messo un po’ più del previsto. Ma comunque immagino che siate
stati bene anche senza di me.»
Avvampai, rendendomi conto
che doveva aver visto Sakura con la testa sulla mia spalla. Chissà che
cosa diavolo aveva capito… Sakura, dal canto suo, non fece una piega.
Rise serena, mi guardò e disse poche parole, luminose come un fiotto di
luce nella nebbia.
«Sì, sono
stata benissimo qui con Li.»
La guardai sedersi di
nuovo nel suo posto e mettersi a trafficare con la borsa. Quel suo sorriso mi
incantava ogni volta. Era come se tutto intorno sparisse nel nulla,
perché tutto diventava nulla in confronto a lei. Lei era speciale, era
unica; ed era ormai da una vita che lo sapevo, che sapevo di amarla. Continuai
a guardarla finché mi accorsi che, da dietro le sue spalle, Tomoyo stava
cercando di attirare la mia attenzione.
“Gliel’hai
detto?”, articolò solo con le labbra.
Scossi la testa.
Lei sembrò
decisamente contrariata. O sconfortata.
Sospirai tra me e me e
tornai a guardare fuori dal finestrino. Per Tomoyo era tutto troppo semplice.
Ma lei non sapeva, non poteva capire come mi sentivo. Non sapeva dei miei
dubbi, dei miei ripensamenti, delle mie aspettative e delle mie paure. Non
poteva sapere, perché nemmeno io avevo le idee chiare…
Sarebbe stato un lungo
weekend.
Come avrete constatato, questo
capitolo è solo una sorta di prologo, quindi non è che succeda
chissà che… Però, se decidete di continuare a leggere,
vedrete che la storia si farà man mano più dinamica.
Prometto di inviare il secondo
capitolo molto presto. Io ho già tutta la storia pronta, ma se la
pubblicassi subito tutta, dove sarebbe il bello della long-fic? Comunque non
voglio essere troppo cattiva, non vi lascerò troppa suspense…!
Un grazie in anticipo a chi
deciderà di recensire…
Alla prossima!