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Autore: AmeliaWitch    26/09/2013    2 recensioni
Sequel di “Credendoci davvero”
Quando un brutto scherzo del destino fa incrociare le vite di due persone così lontane e diverse, possono succedere cose inaspettate.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 36
La lettera volò via dalle mani di Hermione e in un attimo la voce del suo migliore amico risuonò nel salotto di Spinner’s End.
In pratica Harry aveva creato una strilettera che non strillava, ma perché? Credeva forse che lei avrebbe volutamente ignorato una sua missiva?
Quel pensiero la rattristò un po’.

Ciao Hermione,
spero che quando ascolterai queste mie parole tu stia bene. - Un sospiro interruppe il monologo- Ti scrivo, perché sarei venuto immediatamente da te se avessi ben capito dove vi siete cacciati tu e Piton.
Ti starai chiedendo perché ho creato una lettera vocale … l’ho fatto perché entrambi le prestiate attenzione e capiate che io sono dalla vostra parte.

Hermione lanciò uno sguardo a Severus, il quale sembrava voler incenerire la pergamena parlante con gli occhi.

Iniziamo dal principio. Dico, avreste potuto aspettare che tornassi a casa prima di far esplodere una bomba del genere, o almeno avreste potuto avvertimi in modo che mi tenessi alla larga il tempo necessario perché digerissero la cosa?
Sono invece rientrato ignaro dello scompiglio che avrei trovato. Papà sbraitava a Sirius attraverso il camino, mamma aveva la mani fra i capelli e non diceva una parola. -un altro sospiro – La situazione è addirittura peggiorata quando si sono accorti della mia presenza … mi hanno fatto il terzo grado e temo che si siano arrabbiati con me, perché vi ho coperto.

Lo stomaco di Hermione si contrasse in modo doloroso. Non aveva minimamente pensato in che guaio avrebbe lasciato il suo migliore amico …
“Avrebbe potuto mentire” sbottò Severus “Avrebbe potuto dire che lui non ne sapeva niente ed evitare ogni problema.”
Le successive parole di Harry strapparono un sorriso ad Hermione.

Sicuramente Piton dirà che avrei potuto mentire e sollevarmi da ogni responsabilità, ma non avrei mai potuto non difenderti, Hermione.
Gli ho detto infatti che appoggiavo in pieno la tua scelta, perché non ti avevo mai vista più felice di così. Ovviamente questo ha provocato altri strepiti di papà e altre lacrime di mamma … e una predica furente di Sirius il giorno dopo.
Non voglio giudicarli. Loro non possono capire. Non riescono a percepire la tua felicità, perché non ti conoscono come ti conosco io.
Sono sicuro perciò che con l’impegno di entrambe le parti e con un po’ di tempo potremo trovare una soluzione.

Quelle parole così concilianti di Harry rilassarono Hermione. Forse un giorno avrebbe potuto ancora avere accanto a sé sia l’uomo che amava sia la sua seconda famiglia.

Spero di non aver sbagliato a mandare questa lettera a Spinner’s End. Però, ti prego, appena, e se, ascolterai questa lettera avvertimi …
Ti abbraccio

Ps: per il lavoro al San Mungo non ti preoccupare. Papà ha parlato con il signor Plump e gli ha spiegato la situazione. Purtroppo, sconvolto come era, ci ha anche litigato ma stranamente il tuo posto è salvo!

Dopo gli ultimi saluti, la lettera si chiuse e planò delicatamente a terra. Hermione emise un lungo e profondo sospiro, poi si avvicinò a Severus e gli si accomodò in grembo. L’uomo non disse una parola.
Evidentemente non voleva condizionarla con un suo giudizio. Il suo silenzio sembrava dire “fa quel che vuoi, io voglio solo la tua felicità.”
“Risponderò ad Harry e gli racconterò cosa è accaduto a Zagabria.”
“Mh.”
“Poi un giorno andrò da loro.” Annunciò, e giurò di aver sentito la pressione delle mani di Severus sui suoi fianchi farsi più forte.
“Se vuoi andare ora, non ti tratterrò.” Disse laconico. Questa volta fu Hermione a stringersi a lui.
“Non è il momento giusto. Ho bisogno di un po’ di tempo per riordinare le idee …” si interruppe non sapendo bene che dire.
Il momento di parlare delle cose serie era arrivato molto prima del previsto. Lei avrebbe voluto restare con Severus, ma tutto quello che sarebbe potuto succedere da quel momento in poi la spaventava un po’. Dove sarebbe andata a vivere? Certamente i Potter l’avrebbero riaccolta a braccia aperte, le sarebbe bastato bussare alla loro porta. Ciò però avrebbe sicuramente compromesso la serenità di tutti.
In cuor suo aveva ingenuamente sperato che arrivati al dunque Severus avrebbe preso le redini della situazione e risolto ogni loro problema. Ovviamente il principe azzurro salvava la principessa solo nelle favole. Nella realtà infatti il principe mezzosangue si limitava a starsene fastidiosamente in silenzio, immerso nei suoi cupi pensieri.
“Dobbiamo mangiare qualcosa.” Annunciò all’improvviso, facendola sobbalzare.
“Dobbiamo anche parlare …” borbottò piano la ragazza.
“Per quello c’è tempo.” tagliò corto l’uomo, poi porgendole il cappotto la costrinse a seguirlo fuori.
Spinner’s End era ancora più lugubre quella sera. Hermione si strinse nel suo cappotto leggero, mentre Severus era di nuovo precipitato in un terribile mutismo.
La giovane cominciava a preoccuparsi. Cosa era cambiato da qualche ora prima? Quell’atteggiamento era dovuto alla lettera di Harry?
“Severus.” lo chiamò, tentando di attirare l’attenzione dell’uomo. Quello all’inizio sembrò volerla ignorare, ma dopo qualche passo si fermò e la guardò dritta negli occhi. Solo in quel momento, la ragazza si rese conto che nell’umida notte di quello squallido quartiere il suo animo non era l’unico ad essere disorientato. Nel nero degli occhi di Severus guizzavano così tante emozioni che Hermione si domandò se fosse umanamente possibile sopportarle tutte insieme. Improvvisamente, l’idea di cercare un posto dove svolgere un’attività finalmente normale, come mangiare, le sembrò una cosa saggia. Dopo aver intrecciato le dita della mano con quelle ben più lunghe del ex professore, riprese a camminare lasciando comunque che fosse lui a condurla.
In un angolo appartato si smaterializzarono. Quando Hermione riconobbe la piccola locanda, dove si erano finalmente dichiarati tanto tempo prima, sentì le farfalle esplodergli nello stomaco.
“Perdona la poca fantasia.” borbottò Severus.
“Non potevi scegliere posto migliore.” Gli sorrise invece Hermione. Quel piccolo ristorante era una nicchia di ricordi felici ed era esattamente quello di cui aveva bisogno.

 “Se avessi saputo che questa taverna ti piaceva così tanto ti ci avrei portato più spesso.” Constatò Severus, avendo notato il delicato sorriso che si era formato sul volto di Hermione all’entrata della locanda.
“Mi piace per i momenti che mi riporta alla mente …” replicò la riccia, poi arrossendo lievemente aggiunse “Anche tu ti ricordi, vero?”
Gli occhi di Severus lampeggiarono.
“Certo.” un ghigno si disegnò sulle sue labbra “Come dimenticare tutto il freddo che sopportai per arrivare in questo locale sperduto*?”
Hermione non replicò. Lo si vedeva dagli occhi che non era serio e che aveva solo voglia di stuzzicarla un po’.
“Tornavamo da quel negozio di ingredienti per pozioni …” continuò la giovane, ripensando a quella giornata. “Dove io avevo cacciato il naso in quei fiori rossi* … quelli che assumono il profumo di ciò che si desidera di più.” rise e Severus fece una smorfia di disappunto.
Quel giorno il profumo di sua madre le era entrato dentro al cuore come una lama, se non ci fosse stata Severus a portarla via sarebbe impazzita.
“Ora che ho ritrovato i miei genitori,  i fiori avranno un profumo diverso?”
Severus arricciò le labbra. “Quei fiori hanno un profumo diverso ogni volta che cambia ciò che desideri e non necessariamente deve essere qualcosa che hai conosciuto in passato.”
“Cioè?”
“I fiori assecondano la tua brama, indistintamente che questa si manifesti sotto forma di nostalgia o fantasia. Tu provavi nostalgia, ma qualcuno potrebbe, per esempio, avere il sogno di abbandonare la città ed andare a vivere in un posto sperduto sulle montagne, un altro potrebbe desiderare un figlio … i fiori risponderanno alle voglie di ciascuno con un odore diverso.”
Hermione era affascinata. “Fammi capire, chi desidera un figlio potrebbe sentire profumo di latte?”
“Esattamente.”
“Ma è meraviglioso!” esclamò la riccia e l’espressione di disappunto di Severus si fece ancora più evidente.
“E’ meraviglioso se quel sogno è realizzabile. Rifletti, una coppia che vuole creare una famiglia e non può avere figli … quell’odore la condurrebbe alla follia.”
“Non ci avevo pensato.” Borbottò Hermione, perso ogni entusiasmo. Il pozionista le accarezzò il dorso della mano.
“Probabilmente se annusassi ora quei fiori, la mia mente immaginerebbe una casa nuova piena di scatoloni da aprire, di mobili da sistemare, di libri da riordinare …”
A quelle parole, percepì Severus irrigidirsi.
Allora era quello il problema. Non gradiva l’idea che potessero vivere insieme.
Il pensiero la ferì. Imporgli la sua presenza era l’ultima delle sua intenzioni. Aveva però ingenuamente creduto che l’avrebbe voluto anche lui. Ovviamente si sbagliava.
La dolce atmosfera si raffreddò di colpo.
“Spinner’s End non è un’opzione valutabile, Hermione.”
Appunto.
La riccia annuì. “L’avevo intuito. Cercherò una stanza vicino al San Mungo.” Rispose atona. Il viso pallido di Severus si fece triste.
Beh? Quella dispiaciuta e triste doveva essere lei …
“Se vorrai il mio aiuto …” iniziò l’uomo, in evidente difficoltà.
Hermione gli mandò uno sguardo rabbioso.
“Non credo che sarà necessario.” Ringhiò “Ho bisogno di un po’ d’aria.” Annunciò e afferrato il cappotto si precipitò fuori.
Almeno avrebbe potuto lasciar sbollire la frustrazione e frenare le lacrime imminenti.
Aveva sempre creduto che lo volesse anche lui. Eppure si sbagliava di grosso …
Hermione sospirò e si avvolse più stretta nel cappotto.
Era uscita e lui non si era degnato di seguirla. Che bastardo.
Pochi minuti dopo l’oggetto di varie offese mentali, la raggiunse.
“Io non ti capisco.” Esordì Severus.
“Sinceramente nemmeno io ti capisco.” Sbottò la riccia.
In risposta l’uomo inarcò le sopracciglia.
Hermione si passò le mani su viso esasperata. “Tu mi farai diventare pazza.” Si lamentò.
“Io penso che tu già lo sia, ma non comprendo come possa esserne il responsabile.”
L’avrebbe preso a pugni, ora ne era certa. Era quasi impossibile capire cosa gli frullasse per la testa … un momento era l’uomo più innamorato della terra, quello dopo era schivo e distante.
“Severus, tu vuoi stare con me?” Una domanda chiara e concisa a cui si poteva rispondere o si o no.
“Mi pareva che ci fossimo chiariti su questo punto.”
Hermione ispirò profondamente. “Severus, dannazione, si o no!”
Il pozionista sospirò“Si, Hermione, voglio stare con te.” Rispose calcando le parole, poi più delicatamente aggiunse “Si può sapere che ti prende?”
La giovane scosse la testa. “Non …”
“Cosa ti fa dubitare che io voglia stare con te?” la interruppe l’uomo, molto serio.
“Le tue parole. I tuoi gesti.”
Severus corrugò le sopracciglia. “Ho fatto di tutto per te …” con un gesto della mano bloccò la replica rabbiosa di Hermione per continuare “… e lo rifarei. Comunque non sono io quello che se ne vuole andarsene per i fatti suoi.”
“Prego?”
“Hai capito benissimo.” Sibilò Severus.
“Io me ne vado per i fatti miei perché tu hai chiarito che non mi vuoi con te.” Sbottò Hermione.
“Io ho solo detto che la casa di Spinner’s End non è un’opzione.” Replicò l’uomo, che ad un tratto parve capire. “Non avrai pensato che ti stessi lasciando in mezzo ad una strada?”
Hermione si strinse nelle spalle. Severus si massaggiò il collo. “Volevo solo dire che quella casa malandata può andare bene per me ma certamente non per te. Tu meriti di meglio.”
“Ah.”
Ah.” La imitò l’uomo “Magari avresti potuto chiedere spiegazioni, invece di usare inutilmente quella testolina sempre così propensa ai drammi.”
“Quindi hai valutato anche la possibilità che noi …”
“Hermione, mi è sembrato il minimo non farti pressioni. Sei giovane e una convivenza è un passo forse troppo grande per la tua età.” Spiegò Severus, cupo.
“Ma io voglio te!” ribattè sicura la riccia.
“E io te.” Le labbra di Severus si aprirono in un piccolo sorriso. “Siamo d’accordo su questo punto. Dai, vieni qui.”
Hermione non se lo fece ripetere due volte e in un attimo fu tra le braccia di quel uomo burbero che non poteva far a meno di amare.

N.d.a
*L'episodio a cui si fa riferimento ( sia per quanto riguarda il ristorante, sia i fiori) è narrato nel capitolo 21. Scusate la precisazione ma è passato molto tempo tra quel capitolo e questo, perciò ho pensato fosse meglio dare qualche direttiva.

Per il resto non ho molto da dire. E' un capitolo di passaggio che mi serve soprattutto per preparare la fine della storia, decisamente prossima!
Grazie a tutti quelli che recensiscono ( sono pane per la mia ispirazione), a quelli che hanno messo tra le seguite/ricordate/ preferite la storia e anche a chi legge  e basta. Spero di non avervi deluso!
A presto!
   
 
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