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Autore: Utrem    28/09/2013    4 recensioni
"Il Signore Oscuro ti cerca... ti vuole... lui ha bisogno di te... è disposto a rapirti e a catturarti con qualunque mezzo... il mio ruolo è quello di... "
Piton esitò a terminare la frase. Non solo: tutto il suo corpo sembrò essersi bloccato, in attesa della frase chiave in grado di sbloccarlo e sbrogliare il bandolo della matassa riguardo a parecchie questioni.
Harry si pentì della sua precedente distrazione e deglutì sonoramente, detenendo probabilmente il record di miglior sudorazione nel minor tempo.
" Impedirlo " concluse dunque dopo aver ripreso fiato.
Harry rimase di stucco.
"C'è... un motivo " riprese Piton dopo un po' " Un motivo che va al di là della mia fedeltà al nostro beneamato Preside e della pietà che posso provare nei confronti di un famosissimo ragazzo che è in costante pericolo di morte ".
Harry ci capiva sempre meno. Sapeva che Piton voleva dirgli qualcosa e che non era un qualcosa che gli sarebbe piaciuto dire, ma non riusciva proprio a capire di cosa si potesse trattare.
"Io sono..." breve pausa e sospiro " ...tuo padre ".
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Ho scritto questa storia ben due anni or sono (omg!). Spero vi piaccia :)
Genere: Avventura, Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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IL PADRE DI HARRY

 

                       Ottavo capitolo - Fine

 





 

Piton mosse le labbra, intenzionato a dire altro, ma Voldemort aveva di nuovo ben puntati gli occhi su di lui e di conseguenza non fu in grado di comunicargli il perché della sua richiesta.
"Come vuoi, Severus" annuì, inchinandosi "Attento a non fare mosse false o me ne accorgerò... ricordati che a te toccherà lo stesso destino! Ad ogni modo, prego"
Piton, con gli occhi pieni di lacrime, la tunica bagnata ed i ciuffi della scomposta capigliatura che gli scivolavano sugli occhi, offuscandogli ancor più la vista, sembrava non essere nemmeno in grado di guardare Harry negli occhi. Dopotutto, nemmeno Harry era in grado di guardarlo negli occhi. Sembrava che solo adesso fosse in grado di percepirlo come un padre, per accanirsi contro il crimine terribile di cui stava per macchiarsi.
Gli aveva chiesto di fidarsi di lui, ma come poteva, dopo una simile dichiarazione? Nei giorni precedenti non aveva fatto altro che ribadire che il suo obiettivo principale era proteggerlo in tutti i modi possibili dalle grinfie del suo assetato nemico, e adesso?
Quanto era stato ingenuo. 
Adesso, anche gli occhi di Harry erano pieni di lacrime: guardavano oltre le lenti e vedevano Piton, alzare con infinita debolezza la bacchetta per puntarla contro di lui. Voldemort e Bellatrix ridevano, ridevano, sadici, perversi fino al midollo. Solo in quel momento si rese conto che i Mangiamorte avevano invaso Hogwarts. Si udivano tonfi sordi di esplosioni, oggetti caduti ed incendi. Per un attimo gli sembrò di sentire la voce di Ron e Hermione implorare aiuto...
Sospirò. Non poteva aiutarli.
La bocca di Piton era infestata da un misterioso formicolio che gli impediva di pronunciare correttamente l'incantesimo. Più si mostrava in difficoltà, più Bellatrix e Voldemort ridevano.
Harry si fece coraggio.
'In fondo non dev'essere poi tanto male, la morte' pensò 'Molti maghi sono morti e sono ritornati come fantasmi. Io potrei fare lo stesso. Potrei tornare ad Hogwarts e divertire Ron e Hermione passando attraverso i muri e facendomi trapassare con degli oggetti. Sarebbe forte. Ci divertiremmo un sacco! Chissà quanti scherzi e dispetti potrei fare insieme a Fred e George, a Gazza, a Mrs Purr e...'
Improvvisamente si accorse che la Maledizione Senza Perdono stava per uscire dalla bocca di Piton e si buttò dall’altra parte per schivare l’anatema.
"NO HARRY! RESTA LÌ DOVE SEI!" lo intimò Piton, con la voce rotta dai singhiozzi.
Harry lo guardò in viso.
Finalmente capì.
Gli occhi scuri tempestati di riflessi luminosi, le guance incavate che deformavano la mascella, le labbra rese più sottili dall’espressione e i denti digrignati dal terrore, riuscirono finalmente ad esprimere quanto si era prodigato a lungo, inutilmente, a spiegare con le parole.
Inconsapevolmente, era riuscito a confermare in modo inconfondibile che era sua padre.
A quel punto, nemmeno la persona più diffidente sarebbe riuscita a dubitarne.
Così, a Harry non restava che una cosa da fare…
… Fidarsi. 
"Avada Kedavra!"
Ogni cosa sparì dalla sua vista.
Tutto divenne bianco; una risata gracchiante in lontananza, una luce, in alto; sentiva rimbombare in lontananza l'incantesimo...
Avada Kedavra, Avada Kedavra, Avada Kedavra...
Straordinariamente l’eco, invece di perdere intensità a ogni ripetizione, aumentava, fino a divenire così assordante e perentorio che Harry, seppur non rendendosene conto, pronunciò lui stesso l'incantesimo.
"Avada Kedavra" mormorò con forza.
Generò un nuovo eco... una seconda luce apparve in alto, più chiara e nitida dell'altra... subito dopo un urlo di dolore irruppe nella luce, portando con sé il buio.
 
      #
"Harry! Svegliati, Harry... ragazzo, svegliati!"
Harry sbatté le palpebre cercando di mettere a fuoco la situazione. Si trovava su una brandina dell'infermeria. Davanti a lui torreggiava Piton, che gli sorrideva raggiante. Dietro a lui riuscì ad intravedere Madama Chips che smanettava con uno strano intruglio.
Non riusciva a ricordare nulla...
"Che è successo? Un momento...Voldemort! Io sono morto e tu... tu mi hai ucciso con l'Avada Kedavra! " esclamò indicando Piton, il cui sorriso sfumò lievemente.
"Non ti ho ucciso" rispose serio Piton " Ho semplicemente soppresso l'ottavo Horcrux che dimorava in te, distruggendo ogni legame che vi era fra te e Voldemort".
"Cosa sono gli Horcrux?!" domandò Harry, che non riusciva a capire come potesse essere sopravvissuto.
"Non è importante adesso" mormorò Piton, tornando a sorridere "L'importante è l'aver sconfitto Voldemort, PER SEMPRE"
Harry non poteva crederci.
"Lei, cioè, tu hai sconfitto Voldemort?!"
"Ti sbagli, ragazzo mio, TU hai sconfitto Voldemort"
"Ma come potevo...voglio dire, ero lì a terra, inerte... come ho potuto..."
"Eri parzialmente cosciente... ho semplicemente usato la Maledizione Imperius su di te per pronunciare l'anatema mortale e distruggere il Signore Oscuro. Ti ho danneggiato, ma era necessario"
"Quindi ora...Voldemort è morto?!"
Piton annuì sorridendo.
"MORTO?!"
Piton annuì una seconda volta.
"Non tornerà MAI PIÙ?!"
"Mai più"
Harry fremeva d'incredulità e di gioia.
"E Bellatrix?!"
"Morta per mano di qualcuno da cui non mi sarei aspettato nemmeno un Expelliarmus"
Un ragazzo alto e con la faccia tonda comparve da dietro.
"NEVILLE!" urlò Harry incredibilmente felice. "Come hai fatto?"
"Sono riuscito a immobilizzarla e poi con l'aiuto del professore l'ho ghiacciata! È stato, insomma... non so come dirlo!"
"E i Mangiamorte?"
"Ci hanno pensato gli altri! Sono stati tutti bravissimi! Pensa che Luna è riuscita a disarmare Macnair" Neville arrossì un po' nel dirlo.
"È incredibile!" esclamò Harry in preda all'euforia, che non aveva la minima idea di chi fosse Macnair ma non in quel momento non pensava assolutamente a chiederselo, mentre Piton sembrava più radioso che mai.
Dopo un po' fecero capolino altre facce familiari...
"Ron! Hermione! Ginny! Professoressa McGranitt!"
"Ciao Harry!" lo salutò Ginny euforica.
"Tutto a posto?" si preoccupò Hermione avvicinandosi al letto
"Dovevi vedermi mentre Schiantavo Lucius Malfoy!" gridò Ron, volendosi evidentemente farsi sentire in tutta l'infermeria.
"Bellatrix aveva preso le mie sembianze e rinchiusa in un'armatura magica... senza questi ragazzi non ce l'avrei mai fatta" spiegò la McGranitt con orgoglio rivolgendosi a Ginny e Ron, il cui colore del viso era diventato di un rosso tanto vistoso da formare un tutto unico con i capelli.
"Complimenti ragazzo, complimenti davvero" aggiunse, stringendo la mano ad Harry "Ora scusatemi, ma ho un sacco di faccende in sospeso... devo ASSOLUTAMENTE preparare i festeggiamenti".
Con questo, la professoressa McGranitt si dileguò canticchiando.
"Harry, tu... ce l'hai fatta! Hai sconfitto Voldemort!" esclamò Hermione entusiasta, stringendolo forte a sè.
"Veramente..." Mentre stava per replicare vide Piton che portò un dito alle labbra sorridendogli. Ammiccò e non finì la frase, godendosi i complimenti e le ovazioni in sospeso.
"Solo tu ne eri in grado!" aggiunse Ginny.
"Ehi! LUI è il mio migliore amico!" urlò Ron, alzando improvvisamente il braccio di Harry, che lo lasciò fare ridendo.
"Grazie, grazie mille! È stata dura, in realtà, ma l'importante è che ce l'abbia fatta!"
"Già! Ce l'hai fatta!" Hermione sprizzava gioia da tutti i pori.
"Se permettete..." la voce profonda e cantilenante di Piton ruppe quell'idillio "...vorrei rimanere un po' solo con il ragazzo"
"Ma certo professore, faccia pure" acconsentì Ron, senza mostrarsi minimamente diffidente.
"Va bene! Ci vediamo Harry!" esclamò Hermione, trascinandosi Ginny dietro.
"Ciao, Harry! Mia nonna ha detto che verrà a trovarti!" lo salutò Neville seguendo gli altri.
"Grazie, mi fa piacere! Grazie mille!"
Dopo che Ron, Ginny, Hermione e Neville non furono più né nel campo visivo di Piton né in quello di Harry, il professore gli si avvicinò stringendolo nuovamente a sé, stavolta senza piangere. Harry fu ben felice di ricambiare.
 
#
 
L'anno era finito.
Il treno arrivò puntualissimo come al solito, pronto ad ospitare gli studenti della Scuola di Magia e di Stregoneria di Hogwarts, ormai tutti ammalati dell'arcifamosa "febbre delle vacanze", una malattia curabile soltanto con mesi di ininterrotto riposo.
Harry, Hermione, Ginny, Ron e Neville (che avevano, grazie al cielo – cit.Hermione – , fatto pace e smesso di litigare una volta per tutte) erano tutti nello stesso scompartimento e si stavano trastullando con un tragicomico avvenimento di pochi giorni prima.
Sembrava fossero passati solo pochi minuti quando dovettero scendere. Si salutarono a malincuore.
Ginny e Ron si dileguarono insieme ai genitori Molly e Arthur, un'orgogliosa Augusta Paciock per poco non strangolò l'esausto nipote ed Hermione riuscì ad andarsene insieme ai suoi genitori solo quando Arthur Weasley si fu appuntato tutto sulle caratteristiche del 'feletono'.
Harry dovette aspettare a lungo, ma finalmente vide apparire suo padre.
Non indossava più una tunica nera, ma un normale abito da mago, i suoi capelli erano puliti ed ordinati e le scarpe lucidate, ma soprattutto era riuscito a rivendicare i suoi diritti su suo figlio Harry e vendicare ufficialmente Lily Potter.
Non era più costretto a fingere di odiarlo.
Il suo eterno nemico era stato sconfitto.
Silente era morto, ma avrebbe continuato a vivere per sempre nei loro cuori come colui che li aveva aiutati a ritrovarsi e a godere l'uno della compagnia dell'altro.
Ci sarebbero voluti anni perché Sirius si riappacificasse definitivamente con Piton; prima o poi avrebbero capito entrambi che era inutile litigare riguardo vicende passate e dovute a un'eguale quantità di errori e malintesi quando chiedevano la stessa cosa dalla vita: la felicità di Harry, e sì, Harry insieme a loro era proprio felice.


FINE
 
 
 



 

 




-

Ehilà!
Chiedo perdono per il ritardo con cui è giunto il capitolo, ma sono stata molto indaffarata.
E dunque, siamo giunti alla fine. Comunicatemi le vostre impressioni: vi aspettate un finale diverso? Vi ha sorpreso in modo positivo o negativo, oppure lo avete trovato prevedibile? Oppure fate considerazioni generali sulla storia, rimettendo insieme tutti i pezzi e analizzandoli per farmi sapere se alcuni non s'incastrano bene.
Grazie mille per essere giunti sino a qui :) Ho scritto altre storie, che potete leggere nel mio profilo d'autore. Grazie ancora!
AVVERTIMENTO 05/08/2015: ho scritto una nuova fanfiction Potteriana :) date un'occhiata se vi va, questo è il link: L'amore di Voldemort .
   
 
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