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Autore: Deb    30/09/2013    5 recensioni
{Post 5x13! | (B)romance Merthur}
"Svegliati, per favore", pensò Merlin stringendo le ginocchia tra le braccia. "Svegliati, e chiamami idiota, dai, Arthur".
«Emrys».
«Fallo risvegliare», disse soltanto, tornando ad osservare Arthur.
«Guardarlo così intensamente non lo farà tornare da te».[...]
«Desidero soltanto una cosa, chiunque tu sia, voglio che Arthur si salvi perché non può essere il suo destino quello di morire così, oggi. Mi rifiuto di crederci, mi rifiuto»[...]
«Lo puoi salvare?», domandò poi, stufo.
Era arrivato fin là, dopo il fascio di luce, proprio per cercare di riportarlo indietro e, fosse stata l’ultima cosa che avesse fatto, Arthur sarebbe ritornato.
«Una vita per una vita, lo sai bene, Emrys».

--- {Dal secondo capitolo}
Dopo essere riuscito ad idratarlo, Merlin non riuscì più a trattenersi e, di slancio, l'abbracciò.
«Staccati, idiota».
Avrebbe voluto baciarlo tanta era la felicità di rivederlo, di ricevere nuovamente i suoi insulti.
«Arthur».
«Sono qui, Merlin», ricambiò l’abbraccio, infine. Erano stretti l'uno nell'altro, vivi.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gaius, Gwen, Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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Così sia
Capitolo XVII


Arthur deglutì e, con una mano, ordinò a tutti i suoi uomini di non muoversi, di non attaccare.
«Perché odi così tanto la magia, Lanhus?» Chiese. Gli dispiaceva che avesse deciso di compiere un'azione così malvagia soltanto per un motivo così futile.
Forse aveva avuto una brutta esperienza con la magia, ma ciò non significava che poteva rapire la regina.
«La magia ha ucciso mia madre, mio signore», ammise con le lacrime agli occhi, «io ci ho provato, davvero. Ho provato a starvi vicino, vi stimo, ma voi avete riportato la magia in questo regno e facendolo lo porterete alla rovina».
«Lahnus, sei tu che vuoi portare il regno alla rovina, non capisci? Sei tu che vuoi dare inizio ad una guerra inutile».
«Inutile? Non permettetevi di dire che sia inutile! Tutte le creature magiche devono essere uccise. Voi, invece, avete permesso ad un pericoloso drago di stare nella radura. Voi siete diventato il male!»
Arthur osservava Lanhus con pietà. Trovava le sue parole povere di fondamento. Era vero, forse qualcuno con dei poteri magici aveva ucciso sua madre, ma non significava che tutti i maghi fossero malvagi. Merlin ne era la prova concreta. Non avrebbe ucciso nemmeno una mosca, eppure aveva poteri magici.
«Lascia andare la regina, per favore».
«Ho provato a parlarvi, nei giorni scorsi, ma non mi avete voluto ascoltare, Sire», fece una pausa per asciugarsi le lacrime, «non posso lasciare andare la regina, finché non farete una legge con la quale abolirete la magia dal regno».
Arthur sospirò, «per farlo devo convocare il consiglio, devo essere a Camelot, ed anche facendolo non si arriverebbe ad alcuna soluzione. Tu, suddito di Albion, vorresti abolire la magia e giustiziare chiunque abbia poteri magici, altri sudditi vorrebbero che la magia continuasse ad essere parte integrante del regno. Non comprendi, come non lo comprendevo io in passato, Lanhus», si fermò cercando di scrutare l'espressione del suo ex servo, «la magia può essere usata per fare del bene, davvero. Può curare mali incurabili dalla medicina, può far divertire, come può essere utilizzata con scopi malvagi, ma anche tu puoi essere cattivo, come colui che ha ucciso tua madre. Potresti uccidere mia moglie, la donna che amo, senza utilizzare la magia. Saresti forse nel giusto? Saresti migliore dell'assassino di tua madre?».
Lanhus deglutì e cominciò a tremare, poco dopo si accasciò a terra, sconfitto dalle parole di Arthur, «mi dispiace», sussurrò singhiozzando.
Arthur gli si avvicinò e lo strinse in un abbraccio, «sii coraggioso, Lanhus. Chiunque commetta un crimine, pagherà con la vita, che sia magico o meno. Questa è la giustizia».
«Mi dispiace, Sire», aveva cominciato a ripetere sempre quelle parole. Arthur gli diede due pacche sulla spalla, poi corse dalla moglie che nel frattempo era stata liberata dai suoi cavalieri.
«Stai bene?», le chiese prima di unire le loro labbra, «ho avuto paura di perderti». «Sto bene, Arthur. Grazie», rispose sorridente, «Lanhus non è cattivo, voleva soltanto farsi ascoltare».
«Dovrà pagare, però. Non possiamo lasciarlo impunito», affermò prima di interrompersi, «ci penseremo poi, ora torniamo a casa».

Arthur entrò nelle stanze di Merlin, lo guardò intento a leggere un libro, probabilmente di magia.
«Non sei stato molto presente durante il salvataggio, credevo che prima o poi avresti preso parola», ammise sedendosi davanti a lui.
Merlin sorrise, «non c'era bisogno del mio intervento, siete un gran parlatore, Arthur, ed ero certo che avreste fatto comprendere a Lanhus il suo errore. Io, parlando, avrei soltanto fatto accrescere la sua rabbia», gli rispose calmo e composto.
Lui non poteva non notare quanto, in quei mesi, fosse maturato. Sembrava più un anziano consigliere che un suo coetaneo. Nelle sue parole, Arthur vedeva sempre – o quasi – saggezza, ma quello non glielo avrebbe mai detto, sarebbe stato troppo imbarazzante.
«Come sta Gwen?» Domandò poi Melin chiudendo il libro e donandogli tutta la sua attenzione.
«Sta bene, ora ha deciso di fare un bagno caldo. Non nascondo di sentirmi un po' in pena per lei, non è sotto i miei occhi. E se qualcuno la rapisse nuovamente? So che è una preoccupazione infondata, davanti alla porta della sua stanza vi sono due guardie, è impossibile, ma se penso che Lanhus è riuscito a sequestrarla...».
«Lanhus? Cosa ne sarà di lui?», lo interruppe Merlin. Forse non aveva voglia di ascoltare i vaneggiamenti del suo re.
Arthur sospirò, «non lo so, davvero. La punizione la deciderà Guinevere e spero non sia troppo severa, è solo un ragazzo, ma non può non pagare per quello che ha commesso».
«Guinevere è di buon cuore, mio signore, sono sicuro che sarà magnanima», cercò di confortarlo con le sue solite buone parole. Non mancavano per nessuno, se avessero cominciato a parlare di Morgana, ne avrebbe trovate anche per lei.

Il giorno successivo era previsto il processo di Lanhus e dei suoi uomini. Colui che, nel bosco, aveva tenuto stretto a sé Guinevere era il padre di Lanhus, anch'esso si sentiva tradito dal proprio re per aver concesso alla magia di tornare ad essere legale.
Come aveva già deciso, fu la regina a decidere la punizione per i prigionieri.
Decise di esiliarli dalle terre di Camelot, non avrebbero dovuto più mettere piede nella loro città.
Una volta conclusa la sentenza, i prigionieri avrebbero dovuto fare le valigie e partire verso nuove terre. Arthur decise che li avrebbe accompagnati al confine, insieme a Leon e Itys, così da poter scambiare due parole con il proprio ex valletto.
Gli dispiaceva per come erano andate le cose. Lanhus non era un servo efficiente, anzi non ne aveva mai visto uno peggio di lui, però non ce l’aveva con lui. In quel poco tempo che era stato al suo servizio, si era affezionato a quel ragazzo così impaurito.
In poco tempo, era cambiato. Nel bosco aveva visto in Lanhus una persona completamente differente da quella che aveva avuto modo di conoscere. Era deciso a portare su Albion una guerra e sicuramente, se non avesse commesso lo sbaglio di rapire la regina, ci sarebbe pure riuscito.
Avrebbe viaggiato e incontrato altre persone che la pensavano come lui, alleandosi insieme affinché potessero avere un numero sempre maggiore di persone per poter porre in essere la battaglia tra loro e coloro che avevano poteri magici.
Quasi sicuramente, se il suo piano fosse proseguito, ci sarebbe stata una strage. Coloro dai poteri magici avrebbero vinto – ancora si ricordava come Merlin fosse riuscito a fronteggiare da solo un esercito di sassoni –, ma avrebbero alimentato l’odio verso di loro da coloro che avevano perso i propri uomini in battaglia e si sarebbe dato luogo ad un circolo vizioso.
La guerra non sarebbe mai arrivata ad una conclusione vera e propria. Si sarebbero dovuti guardare sempre alle spalle.
Erano a cavallo, Arthur si affiancò al mulo di Lanhus e lo osservò, avrebbe voluto dire qualcosa, ma non riusciva a trovare le parole.
«Mio signore, non dovete cercare di consolarmi», lo anticipò, «siete stato magnanimo e vi ringrazio per questo».
«Non ce l’hai con me?» Chiese inarcando le sopracciglia.
Lanhus sorrise amareggiato, «ho compreso di aver sbagliato, sire. Soprattutto rapendo la regina, credevo che mi avreste mandato alla forca ed avevate ragione nel dire che non sarei stato migliore dell’assassino di mia madre se avessi proseguito con la mia vendetta», rispose abbassando lo sguardo.
«Spero tutto il bene per voi, Lanhus», aggiunse Arthur avvicinandosi ulteriormente per dargli una pacca sulla spalla.
«Siete troppo buono, mio signore. Siete un grande re e spero che il vostro regno possa prosperare per sempre».
«Le tue parole mi fanno davvero piacere».
«Anche lo stregone, Merlin, vi ha aiutato a fondare Albion, vero?» Domandò con curiosità.
«Sì, è merito suo se sono qui a regnare su Albion».
Lanhus sorrise felice, «allora questa è la prova che la magia può essere buona e utile», voleva avere la certezza che si fosse sbagliato, «vi prometto, sire, che la mia condotta sarà perfetta. Non vi disturberò più e sicuramente non cercherò più di attaccare voi o il vostro regno. Io vi… vi ringrazio di tutto, davvero. Siete un re giusto e narrerò le vostre imprese, come le ho sentite a Camelot, a tutte le persone che vorranno ascoltarmi».
Arthur sorrise compiaciuto, «ne sarei onorato», e non vedeva l’ora che le sue gesta arrivassero anche alle proprie orecchie, così da crogiolarsi nella soddisfazione di essere al centro dell’attenzione.
I cavalli si fermarono, «buona fortuna per tutto», affermò Arthur con espressione greve. In fondo gli dispiaceva dover vederli andare via, e l’aveva già perdonato per il crimine che aveva commesso. Non poteva però non punirlo, non poteva farsi vedere dai propri sudditi come un re fin troppo buono, che non puniva nemmeno coloro che rapivano la regina. Quella soluzione era
la migliore. Non avevano dovuto porre fine alla vita di due uomini, le cui azioni erano basate sul dolore della perdita, ma sicuramente non li avrebbero più visti.
Forse, se Lanhus avesse deciso di narrare le vicende del re di Albion, Arthur avrebbe ancora sentito parlare di lui e questo gli risollevava il morale.

Arthur entrò nelle proprie stanze. Merlin l’aveva già avvertito che Guinevere lo attendeva lì.
«Bentornato!» Gwen gli si avvicinò e unì le loro labbra.
«Non sei più arrabbiata con me?» Domandò stringendole una mano, «scusami, ma io...»
Arthur si bloccò quando vide nel volto di Guinevere un sorriso, «Arthur, dovrei essere io a scusarmi. Sono stata avventata, gelosa di Merlin! Ti rendi conto? Di Merlin!» Provò a sdrammatizzare, non riuscendoci appieno, «comprendo che tu abbia passato un periodo difficile dal tuo ritorno e che Merlin ti sia stato di grande aiuto. È il tuo consigliere non per nulla, in fondo».
Gwen gli accarezzò una guancia, il suo sorriso, che Arthur tanto amava, non accennava a diminuire.
«Sono contento», la baciò con trasporto, «devi capire che i sogni che faccio sono, come posso dire, diretta conseguenza di ciò che è accaduto a Camlann e alcune volte sono così agghiaccianti che mi preoccupano e, se te li raccontassi, angoscerebbero anche te, ma Merlin riesce sempre a dare un’interpretazione tranquilla al sogno e mi rilasso. È per questo che corro sempre da lui. Mi spiace se con il mio silenzio ti abbia fatta comunque preoccupare. Io lo facevo solo nel tuo interesse», spiegò, cominciando ad accarezzarle i capelli mori che le ricadevano ordinati sulle spalle.
Guinevere sorrise divertita, «hai la mia benedizione con Merlin, Arthur».
Aggrottò la fronte, «ben… benedizione?»
«Sì, la mia benedizione. Puoi andare da Merlin quante volte vuoi, non mi arrabbierò più. Non potrei comunque arrabbiarmi se sei sincero con me, ma non voglio che mi nascondi più nulla».
«Non lo farò mai più, te lo prometto, Guinevere».
Arthur unì le loro bocche, gli era mancato baciarla con così trasporto. Aveva avuto paura di perderla, e, se fosse accaduto, non si sarebbe mai potuto perdonare per la discussione che avevano avuto.
«Ora, vediamo di togliere questo vestito che dà impiccio», affermò maliziosamente Arthur cercando di slegare il nodo sulla schiena mentre lasciava una scia di baci sul collo nudo di Guinevere.

«Sei stata gentile con loro», ammise Arthur stringendola a sé.
«Non volevo che ci odiassero e non sono cattivi, hanno compiuto una brutta azione per paura. Spero che ora abbiano capito che la magia non è malvagia», rispose prima di baciarlo.
«L’hanno capito, ne sono più che certo».
Quella notte, Arthur sognò il suo regno. Non era un incubo, bensì una visione felice del suo futuro, almeno così sperava.
Tutti andavano d'accordo l'un con l'altro e la pace regnava sovrana.
Vi erano piccoli crimini, ma lui e Merlin riuscivano egregiamente a porne riparo.
Lui e Merlin si trovavano nel balcone del castello, quello che dava sulla piazza cittadina. Erano sereni, tutti e due, come se niente ormai potesse colpirli.
«Siete un grande re, Arthur», affermò Merlin, sorridente.
«Non ho bisogno delle tue lusinghe», lo schernì Arthur, sorridendo sotto i baffi per non far vedere al suo mago che le sue parole lo rendevano comunque felice.
Rise, «lo so, lo so, non dovrei farvi montare la testa, ma è vero se dico che avete fatto un ottimo lavoro».
«Non l'ho fatto soltanto io, Merlin. Abbiamo creato Albion insieme e regneremo insieme, fino alla fine dei giorni».
«Così sia, fintanto che saremo insieme, Arthur».

---


Ed eccoci all'ultimo capitolo della storia! Grazie mille a tutte le persone che hanno seguito la fanfiction sino all'ultimo, che l'hanno letta, che hanno scritto una recensione. Grazie davvero. :)
I miei più sentiti ringraziamenti vanno a Ili91, la mia fantastica betareader che mi sopporta e supporta sempre! Grazie, cara :*
Ma non solo, anche a tutte le persone che hanno recensito, come già detto, ma a chi non l'ha fatto ed ha seguito la storia in silenzio. Grazie anche a tutti voi e spero che la long vi abbia appassionate un pochino :)
Grazie mille alle persone che hanno messo la storia tra le preferite:
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Grazie davvero di cuore!!
Come ho già anticipato, non appena riesco a revisionare tutti i capitoli e passarli alla beta, ritornerò in questi lidi con un crossover ;) Spero quindi di ritrovarvi! :)
Baci
Deb

   
 
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