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Autore: La_Sakura    08/10/2013    7 recensioni
Un detective privato completamente al verde, fuori dal giro da anni ormai, si ritrova a indagare su un presunto caso di infedeltà coniugale. Ma quando la trama si infittisce e si trova a collaborare nuovamente con la polizia, il caso assume risvolti inaspettati.
Genere: Azione, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Arrivare a casa e gettarsi sulla vetrinetta degli alcolici fu un tutt’uno. Si ricordò troppo tardi di aver distrutto l’ultimo bicchiere, così bevve a collo.
Si accorse della presenza nella stanza solo al terzo sorso:
«Chi va là!» gridò. I passi si avvicinarono a lui e nella penombra scorse un volto di donna. Assomigliava tremendamente a…
«Jen?»
«Detective Callaghan. Noi non ci conosciamo ma so che una persona molto vicino a me l’ha contattata per un lavoretto.»
Si avvicinò a lui sensualmente, e gli appoggiò una mano sul pettorale sinistro. Lui notò le gambe ben tornite fasciate da un paio di pantaloni neri, e la camicetta scura semi aperta che lasciava intravedere il seno alto e sodo.
«Vede, la mia amica teme che il marito la tradisca, ma sa come siamo noi donne.»
«Tremendamente infime?»
Lei scoppiò a ridere gettando la testa all’indietro.
«Divertente, Detective. Mi creda, la mia amica non ha nulla da temere. Lei, invece, se dovesse continuare a indagare… sa, al maritino non fa piacere avere qualcuno alle calcagna, potrebbe prendersela a male, e lei ha un così bel faccino: non vorrei mai che qualcuno glielo sfregiasse.»
«Qualcuno tipo Faccia di Gomma?»
«O anche peggio!» esclamò lei, facendo scattare un coltellino svizzero dalla manica e premendolo contro il pomo d’Adamo dell’uomo, ferendolo leggermente.
«Stia alla larga da Hutton, è l’ultimo avvertimento. Al prossimo passeremo ai fatti, e di lei non rimarrà neppure il ricordo.»
Lo lasciò lì al buio, solo con i propri pensieri. Inarcò le labbra in un ghigno divertito: lo avevano sfidato, in maniera aperta ormai. E guerra sia.
 
«Hai fatto?»
Harper aprì la portiera a Evelyn, aspettò che si accomodasse e la richiuse con forza per poi correre al posto di guida.
«Sì, vedremo se stavolta l’ha capita. Ancora non mi capacito del fatto che si trovasse proprio al Jolly…»
«Ha visto in faccia il robot. Mi auguro che non ci siano complicazioni.»
«Oliver lo impedirà, anche se ancora non capisco come possa lasciare che quel detective mini la sua tranquillità.»
«Sta sottovalutando il problema, ma se vuoi provare a dirglielo sei libera di farlo: l’ultimo che l’ha fatto è finito a salutare i pesci.»
Evelyn annuì ripensando al povero Arthur che aveva solo provato a suggerire al boss di posticipare di un giorno l’inaugurazione del suo nuovo locale ed era finito in fondo alla baia coi piedi in un blocchetto di cemento.
Arrivarono presso l’edificio che fungeva da logistica centrale per i loschi affari di Hutton, scesero e si diressero di corsa verso il suo ufficio: il boss li stava aspettando.
«Oliver…- la voce di Eve spezzò il silenzio -È tutto sotto controllo…» mormorò.
L’uomo non rispose, continuava a rigirare una penna battendola sulla scrivania.
«Holly… tutto ok?» azzardò Harper.
«Tutto ok? TUTTO OK?»
Si alzò di scattò e con un movimento deciso rovesciò la scrivania, prendendola poi a calci:
«Non è un cazzo ok, Bruce! Quell’idiota di Carlos si è lasciato prendere la mano, si è fatto trascinare dalla foga di quel cazzo di mitra nuovo che ha comprato! Maledizione! Che cazzo voleva dimostrare, eh? Ha fatto una strage senza motivo, ha attirato le attenzioni di quel fottutissimo Ross! Lo sapete da quanti anni spera di incastrarmi, quello? Da una vita! Ha fatto carriera alle mie spalle, la carogna!»
«Holly… calmati…»
«Calmarmi un cazzo! Un cazzo! Ci mancava solo questa…»
«Oliver…- Eve si avvicinò a lui e gli posò una mano sulla spalla -Perché non vai a casa da Patricia? Farà bene ad entrambi…»
Il boss appoggiò la propria mano su quella della ragazza, salvo poi afferrarla e torcergliela dietro la schiena, facendo inginocchiare la giovane davanti a lui.
«Quando vorrò dei consigli da una sgualdrina da quattro soldi, Eve, verrò a chiamarti!»
«Holly adesso basta!» lo esortò Bruce, chiamandolo per la seconda volta col soprannome che usavano da bambini. Lo vide lasciare la ragazza sbattendola malamente a terra, e uscì dalla stanza senza aggiungere altro. Faccia di Gomma si avvicinò a Eve e la aiutò a risollevarsi:
«Mi spiace…» mormorò, in uno slancio affettivo che non era da lui. La ragazza si asciugò le lacrime e annuì.
«Non l’ha fatto con… cattiveria. È nervoso, gli passerà.»
«Coraggio, ti riaccompagno a casa.»
 
Oliver rientrò sbattendo la porta e lanciò le chiavi di casa sul mobiletto in legno accanto all’ingresso.
«Tesoro sei tu?»
«E chi diamine vuoi che sia?» le rispose di getto. Patricia lo raggiunse nel corridoio e il sorriso le morì sulle labbra.
«Tutto bene?»
«No.- rispose asciutto -Ho avuto dei problemi.»
La moglie lo raggiunse e lo aiutò a togliere il cappotto, per poi accompagnarlo sulla sua poltrona preferita: iniziò a massaggiarli le spalle mentre cercava di farlo parlare per sfogare il nervosismo.
«Di nuovo Lenders?»
«Carlos ha dato di matto e ha fatto una strage in un locale… ha fatto fuori un sacco di persone che non c’entravano nulla con il compito che gli avevo dato…»
«Mi dispiace… è la prima volta che quel ragazzo ti dà dei problemi. Forse al robot si sono fusi i circuiti…»
«Già…- il ragazzo le fermò dolcemente le mani e la fece girare attorno alla poltrona per farla accomodare sulle proprie ginocchia -Decisamente una pessima giornata… e a te com’è andata?»
«Il club di cucito non è proprio il massimo, e a un certo punto Eve è pure scappata…»
Il ragazzo iniziò a baciarle il collo dopo averle scostato i capelli.
«Troveremo un altro passatempo per te, dolcezza…»
«Io… veramente…- mormorò lei tra un sospiro e l’altro -Io un’idea ce l’avrei, Holly…»
Il ragazzo si bloccò di colpo e si ritrovò a specchiarsi negli occhi castani della moglie.
«Non di nuovo, Pat… abbiamo già fatto questo discorso e conosci benissimo la mia risposta.»
«Ma io non sono d’accordo! Questo È il momento adatto!»
«E invece no! Non è il momento per un figlio! E se Lenders decidesse di farvi del male? Non potrei sopportarlo!»
«Persino uno come lui possiede un codice d’onore, Holly. Uno che è cresciuto senza padre non farebbe mai del male a un bambino.»
«Non voglio rischiare. Morirei se dovesse succedere qualcosa a te, figuriamoci se in mezzo ci finisse anche nostro figlio. Non se ne parla. Devi darmi tempo di sistemare un po’ le cose.»
«E quanto tempo ti serve per “decidere” di mettere al mondo un figlio, eh Oliver? Un giorno, un mese, un anno? E se dovesse succederti qualcosa nel frattempo, io che faccio?»
Lui la abbracciò per cercare di calmarla, non voleva che si agitasse ma non voleva nemmeno ricominciare quella discussione che pensava di aver chiuso il mese prima.
«Ti prometto che avremo la nostra famiglia felice: uno, due, dieci figli, tutti quelli che vuoi. Ma devi permettermi di sistemare i miei affari in città.»
Lei annuì, col volto nascosto nell’incavo del collo di lui, intenta ad annusare quella pelle il cui profumo la inebriava dal primo momento in cui l’aveva assaporato.
 
«Ne sei sicuro?»
«Sicurissimo, capo.»
Danny “Bambino” Mellow era seduto di fronte a Lenders e lo osservava sorseggiare la sua birra ghiacciata mentre gli raccontava ciò che aveva scoperto.
«Dan, sei davvero sicuro di ciò che hai detto? Ti rendi conto delle implicazioni?»
«Me ne rendo conto benissimo Mark, per questo te lo sto dicendo!»
«Dan ha ragione,- lo appoggiò una voce dall’oscurità -stasera il robot della rivoltella ha dato di matto e oltre ad ammazzare quei quattro sfigati che si erano venduti a te, ha fatto una strage inutile in un locale. C’è una falla nel sistema Hutton.»
La figura si palesò davanti a loro: il Samurai indossava il suo solito kimono blu con i ricami gialli, e teneva legata al fianco la sua famosa katana, che aveva tagliato alcune tra le teste più importanti della malavita della East Coast.
«Se vuoi agire,- continuò, inginocchiandosi di fianco a lui -questo è il momento migliore.»
Lenders appoggiò la birra e deglutì il sorso che aveva in bocca: rimase a fissare le goccioline che scendevano lungo il boccale e inumidivano il sottobicchiere di cartone.
«Nessuna resa. Non voglio fare la fine di Price, inglobato da quell’infame e spedito al suo soldo in Europa. Piuttosto preferisco morire.»
«E sia.» pronunciò il Samurai, accennando un inchino. Mellow si alzò spegnendo la sigaretta e lo seguì, svanendo in un fruscio assieme a lui. 

Il telefono di Callaghan squillò insistentemente finché non si decise a rispondere.
«Si può sapere quante volte devo chiamarti prima di ottenere la tua attenzione?»
«Buongiorno a te, Julian Ross.- lo canzonò il detective, stropicciandosi gli occhi -Qual buon vento?»
«Vento di tempesta, caro il mio Philip. Ti voglio in centrale tra meno di mezz’ora, ed è un ordine!»
«Ti ricordo che ho smesso da anni di prendere ordini da quelli come te.» lo rimbeccò, cercando con lo sguardo il pacchetto di sigarette che era sicuro di aver lanciato da qualche parte, la sera precedente.
«Callaghan, i minuti sono diventati 29. O arrivi, o vengo a prenderti a calci in culo, lo giuro sul mio cuore malato!»
«Lascia stare il tuo povero cuore, che già ti è andata bene una volta. Arrivo.»
Rinunciò alla sua sigaretta mattutina e si dedicò a doccia e rasatura: non che avesse voglia né bisogno di far bella figura, ma dal tono di voce dell’amico capiva che avrebbe dovuto passare parecchio tempo in quel covo di poliziotti, e se proprio doveva farlo, voleva cercare di essere in forma.
Quando arrivò, notò una maggiore agitazione all’interno della stazione di polizia: raggiunse Ross che gironzolava avanti e indietro per il suo ufficio, come una tigre in gabbia.
«Sei in ritardo.» lo apostrofò, senza neanche salutarlo, ma continuando a masticare nervosamente foglie di tabacco.
«Non avevo fatto i conti col traffico.»
Il tenente neanche lo ascoltò, si limitò a lanciargli un plico di foto che il detective prese al volo.
«E queste quando me le hai scattate?»
«Te le ha scattate un agente sotto copertura, Phil, mentre pedinava Becker e Hutton: ti ha beccato seguirli.»
«Io seguire loro due?» rispose lui, sornione.
«Phil, non sono nato all’ombra, so benissimo che tu c’entri in questa storia. Eri al Jolly l’altra sera, e adesso scopriamo che pedini il più grosso malavitoso della zona…»
«A quanto pare non sono l’unico, se anche voi avete sguinzagliato un agente in incognito.»
«Porca puttana Phil, noi siamo la polizia! Siamo autorizzati a pedinare la gente!»
Il detective fece spallucce e si accese una sigaretta.
«Voglio che torni a lavorare qui.»
Callaghan si alzò e fece per uscire:
«Ho restituito il distintivo ormai non so più quanti anni fa, Julian, non lo riprenderò per…»
«Nemmeno se ti dicessi che Becker è stato brutalmente sodomizzato e assassinato questa notte, Ispettore
La mano di Phil si bloccò sulla maniglia mentre tutti i suoi sensi si risvegliarono: quella era una cosa che scottava, accidenti se lo era!
«Becker è morto?»
«Giace sul lettino del coroner. Una soffiata ce l’ha fatto trovare stamattina. Gli hanno trovato questa in testa.»
Gli lanciò un sacchettino trasparente sigillato, Phil controllo il proiettile contenuto all’interno e riconobbe la cartuccia .44 Magnum della Smith & Wesson.
«Hai la mia attenzione, maledetto di un Ross!»
Il tenente rise, sapeva che nulla avrebbe stuzzicato l’interesse dell’ex Ispettore capo della Polizia di New York come un caso di omicidio così arzigogolato.
«Vuoi darmi delucidazioni ora?»
«Mrs Hutton si è presentata a casa mia chiedendomi di indagare sulla presunta infedeltà di suo marito. Sono un detective privato, al verde, e ho accettato.»
«Non sei un detective privato, Callaghan! Sei un ex ispettore di polizia, dannazione!»
«Che avrei dovuto fare, eh Ross? Morire di fame?»
«Saresti dovuto venire da me, perdio!»
«E che diamine avresti fatto, mi avresti dato dei soldi? Andiamo Ross, siamo realisti.»
«Beh adesso siamo sulla stessa barca, i due casi si incrociano, quindi collaboreremo. Dobbiamo scoprire chi ha ucciso Becker.»
«Non ti sembra che sia abbastanza palese? Sarà stato Lenders.»
«Ci avevo pensato pure io, ma poi sono subentrate altre variabili… vieni con me, andiamo a fare un sopralluogo nell’appartamento di Becker.»
«Cerchiamo altri indizi?»
«No…- mormorò Ross, e a Callaghan sembrò di notare un ghigno beffardo mentre questo si infilava il soprabito -Ma vedrai tu stesso cosa intendo con “variabili”.»


TA DAAAAAAAAN 
Le acque si imbrogliano, i casi si miscugliano, e Philip si ritrova suo malgrado a collaborare gomito a gomito con Julian... 
E il povero Becker? Sigh, non me lo dite... mi piange al cuore a pensare a ciò che gli hanno fatto... il mio Tommyno... XD 
Autrice sadica, due gialli e due vittime tra i miei preferiti xD non si direbbe che li amo alla follia, MUAHAHAHAHAHAHAH 
Su su coraggio, fatevi avanti, fate girare le rotelline e fatemi sapere cosa avete elucubrato!!! 
Sakura's Crime Investigation vi aspetta settimana prossima, l'aggiornamento verrà anticipato a lunedì sera! 
Vi abbraccio! 
Sakura
   
 
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