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Autore: Damien Dixon    14/10/2013    2 recensioni
La storia è ambientata dopo il finale di mezza stagione e segue una story-line di mia completa invenzione. In questo racconto ho inserito elementi di altre serie televisive (che specificherò in seguito più dettagliatamente nelle note d'Autore) che spero abbiate visto (altrimenti no problem, son qui per questo...) creando così una sorta di cross-over. Spero di avervi incuriosito e che apprezzerete. Sono gradite critiche di ogni genere, detto ciò... Go!!!
(Tratto dalla 3x11)
- Deaton: È pericoloso per più di una ragione: darete nuovo potere al Nemeton, un luogo che non ha avuto potere per molto tempo. Questo tipo di potere è come una calamita. Attrae il sovrannaturale, quel tipo di cose con cui una famiglia come gli Argent riempirebbe le pagine di un bestiario. Li porterà qui, come un faro.
- Stiles: Non sembra... peggio di quello che abbiamo gia visto.
- Deaton: Sareste sorpresi da quello che ancora dovrete vedere!
Genere: Introspettivo, Sovrannaturale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 4 - UN OSCURO RISVEGLIO (Parte 1)
 
 
BEACON HILLS HOSPITAL ore 08:55
- Devi svegliarti Stiles. Devi svegliarti! -
Gli occhi si aprirono di scatto liberandosi dall'incubo tutti d'un tratto. Ogni cosa adesso era sparita. Niente più mosche così come pure i suoi sei anni e la riserva. Pareti bianche lo circondavano ed un lettino iperaccessoriato era sotto di lui o forse era lui ad essere sopra il lettino? Molto probabilmente quest'ultima. Infine l'odore di disinfettante tolse ogni dubbio sulla propria ubicazione. E lei non c'era. Lei che lo aveva liberato, era scomparsa come ogni altra cosa. Volatilizzata. Chi era? Un angelo? Aveva la forte impressione di conoscerla e al tempo stesso la consapevolezza di non averla mai vista. O forse no?
- Stiles? Stiles! - gridò di gioia l'ex sceriffo alzandosi dalla sedia per precipitarsi dal figlio. Si portò alla sua stessa altezza e gli prese il volto tra le grosse mani ruvide. Gli occhi risplendevano di luce - Il cielo sia ringraziato! - sussurrò nascondendo il viso sul petto del ragazzo. Il suo ragazzo. Il sangue del suo sangue. Il frutto del suo amore smisurato verso Claudia. L'unica cosa che conservasse ancora una traccia di lei. Stiles, reduce ancora di quel sogno angoscioso, respirava profondamente a grosse boccate tentando di riprendersi dallo shock. Poco dopo l'uomo, scosso da leggeri tremiti, sollevò la testa e fissò gli occhi nocciola del suo eterno bambino - Ti voglio bene, Stiles! Tanto bene - dichiarò tornando a stringerlo.
- Oh mio dio non posso crederci! - esclamò la voce di Scott proveniente dallo stipite della porta - Un attimo prima eri... e ora sei... - incapace di pronunciare altro, corse dal suo migliore amico al settimo cielo sommando il suo abbraccio a quello del signor Stilinski.
Chace, affiancato da Derek, guardò la scena soddisfatto di come erano andate le cose e, con una pacca incoraggiante, sospinse delicatamente dentro la stanza il rappresentante Hale per poi allontanarsi in cerca di un'infermiera, preferibilmente la signora McCall per cui nutriva un istintiva forma di rispetto.
- Cosa ti è successo? Come ti senti? Ti fa male qualcosa? Scusa troppe domande lo so, è che sono troppo contento. Mi sei mancato così tanto! - lo tartassò il moro.
A fatica il ragazzino poggiò le braccia attorno al collo del padre e dell'amico - Sto bene, penso sia tutto a posto... - assicurò.
- Mi fa davvero piacere sentirtelo dire, anche a me è mancata la tua presenza... intendo il tuo sarcasmo! - esclamò un impacciato Derek.
- Grazie amico - sorrise - Qualcuno può spiegarmi cosa ci faccio qui? -
L'ex alpha sentì qualcosa sciogliersi al suo interno. Un piacevole calore si irradiò dal petto fino al viso come mai era successo dai "tempi" di Jennifer. Quel ragazzino lo aveva ringraziato chiamandolo amico. Era la prima volta che lo sentiva pronunciare quella parola in maniera così sincera. Un piccolo sorriso gli curvò le labbra soddisfatto.
- Davvero non te lo ricordi? - domandò il padre.
- Sei praticamente scomparso per una settimana. Ti abbiamo cercato ovunque e poi ti abbiamo ritrovato addormentato sopra il Nemeton. Nudo - raccontò McCall notando la sua confusione.
Sono scomparso e per un'intera settimana, pensò il ragazzo, com'è possibile? Eh? Che ha detto del ritrovamento? - Nudo?! - disse allarmato. Tutti annuirono e questo lo portò ad arrossire violentemente stringendosi sulle spalle con fare difensivo. Si sentiva violato nell'intimo. Ma poi la domanda venne spontanea: una settimana è un sacco di tempo, cosa diamine ho fatto in quei sette giorni e perché non me lo ricordo?
Qualcuno bussò alla porta richiamando l'attenzione. Era un federale e non uno qualunque - Scusate, ma avrei bisogno di parlare qualche minuto con Stiles. Signor Hale, Scott potreste cortesemente uscire? - disse atono. Gli occhi del figlio iniettati di sangue puntati sulla sua figura.
- Mi dispiace agente, ma in questo momento il paziente non può assolutamente riceverla. Se fosse così gentile da ripassare in un'altra occasione... - sentenziò fredda l'infermiera McCall. Era arrivata appena in tempo e al suo seguito vi era Chace. Il padre di Scott rimase ammutolito, sembrava voler controbattere ma alla fine optò per il silenziò. Scott provò un'ammirazione senza pari verso la madre. Sentì il suo cuore battere emozionato alla vista di quella scena e non era il solo, perfino l'ex sceriffo le fu grado per quell'intervento. Il federale uscì dalla stanza e la donna rivolse un sorrisino compiaciuto al resto dei presenti.
- Bentornato Stiles! - lo accolse calorosamente.
 
- Questa è l'ultima volta che te lo ripeto ed informa tua madre da parte mia: tenete lontano il nostro privato da questa faccenda, ok? - disse l'agente infuriato.
- No, sono io che te lo ripeto per l'ultima volta: sparisci da questa città e non farti mai più rivedere! - fu l'avvertimento del figlio - Non ti fai sentire per anni e poi ti presenti qui di punto in bianco accusando ingiustamente i miei amici di aver commesso delle assurdità. Non hai alcun diritto di dare ordini! - la voce alterata iniziava a calamitare l'attenzione della gente presente nel corridoio dell'ospedale.
- Calmati un po' signorino, e non ti permettere mai più di parlare in questa maniera a tuo padre! - lo rimproverò puntandogli contro il dito.
- Non venirmi a parlare di rispetto, ho smesso di considerarti tale il giorno in cui te ne sei andato: hai una vaga idea di quello che abbiamo dovuto passare io e la mamma? - domandò acido. L'agente venne colpito da quelle parole, come avesse ricevuto uno schiaffo in pieno volto.
- Ehi Scott, non credo sia questo il momento - cercò di calmarlo Chace poggiandogli la mano sopra la spalla. Subito il calore del contatto si fece strada in lui serpeggiando fino alla testa. La rabbia scemò quasi di colpo sostituita da una sensazione di pace e tranquillità. Si voltò verso il ragazzo notando subito lo sguardo concentrato.
- Ha ragione - lo appoggiò Derek, poi diretto all'agente disse risoluto - Stiles è un bravo ragazzo, è del tutto impensabile quello che afferma! -
- Quando è così non ha nulla da temere! - ribatté il federale - E tanto per la cronaca sappi che me andrò una volta chiuso questo caso perciò vedete di non intralciarmi! - assicurò al figlio.
L'ex alpha gli lanciò uno sguardo di sfida, ma dentro di se era profondamente preoccupato. Come avrebbero potuto spiegare che gli omicidi erano collegati alla Blake e che la stessa risultava oramai introvabile? Nessuno sapeva che fine avesse fatto. Stiles sarebbe rimasto il principale sospettato ancora per molto. Bisognava pianificare qualcosa e alla svelta o i federali non se ne sarebbero mai andati dalla città. E con un nuovo mistero sovrannaturale incombente, la loro presenza avrebbe complicato tutto.
Doveva avvertire gli altri.
* * * 
BEACON HILLS HIGH SCHOOL ore 07:35
- Sei davvero sicuro di voler andare a scuola, oggi? - disse la voce di Scott rivolta al suo migliore amico.
Dopo il risveglio, Stiles era rimasto ancora un giorno in osservazione al Beacon Hills Hospital prima di essere dimesso, ma il ritorno a casa fu una vera tortura e tutto per colpa dell'interrogatorio inconcludente da parte dell'agente McCall. Il ragazzo non era riuscito a rispondere a nessuna delle domande poste dal federale e non perché difficoltose, ma semplicemente a causa della sua apparente amnesia. Non aveva alcuna memoria dei giorni trascorsi. I ricordi si interrompevano la sera in cui doveva presentarsi al Nemeton per il giuramento di iniziazione e riprendevano il loro corso dal preciso momento del suo risveglio in ospedale. Non riusciva a rammentare neppure le sensazioni provate in quel frangente. Solo una cosa era impressa nella sua testa. Marchiata a fuoco, indelebile. Una ragazza dai capelli biondi. A volte riusciva ad osservarla chiaramente, soprattutto quando scivolava nel sonno, ma appena desto tutti i particolari si volatilizzavano. Non aveva una pallida idea di chi fosse eppure, quando la sognava, sentiva di essere profondamente legato a lei.
- Assolutamente, se rimango ancora un po' a casa rischio di diventare matto! - esclamò il ragazzino.
- Come mai? - curiosò Isaac seduto sul seggiolino di dietro.
- La mia testa! - incolpò additandola - Ultimamente mi tira brutti scherzi... - sbuffò.
Ed era vero. Sia all'ospedale che in casa propria Stiles aveva subito vuoti di memoria della durata perfino di un'ora. Ad esempio dopo l'interrogatorio con i federali, tenutosi la mattina sul presto, si era ritrovato nella camera mortuaria senza sapere come esserci arrivato. Era stata l'infermiera McCall a ritrovarlo e a ricondurlo alla sua stanza dopo avergli comunicato che tutto lo staff del reparto lo stava cercando da ben dieci minuti e una volta in casa le cose non erano per nulla migliorate. La prima volta era rinvenuto nella vasca da bagno con il soffione aperto, mentre la seconda volta era tornato in se fuori nel giardino e aveva in mano un coltello da cucina sporco di terra. Dire che questi eventi lo avevano scosso era un eufemismo. Praticamente lo avevano sconvolto, perciò aveva deciso che era tempo di tornare a scuola tra le persone dove almeno era sicuro che i suoi amici potessero monitorarlo senza necessariamente rinunciare alla loro vita personale.
- Penso di capire cosa intenti, sai? - lo apostrofò il biondino guardando la strada stranito - Per la scuola solitamente si va a destra, ma se fai un'inversione a U e prosegui dritto il problema è risolto! - illustrò gesticolando.
Stiles fissò lo specchietto retrovisore con espressione dolente - Davvero? -
- Ah ah - annuirono entrambi i passeggeri.
E tra mille scuse e chiacchiere varie arrivarono infine all'istituto dove ad aspettarli, con un mega cartellone di bentornato stretto tra le mani, c'erano loro: il SUO branco. Allison, Cora e i gemelli in compagnia di Lydia e Danny. Tutti erano lì, per lui. In definitiva erano un gruppo abbastanza eterogeneo se ad essi si sommavano il resto degli Hale e i due fratelli emissari per adesso assenti nonché il trio che ancora transitava dentro la jeep wrangler appena parcheggiata.
- Non ci credo! - esclamò sorpreso spegnendo il motore - Avete fatto tutto questo per me? -
Non stava più nella pelle, dall'emozione.
- Ringrazia Lydia, è stata sua l'idea - lo informò la voce di Allison per abbracciarlo calorosamente.
- Non appena ha saputo che oggi saresti venuto, ci ha richiamati tutti nel cuore della notte! - continuò Danny.
Ad uno, ad uno tutti abbracciarono il ragazzino che sprizzava gioia da tutti i pori - Sinceramente, dovrei sparire più spesso - osservò abbracciando l'ennesimo amico.
- Ma falla finita! - lo colpi al braccio Cora.
- Ammettilo she wolf che ti sono mancato! - insinuò massaggiandosi il punto indolenzito.
Le guance della lupa arrossirono leggermente, ma ringraziò il cielo che nessuno in mezzo a quella mischia l'avesse notato.
 
- Tutte le volte che mi addormento è sempre la stessa ragazza - raccontò - Bionda, bella, rassicurante -
- È cosa succede quando la vedi? - chiese la signorina Morell.
Stiles si guardò attorno, era la terza volta che entrava nell'ufficio della consulente studentesca e ne era passato di tempo da quando vi aveva commentato la morte di Matt, lo psicopatico maestro del kanima, tuttavia l'ufficio era rimasto immutato da allora, a partire dai cartelloni pubblicitari anti-droga appesi alle pareti fino alla scrivania e al suo contenuto dietro cui sedeva la professoressa di francese dai lunghi capelli neri. Rispose di getto - Nulla! Mi sussurra solo di svegliarmi e che niente mi farà del male. Poi mi sveglio -
I due si guardarono in silenzio.
- Sicuro che sia tutto? - domandò la donna incoraggiante notando come l'altro si grattava il naso irrequieto. C'era evidentemente dell'altro.
Il ragazzino si torturò le dita come se cercasse di trattenere qualcosa, assottigliò le labbra e prendendo fiato ammise leggermente agitato - Non ricordo nulla dalla sera in cui mi stavo recando al Nemeton - il dottor Deaton aveva espressamente ordinato di tacere riguardo alle sue intenzioni per quella notte e lui era perfettamente d'accordo sul punto, tanto da aver mentito al padre di Scott adducendo come motivazione della sua uscita notturna una semplice scappatella verso la casa dei suoi amici. Il fatto era che non ricordava effettivamente cosa fosse accaduto dal momento in cui la sua persona aveva attraversato i confini della riserva - Tutto si spegne davanti al cartello indicativo della riserva - concluse.
- Stato di fuga -
- Ma da cosa sarei dovuto fuggire? -
- Non lo so, dimmelo tu -
- Questa conversazione è inutile - si arrese sbuffando.
- Dici? Parlami di nuovo della ragazza - riprese il discorso. I suoi occhi sembravano penetrare nell'anima superando qualunque barriera esistente.
- Le ho gia detto tutto quello che so - sembrava quasi esasperato.
- O che pensi di sapere... - quell'insinuazione catturò la sua attenzione.
- Cosa intende dire? -
Ora la faccenda si faceva più complessa. Quelle parole aveva stravolto tutto.
- Si chiama sindrome di Stoccolma, in parole semplici si verifica quando la vittima instaura un relazione di fiducia verso i suoi rapitori - spiegò.
- Sta per caso insinuando che sia stato rapito? -
- Può darsi o forse no, il problema è che sei tu la chiave di lettura. Tutto viene tradotto tramite il "dizionario" della tua mente, ma se il dizionario fosse difettoso? Ci hai mai pensato? Sono successe molte cose in questa settimana: la ragazza nei tuoi sogni, l'amnesia, l'insolita fobia verso le mosche sono tutti effetti che ti porti dietro da quest'esperienza - fece notare.
- Cosa c'entrano le mosche? -
- Non saprei, ma ho notato che ti suscitano angoscia, soprattutto al momento del contatto, e al massimo penso che in quest'ufficio ce ne siano due o tre - commentò.
Il ragazzino rimase a bocca aperta. Con una semplice occhiata se ne era accorta. Si era accorta di quel particolare così insignificante, così minuscolo. Come aveva fatto? Aveva di certo una capacità di attenzione piuttosto sviluppata. Sarebbe mai riuscita ad eguagliarla? Se mai fosse diventato un druido, avrebbe potuto acquisire una così grande sensibilità verso le persone? O forse si trattava solo di una spiccata dote innata?
- Il tuo comportamento mi fa capire che non eri all'oscuro di questo particolare, vero? - la donna si sporse dalla sedia avvicinandosi maggiormente al ragazzino - Sono qui per aiutarti Stiles! - assicurò - Non respingermi. So che c'è dell'altro -
- Mi chiedevo se esistesse un modo per correggere il "dizionario" - disse serio.
- A cosa stai pensando? - domandò sorridendo appena dei progressi fatti.
- Ipnosi -
La risposta la spiazzò del tutto cogliendola di sorpresa. Il sorriso comprensivo scomparve immediatamente dalle sue labbra. Però, pensò tra se, questo ragazzino ne ha di fegato. Dentro al suo cuore non poté fare a meno di essere leggermente soddisfatta di quel potenziale emissario che Stiles stava mostrando di essere.
 
Scott stava entrando nella mensa quando Cora lo afferrò saldamente impedendoglielo, ma l'enorme dislivello di potere esistente tra i due la costrinse a desistere e ad usare la voce come un comune essere umano - Sai niente di una ragazza bionda? - domandò con poco tatto. Il ragazzo la guardò interrogativo - Allora? - ripeté spalancando ulteriormente gli occhi.
- L'unica ragazza bionda che conoscevo, ora giace sotto tre metri di terra rinchiusa in una bara di legno - rispose l'alpha tetro.
Afferrando l'allusione, la beta abbassò gli occhi, ma solo per un attimo - Allora a chi pensi possa riferirsi Stiles quando parla di una salvatrice? - indagò.
- Cosa fa Stiles? -
- Il tuo amichetto si trova si trova nell'ufficio della consulente scolastica e indovina un po' chi vuole sottoporsi ad una seduta ipnotica per correggere il proprio "dizionario"? - replicò sarcasticamente.
La faccia del ragazzo divenne irrequieta - Hai origliato la conversazione? -
- Certo! - affermò.
- Sai, esiste una cosa chiamata privacy, mai sentito parlarne? - rimproverò. La giovane Hale lo guardò come per dire "sul serio?" - E poi, cosa ti fa pensare che io ne sappia più di te? -
- Non è ovvio? -
I due si voltarono all'unisono verso il tavolo sotto la finestra attorno cui sedevano tutti i loro amici e si concentrarono in particolare sopra uno di essi, appena arrivato, la cui risata sovrastava ora tutte le altre voci. Nello stesso momento arrivarono alla medesima conclusione - Urge maggiore chiarezza - per poi guardarsi negli occhi sorpresi della sincronicità non programmata.
 
BEACON HILLS ANIMAL CLINIC ore 13:40
Le mani di Chace picchiettavano nervosamente sul pianale di lavoro pieno di strumenti inquietanti. Era evidente che il ragazzo stava ragionando silenziosamente, tentando di far quadrare qualcosa che sembrava non avere senso. Accanto a lui, Alan continuava ad eseguire le varie mansioni del suo lavoro - Ci sono cose che non tornano - sbuffò poco dopo il ragazzo.
- A che ti riferisci? - domandò il veterinario.
- Ho fatto un salto all'obitorio l'altro ieri, mentre accompagnavo il tuo pupillo in ospedale, ma ovviamente il cadavere era gia stato spostato a Seattle e riconsegnato ai familiari per il funerale. Così mi sono rivolto all'infermiera McCall e, grazie a lei, sono riuscito a mettere le mani sopra il referto dell'autopsia. Tuttavia le analisi sono... non so nemmeno come definirle. Senti un po' qua - dal piccolo zainetto nero depositato tra gli effetti personali estrasse una cartella contenente alcuni fogli stampati ricoperti di scarabocchi scritti a penna. Seguì il veterinario nella stanza piena di gabbie occupate da gatti variopinti e dopo piccole attenzioni rivolte ai magnifici felini rinchiusi tornò sul discorso principale leggendo piccoli estratti del documento - "Il soggetto presenta, soprattutto nelle mucose delle principali vie aeree, numerose tracce corporee di ditteri branchiceri appartenenti alla specie della Stomoxys calcitrans..." umh umh "residui di setole, zampe o antenne si protraggono lungo tutto l'esofago fino ad arrivare alle pareti dello stomaco e dell'intestino tenue..." e poi ancora - sfogliò il blocchetto andando a qualche pagina addietro - "L'esame condotto dimostra che il decesso è avvenuto approssimativamente intorno alle trentadue ore dal ritrovamento" bla bla bla, questo è interessante "Il soggetto dimostra accumuli di acido lattico agli arti inferiori indice di attività fisica..." insomma prima di morire la donna ha corso parecchio "... ed escoriazioni dislocate presso polsi e caviglie..." in parole povere l'hanno tenuta legata. A parte queste due informazioni: cosa ne pensi? -
Il veterinario si voltò per brevi istanti prima di continuare le sue operazioni - Dunque a parte che deve aver contratto il carbonchio non saprei proprio che dire -
- Ma è proprio questo il punto e no, non mi riferisco al carbonchio! Sembra proprio che quella donna abbia respirato una bella boccata di mosche il che perdonami, suona piuttosto strano! - esclamò.
- Tu dici? - osservò fermandosi - Abbiamo un cadavere deceduto più o meno da un giorno è mezzo, di conseguenza in pieno processo di decomposizione. Per di più ha trascorso come minimo una notte in una foresta. Non ci trovo nulla di particolarmente rilevante in questo, anzi, a mio avviso sarebbe stato inusuale il contrario - fece notare.
- Bingo, sapevo che l'avresti detto! - sembrava vagamente eccitato.
- Non capisco - ammise il dottore.
- Insomma hai appena confermato che l'assenza di quelle componenti sarebbero state insolito, mi chiedo dunque perché annoverarle tra le principali caratteristiche dell'esame. Non pensi che forse avrebbe potuto essere tralasciato come particolare? - il veterinario sembrò colpito da quell'affermazione - Se l'hanno incluso nel referto deve esserci un motivo che mi sfugge, inoltre se diamo un'occhiata al quadro più ampio cosa vedi? -
- Ho idea che conosci già la risposta -
- Te lo dico io: abbiamo una donna scomparsa che da Washington viene poi ritrovata qui, in California, morta da quasi due giorni ed ecco che subito dopo scompare un liceale. Ciliegina sulla torta il ragazzino viene ritrovato ancora vivo e vegeto dopo una settimana mentre dorme sopra un sito di potere appena risvegliato, inoltre dai dati della polizia si evince che i due individui coinvolti abbiano avuto per lo meno un breve momento di contatto. Ho tralasciato qualcosa? -
- Eh bien Hastings! - esclamò Deaton.
- No, sul serio Poirot, qual è il nesso? - la voce del grigori era supplichevole come se pensasse che ponendo quella domanda la risposta sarebbe piovuta giù dal cielo. Si mise le mani nei capelli ciondolando a destra e a sinistra.
- Non pensi di aver tralasciato qual cosa? - fece riflettere l'amico.
- Cosa? Cos'è che ho tralasciato? - era impaziente.
- Stiles - il nome venne pronunciato con spiccata naturalezza, come fosse ovvio. Chace era confuso - Il ragazzino deve pur sapere qualcosa, hai provato a parlarci? -
Con espressione quasi annoiata disse ad alta voce ciò che pensava - Inutile. Ci ha gia pensato la polizia e tutto ciò che sono riusciti a cavarci è che il principale indiziato soffre di amnesia -
- E quando mai ciò ha fermato una strega? -
Un piccolo campanello d'allarme risuonò nella testa del giovane moro e subito dopo, come un effetto domino, ecco che la lampadina s'illuminò - Oh mia dea, hai ragione! Anche se non riesce ad estrarli i ricordi rimangono pur sempre nella sua testa! Sei un genio Alan, davvero - con movimenti frenetici mise a posto la cartella e infilandosi lo zaino sulla spalla corse verso l'uscita - Ti devo un favore amico! - urlò mentre si congedava.
- Elementare Watson - rispose il veterinario rimanendo completamente da solo.
 
BEACON HILLS HIGH SCHOOL ore 14:25
Il campo brulicava di giocatori e il coach Finstock armato di immancabile fischietto contava uno ad uno tutti i giocatori cercando tra i titolari il numero che aveva sostituito con Greenberg. Quando lo vide, gli si avvicinò con passo deciso ed espressione seria - Stilinski! - chiamò a gran voce. Il ragazzo si voltò subito verso di lui - Devo sapere se puoi giocare - chiarì reggendo in mano un blocchetto.
- Ci rimetterei il posto tra i titolari se le dicessi di no? -
- Ho bisogno di un giocatore efficiente per la stagione - gli disse - Pensi di sapermi accontentare o preferisci che Greenberg ti sostituisca mentre tu te ne ritorni alla tua amata panchina? - domandò infine indicandogli il posto a sedere poco distante.
Stiles guardò la tavola di legno posto in orizzontale. Si ricordò di come fino a metà dello scorso anno vi fosse rimasto seduto sopra in attesa della sua rivalsa, ma quelli erano altri tempi - Vuole una risposta immediata? -
- Ti darò solo un'altra possibilità, dato che non ti sei allenato per tutta questa settimana rimarrai in panchina fino alla prossima partita, ma poi dovrai darci dentro ragazzo o sei fuori, chiaro? - propose l'allenatore.
- Signorsì, signore! - rispose il giocatore facendo il saluto militare.
- Va' a sederti - lo apostrofò l'altro con faccia disgustata.
Il ragazzino andò a sedersi in panchina dove notò che Cora lo aspettava quatta quatta - Allora? - chiese alla ragazza.
- Cosa? - rispose lei.
- Non m'illudo certo la mia conversazione con la Morell sia rimasta riservata, perciò se hai qualcosa da dire dillo. Tanto lo so che muori dalla voglia di farlo - disse - Vi si legge in faccia a voi Hale! - commentò.
Quella frase sorprese parecchio la lupa. In parole povere lui sapeva che lei sapeva. O meglio, molto probabilmente non sapeva ciò che aveva sentito, ma il punto era che sapeva di essere stato origliato e non sembrava infastidito da quella mancanza di privacy. Semmai sembrava stesse raccogliendo pareri altrui e Cora intuì subito a chi poteva essersi gia rivolto per un consiglio. Guardò in campo e vide l'alpha fissarla mentre faceva spallucce per poi gesticolare come a suggerire di continuare la conversazione appena iniziata.
- Dunque... - iniziò - Stai chiedendo la mia opinione? -
- Hai bisogno che ti faccia un disegnino? - domandò ironico - Non ti sto chiedendo un opinione ti ho solo autorizzata a dire quello che pensi -
- Quello che penso... - ripeté la ragazza - Penso che non ti serva la mia opinione! - concluse concentrandosi sull'allenamento.
 
- Ciao, tu devi essere Stiles vero? - provò a indovinare qualcuno spezzando il vociare dei giocatori.
Sentendosi chiamare, il giovane Stilinski si voltò verso l'origine del suono. Un ragazzo poco più grande di lui gli si sedette accanto. Aveva un sorriso caldo e amichevole esattamente come la voce che lo mise immediatamente a suo agio - In carne ed ossa! - esclamò.
- Chace, piacere! - si presentò tendendo la mano che venne subito stretta in una morsa decisa - Non penso che ti ricordi, ma ci siamo intravisti in ospedale mentre accompagnavo il tuo amico Scott - raccontò.
- Oh, certo tu sei lo stregone - disse entusiasta - No, giusto strega - rettificò all'istante - Scott mi ha parlato di te, dice che è grazie al tuo aiuto se mi hanno ritrovato, mi ha detto che hai usato un incantesimo per farlo. Un incantesimo di tracciamento per la precisione. Che forza, non vedevo proprio l'ora di conoscerti! - iniziò a parlare a ruota libera mentre l'altro sempre sorridendo gli faceva cenno di moderare il volume - Sai, quando ero piccolo di solito i miei mi vestivano da mago per la notte di Halloween e sono sicuro non c'entra assolutamente niente con te, ma deve essere comunque emozionante saper fare quello che fai... -
- Gli incantesimi? Si possiamo definirli emozionanti - l'esuberanza di quel ragazzino lo colpì piacevolmente. Traboccava vitalità da tutti i pori.
- E tutta questa storia dei Grigori? Mio dio è fenomenale - continuò mentre teneva stretta la mano del ragazzo nella sua - Parlo troppo vero? Gia me lo dicono in tanti, comunque anche per me è un piacere conoscerti - si zittì.
- Lo avevo capito! - ammise scherzosamente - E fammi indovinare, il tuo amico si vestiva da lupo mannaro per Halloween, dico bene? - i due si misero a ridere di gusto come amici di vecchia data - Sai, sono perfettamente consapevole che non ci conosciamo è che forse sarò un po' azzardato da parte mia, ma mi chiedevo se potessi aiutarmi nel caso a cui sto lavorando - propose leggermente insicuro, temendo un rifiuto.
- Assolutamente, dimmi cosa posso fare - accettò prontamente.
Chace tirò un sospiro di sollievo. Era contento che l'atro avesse accettato così su due piedi - Ti chiedo di perdonare la mia mancanza di tatto nel rievocare quella brutta esperienza, ma avrei proprio bisogno di sapere cosa è successo esattamente la notte in cui sei scomparso -
Tutto l'entusiasmo di Stiles e gli scenari fantasy che si erano materializzati nella sua folle testa scemarono di colpo quando capì la natura della richiesta - Mi piacerebbe davvero tanto poterti assecondare, credimi - disse triste e sconsolato - Ma non ricordo nulla di quella sera e nemmeno dei giorni seguenti se proprio ti preme. Non sai cosa darei pur di riuscire a rammentare anche solo qualche piccolo frammento -
- Capisco, ti senti come se ti avessero portato via una parte di te - annuì comprensivo.
- Già, hai fatto centro amico! Ma se ti va puoi assistere alla seduta - propose riacquistando le speranze.
Chace fece una faccia strana - Seduta? -
- Sì! Ho chiesto alla signorina Morell poche ore fa di sottopormi ad una seduta di ipnosi così da riportare a galla la memoria persa - raccontò di nuovo allegro ed esultante in vista di ciò che sarebbe accaduto da li a poco - La incontrerò dopo l'allenamento e Scott mi accompagnerà. Se vuoi puoi unirti, non ho problemi - affermò.
- Oh, ipnosi! Beh dovevo aspettarmelo, ma se ci fosse un metodo alternativo un po' più "emozionante" - fece leva sulla parola emozionante.
Stiles ci rimase secco - Vuoi dire... alludi ad un... -
- Incantesimo - completò la frase la strega.
- D'accordo! - trillò al settimo cielo il figlio dell'ex sceriffo - Fantastico. Quando iniziamo? -
- Dopo l'allenamento -
 
BEACON HILLS PRESERVE ore 17:12
Illuminato dai fari della jeep, il cartello che delimitava l'area boschiva appariva spettrale e minaccioso. Tale e quale alla bocca dell'inferno vista da Dante al principio del suo viaggio nell'aldilà. Stiles non stava più nella pelle e non tanto per il fatto che avrebbe recuperato una settimana della sua esistenza persa nell'oblio, bensì per la maniera in cui l'avrebbe recuperata: stava per assistere ad una vera strega che si mette all'opera. Uno spettacolo senza paragoni. O almeno era a questo che la sua testa pensava di assistere. Scese dalla macchina come un razzo. Gli occhi vispi non si perdevano un singolo fotogramma della serata. Fissò la vettura nera della Morell che si parcheggiava accanto alla sua e dalla quale emersero la donna seguita da Chace. Il ragazzo aveva un aria seria. Reggeva in mano il cellulare leggendo attentamente e ripetutamente qualcosa.
- Hey amico, cosa leggi d'interessante? - chiese febbricitante il giovane Stilinski.
- La procedura da effettuare - rispose.
Scott non era assolutamente entusiasta di quello che stavano per fare, a dire il vero nemmeno l'utilizzo dell'ipnosi lo allettava particolarmente, soprattutto dopo l'esperienza di quasi-morte di Isaac. Era contrario a quelle idee o forse solamente scettico. Non ci capiva molto in entrambi i campi e non voleva che il suo migliore amico si cacciasse in altri guai, ma ricordando come fosse stato l'intervento mistico della strega a riportarlo da lui decise di fidarsi nuovamente anche se non troppo - In che senso le istruzioni? - domandò dando voce alla sua preoccupazione.
- La mia microSD contiene un PDF del BoS di famiglia - raccontò un po' in sovrappensiero.
- Bos?! Cos'è un bos? - si fece strada la voce di Stiles.
- Book of Shadow ovvero un Libro delle Ombre. È una sorta di diario o almanacco nella quale viene archiviato il sapere magico - spiegò prontamente la donna così da dare tempo al ragazzo di esaminare qualunque cosa stesse leggendo.
- In pratica un grimorio - semplificò Stiles.
- Esattamente - rispose la donna - Originariamente erano diari cartacei tramandati di generazione in generazione, ma con l'avvento della moderna tecnologia non è insolito che le streghe preferiscano mantenere al sicuro l'originale e optare per una copia digitale facilmente accedibile nonché distruggibile - continuò.
- Un po' come il bestiario degli Argent - rammentò l'alpha - Ma perché distruggibile? -
- Come puoi immaginare il sapere è fonte di potere, come per ogni cosa, perciò la quantità di informazioni contenute in un libro delle ombre diventano un mezzo che contraddistingue il prestigio delle varie famiglie di streghe. Più il tuo libro è fornito in materia di stregoneria, maggiore sarà la tua reputazione all'interno del nostro mondo, ma se cresce la tua reputazione sta pur certo che sale anche il numero di persone che vuole sottrarti la fonte del tuo potere - raccontò Chace destandosi dal suo telefono - Sopratutto se sei un Grigori o un Irin, devi fare particolarmente attenzione in quanto il tuo "grimorio" rientra nella categoria dei più ambiti - raccontò.
- Quindi se leggessi dal tuo libro, conterebbe come una mancanza di rispetto? - chiese Stiles curioso.
- Sì, a meno che non sia io a concederti il permesso! - esclamò con tutta la naturalezza possibile.
- Un ultima domanda: cos'è un Irin? - continuò il ragazzino emozionato. Sembrava un bambino di cinque anni nel giorno del suo compleanno.
- È un titolo che riserviamo ai membri del Concilio che se proprio ci tieni a saperlo è composto da ventiquattro streghe tra le più sagge - illustrò.
- Quando parli di streghe non ti riferisci a sole donne, vero? -
Senza volerlo la conversazione somigliava ora ad una sorta di botta e risposta. Divertito da quella piega Chace annuì vigorosamente - Un giorno ti illuminerò in merito alla nostra completa gerarchia e i movimenti all'interno di essa. Ci sono molte aspetti che potrebbero affascinarti come ad esempio l'ordine degli Anziani o il concetto di congrega insito nelle Cerchie o nelle Triadi, ma ogni cosa a suo tempo! - promise bonariamente.
Quella frase segnò la serata. Tutti compresero che era arrivato il momento per cui si trovavano in là. Odore di misticismo si diffuse piacevolmente nell'aria mischiandosi a quello del sottobosco, producendo così una fragranza particolare che s'intonava perfettamente col profumo fresco e travolgente della strega. Scott si sentì vagamente stordito dal suo olfatto, ma finalmente comprese la verità. Quell'odore era potere. Potere magico e a giudicare dall'intensità che percepiva doveva essere un grande potere. Molto più grande di quello che accompagnava un alpha. Provò timore nei confronti di Chace, ma non paura e nemmeno terrore. Solo timore, il che equivaleva un po' come a dire sottomissione. Quel ragazzo trasudava da ogni singolo poro, una fonte immensa di potere da far accapponare la pelle come elettricità statica. Chissà se anche gli altri possono sentirlo, si ritrovò a pensare.
- Bene Stiles, mostrami il luogo del tuo ultimo ricordo - ordinò cambiando espressione in favore di una più seria.
Il giovane Stilinski si guardò attorno riflettendo. Il silenzio imperava assoluto rendendo facilmente distinguibili il suono dei respiri ansiosi.
- Qui! - sentenziò sistemandosi in un punto alla sinistra del cartello.
- Sicuro? - domandò Chace.
- Assolutamente - assicurò.
- Voglio che tu sappia quello che stiamo facendo - iniziò fissandolo dritto negli occhi - L'incantesimo che stiamo per operare ci permetterà di accedere ai registri Akashi. In questa dimensione, a metà tra il piano astrale e mentale, sono contenuti tutti i pensieri e gli eventi che furono, che sono e che saranno, un po' come guardare attraverso una finestra che da nella storia. Questo è ciò che faremo. Attraverso questo rituale ci proietteremo nel tuo passato, solo come spettatori però e perciò incapaci di qualsiasi interferenza, tienilo bene a mente. Perché ciò funzioni bisogna che tu mantenga un contatto fisico con questo punto e nel frattempo rammentare fervidamente il tuo ultimo ricordo di quella sera. Questi fungeranno da connessione e catalizzeranno l'incantesimo quindi chiedo aiuto anche a voi - disse rivolgendosi agli altri due - Impedite che la sua mano si stacchi dal terreno! - poi tornò a fissare nuovamente il suo principale interlocutore - L'incantesimo si può interrompe in due modi: il primo spezzando la connessione ovvero interrompendo il contatto fisico e il secondo è semplicemente desiderandolo perciò sta attento a ciò che pensi. Ci sono domande? - concluse definitivamente.
Quel fiume di parole vorticò in maniera confusionario nella testa di Stiles il quale però scosse vigorosamente il capo.
- Bene, si comincia! -
I due ragazzi si sedettero a terra incrociando le gambe, l'uno di fronte a l'altro. Con una mano il giovane Stilinski toccò l'erba sotto di lui affondando le dita nel terreno mentre l'altra mano, con la manica tirata fino al gomito, stringeva il braccio nudo e muscoloso della strega la quale ricambiava il gesto. Chace prese fiato - Pronto? - domandò. Nel pieno della concentrazione Stiles annuì lievemente mentre Scott si sistemava dietro di lui. L'aura di potere si condensò maggiormente crepitando nell'aria, ma nessuno oltre all'alpha avvertì quel mutamento ambientale. Marin prese posto in disparte osservando il tutto attentamente, poi Chace focalizzò l'energia magica - Corpore intin, comsera en praterum. Corpore intin, comsera en praterum. Corpore intin, comsera en praterum - ripeté piano come fosse un mantra.
Pian piano gli occhi dei due ragazzi coinvolti nella procedura iniziarono ad appesantirsi fino a quando non riuscirono più a tenerli aperti. Infine caddero in una profonda trance e le proprie teste ciondolarono di fronte a loro.
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NOTE dell'AUTORE
Ciao a tutti voi miei cari lettori!!! Ottobre è gia arrivato: questo significa che a gennaio mancano meno di tre mesi. Sono letteralmente in fibrillazione!!!!!! Non vedo l'ora di ammirare nuovamente il mio cast preferito (soprattutto il mio amatissimo Peter, Derek, Isaac, Stiles, Scott ecc...)
Faccio ammenda per il ritardo pazzesco con cui ho pubblicato questo capitolo purtroppo però non ho più la connessione ad internet e quindi devo trovare punti di accesso alla rete di fortuna, di conseguenza non so dire con precisione quando aggiornerò il continuo, ma non temete mie prodi amanti della lettura: sfornerò al più presto il seguito della narrazione!
Che dire siamo gia a buon punto per quanto riguardano gli eventi. Finalmente sapremo cosa è realmente accaduta quella fatidica notte in cui il nostro mitico personaggio è scomparso (STILES: Era ora non ne posso più di questa situazione. La curiosità mi uccide!!!)
Ancora una volta vi ricordo che noi "scrittori" (ehhhhhh che termine e-s-a-g-e-r-a-t-o!!!!!!) adoriamo le recensioni, le amiamo vorremo anche sposarle se solo fosse legale, praticamente viviamo di quelle!!!! Perciò recensite, commentate, giudicate, consigliate, spettegolate e non mancate di correggermi eventuali errori da voi trovati. Ringrazio davvero tanto coloro che lo hanno fatto nei capitoli precedenti e che continueranno a farlo in quelli a seguire. Un buon proseguimento del mese a tutti voi e che il conto alla rovescia verso Gennaio si azzeri presto, molto presto.
Alla prossima
  
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