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Autore: danyazzurra    14/10/2013    8 recensioni
Lily e Scorpius si ritrovano a dover fronteggiare un vecchio nemico. Lily si ritrova a dover fare i conti con i fantasmi del passato e con ricordi che sperava di essere riuscita a mettere da parte. Lily / Scorpius sequel di una delle mie prime storie!! spero che leggerete e mi farete sapere !! un bacione !!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Lily si guardò intorno, ma non riusciva a vedere niente.
L’ eco di una risata le rimbombava nelle orecchie, era dolorosamente familiare, ma non lo vedeva.
Non riusciva a vedere nessuno.
Mosse qualche passo incerta. Anche se era tutto buio e vuoto intorno a lei, quel rumore le faceva drizzare tutti i capelli sulla nuca.
Era quasi come se un vento gelido le sferzasse direttamente sul viso, schiaffeggiandola e invadendola con il suo gelo.
All’ improvviso il suono più bello del mondo: “ mamma” era la voce della sua bambina.
Istintivamente sorrise, ma questo le si spense subito, appena capì che era troppo buio perché potesse trovarla.
“ Mamma, aiuto” adesso la voce era più lamentosa, come se cercasse di non piangere.
Il cuore di Lily si strinse in una morsa e cominciò a girare su se stessa, per cercare di sentire da dove veniva la voce.
“ Astrid” la chiamò, voltandosi verso destra “ parlami, piccola” le urlò ancora, voltandosi verso sinistra.
Chiuse gli occhi cercando di concentrarsi e di non perdere neanche un respiro.
Cominciò a correre, ma si fermò quasi subito al richiamo della seconda voce “ mamma, mamma”
Lily credette di non riuscire a respirare, quella era la voce di Leon e veniva da un punto imprecisato alle sue spalle.
Cercò di dilatare i suoi occhi. Non lo vedeva, non vedeva niente.
Le sembrava d’ impazzire, davanti a sé ci doveva essere Astrid e la sua voce piangente la chiamava senza sosta, dietro di sé, invece, doveva esserci Leon e la sua voce impaurita le metteva i brividi.
“ Devi scegliere, Lily”
Lily tese una mano in avanti cercando di afferrarlo. Era così vicino a lei, le sembrava quasi di poter sentire il suo odore fin dentro le sue narici.
“ Vieni fuori, maledetto” urlò, portandosi le mani alle tempie “ non posso scegliere tra i miei figli e non sceglierò”
“ MAMMAAA” l’ urlo di Astrid lacerò l’ aria e contemporaneamente le sue orecchie, fu quasi come qualcosa di non umano.
Si guardò un’ ultima volta alle spalle “ aspettami, Leon” sussurrò, prima di cominciare a correre verso le urla di sua figlia.
Appena la raggiunse, la sollevò tra le sue braccia ad istinto, senza neanche poterla vedere.
Sentì la sua testa rilasciarsi contro le sue braccia “ Amore” la chiamò, cercando di alzarle il viso, ma Astrid non emise un solo suono.
Improvvisamente tutto s’ illuminò intorno a lei, c’ era talmente tanta luce che ne era quasi accecata.
Era come se improvvisamente si fosse fatto giorno.
Poteva vedere la stanza con le pareti bianche e gelide, poteva vedere la sua bambina.
Sembrava quasi stesse dormendo tra le sue braccia, ma lei sapeva che non era così.
Il suo cuore sapeva che non era così.
La poggiò a terra freneticamente, le mani le tremavano così tanto “ dimmi che sei viva” sussurrò, scostandole i capelli biondi dal viso.
“ Non lo è”
Alzò il viso e vide Kevin a pochi passi da lei.
Si lanciò contro di lui. Il viso trasfigurato dal terrore e dalla rabbia.
Ma Leon si frappose tra lui e lei.
Lily si fermò e guardò il suo bambino. Il suo sguardo duro e pieno di rancore.
“ Leon, spostati” gli ordinò Lily agitata. Non doveva stare vicino a lui, non sapeva chi era, non sapeva quanto fosse pericoloso.
“ No” si oppose il bambino, restando fermo immobile.
Lily lo raggiunse e si chinò su di lui, mettendo le sue mani tremanti sulle sue spalle “ dobbiamo andarcene, portare tua sorella dove possano aiutarla, devi ascoltarmi”
Leon si scosse “ tu hai scelto” le disse soltanto, poi voltò la testa verso Kevin “ andiamo, papà?” gli chiese.
Lily si sentì svenire, era stordita. Che cosa stava dicendo suo figlio?
“ Ascoltami bene, lui non è tuo padre…lui…”
Guardò Kevin, il trionfo nei suoi occhi neri “ TI AMMAZZO” urlò, scagliandosi verso di lui, ma la forza di un incantesimo la respinse indietro.
Vide una bacchetta nella mano di suo figlio.
“ Stagli lontano” le disse con rabbia, una rabbia che Lily non aveva mai visto negli occhi del suo bambino.
Si gettò in ginocchio davanti a lui, non riusciva a credere che quello fosse davvero suo figlio.
La cattiveria con la quale la stava guardando e la rabbia che si poteva scorgere nel fondo dei suoi occhi, la impaurivano “ Leon” il suo nome uscì quasi come una preghiera dalle sue labbra.
Non sapeva neanche cosa voleva dirgli, ma voleva che capisse quanto lo amava.
Si asciugò gli occhi con le mani, non doveva piangere. Piangere le offuscava la vista e le impediva di vederlo bene.
“ E’ pericoloso, vieni qua da me, Leon, per favore” lo supplicò tendendo le braccia verso di lui, ma Leon scosse la testa.
“ Dovevi scegliere me”
Quelle parole echeggiarono nella mente vuota di Lily e lei rimase ferma un secondo mentre Leon si allontanava insieme a Kevin.
Kevin fece qualche passo prima di voltarsi verso di lei “ Hai già rinunciato ad un figlio, puoi rinunciare anche a lui” sottolineò con un sorriso.
“ No, no, per favore” lo pregò cercando di alzarsi in piedi, ma le sue gambe non volevano rispondere al suo cervello e ogni volta riscivolava a terra.
Kevin e Leon si stavano allontanando sempre di più. Suo figlio non si era voltato una sola volta verso di lei, se la stava lasciando alle spalle, fino a divenire un puntino ai suoi occhi.
 “ NOOO”
Lily alzò di scatto la testa, l’ urlo che ancora echeggiava nelle sue orecchie.
Si guardò intorno smarrita e ci mise qualche secondo per capire che era nella stanza di sua figlia al San Mungo.
Quel sogno le era sembrato così reale.
Si alzò in piedi di scatto e toccò sua figlia, il suo viso era caldo e l’ alito del suo respiro usciva dalle sue labbra dischiuse.
Si portò la mano al petto, il suo cuore rischiava di uscirle fuori dalla gabbia toracica per come batteva prepotentemente e velocemente.
Era un sogno. Solo uno stupido sogno.
“ Lily, stai bene?”
Lily quasi tirò un sospiro di sollievo quando sentì la voce rassicurante di Scorpius.
Annuì accasciandosi sulla sedia e appoggiando la fronte sul palmo della sua mano per riprendere a respirare.
Erano due giorni che non si smuoveva da quella stanza, si era rifiutata di andare a casa a dormire, si appisolava sulla sedia, risvegliandosi in preda agli incubi che erano tornati nella sua mente.
Sentì la sua mente cominciare ad andare alla deriva, si stava addormentando, ma non poteva dormire.
Si tirò su immediatamente passandosi il pollice e l’ indice sopra agli occhi e cercando di tenerli aperti.
“ Sei stanca” disse Scorpius, poggiando una mano sulla sua.
Lily la tolse di scatto, ma si rese subito conto di quello che aveva fatto e fissò la sua mano con orrore.
“ Oddio” sussurrò, impaurita lei stessa dalle sue stesse reazioni.
Non riusciva neanche più a toccare la mano a suo marito?
“ Io…io…” si alzò in piedi e cominciò a camminare per la stanza, percorrendola a grandi passi.
Anni e anni di paure e adesso stavano tornando fuori?
Era proprio come diceva sempre suo padre. L’ altra faccia del dolore:  quella che quando credi di averlo superato, torna sempre a presentarti il conto.
Torna, forte, prepotentemente, fino ad invaderti il cervello, fino a farti sentire compressa in un morsa, fino a lasciarti senza fiato.
“ Sto impazzendo”  disse portandosi le mani ai capelli e sollevandosi qualche ciocca.
Lily si sentiva proprio così.
Come se si fosse lasciata andare, come se avesse provato a dimenticare, ad accantonare e adesso i ricordi si fossero presentati nuovamente e  violentemente dentro di lei, urlandole che era stata una stupida.
Un’ idiota ad aver creduto di poter vivere tranquillamente, di potersi fare una famiglia, di poter provare ad essere felice, senza che non ci fossero conseguenze.
Abbassare le sue difese era stato un errore.
Anche sposarsi, credere di potersi far amare come una qualsiasi ragazza e fare dei figli era stato un errore.
Si era resa attaccabile. Se non avesse avuto nessuno da amare, Kevin non avrebbe avuto nessuno di cui servirsi.
Invece adesso entrambi i suoi figli stavano soffrendo, Scorpius stava soffrendo e la colpa era solo sua.
“ Lily, smettila”
Lily guardò davanti a sé, smarrita e confusa, non si era neanche accorta che Scorpius si era alzato e le si era messo di fronte.
Non l’ aveva sentito parlare e provare a calmarla, troppo presa dai suoi pensieri, troppo distratta dal battito del suo cuore che sembrava scandire ogni volta la parola: ingenua.
Si accorse di Scorpius soltanto quando lui le prese le braccia, costringendola a piegarle e posarle di nuovo lungo il corpo.
Lo guardò e vide che la stava osservando, anche lui aveva lo sguardo stanco e anche lui sembrava molto provato da quello che stavano passando e Lily distolse lo sguardo, non riusciva a guardarlo.
Non riusciva a non sentirsi in colpa per tutto questo. Perché quel maledetto di Kevin Gellar era di nuovo nelle loro vite.
“ Non è colpa tua, voglio che te lo ficchi in testa” le disse e Lily scosse più volte la testa.
Non gli credeva, non poteva permettersi di credergli.
“ Proprio tu mi dici questo? Proprio tu che mi hai detto che avresti voluto che non fosse mai entrato nelle nostre vite?” gli chiese, scuotendosi le braccia per staccarsi da lui.
Scorpius sospirò “ e lo penso ancora” le confessò sinceramente “ ma con questo non intendo che sia colpa tua” aggiunse e cercò il suo sguardo “ qual è la tua colpa? Hai chiesto tu di venire stuprata a soli quindici anni?”
Lily ebbe un brivido e le immagini di una se stessa quindicenne le tornarono violentemente davanti agli occhi.
Scorpius inspirò a fondo “ Senti” cominciò con voce più tranquilla “ mi dispiace di aver detto quello che ho detto ieri, ma non lo negherò” le disse  “ certo che penso che sarebbe stato meglio che lui non fosse mai entrato a far parte delle nostre vite, ma intendo soprattutto della tua, perché la sofferenza e i traumi che ti ha causato te li porti dietro ancora adesso dopo quasi quattordici anni”  le spiegò.
“ Non mi porto dietro niente”  protestò Lily.
Aveva impiegato così tanto tempo per ritornare ad essere considerata Lily e non la povera Lily da capire e aiutare. Non voleva perdere tutto quello che si era guadagnata in anni in pochi giorni.
Scorpius inarcò un sopracciglio “ va bene” concordò pazientemente “ allora baciami” e Lily alzò il viso di scatto.
“ Baciami. Se non è cambiato niente rispetto a tre giorni fa…baciami e zittiscimi”
Lily si portò una mano alle labbra, rosicchiandosi nervosamente le unghie “ mia figlia sta mal…”
“ Nostra figlia” si oppose Scorpius con uno scatto d’ impazienza “ è nostra figlia e non posso preoccuparmi per lei e Leon e dovermi preoccupare anche per te” continuò “ devi lasciare che ti aiuti e pensare che ormai non sei più sola, hai una famiglia che ti ama e che ha bisogno di te” concluse.
 “ Sono un pericolo per la mia famiglia” protestò “ tu non capisci, tutto questo è accaduto per colpa mia” continuò sempre più disperata.
Scorpius non disse niente, si limitò a raggiungerla e prenderle le mani tra le sue.
Le strinse forte, cercando di trasmetterle il suo amore con il contatto e ignorando il suo tremito, poi le alzò fino a portargliele davanti agli occhi.
“ Tre giorni” le disse semplicemente.
“ Sono passati solo tre giorni da quando hai incontrato Kevin e guarda” le aprì le mani per mostrarle le unghie rosicchiate a pelle e il sangue che si coagulava ai lati delle dita a causa delle pellicine strappate via.
Lily si guardò le dita con le lacrime agli occhi e poi fissò lo sguardo in quello argenteo di Scorpius.
“ Non dirmi cosa devo fare e non credere che non sappia che non sono sola, altrimenti sarei già andata a cercarlo”
“ Oh, non ne dubito” replicò Scorpius sarcastico “ tanto tu non pensi mai alle conseguenze” la rimproverò.
Lily lo guardò rabbiosa e Scorpius riprese “ Non credi che io voglia andare anche io a spaccare la faccia a quel bastardo? Perché cavolo credi che tuo padre mi abbia rimosso dal caso? Ha capito anche lui che lo voglio solo vedere morto, che ormai Azkaban non mi basta più, voglio vedere i suoi occhi piangere, la sua voce implorare pietà e le sue mani appigliarsi alle mie mentre il corpo gli si contorce nel dolore”
Lly aprì leggermente le labbra, non aveva mai sentito tutta questa rabbia nella voce del marito, non l’ aveva mai sentito dire che voleva la morte di qualcuno.
“ Ma tengo il mio impulso a bada, perché non ho più diciassette anni, perché sono un padre, perché mia figlia è viva per miracolo, perché devo ancora sapere cosa quel bastardo ha fatto a mio figlio e soprattutto perché so che ti stai sgretolando piano piano” le spiegò.
“ Sei stata da Leon?” le chiese.
Lily abbassò gli occhi. Sapeva che lui era stato più volte a trovare il loro bambino, invece lei non era ancora andata.
“ Non è colpa sua, tanto quanto non è colpa tua” chiarì Scorpius con una punta d’ ira.
Lily sapeva che non era colpa di suo figlio. Non era quello che la bloccava, quanto la colpa che aveva paura potesse leggere nei suoi occhi.
Scorpius prese un forte respiro e si passò nervosamente le mani sopra i pantaloni “ Sai, sto cercando di capirti, ci sto provando davvero, ma non ci riesco” le disse.
Lily lo guardò quasi con rabbia. Già come poteva capirla?
Come poteva immaginare la miriade di pensieri che aveva in testa in quel momento?
Tutti i suoi ricordi su Kevin, il suo rimorso per la morte del suo bambino frutto della violenza e i sensi di colpa.
I centinaia, migliaia, sensi di colpa che le stavano invadendo la mente.
“ Non ti chiedo di capirmi, non hai mai potuto” ribatté dandogli le spalle.
Scorpius emise una mezza risata, guardandola incredulo. Stava scherzando?
Doveva aver sentito male o doveva essere la stanchezza e la paura, non poteva semplicemente essere vero.
Si alzò in piedi, desiderando per la prima volta allontanarsi da lei “ non ho mai potuto?”
La rabbia stava cominciando a salirgli come un vulcano che rischia di eruttare, ma cosa credeva che avesse provato lui in tutti questi anni?
“ Stai scherzando, vero?” le chiese e gli sembrava che la voce per uscire gli stesse raschiando la gola.
“ Ma cosa credi che io sia fatto di pietra?” le chiese, l’ ira che lampeggiava nei suoi occhi grigi.
“ Io…”
“ Tu cosa, Lily?” la interruppe arrabbiato “ io ti sono stato accanto ogni momento, io ho vissuto ogni attimo di quella storia accanto a te…”
“ NON HAI VISSUTO OGNI MOMENTO CON ME” urlò Lily, piantando due occhi pieni di fuoco nei suoi.
Sapeva di essere ingiusta. Sapeva che Scorpius si era rimproverato tutta la vita di non averla potuta aiutare.
I suoi occhi erano divenuti di nuovo grigi come il cielo in una giornata piovosa, erano anni che Lily non li vedeva così cupi.
“ BENE. MA NON SI TRATTA PIU’ SOLO DI TE, LILY. IN QUEL LETTO C’ E’ NOSTRA FIGLIA, NELL’ ALTRA STANZA C’ E’ NOSTRO FIGLIO…DEVI PENSARE A LORO PRIMA CHE A TE STESSA. E’ QUESTO CHE FA UNA MADRE” urlò di rimando.
Già. Era quello che faceva una madre, pensava ai propri figli prima che a se stessa, invece lei che cosa era riuscita a fare? Solo a farsi sopraffare dai ricordi, a disperarsi per quello che le era successo anni prima.
Anche il sogno aveva cercato di farle capire ciò che la sua mente si rifiutava di ammettere: era una pessima madre.
“ Sono una pessima madre” mormorò, ammettendo ad alta voce quello che pensava fino ad un momento prima.
Scorpius parve calmarsi e scosse la testa “ non è vero” si oppose “ io so come ti senti…”
Lily sentì il sangue ribollirle nelle vene e la rabbia prendere il sopravvento.
Sapere come si sentiva? Nessuno lo sapeva.
Prima di rendersene conto, prima di riuscire a fermarsi, ricominciò ad urlare.
“ PUOI FINGERE DI SAPERE BENISSIMO COME MI SENTO, PUOI ANCHE CREDERE DI CAPIRMI…CREDERCI DAVVERO, MA QUELLO CHE E’ SUCCESSO, E’ CAPITATO A ME…ME SOLTANTO…”
La bocca di Scorpius si chiuse di scatto e la sua mascella s’ indurì.
Lily poteva vedere quel piccolo rigonfiamento sul suo viso che testimoniava che aveva colpito nel segno. Ed aveva colpito duro.
Scorpius assottigliò gli occhi ed aprì le labbra come per dirle qualcosa, ma poi si fermò.
Scosse la testa con forza, i suoi pugni si chiusero per la rabbia e le diede le spalle uscendo dalla stanza e sbattendo la porta con forza.
Si fermò dietro alla porta e cercò di respirare regolarmente.
Gli sembrava di aver cominciato a vedere tutto rosso e che l’ aria intorno a lui stesse diventando di un caldo insopportabile.
Era la rabbia, la stessa ira che in quel momento gli stava facendo contrarre i muscoli.
Come poteva dirgli quelle cose?
Era vero, era successo a lei, tutto a lei, ma dopo era stata una cosa che aveva coinvolto anche lui.
Perché lui si era innamorato di lei.
Si portò le mani alla testa accucciandosi sui talloni e poggiando la schiena lungo il muro.
Lei non capiva. Non comprendeva che da quando era ricominciato tutto, gli sembrava di poter rivivere ogni momento, ogni scena, come se fosse un film, visto e rivisto.
Un film che s’ incanta sulla solita scena.
Quella che non sarebbe mai riuscito a togliersi dalla testa.
Lily morta e il suo viso coperto dai suoi capelli rossi distesi e disordinati.
Come poteva non capirlo? Come poteva ragionare ancora come una ragazzina.
Sbatté un pugno sul pavimento del corridoio con rabbia. Pensava di averle fatto capire ormai molti anni prima che lei non era sola, che non doveva fare tutto da sola, che poteva contare su di lui e soprattutto, sperava che lo sapesse, adesso,  a quasi trent’ anni e dopo aver fatto una famiglia con lui.
Poi all’ improvviso davanti ai suoi occhi si fece spazio il volto di Lily.
La vide nel giorno del suo ritorno ad Hogwarts, i suoi occhi che sembravano aggrapparsi a lui come se fosse la sua unica ancora di salvezza.
“ E se fosse tutto troppo per me?” le voce di Lily, impaurita, ma comunque sicura.
Il suo sguardo puntato nel proprio, senza vacillare, senza la minima esitazione se non i suoi denti che martoriavano nervosamente il suo labbro e infine, il sollievo che le vide negli occhi quando sentì la sua risposta: “ sono qui”
Si poggiò i palmi delle mani sopra gli occhi.
Non aveva più diciassette anni eppure si stava comportando come un ragazzino, anzi peggio, visto che a quell’ età era riuscito a starle vicino nonostante tutto e adesso invece la lasciava sola?
Chi voleva prendere in giro, a volte, lei gli aveva detto di peggio.
La conosceva e sapeva che quando era sconvolta tendeva ad addossarsi tutta la colpa e a prendersela con lui.
Come aveva potuto infrangere la sua promessa?
Era davvero più Serpeverde che marito?
Si alzò e aprì la porta con delicatezza. La vide inginocchiata al lato del letto di sua figlia, una mano sopra gli occhi e l’ altra a stringere quella di Astrid.
Si era fatto portare dalla rabbia e invece doveva giocare d’ astuzia.
Si chinò su di lei e la circondò con le braccia attirandola al proprio petto.
La sentì irrigidirsi al suo tocco, ma non la lasciò, anzi la strinse a sé “ sono qui” le sussurrò all’ orecchio e la sentì rabbrividire “ e ci sarò per sempre”.
Non l’ avrebbe lasciata sola, non avrebbe permesso che la storia si ripetesse.
Questa volta l’ avrebbero affrontato assieme.
Lily si morse il labbro, ricordando il sogno che aveva appena fatto.
Non voleva che Leon credesse che lei lo pensasse un mostro.
Non voleva che credesse che l’ avesse abbandonato, che non avesse scelto lui.
Lei aveva appena scelto. Aveva scelto la sua famiglia, la sua vita, i suoi figli.
“ Devo vedere Leon” disse Lily, scostandosi lentamente dalle braccia del marito.
 “ Io…io non voglio che pensi che non gli voglia bene…non voglio che creda che lo abbia abbandonato” si giustificò.
Perché non era vero. Perché non era quello lo scoglio da superare e lei dentro di sé l’ aveva sempre saputo.
Non era ancora riuscita a fare i conti con quello che era successo, aveva paura che lui le leggesse negli occhi la colpa.
Suo figlio era sempre stato molto bravo a capire lo stato d’ animo dei suoi genitori, solo guardandoli riusciva a capire se erano arrabbiati, delusi o fieri di lui e lei non voleva che vedesse nei suoi occhi, il senso di colpa per non averlo potuto salvare.
Il rimorso per il fatto che se Kevin si era servito di lui era solo perché voleva lei.
“ Voglio vedere Leon” ripeté decisa,  passandosi il dorso della mano sulle guance umide e Scorpius sorrise lievemente alzandosi in piedi.
“ Ti sta aspettando” le disse, porgendole la mano e Lily guardò prima lui e poi la mano tesa, prima di afferrarla e alzarsi in piedi.

COMMENTO: SO CHE VI HO FATTO ASPETTARE TANTO...MA TUTTORA QUESTO CAPITOLO NON MI CONVINCE, VOOLEVO FAR CAPIRE CHE SIA SCORPIUS CHE LILY HANNO I LORO DIFETTI ED IL LORO “ CARATTERACCIO” PERO’ SI AMANO E QUESTA E’ UNA COSA INSINDACABILE : )) E SPERO CHE NEL CAPITOLO SI SIA CAPITO E CHE VI SIA PIACIUTO ALMENO UN PO' : )) RINGRAZIO LE FANTASTICHE RAGAZZE CHE MI RECENSISCONO OVVERO:  ICEPRINCESS/ LUISA21 / ARYELLE / LILY NON LILIAN / ALWAYS89 /HUNTER / GIN97 /MITSUKI91 / BLACKFURY E ZONAMI84 !! SPERO MI FACCIATE SAPERE ANCHE PER QUESTO CAPITOLO !! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA AGGIUNTO ALLE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE E ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO !! UN BACIONE !!
   
 
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