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Autore: Lullaby 99    15/10/2013    11 recensioni
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«Se dovessi dire qualcosa di romantico, sì insomma, una di quelle frasi sdolcinate che piace a voi ragazzine, cosa diresti?» chiese beffardo con finta indifferenza, nonostante la curiosità lo stesse divorando.
«Il mondo per un cuore.» rispose lei facendo un passo in avanti, continuando la sua danza in mezzo alla sala, fissandolo intensamente negli occhi.
«E se ci fosse qualcosa di più intenso e romantico?» disse lui col suo solito tono.
«Impossibile.» rispose sicura atterrando in un elegante caschè tra le sue possenti braccia.
«Se tu puoi darmi il mondo per un cuore, io posso donarti la vita per un istante.»
{...}
Una volta intrecciato il filo rosso del destino non può più essere sciolto
BuOnA LeTTurA ^^
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Una volta intrecciato il filo
 rosso del destino non puo` piu` essere sciolto





InuYasha

Capitolo : 1




 
Era un fiume di passione,
dove si sono incontrati due cuori ...
intrecciando le loro vite,
legando i loro respiri ... 
era un fiume di illusione,
dove si sono spezzati due cuori ...
prendendo strade diverse, 
sciogliendo ogni ricordo ...
ma l'amore in fondo è l'amore,
trova sempre la sua strada, 
questa non è una conseguenza ...
è destino ... 











Tokyo 14/10/2013



Prigione Centrale.



Un' auto bianca avanzò verso l' ingresso e ne uscì una donna intorno ai 27 anni, alta e magra. 
Era bella, zaffiri come occhi e capelli neri che le arrivavano fino al petto, un filo di matita sugli occhi e un leggero rossetto color pesca.
Portava sulla spalla destra un leggero e morbido scialle grigio chiaro, le scarpe erano color della luna con un piccolo tacco.
Pantaloni stretti di un grigio chiarisshimo e una maglietta a maniche lunghe bianca. Avanzò a passo svelto verso la lunga 
scalinata che portava all' ingresso principale.
-Guardi signora, sta sprecando il mio tempo quanto il suo- sbuffò l'ispettore di polizia.
-Quel ragazzo è in carcere da due anni e chiunque le puo`confermare che non ha mai proferito parola da allora, sembra addirittura che lui sia molto felice qui,
 non ha mai litigato con nessuno, non ci sono lamentele a suo riguardo e sembra che lui non voglia essere rilasciato-
-La libertà è il diritto di nascita di ogni persona- rispose lei con calma assoluta.
-Ed è mio dovere assicurarmi che ogni persona riesca ad ottenere questo diritto, lei faccia il suo dovere e a me lasci fare il mio-
I' ispettore la guardò seccato per la sua testardaggine. Era proprio una donna decisa e forte.
-Ha già visitato questa prigione 16 volte per fare il suo dovere e ogni volta lui si è rifiutato di parlarle-
 La donna lo fulminò con lo sguardo, ma l'uomo non si fece intimorire e continuò il suo discorso.
-Sa benissimo che non le proferirà parola nemmeno questa volta, lui non vuole affatto che qualcuno affronti il suo caso-
Solo in quel momento la donna si degnò di girarsi verso di lui. Lo sguardo deciso a combattere fino alla fine.
-Lo so- rispose con infinita calma. L'ispettore la guardò perplesso.
-Nonostante ciò, io voglio malgrado tutto incontrare il prigioniero n° 1519, perchè io affronterò di sicuro questo caso- affermò decisa.
-Devo dire che voi due per testardaggine siete uguali, non ho mai visto nessuno così testardo come voi due- La donna gli sorrise.
-Lo prendero`come un complimento- disse portandosi una ciocca dietro l'orecchio.
-Comunque, andiamo- disse infine l'ispettore. La donna lo seguì. Attraversarono lunghi corridoi ma finalmente arrivarono alle prigioni.
Non appena misero piede dentro una dolce musica li avvolse. Una musica che esprimeva amore e dolore allo stesso tempo e ti 
arrivava dritta al cuore. La donna si incantò e i suoi piedi incominciarono ad andare avanti da soli verso la fonte di quella meravigliosa melodia.
Il suo prigioniero, il prigioniero n° 1519 stava suonando con la sua armonica quella bellissima musica. La donna continuò a fissarlo per un tempo
indeterminato che però a lei parve infinito. Era talmente avvolta dalla magia di quella musica che non riusciva a fare praticamente niente.
A rompere l'incantesimo fu una guardia che le aprì la cella e subito la musica cessò. La donna un po' scocciata entrò. La porta si richiuse alle sue spalle.
-Io ora ho fatto il mio dovere, adesso lei faccia il suo- la sentenziò l'ispettore.Lei annuì.
La cella era abbastanza buia, solo qualche raggio riusciva a penetrare dalle sbarre della piccola finestra posta in cima alla parete.
Il prigioniero era seduto sulla panca di cemento al centro della cella dandole le spalle. Sapeva già che era lei.
Indossava una divisa bianca con striscie nere e un grosso scialle sulle spalle.Era cambiato da quando lo aveva visto la prima volta.
I capelli erano più lunghi e una leggera barba gli circondava il viso.
-Va beh, iniziamo per lo meno con le presentazioni- disse lei cercando di attacare il discorso.
-Il mio nome è Kanade Hoshiwaru, e tu? Come ti chiami?- chiese lei speranzosa. Nessuna risposta. Lei fece una piccola smorfia seccata.
-Vuoi che anch' io, come tutti gli altri del resto, ti chiami 1519?- ancora nessuna risposta. 
-Un importante uomo d'affari, un grande e nobile uomo d'affari ... come ha fatto ha diventare solo un numero in una prigione?- niente.
-Io sono venuta qui perchè ho sentito dire che la tua storia d'amore è pazzesca, fantastica, proprio come la musica che stavi suonando prima-
Niente. Nessuna reazione. Possibile che dovesse tornare a mani vuote anche questa volta?
-Io sono Kanade Hoshiwaru, un'avvocato che ha combattuto migliaia di casi, ma questo è diverso da tutti-
Fece un lungo sospiro. Inutile.
-Tutti si chiedono perchè questo prigioniero non parla con nessuno nè ascolta qualcuno, ma la gente vuole comunque sapere la sua storia
 e il mistero che cela ... io voglio svelare questo segreto a tutto il mondo, ma questo sarà possibile solo se io affronterò il caso e lo vincerò...-
Ancora niente.
-Su avanti, sono sicura che il tuo nome non può essere tanto brutto che tutti ti chiamino 1519 ...- fece un lungo respiro
-Vero ... Inuyasha No Taisho?-



Il prigioniero alzò impercettibilmente il viso e sciolse finalmente le sue due iridi ambrate, vuote.
Un flebile sorriso inarcava il suo sorriso, ma non era un sorriso felice, anzi, sembrava che in sè racchiudesse tutto il dolore del mondo.
Quel nome ... si era sentito male nel sentirlo dopo tutto questo tempo, migliaia di ricordi iniziarono ad appanarli la mente. Oramai lui non era 
più Inuyasha No Taisho, oramai non era più nessuno ...
Quasi sorpreso dal fatto che lei avesse scoperto il suo "nome" girò lentamente il capo, come se pesasse tonnellate, verso di lei.
Lei deglutì, quasi scioccata. Beh, almeno si era degnato di guardarla in faccia per una volta! Forse ... forse questa era la volta buona. Lo vide 
alzarsi dalla sua fredda panchina e dirigersi verso una caraffa piena d'acqua, la quale versò in un bicchiere consumato dal tempo. Dopo di chè si 
diresse verso di lei. La donna aveva il cuore che batteva a mille per l'emozione. Finalmente avrebbe portato a termine quel tanto particolare caso, sempre
che lui glielo avesse permesso. Nel suo sguardo, anzi in ogni suo singolo fratto di viso, non vedeva altro che rassegnazione a una vita troppo crudele. 
Che cosa mai sarà successo di così terribile nella sua vita?
Lui le porse il bicchiere pieno d'acqua che accettò di buon grado.
-E' già venuta qui ben 16 volte e ogni volta l'ho rifiutata, questa è la diciasettesima volta ...- la donna sbattè più volte le palpebre. Il bicchierino quasi non le scivolò
dalle mani. Lui, il prigioniero n°1519, aveva parlato! Sì ne era sicura! Non era un sogno ... finalmente c'era riuscita, dopo tutti gli sforzi compiuti, ce l'aveva fatta!
Sì quello era sicuramente un evento da registrare sul calendario.
-Chissà quanti altri avvocati sono venuti e andati via a mani vuote ...- proseguì lui. Lei abbassò lo sguardo fiera di essere stata lei la prima che fosse riuscita a far
uscire un suono dalla sua bocca.
-Però io non voglio nemmeno che qualcuno affronti il mio caso, figuriamoci vincere o perdere- concluse lui girandosi verso il lato opposto. 
Lei lo guardò delusa dal suo rassegnamento. Perchè non voleva lottare per la propria libertà? Se almeno le dicesse qualcosa forse lei l'avrebbe potuto salvare. 
Infatti, ci avrebbe provato fino alla fine, fino a che non ci sarebbe riuscita.
-Come hai detto tu, ben 16 volte ho cercato di far crollare questo muro che ti circonda, e ora che finalmente vedo qualche speranza, non mollerò- detto ciò si voltò 
per andarsene, ma qualcosa le cadde dalla borsa senza che lei se ne fosse accorta. Qualcun' altro però lo raccolse e lo lesse velocemente.
-Il suo invito, l'ha lasciato qui- i passi della donna si fermarono di botto e si rigirò verso di lui.
-E che cosa t'importa? Tanto tu non vuoi nemmeno parlarmi, cosa t'interessa della mia vita allora?- chiese lei seccata. Un sorrisino apparì sul viso del ragazzo.
-Come non t' importa minimante di ciò che ti dico ... ma per me questo caso è molto importante e lo vincerò con tutte le mie forze, fosse l'ultima cosa che faccio!
 Infatti ho deciso che non mi sposerò fino a che non lo avrò vinto!- ora era veramente arrabbiata. Il sorriso di Inuyasha si ingrandì ulteriormente.
Era così  buffa quella donna. Dopo di chè gli si avvicino e gli strappò l'invito dalle mani indignata. Lo scrutò per diversi secondi con uno sguardo di fuoco.Anche 
lui non era da meno, infatti continuava a sostenerlo. La donna quando finalmente distolse lo sguardo e fece per andarsene, una melodia rieccheggiò nuovamente per
i fitti corridoi della prigione. La stessa di prima, quella che l'aveva rapita in un mondo parallelo senza via d'uscita. Si girò lentamente verso di lui con lo sguardo
pieno di stupore. Una leggera brezza, ora, entrava dalle fessure della finestrina a sbarre e le soffiava sul candido viso e le faceva svolazzare qualche ciocca castana.
Pensava, come una persone possa essere così "particolare", che non lascia trapelare alcuna emozione dal suo sguardo, che sembrava fuggire dal mondo intero,
ma soprattutto si domandava come sarà mai stata l'esistenza di un uomo simile. Riscossa un attimo dai suoi pensieri, prese dalla borsa un piccolo registratore e lo accese. Ora avrebbe inciso ogni singolo suono che fosse uscito dalle sue labbra, non poteva, dopo gli sforzi compiuti, farsi abbattere così.
La musica cessò e lo vide stringere i pugni, come se parlare gli fosse diventato pesante. Come biasimarlo, in fondo, stava per riverarle il più grande segreto della sua vita,
che per tutto questo tempo aveva celato nel profondo del proprio cuore. Ora era arrivato il momento della verità e lei l'avrebbe rinfacciata al mondo intero.
-Questa è una storia di due anni e mezzo fa, quando sono tornato nella mia terra d'origine dopo aver lavorato all'estero con mio padre, dove avevo vissuto la mia triste 
 infanzia, Osaka, la stessa città che mi ha creato un dolore così grande, che fino ad oggi non sono mai riuscito ad esprimere...ed è la stessa città, dove due anni
 e mezzo fa, ho trovato l'amore...- si fermò e prese un lungo respiro. Intanto Kanade si sedette accanto a lui, già presa da quella storia.
-Il suo mondo era completamente diverso dal mio ...-
-Il suo mondo? Vuoi dire che ora ... lei non è più tra noi?- chiese lei titubante sperando vivamente il contrario.
-No, lei è qui, più vicino di quanto pensa, ma purtroppo il suo mondo non comprende il mio oramai- e ancora un triste sorriso apparve sul suo viso.
-Lei ... lei sa che tu sei qui?- chiese curiosa.
-Cosa importa?- rispose lui sempre col suo sorrisetto malinconico.
-Vuol dire che ora è sposata con qualcun' altro?- chiese lei sorpresa.
-No- fu la secca risposta di n°1529.
-Ma allora se è viva, non è sposata allora perchè non è qui insieme a te?- domandò sempre più confusa. Inuyasha si girò verso di lei. 
-Vuole sapere l'ultima pagina della mia storia oppure tutto?- chiese lui con un sorrisino divertito.
-Secondo te cosa dovrei fare?- chiese lei rigirando la frittata. Lui fece una risatina sommessa. Lei lo guardò stupita. Non lo aveva mai visto così, così ... scherzoso.
-Lei vuole vivere un'intera vita in un istante- disse lui divertito. 
-N-non volevo dire questo- balbettò lei arrossendo un po' per la propria sbadataggine.
-Ma io ho vissuto la mia intera esistenza in un istante- Kanade lo fissò senza capire il significato di quelle ambigue parole.
-Com'è possibile?- chiese infine.
-A volte un momento particolare della tua vita, ti lascia un impatto profondo nell'anima, che non svanisce nemmeno dopo la morte- ora lei era ancora più confusa.
-Questo accadde nella vita di un ragazzo solitario, già, io ero un lupo solitario ma libero, ero felice, almeno credevo ... come potevo immaginare che le mie successive notti
 le avrei passate in bianco, e che la ragione sarebbe stata una ragazza, quella ragazza, della quale sto per raccontarti la storia-
-Ma io pensavo questa fosse la tua storia ...- disse perplessa.
-La sua storia e legata alla mia dal destino- tornò a fissare i fiochi raggi che attraversavano la cella.
-Io ero il suo amore, e lei la storia di questo amore, e ora, ascolti bene, che sto per svelarle il più grande segreto della mia vita- Kanade si mise sull'attento. Da quanto aveva aspettato quel momento, da quando? Ora avrebbe scoperto tutto, tutto.
-Questa storia inizia con il suo più grande sogno ... dalla sua fantasia ... dalla sua passione ...-






 

Se solo le cose fossero andate diversamente, 
se solo non avessero commesso quello sbaglio cosi`grande, 
forse non avrebbero mai dovuto soffrire cosi`tanto,
forse le loro strade non si sarebbero divise cosi`brutalmente...








Osaka, 12/01/2010



Casa Higurashi



Una esile creatura stava rannicchiata sul bordo del proprio letto. La stanza era abbastanza grande e molto luminosa. Il letto era spazioso e ricoperto di un lenzuolo
candido come la neve, scompigliato dal continuo agitarsi della ragazza.Vicino ai suoi cuscini imbottiti giacevano due peluche morbidi come la crema. 
Accanto c'era un mobiletto in legno non molto pregiato, su cui giacevano una lampada da tavolo rustica e un blocco note color blu notte. Le opache tende color avorio, impedivano ai raggi di oltrepassarne la fitta retina e i tulipani posti sul piccolo davanzale si inalzavano verso il soffitto in cerca di luce e calore. La stanza era costellata di fotografie che ritraevano delle figure sorridenti e serene sulle pareti dipinte di un fioco verde alternate ad assi di legno. 
Un sorriso incurvava le soffici labbra della ragazza. I capelli corvini erano sparsi su tutto il cuscino e le palpebre non accennavano a diminuire la presa. Continuava ad
agitarsi da un lato all'altro del letto. Ma non stava facendo un incubo, anzi, stava facendo un bellissimo sogno. Sentiva degli applausi in lontanza, grida e fischi. 
Questi elementi si sovrapponevano fino a formare ciò che tanto desiderava, ciò che ha sempre voluto, il suo sogno era... 


DRIN! DRIN! DRIN! DRIN! DRIN!


Ma purtroppo la vita a volte è crudele (e anche l'autrice XD) ... infatti proprio in quel momento trillò quella maledettissima sveglia di cui ne aveva abbastanza fino alla punta dei capelli. Avvicinò a tamponi il braccio a quella dannatissima scatolina assordante, tastando tutta la superfice del mobiletto e , quando la raggiunse, la buttò con forza in uno dei vasi pieni d'acqua, facendola tacere una volta per tutte. Dopo di che si stiracchiò e sbattè più volte gli occhi nel tentativo di tenerli aperti. Quandò finalmente li aprì,
rivelò due pozze d'argento, che brillavano come diamanti. La frangetta laterale le offuscava leggermente la vista, in quanto tutta scompigliata. I lunghi fili di seta corvini,le arrivavano fino a metà schiena scalati e le ricadevano delicati sul pigiama color della luna. Aveva 19 anni. Era magra ma con le forme al posto giusto ed anche piuttosto alta. La carnagione era chiara, mentre sulle guance si tingeva di un rosa pallido. 
Finalemente si alzò dalla sua topaia, che una volta era il suo "letto". Spostò le tende e chiuse gli occhi iniziando a respirare l'aria di quella fresca giornata. Nonostante
fosse una giornata di gennaio, era piuttosto calda.
I raggi dorati del sole le illuminavano il viso e le regalavano tepore a ogni tocco simile ad una carezza. Fece delle giravolte su se stessa e si sedette sul bordo del letto, 
con gli ancora persi nel mondo dei sogni. Attirò a se un cuscino e lo strinse forte al petto, ma poco dopo lo gettò via e corse di fronte al proprio specchio con bordature ramate. In quel momento si sentiva come una bambina piccola piccola.
Si guardò per qualche secondo e poi si sbattè una mano in fronte.
-Ah, Kagome, Kagome ...- disse scuotendo la testa.
-Ancora quel sogno eh?- si sedette sullo sgabello e prese una spazzola iniziandola a passare tra le lievi ciocche corvine e intanto continuava a parlare con la propria 
sagoma, che sembrava intrappolata interno allo specchio, in un universo parallelo.
-In ogni momento della giornata, non fai altro che sognare ogni volta la stessa cosa- disse sospirando.
-Ma che ci posso fare? E' più forte di me! E poi ... oggi e un giorno speciale, il più speciale della mia vita, uno, perchè è il compleanno di mamma, due perchè oggi...-
non riuscì a finire la frase che qualcuno le mise le mani sugli occhi.
-Chi è?- chiese la vocina.
-Mia nonna!- rispose Kagome con tono tra il seccato e il dolce.
-Oh! Su dai smettila!- disse la figura posizionandosi di fronte a lei. Era una ragazza intoro ai 23 anni. Aveva lunghi capelli castani raccolti in una coda da cavallo e due bellissimi ametisti capaci di riscaldare come occhi. Era magra quanto Kagome, ma poco più alta.
-Eh dai Sango! Non prendertela come al solito!- disse lei in tono divertito.
-Sì e ... che cosa?! Io non me la prendo mai!!! Hai capito?!- disse irritata. 
-Anzi sai quali sono le previsioni di oggi sorellina?- chiese malignamente.
-Se se come no .. no quali?- chiese guardandola perplessa.
-Salve, signore e signori, la notizia del momento è che se la signorina Kagome Higurashi continuerà a parlare con il suo riflesso, perderà il suo treno!- disse con fare da telegiornalista.
-Nah, sorellona, la "signorina" Higurashi, andrà proprio in quel treno ...- si alzò dallo sgabello e la afferrò per le spalle.
-Lo stesso che mi porterà ai miei sogni, tra migliaia di persone, una Kagome Higurashi sorellona, e il mio desiderio che si avvera, così potrò rendere fiero il     papà,t'immagini?!- disse tutta eccitata scrollandola leggermente.
-Solo questo?- domandò una figura uscendo dalle spalle di Sango. Era una ragazza leggermente minuta e poco formosa intorno ai 17 anni. La pelle era leggermente abbronzata e gli
occhi erano due smeraldi luminosi e rigorosi. I capelli color rosso fuoco erano legati in due graziose codine da dei nastrini verdi.
-Oh, Ayame ti prego non ricominciare!- dissero in coro le altre due. L'altra fece una smorfia e incurante continuò il proprio discorso.
-Sai sorellona, hai un sogno proprio umile ... i miei sì che sono sogni! Le 3 M! 
 1-Money (soldi)
 2-Mercedes
 3-Man, RICH Man (uomo ricco)...- disse già pregustando il sapore di migliaia di yen. Sango e Kagome scossero la testa.
-Sei senza speranza ...- annunciò Sango.
-Perchè dovrebbe essere qualcun' altro ad esaudire i nostri sogni?- disse una vocina alle spalle di Ayame. Una ragazza di 15 anni minuta e poco sviluppata, nonostante ciò
aveva un sorriso che sapeva riscaldarti dentro e fuori. Gli occhi erano di un bellissimo topazio imperiale caldi come la superficie del sole. Le guancette imporporate 
di un tenue rosa e i capelli corvini e lisci raccolti in un ciuffo laterale.
-Se vuoi colorare la tela della tua vita, fallo con le tue mani- disse con aria saggia. Kagome diede una leggera pacca ad Ayame.
-Ascolta Rin che ti fa bene, cara la mia sorellina- sussurrò. Ayame fece una smorfietta finta infastidita.
-E colorala in tal modo, da lasciare il mondo intero a bocca aperta, e che in ogni angolo del mondo, ci sia il nome solo di una pittrice, Rin Higurashi!- concluse il poema
con occhi luccicanti. Sango si diede una pacca sulla fronte scuotendo la testa, mentre Ayame lanciò un'occhiata a Kagome come per dire "dicevi sorellona?" la quale rispose con un sorrisetto nervoso.
-E io ... io non posso nemmeno sognare ...- concluse Sango con un velo di tristezza negl' occhi. Notando il suo cambiamento d'umore, le 3 ragazze corsero ad abbracciarla.
-Ma i sogni non sono quelli che fai di notte, sorellona, ma sono quelli che non ti fanno dormire!- dissero in coro. Lei sorrise confortata.
-Sì sì, va bene, ma ti ricordo che devi prendere un certo "treno"...- disse Sango riaprendo il discorso. Subito Kagome si staccò e si mise una mano nei capelli tutta 
preoccupata.
-Oh no! Sono in ritardo! Manca solo un'ora e mezza alla partenza del treno e devo ancora scegliere il vestito e prepararmi!- disse in preda al panico più totale.
-Non preoccuparti, ti aiutamo noi!- dissero le altre abbracciandola.


Dopo una quindicina buona di minuti persi a scegliere cosa indossare, finalmente erano pronte.
Sango teneva i capelli legati nella solita coda di cavallo. Indossava una maglietta viola, che s'intonava perfettamente con i suoi profondi occhi, scollata a "V" e un paio 
di jeans neri con sfumature bianche sulle cosce. Indossava inoltre anche una giacchetta in pelle nera a maniche lunghe e un paio di stivali sempre neri a punta con un leggero tacco e infine un foulard color lilla le fasciava il collo.
Ayame teneva invece i capelli sciolti, che le ricadevano sulla schiena. Indossava anche lei una maglietta scollata a "V" ma di un verde primaverile e una gonna in jeans 
bianca che le copriva 3/4 di coscia e sotto dei leggins del medesimo colore. Ai piedi portava due graziose ballerine color rosso fuoco, intonate ai suoi bei capelli e per
ultima una giacca in pelliccia che le arrivava fino a metà vita.
E infine Kagome indossava un vestitino color pesca scuro trattenuto da due sottili bretelline e appena sotto il seno vi era una fascia in raso nero. Le arrivava fino a metà 
coscia e sotto le ultime semplice bordature del vestito, indossava dei leggins aderenti neri e ai piedi un paio di sandali neri. Per finire un foulard sempre color pece 
in modo da, in caso di freddo, potersi coprire un po', mentre i capelli erano lasciati liberi sulle spalle.
-Bene, siamo pronte! Ora possiamo andare- disse eccitata la rossa.
-D'accordo, Kagome sei sicura di aver preso tutto?- chiese la mora.
-Certamente, ma prima dobbiamo passare a salutare il papà- le altre due annuirono.
-Uffa! Ma perchè Rin non può venire con voi?- chiese la più piccola mettendo il broncio. Kagome le si avvicinò e l'abbracciò iniziando a carezzarle i capelli.
-Ascolta sorellina, se noi tutte ce ne andremo, chi starà con papà? Lo sai che è cagionevole, non possiamo lasciarlo solo, e poi ti avviseremo di tutto quello 
che succederà. D'accordo?- chiese dolcemente guardandola negli occhi. L'altra annuì. Kagome sciolse l'abbraccio e le tre fecero per andarsene quando la voce di Rin
le fermò.
-Aspetta sorellona!- le interessate si voltarono e la guardarono perplesse. Rin sforgiò un dolcissimo sorriso a 32 denti e alzò entrambi i pollici.
-Ti auguro tutta la fortuna del mondo!- disse. Kagome, quasi commossa, le diede un bacio sulla guancia e dopo di chè si dileguò insieme alle altre.
-Vi voglio bene- sussurrò infine tra sè e sè.







Il signor Higurashi era un uomo alto e magro, capelli castano-ramati, schiaritisi con l'avanzare dell'età, e due topazi imperiale come occhi ed era il preside di una delle accademie di musica più importanti del  Giappone. Malgrado ciò, il Signor Higurashi, era un uomo che seguiva fondamentali e regole morali precise, per questo non ha mai accettato le numerose offerte di prestigio che gli erano state imposte e perciò non è riuscito ad essere un uomo fondamentalmente ricco. A lui però non importava, perchè il suo tesoro più grande erano le 4 meravigliose creature che sua moglie gli ha lasciato prima di morire.
-Signor Higurashi, lei sa benissimo che la Sen Goku Art Accademy è una delle scuole più importanti della regione, ma tutti sanno che avete mancanza di fondi-
-Che cosa intende dire?- chiese l'uomo freddandolo con sguardo.
-Chissà quante piccole stelle ha generato questa scuola, ma non ha mai preso donazioni, perchè è contro i suoi principi morali, a causa dei quali la scuola sta subendo    grossi danni economici- proseguì l'uomo baffuto. Higurashi incrocio le mani sotto il mento, appoggiandocelo sopra.
-Mi dica Signor Fujiikama, che cosa vuole dunque?-
-Oh, andiamo, lei è una persona intelligente. Si ricorda che l'anno scorso lei aveva rifiutato l'ammissione di mio figlio a quest'accademia?Ebbene  sono qui per questo.
 Anche lei ha figli Sig. Higurashi, lei  tenga felici i suoi i figli e io i miei- concluse mettendo una valigietta nera sulla scrivania.     L'aprì, rivelando un sacco di quattrini, ma 
l'espressione di Higurashi non mutò. Era serio, molto serio.
-Lei pensa veramente che io venderei la mia onestà, per qualche mucchietto di Yen? Lasci che glielo dica Fujiikama, lei è un uomo spregevole- l'uomo in questione 
arricciò il naso irritato.
-Se ne pentirà, se ne pentirà moltissimo, pensa di allevare i propri figli raccontando queste storie da strapazzo?!-
-Senta Fujiikama, lei vuole salvare suo figlio dall'impegnarsi, perciò mi dispiace ma non accetto- l'uomo si alzò indignato e fece per andarsene ma ancora una volta 
la voce fredda del Preside lo fermò.
-Un'ultima cosa Fujiikama, non importa se non ho potuto dare una vita di lusso ai miei bambini, ma almeno li ho educati al meglio, loro sanno che i talenti delle persone
 non si possono comprare, ma che se hai talento, i soldi arrivano comunque- disse quasi divertito. L'uomo incalzò il passo e sparì tra i corridoi della scuola. 
Poco dopo però entrò un altro uomo sulla cinquantina e un po' cicciottello.
-Buongiorno Signor Higurashi- disse accomodandosi sulla sedia.
-Salve signor Kashima, che onore averla qua. Qualcosa non va?- chiese strindendogli la mano.
-A dire il vero sono venuto a informarla di un'ottima notizia. Sa la piccola festa che stasera si terrà qui a scuola? Ebbene io e i miei collaboratori abbiamo deciso di 
 attendere una piccola premiazione, alla quale lei riceverà un titolo e la promozione- concluse tutto contento.
-Rispetto la vostra scelta ma io sono già il preside di questa scuola, cos'altro mi serve ancora?- 
-Un'accademia che abbia un preside come lei, che in 30 anni di duro lavoro, non ha mai chiesto una singola ferie e nemmeno chiesto l'aumento dello stipendio, credo
 che sia anche dovere della scuola, premiarla- Higurashi a quelle parole sorrise, fiero del proprio lavoro.
-Congratulazioni Signor Higurashi, oggia è la sua giornata-
-La ringrazio- e dopo aver stretto nuovamente la mano se ne andò. Subito dopo però delle faccine sorridenti entrarono nell'ufficio.
-E così ha ottenuto la promozione eh, signor Preside?- chiese Kagome al settimo cielo.
-E così avete origliato eh? Brutte pesti!- disse in tono scherzoso. Le ragazze corsero ad abbracciarlo.
-Congratulazioni signor Preside- dissero in coro.
-Vi ringrazio, ma solo perchè sono il preside di questa scuola, non vuol dire che anche le mie figlie mi debbano chiamare così- disse tra l'infastidito e il divertito.
Ora sembrava un'altra persona rispetto a prima.
-D'accordo Preside ... volevo dire ... papà- balbettò Kagome.
-Com'è fortunata questa giornata, il compleanno di mamma, la promozione di papà e infine il sogno di Kagome- disse Ayame.
-Ma papà, se noi andiamo con Kagome, con chi andrai alla cerimonia?- chiese Sango.
-Che domande, ci andrò insieme a Rin- concluse lui.
-Ok, allora noi andiamo fuori e cerchiamo un taxi, tu sbrigati a venire Kagome, ciao papà- disse Sango, dopo di che entrambe le sorelle diedero un bacio sulla guancia 
al padre e uscirono. L'uomo intanto tirò fuori una lettera e la porse a Kagome.
-Non dirmi che questa è...- l'uomo annuì. Kagome fissò l'oggetto che aveva tra le mani e gli occhi le si inumidirono e d'istinto abbracciò il padre, nascondendo il viso 
nel suo petto.
-Vorrei tanto ... vorrei tanto che la mamma fosse qui con noi papà- disse in un sussurro. Il padre le asciugò una lacrima che era scesa furtiva.
-Tua madre mi aveva detto di dartela quando sarebbe arrivato il momento, questa l'ha scritta solo per te- disse in tono dolce.
-Grazie- sussurrò.
-Ma ora sbrigati o farai tardi!- 
-E' vero! Ciao papà ti voglio bene- disse dandoli un bacio sulla guancia. Anche quuesta volta fece per andarsene, ma la voce del padre la bloccò.
L'uomo sorrise e alzò i pollici.
-Buona fortuna tesoro- Kagome sorrise.
-Grazie, ne avrò bisogno!- e sparì anche lei.







Kagome era seduta su una panchina alla Stazione ferroviaria di Osaka. In mano aveva quella tanto argua lettera di cui tante volte si era immaginata il contenuto.
Sango e Ayame erano già che aspettavano a bordo del treno, mentre lei voleva prima leggere la lettera.


"Mia piccola Kagome,
 questa è la mia prima e ultima lettera per te. So che andando avanti con quensta mia malattia, non sarò in grado di vederti crescere, il tuo futuro,
 perchè ancora prima di questo io non ci sarò più. Ma non preoccuparti, io sarò sempre nei vostri cuori...
 Nella vita di ognuno di noi, arriva un momento particolare che ce la cambia radicalmente. Non so quando quel  momento arriverà per te, ma so di certo che il regalo
 più grande che una madre possa fare alla propria figlia è la sua esperienza, che oggi voglio darti.
 Prima di tutto, non rovinare mai la vita di qualcun'altro per vivere la tua ...
 Secondo, ricorda che dopo ogni giornata di sole c'è ombra, se verrà un brutto periodo nella tua vita, anche quello se ne andrà, non perdere mai la speranza, perche` 
 prima o poi il sole risorge sempre ...
 E ultima ma non meno importante, desidero che ogni tuo desiderio si avveri, ma che sogno sarebbe, se non condiviso con qualcuno?
 Desidero che qualcuno arrivi nella tua vita, qualcuno di speciale, e che la renda  più bella dei sogni ...
 E ricorda sempre, se mai ti sembrase che la vita ti stia sfuggendo di mano ... "



Sentì un fischio in lontanza.
Un fischio ... perchè le faceva venire i brividi quel suono?
Un'altro.
Ancora uno.
Delle voci, voci famigliari.
Cosa stava succedendo.
Un orribile presentimento le balenò nella mente.
Alzò gli occhi leggermente lucidi dalla lettera e quel che vide non le piaque affatto. Il treno stava partendo e le sue sorelle sbracciavano nel tentativo di attirare la sua attenzione.Come per istinto, nel panico più totale, finì di leggere la frase che avveva lasciato incompleta.


"E ricorda sempre, se mai ti sembrasse che la vita ti stia sfuggendo di mano, allora corri, corri bambina mia ..."


Corri, corri, corri. Queste parole le rimbombavano nella mente e di scatto si alzò e rimise velocemente a posto la lettera.
Iniziò a correre. Non vedeva altra soluzione. Iniziò a correre. Non sapeva che altro fare.
Era nel panico più totale. Il cuore le batteva all'impazzata, quasi volesse esplodere e stava sudando freddo.
Che fosse quella la fine dei suoi sogni? Delle sue speranze? Non poteva crederci ... era troppo presto per mollare ... non aveva nemmeno intrapreso la sua carriera!
Come poteva immaginare che tutto si sarebbe frantumato in quel modo? Perchè? Che cosa aveva fatto di male?






"Una bambina piangeva in mezzo al prato e aveva le goti tutte arrossate.
 -Cosa c'è piccola mia? Perchè stai piangendo?- chiese sua madre con un tono dolce.
 -Quei bambini mi hanno pleso in gilo, hanno detto che ton tono abbatanta folte- la donna l'abbracciò e iniziò ad accarezzarle i capelli.
 -Ma non devi piangere, tesoro. Devi affrontarli, devi dimostrare loro che tu sei la migliore e che tu non ti arrendi mai- la bambina alzò gli occhi pieni di stupore, ma 
 subito riscoppiò a piangere.
 -Non è velo! Io ton sono così colaggiosa pultroppo- la donna sorrise.
 -Ti fidi di me?- chiese amorevolmente. La piccola annuì.
 -Allora vai e dimostra quanto vali!- disse sempre con un confortante sorriso.
 -Tu credi che ce la falò?-
 -Certamente piccola mia-
 -Mamma, tu mi vuoi bene?- chiese arrossendo un po'.
 -Ma certo tesoro che domande fai- disse scompigliandole i capelli.
 -Quanto?-
 -Tu per me sei più importante della mia stessa vita, tu sei la mia stella nel buio, tu sei ...- una lacrima le scivolò lenta giù dalla guancia.
 -No mammina, non piangele, adesso vado e faccio vedele a quei sbluffoni!- la donna sorrise e le diede un bacio sulla fronte.
 -Ricorda, non perdere il coraggio e non arrenderti mai- la bambina felice saltellò via.
 Esattamente 1 anno dopo sua madre morì. Solo ora la bambina capiva il motivo di quella lacrima."


"-Aspetta sorellona!- le interessate si voltarono e la guardarono perplesse. Rin sforgiò un dolcissimo sorriso a 32 denti e alzò entrambi i pollici.
 -Ti auguro tutta la fortuna del mondo!- disse. Kagome, quasi commossa, le diede un bacio sulla guancia "


"L'uomo sorrise e alzò i pollici.
 -Buona fortuna tesoro- Kagome sorrise.
 -Grazie, ne avrò bisogno!- "






No, non poteva arrendersi. Doveva lottare per lei, per le sue sorelle, per suo padre ma sopratutto per la sua dolce mamma. Costi quel che costi, lei sarebbe salita in quel treno!





Ero seduto nella mia cabina, in treno. Che cavolo! Io non lo voglio fare quel maledetto concorso! Tanto nessuna sa cantare, sono tutte delle galline spennacchiate che 
non fanno altro che strillare, altro che cantare! Non sono altro che delle racchie che si credono modelle e l'unica cosa buona che sanno fare è flirtare con in ragazzi,
abbindolarli, prendere i loro soldi e buttarli via come carta igenica. Bleah!
Vengo riscosso dai miei pensieri quando vedo due ragazze, una rossa e una mora, a dir poco preoccupate dirigersi verso una delle vie d'uscita del treno, anzi, di questo vecchio catorcio! Seguo con lo sguardo i loro movimenti e mi porgo leggermente dal finestrino guardando verso la direzione in cui si erano dirette.
Sgrano leggermente gli occhi e corrugo le soppracciglia. Vedo una folle, una malata di cervello, che corre come una forsennata nel tentativo di salire a bordo.
Che gente! Imparare ad arrivare puntuali no eh? Aaaah! Odio i ritardatari!!! Mi risiedo incurante della situazione. Mi alzo.





Ora stavo correndo con un braccio teso in avanti nel tentativo di aggrapparmi a qualcosa, ma era inutile. No! No! No! Ti prego mamma, aiutami tu!
Io non voglio rinunciare al mio sogno. Questa per me è un'oppurtunità più unica che rara. Non voglio! Vi prego, qualcuno mi aiuti!
Insomma! Un sacco di gente dovrebbe avermi visto eppure non si è degnata di aiutarmi. Sango e Ayame sono ancora troppo lontantane, non ce la farò mai 
a raggiungerle in tempo! Ti prego, mamma!


" ...sono sicura che ci sarà sempre qualcuno ..."


Come per magia, sembrò che qualcuno avesse ascoltato la sua preghiera, e un barlume di speranza si accese nei suoi occhi.


" ...ci sarà sempre qualcuno pronto a tenderti una mano ... "


Vide una mano allungarsi verso di lei. Come se fosse in una favola, il tempo le sembrò fermarsi. Il vento soffiare più lentamente, i suoni dissolversi piano piano.
E il cuore che riprendeva a battere normalmente. Sperava solo che non si tratasse di un miraggio. Anche i piedi oramai le facevano male. Non sarebbe riuscita a corerre 
a lungo.


" ... qualcuno per aiutarti, per sorreggerti ..."


Senza pensare due volte afferrò la mano dello sconosciuto, affidandosi ciecamente ad esso. Strinse più che poteva, quasi avesse paura di perderlo.


" ... e che ti porterà alla tua destinazione, alla tua vita ..."


Lui la tirò verso di sè, la fece salire dentro e la spinse contro il muro perchè non cadesse. Appena in tempo.


" ...verso il tuo destino ..."


Erano al buio e non riuscivano a distinguersi i visi, e prima era successo tutto in fretta che non avevano avuto il tempo di soffermarsi a guardarsi.
Il respiro di lei era affanato, le guance arrossate mentre le gocce di sudore scivolavano lente lungo le tempie ...
lui apparentemente calmo, ma dal suo respiro si poteva intuire un percentuale minima di agitazione.
Erano ancora lì. Mano nella mano. Diamanti in Quarzi citrini. Intenti a fissarsi. A perdersi l'uno nell'altro. A fondersi. 


" ... con amore, mamma."










* Angolo Autrice *

Hello People! ^^
E cosi`, come promesso, ho ri-pubblicato la storia! Come avrete notato ho cambiato leggermente il titolo, ma scoprirete piu` avanti il perche` :D
E poi, da una parte e`stato un bene avere l'opportunita` di postarla nuovamente, cosi` potro`modificare quelle piccole incertezze che avevo prima ^_^
Allora, bando alle ciance, e` strano a dirsi ma ... come vi e`sembrato il capitolo? XD No, perche`alcuno l'hanno gia`letto, quindi mi fa uno strano effetto chiederlo, ma lo chiedo a coloro che magari lo leggeranno la prima volta ^^
Scusate se non mi soffermo ma sono di fretta.
Vi aspetto numerosi come prima! ;) 
alla proxxima

Baci, Lullaby 99 ^^
  
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