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Autore: esse198    24/10/2013    3 recensioni
Anya è una ragazza come tante, con l'unico vantaggio di lavorare negli studi dove viene realizzata la sua serie preferita "Doctor Who". un passo dopo l'altro il "destino" la avvicinerà a Matt.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matt Smith, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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On the road 

Matt aveva appena finito le prove. Per la prima volta aveva provato un leggero disappunto per quella prova improvvisa. Per la prima volta avrebbe preferito essere altrove, con qualcun altro. Quando aveva controllato il cellulare e non aveva trovato chiamate o messaggi di Anya si preoccupò un po’.
Mentre raggiungeva la macchina la chiamò.
Il tono non era triste né distaccato. Avvertì un po’ della sua solita esitazione. Preferì non chiederle nulla. Voleva parlarle di presenza. Si limitò a chiedere dove fosse per poterla raggiungere.
Durante il tragitto in macchina pensò di nuovo alla sera prima. Gli era dispiaciuto per come erano andate le cose. Per la loro prima uscita pubblica sperava che andasse tutto bene. Anche se… non è che fosse andata proprio male: Anya aveva legato un po’ con tutti, persino con Karen da cui sembrava intimorita.
Ma poi c’era stato lo sfogo a fine serata, che non aveva previsto, e che, doveva ammetterlo, lo aveva confuso. Quasi spaventato. Era rimasto colpito da tanta confusione e da tanta irruenza. Anya non era il tipo da scenate, non per quanto la conosceva. E in effetti, si rese conto, non la conosceva abbastanza. Ma pensò anche che la ragazza aveva affrontato un lungo viaggio e forse era scoppiata anche per stanchezza.
Intanto era arrivato presso il locale che gli aveva indicato Anya. Il locale aveva delle grandi vetrate che lasciavano vedere dentro. E la vide seduta insieme ad altre tre persone. La vide sorridere e ridere, la vide a suo agio. Diversamente dalla sera prima. E d’istinto rimase un po’ fermo, ad osservarla da fuori. E ripensò a quel suo discorso sui “mondi diversi” e soprattutto si accorse di aver sempre pensato a lei come a una persona solitaria. Non sapeva bene il perché, forse perché lei gli aveva parlato molto della sua famiglia, degli amici in Italia e poco di chi aveva conosciuto a Londra. Aveva sempre avuto l’impressione che forse non si era del tutto integrata. Provò la stessa sorpresa di quando l’aveva vista in giro per Londra con un’amica a fare compre. E capì che quasi sicuramente si era sbagliato su di lei.
Quando entrò, le andò incontrò sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi. Lei, appena lo vide, si alzò e fece un passo per andargli incontro, ma si fermò e lasciò che fosse lui a raggiungerla. Si salutarono impacciati e infine Anya lo invitò a sedersi.
Dopo le prime presentazioni, Matt adocchiò il dolce di Anya:
- Sembra buono. Lo è? – le chiese.
- Sì, molto.
- È il secondo pezzo! – disse Giorgio in inglese.
- Allora dev’essere buonissimo. – concluse Matt facendo un cenno al cameriere per ordinare.
Dopo i primi convenevoli i ragazzi tornarono sulle loro mappe a confabulare in italiano. Intanto il dolce di Matt era già arrivato e mentre se lo gustava lentamente guardava i tre con curiosità e girava uno sguardo interrogativo ad Anya, come a chiedere delle spiegazioni. Lei allora gli fece un breve riassunto della situazione e di cosa stavano tanto discutendo da ore ormai, senza riuscire a prendere una decisione. Matt adocchiò il punto cerchiato sulla cartina e gli brillò una luce negli occhi, di chi ha appena avuto un’idea geniale.
- Vogliamo andare anche noi?
- Dove? Al museo di architettura? – aveva chiesto stranita Anya.
- Beh, non proprio al museo, ma in quella zona. Me ne hanno sempre parlato un gran bene. Ti va? Così facciamo anche la nostra buona azione quotidiana dando un passaggio a loro. Che dici?
- Dico che loro sarebbero entusiasti! – esclamò la ragazza contenta anche per i ragazzi.
- E tu?
Lei gli rivolse un sorriso aperto e complice.
Era strano ritrovarsi in gesti e cenni di complicità, in quel guardarsi e capirsi immediato. Nonostante l’imbarazzo e l’insicurezza sembravano aver ritrovato un terreno comune. Qualche minuto dopo uscirono dal locale tra l’entusiasmo e i ripetuti ringraziamenti dei tre ragazzi. Matt e Anya avanzavano verso l’auto, Matt aveva accelerato un po’ il passo per restare qualche attimo da solo con la ragazza.
- Com’è andata la mattinata? Cosa hai fatto di bello?
- Me ne sono andata in giro, un po’ a zonzo.
Le sorrise compiaciuto.
- Hai fatto shopping, vedo. – si riferiva ai due sacchetti di Anya. Quest’ultima annuì e Matt chiese cosa aveva comprato.
- Sciarpe… - rispose lei titubante, probabilmente perché sapeva cosa avrebbe commentato lui.
- A luglio? – disse infatti.
- Sono di cotone, fresche e morbide. Se la sera fa un po’ freschino sono perfette. – cercò di giustificarsi lei, in realtà aveva un’insana passione per le sciarpe. Dopo  qualche secondo di esitazione aggiunse: - Ne ho presa una anche per te.
Matt si voltò a guardarla perplesso:
- Per me?
Anya confermò con un cenno della testa.
- Non ho resistito. – aggiunse.
- In che senso?
La ragazza prese il sacchetto ed estrasse una lunga sciarpa con le tonalità del verde, dal più chiaro al più scuro in un effetto molto bello e rilassante.
- Verde… come i tuoi occhi. – disse timidamente.
Matt sorrise di nuovo, lievemente imbarazzato, colto di sorpresa da quella sua improvvisa svolta lusinghiera. Prese la sciarpa in mano:
- È molto bella. Grazie. – disse accarezzando a lungo il tessuto.
Erano arrivati alla macchina. Anya mise il sacchetto con la sua sciarpa nella sua borsa e salì accanto al posto di guida.
Il viaggio fu molto movimentato e divertente. Solo a tratti faticoso per Anya che a volte doveva fare le traduzioni dall’inglese all’italiano e viceversa. E fu faticoso rispondere alle domande di Sara che voleva sapere di Matt e, quindi, spiegare che Matt Smith era un attore famoso e affermato, anche se poco conosciuto in Italia. Fu faticoso perché spiegare il successo di Matt comportava raccontare la serie di cui era il protagonista e ciò comportava il rischio di mostrare il suo lato fanatico. Ma a quel punto intervenne anche Matt parlando lui stesso con entusiasmo dello show e dicendo che grazie ad esso era stato una volta in Italia.
- Dove? – aveva chiesto ancora Sara, sempre più curiosa e piena di domande. 
- Venezia. Ma solo per pochissimi giorni. Tu ci sei stata, a Venezia? – chiese ad Anya.
Era stata una delle prime città che aveva visitato appena aveva potuto viaggiare da sola o con gli amici. Era una delle sue mete preferite. E ci sarebbe tornata molto volentieri.
E fu divertente perché mentre Tommaso, Sara e Giorgio facevano degli strafalcioni con l’inglese, Matt tentava di imparare qualche parola in italiano, ma la sua pronuncia provocava sempre una certa ilarità.
Dopo un’ora e mezza di viaggio, trascorsa velocemente, arrivarono nei pressi del museo. Lasciarono i tre aspiranti architetti davanti l’entrata del museo, non prima di aver strappato la promessa di rivedersi. Si abbracciarono e si salutarono, strapazzarono un po’, affettuosamente, Anya, che a causa della sua corporatura minuta suscitava sempre una certa tenerezza.
Una volta rimasti soli, Anya e Matt andarono in esplorazione del nuovo posto.
 
 
 
  
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