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Autore: Eternal Cosmos    14/04/2008    7 recensioni
Harry ha vinto la guerra contro Voldemort, ma ad un alto prezzo terribile. Fawkes gli dà un'altra opportunità in un mondo nuovo, dove lui morì come un infante...e dove Voldemort ancora è appostato nelle ombre...
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The World Without Me
di Eternal Cosmos

tradotto da Mezzo_E_Mezzo

Rinuncia: Non possiedo Harry Potter

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Capitolo 24: [ Roaming rodent ] Roditore a piede libero
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Tutto era lo stesso nell'area dei sotterranei. Nessuno vi aveva più messo piede, fatta eccezione per Severus Snape, e Albus Dumbledore neanche così spesso. Così era, finché la porta dell'aula di pozioni si aprì lentamente tutto d'un tratto e ne sbucò un ragazzo egualmente silenzioso.
Harry Potter scoccò un'ultimo sguardo all'uomo seduto alla propria cattedra, prima di chiudere la porta con un lieve click. La prossima mossa sarebbe toccata a Severus, sembrava, ma erano almeno giunti a una sorta di tregua.
Da parte propria, l'ex-spia stava confortevolmente seduta nella sua poltrona di pelle nera. La sua fronte gli poggiava pesantemente sul palmo e stava ancora occhieggiando duramente i resti di Nagini.
Era così stressato che chiamò un Elfo Domestico e gli chiese, o meglio gli ordinò, un bicchiere di whisky Incendiario, che ottenne immediatamente prima che la creatura tremante tornasse nelle cucine. L'uomo ignorò l'Elfo Domestico e ingollò il drink in una volta sola. Aveva molto su cui riflettere…

Flashback (Severus POV*)
Camminavo avanti ed indietro borbottando tra me e me, quando qualcuno bussò alla porta dell'aula. “CHE C'E'?” Non lo sapeva la gente di sopra che volevo essere lasciato in pace!?
Spalancai la porta e cambiai colorito in rapida successione per due volte. “Che cosa stai facendo qui Potter?” Infierii su di lui con un'occhiata sospettosa, ma dannato ragazzo: non indietreggiò di paura e sostenne il mio sguardo con tutta la serietà del mondo.
“Mi permetterà di parlare o si limiterà solamente ad insultarmi?”
Il fegato che aveva quel ragazzo! Ma replicai che avrei trattenuto la mia lingua tagliente finché non fosse stato fuori dalla mia vista. La risposta mi parve abbastanza buona, perché sorrise risoluto e prese qualcosa da sotto il proprio mantello –Mi era sembrato che avesse un aspetto più rotondeggiante del solito- ed io feci immediatamente un balzo all'indietro.
“SANTA MADRE DI MERLINO!” Potter, per nulla scoraggiato dalla mia sonora esclamazione, si limitò a seguirmi nell'aula e chiuse la porta dietro di sè.
Ebbi la bacchetta puntata contro di lui in un attimo. Il mio braccio tremava; lo vide ma non fece commenti.
Lo scrutai guardingo mentre deponeva il serpente immobile sulla mia cattedra e si sedeva. Il suo dannato sguardo m'innervosiva.
“Non sono Voldemort, sa. Può abbassare la bacchetta.”
Parlò con calma, sorprendendomi. Ghignai, tentando di recuperare un po' della mia perduta dignità. “Allora che cos'è che hai sul braccio?”
Potter spostò per un momento lo sguardo sul proprio braccio. “Lei possiede frammenti di ricordi che non le sono propri, da quando l'ho spedita nell'ala dell'ospedale, giusto?”
Quello che disse mi fece sobbalzare e mi ricordai del perché la sua presenza mi infastidisse, prima di tutto. “Non è certo un tuo merito! Mi hai attaccato!”
Stavo rapidamente perdendo la pazienza ma quindi il ragazzo mi disse che avevo dato senza dubbio io inizio allo scontro, e lui si era difeso. Non volli ammetterlo ad alta voce, ma la bestiolina aveva ragione; mi ero spinto un po' troppo oltre quel giorno perché volevo assolutamente che al ragazzo andasse storto qualcosa.
Sospirai stancamente e mi sedetti sulla mia sedia. Lui occhieggiò senza espressione il mio bicchiere vuoto di whisky Incendiario, aspettando che fossi io a dire per primo qualcosa. “Perché sei qui? Che cos'è questo?” Dissi interrogativamente, puntando un dito pallido alla –cosa- sulla mia cattedra.
“Ho pensato che avrebbe potuto usare i suoi resti per le sue pozioni dato che già usa le uova dell'Ashwinder di Hagrid. Ad ogni modo, di sicuro le saranno utili la sua pelle e il suo veleno.”
L'aria pensierosa di Potter mi diede da pensare: non era affatto simile a suo padre. E come diamine faceva a sapere del serpente del fuoco di Hagrid?
“Ma prima di tutto come hai fatto ad ucciderla? Appartiene… Apparteneva al Signore Oscuro, deve aver avuto su di sè degli incantesimi protettivi.” Fu allora che poggiò il suo braccio tatuato sulla mia cattedra.
“E' qui che la mia Nagini entra in scena.”
‘La sua Nagini!’ Se fossi stato uno studente me ne sarei uscito con un echeggiante “E che c***o è?” Ma dato che non lo ero, optai per un ben dosato sguardaccio alla “Adesso-Spiegami-tutto”.
Nagini, vieni fuori per favore e non fare del male all'uomo di fronte a te.
Mi spostai all'indietro ed ebbi di nuovo la bacchetta in pugno quando il tatuaggio si mosse sul serio e fuoriuscì dal braccio di Potter.
‘IlragazzoèunRettilofono!IlragazzoèunRettilofono!!’ si srotolò ancora e ancora nella mia testa.
“Si sieda per favore, e metta la via la bacchetta. Le ho chiesto di non attaccarla, ma diventerà ostile se si sente minacciata, e anche di più se crede che io sia in pericolo.”
Non potevo credere a ciò che il ragazzo mi stava chiedendo, mentre occhieggiai all'esatta copia di Nagini che mi scrutava con intensità, quasi invitandomi a fare una mossa sbagliata. Non le diedi quella soddisfazione e misi via la bacchetta, tenendomela però vicino giusto in caso di bisogno.
“Bene. Ora, sanno già tutti che sono un Rettilofono, e non dovrà mantenere la riservatezza. Spero solo che non accada nulla di simile al mio secondo anno…” mormorò Potter sottovoce.
Lo pressai a continuare con un grugnito impaziente.
“D'accordo. Non le spiegherò tutto, ma durante l'ultima battaglia ho scoperto che Nagini era stata per tutto il tempo sotto l'influenza di Voldemort. Mi ha chiesto se poteva venire con me e io ho accettato, per quanto possa suonare bizzarro. quando le mie bacchette si sono unite in una, mi è apparso questo tatuaggio sul braccio.” Potter indicò il marchio nero sul suo avambraccio sinistro.
Non era un Marchio Oscuro, di quello ne ero sicuro, ma non mi riuscì di decifrare che tipo di linguaggio fosse. La mia curiosità ebbe la meglio e il ragazzo replicò che era Serpentese scritto. Il marchio voleva dire ‘serpente’, niente di più semplice.
Potter interruppe le mie riflessioni quando continuò. “Ogni volta che la mia Nagini è vicina sento del calore, ma non mi fa male. Sono quasi caduto in errore quando quella malvagia si è mostrata prima della mia ma il modo in cui parlava mi ha immediatamente messo in allerta. Mi lasci dire che ero davvero in una brutta situazione, fino a che la mia cara” carezzò il capo di Nagini amorosamente “è arrivata e ha minacciato quest'altra.” fece un cenno col capo verso il serpente morto con disgusto.
“Hanno iniziato a combattere ma poiché hanno la stessa forza, ho usato un momento di distrazione per pestarle la coda. Così c'è stato abbastanza tempo per la mia Nagini di strangolare l'altra. Ho lasciato Remus e Sirius nella Sala Grande a spiegare a Dumbledore come sono divenuto un Rettilofono, anche se solo a lui e agli insegnanti. Ho realmente bisogno di imparare a fidarmi di loro, se voglio che abbiano fiducia in me.”
Aprii la bocca ma il ragazzo mi bloccò con uno sguardo prima che potessi pronunciare una sola parola.
“Non ho mai desiderato essere famoso nel mio mondo.”
Sbattei le palpebre all'inaspettata affermazione.
“Famoso a causa di qualcosa di cui non possedevo nemmeno il ricordo; qualcosa che ho fatto quando avevo appena un anno. Voldemort giunse a Godric’s Hollow proprio come in questo mondo. Quello che li differenzia è che io sopravvissi e che l'Harry di qui non ci riuscì. Voldemort ha fatto qualcosa di diverso qui. Non ha tentato di uccidermi con...Beh, qui, mi ha ucciso strangolandomi.”
Supposi che questo voleva dire che qualunque cosa fosse accaduta nel suo mondo quando era un bambino, gli aveva procurato quella cicatrice maledetta sulla fronte. Non gli domandai quale fosse stata la maledizione che il Signore Oscuro gli aveva scagliato contro; per qualche motivo ebbi il presentimento che una domanda simile avrebbe oltrepassato i limiti del ragazzo e sarebbe equivalso ad un intrusione in ambito molto personale. “Perché hai deciso di dirmi tutto questo proprio adesso? Ho tentato più di una volta di ottenere da te queste informazioni con la forza.”
La luce negli occhi del ragazzo ebbe un guizzo. “Vero, è stato una PIAGA da quando sono arrivato qui.”
IL FEGATO DI QUEL RAGAZZINO!
Stavo per dargli una lezioncina, quando ridacchiò tristemente. “Ma suppongo che sapevo che avrei potuto fidarmi di lei ad ogni modo, se avessi avuto bisogno di aiuto. Nel mio mondo la nostra amicizia non si sviluppò fino alla fine del mio sesto anno. Ci punzecchiavamo e ostacolavamo l'un l'altro in continuazione. Lei tentava di subissarmi di punizioni alla minima mossa falsa durante le sue lezioni, favoriva gli Slytherin, era pungente, sarcastico e sempre sospettoso. Heh! Era un Mangiamorte… ma anche una spia.”
Il mio cuore fece un balzo: il ragazzo sapeva che avevo qualcosa di vile marchiato sul braccio sinistro. Perché mi sentii così soddisfatto quando riconobbe che ero una spia? Anche lui lo disse con una sorta d'orgoglio nella voce.
“Sa, non l'ho mai realmente odiata. Il modo in cui mi trattava, sì, ma non lei. Mi ha sempre trattato come se fossi un qualsiasi studente, non un ragazzo dorato messo su un piedistallo pronto per essere compatito. In realtà, è stato lei a insegnarmi l'Occlumanzia. Richiese molti sforzi, ma riuscii a padroneggiarla sotto la sua tutela al nostro secondo tentativo. Il primo durante il mio quinto anno… Non voglio parlarne.”
Rimasi sorpreso e credo che risultò evidente sulla mia faccia, perché il ragazzo sorrise. “Come siamo diventati… amici?” Chiesi con un po' d'insicurezza.
Potter rise, e quindi ghignò. “Suppongo che sia stato soltanto che ci siamo salvati l'un l'altro la pelle troppe volte.” Quindi mutò espressione. “Volevo anche parlarle della Wolfsbane. Avevo programmato di dirglielo, ad ogni modo. In realtà, non so il motivo per cui non sia riuscito a crearla qui. Credo che avere continuamente Voldemort attorno non le abbia concesso il tempo per finire la pozione.”
“Vuoi dire…?”
“Già. Fu lei ad inventare originariamente la Wolfsbane, e io l'ho perfezionata in modo che la trasformazione fosse meno dolorosa e il sapore meno repulsivo. Chi avrebbe mai potuto sapere che non avendo lei intorno, a fissare ogni movimento che facevo e standomi col fiato sul collo, avrei mostrato un qualche talento in Pozioni? Comunque, Difesa Contro le Arti Oscure è ancora la mia materia preferita. L'unica lezione in cui battevo Hermione e ne vado fiero, sebbene non fossi mai stato troppo lontano dal suo livello. Essere “educato” dai Dursley non aiutò quando entrai per la prima volta nel Mondo Magico.”
Fissai il muro dietro il ragazzo. ‘Stupidi babbani…’
Potter si alzò e si diresse alla porta. Il suo serpente era avvolto comodamente attorno alle sue spalle. Mi agitava ancora avere sotto gli occhi Nagini ma non lo diedi a vedere; dopotutto, la sua controparte aveva terrorizzato innumerevoli Mangiamorte su richiesta del suo Master. I nostri sguardi s'incrociarono prima che il ragazzo uscisse, e provai un'immenso sollievo in testa d'improvviso. Fui grato che avesse finalmente annullato l'influenza dei suoi ricordi nella mia mente e glielo dimostrai con un cenno del capo. Sì, avevo molto su cui riflettere.
Fine Flashback (Fine Severus POV)

Harry chiuse la porta e sospirò. ‘E' andata meglio di quanto mi aspettassi.’
Stava per risalire le scale in direzione della Sala Grande quando sentì alcuni rumori nell'ombra. I suoi occhi s'assottigliarono immediatamente e con un movimento del polso ebbe la bacchetta in mano. Si tese, aspettando un attacco che non venne mai. I suoi occhi rotearono di disappunto quando sentì ridolini e lievi sussurri; sapeva esattamente chi era.
“C'è una ragione per cui stareste nella parte del castello di Snape, Fred e George Weasley?” chiamò pigramente.
Il rumore cessò. “Come hai saputo che eravamo noi?” Fred, o era George? domandò curioso, una volta che furono fuori dalle ombre.
Harry sospirò. “Lo sapevo e basta. Perché siete qui? Lasciate in pace il povero Snape. Ha già avuto la sua razione di scherzi e gli basterà per una vita intera, e non sto parlando dei vostri. I Malandrini gliene giocarono uno pesante. Su, andiamo via da qui, fa freddo.”
Entrambi i rossi lo seguirono, occhieggiando il serpente silenzioso sulle sue spalle con cautela, ma non senza un certo interesse. “Che dici di te, Potter? Che facevi nell'aula di Snape?”
“Chiamatemi Harry. Abbiamo semplicemente sostenuto una conversazione mediamente lunga.”
“Di' un po'… che effetto fa parlare con i serpenti? Non ti spaventa?”
Harry guardò i gemelli e dedusse che fosse stato Fred a porgli la domanda. “Sono sorpreso che tu abbia avuto le pa**e di chiedermelo. So che chiunque altro mi svaluterebbe a causa di Nagini. Ma suppongo che fosse anche per questo che mi piacevate molto nell'altro mondo: non avevate mai paura di dire quello che vi passava per la testa.”
Entrambi i ragazzi arrossirono.
“A dire la verità, non ho saputo di essere un Rettilofono fino al mio secondo anno ad Hogwarts. Malfoy e io stavamo duellando quando lui usò un Serpensortia. Il serpente s'irritò quando Lockhart usò alcuni incantesimi ridicoli contro di lui e io gli dissi di trattenersi dall'attaccare. Fu allora che mi dissero che ero un Rettilofono e ci mancò poco che tutta la scuola mi linciasse per questo. Quest'abilità non sarebbe potuta venir fuori in un momento peggiore, perché la Camera dei Segreti era stata riaperta e i nati babbani venivano pietrificati. Stava diventando pericoloso ma in un modo o nell'altro me la cavai. Ginny venne quasi uccisa quel giorno.”
Fred e George lo guardarono con espressioni orripilate. “Non so che cosa sia la Camera dei Segreti, ma suona spaventoso. E hai detto Lockhart? Perché era qui?”
“Era il mio insegnate del secondo anno.”
“CHE?!” Entrambi i gemelli gridarono all'unisono.
“Non parlatemene. Il posto di Difesa era maledetto. Nessun insegnate di Difesa riusciva a rimanere per più di un anno; o si dimettevano, o impazzivano o si dimostravano semplicemente dei seguaci di Tom in incognito,” Harry mormorò cupamente, pensando a Quirrell.
“Che sfortunaccia, amico. Chi erano gli altri insegnanti?”
“Preferisco non parlarne… ma l'unico decente tra tutti fu Remus, al mio terzo anno.”
Gli occhi di Fred e George si sgranarono, attoniti. “Mr. Lupin è stato un insegnante, da solo, nel tuo mondo? E Mr. Black?” Entrambi sussultarono mentalmente quando gli occhi di Harry si scurirono e l'intero atteggiamento del ragazzo mutò drasticamente. “Scusa amico. Non volevamo offenderti o rievocare brutti ricordi.”
Harry sospirò. “No, sono io a scusarmi. Sebbene abbia imparato l'Occlumanzia ho ancora la tendenza a far sì che le emozioni abbiano la meglio su di me a volte, specialmente a proposito di Remus e Sirius. La vita non è stata proprio carina nei miei confronti e sono geloso di chiunque mi sia vicino. Sono Remus e Sirius che mi fanno sentire a casa qui, ed è naturale che abbassi le difese con loro.”
George annuì. “Possiamo capirti. Speriamo soltanto che ci considererai tuoi amici un giorno, come consideravi gli altri nel tuo mondo.”
Harry sorrise con aria complice quando ebbe un'idea, rendendo perplessi i due gemelli. “Siete già miei amici, ragazzi.” Harry frugò nella propria tasca e emise un piccolo suono di vittoria quando trovò quello che cercava. “Engorgio.”
Il minuscolo sacchetto s'ingrossò e Harry lo depose nelle mani dei gemelli stupefatti. “Che? Harry? che cos-”
“Ho fatto questo anche nel mio mondo. Devono esserci più o meno cinquecento galeoni qui. Dovrete iniziare con questi e avrete il resto quando potrò accedere alla Gringotts.Voglio che voi due mettiate su un negozio di scherzi e che vi mettiate in competizione con Zonko. Non pensate nemmeno a restituirmeli. consideratemi il vostro socio segreto e permettetemi di avere ogni nuovo prodotto che creerete.”
I rossi annuirono completamente stralunati. “Perché fai questo?” chiese Fred senza fiato, mentre suo fratello ancora occhieggiava incredulo il sacchetto.
Harry sorrise lievemente. “siamo nel mezzo di una guerra. Abbiamo feriti e morti ogni giorno. Il morale di tutti è a terra. Abbiamo bisogno di ridere di questi tempi; credetemi, lo so.”
La gente iniziava a fluire dalla Sala Grande, così Fred e George s'affrettarono a nascondere il grosso sacco.
“Un'ultima cosa ragazzi,” Harry sussurrò piano, così che nessuno potesse sentirlo, “non dite alla Signora Weasley chi vi ha dato quei soldi, o mi spellerà vivo.”
I gemelli ridacchiarono prima di dirigersi alla sala comune Gryffindor.
Harry sospirò quando ciò che aveva predetto accadde: le persone evitavano di guardarlo negli occhi e cercavano di non passargli vicino. Solo gli insegnanti gli dedicarono sguardi intensi; McGonagall sembrava essere sul punto di dissezionarlo e gli diede i brividi. Le indirizzò uno sguardo significativo e la donna arrossì d'imbarazzo.
Qualcuno gli diede un'amichevole pacca sulla schiena. “Non far caso a loro, Harry. Sono davvero di strette vedute.”
il ragazzo dagli occhi verdi dedicò ad entrambe le donne uno sgaurdo grato. “Grazie Rosmerta, Xiomara, ma credo che ci vorrà un po' di tempo prima che la gente mi accetti per quello che sono.”
“Dove vai Harry?” chiese Sirius quando il ragazzo iniziò a correre via.
“Ho solo bisogno di un po' d'aria Sirius. Non preoccuparti di me.”
L'Animagus stava per andargli dietro ma Remus gli mise una mano sulla spalla e scosse la testa tristemente. “Fermo. Credo che abbia bisogno di stare da solo per un po'.”
Sirius sospirò di frustrazione. “Spero solo che starà bene Remus.”
Il Licantropo sapeva che cosa stava passando il suo amico molto bene. “Lo so Sirius, lo so. E' prezioso, non è vero?”
“…Già… ma se continua a tenere sulle spalle ogni problema come fa adesso, si consumerà.”
………

Harry ebbe la sensazione come di essere seguito di nuovo, non appena s'incamminò nei pressi della Foresta Proibita. Si sedette: chiunque fosse non si preoccupava di nasconderlo. “Vieni fuori. So che mi stai seguendo,” ordinò con voce d'acciaio.
Qualche secondo dopo una piccola figura si fece avanti, o megliò rotolò, fuori dalla Foresta, sputacchiando scuse a dozzine e picchiando la testa sul terreno.
“Dobby!”
L'Elfo Domestico si bloccò nel bel mezzo di una scusa e sbattè le palpebre verso il ragazzo umano che appariva abbastanza scioccato dal vederlo. “Voi conoscete Dobby? avete mai visto Dobby prima?”
Harry s'irrigidì ma il suo cuore era ancora turbinante per aver visto un altro volto familiare. “E' una lunga storia Dobby. ma che cosa stai facendo qui?” Il ragazzo dagli occhi verdi non potè che sperare che Dobby non fosse là per spiarlo. Riemerse da quelle elucubrazioni per ascoltare la risposta del piccolo elfo; Dobby si guardava nervosamente attorno per andare a sbattere una volta ancora la testa contro un albero, prima di controllare di nuovo di qua e di là quasi cercando qualcosa e sbattere la testa ripetutamente.
“Cattivo Dobby! Cattivo Dobby! Se il Padrone sa che Dobby è qui, Dobby sarà punito a vita! Ma Dobby doveva venire! Già! Cose terribili! Cose terribili accadranno!” La creatura stava per sbattere di nuovo la testa ma Harry intervenne rapidamente.
“Fermati Dobby! Ti farai solo del male! Ora, suppongo che Lucius Malfoy sia il tuo padrone?”
Dobby emise un acuto lamento.
‘Credo che sia questa la mia risposta.’ Harry gemette nella propria testa.
L'elfo sembrava troppo terrorizzato per parlare, così Harry prese una delle sue ossute mani nella propria e portò Dobby verso la capanna di Hagrid dove avrebbero potuto parlare in relativa sicurezza. Gli occhi già enormi di Dobby si spalancarono all'inverosimile quando il ragazzo lo toccò. “Voi siete buono! Siete Harry Potter! Dobby ha sentito di Mister Harry Potter dal suo Padrone” gemito “che parlava di attacchi falliti.”
Dobby annuì. “Dobby ascolta, sì. Ma a Dobby non piace quello che sta succedendo, no.”
Harry sorrise dolcemente quando l'Elfo domestico iniziò a rantolare e a borbottare sottovoce; era una vista fin troppo familiare. Si sedettero sui gradini della casupola di Hagrid e Dobby divenne silenzioso. Il Ragazzo-Che-è-Sopravvissuto sapeva che il suo amico sarebbe dovuto andar via presto o Malfoy avrebbe sospettato qualcosa.
“Dobby, perché sei qui? E' successo qualcosa?” carezzò la testa della creatura per calmarla.
“Beh… c'è un serpente sulle spalle di Mister Harry Potter?” domandò con visibile stupore e paura.
Harry rilasciò un sospiro. “Non cambiare argomento Dobby. Perché sei qui?”
“Hum…Dobby ha sentito… Dobby ha sentito quando il suo Padrone ha ricevuto strani ospiti nella sua casa. Gente cattiva. Cattiva! Dobby ha sentito che il Padrone stava progettando un altro attacco nella Foresta,” Dobby indicò la Foresta Proibita con una delle sue dita smagrite, “e che un animale avrebbe spiato ad Hogwarts.” Il lungo dito cambiò direzione e puntò sul castello.
“Un animale?” chiese Harry inquisitorio.
Dobby agitò la testa su e giù energeticamente. “Sì! Un ratto! Un ratto!”
Harry strinse le mani in due pugni stretti, facendo squittire Dobby. “Grazie Dobby,” disse a denti stretti, “Apprezzo grandemente quest'informazione. Ora, quando hai detto che avverrà il secondo attacco alla Foresta Proibita?”
“Dobby non lo sa. Dobby stava servendo al padrone e ai suoi ospiti delle bevande quando il Padrone si è arrabbiato e ha detto a Dobby di uscire. E' quello che Dobby ha fatto.”
Harry annuì con aria seria. “Grazie Dobby.”
L'Elfo Domestico saltellò su e giù e squittì eccitato. “Voi state ringraziando Dobby! Nessuno lo ha mai ringraziato finora! Voi siete buono! Davvero buono, Harry Potter signore!”
Harry diede una pacca sulla piccola schiena, ridacchiando al modo in cui Dobby parlava. “Puoi farmi un favore, Dobby?”
La creatura annuì fervidamente.
“Vedi questo serpente? C'è un modo per il quale potresti portarlo vicino alla mansione Riddle?”
“Sì! Dobby va lì ogni giorno con il suo Padrone! Dobby deve seguire ovunque il suo Padrone, per ordine del Padrone!”
Il ragazzo dagli occhi verdi annuì soddisfatto e prese Nagini fra le braccia. “Asscolta tessoro, ssei pronta per una misssione? Una misssione pericolossa?
Naturalmente. Credo di ssapere già che cossa vuoi che faccia.
Harry ghignò. “Bene. Ssspia il vecchio Voldy, lo farai? Agissci come agivi quando eri ssotto Imperiuss. Forsse potrai esssere capace di uccidere qualche Mangiamorte per ssuo ordine, o in ssegreto. Decima i ssuoi ranghi, d'accordo?
Nagini sibilò ed Harry lo tradusse come un suono di piacere. Porse il serpente a Dobby, che occhieggiò il rettile con occhi stralunati. Il Cobra avrebbe potuto arrotolarsi completamente attorno all'Elfo Domestico per strangolarlo ma non passò mai per la mente di Dobby. Non parve accorgersi nemmeno dell'abilità di Rettilofono di Harry.
“Dobby va adesso, prima che il padrone sappia che Dobby non c'è. Dobby proverà a tornare per far visita a Mister Harry Potter, comunque.”
Dopo qualche minuto Harry realizzò una cosa.
“…Non posso credere che Dobby abbia fatto una cosa del genere a Malfoy!**” esclamò attonito Harry.
Si diresse nuovamente verso Hogwarts dopo alcuni momenti di silenzio e quasi corse addosso a Sirius che sembrava stesse dando alcune direttive su come duellare con i Mangiamorte a qualche studente Ravenclaw, Gryffindor e Slytherin. “Oi Harry! C'è qualcosa che non va?” chiese preoccupato l'Animagus quando il suo Figlioccio non gli dedicò nemmeno uno sguardo.
Gli studenti rimasero silenziosi quando il ragazzo non rispose neanche e iniziò a salire in fretta le scale. Moody, che aveva ascoltato le parole di Black assieme ad alcuni Auror, puntò improvvisamente la bacchetta contro il ragazzo. “Diffindo!”
L'incantesimo lacerante sfrecciò verso il ragazzo dagli occhi verdi ma Harry lo aveva percepito senza voltarsi. ‘Dannazione! Non ho tempo per questo! Devo fare in fretta, prima che Wormtail acquisisca informazioni importanti!’
“Praemunitio! Furnunculus!” Harry non aspettò neanche di vedere se i suoi incantesimi avrebbero colto nel segno e corse via.
Moody balzò via giusto in tempo e rilasciò un urletto; non gradiva avere pustole su tutto il corpo. Il vecchio Auror ridacchiò alle facce scioccate di Sirius e Remus.
“Perché lo hai attaccato?!” Black sembrava furioso ma Alastor lo zittì. “Volevo solo vedere se era pronto. Il monello ha dei maledetti riflessi eccellenti.”
Sirius si raddrizzò tutto orgoglioso. “E' ovvio che sia forte. E' un Potter, dopotutto.”
Remus ridacchiò quietamente, in disparte, dell'atteggiamento del suo amico. “Parli come se fosse tuo figlio, Padfoot.”
“… Lo vorrei…”
………

“Perché l'ho lasciata qui?”
Harry aprì il proprio baule*** e prese la Mappa del Malandrino con espressione tesa. “Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.” toccò la mappa con la bacchetta. “Trova Peter Pettigrew.” La massa di puntini rossi scomparve finché non ne rimase uno solo. “Eccoti qua piccolo traditore. Adesso, vediamo… Trova Mrs. Norris e Filch.”
Filch non era assieme al suo prezioso animaletto, fortunatamente. Harry voleva che Wormtail avesse da temere per la sua vita, prima di divertirsi col roditore. Corse fuori dai propri alloggi con la mappa in mano e seguì le tracce del gatto fin su al quarto piano. Si stava leccando gli artigli e soffiava contro degli studenti che passavano, spaventandoli prima che Filch avesse il tempo di venir fuori e spaventarli ancora di più.
“Mrs. Norris?”
Il gatto gli soffiò contro ostilmente.
Harry fece una smorfia. Era certo che potesse capire tutto ciò che dicevano gli umani, eppure si sentiva molto stupido a fare una cosa del genere. “Mrs. Norris, c'è un ratto nella scuola. Un ratto molto infido, un piccolo vile bastardo. credo che faresti un gran piacere a Mr. Filch se lo catturassi.”
Le orecchie del gatto si drizzarono e fissò Harry come se stesse valutando delle opzioni. alla fine, si alzò pigramente e si stiracchiò, mostrando i denti appuntiti e gli artigli affilati.
“Il ratto è al secondo piano,” aggiunse, per precisare.
Mrs. Norris si leccò le labbra prima di balzare via a cacciare la propria preda. Harry guardò la Mappa del Malandrino e seguì rapidamente il gatto prima che Filch si mostrasse dal corridoio. Venti lunghi minuti dopo e molti soffi, corse e ingiurie dopo, Mrs. Norris aveva finalmente catturato Wormtail nella sua presa.
Harry ridacchiò sadicamente non appena il roditore iniziò a squittire dal terrore e provò a sfuggire ai denti puntuti che gli si avvicinavano.
“Mrs. Norris? Dove sei dolcezza?”
Harry fece un balzo e utilizzò il momento di disattenzione del gatto per acchiappare il ratto e correre via con esso, con la delusione del felino. Se ne dimenticò presto, comunque, quando Filch la raggiunse e si chinò per accarezzarla. “Dove sei stata, animaletto mio? Non c'è nessuno da spaventare su questo piano, andiamo al quinto.” ricevette un miagolio in replica.
………

Era di nuovo il terzo anno, allora. Solo che adesso non sarebbe stato così indulgente e non era nella Stamberga Strillante con l'immagine terrorizzante di Sirius Black tornata allo stato di quel tempo.
Sirius Black.
Remus Lupin.
Erano morti ora e tutto era iniziato con Peter Pettigrew nel momento in cui li aveva traditi.
Era stato a causa sua il fatto che lui non avesse avuto dei genitori.
Era stato a causa sua il fatto che Sirius fosse stato ingiustamente accusato e spedito ad Azkaban.
Era stato a causa sua il fatto che Remus avesse vissuto isolato dalla società.
Era stato a causa sua che Voldemort era risorto.
Harry non vedeva alcuna differenza tra il suo Peter e l'altro di fronte a lui. Per lui era ancora lo stesso uomo ma senza una mano d'argento.
Non appena l'incantesimo rivelatore colpì Wormtail, Peter gli apparve invaso dal panico prima che si gettasse letteralmente ai piedi di Harry provando a toccargli il mantello. “Harry! Harry! Assomigli così tanto a tuo pad-”
“PETRIFICUS TOTALUS! SILENCIO!” Dopo aver pietrificato l'intero corpo -fermandolo e azzittendolo prima che aggravasse le proprie condizioni, Harry puntò la bacchetta verso la porta del bagno di Moaning Myrtle dove si trovavano in quel momento.
Era perfetto: nessuno sarebbe mai venuto là ad ogni modo.
“COLLOPORTUS! IMPERTURBATUS!”
Gli occhi di Pettigrew rotearono selvaggiamente nelle orbite quando la sua unica via di fuga venne bloccata e sottoposta ad un incantesimo anti-origliamento. il ragazzo dagli occhi verdi sorrise sinistramente e aggiunse un fascino di silenzio forte abbastanza da coprire l'intera stanza.
Gli occhi di Peter iniziarono a farsi lucidi.
“Oh ssssì, Wormtail,” Harry mormorò con perverso piacere, i suoi occhi verdi che scintillarono significativamente.
Moaning Myrtle non si vedeva da nessuna parte.
“Sai che sto per divertirmi con te, vero? Posso sentire l'odore della tua paura da qui; è così denso che posso assaporarlo.”
Harry rabbrividì.
“Sto per farti provare tutto ciò che ho provato da quando hai dato via a quest'abominio. Nessuno potrà aiutarti ora. Sto per. Farti. Gridare.” Harry fece una smorfia cupa rilasciando i due incantesimi posti sulla sua vittima.
Peter cadde sul pavimento e iniziò a piangere pateticamente. “Harry! Harry! Mi ha costretto a farlo! No! Harry! Tuo padre non avrebbe mai-”
“Non sono affatto simile a mio padre. Chiediti come mai, perché non ci pensi? E non sono nemmeno come Voldemort.”
Peter sobbalzò al nome.
“Non sono misericordioso quanto quel bastardo.”
Gli occhi lucidi di Wormtail si sgranarono e provò a trasformarsi nella sua controparte Animagus, senza successo. Potter considerava il suo Lord misericordioso? Non suonava bene. L'ex-Malandrino singhiozzò e pianse, indietreggiando finché la schiena non gli cozzò contro uno dei cubicoli.
‘Perché non riesco a-’
“Trasformarti?” Harry ghignò quando l'uomo squittì. “Come faccio a leggerti nella mente? Mio non-così-caro Pettigrew, stai formulando pensieri così rimbombanti che non devo nemmeno usare la mia abilità di Legilimens per sapere che cosa ti passa per la testa. Ma posso usarla deliberatamente per confonderti la mente e bloccare la tua abilità di trasformarti. La chiamano magia, Pettigrew, e tu stai per sperimentarla fino a che mi supplicherai di limitarmi ad ucciderti. Vedi, Tom non è il solo a non farsi scrupoli ad usare un Imperdonabile contro i suoi nemici. CRUCIO!
“AAAAAARRRRGH!”
Qualsiasi persona normale avrebbe trovato una tale vista priva di attrattiva e innecessaria, ma per Harry, che osservava l'uomo contorcersi in agonia e gridarsi la gola provando a supplicare per il suo perdono, di tutte le cose per cui supplicare, era uno degli spettacoli più entusiasmanti da vedere.
Anche se guardare non era ancora abbastanza.
In quella stanza sbarrata e silenziata si lasciò andare. In quella stanza sbarrata e silenziata lasciò che le sue emozioni prendessero totalmente il controllo delle sue azioni. Uno dopo l'altro, incantesimi oscuri colpirono Wormtail. Maledizioni Laceranti, maledizioni che infliggevano insopportabili dolori al cuore… dovette usare tutto il proprio autocontrollo per non usare un Malocchio Eviscerante; Harry semplicemente non se la sarebbe sentita di ripulire tutto dalle sue budella, dopo una mossa del genere.
Usò il Serpensortia, ad ogni modo, e ordinò ai serpenti di morderlo più volte. Infettò la vista di Wormtail con un incantesimo Conjunctivitus così potente che Harry fu certo che l'ometto dagli occhi acquosi non avrebbe visto mai più. Non importava affatto ad Harry. Pettigrew non meritava di vedere Sirius o Remus o anche lui, per quel che contava. Non meritava di vedere tutto quello che lui aveva così vilmente abbandonato per servire Tom Marvolo Riddle.
Quando fu finalmente soddisfatto incatenò il traditore al muro, solo nel caso -di cui dubitava- in cui Pettigrew si sarebbe svegliato presto. L'uomo era del tutto privo di sensi, una massa sanguinante, e lasciò una strana sensazione di soddisfazione in Harry. “Stai lì Wormy. Tornerò presto,” disse Harry con sarcasmo mentre toglieva gli incantesimi dalla porta.
Quale fu la sua sorpresa quando vi trovò qualcuno proprio dietro, una mano pronta a bussare. “Dudley! Che diamine stai facendo qui?”
Il ragazzo grassoccio sobbalzò e abbassò rapidamente la mano. “Io-Io… Hey! Sei quel ragazzo che abbiamo visto nell'ufficio del vecchio!”
Harry roteò gli occhi. “Eccellenti doti di osservazione Dudduccio. Ora puoi dirmi che cosa stai combinando qua? Mi stavo domandando dove vi avesse messo a stare Dumbledore.”
Dudley lo guardò duramente ma non fece alcun effetto sul ragazzo dagli occhi verdi. “come mi hai chiamato? Come conosci quell'orribile soprannome? Voglio solo andare in bagno! Hey! Che cos'è quello che hai sui tuoi strani vestiti?”
Dudley provò a toccarlo ma Harry ringhiò e si mosse per prendere la bacchetta. I suoi strani vestiti, come suo cugino li aveva incantevolmente chiamati, erano coperti di sangue.
Il Mago ghignò di superiorità e tentò di bloccare l'accesso ai bagni dagli occhi sbircianti di Dudley. “Sai che questo è un bagno per le ragazze, giusto?” gli chiese pigramente.
“Torniamo a te. Che facevi qui? che stai cercando di nascondere?”
Ah.
Dudley: uno, Harry: zero.
Con un'alzata di spalle il Ragazzo-Che-è-Sopravvissuto fece passare suo cugino. La vista che lo accolse lo fece strombazzare come un elefante nel panico. “QUELL'UOMO E' FERITO!” stava per chinarsi sull'uomo incosciente quando una mano lo fermò.
“Lascialo là. Ha avuto quello che si meritava. Stavo per chiamare qualcuno che si 'prendesse cura' di lui. Una simpatica cella ad Azkaban sarebbe stata adatta ma sfortunatamente i Dissennatori non si stanno mostrando troppo cooperativi di questi tempi.”
“TU GLI HAI FATTO QUESTO? SEI UN MOSTRO!” gridò Dudley e distolse lo sguardo da tutto il sangue e i grumi; l'odore stava iniziando a dargli la nausea.
Harry ghignò e forzò la faccia tremante di suo cugino a stare a qualche centimetro dalla propria. “Ascolta –Dudduccio- perché non mi ripeterò. Quell'uomo è un evaso ed è stato accusato di omicidio. Vuoi sapere come facevo a conoscere il soprannome che ti ha dato tua madre? E' semplice: sono tuo cugino.”
Dudley fece una smorfia. “Non ho nessun cugino da parte di mia madre.”
“Naturalmente, poiché quel RATTO è una delle principali ragioni per cui tua madre non ha più una sorella.”
Dudley gli scoccò un'occhiata perplessa e parve contemplare l'idea. “Mamma non mi ha mai parlato di una sorella prima. Credevo che fosse figlia unica.”
Harry spinse Dudley da dietro così che potessero uscire da lì e trovare un adulto che fosse un membro dell'Ordine. “Ovvio che non ti abbia mai parlato di Lily. Era una strega e Petunia odia qualunque cosa abbia a che fare con il mondo magico. Chiamala gelosia. Non sono sorpreso del fatto che Vernon lo odi, perché Vernon odia qualsiasi cosa che non risulti normale ai suoi occhi ma tu? Che cosa abbiamo fatto per farci chiamare mostri da te?”
Dudley deglutì. “Mamma e papà mi hanno detto che non siete buoni. E' la vostra razza che ha ucciso tutti a Privet Drive, ricordi?”
“Starai ad ascoltare tutto quelllo che ti dicono mammina e papino per il resto della tua vita, Dudduccio?” Harry lo derise. “Avanti, so che puoi fare di meglio. Tu e Piers non avete mai avuto belle amicizie e so che nascondevate i pacchetti di sigarette nel retro delle mutande.”
Gli occhi di Dudley si sgranarono.
“E TU devi ricordarti che se siete ancora vivi oggi è grazie a me e agli Auror che vi hanno portati qui quel giorno. Ti basta stare lontano dal vecchio Voldy e i suoi Mangiucchia Morte… e i Dissennatori.”
“Il chi e i che?”
“Lunga storia,” mormorò il ragazzo dagli occhi verdi, i quali si illuminarono di gioia sadica quando scorsero Alastor Moody. “Malocchio!” Harry agitò una mano per fargli cenno di avvicinarsi mentre Dudley –tentava- di nascondersi dietro il suo 'nuovo' cugino. “Non farlo venire! E' mostruoso! Guardagli l'occhio! E la gamba!”
Harry roteò gli occhi una volta ancora alle strette vedute di suo cugino. Alastor si fermò davanti a lui e il suo occhio magico rimase fisso su Dudley mentre parlava come se stesse divertendosi a spaventare il povero babbano. “Che cosa vuoi Potter?”
“Ho un regalo per te. Non è in ottime condizioni, ma non c'è possibilità di rimborso. Credo che comunque ti piacerà.”
L'occhio magico di Moody roteò e si concentrò unicamente su Harry. Dopo qualche minuto di riflessione, l'uomo annuì. “fammi strada.”
Il tragitto fino al secondo piano fu silenzioso, l'unico suono intermittente fu quello della gamba di legno di Moody che batteva sul pavimento con ritmo cadenzato. Dudley si guardava attorno nervosamente e sobbalzava ogni volta che un ritratto salutava i maghi. Fece ridacchiare Harry e Alastor quando il Barone Sanguinario volò dritto attraverso di lui, cosa che face squittire il ragazzo grassoccio come un suino.
Harry aprì la porta del bagno e mise da parte Myrtle; il fantasma borbottava qualcosa a proposito di orrendi uomini moribondi nel suo bagno, ma quando vide Harry un sorriso le illuminò il volto e lo salutò con la mano prima di fare un tuffo in un cubicolo.
Alastor Moody si fece strada nella stanza, ma gelò dallo shock quando finalmente si accorse del rivoletto di sangue che proveniva da un corpo molto familiare. Sollevò un sopracciglio in direzione di Harry ma il ragazzo si strinse nelle spalle, facendo sì che anche l'Auror facesse spallucce e ghignasse. “Bene, bene, bene! Che cosa abbiamo qui?”

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* ... Per tutti coloro che se lo fossero sempre domandato (e vi assicuro che anch'io che adoro l'inglese ci ho messo un po' per arrivarci, quando ero nuova a bazzicare per fanfiction) la simpatica sigla POV sta per 'Point Of View', cioè 'Punto Di Vista', il che vuol dire che cambia la voce narrante. In questo caso, il Narratore passa da onnisciente ed esterno alla storia ad, appunto, Severus, perciò vedremo e sentiremo gli eventi dalla sua prospettiva. Spiacente per quelli che già lo sapevano, se vi ho fatto perdere tempo a scendere alle note... ma se ripenso alla mia vecchia me, un appunto così mi avrebbe fatto sorridere e sbattere la mano sulla fronte con un gran << A-ahhhhh!!! Ecco!! >> ..

** Non sono riuscita a capire l'espressione :( . . . . [ I can’t believe Dobby just pulled a Kreacher on Malfoy! ]

*** baule che, non si sa da quando, possiede certamente nei propri alloggi



  
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