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Autore: _joy    30/10/2013    4 recensioni
Frammenti dei pensieri di alcuni personaggi della saga, colti in un momento particolare.
Perchè a volte, mentre vivi un momento, la tua mente è altrove...
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Cosa ho pensato mentre attraversavo il tendone nel giardino dei Weasley, al braccio di mio padre, guardando negli occhi quello che di lì a pochi attimi sarebbe diventato mio marito?
 
Al giorno in cui mi ha lasciata.
 
Lui, Bill Weasley, che lascia me.
Fleur Delacourt.
Ricordo ancora lo shock, come se fosse ora.
Mai, mai nella vita mi era successo.
Da quando ero una ragazzina i maschi si gettavano ai miei piedi.
E non solo i bambini, ma anche i ragazzi più grandi.
E, quando sono cresciuta, anche gli uomini, vraiment.
Oh, so perfettamente di essere bella.
Ne sono consapevole e ne sono anche felice, perché, disciamoscelo, è orribile essere brutte.
Cioè… credo sia orribile, io non ne ho idea!
Ricordo che una maestra, a scuola, mi ammoniva sempre di non essere superba, ma lo disceva perché lei aveva le rughe e i capelli grigi.
Horrible!
 
Comunque.
Essere belle è un pregio, una fortuna e, ancor più, un dato di fatto.
Un dono della sorte.
C’è chi ce l’ha…. E c’è chi no.
Mi spiace per loro, vraiment.
Perché la bellezza non solo ti rende oggetto di desiderio e di invidia (e anche quella è bella, quando sai che ti invidiano perché vorrebbero essere te), ma ti apre anche tante porte.
Ho capito presto che la mia bellezza era il mio lasciapassare per il successo.
Non mi sono mai angosciata per il futuro, o il lavoro, o cose astratte come la felicità… poteva mai succedere, nel mondo, che tra tutti fossi infelice proprio io, Fleur, bella, raffinata e leggiadra?
Mais non, c’est impossible!
E, infatti, fin da ragazza io ho sempre avuto attenzioni e riguardi sconosciuti alle mie coetanee.
Una tolleranza maggiore a scuola dagli insegnanti uomini, una corte serrata dai ragazzi.
Regali.
Fiori e cioccolatini.
E poi, quando sono cresciuta, gioielli.
Anche alcuni uomini mi hanno fatto regali.
Et pourquoi pas?
Io ringraziavo e poi li ignoravo e loro impazzivano per attirare un mio sguardo.
Ah, com’era divertente!
 
Certo, alle donne io di solito non sto simpatica… ma ça va, ce n’est pas un problem.
A me l’invidia non dà fastidio… significa solo che mi riconoscono una superiorità.
Che io del resto ho, per cui…
A volte l’adorazione è più fastidiosa dell’invidia, persino… Gli uomini che farebbero di tutto per me – et oui, sono molti – sono fastidiosi.
Seccanti, come i bambini piccoli.
Sempre lì, che ti chiedono attenzioni.
Attenzioni che a me non va di concedere, perché se volessi lo farei e invece io voglio solo essere felice e spensierata e corteggiata, ma solo finché lo permetto.
E non lo permetto a nessuno, fino in fondo, perché come mi diceva sempre la nonna, quando ero piccola, le attenzioni durano finché il premio non è vinto.
Poi, diventi una qualsiasi.
 
Questa è sempre stata la cosa che mi ha fatto paura.
Diventare una qualsiasi.
La nonna agitava un dito davanti alla mia faccia, con aria seria, e io quasi piangevo dallo spavento.
Anche mia nonna era bellissima: è una Veela.
Ha sempre avuto gli uomini ai suoi piedi.
Io sono il suo gioiello, molto più di mia madre, che invece pensava solo a sposarsi e a lavorare a maglia.
La nonna era delusa da lei, lo so.
Mi ripeteva sempre che io posso avere tutto.
E lo so, io posso avere tutto.
 
Cioè, potevo.
Potevo, finché non ho incontrato lui.
Lui è Bill Weasley, è uno Spezzaincantesimi della Gringòt, la Banca dei Maghi, e la prima volta che l’ho visto ero in Inghilterra, a Hogwàrts, per il Torneo Tremaghi.
I miei genitori e la mia sorellina erano venuti ad augurarmi bonne chance per la seconda prova, perché (ovviamente) sono stata scelta come Campione per la mia Scuola (sono anche intelligente, oltre che bella!).
E lui era venuto a salutare Harrì, Harrì Potter (che è piuttosto famoso… ha salvato l’Inghilterra uscidendo non si sa come un mago oscuro… che però non è morto, alla fine… comunque Harrì è mio amico, io ho amisci trendy, come si disce in Inghilterra!), che gareggiava per Hogwàrts… ah, Hogwàrts aveva due campioni, mi pare ancora poco chiaro, vraiment!
Ma discevo di Bill.
L’ho visto e, inspiegabilmente, ho sentito una stretta allo stomaco.
Era bellissimo.
Ma non bello nel senso comune del termine… come me, per intenderci.
Ma aveva qualcosa.
Il sorriso, o l’aria avventurosa, o gli occhi limpidi, o quell’orecchino con la zanna… je ne sais pas.
Ma sapevo che volevo conoscerlo, con tutta me stessa.
E ho sorriso molto, e riso e sbattuto le ciglia e mosso i capelli e infatti lui è uscito dalla sala per seguirmi quando ho salutato i miei genitori e mi ha chiesto come mi chiamavo e si è presentato.
Abbiamo parlato un po’ e poi gli ho chiesto, maliziosa, se voleva fare il tifo per me.
Ha sorriso e ha risposto educatamente:
«Mi dispiace, assolutamente no. Io voglio che vinca Harry»
 
Quando sono scesa al lago ero ancora senza parole… ma quella non sarebbe stata l’unica volta.
Perché Bill Weasley ha il meraviglioso potere di sorprendermi e di lasciarmi senza fiato in modo imprevedibile.
Non sempre sono cose belle.
Ma il fatto è che nessuno, prima di lui, mi aveva mai detto no.
Nessuno mi aveva mai ignorata.
Ci siamo incrosciati, dopo la prova al lago, mentre io ero ancora spaventatissima per la mia sorellina Gabrielle.
E lui mi ha portato una tazza di thé caldo e molto dolce, dicendo che sua mamma dice che il thé mette a posto ogni cosa (sua mamma è un po’ strana, vraiment).
È rimasto seduto vicino a me, in silenzio, tenendomi la mano, finché non ho saputo che Gabrielle stava bene.
Non ha cercato di farmi divertire, o di farmi parlare: è solo rimasto con me.
Poi mi ha salutata e se ne è andato, senza cercare di rivedermi.
Non ho più saputo nulla di lui, se non informazioni che raccoglievo da studenti di Hogwàrts: che a scuola era una leggenda e che fa un lavoro avventuroso.
Ma io volevo di più, volevo incontrarlo di nuovo.
Ma non è più venuto a Hogwàrts e non è più venuto a cercare me.
 
L’ho rivisto la sera in cui tutto è cambiato.
Durante l’ultima prova del Torneo uno dei due campioni di Hogwàrts, Cedric, è morto.
Io non ho saputo nulla fino a dopo, molto dopo, perché nel labirinto Viktor mi ha attaccata (poi l’ho perdonato, perché era controllato dalla Maledizione Imperius).
Quando mi sono svegliata, lui era accanto a me.
Pensavo di sognare, ma Bill ha sorriso, mi ha sistemato dietro l’orecchio una ciocca di capelli e mi ha chiesto se volevo passare l’estate in Inghilterra per ameliorare il mio inglese.
La nonna si è davvero molto arrabbiata, ma mamma e papà mi hanno lasciata andare.
Bill mi ha aiutata a trovare un lavoro estivo alla Gringott e così è entrato nella mia vita.
Non so ancora bene come… dal niente, è apparso ed è stato come se fosse stato sempre lì.
Era giusto per me.
Era tutto perfetto…
Però, dopo un mese di tanta, tanta gioia, ho iniziato ad avere paura.
La nonna mi scriveva che non dovevo accontentarmi, perché stavo rinunciando ai miei sogni quando ancora ero così giovane… E dopo un po’ le sue parole hanno iniziato a far breccia in me.
Ho cercato di allontanarmi da Bill, ma ho scoperto che non ce la facevo.
Che non volevo.
E ho avuto paura davvero.
 
Tanti dei miei colleghi mi corteggiavano, quindi una sera ho ascettato l’invito a cena di uno di loro.
Due giorni dopo, quello di un altro.
Bill è tornato in Inghilterra per la situazione con il mago oscuro (la sua famiglia è molto coinvolta, con Silente) e la cosa non gli è piaciuta.
Quando me lo ha detto, io ho sorriso e ho risposto quello che ho sempre risposto ai fidanzati e agli uomini troppo gelosi della mia vita: che io non sono un oggetto e che sono io che descido per me.
Et voilà.
 
Ed è stato allora che Bill mi ha lasciata.
Senza una parola di più, senza supplicarmi, senza buttarsi ai miei piedi.
Si è girato ed è andato via.
E non è più tornato.
All’inizio credevo che avrebbe ceduto.
Ma più passavano i giorni e più mi rendevo conto che quella sua determinazione e quella sua onestà non lo avrebbero riportato da me.
A ben pensarci, io sono l’esatto opposto della donna che un uomo come Bill dovrebbe avere.
Lui è preciso e onesto, oltre che avventuroso… quindi dovrebbe – je ne sais pas – essere una seria lavoratrice che però ha un amore segreto per l’avventura.
Io non ce l’ho, io amo solo… Fleur.
Per questo sua madre mi odia.
Comunque, io sono più bella di qualunque donna Bill possa avere amato o amerà ed ero convinta che sarebbe bastato a vincere.
 
Ma lui non è tornato.
E, alla fine, ho fatto quello che non avrei mai pensato: sono andata da lui, a supplicarlo di tornare da me.
Ho sperimentato cosa significa avere un coeur spezzato.
Io, Fleur Delacourt.
Io, che ho sempre avuto tutti gli uomini ai miei piedi.
Non so se ero più disperata o più sconvolta.
E Bill mi ha fatta aspettare.
Mi ha detto che non era sicuro che io – io! – fossi pronta ad avere una relazione seria.
Mi sono messa a piangere e, anche se sono stupenda quando piango, non si è nemmeno intenerito.
 
Poi, una sera, quando ormai io ero disperata, abbandonata e infelice, si è presentato a casa mia.
Abbiamo iniziato a parlare e poi non so come io stavo piangendo e lui mi stava baciando e io gli dicevo che lui è l’uomo per me, che l’amore esiste davvero e non è la chiave per farsi fare dei regali e che lo amavo, davvero, de tout mon coeur… E dopo, la notte, mentre mi faceva sua per la prima volta, anche lui mi ha detto che mi amava.
La mattina dopo mi sono svegliata tra le sue braccia.
Al mio bonjour felice ha risposto solo:
«Fleur, mi vuoi sposare?»
E io, che ho sempre ponsato che avrei avuto una proposta con un enorme diamante, fiori e un viaggio in barca sulla Senna di notte, sono scoppiata a piangere davanti a lui che si sfilava dal mignolo una semplice vera d’argento per metterla al mio anulare.
 
Ero la donna più felice del mondo.
 
I miei genitori erano felicissimi, la nonna senza parole davanti all’orecchino con la zanna del mio Bill.
I suoi genitori erano stupiti. I suoi fratelli felici, sua sorella mi odia (ma è una donna, non conta).
 
Poi, mentre mi stabilivo in Inghilterra (a casa sua! Capite quanto lo amo! Sci sono le galline, galline ovunque!!), è successo.
Praticamente siamo in guerra ma il Ministero della Magia non vuole ammetterlo (bha, Anglais!) e quindi noi combattiamo obbligati a nasconderci da quelli che dovrebbero essere i nostri alleati.
La nonna aveva ragione quando ha detto che gli inglesi sono pazzi!
Comunque, il peggio è stato quando Bill è stato scelto per il contingente che sarebbe andato a Hogwàrts a proteggere la scuola in assenza di Silònte.
E un lupo mannaro lo ha attaccato e sfigurato.
Quando sua madre è venuta a dirmelo piangeva, piangeva, piangeva e io tremavo e pensavo che lui…
Ma no, invece era ferito… era terribile, vraiment, ma era vivo!
E io ero così fiera, così orgogliosa del mio uomo…
 
Lo guardo ora, mentre cammino verso di lui e mi preparo a dirgli oui per tutta la vita.
Una vita insieme.
È bellissimo.
Non vedo le cicatrici che gli sfigurano il viso.
Non vedo altro che il suo sorriso, i suoi occhi e la sua gioia.
Il mio cuore trema.
Sono diventata la donna che mi faceva paura, quella che non avrei mai immaginato si poter essere.
Ne sono felice.
 
Mio padre mette la mia mano in quella di Bill, che la stringe delicatamente.
Gli sorrido.
Sono pronta.
Non sono più Fleur Delacourt: sono Fleur Wesley.
 



Come promesso, eccomi qui con una nuova idea, nata anche oggi per caso.
Si vede che Fleur voleva uscire dalla mia testa!
Vi ricordo solo la mia pagina Facebook, per tutto quello che riguarda le mie storie:
 https://www.facebook.com/Joy10Efp?ref=hl
 
 
 
 

   
 
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