Film > Peter Pan
Segui la storia  |       
Autore: masked_lady    18/04/2008    1 recensioni
Hook è stato inghiottito dal coccodrillo, ma è davvero morto? E soprattutto, la sua anima è davvero nera? La storia di un uomo affascinante, crudele e senza pietà il cui cuore di ghiaccio sarà scaldato da qualcuno di molto speciale.FINORA NOTO CHE MOLTI LEGGONO MA POCHI LASCIANO RECENSIONI. PER FAVORE, RECENSITE, SIA IN POSITIVO CHE IN NEGATIVO. MI FA PIACERE SE COMMENTATE. BACI
Genere: Romantico, Fantasy, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Arabelle

Arabelle

Hook si era addormentato poco dopo che Arabelle era scomparsa dalla stanza. Infatti, nonostante egli avesse detto con estrema decisione di non avere sonno, il suo stato decideva per lui le ore che necessitava dormire. Non sapeva che ora fosse quando si svegliò di soprassalto. Il suo, tuttavia, non fu un sonno tranquillo. In effetti, non conosceva sonni tranquilli da moltissimi anni, da molto prima che arrivasse all’isola che non c’è e cominciasse la sua lunga vita immortale. Oltre che per questo comunque, fece l’ennesimo dei suoi incubi. Rivisse tutta la sua disavventura con il mostro, la sconfitta inflittagli da Pan….la morte gli era passata accanto come mai prima di allora. Ma più di tutto ricordò ciò che quel ragazzo arrogante e i suoi amici ragazzini avevano detto per fargli perdere la speranza.

“ Vecchio, solo, defunto ” Quelle parole lo tormentarono infinitamente durante il sonno. Echeggiavano nella sua mente come lame taglienti che gli trafiggevano il cuore. “ Vecchio, solo, defunto. Vecchio, solo, defunto. Vecchio, solo, defunto. ”. Si agitava nel sonno senza rendersene conto, la fronte corrugata. Dopo quelle parole orribili, fecero capolino nella sua memoria anche le sue stesse frasi.

“ Tu morirai solo e senza amore. Come me. ”. Oh se ricordava il momento in cui le aveva pronunciate! La prima frase l’aveva detta con rabbia e compiacimento, ma poi aveva mormorato l’altra con estrema desolazione e rassegnazione. L’aveva mormorata più a se stesso che a Peter Pan.

Poi di nuovo le fauci del coccodrillo si chiusero su di lui…….

« Noooooooooooooooooo!!!! » Gridò alzando il busto di scatto, febbricitante. Ansimava e si guardava intorno smarrito, ricordando forse solo allora che cosa era realmente accaduto. Fece un respiro profondo, tentando di calmarsi.

« Cosa accade? » chiese un’altra voce altrettanto ansimante. Arabelle era comparsa pochi secondi dopo nel salone, muovendosi in fretta, ansiosa. Hook scattò in piedi con un’agilità ed un forza che in parte gli erano conferite dalla febbre e dal delirio.

« Non avvicinarti! » Le gridò. In quell’ordine stava tutta l’autorità di Jason Hook, il tanto temuto capitano pirata. Arabelle fece un passo deciso verso di lui nonostante l’ordine ricevuto, ma lo sguardo furioso dell’uomo la costrinse a fermarsi. « Perché sei qui? Cosa vuoi? » stava ancora gridando, ma la ragazza non battè ciglio di fronte alla sua furia. Al contrario rise, la stessa risata argentina che poche ore prima Hook aveva repentinamente spento.

« Sono molte le cose che vorrei, Jason Hook. » rispose. « Da te… nulla, direi. Ti ho sentito gridare e sono venuta a vedere cosa succedeva, tutto qui. ». Era davvero una stranissima ragazza. Il pirata fu costretto ad ammetterlo. Subiva trasformazioni incredibili, se la situazione lo richiedeva. Un momento era un fiore d’acciaio, intoccabile, impossibile da raggiungere o ferire, un momento dopo era la creatura più umana e dolce su cui avesse mai posato gli occhi. Di nuovo la sua mente formulò quella domanda: chi sei?

Ad ogni modo, la risposta di lei sembrava averlo confuso, disorientato, perché si appoggiò stanco alla parete di roccia e la fissò senza riuscire a dire nulla. Possibile che quella sconosciuta fosse così gentile con lui? Con LUI poi? Lui che era crudele, l’incubo del Mondo che non c’è e che aveva sempre usato le donne per una e solo una cosa nella sua vita?

« Mi permetti di avvicinarmi? » gli chiese lei, con la voce dolce, quasi lo volesse carezzare con il suo suono. L’uomo non rispose e per la prima volta in tutta la sua vita abbassò lo sguardo di fronte ad un altro essere umano. In quel momento, in quel brevissimo momento, la giovane aveva vinto la sua fierezza e malvagità. Probabilmente Hook non se ne rese neppure conto, ma era accaduto qualcosa di miracoloso in quell’istante. Arabelle si fece più vicina, quasi timidamente, fino ad arrivargli esattamente accanto. Gli prese il braccio destro, quello sano, e se lo appoggiò intorno alle spalle, mentre lei gli cingeva la vita.

« Puoi camminare? » gli domandò. Hook assentì brevemente con il capo, così la ragazza lo condusse lentamente fuori dal salone. Percorsero un breve corridoio, che l’uomo riconobbe come quello che conduceva ad una delle stanze da letto che era solito usare nelle sue permanenze al castello. C’era un enorme letto a baldacchino, dalle tende rosse, posto proprio al centro della stanza, arredata per il resto da mobili elfici di grande valore e da alcuni dipinti sbiaditi. Arabelle condusse Hook davanti al letto e lo aiutò a stendersi, dopo di che lo coprì con il lenzuolo di broccato rosso.

« Continua pure a riposare. » gli disse « tra poco andrò a procurare qualcosa da mangiare. » Fece per andarsene, ma non fece in tempo a fare un passo che l’uomo le afferrò un polso, bloccandola. Quando lei si voltò per un lungo istante i suoi occhi rimasero incantati, fissi nelle iridi ghiaccio del pirata, fredde eppure in quel momento così straordinariamente espressive.

Non seppe definire cosa esprimessero, ma ne rimase affascinata. Hook, da parte sua, era completamente allibito, spiazzato di fronte a tanta bellezza e un carattere così particolare che gli impediva di essere come sempre padrone della situazione.

Dopo quelli che parvero minuti interi, Hook parlò.

« Aspetta » disse in un sussurro. La ragazza rimase ferma, come lui aveva chiesto, in attesa. « Siedi »

Come richiesto da lui, Arabelle si sedette sul letto accanto a lui, mentre entrambi sembravano inconsapevoli del fatto che Hook non le aveva lasciato il polso. Lo stringeva, anzi, come se esso rappresentasse il suo unico contatto con la realtà.

« Chi sei? » le chise, ancora più piano, continuando a fissarla rapito, senza accorgersene. « Io devo sapere ». calcò molto il tono sul “devo”, così che la giovane comprendesse che era serio.

« Te l’ho detto. Mi chiamo Arabelle. Non sono nessuno, nessuno di particolare almeno. » abbozzò un sorriso e Hook, nonostante il dolore lancinante al petto dovette ammettere che era davvero la donna più bella che avesse mai visto.

« Voglio sapere chi sei » continuò lui, insistente, ma non era un comando, come quando l’aveva afferrata per la gola la prima volta che l’aveva vista…era una richiesta, quasi una supplica a dire il vero.

Di nuovo Arabelle sospirò, ma stavolta con rassegnazione. « E va bene! » anche la sua voce era ora ridotta ad un sussurro. « Ero la sorella di un nobile, un nobile parigino. Il giorno del mio ventesimo compleanno, durante la notte, degli uomini sono penetrati nella mia stanza e mi hanno portata via, senza che nessuno se ne accorgesse. Quando mi risvegliai, mi trovavo su un vascello pirata, in mezzo all’oceano, ancora con indosso la mia camicia da notte e circondata da energumeni la cui vista mi provocò non poco terrore. Uno di loro si prese la briga di spiegarmi dove mi trovavo. Quando mi parlò dell’Isola che Non c’è….non ci credetti…ma ho dovuto ricredermi. » sorrise malinconica.

Hook ascoltava con estrema attenzione e notò che gli occhi di lei si erano fatti distanti, freddi. Era tornata la creatura inafferrabile che sapeva essere, mentre proseguiva nella narrazione.

« Mi diedero questi vestiti e alcuni cambi d’abito, dicendomi che ero ormai proprietà del comandante della nave, che ancora non avevo visto. Ma lo vidi presto. Quella sera stessa, fui convocata nella sua cabina e lui mi spiegò con estrema cura che di lì a pochi giorni sarei diventata la sua donna. Io mi rifiutai, ma la cosa non servì a nulla. Non capivo perché Dio mi avesse riservato questo destino, perché quel pirata avesse scelto proprio me per diventare la sua compagna, né lo comprendo ora. Tutto ciò che sapevo per certo era che non mi sarei prestata a niente di ciò che mi era stato annunciato. Durante la notte, mi gettai in mare e nuotai fino a riva. Raggiunsi questo castello e mi ci rifugiai, sperando che non mi trovassero. Sono qui da una settimana oramai. ». Sospirò un’ennesima volta e finalmente spostò lo sguardo su Hook, che aveva la fronte corrugata dalla riflessione sulle parole di lei. « Ora sai chi sono. »

« Si » sussurrò il pirata, impressionato suo malgrado da ciò che aveva sentito. Ne era rimasto colpito perché non comprendeva come un pirata dell’isola potesse volere una compagna fino al punto di spingersi oltre la loro dimensione per tornare sulla terra. Poco distante dall’isola capo dell’arcipelago, sull’isola dei pirati, non mancavano certo bordelli e altri mezzi di divertimento per un pirata. Perché dunque volere una donna come quella tutta per sé? Naturalmente era una splendida creatura e ciò avrebbe potuto essere un movente più che accettabile, se non fosse stata nobile ed estranea al Mondo che Non c’è.

« Si lo so » ripetè lui. In realtà avrebbe voluto farle tante di quelle domande che l notte non sarebbe bastata. Si trattenne, perché era stanco e dolorante, ma anche perché era stupito: il suo cuore aveva palpitato una seconda volta durante il di lei racconto e le era dispiaciuto per lei. Questo non gli era mai successo nei confronti di nessun altro essere. Tentò di scacciare il pensiero, liquidandolo come una debolezza dovuta al dolore e alla bellezza di lei.

« Ora devi riposare, efferato assassino. » Pronunciò quell’appellativo dolcemente, non come un insulto e il cuore dell’uomo perse un battito. Effettivamente in quella circostanza anche lui trovava un che di comico nella sua fama di sanguinario pirata, quando più che sanguinario ora era sanguinante. Ma fu il sorriso di Arabelle a disarmarlo, per l’ennesima volta. Riacquistò presto la sua solita espressione ghignante e fastidiosamente crudele che era ormai la sua espressione abituale, ma la giovane non si scompose neppure di fronte a quel suo nuovo cambiamento.

Arabelle si alzò in piedi e con passi eleganti e sicuri lasciò solo nella stanza l’uomo ferito. Nel vederla allontanarsi in tutta la sua inumana bellezza, la pietra che si trovava in mezzo al petto di Jason Hook prese a battere forte.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Peter Pan / Vai alla pagina dell'autore: masked_lady