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Autore: Eonel_Sherwood    03/11/2013    1 recensioni
E se ciò a cui guardiamo con tanta sicurezza nascondesse la ragione per la quale da sempre ci facciamo quelle stesse domande, alle quali non sembra esistere alcuna risposta? Se stessimo ignorando volutamente la Verità, perché "qualcosa" ha deciso di tenerci all'oscuro di tutto? Se fossimo Noi stessi a tenerci alla larga dalle risposte, perché il nostro inconscio ne conosce già gli effetti? Se tutte le immagini e i pensieri anche impossibili partoriti dalla nostra mente, nascondessero qualcosa? E se leggessi che queste domande hanno una risposta positiva? Se la storia che sto per raccontare cambiasse per sempre il tuo modo di leggere il "Mondo"? Se qualcuno ti dicesse che in un libro sono racchiuse tutte le risposte, avresti il coraggio di andare avanti a leggerlo?
Genere: Dark, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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XX


1. Visioni (Rhal)




Delle voci. Degli sguardi. Dei segnali. Forse degli animali. Due uomini indossano un mantello nero e hanno un largo cappuccio calato sul volto. Si scambiano risate ed esclamazioni. Sembrano felici. Iniziano a parlare...


-Ne abbiamo presi tre! Tre! Te ne rendi conto? Pensa quando sarà popolata che succederà...

-Io non ne sarei tanto felice. Siamo ricercati per tradimento fratello. E tu te ne stai qui a crogiolarti in faccende inutili. E se nemmeno ci paga?

-Ci paga, ci paga. Lui è di parola. E vedrai che sarà un bel gruzzoletto con queste tre bestiacce. Wow, e pensare che eravamo soldati...

-E ora ci ritroviamo a cacciare animali. Che salto di qualità!

-Dai non essere pessimista. È un bel lavoro e anche ben retribuito. Guarda che faccia da tonti che hanno questi tre fannulloni! Vi manca la casetta? Non vi preoccupate, sarete trasferiti sull’Orient express per l’inferno! Stupidi cosi!

Accanto agli individui ci sono tre strette gabbie, con sbarre verticali di ferro, arrugginite. Dentro ognuna di esse c’è un lupo. Nella gabbia a sinistra ce n’è uno con il pelo grigio scurissimo e gli occhi verdi. È in piedi con le zampe leggermente piegate per lo spazio troppo basso. Nella gabbia a centro c’è un lupo dal pelo chiaro e gli occhi azzurri. Nella terza una bestia enorme, col pelo chiaro, sdraiato e con aria sofferente. Il lupo di sinistra ringhia e mostra le zanne ai rapitori, si dimena, agita la coda e tormenta le sbarre. Le sue pupille sono contratte d’odio. Il naso è un ovale nero e umido che annusa continuamente l’aria. Inizia a mordere le sbarre, le zanne che scorticano la ruggine. Poi sembra notarmi e inizia a fissarmi, serio, le orecchie triangolari in avanti intento ad ascoltare, con il suo sguardo fiero, di chi vuole combattere, di chi ha ancora una speranza, di chi ha qualcuno da proteggere. Inizia a leccarsi il muso bianco senza smettere di fissarmi. Uno degli uomini gli tira uno schiaffo che colpisce l’animale così violentemente da farlo sanguinare sulla guancia destra. Il secondo lupo inizia ad agitarsi e a guaire. Anche lui morde le sbarre in modo disperato.

-Smettila di frignare lupa! I cuccioli frignano, non gli adulti. Comportati bene se non vuoi finire così.- dice indicando il lupo colpito. Il terzo rimane sdraiato. Quindi il secondo è femmina e il primo dev’essere il compagno, ecco perché si dimena così. Il maschio ferito si rialza, fissa rabbioso l’uomo e ricomincia a ringhiare. Medesimo  schiaffo da parte dell’uomo. Questa volta la lupa dagli occhi azzurri sporge il muso sottile e affusolato oltre le sbarre e azzanna il carnefice alla caviglia. Le due persone continuano a tenere celato il loro aspetto sotto i cappucci. L’uomo morso digrigna i denti e strozza un grido di dolore, inizia a muovere a scatti la caviglia cercando di liberarsi dalla salda presa della lupa che intanto continua ad affondare i denti nella carne. Per terra comincia a formarsi una polla rossa che si espande fino alle gabbie. La lupa è riuscita a ferirlo gravemente, spezzandogli una vena.

-Mollami stupido, mollami! Lascia ho detto! Lascia! Mollami ho detto! Jouke, fa qualcosa! Maledetto animale! Jouke! Ti muovi?

-Arrivo Pel, arrivo! Muori zecca troppo cresciuta! Muori!

-Jouke no! Non ammazzarla! Ci serve!

-Vuoi essere salvato o no? E allora taci! Tanto ce ne abbiamo altri due.

-Si ma questo è raro!

-Se vuoi salvare la bestia allora crepa lì!

-No Jouke, ammazza la belva! Non fa niente!

-Ti sei deciso allora! Bene, facciamola finita!

Mentre la lupa è impegnata a mordere, Jouke le spunta da dietro tenendo alzato un bastone di legno robusto talmente pesante che è costretto a tenerlo con due mani. È un attimo, afferra l’animale per la pelliccia sul collo,lo tira e nel strattonarlo la lupa porta via con le zanne buona parte del polpaccio e tutta la caviglia. Pel urla così forte che anche nel buio della notte sono riuscita ad intravederne l’ugola. Jouke dà una bastonata in testa alla lupa che cade di peso per terra. Pel ha perso i sensi ed è sdraiato a terra, Jouke tiene ancora l’arma insanguinata in mano e fissa a terra, sempre col cappuccio calato.

-Ora non mordi più!- si sente rantolare dalla sua lurida bocca che sogghigna sotto i baffi. La lupa, prima di esalare l’ultimo respiro, si trascina con le zampe anteriori al corpo disteso del lupo maschio, si avvicina a lui con il muso e il suo ultimo gesto è quello di donargli una lieve leccatina, con la sua lingua rosea e sottile, poi diventa immobile. Il pelo sulla testa è rosso, ma il resto mantiene il colore originale. È morta con gli occhi aperti e si intravede la pupilla verticale e l’iride perennemente azzurra. Poi un tonfo, niente grida, un cigolio e dei passi leggerissimi. Alzo lo sguardo e vedo la gabbia del lupo aperta, con tre sbarre inclinate. I corpi di Jouke e Pel martoriati da graffi e morsi, coperti di sangue, buttati a terra, uno accanto all’altro. Spostando l’occhio di poco vedo il lupo dagli occhi verdi che ricomincia a fissarmi con quello sguardo di ghiaccio, lo stesso di chi ha perso tutto e vuole vendetta. La sua, sarà consumata fino alla morte, placida, odiata e infelice. Poggia la zampa destra sul corpo morto di Jouke e volge gli occhi alla luna alta e tonda nel cielo. La notte è cosparsa di piccole stelle che hanno assistito tristi al massacro. Il lupo è libero col corpo, ma intrappolato per sempre al dolore con l’anima. Inizia ad ululare con gli occhi chiusi, si sente solo il suo lamento mentre tutto intorno tace. Finito il canto monotono e disperato, mi fissa per l’ultima volta come per dirmi”hai visto cosa ci hanno fatto? Io restituirò il favore e non mi darò pace finché ognuno di loro non sarà morto”. Guarda con disprezzo la terza gabbia dove il grande lupo era già morto da molto tempo, per gli stenti del viaggio. Lecca la testa della lupa, e in contemporanea una lacrima densa e rossa di sangue cola sul muso dell’animale, dividendolo a metà. Dalla lunga goccia centrale ne partono altre due, che si diramano una a destra e una a sinistra, immergendosi negli incavi degli occhi, cerchiandoli di cremisi, per sempre. Quello è il suo giuramento, ha promesso col sangue e ora inizia la sua missione. Senza più esitazioni corre via dalla grotta e va lontano per i boschi perdendosi nel folto del buio. Tutto è avvenuto davanti a me. Sembra che solo alcuni si accorgano della mia presenza nelle visioni. Durante ogni cosa successa nella grotta, non mi sono mossa di un passo. Poi tutto svanisce nel solito vortice che mi ricollega alla realtà.

   
 
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