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Autore: Leyna_s_heart    05/11/2013    3 recensioni
Sono passato vent'anni dalla sconfitta di Gea e dalla scomparsa di Nico, ora una nuova profezia colpisce i figli dei pezzi grossi.
Questo spingerà An Jackson e i suoi amici (figli dei sette della profezia) a cercare di salvare i genitori e per farlo devono cercare una persona che si pensava morta.
Ma non è l'unico pericolo che corrono: qualcosa di oscuro si sta risvegliando.
In un futuro incerto, forse il coraggio non basta sempre.
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Spoiler del finale della serie PJ e gli eroi dell'Olimpo
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Storia revisionata per includere gli ultimi spoiler!
Genere: Angst, Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: I sette della Profezia, Nuova generazione di Semidei, Quasi tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Capitolo 1: vent’anni nel futuro.

 

Moira

 

2034. Campomezzosangue.

 

Dopo aver svegliato tutta la cabina in cui vivo, i miei fratelli –che si dimostrano sempre comprensivi con le vie.. Ehm.. Visioni, diciamo- mi hanno portata nella Casa Grande dove Chirone –si c’è ancora lui!- mi ha accolta preoccupato mentre Mister D non proprio entusiasticamente.

“Maria Ruby, senti non è che potresti controllare le visioni?”

“Moira Emerald, prego. Moira Emerald Dare.”

“Su su, ragazza. Sono dettagli che si scordano facilmente!” mi disse con movimento noncurante della mano.

“Anche io potrei dimenticare dettagli di profezie che riguardano lei con la stessa facilità.”

Gli sorrisi dolcemente.

Voleva la guerra, dannazione l’avrebbe avuta!

“Senti M..”

“Ok, basta.” Chirone si frappose tra di noi porgendomi una tazza fumante di tisana. “Vuoi parlarci di cosa hai visto, Moira?”

Annuì, bevvi un sorso e ripercorsi il sogno.

“Ero sulla collina mezzosangue, raccoglievo fiori per mamma, quando è apparsa una donna.. O ragazza.. Un figura femminile, insomma. Mi ha detto che la maledizione dell’eroe si abbatterà sui suoi figli più potenti e che bisogna trovare ciò che la morte ha da offrire alla vita.”

Bevvi un altro sorso con calma.

“Poi è scomparsa e il campo andava a fuoco. Ma era fuoco fatuo. Sono scappata verso la spiaggia dove il mare, il cielo e la terra cercavano di.. come catturarmi. E..”

Non dire nulla..

Deve saperlo solo Bianca..

La voce del ragazzo era nella mia testa di nuovo.

Mi irrigidì.

Si quella parte andava taciuta.

Chirone e Mister D mi fissavano.

“..E poi le ombre mi hanno catturata e io ho urlato.”

Mi portai alla bocca la tazza per non far notare il tremore che mi invadeva.

Dove avrei trovato Bianca?

Ma soprattutto chi cavolo era Bianca?

Chirone mi osservò ancora un po’.

“Domani mattina manderò Annabeth a cui dovrai raccontare di nuovo la profezia.”

Annuì felice che fosse lei.

Era una degli insegnanti migliori al campo e se non fosse che mamma mi manda sempre a scuola a New York, resterei più che volentieri qui a studiare con lei.

“Probabilmente porterà pure Luc.”

Feci una smorfia involontaria. Odio Luc.

“Va bene.” Esitai. “posso andare?”

“Si, va’ pure. Cerca di dormire. Grazie per le informazioni.”

“Sono l’Oracolo del campo o no? Questo è il mio lavoro. Notte.”

Uscì dalla stanza.

Sperai che non avessero dubbi sulla mia versione.

Era difficile tacere a volte.

Tornai alla cabina 7 e trovai i miei fratelli di nuovo a dormire. Il mio se ne era andato da mo, quindi uscii in riva al mare con il blocco e una scatola di pastelli.

Mi sedetti sulla sabbia e iniziai a dipingere il mare.

Questo mi aiutava sempre a fare chiarezza tra i miei pensieri.

Ok, allora abbiamo una dea che non mi è mai apparsa in sogno –se era una dea-, una maledizione che sarebbe stata la spada di Damocle sulla testa dei semidei più forti –chi erano? Io? Ero una delle migliori al campo attualmente- e un ragazzo dai capelli scuri con un tatuaggio terrificante che vuole che dica a Bianca di andare di raggiungerlo dove il tempo non esiste –ma chi sono Cupido? Non aiuto la gente a fissare appuntamenti, non senza che mi paghino almeno!-.

Ci avrei pensato con calma.

Forse Annabeth avrebbe avuto un’idea.

Certo, se non si portava dietro Luc era meglio, ma, insomma, quale madre lascerebbe a casa il figlio.

Poi domani c’è l’annuale festa tra i campi e lui doveva esserci sicuramente.

Se volete proprio saperlo Luc assomiglia molto alla madre fisicamente –stessi capelli ondulati biondi e gli occhi grigi (anche se i suoi sono più scuri)- ma di carattere proprio no.

Annabeth è simpatica e intelligente, lui solo noioso e sapientone.

Il sole intanto era sorto da un pezzo e le mie mani scorrevano sulla carta.

Sbuffai infastidita.

“Con chi ce l’hai oggi?”

Killian Scott, capo cabina della casa di Ecate, era alle mie spalle, apparso come sempre per magia –da notare l’ironia della cosa-.

“Giorno Killian. Diciamo solo che ho avuto una visitina notturna da parte di una qualche missiva da parte dei nostri amati genitori che ci dicono che moriremo tutti.”

“Povera piccola ultima figlia del sole. Non ti invidio!”

Se ve lo steste chiedendo: sì, sono davvero l’ultima figlia del sole.

Avete presente Apollo? Si, il biondino ventenne che scrive haiku.

Ebbene lui e mia madre Rachel Elizabeth Dare –giusto per confermare i vostri sospetti su chi sia mia madre- hanno avuto una relazione da cui sono nata io, Moira Emerald Dare, il più potente oracolo degli ultimi anni.

Insomma dalla mia nascita mio padre non ha più avuto altri figli.

Si, in entrambi i campi non ci sono nuovi figli di Apollo da 15 anni a questa parte.

Penso sia il modo di papà di dimostrare un contorto e bizzarro amore per mamma.

“Quando mai non dovremmo morire?” chiese ironico.

Killian era uno dei più bei ragazzi del campo: pallido, bel fisico –si guardo anche quello-, capelli rosso scuro, ma talmente scuro da sembrare nero e gli occhi neri dalle pagliuzze argentate che paiono un cielo stellato.

“Ogni altro giorno.”

“Cosa hai visto?”

Scrollai le spalle e osservai il mare. “Una dea o apparizione mi ha comunicato che i più forti semidei passeranno un brutto quarto d’ora.”

“Sei preoccupata per te?”

“Si.” Mi voltai a guardarlo. “E per te.”

Lui come me era uno dei più dotati figli del campo.

Killian mi prese la mano e la strinse e io appoggiai la testa sulla sua spalla.

Non riuscivo a capire se fossi amici o altro.

Dei, perché ci penso? Dovrei essere un oracolo vergine, non posso pensare ai ragazzi.

“Dare! Sei qui! E’ da un po’ che ti stiamo cercando!”

Mugugnai irritata.

“Ciao Jackson!”

Luc Jackson era alle mie spalle con aria spazientita e la sua maglietta viola.

Quanta voglia di prenderlo a schiaffi!

“Salve Moira.”

Accanto a lui c’era Elenia Luna Ramìrez-Arellano, l’augur di Campo Giove.

“Salve Elenia!”

Spostò lo sguardo su Killian e gli sorrise dolcemente.

“Sono Elenia, l’augur di Campo Giove, piacere.”

“Killian Scott, capo cabina di Ecate.”

Ero vagamente –ma solo vagamente eh!- gelosa della cosa.

Elenia era alta, molto bella con la sua pelle olivastra da portoricana della madre –Reyna Avila Ramìrez-Arellano-, i lunghi capelli scuri e gli occhi ghiaccio –l’unico aspetto del padre sicuramente, di cui Reyna non vuole fare il nome-.

Notai che neppure Luc non era felice di questa amicizia.

Eravamo d’accordo su qualcosa almeno!

“Hei Luc! Elenia! Siete già qui! Tua mamma ti sta cercando.”

Andy si avvicinava con quel suo passo mezzo saltellante e sorridente.

Lui era un satiro. Aveva i capelli lisci legati in un codino color delle foglie d’autunno e gli occhi dorati.

“Sarà meglio tu e Moira vi spicciate, ha detto qualcosa di minaccioso su voi due e tanto lavoro da fare.”

“Andiamo!” dissi perentoria e mi incamminai rapida.

Annabeth non è una persona contro cui mettersi.

La Casa Grande dove una bella donna dai capelli biondi e l’aria da californiana ci squadrava coi suoi occhi grigio tempesta.

“Siete qui!”

Ci fece entrare rapidamente e notai c’erano gli altri insegnanti – Percy Jackson (ovviamente il marito di Annabeth), Clarisse La Rue, Lou Ellen (che richiamò a sé Killian), Butch, i gemelli Stoll, Leo Valdez, Wil Solace (il nostro insegnate di tiro con l’arco), Miranda Gardiner-, più gli ospiti del campo Giove - Jason Grace, Reyna, Hazel e Frank Zhang-.

Più accanto a loro c’erano i giovani capi cabina di tutte e diciassette le cabine –escluso per la prima, la seconda, la terza, l’ottava e la tredicesima che erano vuote-.

Non ci sono un po’ troppe persone per sentire una misera profezia.

Ok, forse misera profezia è un po’ sbagliato da dire visto che preannuncia morte, ma serviva che Chirone chiamasse tutti tutti?

“Ed ecco qui la nostra Maria Ruby! Racconta ragazza.”

Ma ha l’alzheimer quest’uomo?

“Moira Emerald!” ribeccai.

“Se se.” Mi liquidò così.

Mi sedetti sulla sedia che era stata preparata per me. Presi un profondo respiro.

Sono definita il più grande oracolo perché a differenza dei precedenti posso richiamare le profezie a mio piacimento.

Sentii le mie membra diventare pesanti e leggere al tempo stesso.

Sentivo il potere scorrere nelle vene.

“Gli eroi più forti nel dolore cadranno,

l’amore nessuno salverà,

la vecchia maledizione dei figli avranno,

e il sangue degli affetti non vivrà.”

Sentì il mio corpo come sottacqua e appena l’energia sparì scattò cercando aria.

La testa era ancora pesante. Strano!

Intanto sentivo che qualcosa non tornava.

 

Luc

Moira Emerald Dare era una delle persone più insopportabili che io conosca, ma ammetto che quando parla delle profezie acquista ai miei occhi un certo rispetto.

Con quei capelli color raggi di sole e luna ricci, la pelle traslucida appare una creatura soprannaturale. Le uniche note di colore sono le efelidi sul viso e gli occhi verde smeraldo, che sono più scuri persino delle sue ciglia bionde e creano un contrasto affascinante.

Però continuo a chiedermi perché usino lei, quando Elenia potrebbe predire la stessa cosa!

Le sfioro la mano e lei si volta a rivolgermi un rapido sorriso, immersa com’è a pensare alla soluzione per la profezia.

Sento mia madre discutere con mio padre sul fatto che dobbiamo proteggere i mezzosangue più forti dei campi.

E’ una profezia di morte, ovviamente.

“Penso che” presi la parola “si riferisca più che alle persone accanto a questi eroi più forti, perché dice che gli affetti non si salveranno e non che gli eroi moriranno.”

Io ero qui solo per la mi intelligenza, e lo sapevo.

Dovevo meritarmi il posto.

Vivevamo a Campo Giove perché lì possono abitare i figli dei mezzosangue e per quanto mio padre e mia madre siano i salvatori del mondo non ci sono sconti.

Io non sono un mezzosangue.

Né le mie sorelle né Elenia né gli altri figli dei salvatori del mondo.

“Poi trovo strano l’utilizzo di eroe e non mezzosangue come invece è solito.”

Essere figlio di una delle figlie di Atena di sempre mi aiuta, essendo io uno delle persone con un QI più alto nella stanza.

Un rumore attirò lo sguardo di tutti verso Moira.

Era in piedi con la sedie caduta a terra alle sue spalle.

Il corpo aveva una postura strana, sembrava sorretto da fili invisibili come un burattino.

Questa volta la sua voce non era la solita.

“il cielo piange,

il mare tempesta

e la terra inghiotte tutto,

oh sfortunati figli impedite che

il sangue macchi gli eroi.

La punizione li ucciderà,

perché la loro anima venduta sarà

a chi pegno pagare non potrà.”

Oscillò pericolosamente avanti e indietro, sostando col movimento i capelli dal viso e mostrando due occhi neri.

Killian Scott corse verso di lei e la afferrò, mentre stava per crollare a terra. La stava richiamando e aiutando a respirare regolarmente. Chirone si avvicinò loro e poi il ragazzo la portò fuori.

Probabilmente la portava alla sua cabina a riposare.

Tutti nella stanza intanto parlavano contemporaneamente.

Quindi Elenia avanzò sicura e si appoggiò al tavolo, posandovi un orsacchiotto di peluche ed estrasse il suo coltellino rituale.

Nella stanza era tornata la calma.

Sentire il parere era scontato visto la continuazione della profezia.

Sventò il peluche e fisso il suo interno.

“Se non si ferma questa maledizione che colpisce tutti gli eroi più forti, il mondo verrà devastato da cataclismi.”

La sua voce era alta e chiara.

“Se questi eroi compieranno il loro destino, sarà la fine.”

Li vidi tutti molto pensierosi.

“Potrebbe trattarsi di nuovo di Gea.”

“Oppure dei titani.”

“Ma li abbiamo sconfitti.”

“Forse le porte della morte si sono riaperte?”

“Ma no. impossibile!”

La confusione non mi aiutava a pensare, uscì e mi stupii di vedere lì fuori seduti Killian e Moira.

“Non sei tornata in cabina?”

Sollevò lo sguardo stanco ma irritato “Si, sono in cabina, questa è solo un’illusione!”

Irritato mi voltai e notai un gruppo di persone che conoscevo –fin troppo bene!- sbirciare attraverso la finestra.

“E voi che diavolo fate?”

Il gruppo scattò spaventato.

“Oh.. Ehm.. Ciao fratellone!”

“An!! Cosa state facendo tu e gli altri?”

Mia sorella minore sorrideva imbarazzata.

An era piuttosto alta, dai capelli neri come quelli di papà e degli occhi incredibili: erano sì come quelli di nostro padre color verde mare, ma a seconda del suo umore cambiava la sfumatura della tonalità –ad esempio se era furiosa diventavano blu scuro violacei, se era curiosa verde acqua chiaro o quando era dolce di un bel azzurro lillà-.

Accanto a lei c’erano Merry Grace con la sua testa metà rasata e metà no dai lunghi capelli lisci e biondo castani e gli occhi verde blu e la sua solita aria annoiata. Poi i gemelli Hope –il cui vero nome è Esperanca II – e Tony Valdez: hanno in comune solo gli occhi neri fiammeggianti e la pelle classica del latini, lei ha i capelli fino le spalle color caramello misto cannella ed è piccola e formosa –ha solo 14 anni poi!-, mentre lui i capelli neri ricci come il padre –ma a differenza sua ha molto successo con le ragazze-.

Ed infine col suo metro e 85 c’era Rey Zhang: pelle mulatta capelli tagliati corti neri e crespi, occhi a mandorla dorati.

“Volevamo sentire la profezia!”

“Non potete stare qui!”

“Ma ci manca solo un anno per poter entrare a far parte delle attività di questo campo, non puoi fare uno strappo?”

Visto che eravamo i figli dei sette salvatori del mondo, avevano fatto uno strappo alle regole e dopo aver compiuto 15 anni ci era concesso venire a Campo Mezzosangue o entrare nella parte interna di Nuova Roma a Campo Giove per tre mesi l’anno per allenarci coi semidei.

“No. E poi dove sono Tori e Kai?”

“Ehm li abbiamo lasciati alla cabina di Ermes.”

“Cosa? Fila da loro!”

“Ma..?”

“Sono piccoli!”

“Hanno 12 anni Luc mica 2!”

“Sono qui solo per la festa.”

An sbuffò e mi sorpassò col suo gruppetto al seguito.

“Vai da loro!”

“Se se.” Borbottò irritata.

“Alexandra Bianca Jackson fila da tua sorella!” le ordinai.

Lei mi fissò e prese a camminare rapidamente con rabbia verso la casa di Ermes.

“Tua sorella si chiama Alexandra Bianca Jackson?”

Annuì. Moira era accanto a me e mi aveva spaventato un po’.

Lei parve borbottare qualcosa e annuire tra sé.

Guardò me e Killian. “Devo andare, ci vediamo stasera!” scappò via così.

Killian, appena sparita Moira dalla visuale, si alzò rientriamo e vediamo a che punto siamo.

Lo seguì con la strana sensazione che oggi sarebbe stata infinita.

 

An

Ero furiosa con Luc!

Come si permetteva di trattarmi come una bambina? Aveva solo un anno più di me!

Avevo raggiunto la cabina coi miei amici e poi troppo irritata qual ero li ho lasciati lì a cercare di battere i figli di Ermes ad un gioco da tavolo.

Stavo girovagando da ore per il campo quando arrivai i cima alla collina mezzosangue mi sedetti sotto il pino di Thalia.

Il campo era sotto i miei piedi e pregustavo quando la prossima estate avrei potuto frequentarlo.

“Ti ho trovata finalmente!”

Sobbalzai e notai c’era l’oracolo del campo accanto a me che sorrideva.

“Ti ho cercata per ore!”

Si sedette accanto a me.

“Come mai?”

Ignorò la mia domanda. “Conosci la storia di mia madre?”

Stranita, annuì.

“Rachel Dare l’umana che è diventata l’oracolo del campo.”

“Esatto.”

“E con questo?”

“Vuol dire che chiunque può diventare qualunque cosa. Non devi per forza nascere qui e col genitore divino per essere qualcuno.”

Annuì tristemente.

Se i semidei sono discriminati, essere figli di semidei lo è ancora di più.

“Stanotte ho avuto una visione.”

“Lo so.”

“Spiare non sta bene.” Abbassai il campo colpevole “ma non ho rivelato tutto.”

La mia testa scattò rapidamente. Come?

“Vedi ho sognato anche altro. Le ombre mi hanno rapita e portata in una stanza di specchi dove un ragazzo dai capelli neri diceva che dovevo dire a Bianca di andare nel luogo dove non esiste il tempo a trovarlo.”

“Bianca? E’ il mio nome! Luogo senza tempo?”

Moira si girò verso di me e mi fissò.

“Devi partire e trovare questo posto.”

“Ci sono tante Bianca e probabilmente..”

“No, sei tu. Le cose non accadono per caso, è destino.” Ridacchiò “come dice il mio nome.”

Non so perché ma sentivo che dovevo partire che, sì, ero io che dovevo trovarlo.

“Ma il luogo..?”

“Non lo so.” Scosse il capo.

“Dovremmo chiedere aiuto.”

“No il ragazzo non vuole che siano interpellati semidei o i nostri fantomatici genitori.”

Annuì.

Avrei trovato una risposta.

Il suono di un corno ci richiamò, era ora del banchetto celebrativo.

Moira si alzò. “Ricordati quando saremo giù non potremo più parlare, ma ti dirò una cosa: il ragazzo dai capelli neri ha più o meno la mia età e un tatuaggio sulla schiena.”

Detto ciò si allontanò.

Un tatuaggio eh?

Un po’ come quello che aveva papà e il signor Grace sulla shiena.

Mi pare mi avesse raccontato che ce l’aveva anche un altro semidio..

Era..

Un altro richiamo, più forte del precedente, mi fece perdere i miei pensieri.

Ci avrei ripensato domani, avevo tempo.

Corsi già e raggiunsi la cabina di papà dove trovai Tori –Victoria Silena Jackson- e mio fratello Luc dall’aria stanca.

“Ed ecco qui la sirenetta del papà!”

Percy si avvicinò ad accarezzarmi la testa.

Voglio molto bene a papà!

E’ strano dirlo a 14 anni, ma è così. Sarà perché siamo simili, forse.

“Preparati svelta che dobbiamo andare.” Corsi in bagno e indossai l’abito azzurro che avevo portato per l’occasione.

Uscì dal bagno e seguì la mia famiglia verso l’anfiteatro.

Mamma, papà e Luca parlavano ancora della profezia, quindi Tori mi prese la mano.

“Cosa succede?”

“Il solito, Tori, devono salvare il mondo.”

“Ooh. Allora non mi interessa!”

Ci sedemmo nella parte che ci era stata riservata, ma io non seguii minimamente ciò che succedeva, troppo presa a osservare una targa commemorativa.

Per un certo Nico di Angelo.

Questo nome mi era famigliare.

Ma perché mi veniva in mente di collegarlo a ciò che mi ha detto Moira?

Improvvisamente un vento gelido si levò e spense il fuoco.

Papà si alzò in piedi e urlò “State tutti calmi!”

Gli schiamazzi scemarono un po’.

Io presi la mano di Luc e Tori dalla paura.

Era un brutto segno.

“Va tutto bene, state..” la voce di papà si spense.

Il cielo notturno era senza stelle e il buio ci avvolgeva gelido.

Papà si girò e avanzò verso la mamma.

Annabeth si alzò e raggiunse Percy che stava allungando le mani verso di lei.

“Percy..?”

Ma le mani di papà non presero la mamma come fa sempre, per attirarla in un abbraccio.

Oh no, la presero al collo.

Percy Jackson stava strangolando la sua Annabeth.

 

 

E non ho resistito a scriverlo e sono qui!

Ora la trama è un po’ più chiara.

Luc è ispirato al lato so tutto-io di Annabeth e An al lato un po’ ehm lento alla elaborazione di Percy. XD

Dovrei postare molto presto il prossimo.

Un commento me lo lasciate?

Come me li vedo:

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Mia richiesta per woaffraser su deviantart.

Ley

  
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