Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: gaccia    06/11/2013    12 recensioni
«Sono Emanuele Mancini e sono un coglione» forse dirlo ad alta voce mi avrebbe aiutato a venire a patti con la mia coscienza, sempre che ne avessi una e che in quel momento sembrava essere andata a farsi una vacanza al Polo.
Mattia, il mio migliore amico, mi aveva affidato la sua ragazza in quei maledetti quindici giorni ed io che facevo? Dopo anni, mi prendevo una cotta con i fiocchi per la bionda Lily.
«Sono un coglione» ripetei.
Forse, se mi costringevo a rivolgere le mie attenzioni alla sua amica...
quello che successe dopo non lo avrei mai immaginato, quello che posso dire è che la mia vita cambiò, definitivamente e in modo sorprendente…
Sequel di “AAA OFFRESI DICIOTTENNE VERGINELLO – NO TARDONE”
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Ciao a tutti!

Scusate il ritardo ma questo capitolo non voleva uscire, poi trovata in un cassetto della mente l’ispirazione ho scritto in due giorni.

 

Prima di tutto ringraziamenti a piene mani per chi mi ha messo nei preferiti, ricordati e seguiti questa storiella. Per chi recensisce, ringraziamento direttamente nella storia… questa volta sono stata bravissima: ho citato tutti quelli che mi hanno commentato, non manca nessuno! Spero vi divertiate.

 

Riguardo al banner, terzo esempio! (se avete notato cerco anche vagamente di ricordare il banner nel capitolo) grazie Teresa detta Elenri per le tue fatiche. Fatemi sapere il preferito (ne ho ancora uno… salvo altri che vogliano cimentarsi)

 

 photo banner3_zps8bc5755b.jpg

Eravamo arrivati al bacio dato per sbaglio da Lele a Lily lei addormentata e lui allucinato dalle spore dei funghi di Glee. Adesso respirate profondamente e non agitatevi per il nuovo capitolo, leggete sino in fondo prima di lanciare i pomodori! (quelli costano e sprecare il cibo non va bene).

A parte gli scherzi, vi lascio a questa pagina… BUONA LETTURA!

 

---ooOoo---

 

«Ti voglio, Lele» un sussurro al mio orecchio e una carezza sul mio petto nudo.

Uhu! Donzella a ore nove.

Aprii un occhio rivolto al viso che si era posizionato a circa dieci centimetri dalla mia faccia. Il letto non era mio e neanche la ragazza a quanto pareva.

Spalancai gli occhi scioccato. Lily si stava avvicinando sempre più al mio viso ed io mi stavo schiacciando contro il cuscino.

Non potevo fare questo a Mattia! Era... era orribile... era mostruoso... era sbagliato...

Le sue labbra si appoggiarono sulle mie dolcemente, poi iniziarono a mordicchiarmi, a forzarmi ad aprire la bocca sino ad invadermi con la lingua.

Oddio! Lily mi stava baciando! E lo stava facendo alla grande!

Non avevo mai provato queste sensazioni... era delizioso... era sublime... era sensuale... era erotico.

Mattia! Non posso!

«Mattia...» mormorai tra un bacio e l'altro.

«Lui non c'è ed io ti desidero tanto e da tanto tempo» sospirò lei scivolando sul mio corpo e accarezzando il torace.

Il mio respiro divenne sempre più affannato. Che mi stava succedendo? Era Lily, era mia amica, era la ragazza del mio migliore amico e non potevo farle una cosa simile.

Peccato che il mio corpo non era assolutamente d'accordo con il mio cervello e quando mi sentii togliere i pantaloni e slip rimanendo totalmente nudo, in balia delle sue mani e della sua bocca, azzerai i pensieri e mi concentrai sulle sensazioni.

 

«Sei troppo vestita» e strattonai la sua maglietta sino a toglierla per poi levarle calzoncini, mutande e reggiseno. Se ero nudo io doveva esserlo anche lei!

Era semplicemente stupenda la bionda Lily, con il suo seno superbo e i suoi fianchi pronunciati, adatti per ancorarsi con le mani e far forza per spingere dentro di lei.

Cominciò a baciarmi lentamente, scivolando sempre più in basso sino ad arrivare al mio grande fratello.

Trattenni il fiato al solo pensiero di quello che poteva farmi con quelle labbra peccaminose e quasi venni nella sua bocca quando si calò su di me per accogliermi.

Su e giù, su e giù godendone, mugugnando come se gustasse la cosa più buona del mondo... mi stava facendo il più bel pompino di tutta la mia vita.

«Adesso basta... voglio venire dentro di te» sussurrai ribaltando le posizioni e allargandole le gambe posizionandomi in mezzo.

«Allora sbrigati, non vedo l'ora» rispose lei allacciando le braccia al mio collo.

I suoi occhi brillavano di gioia e desiderio che non mi feci pregare a soddisfare, entrando in lei con una unica spinta e iniziando incalzante a danzare la musica più antica del mondo.

 

I suoi sospiri, i suoi gemiti mi stavano mandando fuori di testa.

Stava godendo, era abbandonata tra le mie braccia, plastilina tra le mie dita e solo sentire le sue reazioni facevano scatenare ancora di più la mia voglia per un effetto domino continuo ed esponenziale, sino ad arrivare all'estasi dell'orgasmo che ci colse con un grido liberatorio.

 

Rimanemmo così per diverso tempo, abbracciati, cercando di recuperare il fiato e ristabilire il battito normale del cuore.

«Perché?... Perché l'hai fatto?» iniziai timidamente senza guardarla negli occhi e continuando ad accarezzarla sulla testa che teneva appoggiata sul mio petto.

«Perché lo volevo... da tanto» rispose lei senza esitazione.

«Ma... Mattia?» ecco che il mio peccato si faceva sentire ed il mio cuore mancò un battito mentre il mio stomaco si stringeva.

«E' te che amo... io ti amo... Lele... Lele» la sua voce divenne sempre più indistinta mentre la mia spalla si agitava sempre più.

Lily mi stava trasformando la clavicola in un frullato! Ma che stava succedendo?

 

«Lele... Lele... bastardo scopatore universale, idiota depravato... e mollami la mano deficiente!» le sue soavi parole stavano diventando sempre più antipatiche, esattamente come la sua “deliziosa” vicina di camera dal commercio illegale di funghi all'LSD.

Secondo me aveva anche una piantagione di marijuana, quella che portava un casco arancione anche di notte.

 

Aprii stancamente gli occhi e mi trovai il naso pallido e lentigginoso di Glee a un palmo di distanza dal mio.

«Ah!» urlai alzandomi di scatto a sedere e regalandomi una sonora testata con la psicopatica della porta accanto.

Cominciai a vedere tutto a macchie mentre mi tenevo la fronte con due mani a sincerarmi che la mia capoccia fosse ancora al suo posto.

«Ma che cazzo fai! Dio! Che male» mi sentii dire ma ero troppo preoccupato per i miei lividi per pensare anche a quelli della stronza rompicoglioni spacciatrice di spore.

«Glee, cazzo vuoi dalla mia vita? Non ti basta avermi drogato? Devi pure scassarmi il cranio e i maroni?» sbottai.

«Io non volevo sfondarti il cranio né farmelo sfondare da te!» replicò lei massaggiando la fronte «Né volevo toccarti i 'maroni' in alcun modo! Volevo solo la smettessi di grufolare come un porco! Sono ancora le cinque porco cazzo! E io voglio dormire e con te che gemi, sbuffi e spingi il letto come se stessi facendo una maratona di sesso non riesco a chiudere occhio» ribatté indicando la parete dove era appoggiato il materasso che stavo occupando.

 

«Secondo me dovresti fare sesso anche tu, saresti più rilassata e dormiresti meglio senza spiare i tuoi vicini» sorrisi incrociando le braccia sul petto e appoggiandomi alla testiera.

«Non ti stavo spiando. Avevo solo paura che stessi violentando Lily mentre lei dormiva. Da te mi aspetto qualunque cosa... tranne forse questa» rispose indicandomi con un sorriso che sapeva tanto di scherno.

«Cosa vuoi dire?».

«Beh, indubbiamente stavi facendo sesso ma in realtà lo stavi sognando visto che eri solo qui...» poi scoppiò a ridere fragorosamente agitando il caschetto di capelli che solo in quel momento mi accorsi essere assurdamente arancioni «E sei anche venuto nelle mutande! Ma quanti anni hai? Dodici?» e si alzò asciugandosi le lacrime e avviandosi alla porta.

«Non sono venuto nelle mutande!» esplosi irato. Per precauzione controllai abbassando lo sguardo sui calzoni e... cazzo! Ero venuto nelle mutande per un sogno!

«Fottiti!» gridai alla porta chiusa che si riaprì immediatamente.

«E tu sogna!» e che poi venne subito richiusa.

 

Cazzo, cazzo, merda, merda, cazzo, cazzo!

Che figura del menga! Ero venuto solo a sognare, ma quel che è peggio avevo sognato di far sesso con Lily, l'unica ragazza intoccabile di tutto l'universo conosciuto e non.

La donna del mio migliore amico. Quella che mi era stata affidata per controllarla.

Più controllata di così dovevo solo scoparmela dal vivo.

Che cavolo pensavo?

Qui mi ci voleva uno psicologo e uno bravo direi!

 

«Era Glee quella?» disse una vocina intervallata da uno sbadiglio.

Sobbalzai come se mi avessero beccato i miei genitori a fare sesso nel loro letto e di istinto mi tirai su il lenzuolo a coprire il petto già avvolto dalla maglietta della salute.

Mi voltai verso la figuretta che si stava alzando e avvicinando al letto dove ero adagiato.

«Sì… sì… ma… ma che stai facendo?» chiesi quasi terrorizzato quando la vidi stendersi accanto a me. Ci mancava solo che iniziassi a frignare come una verginella e avrebbe capito tutto.

Ma porco bufalo! Proprio adesso doveva venirmi così vicino? Ero ancora scosso e dovevo elaborare quello che avevo sognato. Un attimo di pace, please!

«Il divano mi stava uccidendo la schiena dal momento che mi hai svegliata con i tuoi sbuffi».

Era buio vero? Perché ero pressoché sicuro che le mie guancie erano di calore e colore di brace. Cristo! Eppure io ero una persona discreta nelle mie esternazioni!

«Devo avere un pochino di sinusite» risposi con voce roca.

 

«Allora devi chiedere a Glee qualche rimedio. Lei ha degli intrugli fantastici per far passare tutti i malanni di stagione» rispose Lily appropriandosi della metà del letto e mostrandomi le spalle.

«Stupefacenti direi» borbottai sottovoce voltandomi dalla parte opposta e stando attento a non sfiorare neanche un centimetro di pelle di Lily.

«Hai detto qualcosa?» sbadigliò lei.

«Buonanotte, bionda» risposi sorridendo.

«Buonanotte, faccia d’angelo… poi domani mi devi raccontare cosa è successo ieri sera, mi sento come se avessi bevuto una cisterna di birra». La sua voce andò via via morendo e io mi rilassai leggermente quando mi accorsi che si era riaddormentata.

Cercando di fare minor rumore possibile, scivolai fuori dal letto e mi sedetti sul divano, avvolgendomi con il plaid che Lily aveva lasciato lì.

 

Poggiai i gomiti sulle ginocchia e il mento sulle mani aperte, fissando insistentemente l’ombra stesa.

Mi sentivo sull’orlo di una crisi isterica come solo una ragazzina alla prima mestruazione poteva avere.

Avevo sognato di fare sesso con Lily.

Avevo sognato di baciare Lily… no. Quello era successo davvero.

E adesso che dovevo fare?

«Mattia mi ammazza» sospirai.

Conoscevo bene il mio amico. Anche solo sospettare che qualcuno avesse pensieri a luci rosse sulla sua ragazza lo faceva andare fuori di testa.

Più di una volta avevo dovuto allontanarlo da un ragazzo perché secondo lui aveva fissato Lily un secondo di troppo.

Eppure era sempre stato attento a non essere asfissiante con lei, a lasciarle i suoi spazi e a mostrarsi fiducioso, per poi seguirla da lontano.

Se non altro faceva in modo di essere l’unico ad avere i tarli della gelosia e i dolori che questa si portava dietro.

Come potevo, proprio io, causargli altri problemi?

 

«E poi lei mica mi vuole» sbottai e questa frase mi fece più male di tutto il resto.

Il solo fatto di dirlo ad alta voce significava che avevo preso in considerazione il fatto di desiderare di stare con lei.

No! Non potevo! Non volevo! Non la desideravo!

Il bacio era stato solo un inciampo sul tappeto, una allucinazione da fungo, non un sentimento di amore, per non parlare del sogno!

Desideri inconsci? Macché! Avrei potuto sognare anche quella Glee dai colori di zucca se avessi aspirato quelle stramaledette spore in sua compagnia.

Ecco! Era tutto colpa di quei funghi e di quella pazza psicolabile schizzata vestita da barbabietola.

 

Sospirai e mi passai stancamente le mani tra i capelli, tirandone alcune ciocche disperato.

A chi volevo darla a bere? Sapevo perfettamente che se il bacio poteva essere stato un errore insignificante, il sogno era qualcosa che non si poteva controllare.

L’espressione di desideri profondi e inespressi.

Mi era già capitato di sognare di far sesso con qualcuna ma erano tutte donne che mi scatenavano dei sentimenti, dall’odio per la professoressa di matematica che avrei volentieri sodomizzato con violenza, alla graziosa compagna di corso con cui prendevo sempre il caffè al mattino e che, con sommo dispiacere, avevo scoperto essere lesbica e quindi per niente interessata al mio grande afflitto fratello.

Non che tutte le mie fantasie dovessero realizzarsi ma, considerando che la mia vita era piuttosto soddisfacente in quel campo, non avevo bisogno dell’antro onirico per gioire dei piaceri della carne.

Alla luce di tutto questo, ero davvero preoccupato.

Mancavano ancora dodici giorni al ritorno di Mattia ed io ero sull’orlo di una crisi di nervi.

Mai mi sarei immaginato di desiderare così la presenza di un ragazzo nella mia vita.

«Mattia, mi manchi» sospirai e iniziai a sghignazzare per la stessa assurdità della mia affermazione. Neanche fosse stato il mio ragazzo.

 

Ora la cosa più impellente era stare alla larga da quella bambola bionda che mi stava facendo venire i complessi di colpa. Non credevo che avere una coscienza fosse una cosa tanto pesante.

Normalmente mi comportavo talmente con leggerezza da non sentirne minimamente il peso.

Oramai erano quasi le sette e decisi di tornare a casa per cambiarmi e respirare qualche cosa di più sicuro che profumo di Lily e spore di fungo. Quello era un mix micidiale.

 

Ci misi quasi un’ora tra bus e camminata per arrivare a casa e senza indugio mi fiondai sotto la doccia e poi in camera di Mattia per raccogliere qualche cosa di più pulito e meno imbarazzante di una tuta macchiata di sperma.

Dovevo ricordarmi di lavarla per restituirla alla legittima proprietaria. Ero grato a quella pazza per l’unico gesto gentile che aveva compiuto… per tutto il resto poteva anche andare a farsi friggere.

 

«Ciao, Lele. Come è andata ieri?» mi salutò Gian seduto a fare colazione al bancone in cucina, accanto ai due piccioncini Consuelo e Jake.

Meno male che non c’erano nubi scure all’orizzonte di quei due perché non avrei retto altro oltre ai miei pensieri.

«Chiedilo alla schiavista» borbottai indicando la spagnola e servendomi la colazione.

«Hai un aspetto orribile! Cosa è successo da Lily?» buttò innocentemente Consuelo ma io sbiancai.

Cosa sapevano? Si vedeva? L’avevo scritto in faccia? Fingere!

Parola d’ordine fingere!

Anzi meglio ancora, dire la verità… dei funghi, tutto il resto… fingere!

«Siamo stati intossicati dai funghi di Glee, sembravamo due strafatti…» sbottai addentando un bombolone ancora caldo.

 

«Quella ragazza porta sfiga! L’ho sempre detto, sin dalla prima volta che l’ho vista» dichiarò convintissimo Gian.

«Perché? Io la trovo simpatica» rispose Jake carezzando un braccio della sua amata.

«Pensa che l’ho incontrata una mattina che avevo uno scritto. Quando sono entrato nell’aula non riuscivo neanche a leggere le domande alla lavagna e non riconoscevo nessuno dei miei compagni di corso… è stato devastante» concluse con enfasi il Fassi per poi ingollare il tazzone di caffelatte.

«Oh! Me la ricordo quella volta!» intervenne Consuelo e alla mia faccia interrogativa spiegò «La sera prima aveva bevuto e fatto tardi e si è trovato nella sezione delle lingue orientali, precisamente durante una lezione di giapponese».

Tutti scoppiammo a ridere di gusto.

«Ovvio che non capissi e non conoscessi nessuno» singhiozzai asciugando le lacrime.

«Dici così solo perché ti sembra divertente ma sono sicuro che è stata Glee a confondermi le idee e farmi andare nell’aula sbagliata» rispose piccato.

Lo fissammo cercando di trattenere una risata che, finalmente, sbottò anche sulla sua faccia.

«Okay… ero ‘ombre’ quella mattina» ammise continuando a ridere.

 

«Lily come sta adesso? Si è ripresa o è nelle tue condizioni?» chiese ancora Consuelo preoccupata della sua amica.

«Quando sono uscito stava ancora dormendo e l’ho lasciata stare. Ti assicuro che quelle spore sono abbastanza difficili da sostenere. Glee mi ha sbattuto sotto la doccia fredda e mi sono leggermente ripreso ma lei si era già addormentata, quindi penso che questa mattina si alzerà con un bel mal di testa… più o meno come me» risposi appoggiando la testa sul tavolo e chiudendo gli occhi.

«Forza, faccia d’angelo. Dobbiamo andare» esortò Consuelo scendendo dallo sgabello e precedendo gli altri alla porta di ingresso.

«Andiamo, così vedi che non ho distrutto la tua mito» e mi lanciò le chiavi della quattro ruote con un enorme sorriso orgoglioso.

Annuii e presi i libri che servivano per la mattina per poi uscire con gli altri al seguito per la solita camionata verso l’università.

Studio, uguale niente pensieri. Forse questa era la soluzione.

 

La mattinata passò veloce e ci trovammo tutti a pranzo alla tavola calda accanto all’ateneo compresa Lily, in compagnia di Consuelo, Jake, Gian, una ragazza con gli occhi marcatamente a mandorla che non avevo mai visto e… Glee.

Non sapevo se era più imbarazzante trovarmi davanti la bionda o la zucca… no, un attimo.

Non aveva più i capelli arancioni, ora erano un po’ più lunghi e con strane tonalità che andavano dal blu al rosa carico.

Oltre a una spacciatrice di stupefacenti aveva un parrucchiere portatile in stanza?

 

«Ciao, Lele» mi salutò Lily non appena appoggiai il vassoio accanto alla ragazza che non conoscevo. Avevo deciso che era meglio stare alla larga prima di fare gesti che sarebbero stati subito fraintesi.

«Lei è Sara, una mia compagna di corso» la presentò Glee senza alcuna inflessione di voce.

«Piacere, Sara Wooh» sorrise tendendomi la mano «E prima che tu lo chieda sono italiana, mio nonno era cinese ma io non so neanche una parola né ci sono mai stata… in Cina intendo» e terminò con un gran sorriso.

Rimasi abbastanza perplesso. Non le avevo chiesto nulla e onestamente neanche mi interessava…

«Okay, Sara Wooh, italiana ma nipote di un cinese che non sa nulla delle origini… Emanuele Mancini detto Lele, italiano senza altre discendenze strane» sorrisi di rimando e strinsi la mano.

«Noi lo chiamiamo anche faccia d’angelo visto che è carino» sorrise indulgente Lily.

«Io lo chiamo scopatore universale e lascio a te immaginare perché… ma anche idiota gli calza a pennello» intervenne Glee irritandomi ma facendo ridere gli altri.

«Dai, Gloria, non essere la solita acida» la blandì la nuova.

 

In effetti, per avere solo il nonno cinese ne mostrava tutti i tratti somatici. Il naso non era tanto a patata ma gli occhi erano molto allungati, i capelli erano neri, lisci e lucidi e il viso tondo come una moneta.

Una bella bocca carnosa ne elevava la figura a carina. Beh, poteva anche andare per una botta.

«Allora anche tu hai la sensazione che sia perennemente acida e antipatica» replicai mantenendo una parvenza di strafottenza e menefreghismo e condendo tutto con un sorriso accattivante.

«No… è solo un pochino dura ma è molto simpatica» rispose lei sorridendo alla testa dai colori impazziti.

«Sono simpatica solo perché ti lascio copiare i risultati dei miei esperimenti» replicò Glee sbuffando contrariata.

«Per quello e per i libri strani che mi presti sempre» concluse Sara con un buffetto sul braccio della compagna alla quale, per un attimo, mi parve scappare un piccolo sorriso allegro, prima di tornare seria e torva.

 

Il cibo non era da quattro stelle in quel locale, ma si faceva mangiare senza proteste.

«Sentite, questa sera c’è una serata al butterfly76. giri di birra locali e italiane. Il capo mi ha detto che ci sarà anche la nostra rossa preferita!» annunciò Jake mentre si parlava di organizzare per la serata.

«Oh! Ci sarà La pam8842 o Nicole? Che poi non era la nostra rossa preferita, era solo la tua, Lele» intervenne Gian con i suoi pensieri a ruota libera (che facevano più danno che altro)

«E ti pareva, lo scopatore non si smentisce mai» borbottò Glee prima di finire la sua coca.

«Credo che Jake si riferisse alla prima, la birra, e ti ricordo che Nicole convive con Giascali ed era la preferita di Mattia, scusa, Lily, non la mia!» perché mai sentissi il dovere di giustificarmi era un mistero anche per me.

«Non preoccuparti, so tutto della cotta del mio uomo per la francesina» rispose tranquilla Lily facendo spallucce.

In fin dei conti Lily aveva ragione: Mattia era andato in bianco con Nicole, la francese era andata in bianco con me, Giascali era andato in bianco con Giulia 2 e alla fine ‘sti due sbiancati si erano trovati a far coppia, a leccarsi e ferite per poi scoprirsi immensamente innamorati.

I casi della vita!

«Sapete che fine ha fatto Giascali?» chiesi. Era da tanto che non lo sentivo, praticamente dalla fine della scuola. Non che fossimo molto amici.

«Tranquillo, il tuo concorrente in fatto di donne, dopo essersi accasato con la Richard è andato a lavorare con suo zio e fa il meccanico» rispose Jake.

«Te lo immagini, Lily? Con i suoi bicipiti scolpiti, coperti di grasso e quelle mani callose…» fece Consuelo con un sorrisino isterico al quale la bionda rispose immediatamente annuendo con vigore.

«Oh sì! E le canotte sbrindellate che lasciano vedere i pettorali, e lui piegato sul cofano aperto di un’auto…» e fece anche il verso.

«Ma la piantate voi due? Cos’è mi amor? Non ti soddisfo abbastanza?» interruppe piccato il povero Giacomo.

Come volevasi dimostrare era solo una presa in giro visto le risate sguaiate che esplosero dalle due ragazze.

«Peccato che manca Mattia, mi sarebbe piaciuto sentire la sua reazione» commentò Glee ridacchiando.

 

«Qualcuno mi dovrebbe spiegare questa mania di fare battute stupide per ingelosire il proprio ragazzo. Non vi basta averlo ai vostri piedi? Dovete anche calpestarlo fino a rimanere senza dignità?» chiese Gian piuttosto scuro in volto.

Probabilmente non apprezzava molto il modo di Consuelo di trattare il suo gemello.

«Era solo uno scherzo» rispose Sara sorridendo dolcemente al Fassi «Se  ci fosse qualche cosa di vero non ne parlerebbero così apertamente».

«Quindi bisogna stare attenti se la ragazza non fa apprezzamenti?» sembrava quasi che Giancarlo prendesse appunti. Possibile che aveva ancora bisogno di questi giochetti per capirci qualcosa?

«In un certo senso sì. Per esempio, se mi sperticassi in lodi per Lele, pur essendo qui davanti a lui, tutti capirebbero che non sono interessata» continuò la cinese.

«Grazie» intervenni io abbattuto.

«Più che altro potrei portarti direttamente in una casa di cura per malattie mentali. Sarei preoccupata a morte per te e le tue idee malsane» intervenne Glee regalando Sara uno spintone cameratesco che fece scivolare la ragazza verso di me.

 

Prontamente la afferrai riposandola sulla sedia e mi rivolsi alla spacciatrice «O potresti essere gelosa e vorresti provare tu» rimbeccai io.

«Certo, sono gelosa… del tappeto forse?». Ahi! Colpo basso! Mi zittii di colpo.

«Cosa centra il tappeto?» chiese proprio Lily.

«Niente… una cosa nostra» biascicò Glee per poi alzarsi «E’ ora di andare, Sara» ordinò.

«Venite anche voi questa sera?» chiese Gian ammirando il sedere della cinese. Beh, decisamente un lato B gradevole. Approvavo anche io.

«Io sì… tu Gloria?».

«Non credo. Aspetto un amico che devo accompagnare in un posto» rispose evasiva poi salutò tutti e se ne andò seguita dalla sua compagna di corso.

«Che ragazza strana» mormorai pensando a Glee.

«Che ragazza interessante» esclamò Gian pensando a Sara (sicuramente).

 

Quella sera ci divertimmo davvero tanto.

Forse fu la birra che bevevamo sempre nella nostra città che ci fece sentire a casa ma fu come tornare indietro nel tempo. Ci sentivamo il solito gruppo di ragazzini che facevano battutacce e ridevano della grossa.

Stranamente, quello più contenuto fu proprio Gian, forse per la presenza di Sara. Se la ragazza gli faceva questo effetto avremmo dovuto invitarla più spesso, trattenere quella mina impazzita di Fassi non era proprio una impresa facile.

Nonostante tutto quella sera fissai spesso Lily e non riuscii a staccarmi dal pensiero di stare imboccando una via da evitare assolutamente.

Lei non era per me. Il mio cervello lo sapeva, ora non restava che convincere tutto il resto.

 

§§§

 

Il fatto è che il resto non riusciva a farsene una ragione e la cosa mi causava gravi problemi.

Nelle settimane successive, Sini, sentì Mattia tantissime volte, tanto che il cellulare divenne quasi una prolunga del suo braccio, ma continuava ad aver bisogno della mia assistenza: un passaggio, delle commissioni, un favore, una passeggiata o semplicemente guardare la televisione in compagnia perché Consuelo era con Jake.

Per me stava diventando sempre più difficile. Avrei voluto essere come quel comico e battermi una bottiglia di plastica sulle palle, a ripetizione.

Oltretutto iniziavo ad avere allucinazioni visive, visto che mi sembrava di scorgere la sua chioma bionda a ogni angolo di strada che percorrevo.

C’era quando era presente e c’era quando non era lì.

L’anticamera della pazzia… o del tentativo di farsi uccidere dal suo gelosissimo ragazzo.

 

Fortunatamente non ci eravamo più avvicinati come la sera dei funghi e quindi niente baci, niente abbracci e niente palpate.

Sogni? Quelli purtroppo sì e anche frequenti.

Ma la cosa più preoccupante era che non ero più stato con nessuna altra.

Perché appena la baciavo pensavo a Lily? Perché appena la toccavo pensavo a lei?

Macché! Stavamo mica parlando di romanzetti rosa!

Mi era venuto l’herpes labiale dallo stress e nessuna ragazza si era più avvicinata al sottoscritto.

E pensare che credevo di poter essere meglio di una minaccia di labbro spaccato e di valere il rischio.

Evidentemente ero troppo sicuro di me e Glee non faceva altro che ripeterlo ogni qual volta incrociava il mio cammino.

«Vedi a baciare chiunque cosa capita? Dovresti stare un po’ in ritiro, magari hai l’illuminazione spirituale e ti rinchiudi in un convento finché scampi» sempre tenera e dolce quell’arcobaleno di ragazza.

«Non rinuncerei mai ai tuoi funghi. I viaggetti che mi hanno fatto fare sono stati indimenticabili».

«Questo è un peccato capitale, fratello. Si chiama gola e rischi di andare all’inferno, oltre alla lussuria a cui sei già abbonato. Pentiti figliolo, prima che sia tardi».

«Oppure potresti venire con me e farmi compagnia» replicai.

«No, grazie. Io sono già tra gli irosi quindi se non vuoi subire i miei scatti di umore nero è meglio che mi eviti» e terminò lo scambio di battute allontanandosi verso un ragazzo vestito tutto di nero e pieno di piercing in faccia.

 

Una decina di giorni dopo stavo tornando a casa, quando Lily mi raggiunse al cellulare e mi chiese se potevo andare a farle la spesa.

Non che le ragazze avessero bisogno di cibo vero, per quello c'era la cucina comune della casa dello studente, più che altro era bisogno di snack e spazzatura varia, tutto quello che era lontano da una alimentazione salutista.

E Liliana Sini sapeva che quegli acquisti erano la mia specialità.

Per l'ennesima volta mi sottoposi al servizio, augurandomi ardentemente che Mattia ritornasse il prima possibile ed io potessi tornare alle mie vecchie abitudini dimenticando questo periodo infernale.

 

Dopo mezz'ora ero carico di due borsoni di patatine e cioccolato dalle forme più strane e salivo le due rampe di scale per arrivare alla stanza di Lily e Consuelo che stranamente trovai aperta.

«Ehi, bionda! Ho portato i viveri di prima necessità» annunciai dando una spallata all'uscio per poter entrare.

Stranamente, né Consuelo né Lily erano presenti. Chissà perché avevano lasciato la porta aperta.

Dopo essermi assicurato che non ci fosse qualcuno nascosto in bagno, cominciai a ritirare la spesa nell'armadio che fungeva da dispensa.

 

«Lily, senti, ti ho portato quel libro che mi avevi chiesto, Nando me l'ha recapitato... oh! Ciao scopatore universale con l'herpes». Era entrata Glee con uno spesso libro stretto al petto.

«Ciao...» biascicai voltandomi a fissarla e, senza che riuscissi a, fermarmi le chiesi «Ma non sei stufa di nominarmi in quel modo? Uno scherzo è bello quando dura poco» le feci notare.

«Tu sei uno scopatore universale, perché dovrei cambiare? Che stai facendo qui? Stai tendendo un altro tranello alla povera Lily? Se Mattia lo venisse a scoprire saresti un uomo morto» rispose avvicinandosi.

«Cosa intendi per tranello? Io non sto facendo niente» protestai ma iniziavo a sentire i sudori freddi sulla schiena.

«Certo... come non sospiri appena lei si allontana, come non la guardi sempre, come se non la volessi spogliare... devo continuare?». Sgamato?

«Io non faccio niente del genere!».

«Prima che partisse Mattia, no. Cosa è successo esattamente la sera che siete stati intossicati dalle spore?» e qui mi ricordavo che in realtà era tutta colpa sua.

 

«Niente... abbiamo mangiato, riso e poi lei si è addormentata sul divano... io sono inciampato su quel maledetto tappeto e...» chiusi gli occhi come a rifiutare il ricordo successivo «L'ho baciata».

«E?» fece ancora lei.

«Cosa e? Ti ho detto che l'ho baciata non è abbastanza?» sbraitai.

«Per uno come te non dovrebbe essere un problema, ne avrai baciate tante di labbra da averne perso il conto... e scommetto che dopo l'hai anche sognata. Era lei vero?» il sorriso che spuntava sadico sulla bocca di Glee mi fece andare il sangue alla testa. Si permetteva di ridere della mia disgrazia?

«Se sai già tutto cosa altro vuoi?» sibilai con astio.

«Mi interessa di più sapere cosa pensi e quali sono le tue intenzioni» si sedette sul divano posando il libro vicino a lei.

 

Provai a cambiare argomento «EhiHalfBlood scritto da qwertylove, ma che razza di letture fai?» chiesi prendendo in mano quella specie di tomo e sedendomi accanto a lei.

«Non leggo queste cose. Me lo sono fatto spedire perché sapevo che loro due ci tenevano» rispose indicando il portafoto con i ritratti delle mie due amiche sorridenti all'obiettivo. Mi ricordavo di quella foto: eravamo a Gardaland ed eravamo appena stati su una giostra fantastica. Gli occhi di Lily brillavano felici verso la fotocamera. Ricordavo che dietro la macchina c'era un adorante Mattia che si godeva le risate allegre della sua ragazza.

Anche allora io non centravo nulla.

«Sono quelle letture assurde su vampiri e maghi mischiati con quelle storie harmony che legge mia nonna. Una cosa da carie che piace tanto a Lily e tu non cambiare argomento» concluse Glee facendomi tornare alla discussione principale

 

«Non so cosa sia successo... è come se fossi stato colpito da un martello e mi sono trovato invischiato in questa storia» iniziai a confessare.

«Che mi sembra esista solo nella tua fantasia» mi contraddisse.

«Meno male!» risposi agitato guardando la foto «Distruggerei Mattia, Lily e tutta la compagnia, oltre a sentirmi un verme».

«Credo che verme ti si addica... ma andiamo, Lele! Non hai fatto nulla se non pensarla. Non appena arriverà Mattia tutto tornerà normale, altrimenti potresti sempre confessarti. Tanto non riusciresti più a stare insieme a loro come amico in quel caso». La faceva facile lei! Avrei distrutto anni di vita in amicizia! Una cosa fondamentale della mia esistenza.

 

Ci pensai qualche minuto... no, non era fattibile, assolutamente.

«Sei pazza?» sbraitai.

«Qualche volta me l'hanno detto» rispose serafica.

«E cosa risponderesti se, nonostante che tu avessi un ragazzo che so che ami e che ti ama, io venissi a dirti… a proposito perché ti fai chiamare Glee? » mi distrassi all’ultimo momento dal mio discorso.

«Perché Gloria non mi piace più di tanto… continua su, io ti risponderei a cosa?» sembrava divertita e rilassata.

«se io venissi a dirti ’Gloria, mi piaci tantissimo, lascia gli altri e mettiamoci insieme'» sbottai prendendo le sue mani tra le mie e fissandole gli occhi... verdi. Aveva dei bellissimi occhi verde scuro, grandi ed espressivi... non li avevo mai notati.

Rimanemmo a fissarci alcuni secondi senza neanche sbattere le ciglia.

«Beh… pensavo che la tua dichiarazione sarebbe stata più romantica» ruppe il silenzio che stava diventando imbarazzante e quasi mi stavo mettendo a ridere della sua battuta quando una voce alle mie spalle mi fece gelare sul posto.

 

«Oddio! E’ la prima volta che ti sento fare una dichiarazione in grande stile a una ragazza! Come sono contenta… devo subito avvisare gli altri che il nostro Lele Mancini si è innamorato!» esplose Lily con un applauso.

Mollai le mani di Glee di scatto e lei saltò in piedi inorridita.

«No… non è come pensi…» provai a dire ma ormai la bionda era partita per la tangente e stava già parlando al cellulare.

«Sì… ho appena beccato Lele che si stava dichiarando a Glee… sono d’accordo, dobbiamo procurarci anche dei canotti e viveri… secondo me l’arca di Noè non è sufficiente per tutta l’acqua che cadrà… terremoto? Addirittura?...».

Anche io mi alzai e incrociai le braccia al petto irritato.

Possibile che non mi credessero capace di sentimenti e amore? Mica ero stato sempre così refrattario!

«Adesso ti saluto perché mi stanno guardando male… ciao, amore, ci sentiamo più tardi».

 

«Non mi stavo dichiarando… non è quello che hai sentito» provai ancora a spiegare.

«Cos’era allora?» chiese Lily curiosa.

«Mi stava facendo una dichiarazione ipotetica» sbottò Glee «Ma non credo fosse destinata a me».

Mi voltai di scatto e sgranai gli occhi inorridito. Voleva farmi vuotare il sacco e confessare il mio segreto? Voleva la mia morte?

«Allora a chi era indirizzata? Io ho sentito riferirsi a Gloria e quella sei tu». Lily era sempre più confusa e alternava lo sguardo da me a Glee e ritorno cercando di capire l’inconfessabile.

Sospirai sconfitto. A questo punto avevo due possibilità: o dire a Lily che mi piaceva come ragazza e non solo come amica, oppure appoggiare l’equivoco e far credere a tutti di essere cotto di Glee.

In ballo c’erano anni di amicizia, per contro una ragazza che quasi certamente mi avrebbe rifiutato e non mi avrebbe più rivolto la parola. Mi sarei trovato con un pugno di mosche. La decisione non andava neanche ponderata, in realtà era una sola.

 

«Ma certo che era rivolta a Gloria. Solo che l’ho presa un po’ alla larga» dichiarai guardando fisso una Glee boccheggiante.

Sperai ardentemente che il suo cervellino lavorasse svelto così come quando doveva trovare nuovi insulti da appiopparmi.

Almeno in questa preghiera fui esaudito.

«Oh, mio Dio!» squittì in un tono leggermente acuto e falso «Allora dicevi sul serio… ma io… non so…» iniziò a balbettare mentre le sue guance si coloravano di un tenue rossore imbarazzato.

Come faceva a recitare così bene?

«Non sono ancora innamorata di te… ma possono esserci delle buone possibilità che una nostra storia funzioni…». Che diavolo aveva in mente? Avevo l’impressione di stare cadendo dalla padella alla brace.

Continuai a fissare il suo viso, pendendo dalle sue labbra.

«Va bene!» disse dopo alcuni secondi di suspance «Sarai il mio ‘Fidanzato in prova’… potrai dimostrarmi tutto il tuo amore e la tua fedeltà».

Una incudine sull’alluce avrebbe fatto molto meno male.

 

«Dai, Lele! Non ti ha detto di no! Dovresti sorridere ed essere contento… baciala su! Io vi lascio soli e corro da Consi… non vedo l’ora di raccontarle le novità!» e Lily uscì di corsa lasciando me a bocca aperta e la mia nuova fidanzata in prova con un sorrisino malefico stampato in faccia.

 

---ooOoo---

Angolino mio:

spero che questo capitolo vi sia piaciuto. È venuto fuori proprio come volevo io e ne sono soddisfatta.

La prima pagina mi faceva piegare dalle risate al solo pensiero di quante si sarebbero scatenate: Lily che fa sesso con Lele e fa le corna a Mattia?

Diciamo che è stato un inizio con botto.

 

La parte finale era una scena che avevo in mente ancora prima di iniziare la storia: la dichiarazione che scatenava il fraintendimento e, naturalmente, Glee se ne approfitterà facendo diventare pazzo il povero Mancini, preoccupato che il suo segreto non venga fuori.

 

Adesso trovatemi la prima pretesa che Glee farà al nostro Lele.

Evitate l’acquisto di assorbenti interni e non e anche il recupero della sua mito con tanto di multa ipersalata da pagare e la fiancata da riverniciare perché l’ho già pensata io.

Mi raccomando, impegnatevi perché voglio ridere!

 

Adesso ringrazio per l’attenzione e vi rimando tra quindici giorni.

Baciotti

 

  
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: gaccia