Ciao
a tutti!
Scusate
il ritardo ma questo capitolo non voleva uscire, poi trovata in un
cassetto
della mente l’ispirazione ho scritto in due giorni.
Prima
di tutto ringraziamenti a piene mani per chi mi ha messo nei preferiti,
ricordati e seguiti questa storiella. Per chi recensisce,
ringraziamento
direttamente nella storia… questa volta sono stata
bravissima: ho citato tutti
quelli che mi hanno commentato, non manca nessuno! Spero vi divertiate.
Riguardo
al banner, terzo esempio! (se avete notato cerco anche vagamente di
ricordare
il banner nel capitolo) grazie Teresa detta Elenri per le tue fatiche.
Fatemi
sapere il preferito (ne ho ancora uno… salvo altri che
vogliano cimentarsi)
Eravamo
arrivati al bacio dato per sbaglio da Lele a Lily lei addormentata e
lui
allucinato dalle spore dei funghi di Glee. Adesso respirate
profondamente e non
agitatevi per il nuovo capitolo, leggete sino in fondo prima di
lanciare i
pomodori! (quelli costano e sprecare il cibo non va bene).
A
parte gli scherzi, vi lascio a questa pagina… BUONA LETTURA!
---ooOoo---
«Ti
voglio,
Lele» un sussurro al mio orecchio e una carezza sul mio petto
nudo.
Uhu!
Donzella a ore nove.
Aprii un
occhio rivolto al viso che si era posizionato a circa dieci centimetri
dalla
mia faccia. Il letto non era mio e neanche la ragazza a quanto pareva.
Spalancai
gli occhi scioccato. Lily si stava avvicinando sempre più al
mio viso ed io mi
stavo schiacciando contro il cuscino.
Non potevo
fare questo a Mattia! Era... era orribile... era mostruoso... era
sbagliato...
Le sue
labbra si appoggiarono sulle mie dolcemente, poi iniziarono a
mordicchiarmi, a
forzarmi ad aprire la bocca sino ad invadermi con la lingua.
Oddio! Lily
mi stava baciando! E lo stava facendo alla grande!
Non avevo
mai provato queste sensazioni... era delizioso... era sublime... era
sensuale... era erotico.
Mattia! Non
posso!
«Mattia...»
mormorai tra un bacio e l'altro.
«Lui
non
c'è ed io ti desidero tanto e da tanto tempo»
sospirò lei scivolando sul mio
corpo e accarezzando il torace.
Il mio
respiro divenne sempre più affannato. Che mi stava
succedendo? Era Lily, era
mia amica, era la ragazza del mio migliore amico e non potevo farle una
cosa
simile.
Peccato che
il mio corpo non era assolutamente d'accordo con il mio cervello e
quando mi
sentii togliere i pantaloni e slip rimanendo totalmente nudo, in balia
delle
sue mani e della sua bocca, azzerai i pensieri e mi concentrai sulle
sensazioni.
«Sei
troppo
vestita» e strattonai la sua maglietta sino a toglierla per
poi levarle
calzoncini, mutande e reggiseno. Se ero nudo io doveva esserlo anche
lei!
Era
semplicemente stupenda la bionda Lily, con il suo seno superbo e i suoi
fianchi
pronunciati, adatti per ancorarsi con le mani e far forza per spingere
dentro
di lei.
Cominciò
a
baciarmi lentamente, scivolando sempre più in basso sino ad
arrivare al mio
grande fratello.
Trattenni
il fiato al solo pensiero di quello che poteva farmi con quelle labbra
peccaminose e quasi venni nella sua bocca quando si calò su
di me per
accogliermi.
Su e
giù,
su e giù godendone, mugugnando come se gustasse la cosa
più buona del mondo...
mi stava facendo il più bel pompino di tutta la mia vita.
«Adesso
basta... voglio venire dentro di te» sussurrai ribaltando le
posizioni e
allargandole le gambe posizionandomi in mezzo.
«Allora
sbrigati, non vedo l'ora» rispose lei allacciando le braccia
al mio collo.
I suoi
occhi brillavano di gioia e desiderio che non mi feci pregare a
soddisfare,
entrando in lei con una unica spinta e iniziando incalzante a danzare
la musica
più antica del mondo.
I suoi
sospiri, i suoi gemiti mi stavano mandando fuori di testa.
Stava
godendo, era abbandonata tra le mie braccia, plastilina tra le mie dita
e solo
sentire le sue reazioni facevano scatenare ancora di più la
mia voglia per un
effetto domino continuo ed esponenziale, sino ad arrivare all'estasi
dell'orgasmo che ci colse con un grido liberatorio.
Rimanemmo
così per diverso tempo, abbracciati, cercando di recuperare
il fiato e
ristabilire il battito normale del cuore.
«Perché?...
Perché l'hai fatto?» iniziai timidamente senza
guardarla negli occhi e
continuando ad accarezzarla sulla testa che teneva appoggiata sul mio
petto.
«Perché
lo
volevo... da tanto» rispose lei senza esitazione.
«Ma...
Mattia?» ecco che il mio peccato si faceva sentire ed il mio
cuore mancò un
battito mentre il mio stomaco si stringeva.
«E'
te che
amo... io ti amo... Lele... Lele» la sua voce divenne sempre
più indistinta
mentre la mia spalla si agitava sempre più.
Lily mi
stava trasformando la clavicola in un frullato! Ma che stava succedendo?
«Lele...
Lele... bastardo scopatore universale, idiota depravato... e mollami la
mano
deficiente!» le sue soavi parole stavano diventando sempre
più antipatiche,
esattamente come la sua “deliziosa” vicina di
camera dal commercio illegale di
funghi all'LSD.
Secondo me
aveva anche una piantagione di marijuana, quella che portava un casco
arancione
anche di notte.
Aprii
stancamente gli occhi e mi trovai il naso pallido e lentigginoso di
Glee a un
palmo di distanza dal mio.
«Ah!»
urlai
alzandomi di scatto a sedere e regalandomi una sonora testata con la
psicopatica della porta accanto.
Cominciai a
vedere tutto a macchie mentre mi tenevo la fronte con due mani a
sincerarmi che
la mia capoccia fosse ancora al suo posto.
«Ma
che
cazzo fai! Dio! Che male» mi sentii dire ma ero troppo
preoccupato per i miei
lividi per pensare anche a quelli della stronza rompicoglioni
spacciatrice di
spore.
«Glee,
cazzo vuoi dalla mia vita? Non ti basta avermi drogato? Devi pure
scassarmi il
cranio e i maroni?» sbottai.
«Io
non
volevo sfondarti il cranio né farmelo sfondare da
te!» replicò lei massaggiando
la fronte «Né volevo toccarti i 'maroni' in alcun
modo! Volevo solo la
smettessi di grufolare come un porco! Sono ancora le cinque porco
cazzo! E io
voglio dormire e con te che gemi, sbuffi e spingi il letto come se
stessi
facendo una maratona di sesso non riesco a chiudere occhio»
ribatté indicando
la parete dove era appoggiato il materasso che stavo occupando.
«Secondo
me
dovresti fare sesso anche tu, saresti più rilassata e
dormiresti meglio senza
spiare i tuoi vicini» sorrisi incrociando le braccia sul
petto e appoggiandomi
alla testiera.
«Non
ti
stavo spiando. Avevo solo paura che stessi violentando Lily mentre lei
dormiva.
Da te mi aspetto qualunque cosa... tranne forse questa»
rispose indicandomi con
un sorriso che sapeva tanto di scherno.
«Cosa
vuoi
dire?».
«Beh,
indubbiamente stavi facendo sesso ma in realtà lo stavi
sognando visto che eri
solo qui...» poi scoppiò a ridere fragorosamente
agitando il caschetto di
capelli che solo in quel momento mi accorsi essere assurdamente
arancioni «E
sei anche venuto nelle mutande! Ma quanti anni hai? Dodici?»
e si alzò
asciugandosi le lacrime e avviandosi alla porta.
«Non
sono
venuto nelle mutande!» esplosi irato. Per precauzione
controllai abbassando lo
sguardo sui calzoni e... cazzo! Ero venuto nelle mutande per un sogno!
«Fottiti!»
gridai alla porta chiusa che si riaprì immediatamente.
«E tu
sogna!» e che poi venne subito richiusa.
Cazzo,
cazzo, merda, merda, cazzo, cazzo!
Che figura
del menga! Ero venuto solo a sognare, ma quel che è peggio
avevo sognato di far
sesso con Lily, l'unica ragazza intoccabile di tutto l'universo
conosciuto e
non.
La donna del
mio migliore amico. Quella che mi era stata affidata per controllarla.
Più
controllata di così dovevo solo scoparmela dal vivo.
Che cavolo
pensavo?
Qui mi ci
voleva uno psicologo e uno bravo direi!
«Era
Glee
quella?» disse una vocina intervallata da uno sbadiglio.
Sobbalzai
come se mi avessero beccato i miei genitori a fare sesso nel loro letto
e di
istinto mi tirai su il lenzuolo a coprire il petto già
avvolto dalla maglietta
della salute.
Mi voltai
verso la figuretta che si stava alzando e avvicinando al letto dove ero
adagiato.
«Sì…
sì…
ma… ma che stai facendo?» chiesi quasi
terrorizzato quando la vidi stendersi
accanto a me. Ci mancava solo che iniziassi a frignare come una
verginella e
avrebbe capito tutto.
Ma porco
bufalo! Proprio adesso doveva venirmi così vicino? Ero
ancora scosso e dovevo
elaborare quello che avevo sognato. Un attimo di pace, please!
«Il
divano
mi stava uccidendo la schiena dal momento che mi hai svegliata con i
tuoi
sbuffi».
Era buio
vero? Perché ero pressoché sicuro che le mie
guancie erano di calore e colore
di brace. Cristo! Eppure io ero una persona discreta nelle mie
esternazioni!
«Devo
avere
un pochino di sinusite» risposi con voce roca.
«Allora
devi chiedere a Glee qualche rimedio. Lei ha degli intrugli fantastici
per far
passare tutti i malanni di stagione» rispose Lily
appropriandosi della metà del
letto e mostrandomi le spalle.
«Stupefacenti
direi» borbottai sottovoce voltandomi dalla parte opposta e
stando attento a
non sfiorare neanche un centimetro di pelle di Lily.
«Hai
detto
qualcosa?» sbadigliò lei.
«Buonanotte,
bionda» risposi sorridendo.
«Buonanotte,
faccia d’angelo… poi domani mi devi raccontare
cosa è successo ieri sera, mi
sento come se avessi bevuto una cisterna di birra». La sua
voce andò via via
morendo e io mi rilassai leggermente quando mi accorsi che si era
riaddormentata.
Cercando di
fare minor rumore possibile, scivolai fuori dal letto e mi sedetti sul
divano,
avvolgendomi con il plaid che Lily aveva lasciato lì.
Poggiai i
gomiti sulle ginocchia e il mento sulle mani aperte, fissando
insistentemente
l’ombra stesa.
Mi sentivo
sull’orlo di una crisi isterica come solo una ragazzina alla
prima mestruazione
poteva avere.
Avevo
sognato di fare sesso con Lily.
Avevo
sognato di baciare Lily… no. Quello era successo davvero.
E adesso
che dovevo fare?
«Mattia
mi
ammazza» sospirai.
Conoscevo
bene il mio amico. Anche solo sospettare che qualcuno avesse pensieri a
luci
rosse sulla sua ragazza lo faceva andare fuori di testa.
Più
di una
volta avevo dovuto allontanarlo da un ragazzo perché secondo
lui aveva fissato
Lily un secondo di troppo.
Eppure era
sempre stato attento a non essere asfissiante con lei, a lasciarle i
suoi spazi
e a mostrarsi fiducioso, per poi seguirla da lontano.
Se non
altro faceva in modo di essere l’unico ad avere i tarli della
gelosia e i
dolori che questa si portava dietro.
Come
potevo, proprio io, causargli altri problemi?
«E
poi lei
mica mi vuole» sbottai e questa frase mi fece più
male di tutto il resto.
Il solo
fatto di dirlo ad alta voce significava che avevo preso in
considerazione il
fatto di desiderare di stare con lei.
No! Non
potevo! Non volevo! Non la desideravo!
Il bacio
era stato solo un inciampo sul tappeto, una allucinazione da fungo, non
un
sentimento di amore, per non parlare del sogno!
Desideri
inconsci? Macché! Avrei potuto sognare anche quella Glee dai
colori di zucca se
avessi aspirato quelle stramaledette spore in sua compagnia.
Ecco! Era
tutto colpa di quei funghi e di quella pazza psicolabile schizzata
vestita da
barbabietola.
Sospirai e
mi passai stancamente le mani tra i capelli, tirandone alcune ciocche
disperato.
A chi
volevo darla a bere? Sapevo perfettamente che se il bacio poteva essere
stato
un errore insignificante, il sogno era qualcosa che non si poteva
controllare.
L’espressione
di desideri profondi e inespressi.
Mi era
già
capitato di sognare di far sesso con qualcuna ma erano tutte donne che
mi
scatenavano dei sentimenti, dall’odio per la professoressa di
matematica che
avrei volentieri sodomizzato con violenza, alla graziosa compagna di
corso con
cui prendevo sempre il caffè al mattino e che, con sommo
dispiacere, avevo
scoperto essere lesbica e quindi per niente interessata al mio grande
afflitto
fratello.
Non che
tutte le mie fantasie dovessero realizzarsi ma, considerando che la mia
vita
era piuttosto soddisfacente in quel campo, non avevo bisogno
dell’antro onirico
per gioire dei piaceri della carne.
Alla luce
di tutto questo, ero davvero preoccupato.
Mancavano
ancora dodici giorni al ritorno di Mattia ed io ero sull’orlo
di una crisi di
nervi.
Mai mi
sarei immaginato di desiderare così la presenza di un
ragazzo nella mia vita.
«Mattia,
mi
manchi» sospirai e iniziai a sghignazzare per la stessa
assurdità della mia
affermazione. Neanche fosse stato il mio ragazzo.
Ora la cosa
più impellente era stare alla larga da quella bambola bionda
che mi stava
facendo venire i complessi di colpa. Non credevo che avere una
coscienza fosse
una cosa tanto pesante.
Normalmente
mi comportavo talmente con leggerezza da non sentirne minimamente il
peso.
Oramai
erano quasi le sette e decisi di tornare a casa per cambiarmi e
respirare
qualche cosa di più sicuro che profumo di Lily e spore di
fungo. Quello era un
mix micidiale.
Ci misi
quasi un’ora tra bus e camminata per arrivare a casa e senza
indugio mi fiondai
sotto la doccia e poi in camera di Mattia per raccogliere qualche cosa
di più
pulito e meno imbarazzante di una tuta macchiata di sperma.
Dovevo
ricordarmi di lavarla per restituirla alla legittima proprietaria. Ero
grato a
quella pazza per l’unico gesto gentile che aveva
compiuto… per tutto il resto
poteva anche andare a farsi friggere.
«Ciao,
Lele. Come è andata ieri?» mi salutò
Gian seduto a fare colazione al bancone in
cucina, accanto ai due piccioncini Consuelo e Jake.
Meno male
che non c’erano nubi scure all’orizzonte di quei
due perché non avrei retto
altro oltre ai miei pensieri.
«Chiedilo
alla schiavista» borbottai indicando la spagnola e servendomi
la colazione.
«Hai
un
aspetto orribile! Cosa è successo da Lily?»
buttò innocentemente Consuelo ma io
sbiancai.
Cosa
sapevano? Si vedeva? L’avevo scritto in faccia? Fingere!
Parola
d’ordine fingere!
Anzi meglio
ancora, dire la verità… dei funghi, tutto il
resto… fingere!
«Siamo
stati intossicati dai funghi di Glee, sembravamo due
strafatti…» sbottai
addentando un bombolone ancora caldo.
«Quella
ragazza porta sfiga! L’ho sempre detto, sin dalla prima volta
che l’ho vista»
dichiarò convintissimo Gian.
«Perché?
Io
la trovo simpatica» rispose Jake carezzando un braccio della
sua amata.
«Pensa
che
l’ho incontrata una mattina che avevo uno scritto. Quando
sono entrato
nell’aula non riuscivo neanche a leggere le domande alla
lavagna e non
riconoscevo nessuno dei miei compagni di corso… è
stato devastante» concluse
con enfasi il Fassi per poi ingollare il tazzone di caffelatte.
«Oh!
Me la
ricordo quella volta!» intervenne Consuelo e alla mia faccia
interrogativa
spiegò «La sera prima aveva bevuto e fatto tardi e
si è trovato nella sezione
delle lingue orientali, precisamente durante una lezione di
giapponese».
Tutti
scoppiammo a ridere di gusto.
«Ovvio
che
non capissi e non conoscessi nessuno» singhiozzai asciugando
le lacrime.
«Dici
così
solo perché ti sembra divertente ma sono sicuro che
è stata Glee a confondermi
le idee e farmi andare nell’aula sbagliata» rispose
piccato.
Lo fissammo
cercando di trattenere una risata che, finalmente, sbottò
anche sulla sua
faccia.
«Okay…
ero
‘ombre’ quella mattina» ammise
continuando a ridere.
«Lily
come
sta adesso? Si è ripresa o è nelle tue
condizioni?» chiese ancora Consuelo
preoccupata della sua amica.
«Quando
sono uscito stava ancora dormendo e l’ho lasciata stare. Ti
assicuro che quelle
spore sono abbastanza difficili da sostenere. Glee mi ha sbattuto sotto
la
doccia fredda e mi sono leggermente ripreso ma lei si era
già addormentata,
quindi penso che questa mattina si alzerà con un bel mal di
testa… più o meno
come me» risposi appoggiando la testa sul tavolo e chiudendo
gli occhi.
«Forza,
faccia d’angelo. Dobbiamo andare» esortò
Consuelo scendendo dallo sgabello e
precedendo gli altri alla porta di ingresso.
«Andiamo,
così vedi che non ho distrutto la tua mito» e mi
lanciò le chiavi della quattro
ruote con un enorme sorriso orgoglioso.
Annuii e
presi i libri che servivano per la mattina per poi uscire con gli altri
al
seguito per la solita camionata verso l’università.
Studio,
uguale niente pensieri. Forse questa era la soluzione.
La
mattinata passò veloce e ci trovammo tutti a pranzo alla
tavola calda accanto
all’ateneo compresa Lily, in compagnia di Consuelo, Jake,
Gian, una ragazza con
gli occhi marcatamente a mandorla che non avevo mai visto e…
Glee.
Non sapevo
se era più imbarazzante trovarmi davanti la bionda o la
zucca… no, un attimo.
Non aveva
più i capelli arancioni, ora erano un po’
più lunghi e con strane tonalità che
andavano dal blu al rosa carico.
Oltre a una
spacciatrice di stupefacenti aveva un parrucchiere portatile in stanza?
«Ciao,
Lele» mi salutò Lily non appena appoggiai il
vassoio accanto alla ragazza che
non conoscevo. Avevo deciso che era meglio stare alla larga prima di
fare gesti
che sarebbero stati subito fraintesi.
«Lei
è
Sara, una mia compagna di corso» la presentò Glee
senza alcuna inflessione di
voce.
«Piacere,
Sara Wooh» sorrise
tendendomi la mano
«E prima che tu lo chieda sono italiana, mio nonno era cinese
ma io non so
neanche una parola né ci sono mai stata… in Cina
intendo» e terminò con un gran
sorriso.
Rimasi
abbastanza perplesso. Non le avevo chiesto nulla e onestamente neanche
mi
interessava…
«Okay,
Sara
Wooh, italiana ma nipote di un cinese che non sa nulla delle
origini… Emanuele
Mancini detto Lele, italiano senza altre discendenze strane»
sorrisi di rimando
e strinsi la mano.
«Noi
lo
chiamiamo anche faccia d’angelo visto che è
carino» sorrise indulgente Lily.
«Io
lo
chiamo scopatore universale e lascio a te immaginare
perché… ma anche idiota
gli calza a pennello» intervenne Glee irritandomi ma facendo
ridere gli altri.
«Dai,
Gloria, non essere la solita acida» la blandì la
nuova.
In effetti,
per avere solo il nonno cinese ne mostrava tutti i tratti somatici. Il
naso non
era tanto a patata ma gli occhi erano molto allungati, i capelli erano
neri,
lisci e lucidi e il viso tondo come una moneta.
Una bella
bocca carnosa ne elevava la figura a carina. Beh, poteva anche andare
per una
botta.
«Allora
anche tu hai la sensazione che sia perennemente acida e
antipatica» replicai
mantenendo una parvenza di strafottenza e menefreghismo e condendo
tutto con un
sorriso accattivante.
«No…
è solo
un pochino dura ma è molto simpatica» rispose lei
sorridendo alla testa dai
colori impazziti.
«Sono
simpatica solo perché ti lascio copiare i risultati dei miei
esperimenti»
replicò Glee sbuffando contrariata.
«Per
quello
e per i libri strani che mi presti sempre» concluse Sara con
un buffetto sul
braccio della compagna alla quale, per un attimo, mi parve scappare un
piccolo
sorriso allegro, prima di tornare seria e torva.
Il cibo non
era da quattro stelle in quel locale, ma si faceva mangiare senza
proteste.
«Sentite,
questa sera c’è una serata al butterfly76.
giri di birra locali e italiane. Il capo mi ha detto che ci
sarà anche la
nostra rossa preferita!» annunciò Jake mentre si
parlava di organizzare per la
serata.
«Oh!
Ci
sarà La pam8842 o
Nicole? Che poi
non era la nostra rossa preferita, era solo la tua, Lele»
intervenne Gian con i
suoi pensieri a ruota libera (che facevano più danno che
altro)
«E ti
pareva, lo scopatore non si smentisce mai»
borbottò Glee prima di finire la sua
coca.
«Credo
che
Jake si riferisse alla prima, la birra, e ti ricordo che Nicole convive
con
Giascali ed era la preferita di Mattia, scusa, Lily, non la
mia!» perché mai
sentissi il dovere di giustificarmi era un mistero anche per me.
«Non
preoccuparti, so tutto della cotta del mio uomo per la
francesina» rispose
tranquilla Lily facendo spallucce.
In fin dei
conti Lily aveva ragione: Mattia era andato in bianco con Nicole, la
francese
era andata in bianco con me, Giascali era andato in bianco con Giulia 2
e alla
fine ‘sti due sbiancati si erano trovati a far coppia, a
leccarsi e ferite per
poi scoprirsi immensamente innamorati.
I casi
della vita!
«Sapete
che
fine ha fatto Giascali?» chiesi. Era da tanto che non lo
sentivo, praticamente
dalla fine della scuola. Non che fossimo molto amici.
«Tranquillo,
il tuo concorrente in fatto di donne, dopo essersi accasato con la
Richard è
andato a lavorare con suo zio e fa il meccanico» rispose Jake.
«Te
lo
immagini, Lily? Con i suoi bicipiti scolpiti, coperti di grasso e
quelle mani
callose…» fece Consuelo con un sorrisino isterico
al quale la bionda rispose
immediatamente annuendo con vigore.
«Oh
sì! E
le canotte sbrindellate che lasciano vedere i pettorali, e lui piegato
sul
cofano aperto di un’auto…» e fece anche
il verso.
«Ma
la
piantate voi due? Cos’è mi amor? Non ti soddisfo
abbastanza?» interruppe
piccato il povero Giacomo.
Come
volevasi dimostrare era solo una presa in giro visto le risate sguaiate
che
esplosero dalle due ragazze.
«Peccato
che manca Mattia, mi sarebbe piaciuto sentire la sua
reazione» commentò Glee
ridacchiando.
«Qualcuno
mi dovrebbe spiegare questa mania di fare battute stupide per
ingelosire il
proprio ragazzo. Non vi basta averlo ai vostri piedi? Dovete anche
calpestarlo
fino a rimanere senza dignità?» chiese Gian
piuttosto scuro in volto.
Probabilmente
non apprezzava molto il modo di Consuelo di trattare il suo gemello.
«Era
solo
uno scherzo» rispose Sara sorridendo dolcemente al Fassi
«Se ci
fosse qualche cosa di vero non ne
parlerebbero così apertamente».
«Quindi
bisogna stare attenti se la ragazza non fa apprezzamenti?»
sembrava quasi che
Giancarlo prendesse appunti. Possibile che aveva ancora bisogno di
questi
giochetti per capirci qualcosa?
«In
un
certo senso sì. Per esempio, se mi sperticassi in lodi per
Lele, pur essendo
qui davanti a lui, tutti capirebbero che non sono
interessata» continuò la
cinese.
«Grazie»
intervenni io abbattuto.
«Più
che
altro potrei portarti direttamente in una casa di cura per malattie
mentali.
Sarei preoccupata a morte per te e le tue idee malsane»
intervenne Glee
regalando Sara uno spintone cameratesco che fece scivolare la ragazza
verso di
me.
Prontamente
la afferrai riposandola sulla sedia e mi rivolsi alla spacciatrice
«O potresti
essere gelosa e vorresti provare tu» rimbeccai io.
«Certo,
sono
gelosa… del tappeto forse?». Ahi! Colpo basso! Mi
zittii di colpo.
«Cosa
centra il tappeto?» chiese proprio Lily.
«Niente…
una cosa nostra» biascicò Glee per poi alzarsi
«E’ ora di andare, Sara»
ordinò.
«Venite
anche voi questa sera?» chiese Gian ammirando il sedere della
cinese. Beh,
decisamente un lato B gradevole. Approvavo anche io.
«Io
sì… tu
Gloria?».
«Non
credo.
Aspetto un amico che devo accompagnare in un posto» rispose
evasiva poi salutò
tutti e se ne andò seguita dalla sua compagna di corso.
«Che
ragazza strana» mormorai pensando a Glee.
«Che
ragazza interessante» esclamò Gian pensando a Sara
(sicuramente).
Quella sera
ci divertimmo davvero tanto.
Forse fu la
birra che bevevamo sempre nella nostra città che ci fece
sentire a casa ma fu
come tornare indietro nel tempo. Ci sentivamo il solito gruppo di
ragazzini che
facevano battutacce e ridevano della grossa.
Stranamente,
quello più contenuto fu proprio Gian, forse per la presenza
di Sara. Se la
ragazza gli faceva questo effetto avremmo dovuto invitarla
più spesso,
trattenere quella mina impazzita di Fassi non era proprio una impresa
facile.
Nonostante
tutto quella sera fissai spesso Lily e non riuscii a staccarmi dal
pensiero di
stare imboccando una via da evitare assolutamente.
Lei non era
per me. Il mio cervello lo sapeva, ora non restava che convincere tutto
il
resto.
§§§
Il fatto
è
che il resto non riusciva a farsene una ragione e la cosa mi causava
gravi
problemi.
Nelle
settimane successive, Sini, sentì Mattia tantissime volte,
tanto che il
cellulare divenne quasi una prolunga del suo braccio, ma continuava ad
aver
bisogno della mia assistenza: un passaggio, delle commissioni, un
favore, una
passeggiata o semplicemente guardare la televisione in compagnia
perché
Consuelo era con Jake.
Per me
stava diventando sempre più difficile. Avrei voluto essere
come quel comico e
battermi una bottiglia di plastica sulle palle, a ripetizione.
Oltretutto
iniziavo ad avere allucinazioni visive, visto che mi sembrava di
scorgere la
sua chioma bionda a ogni angolo di strada che percorrevo.
C’era
quando era presente e c’era quando non era lì.
L’anticamera
della pazzia… o del tentativo di farsi uccidere dal suo
gelosissimo ragazzo.
Fortunatamente
non ci eravamo più avvicinati come la sera dei funghi e
quindi niente baci,
niente abbracci e niente palpate.
Sogni?
Quelli purtroppo sì e anche frequenti.
Ma la cosa
più preoccupante era che non ero più stato con
nessuna altra.
Perché
appena la baciavo pensavo a Lily? Perché appena la toccavo
pensavo a lei?
Macché!
Stavamo
mica parlando di romanzetti rosa!
Mi era
venuto l’herpes labiale dallo stress e nessuna ragazza si era
più avvicinata al
sottoscritto.
E pensare
che credevo di poter essere meglio di una minaccia di labbro spaccato e
di
valere il rischio.
Evidentemente
ero troppo sicuro di me e Glee non faceva altro che ripeterlo ogni qual
volta
incrociava il mio cammino.
«Vedi
a
baciare chiunque cosa capita? Dovresti stare un po’ in
ritiro, magari hai
l’illuminazione spirituale e ti rinchiudi in un convento
finché scampi» sempre
tenera e dolce quell’arcobaleno di ragazza.
«Non
rinuncerei mai ai tuoi funghi. I viaggetti che mi hanno fatto fare sono
stati
indimenticabili».
«Questo
è
un peccato capitale, fratello. Si chiama gola e rischi di andare
all’inferno,
oltre alla lussuria a cui sei già abbonato. Pentiti
figliolo, prima che sia
tardi».
«Oppure
potresti venire con me e farmi compagnia» replicai.
«No,
grazie. Io sono già tra gli irosi quindi se non vuoi subire
i miei scatti di
umore nero è meglio che mi eviti» e
terminò lo scambio di battute
allontanandosi verso un ragazzo vestito tutto di nero e pieno di
piercing in
faccia.
Una decina
di giorni dopo stavo tornando a casa, quando Lily mi raggiunse al
cellulare e
mi chiese se potevo andare a farle la spesa.
Non che le
ragazze avessero bisogno di cibo vero, per quello c'era la cucina
comune della
casa dello studente, più che altro era bisogno di snack e
spazzatura varia,
tutto quello che era lontano da una alimentazione salutista.
E Liliana
Sini sapeva che quegli acquisti erano la mia specialità.
Per
l'ennesima volta mi sottoposi al servizio, augurandomi ardentemente che
Mattia
ritornasse il prima possibile ed io potessi tornare alle mie vecchie
abitudini
dimenticando questo periodo infernale.
Dopo
mezz'ora ero carico di due borsoni di patatine e cioccolato dalle forme
più
strane e salivo le due rampe di scale per arrivare alla stanza di Lily
e
Consuelo che stranamente trovai aperta.
«Ehi,
bionda! Ho portato i viveri di prima necessità»
annunciai dando una spallata
all'uscio per poter entrare.
Stranamente,
né Consuelo né Lily erano presenti.
Chissà perché avevano lasciato la porta
aperta.
Dopo
essermi assicurato che non ci fosse qualcuno nascosto in bagno,
cominciai a
ritirare la spesa nell'armadio che fungeva da dispensa.
«Lily,
senti, ti ho portato quel libro che mi avevi chiesto, Nando me l'ha
recapitato... oh! Ciao scopatore universale con l'herpes».
Era entrata Glee con
uno spesso libro stretto al petto.
«Ciao...»
biascicai voltandomi a fissarla e, senza che riuscissi a, fermarmi le
chiesi
«Ma non sei stufa di nominarmi in quel modo? Uno scherzo
è bello quando dura
poco» le feci notare.
«Tu
sei uno
scopatore universale, perché dovrei cambiare? Che stai
facendo qui? Stai
tendendo un altro tranello alla povera Lily? Se Mattia lo venisse a
scoprire
saresti un uomo morto» rispose avvicinandosi.
«Cosa
intendi per tranello? Io non sto facendo niente» protestai ma
iniziavo a
sentire i sudori freddi sulla schiena.
«Certo...
come non sospiri appena lei si allontana, come non la guardi sempre,
come se
non la volessi spogliare... devo continuare?». Sgamato?
«Io
non
faccio niente del genere!».
«Prima
che
partisse Mattia, no. Cosa è successo esattamente la sera che
siete stati
intossicati dalle spore?» e qui mi ricordavo che in
realtà era tutta colpa sua.
«Niente...
abbiamo mangiato, riso e poi lei si è addormentata sul
divano... io sono
inciampato su quel maledetto tappeto e...» chiusi gli occhi
come a rifiutare il
ricordo successivo «L'ho baciata».
«E?»
fece
ancora lei.
«Cosa
e? Ti
ho detto che l'ho baciata non è abbastanza?»
sbraitai.
«Per
uno
come te non dovrebbe essere un problema, ne avrai baciate tante di
labbra da
averne perso il conto... e scommetto che dopo l'hai anche sognata. Era
lei
vero?» il sorriso che spuntava sadico sulla bocca di Glee mi
fece andare il
sangue alla testa. Si permetteva di ridere della mia disgrazia?
«Se
sai già
tutto cosa altro vuoi?» sibilai con astio.
«Mi
interessa di più sapere cosa pensi e quali sono le tue
intenzioni» si sedette
sul divano posando il libro vicino a lei.
Provai a
cambiare argomento «EhiHalfBlood scritto
da qwertylove, ma che
razza di letture fai?» chiesi prendendo
in mano quella specie di tomo e
sedendomi accanto a lei.
«Non
leggo
queste cose. Me lo sono fatto spedire perché sapevo che loro
due ci tenevano»
rispose indicando il portafoto con i ritratti delle mie due amiche
sorridenti
all'obiettivo. Mi ricordavo di quella foto: eravamo a Gardaland ed
eravamo
appena stati su una giostra fantastica. Gli occhi di Lily brillavano
felici
verso la fotocamera. Ricordavo che dietro la macchina c'era un adorante
Mattia
che si godeva le risate allegre della sua ragazza.
Anche
allora io non centravo nulla.
«Sono
quelle letture assurde su vampiri e maghi mischiati con quelle storie
harmony
che legge mia nonna. Una cosa da carie che piace tanto a Lily e tu non
cambiare
argomento» concluse Glee facendomi tornare alla discussione
principale
«Non
so
cosa sia successo... è come se fossi stato colpito da un
martello e mi sono
trovato invischiato in questa storia» iniziai a confessare.
«Che
mi
sembra esista solo nella tua fantasia» mi contraddisse.
«Meno
male!» risposi agitato guardando la foto
«Distruggerei Mattia, Lily e tutta la
compagnia, oltre a sentirmi un verme».
«Credo
che
verme ti si addica... ma andiamo, Lele! Non hai fatto nulla se non
pensarla.
Non appena arriverà Mattia tutto tornerà normale,
altrimenti potresti sempre
confessarti. Tanto non riusciresti più a stare insieme a
loro come amico in
quel caso». La faceva facile lei! Avrei distrutto anni di
vita in amicizia! Una
cosa fondamentale della mia esistenza.
Ci pensai
qualche minuto... no, non era fattibile, assolutamente.
«Sei
pazza?» sbraitai.
«Qualche
volta me l'hanno detto» rispose serafica.
«E
cosa
risponderesti se, nonostante che tu avessi un ragazzo che so che ami e
che ti
ama, io venissi a dirti… a proposito perché ti
fai chiamare Glee? » mi
distrassi all’ultimo momento dal mio discorso.
«Perché
Gloria
non mi piace più di tanto… continua su, io ti
risponderei a cosa?» sembrava divertita
e rilassata.
«se
io
venissi a dirti ’Gloria, mi piaci tantissimo, lascia gli
altri e mettiamoci
insieme'» sbottai prendendo le sue mani tra le mie e
fissandole gli occhi...
verdi. Aveva dei bellissimi occhi verde scuro, grandi ed espressivi...
non li
avevo mai notati.
Rimanemmo a
fissarci alcuni secondi senza neanche sbattere le ciglia.
«Beh…
pensavo che la tua dichiarazione sarebbe stata più
romantica» ruppe il silenzio
che stava diventando imbarazzante e quasi mi stavo mettendo a ridere
della sua
battuta quando una voce alle mie spalle mi fece gelare sul posto.
«Oddio!
E’
la prima volta che ti sento fare una dichiarazione in grande stile a
una
ragazza! Come sono contenta… devo subito avvisare gli altri
che il nostro Lele
Mancini si è innamorato!» esplose Lily con un
applauso.
Mollai le
mani di Glee di scatto e lei saltò in piedi inorridita.
«No…
non è
come pensi…» provai a dire ma ormai la bionda era
partita per la tangente e
stava già parlando al cellulare.
«Sì…
ho
appena beccato Lele che si stava dichiarando a Glee… sono
d’accordo, dobbiamo
procurarci anche dei canotti e viveri… secondo me
l’arca di Noè non è
sufficiente per tutta l’acqua che
cadrà… terremoto? Addirittura?...».
Anche io mi
alzai e incrociai le braccia al petto irritato.
Possibile
che non mi credessero capace di sentimenti e amore? Mica ero stato
sempre così
refrattario!
«Adesso
ti
saluto perché mi stanno guardando male… ciao,
amore, ci sentiamo più tardi».
«Non
mi
stavo dichiarando… non è quello che hai
sentito» provai ancora a spiegare.
«Cos’era
allora?» chiese Lily curiosa.
«Mi
stava
facendo una dichiarazione ipotetica» sbottò Glee
«Ma non credo fosse destinata
a me».
Mi voltai
di scatto e sgranai gli occhi inorridito. Voleva farmi vuotare il sacco
e
confessare il mio segreto? Voleva la mia morte?
«Allora
a
chi era indirizzata? Io ho sentito riferirsi a Gloria e quella sei
tu». Lily
era sempre più confusa e alternava lo sguardo da me a Glee e
ritorno cercando
di capire l’inconfessabile.
Sospirai
sconfitto. A questo punto avevo due possibilità: o dire a
Lily che mi piaceva
come ragazza e non solo come amica, oppure appoggiare
l’equivoco e far credere
a tutti di essere cotto di Glee.
In ballo
c’erano anni di amicizia, per contro una ragazza che quasi
certamente mi
avrebbe rifiutato e non mi avrebbe più rivolto la parola. Mi
sarei trovato con
un pugno di mosche. La decisione non andava neanche ponderata, in
realtà era
una sola.
«Ma
certo
che era rivolta a Gloria. Solo che l’ho presa un
po’ alla larga» dichiarai
guardando fisso una Glee boccheggiante.
Sperai
ardentemente che il suo cervellino lavorasse svelto così
come quando doveva
trovare nuovi insulti da appiopparmi.
Almeno in
questa preghiera fui esaudito.
«Oh,
mio
Dio!» squittì in un tono leggermente acuto e falso
«Allora dicevi sul serio… ma
io… non so…» iniziò a
balbettare mentre le sue guance si coloravano di un tenue
rossore imbarazzato.
Come faceva
a recitare così bene?
«Non
sono
ancora innamorata di te… ma possono esserci delle buone
possibilità che una
nostra storia funzioni…». Che diavolo aveva in
mente? Avevo l’impressione di
stare cadendo dalla padella alla brace.
Continuai a
fissare il suo viso, pendendo dalle sue labbra.
«Va
bene!»
disse dopo alcuni secondi di suspance «Sarai il mio
‘Fidanzato in prova’…
potrai dimostrarmi tutto il tuo amore e la tua
fedeltà».
Una
incudine sull’alluce avrebbe fatto molto meno male.
«Dai,
Lele!
Non ti ha detto di no! Dovresti sorridere ed essere
contento… baciala su! Io vi
lascio soli e corro da Consi… non vedo l’ora di
raccontarle le novità!» e Lily
uscì di corsa lasciando me a bocca aperta e la mia nuova
fidanzata in prova con
un sorrisino malefico stampato in faccia.
---ooOoo---
Angolino
mio:
spero
che questo capitolo vi sia piaciuto. È venuto fuori proprio
come volevo io e ne
sono soddisfatta.
La
prima pagina mi faceva piegare dalle risate al solo pensiero di quante
si
sarebbero scatenate: Lily che fa sesso con Lele e fa le corna a Mattia?
Diciamo
che è stato un inizio con botto.
La
parte finale era una scena che avevo in mente ancora prima di iniziare
la
storia: la dichiarazione che scatenava il fraintendimento e,
naturalmente, Glee
se ne approfitterà facendo diventare pazzo il povero
Mancini, preoccupato che
il suo segreto non venga fuori.
Adesso
trovatemi la prima pretesa che Glee farà al nostro Lele.
Evitate
l’acquisto di assorbenti interni e non e anche il recupero
della sua mito con
tanto di multa ipersalata da pagare e la fiancata da riverniciare
perché l’ho
già pensata io.
Mi
raccomando, impegnatevi perché voglio ridere!
Adesso
ringrazio per l’attenzione e vi rimando tra quindici giorni.
Baciotti