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Autore: BlueAngelxx    13/11/2013    3 recensioni
"Mi mancheresti anche se non ci fossimo mai conosciuti"
Castiel Novak è un promettente medico nella città di Boston, eppure qualcosa nella sua vita non va... E' tormentato da visioni e allucinazioni di una vita che non ricorda di aver mai vissuto. Sarebbe tutto estremamente semplice se le sue fantasie non fossero più reali della stessa realtà
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più stagioni
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Passai quello che a me sembrava un eternità entrando e uscendo dall’Ospedale in cui lavoravo, vivendo i giorni come una serie di susseguirsi di luce e buio, senza tuttavia mai soffermarmi su quello che il passare del tempo comportava. Riuscivo solo a pensare a Dean che, sdraiato su quel lettino non accennava a migliorare e io, insieme a lui, peggioravo ogni giorno che passava. 

La mia unica ragione di vita sembrava affievolirsi ogni giorno di più e io non avevo davvero più idee di come fosse possibile sopravvivere. Cominciavo a capire come si sentivano tutti quei genitori che si fermavano a fare compagnia ai loro bimbi nei corridoi del mio reparto. Lo sapevo, e anche bene, aggiunsi più tardi alla mia riflessione un giorno imprecisato quando, seduto accanto al lettino dell’ospedale, guardavo le flebo che spuntavano dal corpicino del mio bambino.

Nonostante tutto però non avrei mai potuto immaginare cosa significasse, era decisamente peggio. 

 

Mi resi conto di quello che stava succedendo solo dieci giorni dopo, guardandomi allo specchio di casa con le occhiaie e la barba sfatta. Sembro un barbone, fu il mio primo pensiero mentre mi specchiavo, seguito subito da Ma che cosa sto facendo? e poi anche da Perché è dovuto toccare a me?

In effetti erano domande che mi balzavano continuamente in testa. Le mie visioni erano ufficialmente sparite dal giorno dopo a quella che avuto con Dean. Il giorno successivo mi ero svegliato con un segno violaceo sul collo e quello che sembrava un graffio sulla schiena ma, nonostante tutto non avevo avuto la minima conferma di quello che era successo. Non ci avevo più pensato, forse perché mi mancava la voglia di capire o forse perché mi mancava il tempo per farlo. Fatto che alla fine era sparito tutto così come era arrivato, lasciandomi con l’amaro in bocca. Certo, la mia visione era stata vivida e lo provavano anche i segni che portavo con indifferenza sul collo e sulla schiena. Lanciai un’occhiataccia all’ennesimo graffio sulla mia spalla.

 

-Chissà…- borbottai mentre mi infilavo la camicia per tornare per l’ennesima volta in ospedale. 

Non potevo tuttavia ignorare quello che mi era successo in quei venti giorni e, anche se mi ero ostinato a dimostrare a me stesso che effettivamente non mi importava c’era ancora qualcosa che mi sfuggiva. Arrivai all’ospedale più in fretta di quanto mi era mai capitato in tutti quegli anni di vita nella città di Boston e appena entrato fu la voce del nuovo direttore del personale. Noi lo chiamavamo Morte, in onore al cavaliere dell’Apocalisse. 

Lo sentì salutarmi e lo vidi togliersi il cappello -Castiel Novak- da quando era diventato il capo spessissimo lo vedevo girare con quel cappello e, da quando Dean si era ammalato aveva preso a chiamarmi per nome, al contrario di prima, quando era solito chiamarmi con il titolo di “Dottor Novak”. Mentre mi perdevo nei miei pensieri riuscì quasi a sentire il suono della sua voce, facendo quello che sembrava una presa in giro dell’atteggiamento di Morte. 

Inutile dire che avessi mai dovuto descrivere il capo di tutti i mietitori l’avrei descritto proprio così.

Scossì la testa, cercando di evitare il ricordo di Dean che, quando aveva appena tre anni si era nascosto dietro le mie gambe quando, il giorno di Halloween era passato un ragazzo con una falce di plastica e un mantello nero.

Sospirai, appoggiandomi al muro del reparto.

 

-Cas!- 

Hellen? Joe? Sam? Che cosa facevano all’ospedale?
Era una domanda stupida in effetti mi dissi dopo poco, Sam era il migliore amico di Dean ed era una parte della mia famiglia, esattamente come Dean era una parte della famiglia del suo amico. Era normale che venissero a trovarlo anzi, sarebbe stato particolarmente egoista e vigliacco da parte di Hellen non passare nemmeno per un saluto. Abbozzai un leggero sorriso immaginando quel ragazzino esageratamente alto per la sua età pregare Hellen di portarlo a trovare il suo amico e immaginando la faccia contrariata della madre, che avrebbe volentieri risparmiato al suo bimbo una brutta immagine come quella di Dean attaccato ad una macchina.
Prima che Sam riuscisse a dire qualcosa lo vidi correre diretto nella camera, per poi sentire il suo respiro rotto per vederlo sedersi affranto su una sedia. 

-Cas, svegliati…ti prego-

Per un’attimo la voce che sentì pronunciare dalle labbra di Sam non fu la sua, bensì quella del fantomatico Dean. -Ti prego Dean, ti prego svegliati-
Non feci in tempo a riflettere su quello che era appena successo che senti il rumore di scarpe che correvano lungo il corridoio.

Realizzai solo vedendo la figura che si dirigeva verso di me che quella era proprio Jessica, con gli occhi lucidi.
-Cas…- la sentì mormorare mentre si avvicinava a me e si chinava leggermente per riprendere fiato. -Abbiamo un problema..-

-Non siamo su una navicella spaziale Jess, che succede?

La vidi fare un respiro profondo per poi guardarmi come se dovesse darmi una notizia di un condannato a morte.

Non mi sbagliavo.. 

-Ho avuto i risultati delle analisi di Dean…Cas…mi dispiace…-


Sentì il mondo crollarmi addosso, come se mi fosse improvvisamente caduta un’incudine da duemila tonnellate addosso. 

-Cosa vuol dire?-

Oh, lo sapevo bene cosa voleva dire ma mi rifiutavo di credere che stesse succedendo davvero. Sapevo che quando succedevano quelle situazioni di coma, specie in un bambino era rarissimo che succedesse un miracolo, specie per me che ai miracoli non ci credevo più da tempo. Prima che riuscissi a dire qualcosa vidi Sam girarsi verso Jessica, in un’immagine che aveva del surreale. Rividi quello stesso ragazzo delle mie visioni, ormai diventato uomo che abbracciava Jessica, in un vestito da infermiera leggermente più Osè di quello che portava a lavoro.

-Cas..hai sentito?-

-Si.Si.SI! HO SENTITO!- sbottai poco dopo, non riuscendo a contenere il volume della mia voce, io ero sempre stato il primo a chiedere di non urlare eppure adesso non riuscivo a tenermi dentro tutto quello che sentivo. Dean, era l’unica cosa che mi ronzava nella testa, continuavo a vederlo che mangiava la torta, che cercava di convincermi a comprare qualche strano gioco per il computer e altre cose simili. Le vedevo da fuori, come se stessi leggendo un libro che non conoscevo. Corsi fuori dall’ospedale, ripercorrendo quella stessa strada che avevo percorso appena un mese prima. Quel giorno di Halloween che era stato l’inizio della fine della vita come la conoscevo e dire che se me lo avessero detto non ci avrei mai creduto.
La mia vita…sparita…in fretta come i petali di un soffione che volavano via.

 

Appoggiai la mano sul coperchio del cassonetto verde vicino a quell’uscita d’emergenza. Bastò solo quello a farmi tornare in mente il colore degli occhi di quel Dean cresciuto che aveva popolato le mie visioni in quei giorni, per poi sparire così in fretta che non avevo neanche avuto il tempo di capire.
Capire? Mi chiesi poco dopo, non c’era niente da capire, era stata solo una serie di disgrazie. Rimasi li appoggiato a quel muro gelato, cercando qualcosa che alleviasse quel vuoto che mi stava divorando il fegato.

Adesso capisco come si sente Prometeo.
Mi sfregai gli occhi poco dopo, ma che diavolo andavo a pensare! Quello non era certo il momento adatto per mettersi a fare simili battute. Provai anche a sbattere la testa su quei mattoni ma niente, niente riusciva nemmeno per un secondo a far smettere quella sensazione.

Perchè?
Quella domanda continuava a ronzarmi in testa come le api con il miele e la situazione non fece che peggiorare quando sentì un rumore. Feci appena in tempo a scansarmi ed ad evitare quella che mi sembrava una bottiglia. Sospirai sollevato, menomate che avevo i riflessi pronti altrimenti mi sarei ritrovato con la testa rotta e piena di cocci di vetro frantumati. Sarebbe stato da piangere se la situazione non fosse stata così tragica da essere paradossalmente comica. 

A capovolgere la situazione fu l’etichetta che lessi su un pezzo della bottiglia rossa che mi era appena caduto vicino. Vino Rosso.

Non seppi bene in base a cosa feci quel collegamento assurdo però solo un nome mi balzò in mente.

Crowley

 

***

 

-Crowley! Lo so che puoi sentirmi! Ho bisogno di te!

Beh dovevo ammettere che quell’ultimo pezzo mi era uscito particolarmente male ma non era quello l’importante, avevo solo bisogno che funzionasse, non era importante come riuscissi a farlo funzionare.

L’immagine cambiò e io mi ritrovai in quella stessa baita che avevo già visto l’ultima volta che avevo parlato con lui, adesso si capiva che era pienamente inverno, la neve era caduta e gli alberi al di fuori delle finestre erano completamente ricoperti. 

Ancora ti ostini a fare leva sulla meteorologia? 

 

-Hello Cas

-Hello Sweety!

Ovviamente, come poteva mancare Meg? Alzai gli occhi al cielo esasperati mentre la vidi incrociare le braccia e appoggiarsi alla poltrona di velluto rosso sulla quale era seduto lo scozzese che maneggiava un bicchiere da Cognac. 

-Dobbiamo parlare-

-Ci puoi scommettere.-

-Da dove iniziamo?-

-Le solite domande stupide di voi angeli, è ovvio che iniziamo dall’inizio, vuoi iniziare dalla fine?-


Incrociai le braccia stizzito, la sua logica non faceva davvero una grinza ma, peccato per lui non avevo proprio voglia di scherzare.

Fu proprio lui a rompere i miei pensieri. 

-Pillola rossa o pillola blu?[]-

-Come scusa?-

-È la tua ultima occasione, se rinunci non ne avrai altre. Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant'è profonda la tana del bianconiglio.[2] Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.

-Questa è la frase di Matrix.

Lo vidi alzare la testa e guardare in alto esasperato, -Sei stato decisamente troppo con i Winchester, in particolare con quell’Alce.  Comunque chi se ne frega Castiel. Sono il re dell’inferno e faccio come mi pare!

Rimasi un attimo a pensare, non avevo più Dean, non avevo più Anna. La mia vita aveva perso senso da un bel po' ormai. 

-Bando alle ciance ho del lavoro da fare, che vuoi fare Cas, vai o resti?

 

Al diavolo. Ero sicuro che la mia altra vita non poteva essere peggiore di quella che stavo vivendo in quel preciso momento. 

-Blu. 

 

Mi lanciarono entrambi un sorriso soddisfatto.
Il suolo iniziò a tremare e un fischio invase l’aria. Vidi gli occhi di Meg diventare neri e Crowley, rimasto fino a quel momento seduto di alzò. Salutandomi come al suo solito. 

-Ci si vede dall’altra parte Castiel.

Prima che riuscissi a capire cosa stava succedendo rividi Dean, Sam e gli altri sparire come un riflesso di fumo. Solo Anna, che mi fissava in piedi mi guardava con i capelli rossi sciolti e la camicia da notte bianca completamente intonsa. 

 

Sembrava così forte in quel momento, ma allo stesso tempo era come un fiore che poteva spezzarsi in qualsiasi momento, quando l’aveva vista la prima volta le aveva ricordato un angelo.

Una fitta alla testa mi colpì e io trattenni a stento un urlo, d’istinto mi portai le mani alla testa. ANGELI.  Quella parola aveva risuonato nella mia testa quasi fosse il suono cupo di una campana. ANGELI. Riecheggiò ancora, immagini di piume nere mi sfrecciarono davanti agli occhi. <> Una voce di donna risuonò nella mia testa, e dopo pochi secondi vidi una donna con i bulbi oculari vuoti e dopo alcuni secondi il suo grido di dolore fu come una coltellata.
Strinsi più forte le mani contro la mia testa per poi cadere in ginocchio e digrignando i denti. <> sentivo la voce quasi in lacrime di Anna davanti alla mia faccia ma  non riuscivo a vederla. 

Chi erano quelle donne? Cosa stava succedendo?

 

***

Apri gli occhi sentendo qualcosa di bagnato sfiorarmi il corpo mentre quello che sembrava sabbia mi grattava la faccia. Cercai di tirarmi su ma una fitta all’altezza dell’addome mi costrinse a sdraiarmi di nuovo. Mi guardai intorno, ero sulla riva del mare. No, un lago a giudicare dalla vegetazione che mi circondava ma, solo più tardi un brivido di freddo mi ricordò che non doveva essere proprio estate.  In quel momento mi ricordai di quello che era successo. Era stato davvero tutto un sogno il mio?
Rabbrividì. Così erano questi i famosi sogni degli umani.
Se i sogni sono tutti così sono felice di non aver mai sognato

-Cas!- avrei potuto riconoscere quella voce in qualsiasi momento e in qualsiasi posto.

Dean?

 

Alzai lo sguardo per vedermelo accovacciato davanti mentre mi metteva le mani sulle guance. -Ma si può sapere che cazzo hai combinato Cas?-

In quel momento ricordai tutto e a malincuore fui costretto a guardare da un’altra parte. Non ce la facevo. Il suo tono non era arrabbiato o altro, ma io proprio non riuscivo neanche a guardarlo in faccia. Le sue mani calde mi tenevano il viso in alto

-Guardami Cas!

-Non…posso

-No! Non cominciare! Non venirmi a dirmi stronzate! Sono mesi che ti cerco. Non c’è un misero pezzo d’America che io non abbia perlustrato mentre ti cercavo! Non c’è notte che io non mi sia rivolto a qualcuno, o qualcosa. Non c’è notte che io non abbia speso raccontando quello che avevamo passato. Ho parlato per ore dei nostri ricordi, delle nostre disavventure di quelle brutte e di quelle belle. Dei ricordi che ho con te, quindi adesso, dopo tutto questo non puoi venirmi a dire che non hai nemmeno le palle di guardarmi in faccia!-


Mi aveva spiazzato, non sapevo cosa replicare. 

-Ma..-

-No! Niente ma… Cas, non sono arrabbiato con te. Cioè si…all’inizio lo ero ma ho avuto tanto tempo per pensarci. Non vorrei che fossi in nessun altro posto che qui. Siamo una famiglia Cas. Tu sei parte della mia famiglia. Hai fatto uno sbaglio è vero..ma sono sicuro che lo hai pagato.

Dio quanto aveva ragione.

-..beh in effetti.-

Abbozzò una risata e io feci una smorfia che poteva tranquillamente sembrare un sorriso. 

-Non voglio mai più sognare.-

Lo senti ridere, per la prima volta dopo tanto tempo, in quel momento capi che in quel sogno lo avevo sognato triste perché quello non era davvero il mio posto. 

-Hai sognato?-

Annui.

-Un giorno dovrai raccontarmi di quello che c’era in questo tuo sogno.-

-Lo farò…te lo prometto. D’altronde abbiamo tutto il tempo del mondo.-

 

Lo pensavo davvero. Avevo fatto la scelta giusta. In quel momento i miei pensieri tornarono a Meg e Crowley.

Grazie Ragazzi…

 

-Contaci…dobbiamo recuperare questi sei mesi persi.

Sbarrai gli occhi. Sei mesi? Avevo dormito per 6 mesi??

Ecco perché gli angeli non sognano.

 

-Andiamo a casa Cas.-

Feci per alzarmi ma mi resi conto che le mie gambe non mi tenevano. Dean sospirò per poi mettersi il mio braccio al collo e tirarmi su. Non feci in tempo ad accorgemermene che mi ritrovai le sue labbra sulle mie e, allontanandosi mi sorrise a trentadue denti.

E così fini quella mia stramba avventura di sogni e visioni. Tra le braccia di Dean che mi stringeva e strofinava il suo naso contro il mio sapevo di essere al mio posto, n quel momento nient'altro era importante, lui era il mio angelo.

 

Con quel pensiero in mente salì sull’Impala in direzione del rifugio dei Men of Letters[]

 

 

Note dell’autrice.
Eccoci qua, abbiamo finito questo viaggio…ci ho messo un mese e mezzo a finirla =)
Questa è stata la mia prima fanfic quindi vi chiedo perdono per gli errori che ho fatto e le incongruenze… Però era tanto che volevo scrivere una cosa del genere e partire da un sogno mi piaceva tantissimo come idea. Adesso sono felicissima di averlo fatto ù_ù Spero sia piaciuto questo capitolo
Tuttavia però non finisce qui =) D’altronde manca poco tempo al natale in questa fanfic :D
Volete leggere subito come si sono ripresi i nostri ragazzi? O volete aspettare natale? Io a natale sarò su a Milano da una mia amica però pubblicherò comunque =)
Non penso però che ci saranno altri spin-off. La cosa che adoro di più del Destiel sono le AU quindi credo che scriverò un’altra AU
(Niente cose complicate questa volta lo prometto *annuisce*)

Vi ringrazio a tutte per avermi accompagnato in questo primo viaggio :)
Per la prossima prometto di cercarmi qualcuno che mi aiuterà con le correzioni xD 

 

<3 A presto 

E.

   
 
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