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Autore: GenGhis    16/11/2013    2 recensioni
Questi racconti nascono principalmente da molto tempo libero, uniti ad una notevole capacità di elaborare idiozie e trascriverle su carta. Non mi andava di dover scrivere sempre le stesse cose, quindi non c'è un vero e proprio tema che accomuna queste storie. Solo, appunto, tanto tempo libero e la stessa penna.
Genere: Demenziale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Racconto 11
Quasi blu

***


 
Quasi blu, quasi blu quando la notte è una pasta densa in cui affondare lo sguardo: quasi blu quasi come le gocce di pioggia che tremolano sulle balaustre, sospese, gonfie d’acqua. Quasi blu come delle promesse non mantenute, come la solitudine, come un letto sgualcito che esala il dolce profumo di un’assenza: quando anneghi in una tristezza languida, da assaporare piano, come vino in una coppa di cristallo, allora lentamente scivoli, nel blu.
 - Ma che bello questo cappello, non starebbe benissimo con il mio costume?
Quasi blu - non allegro azzurro, non celeste sublime, ma blu - quando malinconicamente una mano sfiora la tua mentre passeggi, quasi blu quando fissi un vecchio cane negli occhi, e lui sposta lo sguardo.
 - Mi fa la faccia grassa, vero? È per questo che mi guardi così?
 - Ti sta benissimo.
Dici, ma in realtà contempli il suo viso esangue incorniciato dalle falde scure del cappello, ed ecco che quella sensazione di mancanza, d’inebriante infelicità, già si ispira nel tuo petto. Bella, la bionda Laura che si rammarica per lo smalto scheggiato, Carlotta, amabilmente gioviale mentre ride senza decenza, e ancora Paola, meravigliosa, la gemma più splendente, la pietra più preziosa.
 - Dici davvero? Credi davvero che mi doni? Sei un tale tesoro!
E poi giù in strada, mentre le gonne si arricciano e frusciano come una risacca, chissà se di blu hanno anche qualcos’altro oltre gli occhi, civettuoli in uno sfarfallio di ciglia curve. Chissà se possono capire il tuo blu, gustarlo insieme.
No, forse non possono: le osservi sfilare ancheggiando, mandarti un ultimo bacio sulla punta delle dita, sparire nella nebbia. Graziose, fugaci come la prima lettura di un messaggio d’amore: ti mancherà la seta della loro pelle, la tenerezza dei loro indumenti profumati, la fragranza dei loro capelli, in cui immergere il viso. Ricordi la loro mano esile che ti accarezzava la testa, ma soprattutto conservi il momento in cui, per la prima volta, le hai guardate ed hai sentito schiudersi il blu, e traboccare nel petto.
 - Ma perché non ti fai più sentire? C’ho pensato tanto, e credo di amarti... Sì, ti amo! Ti amo, e adesso non farmi sentire una stupida per averlo confessato: chiamami.
È tempo di andare.
Un’altra città, un'altra donna, un’altra breve storia d’amore che si consuma negli spicchi d’ombra fra i coni di luce dei lampioni, ma ancora quel senso di indecifrabile malinconia che ovunque ti ritrova. Piccola Marianna, perché piange tanto forte? È così giovane e carina, Roberta: presto sì dimenticherà di te, e ne troverà un altro.
 - C’è un’altra, è così? Ami più lei di me? È per questo che non rispondi alle mie telefonate? Ti ho visto passeggiare mano nella mano con una ragazzina, è perché è più giovane? È per questo?
Quasi blu, quasi blu il tuo cuore vezzeggiato, ma sempre schivo; quasi blu l’incontro occasionale con un viso un tempo conosciuto, che arrossisce e scappa via; quasi blu il suono ozioso del silenzio, il cigolio di suole nuove di zecca per una strada desolata, il baluginare di schegge di vetro, di un calice scagliato per terra.
Mai blu del tutto, forse è questo che ti tormenta: questa tristezza mutila, quest’amarezza che ogni bellezza contiene, quasi blu ammiri la tua vita incerta. E l’amore, chissà com’è: sarà blu anch’esso, o forse di una sfumatura eccezionale, un bocciolo screziato, un pugno di petali rossi?
Una figura, nascosta nel buio: dietro una voluta di fumo vorticoso, lo spigolo di un volto.
Non più blu, mai più blu il corpo di lei. Mai più blu i suoi abbracci pregiati, i suoi baci proibiti. Mai più blu: ricordi il momento in cui, per la prima volta, l’hai guardata ed hai sentito il blu tirarsi indietro. E l’hai inseguita, fino al capo della notte. 

 
  
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