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Autore: Amantide    17/11/2013    7 recensioni
Impegni improvvisi porteranno i coniugi Weasley a lasciare i ragazzi da soli alla Tana. E come dice un vecchio detto quando il gatto non c'è si sa che i topi ballano... e se i topi in questione si chiamano Fred, George, Ron, Ginny, Harry e Hermione potete solo immaginare cosa possa succedere.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, e, Fred, Weasley, Ginny, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger, Ron, Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Angolo dell'autrice: Ecco il secondo capitolo, spero che vi divertirete a leggerlo tanto quanto io mi sono divertita a scriverlo. Grazie in anticipo a chiunque leggerà la storia. A presto!

 
2-Dal profumo di resina alla puzza di whisky



 
Il sole era ancora alto nel cielo ma in casa Weasley erano già in corso i preparativi per la cena. Ron aveva proposto una grigliata in giardino e tutti si erano dimostrati entusiasti della sua idea. Harry si era offerto di fare la spesa, aveva deciso che avrebbe pagato tutto lui per ringraziare i Weasley dell’ospitalità, dopo tutte le estati in cui era stato a casa loro gli sembrava il minimo. Ginny non aveva perso l’occasione di stare sola con Harry e aveva quindi deciso di accompagnarlo a Diagon Alley per comprare tutto il necessario.
“Vado a cercare della legna, vieni con me?” Domandò Ron a Hermione mentre Fred e George correvano esaltati verso il capanno alla ricerca del barbecue.
“Va bene.” Disse Hermione timidamente. La ragazza andava sempre volentieri alla Tana, adorava la famiglia di Ron, ma dovette ammettere a se stessa che ultimamente ci andava sperando di poter passare un po’ di tempo da sola con lui.
A scuola Harry passava la maggior parte della giornata con loro e i momenti in cui lei e Ron restavano veramente soli scarseggiavano. Alla Tana le cose non andavano meglio, la casa era sempre affollata e Molly era famosa per essere curiosa e decisamente troppo impicciona, pertanto anche andare a raccogliere della legna de sola con Ron era già un piccolo successo. Hermione sorrise e si lasciò guidare dal ragazzo lungo un piccolo sentiero sterrato che conduceva alla foresta che circondava la Tana. I due s’incamminarono tra le conifere chiacchierando e Hermione rimase piacevolmente colpita dal fortissimo odore di resina che dominava il bosco.
“Hermione, tutto bene?” Domandò Ron che aveva notato l’aria assente dell’amica.
“Si, si.” Rispose lei sorridendo. “È solo che questo posto mi ricorda tantissimo l’infanzia. Quando ero piccola avevamo una casa in montagna, una baita, poco distante c’era una foresta bellissima e questo odore di resina mi ha fatto venire in mente quegli anni felici.” Ron vide gli occhi di Hermione inumidirsi. “Quando ancora non sapevo di essere una strega e mai avrei immaginato di mandare i miei genitori in Australia facendogli dimenticare di avere una figlia.” Hermione concluse la frase singhiozzando e Ron l’abbracciò pur sapendo che il suo conforto non sarebbe mai bastato a colmare il vuoto lasciato dai genitori.
“Sai… anche a me questo posto ricorda tanto l’infanzia.” Disse Ron con voce ferma ma dolce. “Quando ero piccolo Fred e George avevano il vizio di buttare i miei giocattoli fuori dalla finestra e io passavo i pomeriggi in questo bosco a cercarli.” Raccontò Ron che sperava di riuscire a sdrammatizzare strappando un sorriso all’amica. A Hermione sfuggì una risata e Ron fu felice di essere riuscito nel suo intento.
“Grazie Ron.” Sussurrò Hermione mentre lui le asciugava un’ultima lacrima.
“Ti prometto che quando tutto questo sarà finito torneremo qui insieme e potrai goderti la bellezza di questo posto senza rimorsi.” Le promise il ragazzo allontanandosi leggermente per poterla guardare negli occhi.
Hermione guidata da una forza sconosciuta si avvicinò nuovamente al viso di Ron che arrossì rapidamente, ma proprio in quel momento il rumore di un’esplosione li fece trasalire. I due ragazzi si voltarono spaventati, ma subito tirarono un sospiro di sollievo vedendo una grossa “W” rossa che dominava il cielo sopra la Tana.
“Fred e George devono aver tirato fuori i fuochi d’artificio!” Spiegò Ron a Hermione che fissava ancora incredula la lettera scarlatta sopra le loro teste.
“Direi che ci conviene prendere la legna e tornare allora, sai... non vorrei che quei due riuscissero veramente a dar fuoco alla casa!” Disse Hermione divertita.
I due amici tornarono rapidamente alla Tana, dove Ginny aveva già allestito una graziosa tavolata e Fred aspettava impaziente il loro ritorno per accendere il fuoco.
“Finalmente! Come mai ci avete messo tanto?” Chiese Fred in modo malizioso ammiccando ad Hermione che arrossì incapace di ribattere.
“Non ci abbiamo messo tanto!” Protestò Ron che era più rosso dei suoi capelli. “E poi potevate aspettarmi per iniziare a fare i fuochi d’artificio!”
“Dai Ron, non iniziare a brontolare!” Intervenne Ginny. “Abbiamo tutta la sera per divertirci!”
 
La cena cominciò al tramonto e proseguì tra una battuta e l’altra. Arrivarono all’ultima portata decisamente provati, era tutto squisito, persino il gatto sembrò apprezzare la cucina dei giovani Weasley che dovevano aver ereditato quel talento dalla madre.
“È la prima volta che ti vedo in difficoltà davanti al cibo Ron!” Disse Hermione divertita guardando l’amico che boccheggiava tentando di finire il dolce.
“Io non sono mai in difficoltà quando si tratta di cibo!” Rispose lui inizialmente serio ma terminando la frase ridendo.
“No, no Hermione ha ragione!” Convenne Fred che colse al volo quell’occasione per mettere in atto il fatidico piano. “Sei decisamente in difficoltà! So io quello che ci vuole!” E così dicendo si alzò di scatto e corse verso il capanno.
George, Harry e Ginny si scambiarono un’occhiata d’intesa mentre Ron e Hermione, ignari di tutto, continuavano a scherzare su quanto capiente fosse lo stomaco di Ron.
Poco dopo Fred fu di ritorno con le bottiglie e a quella vista Hermione sgranò gli occhi incredula.
“Fred! Non vorrai certo dar fondo a tutte le scorte alcoliche di casa Weasley!?” Disse lei con tono di rimprovero.
“Certo che no, ma dopo una cena come questa un digestivo è proprio quello che ci vuole!” Rispose Fred cercando l’approvazione degli altri tre che subito furono d’accordo. Con sua sorpresa anche Ron approvò l’idea e prese a stappare la prima bottiglia. Andava tutto secondo il piano. Ron versò il liquore in cinque bicchierini ed esitò davanti al sesto. “E tu?” Chiese con un mezzo ghigno ad Hermione che sedeva al suo fianco. “Bevi o non bevi!?”
Hermione tentennò e solo quando da parte di tutti si levò un grido di protesta acconsentì a bere un bicchiere.
“Direi che qui ci vuole un brindisi!” Cominciò George alzandosi in piedi seguito da tutti gli altri meno Hermione che rimase seduta indecisa sul da farsi. “Un brindisi a Hermione che ci ha concesso l’onore di bere un bicchiere con lei!” Disse con aria solenne alzando il bicchiere e invitando gli altri ad imitarlo.
“Siete proprio incorreggibili!” Commentò la ragazza imbarazzata mentre si alzava per unirsi al brindisi. Tutti svuotarono i bicchieri in un solo sorso e non fecero in tempo a risedersi che George li stava nuovamente riempiendo. Hermione lo guardò allibita, ma prima che potesse dire qualunque cosa George levò il suo bicchiere verso Hermione e disse: “Io ti ho dedicato un brindisi, come minimo tu ne devi dedicare uno a me!”
“O a me! Scegli tu!” Intervenne Fred facendo l’occhiolino al fratello.
“Non lo farò!” Disse lei incrociando le braccia al petto con aria di sfida.
“Ve lo dedico io!” Disse Harry prendendo in mano la situazione. “A Fred e George!”
“Dai Hermione non fare la guastafeste!” La spronò Ron avvicinando il bicchiere all’amica ed esortandola a bere. Hermione sbuffò e chiudendo gli occhi butto giù il secondo giro tra fischi e applausi.
“E a me un brindisi non lo fate fare?” Domandò Ginny ai fratelli. “Io propongo di brindare a Harry che ci ha offerto questa fantastica cena!” E così dicendo si alzò in piedi e baciò Harry noncurante dei tre fratelli che li fissavano. A quella vista Ron riempì rapidamente il suo bicchiere con del Whisky incendiario e lo trangugiò senza pensarci.
“Ron ma cosa fai?!” Chiese Hermione stizzita.
“Bevo per dimenticare!” Esclamò lui.
“Dimenticare cosa?”
“Harry e mia sorella che si baciano! Che altro?!” Hermione scoppiò a ridere e Ron si fece improvvisamente serio.
“Guarda che non sto scherzando!” Ribadì lui.
“Perché non accetti la cosa invece di bere per dimenticare?!”
“Si, si è molto saggio da parte tua Hermione ma non pensare di non prendere parte al brindisi in onore di Harry!” Si intromise Ginny che voleva assicurarsi che il suo piano funzionasse.
“Giusto!” Esclamarono Fred e George in coro.
Hermione buttò giù a fatica il whisky dandosi della stupida per essersi lasciata trascinare dalla situazione. Il sapore del whisky non le piaceva per niente e in più le faceva bruciare lo stomaco tremendamente.
“Ma come fate a bere questa roba?!” Domandò agli amici senza ottenere risposta. Ginny ed Harry si baciavano con passione, Ron cercava di scacciare il gatto dal tavolo mentre Fred e George armeggiavano con qualcosa di grosso e pesante che fino a quel momento avevano tenuto nascosto. Qualunque cosa fosse era un oggetto cilindrico ma Hermione non riuscì a capire di più perché i gemelli l’avevano avvolto in un telo.
“Miseriaccia! E quello cos’è?” Chiese Ron incuriosito.
“Questa è l’attrazione della serata!” Annunciò Fred accarezzando l’oggetto come se fosse un bambino.
“Non sarà altro alcol voglio sperare!” Esclamò Hermione guardando preoccupata le tre bottiglie vuote che troneggiavano sulla tavola accanto ad altrettante ancora piene e pronte per essere stappate.
“Molto meglio!” Commentò George rimuovendo il telo che nascondeva il misterioso oggetto. “Vi presento l’ultima delle nostre invenzioni!”
“Ma è un semplice barile con un rubinetto!” Disse Ginny delusa.
“Sarà anche un semplice barile ma è il contenuto quello che conta, sorellina!” Spiegò Fred con orgoglio.
Hermione guardava il barile perplessa, non era ancora del tutto convinta che quell’affare non contenesse alcol, dopotutto Fred e George non erano il massimo della sincerità.
“Ora, ecco come funziona… basta girare il rubinetto per far uscire una piccola gelatina!” Spiegò George mentre Fred dava una dimostrazione in tempo reale del funzionamento del marchingegno.
“Wow, un distributore di caramelle portatile!” Commentò Ron con ammirazione.
“Non sono caramelle Ron! Questa è una macchina in grado di condensare un gas e trasformarlo in gelatina!”
“E allora?!” Commentarono Harry e Ginny in coro.
“Perché dovrei voler mangiare un gas?” Disse Ron che iniziava a scocciarsi.
“Perché non è un gas qualunque!” Spiegò Fred. “Questo è …”
“Elio!” Disse Hermione alzandosi e afferrando la gelatina che Fred aveva in mano. La masticò pensando che fosse veramente un’idea geniale, i gemelli avevano un talento innato per queste cose.
“L’elio altera la voce!” Spiegò Hermione con una voce acutissima e innaturale che di certo non era la sua. Ci fu un attimo di silenzio in cui gli altri cinque la fissarono incapaci di reagire, poi scoppiarono tutti a ridere di botto compresa Hermione che realizzò solo in quel momento di non essersi mai divertita così tanto in vita sua.
Il successo delle gelatine all’elio andò oltre ogni previsione e ben presto fu indetto un brindisi in loro onore a cui tutti presero parte senza farsi pregare.
Da quel momento la serata decollò del tutto e ben presto i ragazzi si ritrovarono a fare brindisi senza senso ai personaggi più improbabili. Tutto cominciò con George che volle a tutti i costi bere in nome di Piton e dei suoi capelli unti, fu poi il momento di brindare a Pix e a tutti gli elfi domestici che cucinavano per loro al castello, per finire con il brindisi più assurdo di tutti, quello dedicato ai nargilli.
Hermione non aveva mai bevuto così tanto in vita sua e notò con piacere che dopo il quarto bicchiere tutto si fece più divertente, si sentiva leggera e cadde letteralmente dalla sedia dal ridere quando Ron, dopo aver mangiato una gelatina all’elio, si cimentò in un’imitazione di Malfoy che diceva il suo classico “Mio padre lo verrà a sapere!” con quella voce ridicola.
Dopo circa un’ora di puro delirio Fred e George erano completamente fuori controllo, Hermione continuava a ridere senza motivo mentre Ron si era accasciato sul tavolo.
Ginny approfittò di quella situazione per trascinare Harry nella sua stanza. Salirono le scale di corsa e appena entrarono in camera Harry rimase sorpreso nel vedere quanto la ragazza fosse ordinata rispetto al resto della famiglia. Ginny chiuse la porta alle sue spalle e si gettò tra le braccia del suo ragazzo che barcollò.
“Scusa, mi gira un po’ la testa!” Disse Harry tentando di ritrovare l’equilibrio.
“Anche a me!” E con quelle parole baciò Harry che ricambiò immediatamente con passione. Finalmente potevano passare un po’ di tempo da soli lontani dai problemi e dal resto della famiglia Weasley.
Nel frattempo in giardino nessuno sembrava essersi accorto della loro assenza. Ron si tirò su a fatica dal tavolo dove si era quasi addormentato e decise che nel letto sarebbe stato più comodo, con questa idea si avviò verso camera sua quando improvvisamente Hermione gridò: “Ron! Dove vai?”
“A letto, sono esausto! E faresti meglio ad andarci anche tu!”
Appena raggiunse camera sua Ron si lasciò cadere sul letto, non aveva nemmeno la forza di cambiarsi, gli esplodeva la testa e anche lo stomaco sembrava aver qualcosa da ridire. Stava quasi per addormentarsi quando improvvisamente Hermione entrò bruscamente nella stanza facendolo sobbalzare.
“Miseriaccia Hermione! Mi hai fatto prendere un colpo!”
“Mi sa che sono rimasta senza un posto per dormire!” Disse Hermione ridendo.
“In che senso?” Domandò Ron senza alzarsi dal letto. Era tutta la sera che la ragazza diceva cose senza senso e lui non sapeva più riconoscere quando parlava seriamente.
“Nel senso che Harry e Ginny si stanno dando da fare e si sono anche dimenticati di chiudere la porta!” A quelle parole Ron diventò paonazzo, non voleva neanche lontanamente immaginare la scena a cui aveva assistito Hermione.
“Ok basta così!” Disse scacciando dalla mente ogni possibile immagine di sua sorella e del suo migliore amico che facevano cose poco caste. “Puoi dormire nel letto di Harry, ma adesso ti prego fammi riposare.”
“Va bene, adesso però devo andare in bagno!” Biascicò Hermione uscendo barcollando dalla stanza e rientrando dopo meno di un minuto.
“Non dovevi andare in bagno?” Domandò Ron sentendo l’amica rientrare troppo presto.
“E’ occupato!”
“Occupato? E da chi? Fred e George sono ancora in giardino a fare casino.” Disse Ron guardando fuori dalla finestra. “E Harry e Ginny stanno… stanno… va beh sono impegnati.” Tagliò corto Ron.
“Senti Ronald, so riconoscere una porta chiusa quando ne vedo una! E la porta in fondo al corridoio a sinistra è chiusa!”
“Hermione, quello è lo sgabuzzino! Il bagno è in fondo al corridoio a sinistra ma al piano di sotto!” Spiegò Ron sdraiato a pancia in giù con gli occhi chiusi.
“Giusto!” Convenne Hermione uscendo nuovamente dalla stanza.
Dopo cinque minuti Hermione rientrò e cadde a terra inciampando nelle scarpe di Ron che si svegliò di nuovo di soprassalto.
“Miseriaccia Hermione! Sto cercando di dormire! Cos’hai combinato adesso?” Gridò Ron mettendosi a sedere sul letto e vedendo Hermione per terra che rideva come una matta.
“Sono inciampata nelle tue scarpe! Se solo tu fossi più ordinato…”
“Perché sei insopportabile anche da ubriaca?!” Protestò Ron osservando l’amica che tentava di rialzarsi con scarso successo e notando solo in quel momento che aveva buona parte della maglietta bagnata.
“Hai anche allagato il bagno per caso?” Le chiese indicando la parte di maglietta completamente fradicia. Lei in risposta gli lanciò un’occhiataccia e quando finalmente riuscì ad alzarsi aprì l’armadio di Ron e si lanciò alla disperata ricerca di qualcosa.
“Che cosa stai facendo?” Ron scattò in piedi e si affrettò a bloccare l’amica che sembrava intenzionata a svuotare l’armadio.
“Mi serve una maglietta, non posso dormire con questa… è bagnata!”
“Ok, ok, prendi questa.” Disse il rosso richiudendo l’armadio e sospirando disperato.
Finalmente i due si misero a letto e Ron fu contento di poter spegnere la luce, Hermione sembrava essere crollata di botto, ma si sbagliava. Poco dopo, infatti, nel buio della stanza Hermione parlò di nuovo: “Ron.” Disse in un sussurro. Il rosso imprecò mentalmente e cercò di risponderle con il suo tono più calmo: “Cosa c’è?”
“Ho freddo!” Rispose lei dolcemente.
“Ma è luglio!”
“E allora? Se ho freddo adesso devo aspettare dicembre per dirtelo?”
“No, no, va bene hai freddo e io cosa posso fare? Vuoi che vada a prenderti una coperta?”
“Posso dormire con te?” Chiese lei timidamente.
Ron rimase di stucco, doveva essere stato sicuramente l’alcol a parlare, di certo non poteva essere stata Hermione a dire una cosa del genere.
“Hermione… sei ubriaca, ti prego dormi.” Ron trovò quella frase terribilmente difficile da pronunciare, ma era la verità. Hermione era alle prese con la sua prima sbronza e lui era suo amico, solo un amico, nulla di più. Ron tentò di concentrarsi su quella parola ma improvvisamente sentì Hermione alzarsi dal letto e infilarsi nel suo dove si rannicchiò al suo fianco. Il profumo di lei gli invase corpo e mente e il suo contatto gli scatenò una serie di emozioni contrastanti. Se lei non fosse stata ubriaca sarebbe stato il momento perfetto per baciarla, ma in giardino c’erano sei bottiglie di superalcolici vuote anche grazie a loro e Ron realizzò solo in quel momento che, se non fosse stato per quelle bottiglie, mai e poi mai Hermione si sarebbe infilata nel suo letto. Questo pensiero lo rese triste ma sapeva di non poter approfittare della condizione di Hermione, non se lo sarebbe mai perdonato. Questi pensieri lo avrebbero fatto impazzire ma per fortuna Hermione parlò di nuovo. “Beh? Una ragazza ti s’infila nel letto e non dici niente?” Domandò lei stizzita.
“Io… ehm… Hermione sei ubriaca e a me gira la testa, cosa devo dirti?”
“Come mi sta la tua maglietta?” Chiese lei cambiando improvvisamente discorso e scostando il lenzuolo. La luce della luna illuminava appena la stanza ma a Ron bastò per vedere quanto fosse bella Hermione con indosso solo la sua t-shirt. Ovviamente le andava grande e questo faceva si che le sue forme fossero appena accennate e in più le arrivava appena sotto il sedere lasciando a Ron la possibilità di fantasticare.
“Ti sta benissimo, ma adesso dormi!” Disse Ron coprendola con il lenzuolo e cercando a tutti i costi di resistere alla tentazione di saltarle addosso.
Ma Hermione sembrava decisa a torturarlo quella notte. Non erano passati dieci minuti che la ragazza dichiarò di non avere più sonno e Ron iniziò a maledire mentalmente Harry e Ginny per averlo messo in quella situazione.
“Ok! Hermione, ti prego dimmi cosa devo fare per farti addormentare una volta per tutte.” Disse lui mettendosi a sedere.
“Non lo so, non sono stanca!” Spiegò lei seria appoggiandosi alla sua spalla. “Fammi stancare!” Aggiunse poi senza rendersi conto di come Ron avrebbe potuto intendere quella frase. Il buio impedì ai ragazzi di veder arrossire le loro facce ma era proprio quello che successe nel momento in cui entrambi colsero il doppio senso. Hermione si rese conto che nonostante la figuraccia non si sentiva per niente in imbarazzo e improvvisamente ricordò quanto stava per succedere poche ore prima nel bosco. Se non fosse stato per i fuochi d’artificio di Fred e George probabilmente lei e Ron si sarebbero baciati, così decise di provarci di nuovo. Si avvicinò al viso del ragazzo e si fermò a pochi centimetri dalle sue labbra, nonostante il buio decise di chiudere gli occhi e si apprestò a baciarlo, ma poco prima che le loro labbra si toccassero Ron l’afferrò per i polsi e l’allontanò.
“Hermione, per favore, non sai cosa stai facendo!” Disse lui con voce tremante.
“Mi stai rifiutando Ronald Weasley?” Disse lei con un tono che fece capire a Ron che l’alcol regnava ancora sovrano nel suo corpo.
“Non ti sto rifiutando, sto solo dicendo che non è il mom…” Ma Ron non riuscì a finire quella frase perché Hermione gli saltò letteralmente addosso baciandolo sulle labbra. Ron rimase inizialmente interdetto da tutta quell’iniziativa ma continuava a ripetersi che lei era ubriaca e lui brillo e che non doveva permettere che succedesse nulla di cui si sarebbero pentiti. Questo pensiero gli diede la forza di staccarsela ancora una volta di dosso mentre lei protestava dandogli piccoli pugni sul petto.
“Cosa c’è? Puzzo di troll forse?” Chiese indispettita mentre continuava a dimenarsi cercando di liberarsi dalla presa salda del ragazzo.
“No! Puzzi di whisky che è peggio!”
Hermione non sembrava voler mollare, così Ron alzò improvvisamente la voce cercando di mantenere i nervi saldi e gli ormoni a bada.
“Ok, cerchiamo di stare calmi!” Disse mentre si domandava per quanto tempo sarebbe durato l’effetto dell’alcol su Hermione, non sapeva quanto ancora le avrebbe resistito.
“Vediamo se riesci a stare calmo adesso!?” Lo provocò lei iniziando a sfilargli la maglietta.
“Hermione no!” L’ammonì lui mentre sentiva un brivido salirgli lungo la schiena e le bloccava le mani controvoglia.
“Va bene, allora mi spoglio io!” E così dicendo afferrò il fondo della maglietta e cominciò e sfilarsela.
“Miseriaccia Hermione, hai deciso di farmi impazzire?” Esclamò Ron cercando di impedirle di togliersi i vestiti. “Basta!” Aggiunse guardando la ragazza negli occhi sperando che tornasse in sé. A quelle parole Hermione sembrò rassegnarsi e sbuffando si lasciò cadere sul letto a peso morto dove finalmente si addormentò profondamente.
Ron guardò l’amica che dormiva al suo fianco e si complimentò con se stesso per l’autocontrollo. Era certo che l’indomani Hermione l’avrebbe ringraziato per averle impedito di fare quell’errore.
  
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