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Autore: violetti    26/12/2013    0 recensioni
Andrea.
Un sedicenne francese sensibile e incompreso.
Una madre pressante ed invadente.
Ed una sorella pestifera e fastidiosa.
E degli amici che sono messi peggio di lui.
Ma ha un diario, ed è questo che lo salva...
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7 novembre
 
Caro amico,
sarà meglio che riprenda la storia dell’altro giorno, esattamente da dove si era interrotta, cioè davanti alla mia scuola, con Félicien che parlava con Roxanne.
L’ho aspettato per un po’ mentre tutti quelli che mi passavano vicino mi lanciavano occhiate non troppo amichevoli; ma poi mi sono stancato e ho preso la strada verso casa.
Non immagini neanche cos’era successo intanto.
Evidentemente i prof avevano avvertito a casa dello ‘scherzo’ dei volantini, ma questo me lo sono spiegato solo dopo che mia mamma ha aperto la porta piangendo, mentre io ero ancora all’inizio del viale.
Proprio in quel momento stavo finendo di fumare una sigaretta, che ho prontamente gettato a terra e schiacciato col piede mentre allungavo il passo per raggiungerla.
“Mamma ma che..?”.
“Che ti hanno fatto? Ti hanno picchiato? Minacciato?”, ha singhiozzato premendosi il fazzoletto sugli occhi gonfi.
Ho chiuso il cancello e mi sono avvicinato a lei lentamente: “Non ti preoccupare, va tutto bene.. ho risolto tutto”.
Un sorriso tiepido è apparso sul suo volto ancora stravolto dal pianto, poi mi ha stretto forte. Per un attimo le sue mani hanno indugiato sulla tasca del giubbotto dove tenevo il pacco di sigarette, allora mi sono liberato dall’abbraccio e le ho sorriso a mia volta.
“Va tutto bene”, ho ripetuto, più per convincere me che per altro.
Sono entrato in casa e ho sorpreso mia nonna a spiare la scena dalla porta della cucina; appena ha incrociato il mio sguardo, però, ha fatto finta di niente e ha continuato a mettere al loro posto le stoviglie.
Il cellulare ha vibrato e ho acceso il display: era un messaggio di Félicien.
‘Amico mio, sarai contento di sapere che la famigerata foto non è più in circolazione!! Però aspetto chiarimenti sull’intera faccenda della sbronza’.
Mi sono lasciato cadere sulla poltrona con un sospiro di sollievo. Amo Fel.
‘Appena torniamo a scuola erigo una statua solo per te’, ho digitato velocemente. Non so come avesse fatto, ma l’importante è sapere che l’aveva evidentemente fatto.
“Stai chiedendo pietà ai bulli?”, ha sogghignato Anaìs, vicinissima al mio orecchio.
Ho sobbalzato. “No, sto definendo i dettagli con loro per il tuo pestaggio”.
Lei ha ridacchiato ed è saltellata via.
Sta di fatto che qualche giorno dopo ho parlato con Félicien e mi ha raccontato che ci aveva spudoratamente provato con Roxanne per impadronirsi del suo cellulare e cancellare la foto incriminata, che aveva subito riconosciuto perché, “Eri davvero messo male, sai?”.
Quella mattina ho realizzato con Nina, una ragazza della mia classe con un vero talento nel disegno, una rappresentazione di Félicien in forma di statua in atteggiamento di potere e con una spada in mano su un cavallo bianco, per poi attaccarla alla cattedra.
È stato abbastanza divertente vedere la faccia contrariata di Edith che non poteva nemmeno dire niente.
Qui c’è da mettere un inciso che separi le due parti di questa pagina, visto che quello che sto per raccontare non c’entra assolutamente niente con Roxanne e le sue amichette.
Stamattina, all’uscita da scuola, Martha mi ha preso a braccetto e mi ha chiesto: “Indovina cosa si fa oggi?”.
“Si studia fisica?”, ho risposto, abbastanza infastidito. Fisica era la mia materia preferita, fino a quando non ho visto il 5 nella verifica che ci ha consegnato oggi. La verità è che in questo periodo di voglia di studiare ne ho ben poca. E poi lei mica l’ha presa, l’insufficienza.
“Ma smettila”, ha ribattuto. “Non lascerai che un solo 5 ti butti giù in questo modo! Oggi tu verrai con noi al Vieux Port, che ti piaccia o no”.
Mi sono messo a sghignazzare: “Al Vieux Port? E chi saremo, noi tre?”.
“Ridi pure, ma oggi abbiamo invitato proprio tutti!”.
“Carino”, ho risposto sarcastico. “Ho davvero voglia di ricevere occhiate assassine perché fumo”.
“Ma finiscila”, ha risposto lei. “Nessuno viene per giudicarti, e comunque dovresti smetterla di pensare che il mondo giri intorno a te”.
Mi sono fermato, offeso: “Ma io non lo penso”.
Martha si è messa a ridere: “Fidati che frequentare la gente che hai frequentato negli ultimi tempi non cambia poco le persone”, e detto questo mi ha rivolto uno sguardo triste. Ma subito è ricomparso il sorriso, si è infilata il casco e ha ripreso, prima che potessi dire qualsiasi cosa: “Allora oggi alle quattro e mezza al solito posto!”, è salita sullo scooter, ha dato gas ed è sparita in men che non si dica.
Sono rimasto lì fermo come un idiota mentre ripensavo alla sua frase.
Si vede così tanto che sono cambiato? Oltretutto per due ragazze che non meriterebbero di stare con nessun ragazzo su questa Terra? È vero che so pensare solo a me stesso?
È quello che mi chiedevo ancora quando ho parcheggiato il motore nei posti vicino al porto.
Ho fumato l’ultima sigaretta e mi sono preoccupato di nascondere in fondo alla tasche il pacchetto; fatto questo, ho iniziato a camminare a testa bassa verso le panchine che danno sul mare.
È stato come essere catapultati indietro nel tempo, con le stesse persone di una volta, solo un po’ più cresciute; perché è questo che si fa, no? Si cresce. E così è successo anche a me, finalmente.
C’era anche Eve, la sorella maggiore di Séline, se possibile ancora più pazza di lei. Non la vedevo da un casino di tempo perché da quest’anno fa l’Università a molti chilometri di distanza da qui; appena mi ha visto ha sgranato gli occhi e ha esclamato: “Sei proprio tu, Andrea? Cosa ti ha dato da mangiare tua mamma per essere diventato tanto alto in così poco tempo?”.
Mi sono messo a ridere: “Gli omogeneizzati alla frutta e tanto tanto latte”.
Anche lei è scoppiata a ridere e ha mormorato qualcosa come: “Non sarebbe male provarli..”.
In effetti Eve è un po’ bassina per la sua età. Persino nell’era buia di Andrea la sua altezza era inferiore a quella del sottoscritto.
Poi mi sono girato per salutare Martha, seduta per terra vicino ad una che non avevo ancora ben inquadrato.
“Ciao Marth-“, in quel momento la suddetta ragazza si è girata e la frase mi è rimasta in gola.
“Ciao Andre”, ha detto Martha e mi ha posto la mano. Gliel’ho stretta per aiutarla ad alzarsi, ma il mio sguardo è rimasto impigliato con quello della ragazza seduta.
“Ciao Lena”, ho mormorato.
Per tutta risposta, lei ha sorriso e si è tirata su.
Non vedevo Lena da tre mesi, che pensavo costituissero un lasso di tempo cortissimo; sì, lo pensavo prima di incontrarla di nuovo.
Non starò qui ad elencare tutti i suoi cambiamenti, che non ho neanche avuto tempo di elaborare bene, ma giuro, sembrava un’altra persona.
Di Lena ammiravo il fatto che era una delle pochissime ragazze (o l’unica?) acqua e sapone, eppure oggi pomeriggio le sue palpebre erano nere e le sue guance dello stesso colore finto di quelle di Martha, solo che a lei c’ero già abituato.
E mi ricordo bene i suoi capelli ricci, raccolti in una coda, ora liscissimi e lasciati sciolti sulle spalle.
Appena Fel l’ha vista mi è venuto vicino tutto trafelato e mi ha soffiato nell’orecchio: “Ma chi è quella figa da paura?”. “È Lena, deficiente”, gli ho risposto io, infastidito per qualche motivo che neanch’io so.
Per tutto il tempo ci siamo squadrati da lontano, un po’ sospettosi ed imbarazzati, senza neanche scambiarci una parola.
Insomma, non so davvero perché ho iniziato a scrivere di questo pomeriggio, visto che razionalmente non ha portato niente di nuovo.
Ma mi sono spaventato, perché non pensavo di trovarmi Lena, quella ragazza che fino all’estate scorsa giocava con noi a calcio in spiaggia, trasformata in una specie di Mélanie/Roxanne/Edith, proprio quel genere di persone con le quali mi auguro di non avere mai più a che fare.
Alla fine di tutto questo mi sono ripromesso che dovrò parlare al più presto con Martha, che spero saprà spiegarmi qualcosa di più a proposito del cambiamento di Lena.
Ciao,
Andrea, sempre più confuso.
 
 
If this is to end in fire, then we will all burn together.
‘Azz, quant’è bella quella canzone e quant’è bello Lo hobbit, anche se sono contraria ad alcuni cambiamenti un po’ spinti che ho visto.. ma a parte quelli, è assolutamente spettacolare.
 .. e buon Natale a tutti :’)
Piano piano, arrancando, siamo riusciti ad arrivare al trentesimo capitolo.
È un bel traguardo per me, considerando che è la prima volta che scrivo qualcosa di più lungo di un paio di capitoli.
Adioss, e buon anno, sperando che l’attesa tra un capitolo e l’altro prossimamente si accorci!

_pink
P.S.: Mi sono appena accorta che sia Catching Fire (che alla fine sono andata a vedere asdfghjkl *^*) che Lo hobbit tratta di fuoco. 
Coincidenze?! .. non credo.
  
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