Taro avanza nella sera ghiacciata e colorata. Automaticamente posa le sue iridi nocciola sulle lancette dell'orologio.
In Giappone avranno già brindato a quest'ora. Sua madre Yumiko e Yoshiko sua sorella. Gli altri si ostinano a chiamarla "sorellastra" ma a lui non è mai piaciuto quel dispregiativo da cattiva delle favole.
Yoshiko è la bambina più dolce che abbia mai conosciuto.
Si stanno occidentalizzando anche in Giappone sebbene la festa vera sarà la settimana prossima, l'oshogatsu, il capodanno asiatico festeggiato con allegri costumi e piatti tipici.
Al pensiero Taro, il nomade, è attraversato da una fitta di nostalgia. Le usanze del suo paese gli ricordano la sua infanzia, il tempo in cui mamma e papà andavano d'accordo e lui era un bambino felice e coccolato.
Accelera il passo e cerca di non pensare e di non recriminare. Potrebbe essere anche lui in Giappone a quest'ora: la mamma ha insistito tanto perché passassero assieme le feste.
Si sente combattuto ma sa che il suo cuore lo avrebbe portato, nonostante tutto, a declinare l'invito. Passerà i giorni di festa con la sua unica famiglia: suo padre.
Nel grazioso appartamento parigino filtra una luce artefatta, quasi blu, nell'ora del tramonto.
Ichiro è rimasto rintanato nel suo studio a dipingere tutto il giorno. Ama gli spazi aperti ma oggi faceva troppo freddo per catturare scorci di paesaggi.
È assorto come sempre d'innanzi alla tela che sotto le sue mani esperte prende forma e vita e non si accorge di Taro che lo fissa da un pezzo.
"Hanno inventato macchine fotografiche digitali, fotomontaggi e fotografie istantanee ma un ritratto mantiene sempre il suo fascino!"
Giudica Taro con i suoi modi gentili ed affabili. Ichiro, taciturno e pacifico, intinge il pennello nei colori e da un altro tocco alla sua opera.
Forse con l'anno nuovo esporrà tutti i suoi lavori in una galleria.
" È la passione, l'ispirazione, il cuore che si mette in ciò che si fa a renderlo speciale. Quando ho le mie tavolozze e le tele bianche mi sembra di avere il potere di poter raccontare una storia. Non capita anche a te quando hai il pallone tra i piedi?"
Taro annuisce.
Gol, amicizia, folle festose, separazione, nostalgia, speranza, ambizioni e futuro.
Sì, il calcio e la pittura sono due arti. Sono due modi di vivere e di raccontare.
"Forse ho ereditato l'estro del mio papà!"
Scherza correndo ad abbracciarlo per poi allungargli il pacchetto incartato che contiene un regalo.
"Questo lo mettiamo sotto l'albero fino a domattina!"
Fa piani. Staranno insieme questa sera e anche domani. Ichiro si volta e riprende a dipingere.
"Saresti dovuto andare da tua madre!"
Non è un rimprovero e nemmeno un consiglio: è l'espressione del bene che vuole a Taro.
"Forse."
"Sono felice tu sia restato."
Ammette dopo un po' vincendo i suoi modi da orso. Taro ora sorride.
"Da mamma potrei andare l'anno prossimo!"
*** ***
Dopo una latitanza di mesi ecco finalmente una nuova one-shot in tema natalizio. Ringrazio quanti hanno letto e commentato le precedenti...Spero di aggiornare con più frequenza. Auguro a tutti gli amici di EFP buone feste!