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Autore: seasonsoflove    27/12/2013    10 recensioni
"Era quasi ora di pranzo alla Storybrooke High School, e Belle era seduta in classe insieme ai suoi compagni.
Belle era la tipica ragazza...atipica.
Graziosa ma di una bellezza antica, di classe. I lunghi capelli rosso scuro leggermente mossi, la carnagione pallida, le guance rosee, gli occhi di un azzurro irreale, il viso tondo, e il corpo minuto."
AU!Highschool - Young!Storybrooke.
Pairing (Rumbelle/SwanQueen e altri possibili)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Belle, Emma Swan, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rumbelle!School'sBathroom
SLUSSSSSHIE!





SLUSHIE


Il giorno prima


Belle camminò svelta sul marciapiede per raggiungere più rapidamente possibile l'atrio della scuola.
Il gelo invernale di Storybrooke non risparmiava nessuno.
Specialmente in gennaio.
C'era da dire che avrebbe potuto vestirsi di più. Avrebbe potuto infilarsi un paio di comodi pantaloni felpati e un bel maglione ma...Ma no.
Suo padre le aveva regalato per natale una meravigliosa camicetta in seta, bianca con i pois blu scuri. Era una camicia davvero bellissima, e doveva essere costata un'occhio della testa. Non aveva idea di quanti mazzi di fiori avesse dovuto vendere Maurice French per potersi permettere un regalo simile per la figlia, ma sicuramente tanti.
Per questo Belle aveva deciso di sfoggiarla il primo giorno di scuola dopo le vacanze invernali.
Prima di uscire suo padre l'aveva guardata con orgoglio, e le aveva borbottato burbero (era pur sempre un uomo vecchio stampo) che la sua bambina era la più bella del mondo.
Belle aveva sorriso.
Al momento sorrideva un po' meno, nella sua gonna appena sopra il ginocchio, nel suo cappottino blu, nelle sue calze di lana e nei suoi mocassini. Più che altro si limitava a digrignare i denti e a saltellare per riscaldarsi.
Quando finalmente entrò a scuola tirò un sospiro di sollievo.
Si guardò rapidamente in uno specchietto. Le guance erano rossissime così come le labbra, e facevano un fortissimo contrasto col viso pallido e gli occhi azzurri.
Sbuffò.
Sembrava una dodicenne che ha appena finito di giocare a palle di neve.
Si diresse rapida verso il laboratorio di chimica, dove aveva la prima lezione della giornata.
Appena entrata in aula si bloccò.
Seduti nei banchi vicini al suo abituale, c'erano Robert e Regina.
Parevano immersi in una discussione poco amichevole. Regina gesticolava animatamente e Gold aveva un'espressione stanca ed indifferente.
Belle si guardò disperatamente intorno alla ricerca di altri posti liberi, o di un'altra strada per evitare la coppietta.
Niente da fare.
Sperando di passare inosservata si infilò tra i due banchi e sgusciò via rapida.
"Perchè così di fretta?"
Chiuse gli occhi. Respirò a fondo.
Si girò.
Robert fissava interessatissimo il suo banco, mentre Regina le rivolse un sorrisino di sufficienza.
"Ciao Regina. Felice anno nuovo anche a te. Col tuo permesso ora andrei a sedermi ed eviterei di incrociarti per il resto della giornata."
La mora socchiuse appena gli occhi in modo vagamente sinistro.
Belle si lasciò cadere irritata al suo posto e sbattè la borsa per terra.
Prese un libro e si mise a leggere.
Venne improvvisamente interrotta.
"Scusa...è libero? Tutti gli altri sono presi..."
Una ragazza bionda, con un viso da folletto e due grandi occhi verdi guardava in modo eloquente il posto accanto al suo.
"Sì è libero...siediti pure"
La biondina si sedette, e poi si girò verso di lei.
"Io sono Tink Glocke comunque, piacere"
"So chi sei...lavori al giornale scolastico vero?"
"Sì esatto"
"Mi è piaciuto molto il tuo articolo su Nelson Mandela"
"Davvero? Grazie" rispose l'altra compiaciuta. Poi le disse
"Mi sfugge il tuo nome"
"Sono Belle...Belle French"
"Oh! Sei la figlia del fioraio?"
Belle si sentì una nullità. Tutti la conoscevano come la figlia del fioraio. Poteva considerarlo il suo titolo. Belle Figlia del Fioraio French.
"Io...sì. E'...sì lui è mio padre"
Tink rimase un attimo in silenzio, poi batte le mani e disse
"Figata! Adoro quel negozio! Mia madre ci compra sempre i bouquet per la casa! E anche le coroncine di fiori per mia sorella...lei canta nel coro della chiesa sai, allora le servono sempre nuove corone. Non capisco perchè continui a rompere quelle vecchie... Beh, così andiamo ogni sabato in fioreria e c'è sempre un così buon profumo dentro, ci passerei le ore..."
"W-wow"
"Comunque mi piace tantissimo la tua camicia! Dove l'hai presa?"
"Me l'ha regalata mio padre per Natale!"
"Davvero carina! Ha buon gusto! Di cos'è fatta?"
"E' pura seta" rispose orgogliosa l'altra. Finamente qualcosa di cui vantarsi!
Entrò il professor August Booth trafelato, con la sua valigetta, e la lezione iniziò.
Belle era rimasta un po' stordita dalle chiacchere di Tink, ma la ragazza le stava simpatica. Sembrava una persona allegra e disponibile, e soprattutto, senza pregiudizi.
A metà lezione il professore ordinò loro di creare una tintura bluastra che teoricamente avrebbe dovuto fungere da inchiostro.
"Vado a prendere gli ingredienti okay?"
"Sì, ti aspetto qua, intanto preparo il pianale"
La rossa si alzò e si diresse verso l'armadietto.
Robert la vide con la coda dell'occhio.
"Regina vai a prendere gli ingredienti?"
"No, vacci tu."
"Okay."
Conosceva bene la sua ragazza. Se voleva fare una cosa il modo più semplice era chiederle di farla in modo che lei potesse subito scaricare l'incarico su di lui.
Si alzò e raggiunse Belle nel ripostiglio.
"Hey!"
Lei si girò e aprì la bocca senza emettere alcun suono.
Si toccò il collo imbarazzata.
"C-ciao!"
Calò un terribile silenzio.
"Tutto bene?"
"Sì grazie...te?"
"Non c'è male"
"Ti sei...divertita durante queste vacanze?"
"Mi sono rilassata"
Belle indicò la sua lista.
"Dovrei..."
"Sì anche io. Possiamo farlo insieme...se ti va"
"O-ok"
Così si misero a cercare gli ingredienti. Ogni qualvolta che uno dei due ne trovava uno avvisava l'altro, e viceversa.
Poco dopo li raggiunsero altre due ragazze.
Trovarono tutto ciò di cui avevano bisogno, e ritornarono ai loro posti.
Robert osservava Belle di nascosto, mentre Regina criticava qualcuno, o qualcosa, e si lamentava di qualcuno, o di qualcosa. Inutile dire che la loro tintura si rivelò un totale disastro e Regina passò il resto dell'ora ad incolpare il suo ragazzo per il fallimento.
Appena suonò la campanella tutti si precipitarono fuori dall'aula mentre il professor Booth assegnava con scarso successo i compiti.
Belle pranzò da sola, anzi, con i suoi libri.
Ci era abituata, ma non per questo era meno deprimente.
Finita l'ultima ora di lezione appoggiò le sue cose nell'armadietto, prese la borsa decisa ad andare a casa a riscaldarsi con una cioccolata bollente e pensò di essere stata molto fortunata ad aver evitato litigi per ben otto ore di fila.
Ovviamente si sbagliava.
Mentre usciva dal bagno, senza alcun preavviso si trovò davanti Regina e un ampio manipolo dei suoi più fedeli compagni, Gold compreso.
Belle strinse i denti. Forse poteva evitarli e riuscire ad uscire da scuola senza che le distruggessero quel pomeriggio...
"Dove credi di andare French?"
A metà tra l'esasperato e il rassegnato la rossa si girò.
"A casa mia, se non ti dispiace"
"In realtà mi dispiace molto. E poi questa mattina sei stata decisamente maleducata nei miei confronti."
Le si avvicinò e la squadrò dall'alto in basso. La superava di almeno dieci centimetri in altezza. Belle resse lo sguardo con immensa fatica, ben consapevole che tutti gli occhi erano puntati su di lei. Soprattutto quelli di Robert.
"Sei stata maleducata, ed esigo delle scuse"
"Altrimenti?"
"Non ti conviene scoprirlo..."
La rossa scoppiò a ridere amaramente.
"Cosa farai adesso Regina...? Mi picchierai? Mi lancerai contro l'armadietto? O mi sfotterai pubblicamente? Perchè non mi sembra una prospettiva così tragica sinceramente, tutte cose che ho già dovuto sopportare."
"E cos'altro devi sopportare...figlia del fioraio?"
Tutti risero. Con la coda dell'occhio Belle guardò Gold. Lui sorrise alla battuta. Ma c'era qualcosa di triste in fondo al suo sorriso.
Non sembrava per niente divertito, e questo le diede coraggio.
"Potrò anche essere la figlia del fioraio ma almeno non sento continuamente il bisogno di demolire gli altri."
"Ma io non demolisco gli altri. Non c'è niente da demolire in una persona che già di per sè...è una rovina!"
"Quanto devi essere insicura per dover trattare gli altri in questo modo?"
La mora ringhiò e fece per ribattere, ma Gold le si avvicinò.
"Regina...lasciala perdere...non avete nulla di cui parlare..." le disse piano.
"Hai ragione, visto che le cose stanno così, passerò direttamente ai fatti."
Così dicendo si fece passare da una cheerleader accanto a lei un bicchierone pieno di granita al lampone.
Belle fece rapidamente un passo indietro, ma si accorse troppo tardi che altre due ragazze le avevano bloccato la strada.
Regina si avvicinò. Gli occhi neri scintillavano di pura malvagità. Ghignò.
"Così sarei insicura?"
La rossa non rispose e si limitò a guardarla con crescente terrore.
"E' una bella camicia quella che hai addosso...sai French?"
Lei cercò di andarsene rapidamente, ma le venne impedito.
"Ti ho sentita questa mattina mentre parlavi con quella sfigata del giornalino scolastico...E' pura seta vero?"
Belle non rispose.
"Ti ho chiesto se è pura seta. Rispondi!"
"Sì. Lasciami andare."
"Sai quanto costa la seta...vero?"
"Sì. Perfavore lasciami andare a casa."
"Non così in fretta."
Si avvicinò col bicchiere in mano.
Robert le afferrò la spalla.
"Non ce n'è bisogno."
"Io credo di sì invece."
"Regina andiamo...davvero, non è necessario!"
"Lasciami andare, sennò lo farò fare a te. E sai che non scherzo."
Il ragazzo le mollò il braccio come se si fosse scottato.
Regina a quel punto stanca di giochetti si fermò davanti a Belle, mentre questa si divincolava dalla presa delle cheerleader.
La mora inclinò la testa brevemente da un lato scrutando la sua preda quasi con curiosità.
"Sei davvero troppo arrogante French. E' ora che tu metta la testa a posto."
Così dicendo le rovesciò addosso l'intero contenuto del bicchiere.
Poi fece un breve cenno agli altri e se ne andò senza dire una parola, preoccupandosi però di urtare la spalla della ragazza e lasciarle cadere il bicchiere vuoto sui piedi.
Belle rimase paralizzata dall'orrore e dalla vergogna e dalla tristezza e dal gelo della granita che lentamente le colava giù per la schiena, macchiando inesorabilmente tutta la camicetta.
 
 
 
"A che ora passi a prendermi questa sera?"
"Eh?"
"Questa sera! A che ora?"
"Ah...alle...alle otto..."
"Perfetto!"
Robert e Regina camminavano mano nella mano, fuori da scuola, diretti verso casa.
Regina sembrava particolarmente allegra e soddisfatta, mentre lui fissava il pavimento con sguardo vitreo.
Provava quasi disgusto nel sentire il contatto delle loro mani.
"Stai bene?"
"Io...ho dimenticato i libri in classe!"
"Cosa?"
"Ho dimenticato i lib...il libro di biologia in classe."
"Sei un imbecille."
"Vado a prenderlo. Torno subito!"
"Non ho voglia di aspettarti qua al freddo!"
"Okay. Vai a casa allora, ci vediamo questa sera."
"Non puoi fregartene per una volta?"
"Ho tutti gli appunti su quel libro, mi serve. Mio padre mi ammazza se non prendo almeno una A nel prossimo compito."
La mora lo scrutò intensamente, e lui resse lo sguardo.
Non aveva mai avuto problemi con le bugie.
"Va bene. A questa sera. Puntuale."
"Certo!"
Gli scoccò un rapido bacio e se ne andò.
Robert la guardò allontanarsi, poi si voltò e corse a perdifiato di nuovo dentro scuola, salì le scale.
Seguì le impronte rosse di granita e si fermò davanti ad una porta.
Bagno delle ragazze.
"Merda" mormorò. Pregando tutti i santi che non ci fosse nessuna sconosciuta dentro, aprì la porta ed entrò.
 

Trovò Belle davanti allo specchio che cercava di pulirsi. Aveva gli occhi rossi, non sapeva dire se fossero irritati per la granita o se avesse pianto. Lei si girò di scatto.
"No. Non esiste. Fuori di qua. SUBITO!" Urlò.
"Aspetta fammi spiegare! Calm- AHIA! MA CHE CAZZO!"
Belle gli aveva tirato uno sberlone fortissimo sulla guancia.
Gold arretrò tenendosi la faccia con la mano.
"Ma sei impazzita!?"
"Ti ho detto di sparire. Non voglio più vedere la tua faccia. Vattene! VATTENE!"
"Fammi parlare!"
"VAFFANCULO!"
"Non ho fatto niente io! Perfavore, lascia che ti spieghi..."
"Ne vuoi un altro di schiaffo?" disse minacciosamente.
"Perfavore! Belle, voglio solo spiegarmi!"
"Spiega a mio padre questo" urlò indicandosi la gigantesca macchia rossa che inesorabilmente si allargava su tutta la camicia.
"A tuo- eh?"
"Questa camicia me l'aveva regalata mio padre per Natale"
"Mi dispia-"
"Stai zitto. Smettila di dire che ti dispiace! Sai quanto guadagna mio padre al mese? Era seta. E lui aveva fatto questo sforzo, era così felice ed orgoglioso, e ora arriverò a casa e come faccio a dirglielo?" Gridava con voce rotta dal pianto, senza preoccuparsi della figura, o del fatto che chiunque potesse sentirli.
In effetti una spaurita ragazza uscì da un bagno chiuso a chiave, li guardò sconvolta, e scappò fuori velocemente.
"Non...C'è un modo per togliere la macchia?"
Belle scoppiò in una risata isterica, tra le lacrime.
"Quanto sei ingenuo. Credi che Regina non si sia assicurata che potesse essere un danno indelebile?"
"Io..."
"Per voi è solo una camicia. Ma...era un regalo. Era una cosa mia, ed ero felice, così tanto felice... e non potevate...lasciarmi essere felice per un giorno!"
Si appoggiò con le mani sul lavandino e soffocò i singhiozzi.
"E ora dovrò togliermela perchè...è gelata. E fuori fa freddo, e qui fa freddo, quella cazzo di granita era fredda! Vaffanculo!"
Robert si guardò intorno desolato.
Avrebbe solo voluto avvicinarsi e poterla consolare in qualunque modo. La cosa più frustrante era non poter fare nulla. Non c'era altro che odio, disprezzo e disperazione nello sguardo e nelle parole di Belle.
In quel momento la ragazza cercò disperatamente slacciarsi il colletto della camicia; ma aveva le mani scivolose e gelate, e riuscì solo ad arrabbiarsi di più. Tirò un calcio al lavandino.
"Aspetta, ti...ti aiuto"
"Non ti avvicinare."
"Ti prego. Perfavore... voglio solo aiutarti. Poi ...potrai anche picchiarmi se vorrai."
Lei chiuse gli occhi e si appoggiò al termosifone alla ricerca di un po' di calore.
Robert le si avvicinò (preparandosi psicologicamente ad un altro eventuale schiaffo) e si fermò di fronte a lei.
Poi con le mani tremanti riuscì a sbottonarle il colletto della camicia.
Lentamente slacciò tutti i bottoni, uno dopo l'altro, cercando di ignorare il brivido tutt'altro che fraterno e amichevole che lo percorreva ogni volta che scopriva un lembo della bianca pelle della ragazza.
"Hai...hai visto? Basta fare le cose con calma"
Belle non rispose e continuò a singhiozzare.
"Comunque...ora cosa ...vuoi fare?"
"Te l'ho detto. Devo togliermela. E' gelata."
"Ma...avrai freddo."
"Ho già freddo. Peggio di così non può andare."
Lui ci pensò un attimo su, poi si tolse la giacchetta blu e bianca della scuola.
Era il classico tipo di giacchetta sportiva che ogni ragazzo che faceva parte di qualche squadra era costretto ad indossare. La sua era quella del decathlon, col suo cognome ricamato sulla schiena e una grossa C di capitano appuntata sul petto.
Insomma, una cosa decisamente vistosa.
Gold non l'aveva mai detto a nessuno ma detestava quella giacca. Sotto di essa indossava sempre una seplice camicia nera, grigio, o blu scuro, con il gilet in tinta. Ogni tanto si permetteva anche la cravatta. Il risultato era disastrosamente ridicolo e contrastante, come più volte gli aveva fatto notare Regina, ma a lui piaceva. Gli permetteva di mantenere un po' di sè stesso sotto quelle apparenze.
"Tieni"
"Perchè?"
"Perchè avrai freddo!"
"Non la voglio."
"Ne hai bisogno. Non voglio una ragazza morta assiderata sulla coscienza."
Belle tirò su col naso. Faceva davvero freddo, e la seta gelata appiccicata alla pelle era la peggiore sensazione di sempre.
Senza più pensarci si tolse la camicia e rimase in reggiseno.
Robert sgranò gli occhi. Respirò a fondo cercando di controllarsi, e guardò altrove consegnandole la giacca.
Mosse nervoso le mani. Tamburellò col piede.
Aveva la bocca arida.
Cercò di distrarsi pensando a cose terribili tipo la fame nel mondo, e l'attentato alle torri gemelle, o i polli a cui suo nonno torceva il collo per farci lo stufato quando passavano tutti insieme le estati nella loro casa di campagna.
Doveva contenersi, o la cosa si sarebbe fatta piuttosto imbarazzante e...ingombrante.
Non servì a niente. Il suo sguardo cadde di nuovo su Belle, che si stava infilando le maniche.
Probabilmente quella visione l'avrebbe tormentato a lungo.
Il seno morbido dentro ad un reggiseno blu, le clavicole leggermente in rilievo. Quella pelle così bianca, quasi trasparente.
Non importava se ancora sparsi qua e là ci fossero svariati pezzi di granita.
Era semplicemente perfetta.
"Hai finito di guardare?"
"Okay, okay, scusa"
Robert si girò fissando la lampada sul soffitto.
"Fatto" disse Belle dopo quelli che parvero anni.
"Grande! Ti sta benissimo!"
Belle sorrise tristemente.
"Non è vero. Mi sta troppo grande, e tu hai le braccia troppo lunghe!"
"Sono proporzionate al resto del corpo!" esclamò indignato.
"No. Non sei così alto...sono troppo lunghe. E le spalle troppo larghe."
Gold sbuffò. Si sentì vagamente offeso per il "non sei così alto", ma decise di passarci sopra.
Stettero un attimo in silenzio, poi la rossa parlò.
"Scusa per lo schiaffo..."
"Me lo sono meritato."
"No, non è vero. Non è stata colpa tua questa volta. Anzi...sei stato carino a cercare di fermarla...scusami. Io credo...beh, credo di aver solo voluto sfogare la rabbia su qualcuno."
"Okay...la prossima volta però avvisami se vuoi sfogarla su di me. Così magari ti offro una delle mie troppo-lunghe-braccia da prendere a pugni!"
Belle rise. Poi lo sguardo le cadde sulla camicia, che in quel momento giaceva a terra e si sentì di nuovo a pezzi.
Gold si chinò e la prese, osservandola con sguardo critico.
"Sai, mia madre è davvero brava coi lavaggi. Magari potrebbe far sparire il rosso...conosce un sacco di vecchi trucchi di questo tipo!"
"Non credo che funzioneranno. Le macchie di lampone sono abbastanza indelebili..."
"In ogni caso posso tenerla? Voglio fare almeno un tentativo."
"Fai pure. Meglio che mio padre non la veda questa sera..."
"Cosa gli dirai?"
"Che ero distratta e mi sono rovesciata addosso una granita."
"Perchè non gli dici la verità?"
"Perchè è patetica la verità. E' una cosa deprimente. E perchè si sentirebbe male nel sapere...quello che...beh...succede qui. E in colpa nel sapere ...che Regina mi prende in giro per il suo lavoro. Non voglio scaricargli ancora peso sulle spalle. Da quando mia madre è morta...le cose sono già abbastanza difficili..."
Belle sentì di nuovo le lacrime salirle e il groppo in gola farsi pesante. Cercò di contenersi, con scarso successo.
"S-scusa" cercò di dire.
"Non fa niente. Se vuoi puoi sfogare la tristezza su di me."
"E come?"
"Potresti ad esempio appoggiare la testa su una delle mie spalle troppo larghe..."
Lei singhiozzò.
"Posso?" le chiese lui.
Ricevette un breve cenno di assenso, così le prese dolcemente le mani e se le portò dietro il collo. Dopodichè le cinse la vita con le braccia e la attirò a sè.
Forse Belle avrebbe voluto protestare  e mantenere ancora un po' di dignità, ma non ne ebbe la forza. Si fece abbracciare e poggiò tristemente la testa sul petto di Robert.
Inspirò a fondo il suo profumo. Cos'era?
Cannella...forse. Non ne era certa, ma le piaceva.
"Gold..."
"Mh"
"Perchè?"
"Cosa?"
"Quando siamo in pubblico mi ignori...e poi...insomma, non capisco cosa tu voglia da me..."
Lui non rispose. Invece le bacio dolcemente la fronte, poi gli zigomi, la guancia, fino a fermarsi a pochi centimetri dalla sua bocca. Belle rabbrividì e dovette lottare con tutte le sue forze disperatamente per non annullare le distanze tra loro.
Non desiderava altro che poterlo baciare di nuovo, e ci pensava da quella sera in biblioteca. Si vergognava ad ammetterlo, perchè lei non era quel tipo di ragazza, non si era mai considerata tale. Non le piaceva correre dietro ai ragazzi o pensare troppo a loro. Le piaceva pensare invece che quello giusto sarebbe arrivato perchè era destino. Nel frattempo, voleva godersi la vita e tutte le opportunità che questa le offriva. Lei era uno spirito libero ed intraprendente.
Ma purtroppo era anche una gran sognatrice, e tutti i libri che leggeva sicuramente non aiutavano.
"Gold, rispondimi."
"Solo se mi chiami Robert."
"Rispondimi." ripetè lei.
Non rispose, ma le prese il viso tra le mani e poggiò deciso le labbra sulle sue.
Belle chiuse gli occhi e rispose al bacio, arrendendosi velocemente.
Sentì un rumore provenire da fuori e si staccò precipitosamente.
"Se ci beccano qui siamo morti!"
"Chissenefrega" Robert riprese a baciarla e la fece sedere sul lavandino.
Mentre le loro labbra si scontravano ripetutamente, continuava a pensare a quella pelle bianca, e a quel seno perfetto, ed erano a pochi centimetri da lui, appena sotto la sua stessa felpa...
Senza rifletterci spostò le mani calde sui bottoni della giacchetta e iniziò a slacciarli.
Le infilò sotto la stoffa, poggiandole sui gelidi fianchi nudi. Sentì Belle rabbrividire a quel contatto, così iniziò a baciarle prima la mandibola, poi scese e poggiò le labbra sul collo. La rossa inarcò la schiena per il piacere, respirando forte.
Le mani dai fianchi iniziarono a risalire verso il seno quando...
"Gold"
"Mhm" mugugnò contro la sua pelle.
"Robert...no."
"Mh..."
"No!"
E improvvisamente finì tutto.
La rossa si scostò e si coprì coi lembi della felpa, con espressione corrucciata.
"Non provarci mai più!"
"Ho...fatto qualcosa che non va?"
"Sì! Non voglio!"
"Fare cosa?"
"Questo. Non così!"
"Ma non stiamo facendo niente di male!"
"Hai una ragazza. Perchè non sei con lei a fare ...queste cose?"
"Perchè..." Esitò. Non lo sapeva neanche lui con esattezza. "Io...non lo so."
"Con Regina le cose non vanno bene vero?"
"Non molto."
"Allora ripieghi su di me. E' così?"
"Cosa? Ma sei pazza?"
"Rispondimi. E' così?"
"No!" In realtà era Regina ad essere il ripiego, ma non lo disse ad alta voce.
"Non sono la seconda scelta di nessuno."
"Non l'ho mai pensato."
"E non sono neanche una facile."
"Non ho mai pensato neanche questo!"
"Allora...cos'era quella cosa di poco fa?"
Lui rimase in silenzio a fissarsi i piedi.
"Io...ho perso un attimo...il controllo."
"Ho visto."
"Scusami, sono un uomo. Non l'ho fatto apposta, mi sono lasciato andare, tutto qua...Ti chiedo davvero scusa se ti sei sentita offesa. Non succederà più."
Belle era stanca. Sospirò.
"E' meglio che vada."
"Belle ti prego...aspetta un attimo"
"No. Ti lavo la giacchetta questa sera e te la restituisco domani."
"Non è necessario..."
"Ci vediamo domani."
 
Gold rimase solo, immobile a fissare la porta.
Cercò di calmarsi.
Era colpa sua se aveva quei problemi.
Sua e di nessun altro.
Avrebbe potuto fregarsene della popolarità, cosa poteva valere? Era solo uno stupido liceo.
Avrebbe potuto mollare Regina e frequentare Belle.
Avrebbe perso tutto, certo. Gli amici, il ruolo nella gerarchia scolastica, il rispetto di suo padre...Suo padre.
Peter Gold l'avrebbe distrutto per una scelta simile. Lo avrebbe preso in giro fino alla tomba.
Robert era in bilico.
Lo era sempre stato, ma in qualche modo con Regina aveva trovato una sorta di apatico equilibrio e aveva sistemato molte cose.
Ma poi era arrivata Belle e aveva fatto a pezzi tutto.
E lui era felice di questo, perchè in fondo era da tanto che aspettava qualcosa che lo scuotesse.
Ma non riusciva a reagire.
Entrò in uno dei bagni, chiuse la porta e si guardò intorno respirando profondamente.
Prese a pugni il distributore delle salviettine finchè non gli si scorticarono tutte le nocche.
Appoggiò la testa alla parete mentre la mano bruciava disperatamente.
Non aveva idea di cosa fare.
Sentì il sangue scorrergli per le dita.
Sospirò ed uscì dal bagno.
 
 
 





"Cosa ti sei fatto alle mani?"
"Sono scivolato sul ghiaccio"
"Idiota."
"Come sempre Regina!"
 
 
 
 
 









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TTTTADAAAAN
Eccomi qua!
Che dire...intanto spero che tutti voi abbiate passato delle splendide feste!
Poi noterete che ho cambiato la Fic da raccolta a storia normale...infatti inizialmente avevo l'intenzione di fare una semplice raccolta di One-Shot, poi però proseguendo mi sono affezionata ai personaggi e ho deciso di svilupparli e trasformare il tutto in una long!
Poi...beh, questo capitolo è stato una vera spina nel fianco.
Infatti non ne sono per nulla soddisfatta.
Però bene o male ne sono uscita in qualche modo...anche se ho sudato parecchio.
L'idea della granitata (in inglese letteralmente: Slushie) l'ho presa da Glee, e secondo me è una delle cose più umilianti e orribili che possano capitare a scuola.
Non ho molto altro da aggiungere...niente song-fic per questo capitolo (so sad, but yet, so true!).
Spero vi piaccia anche se appunto, non sono soddisfatta...e ringrazio come sempre i commentatori, quelli che hanno inserito la storia tra le seguite, e tutti i lettori silenziosi, a cui faccio un appello (disperatissimo!):
Recensiiiteeeeeee!
Vi ho convinti vero?
Stay tuned, tanto amore a tutti quanti (lol)
Seasonsoflove
 
 
Per contattarmi:
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