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Autore: Chilemex    19/01/2014    1 recensioni
[Crossover Fire Emblem Awakening~Fire Emblem Radiant Dawn]
Il gruppo dei Pastori al completo, capitanati come sempre da Chrom, incontreranno, in una giornata apparentemente normale, un personaggio alquanto particolare. Si tratta di qualcuno che dichiara di essere un Laguz proveniente da un luogo chiamato "Terre di Gania", un posto di cui i Pastori non hanno mai sentito parlare prima. Il personaggio, inoltre, racconterà di esser stato aggredito da uno stregone il cui intento è proprio quello di eliminare ed uccidere tutti gli individui appartenenti a questa razza, partendo da quelli più "importanti". Spetterà ai Pastori, accompagnati da questo Laguz, il compito di fermare questo stregone per evitare l'estinzione della cosiddetta Razza Orgogliosa.
[Spoiler (su entrambi i giochi) ~ Out of Character]
[Ambientato in seguito agli eventi di FE Radiant Dawn, con qualche modifica agli epiloghi]
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chrom, Ranulf, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Nel giro di pochi minuti, la riva del porto da cui il gruppo era partito si fece a malapena visibile all’orizzonte. Le tre navi infatti, contro ogni aspettativa, viaggiavano ad una velocità piuttosto elevata, ma comunque moderata in modo da non perdere l’equilibrio ad ogni sbalzo.
«Incredibile!» esclamò Daraen, affacciandosi dal ponte principale ed osservando la base della nave che infrangeva senza tregua il velo dell’acqua «Non so quanto sia lontana Gania, ma se procediamo sempre a questa velocità ci metteremo meno del previsto!»
Ranulf, che stava osservando il mare con sguardo pensieroso accanto allo stratega, sorrise debolmente.
«Che sia veloce o meno, ho paura che almeno un mese di navigazione non ce lo toglie nessuno» sospirò il Laguz.
«Beh, finché la situazione rimane calma, il tempo non è un problema» intervenne Chrom, raggiungendo gli altri due sul ponte principale.
«Già, suppongo che tu abbia ragione!» replicò serenamente Ranulf, sorridendo ed annusando l’aria. Le due orecchie da gatto, che si intravedevano oltre alla benda arancione, si mossero appena.
«Gania è davvero molto lontana… Eppure posso percepirne già l‘atmosfera. Forse non è un cattivo segno, d’altronde…» disse, quasi sussurrando.
Per un po’ ci fu il silenzio, rotto soltanto dal forte rumore del vento che soffiava impetuoso, poi Daraen riportò lo sguardo sulla nave, rompendo il ghiaccio: «Ranulf… Non ci hai detto molto del luogo da cui vieni. Certo, sappiamo che Gania è una nazione popolata solo da Laguz, ma nient’altro… Ti andrebbe di parlarcene un po’? Sempre se ciò non fa suscitare brutti ricordi, certo…»
Il Laguz annuì felicemente e si avviò verso il punto superiore del ponte, dicendo: «Certo, lo farei volentieri! Venite, vi aiuterò a farvi un’idea chiara di Gania e Tellius!»
Chrom e Daraen lo raggiunsero, e i tre si radunarono intorno ad una piccola scrivania sulla quale era sistemata una grande pergamena. Ranulf recuperò una piuma da scrivere da un cassetto, quindi iniziò a tracciare delle linee.
In pochi attimi finì di disegnare in maniera molto stilizzata la forma di un ampio continente che, tramite ulteriori linee interne, si divideva in nove aree.
«Dunque, questa è Tellius» iniziò a raccontare Ranulf, attirando l’interesse di Chrom e Daraen «Un enorme continente circondato dal mare. All’interno di esso troviamo otto nazioni, ciascuna con la propria lunga e spesso disastrosa storia. Gania è una di esse, e si trova esattamente qui!»
Il Laguz indicò l’area all’estremo occidente del continente.
«Come ho detto, è una nazione popolata e governata solo da Laguz, in particolare gatti, tigri e leoni. È costituito principalmente da foreste, habitat perfetto per noi, e il castello reale si trova sul colle più alto dell’intera nazione. Attualmente è governata da Re Caineghis, aiutato dal nipote Skrimir e dal sottoscritto. Nel castello vivono anche Kysha, Muarim, Mordecai, Lethe e sua sorella Lyre» a Chrom sembrò di notare in Ranulf un tono di voce diverso, più pensieroso, pronunciando quell’ultimo nome «È lì che sono stato attaccato da Verlith, mentre mi stavo recando al castello…»
Con Chrom e Daraen che continuavano ad ascoltarlo annuendo, Ranulf proseguì la spiegazione indicando talvolta le nazioni a cui si riferiva.
«A sud di Gania c’è Goldoa, un’altra nazione Laguz. Qui vivono i Laguz Draghi, da molti considerati i più potenti della razza. In passato Goldoa si è sempre dichiarata neutrale in tutti i conflitti avvenuti all’interno di Tellius, e tale cerca di rimanere tuttora. Non so quanto neutrale rimarrà, se Verlith intende sterminare anche loro…
Al trono siede Re Kurthnaga, aiutato da Ena, Nasir e Gareth.
A nord di Gania, invece, si trova Ozna. Una nazione Beorc, molto pacifica rispetto alle altre; è sempre stata alleata di Gania, poiché il vecchio Re Ramon era amico del nostro Re Caineghis. Anche se ormai il razzismo nei confronti dei Laguz sta sparendo lentamente, Ozna è sempre stata la nazione in cui essi valevano esattamente quanto i Beorc… Generalmente.
Re Ramon era il padre dell’attuale regina, Elincia, che regna con il sostegno dei fedelissimi Geoffrey, Lucia e Bastian.
Scendendo a sud troviamo Serenes, che non è una nazione bensì una regione. Si tratta più che altro della Foresta di Serenes, dove una volta vivevano i Laguz Aironi. Tempo fa, però, i cittadini della nazione più a est, Begnion, bruciarono l’intera foresta e sterminarono quasi l’intera specie, pieni di odio ingiustificato che provavano a causa di un’enorme bugia. Gli unici sopravvissuti sono tre fratelli: Reyson, Leanne e Rafiel.
I due arcipelaghi a sud di Serenes sono due nazioni di Laguz della Tribù degli Uccelli. La prima è Phoenicis, la nazione dei Laguz Falchi, governata da Re Tibarn con l’aiuto degli efficienti e fedeli Janaff e Ulki. L’altra invece è Kilvas, la nazione dei Laguz Corvi, governata da Re Naesala, il quale è sempre sotto l’ala protettiva del vecchio Nealuchi. Il Re è sempre stato un tipo piuttosto “controverso”, ed ha spesso tradito quelli che dovevano essere i suoi alleati. A quanto pare, però, le sue azioni erano giustificabili e quindi è stato perdonato… Ha messo la testa a posto, poi. Tra l’altro, ha recentemente messo su famiglia insieme alla principessa degli aironi, Leanne.
I rapporti tra Phoenicis e Kilvas non sono mai stati molto pacifici, ma dopo l’ultima guerra che ha sconvolto Tellius, i Re hanno finalmente deciso di allearsi ed ora le nazioni si aiutano a vicenda.
Proseguendo verso est troviamo l’enorme impero di Begnion, il più grande di tutta Tellius. Si può dire che questa è la nazione che ha causato più problemi di tutte, in passato. Non scendo nei particolari, ma diciamo che lo sfruttamento dei Laguz e la loro schiavizzazione sono solo due degli orribili crimini di cui Begnion si è macchiata in passato. Fortunatamente ora è sotto il governo dell’Apostolo Sanaki, che sta sistemando la situazione in maniera ottimale.
A nord di Begnion c’è Daein, un’altra nazione che in passato si è rivelata piuttosto problematica, soprattutto per quanto riguarda Ozna. Nell’ultima guerra, tuttavia, si è alleata con essa e con i Laguz per fermare le azioni e le manovre del senato di Begnion, dopo un “piccolo” malinteso iniziale. Attualmente è governata dalla Regina Micaiah, con il suo compagno d’infanzia Sothe.
Infine, ancora più a nord di Daein, si trova Hatari. Un’altra nazione di Laguz, stavolta si tratta di Lupi. Di Hatari non si sa praticamente nulla, poiché sorge in un deserto che nessuno ha mai potuto visitare ad eccezione degli stessi abitanti. La nazione, comunque, è piuttosto ampia, ed è governata dalla Regina Nailah con l’assistenza di Volug.
È questo è tutto per quanto riguarda Tellius, o almeno per quanto ci può importare. Molte, infatti, sono state le guerre ed i conflitti che l’hanno colpita, non solo quello tra Laguz e Beorc… Che non credevo potesse arrivare a tanto»
Ranulf smise di parlare, e per quasi un minuto regnò il silenzio.
«Non avrei mai pensato che ci fosse tutta questa… Organizzazione, dietro al paese da cui vieni» disse ad un certo punto Chrom «E ancor di più mi stupisce che l’Ylisse, per tutti questi anni, abbia ignorato anche la sola esistenza di Tellius. Grazie per aver condiviso con noi tutte queste informazioni, Ranulf»
«È stato un piacere!»

Per ben tre interi giorni non successe assolutamente nulla di particolare. La navigazione proseguiva ininterrottamente, e di tanto in tanto Ranulf chiedeva che venisse cambiata la direzione di viaggio, in modo da rimanere sulla traiettoria giusta per Tellius.
Alla notte del quarto giorno, come al solito, tutti (ad eccezione di colui o colei a cui toccava stare al timone per quella volta) si ritirarono nei propri alloggi notturni dopo aver cenato insieme, Ranulf compreso.
Il Laguz non ci mise molto ad addormentarsi; ormai si stava già abituando all’andamento di quel viaggio, che si stava prospettando molto lungo ma al contempo tranquillo. Sentiva che le cose stavano andando sempre meglio, che Gania era sempre più vicina, e che sarebbe riuscito nel suo intento insieme a Chrom e a tutti gli altri.
Ma la calma stava per essere spezzata in maniera più brusca di quanto avrebbe mai potuto aspettarsi.
Percepì appena un urlo di allarme, senza riuscire a capirne il significato, ma riconoscendo la voce Say’ri.
Poi… Qualcosa colpì violentemente la nave, che ondeggiò bruscamente rischiando di capovolgersi.
Ranulf non ebbe nemmeno il tempo di chiedersi cosa stesse succedendo che si precipitò fuori dalla sua stanza, diretto verso il ponte principale. Non appena lo raggiunse, la nave venne colpita di nuovo allo stesso modo, e per poco Ranulf non cadde a terra.
Il Laguz si affacciò dalla fiancata della nave per cercare di capire quale fosse il problema; era notte fonda, quindi era piuttosto buio, ma a pochi metri di distanza dalle tre navi si riusciva perfettamente a notarne una quarta, delle stesse dimensioni, dalla quale continuavano a partire delle sfere luminose che, lentamente ma con potenza, si dirigevano verso ciascuna delle imbarcazioni e le colpivano alternativamente, danneggiandole.
«Maledizione…» ringhiò Ranulf a denti stretti, tornando sul ponte principale. Si rese conto che, nel frattempo, molti altri Pastori avevano raggiunto la zona, la maggior parte di loro con aria confusa o sconvolta.
Ranulf si mise immediatamente a cercare Chrom o Daraen, messo in difficoltà dalle continue oscillazioni della nave, finché non li trovò entrambi vicino al timone.
«Ranulf, meno male che sei qui! La situazione è gravissima!» esclamò Chrom, che nonostante l’agitazione generale sembrò più rasserenato.
«Già, ho avuto modo di accorgermene…» commentò il Laguz «Chi diamine sono quelli? Pirati?»
«Molto probabilmente sì» spiegò Daraen «Ma non ne siamo sicuri. Sappiamo solo che la loro nave è vicinissima e che, di questo passo, ci saranno addosso. Ci stanno attaccando con la Magia del Fuoco, e se non li fermiamo subito le navi verranno distrutte!»
Daraen si fermò per un attimo, volgendo uno sguardo all’imbarcazione che si stava avvicinando sempre di più, senza smettere di sparare attacchi magici.
«Si riescono a vedere delle viverne… Attaccheranno sicuramente anche con quelle! La scelta migliore è contrattaccare con la magia, così l’effetto sarà doppio. Non perdiamo tempo!»
Lo stratega afferrò il suo tomo Thoron e corse via, preparandosi a rispondere all’attacco.
«Non sappiamo neanche chi sono questi “pirati“, e non abbiamo avuto il tempo di preparare bene l’esercito, i destrieri non sono nemmeno pronti! Mio signore, non possiamo iniziare a combattere così!» esclamò Frederick, che era stato uno dei primi ad arrivare sul ponte.
«È vero, Frederick… Ma Daraen è stato chiaro. Se non contrattacchiamo subito, non rimarrà nulla di noi o delle navi» replicò Chrom, rivolgendo poi uno sguardo a Ranulf «Spero che tu sia pronto. La situazione qui è molto pericolosa!»
Ranulf non disse nulla, e fece ciò che aveva sempre fatto nelle altre situazioni simili in cui si era ritrovato da quando aveva incontrato i Pastori: sorrise, venne avvolto da una strana luce azzurra e, in pochi attimi, si trasformò nel fiero guerriero felino dello stesso colore.
Chrom impugnò Falchion, e si rivolse a tutti gli altri presenti sulle tre navi alleate.
«Pastori! Proteggete queste imbarcazioni con tutte le vostre forze! I maghi rimangano a contrattaccare sul ponte, gli altri si assicurino che nessun nemico ci metta piede! Al lavoro!»
I gruppi si dispersero, e un’altra battaglia (navale, si potrebbe dire) ebbe inizio.

Una delle prime a lanciarsi all’attacco, determinata e stranamente sveglia, fu Linfan. Con il suo Arcifuoco stretto tra le braccia, infatti, la piccola stratega era vicinissima alla fiancata della nave dalla quale si poteva vedere il nemico, che si approcciava sempre di più.
‘Va bene… Devo tenere lontana la nave nemica e tutta la gente che vi sta a bordo’ si disse Linfan, prendendo fiato e cominciando intanto a sfogliare il tomo ‘Attacco e mi abbasso, attacco e mi abbasso… E ripeto la strategia finché tutti non si sono allontanati. Non è difficile, forza!’
La figlia di Daraen, dunque, si affacciò completamente ed iniziò ad attaccare, mirando alle persone che riusciva ad intravedere sull’altra imbarcazione.
I nemici, però, continuavano a schivare i suoi attacchi magici e a rispondere ad essi con altre sfere di fuoco, che non facevano altro che infastidire e confondere la povera Linfan.
«Maledetti…» iniziò a dire lei, rifugiandosi di nuovo dietro alla ringhiera, venendo però interrotta da una voce familiare proveniente dall’alto.
«Serve forse aiuto, signorina?»
Un enorme viverna atterrò improvvisamente accanto a Linfan, spaventandola per un attimo, prima che potesse accorgersi che si trattava solo di Minerva, sul cui dorso sedeva Zelcher.
«Cosa… Come hai fatto a recuperare il tuo drago in così poco tempo?» chiese la ragazzina, stupita.
Zelcher rise, rispondendo: «Ah, Minerva non dorme quasi mai, ed ha percepito il pericolo prima di tutti… Così mi ha svegliato e ci siamo preparate in anticipo per la battaglia!»
Linfan decise di non fare ulteriori domande, vista anche la situazione piuttosto pericolosa, quindi continuò a schivare gli attacchi di fuoco provenienti dall’altra nave.
«Ah già, ti serviva aiuto! Dunque, ascolta…»
‘Dovrei essere io quella che formula i piani, qui…’ pensò Linfan, un po’ delusa di sé stessa, continuando però a rimanere in silenzio e ad ascoltare l’altra.
«Ecco, cerca di attaccare nello stesso istante in cui il nemico sferra il suo attacco, in modo che i vostri due incantesimi si scontrino a metà strada. In questo modo…»
«In questo modo non si vedrà più niente per colpa del fumo, e tu potrai volare dall’altra parte e stanare i nemici!» la interruppe la stratega, come presa da un’illuminazione.
Zelcher annuì: «Proprio così. Il fumo non è un problema per Minerva, quindi non avrà difficoltà a raggiungere l’altra nave. Speriamo solo che le altre viverne non cerchino di ostacolarla…»
Le due misero subito in atto il loro piccolo piano, con la maga ancora appostata dietro al riparo e la viverna pronta a partire.
Non appena Zelcher si accorse che il nemico stava caricando l’ennesimo attacco magico urlò «Ora, vai!», e Linfan uscì allo scoperto sferrando un altro incantesimo di Arcifuoco.
Come previsto, le due fiammate si incrociarono perfettamente, esplodendo a metà strada e sollevando immediatamente un’enorme nube di fumo. Zelcher non aspettò un attimo e partì a tutta velocità, gettandosi a capofitto nella nuvola, pronta all’assalto. Raggiunse facilmente l’altra nave, ed ebbe soltanto qualche secondo per accorgersi di quanto fosse piena di soldati, prima di attaccare alcuni dei maghi che continuavano a sparare sfere di fuoco. Nessuno di loro le diede troppi problemi e li eliminò piuttosto facilmente, dopodiché tornò altrettanto rapidamente sulla nave alleata.
«Allora, com’è andata?» chiese immediatamente Linfan, curiosa ed emozionata.
Zelcher sorrise ancora, atterrando e rispondendo: «I maghi non saranno più un problema, suppongo»
Linfan sembrò soddisfatta, come se il “suo” piano avesse funzionato alla perfezione. Un passo avanti nel suo tentativo di diventare una stratega a tutti gli effetti!

Daraen si stava occupando, grazie al suo tomo magico, di alcune delle viverne nemiche che già si stavano aggirando intorno alle imbarcazioni dei Pastori. Essendo specializzato nella magia del tuono (e in maniera molto approfondita), contro la quale le viverne sono deboli, per lui non era affatto difficile.
Proprio mentre faceva volare via l’ennesimo drago nemico, però, lo stratega sentì qualcuno che lo stava chiamando.
«Daraen! Daraen, dove sei?»
Riconoscendo immediatamente la voce di sua moglie Miriel, egli si fece sentire e corse a cercarla. La donna si trovava in mezzo alla confusione regnante sul ponte principale, e si guardava intorno alla ricerca del marito, il quale la raggiunse e le appoggiò le mani sulle spalle.
«Miriel, sono qui!»
«Oh, finalmente ti sei presentato. Devo fornirti delle informazioni che potrebbero rivelarsi estremamente utili per il compimento dell’attuale missione!»
Daraen si guardò intorno, controllando di non essere nel raggio diretto del nemico, poi rimase ad ascoltare Miriel, la quale gli spiegò la sua idea.
«L’imbarcazione nemica sembra essere gremita di soldati, i quali hanno la palese intenzione di approcciarsi e salire direttamente sulle nostre navi, attaccandole dall’interno. Suppongo, quindi, che la cosa migliore da fare sarebbe distruggere direttamente l’imbarcazione stessa, in modo da impedire ai singoli soldati di avvicinarsi»
«E come è possibile una cosa del genere? La loro nave è grande quanto la nostra…» obiettò Daraen, ma Miriel aveva la risposta pronta.
«Valflame. Rimembri? Uno dei tomi magici più potenti mai esistiti, di cui disponiamo soltanto per le “situazioni estreme”. Ebbene, oserei dire che questa È una situazione estrema. Se mi permetteste di guadagnare del tempo, quindi, potrei salire sull’albero più alto della nostra nave, e da lassù preparare un potente incantesimo. Se riuscissi a mettere abbastanza energia in tale attacco, ne basterebbe solamente uno per eliminare la nave nemica in pochi attimi. Come ho detto, però, mi servirebbe del tempo per caricare l’incantesimo e fornirgli la potenza necessaria… Qualche minuto dovrebbe essere sufficiente!»
Daraen ci pensò per un attimo: a sentirlo così non sembrava un piano brillantissimo, ma effettivamente la nave nemica si stava avvicinando sempre di più, e nel giro di pochi attimi quelle alleate sarebbero state invase… Bisognava almeno provarci. E poi, l’intelletto di Miriel non l’aveva mai deluso.
«D’accordo, cara. Mettiamo in atto questo piano al più presto!» le disse, convinto che fosse la cosa giusta.
«Ottimo. Mi reco velocemente a recuperare il tomo ed inizio a salire sull’albero, dunque!» rispose la donna, dando un rapido bacio a Daraen e correndo via. Lui la guardò andarsene e sorrise; ogni giorno che passava, era sempre più convinto che sposarla fosse stata la cosa più giusta che avrebbe mai potuto fare in tutta la sua vita.

Il tiratore scelto Virion stava partecipando alla seconda battaglia di fila, proprio perché il suo talento con arco e frecce si sarebbe potuto rivelare decisivo in una battaglia del genere, che consisteva più che altro in scambi di attacchi a distanza.
Virion si trovava molto vicino alla fiancata di una delle tre navi, e si stava occupando dei cavalieri viverna che continuavano ad arrivare; uno dopo l’altro, questi cadevano non appena venivano colpiti dalle frecce dell’arciere.
«Ah, che gran fatica… Non solo questi maledetti disturbano il sonno di cui tutti noi avremmo bisogno, ma si permettono anche di attaccare in maniera così brutale ed insistente!» disse l‘uomo, pensando ad alta voce come era solito fare, ma senza smettere di sparare frecce.
«Wow, guarda lì quanti draghi! Sembra proprio che stiano venendo da questa parte!»
Virion si fermò per un attimo e si voltò verso il punto da cui proveniva quella voce, e si rese conto di averla riconosciuta subito: si trattava di Nowi, che con la sua solita aria allegra e spensierata stava correndo verso di lui.
«Qual buon vento, signorina Nowi! Ha deciso di partecipare alla battaglia di questa serena notte?» iniziò lui, abbassando l’arco e rivolgendo a Nowi un sorriso amichevole.
«A dire il vero stavo cercando Donny e Nah, ma a quanto pare si sono spostati su un’altra nave. Qui piuttosto… Sembra che tu stia avendo qualche problemino, vero cravattino?»
Neanche il tempo di reagire all’ennesimo nomignolo che Virion venne sfiorato da un’ascia leggera, lanciata da uno dei cavalieri viverna che gli svolazzavano intorno, che lo ferì lievemente al braccio.
«P-problemino? Cosa glielo fa pensare? Non saranno certo un paio di draghi a mettere in difficoltà Virion il Grande!» esclamò l’arciere, dando le spalle a Nowi e ricominciando a colpire i nemici.
«Hey, non vale! Voglio giocare anch’io con i draghi!» rispose lei con lo stesso tono di voce, quindi prese la rincorsa e, inaspettatamente, si lanciò oltre la ringhiera della nave. 
Vedendola cadere dritta verso l’acqua, Virion si spaventò, ma capì subito dopo qual’era la sua intenzione. Come sospettava, infatti, la ragazza sollevò in aria la sua Pietra Drago, il che le permise di passare in pochi attimi alla sua forma alternativa, dopo esser stata avvolta come al solito da una luce verde e rosa.
Virion sorrise, felice di vedere che aveva intenzione di aiutarlo.
«Ora non avete che da temere, zotici cavalieri! Se non vi bastano delle frecce, c’è un drago tutto per voi! …Certo, devo stare attento anch’io a non colpire QUEL drago…»
L’arciere e la Manakete collaborarono per tenere lontani dalle navi i cavalieri viverna, sconfiggendoli o costringendoli a fuggire. Nessuno riuscì più a colpirli, nel corso di quella battaglia.

Ranulf si trovava ancora sulla nave al centro della formazione, agguerrito e pronto ad aiutare i suoi alleati. Tuttavia, dato che i soldati nemici continuavano a concentrarsi sugli attacchi a distanza, per lui non c’erano molte possibilità di agire direttamente.
Mentre il Laguz vedeva Miriel che iniziava ad arrampicarsi sull’albero della nave, però, si accorse che qualcosa stava accadendo poco lontano da essa.
L’imbarcazione nemica, infatti, si era pericolosamente avvicinata a quella dei Pastori su cui si trovava Ranulf, e i soldati che vi si trovavano a bordo stavano facendo cadere qualcosa su di essa. Il gatto non ci mise molto a capire di cosa si trattava: un asse. Avevano intenzione di creare una specie di ponte, con il quale avrebbero potuto avere libero accesso alla nave avversaria, per assediarla.
Immediatamente, Ranulf iniziò a correre verso la zona in cui era caduta l’asse, ma i soldati nemici iniziarono a percorrerla altrettanto rapidamente. Nessuno riuscì a colpire il Laguz, ma quando questo raggiunse il punto interessato, già poco più di cinque persone erano riuscite a salire sull’imbarcazione. Senza pensarci troppo, allora, Ranulf percorse l’asse e fece perdere l’equilibrio a tutti quelli che la stavano attraversando in quel momento, facendoli precipitare in acqua. Successivamente, con un balzo, raggiunse il ponte principale della nave nemica e, con una lieve testata, spostò l’asse e fece cadere anch’essa.
Si era letteralmente intrappolato nella tana dei nemici, pur di evitare che essi invadessero quella dei suoi alleati.
«Ranulf, che diamine stai facendo?!» fu l’urlo di Chrom, che aveva assistito alla scena senza essere in grado di reagire, poiché si stava occupando dei pochi soldati che lo avevano raggiunto a piedi.
«Non ti preoccupare, ci penso io qui! Tu difendi la nave!» gli gridò Ranulf in risposta, cercando di fare un cenno in direzione del punto in cui Miriel aveva appena iniziato a preparare il suo incantesimo.
«Ma guarda un po’… E noi che credevamo che prendere il gattino sarebbe stato difficile… È stato lui a venire da noi, invece!»
Una voce roca, grave ed inquietante aveva appena parlato alle spalle di Ranulf. Egli si voltò rapidamente, e si accorse di essere circondato da un gruppo di circa dieci soldati, capitanati da un berserker, il quale impugnava un’ascia d’argento. Il Laguz rimase in silenzio, un po’ sotto pressione, ma si preparò silenziosamente all’attacco.
«Che c’è, cucciolotto? Hai realizzato che salendo su questa nave hai firmato la tua condanna a morte? Oh, poverino… Dai, vieni qui! Se ti metti a fare anche le fusa ti possiamo portare fino a Tellius, così potrai assistere direttamente allo sterminio della tua razza!» gli disse ridendo il “capo”, agitando minacciosamente la sua arma.
Ranulf, ad un certo punto, non riuscì più a trattenersi e partì all’assalto, aggrappandosi al berserker ed iniziando ad attaccarlo con violenza. Poiché i soldati erano troppi, però, non riuscì a resistere a lungo e fu costretto a balzare via. In quel momento, allora, i nemici smisero di provocarlo e andarono all’attacco.
Ranulf era da solo contro un’intera ciurma armata, ma sentiva di poter cavarsela. Sapeva di poter riuscire a resistere a sufficienza per dare a Miriel il tempo di caricare il suo attacco magico. Doveva farcela.







 
Io… Non so davvero cosa dire.
L’ultimo capitolo è stato pubblicato all’inizio di settembre. SETTEMBRE. È una cosa davvero vergognosissima. Perdonatemi, anche se i lettori di questa long sono (o erano, a questo punto) pochissimi.
E questo capitolo non è nemmeno completo. Già, in teoria avrei dovuto far svolgere tutta questa battaglia in un capitolo, ma poi ci sono stati dei problemi “lungo la strada”… Scuola, computer inutilizzabili, cambio di PC… E così ho deciso di “spezzare” questo capitolo in due parti. Almeno, in questo modo, posso far capire che anche se ci sarà un aggiornamento all’anno o cose del genere, questa storia continuerà e finirà. Oh, se lo farà.
Inoltre, oltre a continuare questa long, ho tantissime altre idee per delle one-shot da pubblicare in futuro… Alcune sono solo idee remote, altre un po’ più chiare… Qualcosa ne verrà fuori, spero!
Bene, basta scrivere cose che non interessano a nessuno. Spero che, se avete letto questo capitolo dopo tutti questi secoli di inattività, vi sia almeno piaciuto c:
Grazie mille e… Alla prossima!
(E scusate ancora per questo ritardo a dir poco sconvolgente!)
  
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