Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    20/01/2014    10 recensioni
Gli avvenimenti di Arendelle dopo il lieto fine trovato al termine della storia che tutti conosciamo.
Tanti fatti simpatici e avventurosi stanno per arrivare! Un matrimonio, la simpatia di Anna, la "freschezza" di Elsa, il simpatico Olaf, l'impacciato Kristoff, Jack Frost, chi lo sa magari anche un bambino e tanti tanti nuovi personaggi.
Un crossover interessante per chi ama le favole, ma... non è tutto rose e fiori: qualcosa succederà alla nostra amata Anna...e non solo...
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Elsa continuava a guardare la luce celeste che splendeva all’interno del suo palazzo di ghiaccio. Ormai era arrivata e poteva già ammirare la bellezza di quel castello che l’aveva protetta dalla realtà.
Li lei era libera.
 Quella era la sua casa, lei non aveva freddo, quel palazzo era meraviglioso e imponente e lei si ricordava quando lo plasmò pezzo di ghiaccio dopo pezzo di ghiaccio.
 Quel palazzo non si scioglieva perché lei aveva deciso di tenerlo per potersi ricordare sempre, la sua vera esistenza e la sua libertà.
 
Salì le scale del suo palazzo lasciando che la mano, non più protetta da un guanto, accarezzasse il corrimano di ghiaccio.
Aprì la porta e si inoltrò nel suo castello, presto avrebbe scoperto cosa era la luce azzurra che brillava da lontano, ma appena entrò, tutto si spense e il ghiaccio tornò trasparente e non più colorato dalla luminosità celeste.
 La regina si guardò intorno osservando ogni dettaglio del suo castello.
 Era già da un anno che non entrava in quel palazzo!
 Riconobbe il davanzale dal quale osservava l’alba sorgere e il sole tramontare, gustando lo splendore del ghiaccio in quei momenti, siccome esso si tingeva di rosso, giallo e arancione.
Quei colori le piacevano tantissimo, anche se non li sopportava perché essi erano i colori caldi che riscaldavano il suo essere freddo, infatti lasciarsi riscaldare da essi le piaceva, ma le ricordavano la sua famiglia.
Erano i colori che rappresentavano Anna, quella ragazzina così vivace per la quale Elsa avrebbe dato la vita.
La regina alzò la testa e notò il grande lampadario composto da gemme di ghiaccio, non ci aveva mai fatto caso, ma quel lampadario era identico a quello del suo palazzo di Arandelle.
Si voltò e riconobbe il punto in cui un anno prima colpì Anna al cuore.
Si avvicinò al luogo dell’impatto e notò che il pavimento di ghiaccio era frammentato.
Elsa si chinò ed accarezzò la spaccatura delicatamente, lasciando che lacrime silenziose le sgorgassero lungo le guance.
 
“ Anna, prometto che non ti farò mai più del male” disse con un nodo alla gola.
 
Elsa doveva prestare attenzione.
Quel giorno aveva perso il controllo dei suoi poteri gelando il cortile e questo era un pericolo per tutti, ma specialmente per Anna, perché Elsa sapeva che la sorellina non l’avrebbe mai esclusa e non si sarebbe mai allontanata, quindi la maggiore avrebbe rischiato di congelarla o peggio, di ucciderla.
Improvvisamente, i suoi sensi di colpa vennero distrutti da dei pesanti passi.
Elsa inizialmente ne fu spaventata, poi si rese conto che i passi appartenevano al mostro di neve che lei aveva creato.
Si voltò di scatto ed osservò il suo enorme pupazzo posizionarsi davanti a lei.
“ Salve, amico! Come…”
La regina non terminò la frase perché qualcosa attirò la sua attenzione.
Qualcosa o qualcuno era seduto comodamente sulla spalla del mostro di neve.
 Elsa si stropicciò gli occhi: come faceva una persona ad essere seduta su un mostro?
“ Qualunque cosa tu sia, ti ordino di scendere!”
“ Io non ricevo ordini da nessuno” controbatté lo sconosciuto.
“ Come ti permetti? Scendi immediatamente e ubbidisci ai miei ordini”
L’estraneo scese dal mostro di neve.
Elsa lo scrutò, era un ragazzo giovane, di circa diciotto anni anche se i capelli erano bianchi come quelli di un anziano. Gli occhi erano freddi, di un azzurro glaciale e il ragazzo si appoggiava ad un bastone che emanava una luce celeste.
“ Sappi che sono sceso solo perché ne avevo voglia, il tuo cagnolino da guardia non è molto affettuoso. Non sono sceso perché me lo hai detto tu” spiegò lo sconosciuto osservando la regina.
“ Sei un ragazzino veramente impertinente! Come ti permetti di assumere un tale comportamento davanti a me?”
“ Ti ho già detto che io dico e faccio quello che voglio” continuò il ragazzo guardandola con aria di sfida.
“ Cosa ci fai nel mio castello straniero? E chi sei?”
“ Oh molto semplicemente ero di passaggio e ho visto questa meraviglia così sono andato ad esplorare.” Spiegò lui alzando la testa ed osservando il soffitto.
“ Non hai il permesso di stare qui, quindi ora vattene prima che io cambi idea! Sei giovane, quindi torna dalla tua famiglia e non farti più vedere qui” ordinò Elsa indicando allo straniero la porta per uscire.
Il ragazzo scoppiò in una fragorosa risata e si diresse verso la porta del castello deciso ad andarsene.
 
Elsa lo osservò uscire dal castello, ma notò che quel giovane aveva i piedi nudi e non aveva freddo. Era molto strano! Perché quel ragazzo camminava tranquillamente su una superficie di ghiaccio a piedi scalzi?
“ Straniero aspetta”
Il ragazzo sorrise compiaciuto e si girò.
“ Perché cammini a piedi scalzi? Non hai freddo?” chiese la regina facendo cenno ai piedi del ragazzo.
“ Ci sono molte cose di me che tu non conosci, mia cara Elsa”
La regina sussultò. Come faceva quel ragazzino a conoscere il suo nome? Lei non gliel’aveva detto.
“ Come sai il mio nome?” chiese lei sconcertata allontanandosi dal giovane.
“ So molte cose di te, vostra maestà.” Continuò lui inchinandosi alla regina.
“ Smettila con gli indovinelli e dimmi chi sei, perché sei qui e come fai a sapere il mio nome” urlò Elsa abbastanza scocciata dal comportamento dello straniero.
“ Sei molto determinata e curiosa Elsy”
“ Ragazzino impertinente e maleducato! Come osi chiamare così la tua sovrana?! Lo sai cosa sono in grado di fare vero?” gridò la regina veramente infuriata.
“ Non sono un ragazzino Elsa. Ho circa trecento anni in più di te”
“ Falla finita adesso!”
“ Questa è una delle poche volte, nei miei trecento anni, che dico una cosa seria. Mi chiamo Jack Frost e il motivo per cui sono in questo castello è perché volevo essere sicuro che tu mi vedessi”
“ Perché non avrei dovuto vederti?” chiese la regina confusa.
“ Diciamo che, solo chi crede in me può vedermi. Io conosco ogni cosa di te cara. E’ da quando sei nata che ti osservo. Passavo le serate seduto sul tuo davanzale e ti vedevo piangere. Soffrivi molto perché non sapevi come controllare i tuoi poteri , ma, soprattutto, soffrivi perché non potevi vedere la tua sorellina, la piccola Anna, giusto? Anche se tu non mi vedevi, io ti proteggevo...sempre” spiegò il ragazzo appoggiandosi alla parete di ghiaccio dietro di lui.
“ Bene ed ora perché riesco a vederti invece?” chiese Elsa tentando di stare al gioco del ragazzino che si inventava delle storie assurde.
“ Oggi ti ho messa alla prova. Ho voluto vedere quanto tu potessi controllare i tuoi poteri, solo quando ne hai il pieno controllo sei in grado di vedermi, quindi, congratulazioni! Tu mi vedi e questo significa che credi in te stessa.”
“ Adesso basta con queste sciocchezze! Io dovrei credere a una cosa così? Dovrei fidarmi di un ragazzino che dice di avere trecento anni?...” sbraitò la regina sbattendo un piede per terra.
“ Vostra Maestà, lei vuole proprio le prove, vero?”
e detto questo, Jack aprì la mano, la mosse e, la magia che ne scaturì, creò un piccolo pupazzo di neve accanto alla regina.
“ Questo è Olaf, giusto? Il piccolo pupazzo di neve che tu creasti con tua sorella proprio il giorno in cui la feristi.” Disse Jack posando una mano sulla testa del pupazzo.
“ Come-come hai fatto a…?”
“ Creare il pupazzo? Proprio così Elsa, anche io sono come te. Ho i tuoi stessi poteri! Sono in grado di congelare e far nevicare. Inizialmente non sapevo come controllare la mia magia, mi divertivo  ad usarla, poi ho imparato a domarla.” Spiegò il ragazzo giocando con dei fiocchi di neve che saltellavano sulla sua mano.
“ Allora perché non mi sei apparso prima!? Mi avresti aiutata a, celare…”
“ Domare, non mostrare… lo so. Non potevo aiutarti Elsa! Ero invisibile ai tuoi occhi, perché finché tu non avresti imparato a credere in te stessa, quindi a credere nella tua esistenza, non mi avresti potuto vedere” spiegò il ragazzo cercando di immergere i suoi occhi azzurri in quelli della regina.
“ Quindi oggi, non sono stata io a gelare il cortile, ma sei stato tu!” affermò Elsa sbalordita.
“ Esattamente. Volevo essere sicuro che tu credessi veramente in te stessa.
Era ovvio credere che era colpa tua gelare un cortile in piena estate.
Oggi tu pensavi di aver perso di nuovo il controllo dei tuoi poteri, ma, se fosse stato così, quel sentimento di paura ti avrebbe divorata e avresti, sicuramente, congelato tutto il castello, invece tutto questo non è successo ed è li che ho capito che tu avresti potuto vedermi e così, ho creato la luce azzurra nel mio castello per attirare la tua attenzione.
 Tu non sei un mostro Elsa! I nostri poteri non ci rendono delle creature di cui bisogna avere paura, ma ci rendono forti e sono parte di noi, dobbiamo credere in essi! Tu, Elsa, oggi hai dimostrato di saper celare, non mostrare, ma specialmente domare! Hai trovato il tuo centro.”
 
 
 
 
Anna era seduta nella stanza dei quadri e i suoi occhi seguivano i movimenti dell’orologio a pendolo con il quale giocava da piccola.
Erano già passati quaranta minuti ed Elsa non era tornata e la sorella iniziava a preoccuparsi.
Ad un certo punto la porta si aprì ed entrò il suo tagliatore di ghiaccio.
Kristoff vide la moglie sdraiata per terra con gli occhi fissi sull’orologio e corrugò la fronte confuso.
“ Ehm… stai bene? Mi hanno detto che tu hai molte cose interessanti da fare durante la giornata”
“ Cosa vuoi dire?” chiese la ragazza senza distaccare gli occhi dall’orologio.
“ Non mi sembra una cosa normale il fatto che tu guardi l’orologio” constatò il marito sedendosi su una poltrona vicina.
“ Oh, beh…Elsa è andata nel suo palazzo di ghiaccio siccome vedeva una luce azzurra” disse la ragazza senza distogliere lo sguardo.
“ Ah interessante! Mi hanno detto che anche lei ha molte cose da fare durante la giornata”
“ Oggi sei particolarmente simpatico” affermò la ragazza scocciata dall’ironia del marito, ma comunque incantata dall’oscillazione del pendolo.
“ E tu perché guardi un orologio?” chiese Kristoff cercando una risposta a quella follia.
“ Elsa oggi era spaventata siccome si è congelato il cortile e lei sosteneva di non aver fatto niente, poi ha visto la luce e l’ha seguita ed io le ho promesso che se non tornava entro un’ora saremmo andati a prenderla, quindi andiamo perché l’ora è finita” e, detto questo, Anna si alzò e si diresse verso la porta.
“ Cosa?! Ma non è giusto! Io sono appena tornato dal lavoro e dobbiamo andare a prendere tua sorella su quella montagna? E poi tu non mi hai neanche salutato come si deve!”
Anna alzò gli occhi al cielo, tornò indietro verso Kristoff e lo baciò.
“ Sei contento adesso? Andiamo…oggi Elsa era strana e non vorrei che il fatto di andare nel suo palazzo di ghiaccio la faccia tornare come era prima.”
 
 
 
 
 
“ Quindi, tu hai veramente trecento anni?” chiese Elsa turbata dalla storia che il ragazzo le raccontava.
“ Ormai non li conto più, anno più anno meno.”
“ E non puoi morire?”
“ Direi di no. Io sono un guardiano e il mio compito è proteggere i bambini e far si che loro credano in me, ma se loro perdono la speranza e non credono più in me, beh io posso morire e divento completamente invisibile come sono stato con te per ventidue anni.”
“ Però, anche se hai trecento e passa anni, sei veramente infantile. Nei confronti della tua regina, non avresti dovuto venire qui e darmi del tu” rimproverò Elsa cercando di mascherare la sua agitazione.
“ Oh, andiamo Elsa! Io ti conosco da quando sei nata e so che sei sempre stata dolce, comprensiva e viva! Tu mi tratti così solo perché pensi che io sia uno sconosciuto!”
“ Infatti lo sei! Anche se hai il mio stesso potere, io non posso credere che tu mi sia stato vicino tutti questi anni e che io non ti abbia mai visto!”
“ Allora te lo proverò…e so come fare”
 
 
 
 Kristoff ed Anna entrarono nel castello e trovarono Elsa intenta a parlare da sola.
 I due coniugi rimasero a bocca aperta a fissare la regina intenta a parlare con l’aria.
“ Perché parla da sola?” chiese Kristoff stupito dal comportamento della regina.
“ Quindi non sono l’unica ad avere dei problemi!”
“ Tu parli con i quadri e tua sorella parla con l’aria. Qui sicuramente c’è qualche problema genetico, siete pazze tutte e due!” constatò il venditore di ghiaccio.
“ Vogliamo ricordare il fatto che tu l’anno scorso ti sei messo a parlare con delle rocce?” affermò Anna incrociando le braccia e rivolgendo uno sguardo di sfida al marito.
“ Lo sai che sono Troll! E poi tu passi le giornate a guardare orologi!” continuò lui.
“ Ma la vuoi smettere?”
 
Elsa intanto, si era accorta del cognato e della sorella che erano entrati nel suo palazzo e non sapeva cosa dire!
 Loro non vedevano Jack perché non credevano in lui e lei non voleva raccontare del giovane.
 Quel ragazzo le stava antipatico e avrebbe preferito non rivederlo più, ma oltre al disprezzo per quel fanciullo vivace e allegro, era comparso un nuovo sentimento che non sapeva cosa fosse, ma che cercava di avvicinarla sempre più a lui.
 
“ Elsa, è passata un’ora. Andiamo?”
 
Elsa guardò Jack che era appoggiato alla parete di ghiaccio del castello e andò incontro alla sorella che le cinse le spalle con un braccio.
“ Con chi parlavi?” chiese Anna.
“ Oh con nessuno. Stavo solo ragionando e mi sono ricordata che oggi ho congelato io il cortile! Volevo farti una sorpresa, poi con tutti gli impegni mi sono completamente dimenticata di quello che avevo fatto.” Mentì Elsa mentre si dirigeva verso l’uscita del castello.
“ Mi fa molto piacere. E la luce azzurra cos’era?” chiese Anna curiosa.
“ La luce? Ah era semplicemente il mio amico di neve” rispose Elsa cercando di nascondere le bugie.
“ Quel coso lo chiami amico? E’ veramente odioso!” disse Kristoff.
“ Cosa ti avevo detto? Il tuo caro e cuccioloso mostro di neve si è sentito solo e ha acceso una luce!” ironizzò Anna e continuò a parlare a vanvera, ma Elsa non la stava ascoltando.
 
La regina si girò un ultima volta e guardò Jack seduto su un gradino della scala del suo palazzo di ghiaccio.
Perché le interessava quel ragazzino? Era solo un bambino che faceva divertire i più piccoli e che sosteneva di aver vegliato su di lei, ma perché qualcosa si era mosso in lei? Qualcosa si era sciolto e Jack Frost l’attraeva!
Lui era l’unico ad avere poteri come lei e questo la confortava, ma che cos’era quel sentimento nuovo che provava?
 La regina sapeva benissimo che una volta tornata nella sua stanza avrebbe trovato Jack fuori dalla sua finestra, ma lei cosa avrebbe fatto? Gli avrebbe aperto e permesso di entrare o l’avrebbe lasciato fuori dalla finestra?
 
 
 
 
Spazio Autrice:
 
Hey ciao a tutti!!
Come state?
Prima cosa che vi dico è di perdonarmi siccome è da tanto che non aggiorno e spero di essere più veloce per i prossimi capitoli.
Questo capitolo non mi convince molto perché ho paura di non aver reso i personaggi IC.
Ho cercato di rendere Elsa severa con Jack credendolo un suo suddito e ho avuto un sacco di problemi nel descrivere Jack, perché Le 5 leggende l’ho visto solo una volta e non mi ricordo niente! Quindi siate buoni con me, please!
Per Anna mi è sembrato divertente metterla a fissare l’orologio a pendolo per un’ora ( mi vergogno di dire che anche io lo faccio spesso e le mie sorelle si chiedono che problemi abbia)
Mentre Kristoff ce lo vedo a “prendere in giro” Anna, almeno mi sono divertita un po’ a scrivere!
Come per ogni capitolo ringrazio le mie Xenia Lancaster, Starfighter e Kengha con cui ho condiviso idee e mi hanno aiutata tantissimo, scoprirete in cosa mi hanno aiutata tra un po’ di capitoli… :-)
Poi ringrazio i 25 che hanno messo la storia nelle seguite, gli 11 nelle preferite e i miei nuovi tre utenti che mi hanno inserita negli autori preferiti…
Siete sicuri di quello che avete fatto? Ahaha
Per il prossimo capitolo vi dico che, penso, di scrivere ancora su Elsa e Jack. Ho trovato un modo per dimostrare ad Elsa che Jack è sempre stato con lei e penso che scriverò su quello, per i prossimi capitoli si vedrà! Alcuni di voi sanno già cosa succederà e non se l’aspettavano, quindi vi dico solo di prepararvi, perché non sarà tutto rose e fiori.
 
A prestissimo
La vostra Anna
PS:
Vedo che alcuni di voi recensiscono, quindi aspetto ancora delle recensioni! Spero di non annoiarvi con la mia storia! Non fatemi perdere la speranza e la voglia di andare avanti… :-)
  
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