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Autore: Farawayx    20/01/2014    6 recensioni
E' come se la tua intera vita fosse stata basata su delle bugie, un giorno sei una persona normale e l'altro vieni catapultata in un susseguirsi di eventi che ti lasciano senza fiato. Di chi puoi fidarti? Chi sa la verità?
Ma la domanda che continua a porsi Samantha Reyes è solo una: chi è realmente?
Le sue risposte sembra averle tutte una persona: Jonathan Christopher Morgenstern.
« Io non sono cattivo, ho solo il lato oscuro un po' pronunciato, mi sento come l'angelo affascinato dal buio.»
Nel buio ho trovato il mio angelo.
Un angelo pieno di paura e di odio, pieno di rancore e di voglia di vivere.
Nel buio l'ho amato, l'ho cullato, abbiamo cantato e sognato.
Abbiamo riso e ci siamo amati intensamente.
Ma alla luce mi ha annientato.
E se qualcuno insegnasse ad amare ad un angelo oscuro?
Genere: Avventura, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Alec Lightwood, Jonathan, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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» Capitolo 3
                                 
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Io ho visto e incontrato angeli camuffati da persone ordinarie che vivono vite ordinarie





La stanza era totalmente immersa nel buio, la poca luce che filtrava attraverso la finestra metteva in risalto le sagome dei mobili, proiettando delle ombre lugubri sulla superficie della sua coperta.
Sam non riusciva a dormire. Di nuovo.
Da quando era arrivata in quella casa le ore di sonno che aveva riuscito ad accumulare era state davvero poche, aveva paura di chiudere gli occhi e di ritrovare quello che era era stato l'ultimo scenario che aveva visto a casa sua. Solo sangue.
Si sollevò, ormai scoraggiata, e mosse alcuni passi nel corridoio in direzione del bagno. Una luce che si intravedeva da sotto una porta attirò la sua attenzione.
Era una persona molto curiosa di natura e per quanto la ragione le stesse dicendo di farsi gli affari suoi, non riuscì a non sistemarsi vicino alla porta di legno, aguzzando l'udito per cogliere qualche movimento. Ma niente, il vuoto totale.
Un senso di delusione le si montò nello stomaco fin quando una voce parlò.
- Posso sentire il tuo respiro.- Era una voce tranquilla e amichevole. Simon.
Colta alla sprovvista Sam si sentì avvampare, mentre la porta si apriva dando così una visione completa della stanza. Il viso di Simon era tirato e stanco, sotto i suoi occhi erano visibili delle occhiaie livide. Non doveva riposare da giorni.
- Io..- Farfugliò lei, tentando di mettere in piedi una scusa veloce, non avendo minimamente idea di cosa inventarsi in quel momento.
- Non riesci a dormire?- Le chiese lui sciogliendo subito quell'imbarazzo che l'aveva invasa.
- Per niente.-
- Neanche io.- Mormorò lui, spostandosi poi dalla porta in modo da lasciare un po' di spazio per dar modo a Sam di passare ed entrare nella stanza.
- Come mai non riesci a dormire?- Chiese lei senza soffermarsi a pensare su quella domanda.
-Incubi.- Rispose Simon. -Ne faccio di continuo.-
-Oh.- A quella parola qualcosa balenò nella mente di lei. Aveva mai avuto un incubo? O meglio, aveva mai sognato? Ogni persona normale in questo mondo quando si metteva a letto chiudeva gli  occhi e sognava un qualcosa, entrando così un mondo parallelo messo su dalla propria fantasia. Ma Sam non aveva mai sognato in vita sua. Forse era il segnale che in lei c'era qualcosa che non andava?
Istintivamente si portò una mano al ciondolo che aveva appeso al collo, lo sguardo di Simon seguì il suo movimento, guardandola con perplessità. -Anche tu sei una cacciatrice?- Le chiese mentre si sedeva sul bordo del letto.
 -Come?- La domanda le piombò addosso come un macigno. -Cosa te lo fa pensare?-
Simon indicò con un cenno del capo il suo ciondolo. -E' una runa.-
Lei chinò il capo, lasciando scorrere lo sguardo sul disegno. Sebastian le aveva spiegato cos'erano le rune, ma no, lei non era una cacciatrice.
- Cosa significa questa Runa?- Chiese lei puntando lo sguardo negli occhi del ragazzo.
Simon scosse la testa, facendo spallucce. - Non ne ho idea, ne so riconoscere perché ormai ne vedo più di quante vorrei, però... - Si sollevò dal letto aprendo lentamente la porta della sua camera e osservando così che nel corridoio non ci fosse nessuno.- Magnus deve avere da qualche parte una copia del Libro Grigio, se non sbaglio.-
- Il libro Grigio?-
-Una specie di Wikipedia dei cacciatori.- Disse lui, avviandosi a passo lento per il corridoio.
Sam lo seguì notando però che i passi di lui non facevano il minimo rumore, come non riusciva nemmeno a percepirne il respiro, doveva avere paura di quel ragazzo?
Quando Simon si fermò di scatto, Sam dovette piantare i piedi a terra per non finirgli contro, aveva completamente la testa altrove. Lo osservò mentre il ragazzo studiava attentamente i pesanti volumi  presenti nella libreria dello stregone.
Un sorriso si formò sulle sue labbra quando tirò fuori un grosso libro. -Più facile di trovare un ago in un pagliaio.- Disse soddisfatto aprendolo e facendo svolazzare le pagine, sollevando una leggera nube di polvere.
- Eccola.- Disse entusiasta. -Sherlock Holmes mi fa un baffo, oggi sono troppo in forma.- indicò con un dito un disegno tra altri, rappresentando lo stesso che aveva lei al collo.
-La runa della protezione?- sussurrò leggendo a fatica la scritta sbiadita.
Simon sollevò le sopracciglia annuendo appena. - Quindi chi mi l'ha data voleva proteggermi.- disse lei sovrappensiero. -Ma questo lo avevo capito, ma proteggermi da cosa?- Sbuffò lei nervosa.
Simon la osservò in silenzio per alcuni istanti per poi sollevare una mano, portandola sulla sua spalla, come per confortarla.
Sam accettò quel gesto, notando come le mani di lui risultassero fredde contro la sua pelle.
Ma accadde qualcosa. Simon ritirò velocemente la mano, sul viso un'espressione dolorante e dalla mano usciva del fumo, come se fosse stata bruciata.
Entrambi di guardarono confusi. Di nuovo? Pensò Sam in preda al panico mentre si portava una mano sulla bocca.
- Mi hai bruciato come se fossi una porchetta?- Disse Simon mentre guarda la sua mano guarire.
- Io non so cosa mi stia succedendo.- Balbettò lei in preda al panico, passandosi una mano tra i capelli, velocemente. -Io non volevo farti del male.- Disse guardando Simon e portando una mano vicino al suo petto. -Te lo giuro.-
Il ragazzo inizialmente si ritrasse al tocco di lei, ma poi glielo concesse e qualcosa cambiò nella sua espressione. Agli occhi stanchi si sostituirono occhi vivaci e pieni di vita, le ombre sotto i suoi occhi svanirono e il suo colorito già pallido prese un po' di colore.
Le già espressioni confuse, si corrucciarono ancora di più. -Che è successo?- Scattò lei ritirando la mano.
Simon si guardò il corpo e poi lei, ripetendo quello scambio di sguardi per svariate volte. -Mi sento come se avessi bevuto sangue umano tutto il giorno.- deglutì. -Sam, ma tu cosa sei?-
-Io..- lei indietreggiò del tutto spaventata e corse via.
Uscì dalla porta principiale e si rannicchiò contro le scale del pianerottolo, aveva bisogno d'aria fresca.


-Chi si rivede, la torcia umana. -Una voce ormai troppo familiare attirò la sua attenzione facendole sollevare lo sguardo.
- Oddio, ma sei una persecuzione. -sbottò la ragazza sollevandosi in piedi di scatto.
- Anche io sono molto lieto di vederti, Samantha. -
- Il piacere non è ricambiato, Sebastian.- Rispose lei con un sorriso falso, girandosi poi verso la porta. Ma una mano la bloccò, stringendo le dita contro il suo polso.
- Non così in fretta.- Disse lui dandole uno strattone e portandosi il corpo di lei di fronte al suo.
- Cosa vuoi?-
- Perché sei così sulla difensiva? Infondo non mi conosci affatto.-
-La tua fama ti precede.-
Un sorriso si formò sulle labbra di Sebastian. -Ne sono lieto.- Fece una pausa tirandosi maggiormente il corpo di lei contro il suo, portando le labbra in prossimità del suo orecchio. - Non sono una minaccia, per ora. -
Il suo tono di voce le fece gelare il sangue nelle vene, Sam strinse gli occhi, tentando in tutti i modi di tirar fuori quella sua capacità di abbrustolire le persone, ma niente, Sebastian non mollava la presa.
- Ripeto- Disse lei prendendo un lungo respiro. -Che cosa vuoi.-
- Ora lo vedrai.- Improvvisamente la voce di Sebastian era diventata calda, un brivido le si formò alla base della schiena prima che il buio prendesse il sopravvento.

§

Sam si svegliò con il cuore a mille, intrappolata in un groviglio di coperte. Riaprì gli occhi lentamente ritrovandosi in una stanza che non conosceva. I muri erano intonacati di bianco e lei si ritrovava in un letto di legno nero, con indosso gli stessi vestiti della sera prima. La stanza era priva di finestre: l'unica luce proveniva da un lampadario nero smerigliato che rifletteva la luce contro la sua coperta. Era giorno, probabilmente.
Scattò immediatamente a sedere e un dolore ardente le trafisse la testa come uno spillo mentre un senso di nausea le si fiondò nello stomaco. Tentò di mettersi in piedi, cercando a tendoni qualcosa a cui aggrapparsi ma ogni singola parte del corpo le doleva, come se ogni suo muscolo la implorasse di ritornare a stendersi in quel letto e dormire. Una figura seduto di fianco a lei attirò la sua attenzione. Sobbalzò quando capì che era Sebastian.
Era appoggiato contro la spalliera, con un braccio le circondava parte delle spalle. Aveva la testa china, stava dormendo profondamente, il suo viso era completamente rilassato, facendolo sembrare più giovane di quanto fosse in realtà e dandogli come una sfumatura di angelico. Sembrava che avesse passato il tempo a stringerla a se. Sebastian aveva dormito abbracciato a lei?
Un calore le si diffuse lungo le guance e fu costretta a scuotere la testa, come per riportarsi alla realtà.
Domanda più importante: Dov'era finita?
- Oh, finalmente ti sei svegliata.- La voce di Sebastian la strappò dai suoi pensieri, costringendola a guardarlo.
-Se magari la smettessi di stendermi ogni volta, te ne sarei grato.-
- Me lo appunterò, ma non ti prometto niente.- Rispose lui con un sorriso che però non coinvolgeva gli occhi.
- Che cosa vuoi da me?-
-Per l'Angelo ragazzina, stai diventando noiosa e ripetitiva, e io che pensavo fossi un tipetto interessante.-
- Scusami se non sono proprio di compagnia, sono troppo occupata a capire cosa voglia da me il “cavaliere oscuro” dei Cacciatori.-
Lui sorrise e questa volta sorrisero anche i suoi occhi.
- Quello che vuole Magnus Bane, però di lui ti fidi e di me no. Quanto si dice che sulla terra ci vuole fortuna.-
- E cioè?-
- Capire cosa sei. -Disse lui, questa volta in un sussurro. Sollevò una mano che portò sulla guancia di lei, accarezzando con la punta delle dita la sua pelle e sistemandole una ciocca di capelli dietro al suo orecchio. - Una normale mondana non ustionerebbe le persone o guarisse i vampiri stanchi dalla fame.- Disse pensieroso. -E nemmeno avrebbe bisogno di un ciondolo con la runa di protezione.-
- Come fai a sapere di Simon..- Disse lei a voce bassa. Era del tutto deconcentrata, le mani di lui che le indugiavano contra la pelle la distraevano e non poco. Si chiedeva del perché non provasse ribrezzo in quel contatto, perché non le veniva voglia di ritirarsi? Lui non era il cattivo? O meglio, da quando i cattivi avevano deciso di diventare così dannatamente affascinanti?
- So più di quanto credi.- Rispose lui, facendo scivolare la mano lunga la linea della sua mascella.
- Perché qualcuno voleva proteggermi? - Chiese lei, stringendo tra le dita il ciondolo che aveva al collo.
- Perché non eri destinata a questo posto, e la rarità ha sempre bisogno di essere protetta.-
Lei annuì lentamente. Sebastian la doveva piantare con quelle carezze. Le stava solo confondendo, era pronta a tirargli un cazzotto pur di farlo smettere.



§



Simon pensò che quella sensazione che gli attraversava il corpo, fosse la cosa più bella che avesse mai visto: era come se l'intera notte fosse esplosa di luce caleidoscopica. La catena che portava a collo sembrava un fascio d' argento, la luce proveniente dal lampadario era come lingue di fuoco.
Si sentiva fantastico, vitale come mai prima d'ora. Onde di energia lo attraversavano come una scossa elettrica; il dolore alla testa e allo stomaco era scomparso. Avrebbe potuto correre per centinai di chilometri.
Un nome però gli balenò nella mente, riportandolo alla realtà: Sam.

-Magnus!- Simon colpì la porta dello stregone, Sam era sparita, era convinto che fosse ritornata prima o poi, ma erano passate ore e la ragazza non era ancora rincasata. - Il tuo sonno di bellezza può essere interrotto, ti giuro sul mio onore che non hai nemmeno una ruga, ma per favore apri questa porta.-
Un Magnus irritato aprì di scatto la porta, tirando fuori soltanto la testa. - Sinclair, spero per te che sia una cosa davvero così importate.-
- Sam, è scappata via.- Quasi urlò Simon, passandosi nervosamente le mani tra i capelli. -Credo sia colpa mia.-
- Che hai fatto Diurno?- Lo sguardo di Magnus scattò come quello di un felino mentre si stringeva la vestaglia in vita.
Simon gli raccontò brevemente cosa fosse accaduto, senza andare troppo nei dettagli. -Poi ad un certo punto le ho dato una pacca sulla spalla e mi ha praticamente ustionato, era come se avessi toccato il sole.- Aggiunse velocemente. -Lei era del tutto spaventata, allora mia ha poggiato una mano sul petto e mi sono sentito rivivere, sazio.- Concluse Simon puntando gli occhi in quelli dello stregone.
- Dovete smetterla di flirtare sotto il mio tetto.- Borbottò lo stregone uscendo a passo svelto dalla stanza, recandosi nella cucina.
- Noi non stavamo flirtando. -Sbottò Simon esasperato.
- Seymour.- Disse serio Magnus sollevando lo sguardo verso il viso del ragazzo.
- Mi chiamo Simon.- Rispose lui avvicinandosi lentamente, poggiando una mano sul tavolo posto nel centro della cucina.
Magnus sollevò una mano con noncuranza per poi aggiungere. -Dobbiamo trovarla e metterla al sicuro.-
- Qui non lo è?-
-Per niente.-
- Dove pensi di mandarla?-
Magnus afferrò uno dei libri riposti in maniera ordinata nello scaffale per poi osservare il contenuto di una delle pagine. -Da dei vecchi amici. -


§


Sebastian era finalmente uscito da quella stanza, Sam lo ringraziò mentalmente per averla lasciata un po' da sola. Esplorò la stanza e istintivamente aprì le ante dell'armadio. Spalancò gli occhi per la meraviglia, era pieno di vestiti, maglie e pantaloni.
Ne estrasse fuori un paio e notò finalmente di aver qualcosa con cui sostituire quei vestiti che ormai portava addosso da due giorni. Opto per una maglia azzurra a maniche corte, che ricadeva morbida lungo i fianchi, e un paio di leggins neri. Indossò un cardigan nero che abbinò a degli anfibi alti alla caviglia, con delle borchie.  Aveva un look decisamente aggressivo.
Aprì la porta che dava sul piccolo bagno in vetro e acciaio cromato comunicante della stanza, era munito di vasca con piedini di rame. Anche lì nessuna finestra. Si lavò rapidamente, asciugandosi il viso con una salvietta bianca e soffice e decise di legarsi i capelli in una coda morbida, lasciando fuori alcune ciocche più ribelli. Finalmente poteva fissare la propria immagine nello specchio e sentire di aver un aspetto più o meno decente, fino a poco prima poteva passare per una barbona.
Strinse istintivamente le mani intorno al ciondolo della collana e uscì dalla camera. Era un appartamento? Si trovava in una grande stanza, metà della quale occupata da un lungo tavolo di vetro. Dal soffitto pendevano altri lampadari di vetro nero smerigliato che proiettavano ombre danzanti sulle pareti. Era tutto molto moderno, dalle sedie in pelle nera al grande camino incorniciato d'acciaio. Dentro ardeva un fuoco. L'altra metà della stanza ospitava un grande televisore, un tavolino da caffè nero laccato su cui erano sparsi videogiochi, e divani bassi in pelle. Una scala di vetro a chiocciola portava al piano superiore. Dopo essersi guardata attorno, Sam iniziò a salire i gradini. Il vetro era perfettamente trasparente e dava l'impressione di percorrere una scala invisibile.
Il secondo piano era molto simile al primo: pareti chiare, pavimento nero, un lungo corridoio su cui si aprivano diverse porte. La prima dava su quella che era chiaramente la camera padronale, dove un enorme letto di palissandro celato da tende bianche trasparenti, occupava gran parte dello spazio.  Uscì da quella stanza, per entrare in quella successiva.
Scoprì che anche quella era una camera da letto, molto simile a quella di prima, non fosse stato per il disordine totale: il letto era un groviglio di coperte e lenzuola di seta nera, la scrivania di vetro e acciaio giaceva sotto un cumulo di libri e riviste, vestiti da ragazzo sparpagliati ovunque. Jeans, giacche, magliette e attrezzature.
Sentì di star facendo qualcosa di tremendamente sbagliato e indietreggiò rapidamente per lasciare la stanza, finendo dritta contro un muro di carne e ossa. Delle braccia la avvolsero, stringendola forte, e Sam vide che erano snelle e muscolose.
- Che cosa ci fai in camera mia?- le disse all'orecchio Sebastian.













NOTE D’AUTRICE 
Okay, è più breve in confronto ai capitoli precedenti. In primis perdonatami da morire per l'enorme ritardo, ma non ho avuto un attimo di tempo per stendere tre righe di seguito. Mannaggia agli impegni!
Spero comunque che vi piaccia e fatevi sentire, ho bisogno dei vostri pareri, davvero, per me sono importantissimi. <3

P.s. Se trovate errori non fate problemi a segnalarmeli, anzi, mi aiutate un sacco così. :)

P.p.s. Penso di pubblicare due capitoli a settimana, nel caso non ci riesco ogni capitolo avrò una cadenza settimanale, tipo episodi (?)

P.p.p.s. Non so se metterò tutti i personaggi, perchè alcuni sarebbero un po' una forzatura, non c'entrando molto con la storia, mentre altri faranno solo delle comparse e vorrei anche dire che il personaggio di Sam è nato dalla mia fantasia quindi, non ha caratteristiche già viste nei romanzi della Clare (tipo Tessa).

Basta ora mi sto zitta per davvero..... Un bacio enorme a tutti. <3






Credits
: Per la barra prima delle note a : yingsu
   
 
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