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Autore: fuoritema    23/01/2014    6 recensioni
Un/a bambino/a per ogni distretto. Una storia diversa per ognuno di loro. Per non dimenticare...
- Distretto 5: Morsi della notte (mini Foxface)
- Distretto 2: L'argento è meno dell'oro (la sorellina di Cato)
- Distretto 3: Scaccomatto (Felix, personaggio di FelixTentia)
- Distretto 7: La sua musica sembrava un'ondata di marea (Ninad)
- Distretto 1: Solo i forti sono degni del distretto uno (Golia)
- Distretto 8: Le stelle (Cassiopea)
- Distretto 4: La forza di un acquazzone (Teva)
- Distretto 6: Non tornerà più (Luke)
- Distretto 9: La fata del grano (Arya)
- Distretto 12: Lo Ying non esiste senza lo Yang (Ambra & Alec)
- Distretto 11: Ladra (Willow)
- Distretto 10: Uno strano incontro (Nat)
- Distretto 13: Solo polvere di sogni e speranze (Kira)
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Altri tributi, Cato, Faccia di Volpe
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We are not iron children, our shields are shattered glass '
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Shadows of dust and memories
 
 
 



Distretto 13: Solo polvere di sogni e speranze
 

 
 
Era corsa via.
La bambola ancora stretta in mano e i capelli coperti di cenere. Aveva corso finché aveva potuto, fino a quando le sue gambe non avevano smesso di reggere il suo peso.
Aveva paura, il cuore le batteva forte nel petto, come per volerglielo sfondare. Ma la piccola non si arrendeva. Stringeva la bambola forte al petto e andava avanti.
“Non avere paura, Holly, ti proteggerò io” le sussurrava scostando i suoi capelli di lana grezza. Erano identiche, loro due. Stessi occhi scuri, stessa espressione, stessi capelli chiari, solo che una era di pezza e l’altra era reale. Una non sentiva il dolore, l’altra avrebbe dovuto sentirlo ma non provava più nulla.
Sentiva che una parte di sé l’aveva lasciata dalla caduta della prima bomba.
Avrebbe voluto piangere ma non ci riusciva: le lacrime rimanevano intrappolate dentro di lei, come ghiacciate.
“Non devo piangere.”
“Non posso piangere” si ripeteva correndo. Aveva promesso a suo fratello che non l’avrebbe fatto, e così sarebbe stato. Sarebbe rimasta impassibile, mentre le bombe cadevano.
Bum.
Kira sobbalzò per l’ennesima volta mentre il terreno tremava per la scossa. Si tappò le orecchie cadendo per terra, sulle ginocchia.
Sarebbe rimasta lì, in attesa che di lei non rimanesse altro che cenere e polvere di una vita spezzata.
 
“Ricordati sempre che io sono con te, ok?”
La bambina annuì con tanto vigore che si stupì che la sua testa non fosse cascata per terra.
“Tu sei un guerriero e i guerrieri non piangono.”
Le aveva sorriso mettendole una ciocca di capelli corti dietro all’orecchio, poi le aveva dato un piccolo taccuino.
“Scrivici sopra tutto quello che ti passa per la testa. Anche quello che giudichi stupido scrivere. Quando tornerò vorrei leggere le tue storie ”.
“Quindi… tra un mese, due?” chiese la piccola stringendo la sua mano.
“Presto” le sussurrò il ragazzo nell’orecchio, ma smise di sorridere.
 
 
Kira si strinse il ginocchio tra le mani macchiandosele di rosso. Stava sanguinando, come il suo cuore a ricordare dell’ultimo dialogo con suo fratello.
La ragazzina aveva deciso: sarebbe rimasta ferma, in attesa della prossima bomba, per raggiungerlo.
Ricordava ancora il modo con cui sorrideva, i suoi occhi che s’illuminavano quando leggeva le piccole fiabe scritte da lei, tutte le volte che la aveva presa in braccio schiacciandola contro il suo petto.
Le mancava tutto di lui.
Il sorriso che aveva iniziato a rallegrarle il volto si era spento e un’ombra le aveva velato gli occhi chiari di una tristezza indescrivibile.
Non sentì neanche lo schianto della seguente bomba sul terreno.
Ormai la sua vista e i suoi sensi erano come esternati da quello che stava succedendo. Il dolore colpiva solo una parte del suo corpo mentre l’altra rimaneva attaccata ai suoi ricordi.
 
“Cosa stai facendo?”
Un ragazzo le si avvicinò correndo e  la prese per una mano. Aveva i capelli scuri di fuliggine e una ferita sanguinante al braccio.
“Perché sei rimasta ferma?”
Il rombo dell’hovercraft coprì la sua domanda ma Kira aveva capito benissimo, solo che non voleva rispondere. Non lo sapeva neanche lei che le era preso: le mancava suo fratello, tutto qui.
I capelli corti della piccola ballavano nel vento, proprio come le piume di un uccello.
Chissà dove era suo fratello, ora. Chissà se, come lei, guardando il cielo stava pensando che era in fiamme.
Il fumo si stava lentamente impadronendo di tutto, era solo questione di tempo, ormai.
La testa le divenne pesante, chiuse gli occhi che le bruciavano per la polvere.
Fece appena in tempo a lasciare la mano del ragazzo, prima di cadere per terra.
 
 
“Non ce la può fare, mi dispiace, Tom”
Il ragazzo continuava a fissarla, la bocca leggermente aperta, come se stesse cercando di assimilare la risposta. “Ne è sicura?” riuscì infine a dire, ma le parole sembravano morirgli in gola.
“Ha inspirato troppo fumo: i suoi polmoni non reggeranno.”
Tom la guardò nuovamente pronto a ribattere, ma non disse nulla. Il suo sguardo si oscurò all’istante mentre una lacrima gli scese lungo la guancia.
“Non è possibile…” rispose in un soffio. La donna cercò di calmarlo soffocando il suo pianto in un abbraccio ma il ragazzo si staccò da lei in modo brusco.
“Non è vero” disse correndo fuori dalla stanza.
 
Kira lo guardò allontanarsi con gli occhi leggermente socchiusi: non voleva che si accorgessero che lei era sveglia. L’aveva fatto tante volte per ascoltare i discorsi tra suo fratello e sua madre.
Dunque stava per morire, sarebbe tornata da loro.
Guardò fuori dalla finestra: il distretto era quasi carbonizzato, non c’era nessuno tra le sue strade. Era morto, non sarebbe stato sufficiente ricostruire le case per far tornare tutto come era prima. Si frugò nella tasca cercando il taccuino, lo tirò fuori e guardò le storie che aveva scritto in tutti quei mesi. Erano solo fiabe: storie di principesse, draghi, sirene che vivevano in un mondo fiabesco, lontano dalla realtà.
Non poteva continuare a scrivere di cose così fantastiche: il “lieto fine” non esiste per tutti, così prese la penna tra le mani e scrisse la sua ultima storia.
 
Al sorgere del sole si addormentò.
Guardò il suo distretto risvegliarsi per l’inizio di un nuovo giorno e chiuse gli occhi, felice.
Tom la trovò lì, il sorriso radioso, i capelli spettinati e il quaderno tra le mani, fermo all’ultima pagina su cui aveva scritto.
Nel leggere quelle parole una lacrima silenziosa gli rigò la guancia, non cercò nemmeno di asciugarsela perché sapeva che non sarebbe servito a fermare il dolore che stava provando.
Eppure sorrise, pensando che la sua piccola amica aveva trovato un posto dove stare, lontana dalla tristezza e dalle ingiustizie.
 
Mi dispiace, Tom.
Mi dispiace ma hai salvato la persona sbagliata.
Non me lo meritavo.
Ho sentito quello che avete detto, ieri. Tornerò da mia madre e mio fratello.
Non ho paura di morire.
Mi dispiace solo per te. Ti lascio il mio quaderno e quest’ultimo racconto.
Vorrei solo non essere dimenticata.
Grazie per tutto quello che hai fatto per me
 
Un bacio, Kira
 
 
Dopo molti anni, precisamente settantacinque, i racconti furono pubblicati come ricordo della tirannia di Capitol City.
Divenne una dei tanti martiri dei Giorni Bui.
Per questo questa storia è arrivata fino a noi, per non dimenticarla…






 


No one can hurt you now
Come morning light
You and I’ll be safe and sound
Don’t you dare look out your window darling
Everything’s on fire
The war outside our door keeps raging on
Hold onto this lullaby
Even when the music’s gone
(Safe and Sound, Tailor Swift)





 
 






























Angolino dell'Autrice:

Allora, che ve ne pare? Vi ho fatto piangere abbastanza? 
Sono sadica, vero? Ora vi spiego subito questa scelta di farla morire. Ehm, i capitoli stavano iniziando a racccontare di cose troppo felici (VOI: Ma... cosa?!) fatemi finire... Non era morto più nessuno da tre capitoli. Sono stata costretta a farlo... (che scusa pessima, eh?)
Ma... lasciate quelle armi, il bagno di sangue iniziale alla Cornucopia non è ancora iniziato *si nasconde*
Il nome Kira l'ho scelto un po' a caso, contrariamente ai miei standard, ma la storia ce l'avevo in testa da un bel po' di tempo <3
Ah, prima che me ne dimentichi. Vi piace come ho cambiato il nome dei capitoli? Così erano troppo scontati ;)
Sta per finire... la mia amata Raccolta sta per finire... Ma manca ancora un capitolo. Ora tocca a voi: volete Silver con suo fratello Cato o Willow con il suo amico?
Aspetto le vostre risposte <3
Ringrazio tutti i recensori e lettori che mi hanno letta o aiutata leggendo i miei capitoli.
Sappiate che senza di voi la mia Raccolta sarebe fallita miseramente :3

Hope 13
PS: Per i ringraziamenti generali ci vediamo al capitolo bonus.
PPS: Non credo che pubblicherò con tanta fretta l'ultimo capitolo, anche perché lo scriverò con i vostri voti.
PPPS: Lo so che ho rotto con i post scriptum... Se volete vi dico un paio dei personaggi della mia long in costruzione... Voglio distruggervi: ci sarà la ricomparsa di Cassiopea e Golia. Ah, c'è una interattiva della mia collega Elly24 e altre due ragazze che promette bene ma non ha abbastanza tributi... Che dite? Potremmo dare una mano creandoli ;) La ff si chiama The 27th Hunger Games.



NOTA DEL 30/1/14:

Volevo solo informarvi che tre miei personaggi sono su Facebook. Willow Ellis, Ninad Sullivan e Silver Valen (la sorella di Cato), quindi se volete ruolare con loro o fargli delle domande potete farlo e loro vi rispondaranno.
Passo e chiudo ;) 


 
  
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