Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: thyandra    28/01/2014    6 recensioni
Un Hashirama troppo espansivo. Un Madara bisbetico. Un Tobirama stronzo, ma solo con Madara. Una Tsunade malefica già da piccola. Un Izuna opportunista.
E' una raccolta di shot che sono puro delirio. Può capitare qualche flash. L'avvertimento ooc è per sicurezza, non si sa mai!
Dal capitolo 7:
Col pugno fattosi pesante dall’impazienza, Hashirama bussò con insistenza alla porta del bagno. Lo stava facendo da 40 minuti buoni, ormai.
Madara si era barricato lì dentro un’ora e mezza prima. Si stava facendo lo shampoo, diceva. Hashirama pensava piuttosto che si fosse rasato a zero, che poi avesse cominciato il trattamento con Crescina e che adesso stesse aspettando pazientemente la ricrescita dei capelli. Di tutti  i capelli.
[...]
Madara si voltò a guardarlo, sollevando le sopracciglia.
“Cosa vorresti insinuare?” chiese, fingendosi innocente.
Che sei più lento di un bradipo morto, pensò il compagno. Ma non lo disse. Non voleva rompersi anche qualche altra costola. Fece un gesto di noncuranza con la mano.
“E comunque, cosa ti fa credere che abbia finito?” domandò sadicamente l'Uchiha. “Ero solo uscito a prendere il phon."
Oh, no. 
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hashirama Senju, Madara Uchiha
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Di coinquilini, morti che camminano e sessioni d'esame'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
.:. Sotto lo stesso tetto - Convivenze moleste .:.
 





                                                




9# Tutti insieme appassionatamente.








 

"Otouto... passi che mi hai convinto, per non dire costretto, ad andare alla festa di Hashirama..." attaccò Madara, in tono lamentoso.
"Non ricominciare, nii-san, ti prego" supplicò Izuna, tentando di prevenirlo.
"Fammi parlare" gli intimò il fratello. L'altro ammutolì. "Dicevo, al di là di questa follia del compleanno... Che poi dico, quell'idiota di un Senju compie un altro anno di vita su questo pianeta e c'è addirittura chi ha voglia di festeggiare?" continuò il maggiore, senza abbandonare il suo consueto sarcasmo.
Izuna roteò gli occhi, annoiato, ma non ribatté.
"Comunque... Passi questa perdita di tempo... Ma perché stai guidando tu?"
L'altro si voltò un attimo a guardarlo, accennando un sorriso furbo.
"Perché se stessi guidando tu, nii-san, a quest'ora saremmo ancora nel garage di casa. E ci saremmo rimasti per tutta la serata, pur di arrivare il più tardi possibile" rispose il più ragionevole Uchiha, usando un tono che non sembrasse troppo severo.
Madara grugnì una protesta. Il suo otouto aveva centrato nel segno. Era diventato così prevedibile?
"Mh, ancora non capisco perché stai venendo anche tu" ritentò, sempre con quel tono strascicato.
"Perché Hashirama-san è stato abbastanza lungimirante da capire come ragioni. O forse mi ha invitato perché voleva un regalo. Ad ogni modo, a una festa con birra gratis non si dice di no” rispose il ragazzo.
“Conoscendo quell’idiota, ci sarà solo saké” borbottò Madara.
“Va bene lo stesso” assicurò l’altro, beccandosi un’occhiataccia dal fratello.
“Al ritorno guido io.”
“D’accordo” convenne il liceale con un’alzata di spalle.
 
***
 
 
"Ciao, Maddy, Izuna-san! Ben arrivati! Gli altri sono di là" salutò Hashirama, tutto gaio.
Il minore gli fece gli auguri anche per il fratello, che se ne stava in disparte, con le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni e un atteggiamento da martire.
"Oh, sei venuto, allora, Uchiha" salutò, sarcastico, Tobirama, prendendo le giacche degli ospiti e andandole a riporre nell'appendiabiti. "E quest'anno, addirittura in orario!" continuò, gettando un occhio sull'orologio da polso. Madara serrò la mascella.
Da quella volta in cui il più giovane Senju aveva invaso i suoi spazi vitali diventando suo indesiderato coinquilino, e dopo tutta la terza guerra mondiale che ne era scaturita per fargli mollare le zampe dal suo territorio, il loro rapporto, da semplice e puro odio reciproco, si era definitivamente assestato come una tacita, forzata indifferenza reciproca. Del resto, anche se loro stessi non l'avrebbero mai ammesso, erano molto simili. Era troppo faticoso litigare con il doppio di se stessi.
Si guardarono per un po' in cagnesco, l'uno a studiare l'espressione dell'altro, valutando il livello di pericolosità dell'opponente. Tobirama sbuffava di tanto in tanto per marcare il territorio, come a dire qui comando io.
Nel frattempo, il bruno festeggiato e il più piccolo Uchiha passarono nell'altra stanza, chiacchierando del più e del meno. Ringraziandoli tacitamente per aver dato loro modo, seppur inconsapevolmente, di uscire da quello snervante stallo, gli altri due li seguirono. Tobirama si affiancò all'ospite, prendendo nuovamente la parola.
"Ehi, Uchiha... Tregua, per stasera. Fallo almeno per mio fratello" sussurrò, cercando di mantenere un tono ragionevole. Del tutto inutile, del resto, se atto a rivolgersi a Madara Uchiha.
Questi infatti gli pestò un piede, poi annuì. Il giovane Senju soffocò un'imprecazione e diventò rosso in viso, pronto a reagire. Ma il ragazzo dai capelli corvini lo bloccò, facendogli segno di no con il dito. "Eh no. Tregua, Senju."
Quello lo guardò astioso ma rilassò le spalle. "Mpf. Hashirama me la pagherà, domani." Ficcò anche lui le mani nelle tasche, precedendo l'Uchiha nel soggiorno.
Gli altri invitati chiacchieravano allegramente, alcuni indossando cappellini conici di cartone sulla testa. Hashirama stesso se ne mise uno che recava scritto sopra, con un pennarello rosso sgargiante: quello a cui dovete fare i regali.
Madara lo seguì con lo sguardo, trovandolo estremamente ridicolo. Ma sghignazzò quando lo vide artigliare con entusiasmo il fratello minore e trascinarlo verso una console per il karaoke.
‘La serata si anima’, pensò.
Izuna gli si avvicinò, in mano un bicchiere pericolosamente pieno d'alcool. Seguì il suo sguardo, incuriosito dalla scena.
L’apparecchio cominciò a mandare le prime note di una canzone. Tobirama agitò le braccia, cercando di far notare qualcosa all’aniki. Poi si voltò ad abbracciare la sala con lo sguardo, alla ricerca di qualcosa. Piantò gli occhi in quelli di Madara, ghignando. Lo indicò al fratello, che assunse un'espressione dubbiosa. Madara si preoccupò. Che diamine stava architettando quel gaglioffo? Si avvicinò per investigare, seguito a ruota dall'otouto.
“Sarà meglio per te se abbassi quel dito” salutò.
“Oh, Uchiha. Capiti a proposito” fece l’altro in tono casuale.
Il moro borbottò qualcosa d’incomprensibile.
I due Senju si scambiarono una strizzatina d’occhi e Hashirama diede uno spintone al coinquilino, posizionandolo dietro la console che mostrava il testo della canzone. Tobirama gli piantò un microfono tra le mani. Quello lo prese per riflesso condizionato, ancora prima di rendersi conto di cosa stesse accadendo e poter avere il tempo di protestare.
“E’ un duetto” spiegò il bruno, sorridendo compiaciuto. Non si aspettava che avrebbe accettato così di buon grado.
Madara sollevò le sopracciglia per lo sgomento di essere stato messo nel sacco con estrema facilità.
“Scordatevelo. Gli Uchiha non cantano.”
Izuna si lasciò sfuggire una breve risata sotto ai baffi, subito mascherata da un sospetto colpo di tosse, e due paia di occhi curiosi si piantarono all'istante sulla sua figura. Quando li notò questi si grattò la nuca e osservò il bicchiere. Un terzo paio cominciò a lanciar fulmini d'avvertimento, ma il liceale non li notò, dato che stava adesso guardando il liquido chiaro che creava piccole onde al suo movimento leggero della mano.
“Beh, faceva parte del coro della chiesa, da piccolo" spiegò, sovrappensiero, con una inconsueta lingua lunga, prima che il suo istinto di autoconservazione si riattivasse per comunicargli di aver appena fatto un enorme passo falso. Forse aveva bevuto troppo.
Gli sguardi dunque tornarono in sincrono su Madara, pieni di quella che ai suoi occhi apparve come detestabile ilarità.
Il terzo paio di iridi lanciò uno sguardo omicida a quell’inopportuno confessore del fratello, assottigliando le palpebre in una minacciosa promessa di vendetta.
“Bene, mi sembra di capire che le tue proteste non siano più valide, Uchiha” lo riprese però il minore dei Senju, assaporando la sua indiretta vittoria con un sorriso sornione. Madara lo guardò in cagnesco, stringendo meglio il microfono e lampeggiando sfida da quegli occhi nero pece.
Approfittando di quel momento in cui la rabbia del fratello era stata rimpiazzata da una seria competizione, Izuna si defilò silenziosamente.
 
***
 
 
Dopo l’esibizione, che raccolse pochi, pochissimi, irrisori applausi, tra cui –unico entusiasta- quello di Hashirama, i due provetti cantanti si concessero il lusso di un ultimo, folgorante contatto visivo. Le scintille di rivalità che mandavano i loro occhi avrebbero potuto accendere un falò.
Il festeggiato si avvicinò, battendo ancora le mani, entusiasta.
“Siete stati bravissimi. Tobirama un po’ meno, non vai molto forte con l’inglese” giudicò.
Il fratello lo guardò malissimo. “Zitto!” intimò, facendo assumere una faccia sgomenta al maggiore, che non capì cosa aveva detto di male per meritarsi quell'aggressione.
Madara assunse un ghigno così ampio che avrebbe potuto slogarsi la mascella. Gongolava così tanto per quella vittoria –doppia, dal momento che aveva anche umiliato l’avversario- che si era dimenticato del tradimento del fratello di poco prima.
“Sapevo che duettando con te avrei rovinato la mia performance” lamentò, teatrale, pulendosi lo sporco sotto le unghie.
Tobirama digrignò i denti, indeciso se rompere la tregua per una questione d’onore. Guardò un attimo il fratello, si passò una mano tra i capelli, esasperato, e si allontanò senza dire altro, ma neanche provando a scusarsi.
Ma, un attimo dopo, quello era di nuovo deciso a godersi la serata. Andò a servirsi del saké, tornando con due bicchierini. Ne porse uno al coinquilino.
"No, grazie" rifiutò il moro e l'altro si servì anche della sua parte, per non sprecarla, per poi avvinghiarsi a un suo braccio e trascinarselo dietro. "Vieni, ti presento una persona" gli disse.
"No, grazie" ripeté l'Uchiha, ma l'altro lo ignorò. Al moro venne un'irrefrenabile voglia di prenderlo ripetutamente a calci negli stinchi quando scorse la chioma rossa di Mito, voltata di spalle. "Ma cos'hai al posto del cervello, segatura?" incominciò, ma dovette interrompersi quando la ragazza volse lo sguardo verso di loro.
"Mito-chan, Maddy. Maddy, Mito-chan" li presentò Hashirama, indicando prima l'uno poi l'altra con un ampio gesto.
La ragazza sgranò un attimo gli occhi, riconoscendolo.
"Tu sei... Mr Vodka alla fragola, vero?" sorrise, bonaria, alludendo al loro primo incontro in quella orrenda discoteca.
Madara si sentì punto nel vivo.
"Non so di cosa parli. Devi avermi scambiato per qualcun altro" ribatté, secco.
Hashirama stava per intervenire, quando l'Uchiha gli mollò uno strattone poco gentile. Gli era ancora avvinghiato al braccio, per non farlo fuggire.
"Oh, scusami, allora" rispose la ragazza, restando un po' perplessa. "Quindi tu sei il coinquilino di Hashi-kun... Mi ha parlato spesso di te. Sei proprio un tipo a posto."
Il ragazzo dai capelli corvini assottigliò le labbra, infastidito da quella inutile quanto superficiale conversazione. Perché Hashirama ci teneva tanto a fargli avere degli amici? Lui stava bene così. Anzi, senza il Senju, anche meglio.
“Tu non sembri stupida” articolò poi l’Uchiha, in tono perplesso.
Mito e Hashirama assunsero la medesima espressione sorpresa.
“Prego?” disse lei, dilatando leggermente gli occhi.
“Non sembri stupida” ripeté l’altro, scandendo meglio.
“Dovrebbe essere un complimento?” domandò la ragazza, ancora più sgomenta.
Quello sbuffò, quasi pentendosi della precedente affermazione.
“Dovresti esserlo, dato che esci con uno come Hashirama” spiegò in tono strascicato.
Mito lo guardò allibita, non sicura se stesse scherzando o meno. Sembrava una battuta, ma era stata pronunciata in modo serio. Anche la sua espressione sembrava tradire il medesimo concetto.
Il festeggiato fece una faccia abbattuta. “Certo che sei sempre lo stesso, Maddy...” Poi si voltò verso la ragazza, toccandole la spalla e accennando un sorriso. “Non ci fare caso. E’ il suo modo di scherzare” spiegò.
Finalmente libero, Madara fece un’espressione di sufficienza, incrociando le braccia.
“Io ero serio, ma ognuno assimila la dura verità a modo suo.”
Mito lo guardava di sottecchi, adesso non così tanto convinta che fosse un tipo raccomandabile. Ma quando il bruno le passò un braccio sulle spalle, sorridendo rassicurante, si disse che era tutta una sua impressione. Hashirama non avrebbe mai legato con un asociale con una tale faccia tosta, no?
Dato che nessuno dei due accennava a voler proseguire il dialogo, il festeggiato prese la parola: "Sono felice che abbiate fatto amicizia! Sapevo che potevate andare d'accordo!" e scoccò una strizzatina d'occhio al coinquilino.
Questi vagò con lo sguardo sul resto della stanza, per evitare di rifilare un occhio nero al compagno. Amicizia. Che cosa insulsa. Come se gli amici fossero qualcosa che altri potessero scegliere per te.
Scorse poi qualcosa che non gli piacque per niente. Suo fratello stava fraternizzando con il nemico, in fondo alla stanza. E non con uno qualunque, ma con il boss finale.
"Mito-san, Testa di legno... Scusatemi un attimo" si congedò. In un attimo fu di fronte alla scena del crimine.
"Ehi, tappa. Cosa ti avevo detto, riguardo questa storia?" fece un gesto circolare col dito, indicando lei e l'otouto, battendo ritmicamente il piede in una parodia di disappunto.
Tsunade sostenne il suo sguardo accusatore e gli fece una linguaccia. "È stato Izuna-nii a parlarmi per primo" si giustificò.
Madara incrociò le braccia. "Fa conto che ci abbia creduto."
La bambina si accigliò. Izuna corse ai ripari: "Nii-san, che ho fatto di male, stavolta?"
Madara lo trapassò con uno sguardo colmo di delusione.
“E lo chiedi, anche!” pronunciò, esasperato dall’ingenuità del fratello. "È una Senju, per la miseria!" spiegò, come fosse ovvio, muovendo teatralmente una mano a indicarne la figura.
“E’ una bambina, nii-san” lo contraddisse l’altro.
Tsunade mise su un broncio viziato. "Ho otto anni, non sono più una bambina!” si indispettì, facendo sorridere Izuna.
“E’ una mocciosa, appunto” convenne il maggiore, ignorandola. Si sedette poi tra i due, voltandosi verso la bionda.
"Sei troppo piccola per queste cose. Fila a pettinare i my little pony, su" fece un gesto con la mano come a dire via, togliti dai piedi.
Quella, a malincuore, dovette allontanarsi, non mancando però di scoccare un bacio sulla guancia di Izuna in cenno di saluto. Madara le lanciò un ultimo sguardo di fuoco, prima di voltarsi verso il fratello.
"Ha una cotta per te."
"Lo so" sorrise l'otouto.
"E perché la assecondi? Cosa ne pensa, di questo, Kurumi?" rimproverò l'altro.
"Non penso che Kurumi mi mollerà perché evito di spezzare il cuore a una bambina" rispose il più piccolo, enfatizzando nuovamente quel termine.
Madara sbuffò, incrociando le braccia. “Non so se la tua sia ingenuità o indole da Don Giovanni” commentò.
 
 
***
 
 
Hashirama maneggiò goffamente un pacco troppo grosso e morbido. Strappò l'involto colorato, attaccandosi addosso accidentalmente i residui di nastro adesivo trasparente. Un giubbotto. Sorrise, riconoscente, all'autore del dono, poi lo mise da parte e ne scartò un altro, stavolta più piccolo e solido. Lo agitò, cercando di intuirne il contenuto. Quello gli regalò un suono sordo di metallo e plastica. Lo aprì. Un rasoio elettrico per capelli. Ci fu un coro di risate e Hashirama rimase ad osservare l'oggetto con espressione da funerale.
“Grazie Tsuna, nee-chan, Saito-san."
Mise da parte il dono molesto e aprì il pacchetto di Izuna. Questi aveva optato per un classico, quello cui si ricorre quando si è senza fantasia: l'intramontabile portafogli.
"Il denaro di Hashirama non rimane abbastanza tempo nelle sue tasche per poter essere riposto in un portafogli. Anche tu hai sprecato i tuoi soldi, otouto" commentò Madara.
Izuna scrollò le spalle. "Quel che conta è il pensiero, no?"
L'altro soffocò uno sbadiglio. Si riscosse quando il festeggiato prese il suo regalo. Assottigliò gli occhi, pronto a godersi la sua immancabile reazione.
Il pacchetto era piatto, rigido e rettangolare.
Hashirama ebbe un sospetto e accasciò la testa al pensiero che l'amico gli avesse rifilato un libro. Tolse quindi la carta già rassegnato. Ciò che trovò lo lasciò spiazzato; le sue labbra si incurvarono in una o, che divenne presto una D orizzontale.
"Che significa?" chiese al coinquilino, sventolando con la mano il catalogo di un negozio di abbigliamento maschile - all'ultima moda, ovviamente, Madara aveva buon gusto.
Questi alzò le spalle con nonchalance. "Un regalo deve essere utile, no?" rispose, sghignazzando.
Hashirama gettò la rivista dietro le spalle, senza curarsi di dove sarebbe atterrata, già tutto preso dal pacchetto seguente. Madara soffocò un altro sbadiglio.
 
 
***
 
 
Rimettendosi le giacche, i due fratelli Uchiha si prepararono per il ritorno a casa. Madara stava strappando dalle mani di un barcollante Izuna le chiavi dell’auto, scoccandogli uno sguardo di rimprovero, quando Hashirama gli si avvicinò, col viso reso rosso dall’alcool ingurgitato durante la serata. Contrariamente al liceale, lui si reggeva perfettamente in piedi.
“Maddy…” solo nella voce uno strascico di ubriacatura. “L’anno prossimo…” sembrava aver difficoltà a ricollegare i pensieri. Si concentrò, mettendo su un’espressione allampanata. “L’anno prossimo…” ripeté, “Voglio un regalo vero.”
Madara non sembrò badargli e l’altro continuò: “Voglio un regalo per cui tu debba spendere soldi.”
L'Uchiha senior sollevò un sopracciglio. “Siamo già alle pretese, eh?”
“E’ normale convenzione sociale.” Dire quella frase complessa gli costò uno sforzo notevole, che lo costrinse a riposarsi -in silenzio- per qualche intero secondo.
L’altro non sembrò comunque apprezzare la sua fatica; sbuffò, archiviando quella richiesta come irrilevante.
“Noi andiamo” annunciò, sorreggendo il fratello che gli si appoggiava a peso morto su una spalla.
"Hai bisogno d'aiuto, per portarlo in macchina?" si offrì poi Hashirama, tentando di snebbiarsi i pensieri con un rapido massaggio alle tempie. L'amico lo squadrò scettico.
"Ce la faccio da solo" ribatté seccamente, avviandosi con un po' di sforzo verso l'ingresso - ma comunque non così tanto da chiedere aiuto a un uomo brillo.
“Come preferisci. 'Notte, Maddy, Izuna-san” salutò il festeggiato, chiudendo la porta dopo il loro passaggio.
‘Diamine’, pensò l’Uchiha con un sorriso tirato, sulle scale. ‘Dare così per scontato che ci sarà un anno prossimo… Ha proprio deciso lui le mie amicizie, alla fine…’
Izuna sembrò svegliarsi temporaneamente dal suo torpore. "Shembra... hic. Un tipo ganzo... queshto... Hashi- -hic. Hashirama" biascicò, per poi tornare a chiudere gli occhi, prossimo al coma etilico.
Madara lo scusò per quell'affermazione priva di senso solo perché pronunciata mentre le sue facoltà mentali erano completamente stordite dall'alcool, ma non poté vietarsi dal trasformare quel sorriso tirato di poco prima in una sorta di ghigno. In fondo in fondo, così a fondo che neanche lui se ne rendeva conto, non riusciva davvero a dispiacersi per quello strano, assurdo legame che lo legava a quel caso umano di Hashirama Senju.
Perché, alla fin fine, se ancora non l'aveva ucciso nel sonno malgrado gli innumerevoli moventi che gli aveva fornito nel tempo, la loro doveva proprio essere una bella amicizia.










Note e commenti finali: Alla fine ci sono arrivata davvero a concludere questa storia *-* E visto che questo è l'ultimo capitolo, mi sono sentita tanto generosa da farlo più lungo e includendo pure l'immagine nel prezzo *evita di esser colpita dai pomodori piazzandosi dietro Sasuke*
Dunque, su questa shot in effetti non ho nulla da dire, tranne l'augurio che possa piacervi e non deludere le vostre aspettative (sempre che ne abbiate '-'), ma nonostante questo, stavolta  dovrete sorbirvi più sproloqui del solito. 

Scrivere questa raccolta è stata una bella avventura: ho sperimentato per la prima volta il genere comico non sapendo bene dove andare a parare e non essendo sicura che quello che fa ridere me potesse avere lo stesso effetto sui lettori (ho un'ironia particolare, lo so). Beh, devo dire che posso ritenermi soddisfatta perché non mi aspettavo di certo che questo mio angolino di sclero potesse essere seguito da così tante persone. E a voi va quindi il mio ringraziamento, perché avete riso insieme a me, facendomi sembrare tutto più leggero. Grazie. Voi non lo sapete, ma principalmente scrivevo questi capitoli proprio nei momenti di forte stress, per staccare un po' la spina e prendermi il tempo di un sorriso. *lettori finalmente capiscono perché la raccolta non mostra segni di decenza*
Ebbene, anche oggi sarebbe un giorno di quelli, quindi eccomi qui col mio antistress personale targato Uchiha. u_u (tutto, pur di non ripassare a raffica).
Un'altra curiosità che forse qualcuno di voi sa già: per caratterizzare Madara ho preso spunto dai lati più intransigenti e "spigolosi" del mio carattere, parodizzandoli all'estremo (quindi per tutti quelli che ogni volta non si risparmiano di complimenti esagerati verso la sottoscritta, beh, avrete capito cosa c'è davvero dietro al pc u.u ), mentre per Izuna mi sono un po' ispirata all'opportunismo incredibile del mio carissimo otouto, che quando devo uscire non mi chiede mai "quando torni?" ma solo "quando te ne vai?" xD
Sfatato il mito della mia originalità.
Un'ultima cosa, per chi ha ancora il coraggio di leggere queste note. Un ringraziamento dal profondo del cuore ai miei recensori: tre 88, angelyca, Hikari93, A r y a, Alphards, DoubleSkin, Bloody_Panda, OpheliaStillSmiles_Dead, tobiramasenju, thera , Urdi, inkochan e Aidalya. Ad ognuno di voi andrebbe un ringraziamento singolo, perché con i vostri commenti e le vostre impressioni mi avete aiutata a migliorare (e neanche poco) e mi avete sempre dato supporto. Purtroppo non sono brava a ringraziare senza apparire banale e ripetitiva, quindi vi dovrete accontentare di questo. Grazie, davvero.
Grazie anche a chi ha messo questa storia tra le seguite/ricordate/preferite e a chi mi ha aggiunto agli autori preferiti. Siete troppo carini, mi fate sentire più importante di quanto in realtà non sia :')
A tutti coloro che mi hanno letto silenziosamente vorrei chiedere un ultimo, umile favore: potreste farmi sapere cosa avete pensato della storia, anche con un commento di due parole, perfavore perfavore perfavore? Non voglio rubarvi troppo tempo, ma mi fareste felice *-*
Ok, adesso ho davvero finito. Mi mancheranno, queste convivenze moleste... :')
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: thyandra