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Autore: seasonsoflove    29/01/2014    12 recensioni
"Era quasi ora di pranzo alla Storybrooke High School, e Belle era seduta in classe insieme ai suoi compagni.
Belle era la tipica ragazza...atipica.
Graziosa ma di una bellezza antica, di classe. I lunghi capelli rosso scuro leggermente mossi, la carnagione pallida, le guance rosee, gli occhi di un azzurro irreale, il viso tondo, e il corpo minuto."
AU!Highschool - Young!Storybrooke.
Pairing (Rumbelle/SwanQueen e altri possibili)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Belle, Emma Swan, Regina Mills, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Winter Prom




Robert guardava di sottecchi con espressione vagamente malinconica la sua adorata Belle dall'altra parte del salone.
La palestra era stata addobbata in modo impeccabile.
I festoni, le statue di ghiaccio, la luce soffusa e blu, le tende di seta che pendevano leggere, dando una sensazione di fiabesco al tutto.
Regina era poco distante, e chiacchierava animatamente con delle sue compagne cheerleader per accaparrarsi qualche voto dell'ultimo minuto.
Il suo raptus di dolcezza improvvisa era terminato non appena avevano varcato le porte della palestra. Aveva smollato Robert davanti al buffet e si era immediatamente diretta verso le sue amiche, con le quali aveva iniziato a confabulare in modo losco.
Il suo ragazzo sospirò e si appoggiò al muro con un bicchiere di punch (corretto) in mano, distogliendo infastidito lo sguardo da lei e volgendolo nuovamente lontano.
Belle...
Il suo vestito blu.
I suoi occhi blu.
I capelli rossi elegantemente raccolti, la carnagione così chiara, la pelle perfetta e quasi trasparente.
Robert buttò giù il bicchiere tutto d'un fiato.
Si toccò pensieroso il pacchettino quadrato nell'interno della tasca. Per poco Regina non l'aveva scoperto...
In mezzo alla pista Killian si esibiva in quello che evidentemente riteneva un ballo sensuale.
Robert sbuffò, e bevve di nascosto tutto il contenuto della sua fiaschetta.
Dopo poco tempo iniziò a sentire le gambe più pesanti ma la mente decisamente più leggera.
Camminò lentamente verso l'altra parte della sala, seguendo vagamente il ritmo della musica.
 
"I want some red roses, for a blue lady
Mister florist take my order please
We had a silly quarrel the other day
Hope these pretty flowers chase her blues away 
"(1)
 
Belle chiaccherava felice con Tink, anche lei meravigliosa nel suo vestito verde smeraldo.
Si fermò. Era brutto interromperle...?
Sentì la testa girare un pochino e il coraggio crescere esponenzialmente alla quantità di alcool in corpo, e così decise che era tempo di palesarsi.
Tink lo vide arrivare e gli sorrise, sussurrò qualcosa all'amica e si allontanò velocemente.
L'altra si girò e si trovò faccia a faccia con Robert.
"Ciao" le  lui disse sorridendo.
"Ciao..." Belle non alzò lo sguardo.
"Ti stai divertendo?"
"Molto"
"Il tuo accompagnatore dov'è?"
“Non ti riguarda”
Sorrise di sottecchi nel vedere l’espressione del ragazzo.
In fondo poteva anche essere più gentile con lui, quella era una bella serata e non voleva rovinarla a nessuno.
"Sono venuta con Tink. Serata tra ragazze"
"Capisco…"
"Tu invece non dovresti essere con la tua di ragazza? Fra poco eleggeranno la Reginetta d'Inverno, non vorrai perderti la sua premiazione..."
"Volevo stare un po’ con te "
"Oh beh, allora in tal caso..."
Belle gli sorrise, e prese due bicchieri di punch. Gliene porse uno.
"A questa serata?"
"A questa serata!"
I due sorseggiarono il loro bicchiere, guardandosi negli occhi.
"Sei meravigliosa"
"Ti ringrazio. Anche tu stai molto bene!"
"Sul serio...il blu ti sta d'incanto"
"Strano che non mi abbiate ancora rovinato l'abito in effetti..."
"Belle..."
"Gold"
"Ho anche un nome ti ricordo"
"Non prendiamoci tutta questa confidenza, suvvia!" disse ridacchiando.
Finirono di bere il punch, scambiandosi qualche frase di circostanza.
Poi Belle mosse i piedi a disagio e fece per andarsene.
"Se non c'è altro io-"
"Ti ho preso una cosa"
Lei si fermò stupita.
"Ehm..."
"E'...solo un pensiero"
"O-okay"
Robert tirò fuori il pacchettino dalla tasca e glielo porse.
"Lo apro qui? Sei sicuro...?"
"Perchè?"
"Magari non vuoi che gli altri vedano che mi hai fatto un regalo..."
"Smettila. Su dai, aprilo"
Lei gli lanciò un breve sorrisino timido e colpevole,  poi scartò il pacchettino con mani tremanti.
Dentro c'era un bouquet da polso.
Gardenie bianche con un bel nastro celeste.
"Non...non avevi il bouquet. Un vestito non è completo senza il bouquet al polso...e non sapevo che fiore scegliere sai, ma le gardenie significano purezza e nobiltà d’animo…e...beh..."
Belle deglutì e si rigirò il bouquet tra le mani. Non riusciva a dire niente.
Aveva un bouquet. Le aveva regalato un bouquet.
"E'...bellissimo. Grazie." disse con voce rotta
"Io...ecco...l'azzurro era per i tuoi occhi, spero che la lunghezza del nastro va-"
La rossa lo zittì poggiandogli un dito sul labbro, alzandosi sulle punte e baciandolo dolcemente sulla guancia, incurante delle persone intorno a loro, inspirando a fondo il suo profumo di cannella e menta, così particolare...così suo.  
Durò un momento, poi si allontanò e si sorrisero.
"Scusa" mormorò poi lei, rendendosi conto di ciò che aveva appena fatto.
"Di?"
"Siamo in una sala piena di gente, forse non era la mossa più furba da fare..."
"Forse sì, forse no!"
"Non prendermi in giro"
Rimasero un attimo in silenzio ad ascoltare la musica. Gold canticchiò sovrappensiero
 
"I'll hurry back to pick
 your best  white orchid for her wedding gown..."
 
"Conosci questa canzone?"
"Sì"
"Non ti facevo tipo da vecchia musica anni '50..."
"Non mi conosci bene allora"
Riprese a canticchiare.
"Ti va di aiutarmi a sistemare il bouquet?"
"Certo!"
Le legò con dolcezza il nastro, e le sistemò i fiori sopra, soffermandosi apposta con le dita sul polso sottile solo per potersi beare della sensazione di starle così vicino, di poterla toccare.
Le prese la mano.
"Gold..."
"Belle!"
"La tua ragazza è dall'altra parte della sala..." mormorò.
"Vero. Ma tu sei qua"
"Perchè fai così?"
"E' questo magnifico punch che mi da coraggio!"
"Non mi sembra che in genere ti manchi il coraggio"
"Vero anche questo..."
Le si avvicinò guardandola intensamente.
A Belle parve come di vivere in un déjà vu, e rabbrividì.
"Non farlo"
"Perchè?"
"Perchè sei fidanzato, perché non voglio e qui è pieno di persone"
"Allora andiamo di là..."
Belle ritirò la mano dalla sua.
"Gold...vai da Regina"
"Belle..."
"Goditi la serata. E grazie del bouquet. E' veramente stupendo, mi hai resa felice e sei stato davvero dolce"
Gli sorrise tristemente, e con un ultimo bacio sulla guancia si allontanò e sparì tra la folla.
Robert rimase immobile fissando la parete, col suo bicchiere di punch vuoto in mano.
 
 
 
 
“Ciao Tink”
La bionda sobbalzò mentre qualcuno le toccò le spalle dolcemente.
Killian Jones era proprio davanti a lei, con un sorrisetto sornione stampato sul volto, ed un’espressione divertita.
“Ciao Jones” rispose lei cauta.
“Sei uno schianto, fattelo dire”
“Dove hai lasciato la tua giacca e la cravatta?” chiese lei indicando vagamente i vestiti scarmigliati di Killian.
Il ragazzo infatti era piuttosto accaldato, così si era levato quegli “inutili orpelli” (come li chiamava lui) e li aveva abbandonati in un’aula vuota.
“Avevo…caldo” rispose vagamente.
“Strano”
“Senti…mi dispiace per come mi sono comportato. Sai, sono abituato ad essere un po’ sopra le righe. Non accadrà più”
Cercò di sembrare sincero e convincente.
“Dovrei crederti?”
“No. Dovrò conquistarmi la tua fiducia per poterti conoscere, ma per ora…mi piacerebbe almeno avere l’onore di questo brindisi” e teatralmente le pose un bicchiere di punch.
Lei inarcò le sopracciglia.
“Dai…è solo un brindisi. Dopodichè sparirò per il resto della serata”
“Sparirai?”
“Sì milady, se lo desideri”
Finalmente Tink sorrise.
“E brindisi sia”
Gustarono il punch in silenzio.
“Ha un sapore strano”
“Già…fa un po’ schifo. Ma è un classico, il punch del Ballo fa sempre schifo” rispose lui con un’alzata di spalle.
E mentre Tink ridacchiando finiva il suo bicchiere, Killian pensò felice che poco dopo ne avrebbe voluto sicuramente un altro. E dopo un altro ancora.
Aveva corretto il punch con la vodka.
 
 
 
Emma Swan osservava con attenzione gli studenti sorseggiando pensierosa il suo bicchiere di succo ai lamponi.
Le sarebbe piaciuto bere qualcosa di un po’ più forte quella sera, ma doveva dare il buon esempio.
Guardò pensierosa il proprio vestito.
Non era certa che il rosa pallido fosse proprio il suo colore.
Un po’ la sbatteva. La prossima volta avrebbe scelto un vestito rosso, o fucsia, al diavolo sua mamma.
 
 
 
Alle dieci e mezza le candidate al ruolo di reginetta d’Inverno salirono sul palco tra scrosci incredibili di applausi.
Regina camminò lentamente, godendosi la vista sulla folla e pregustandosi l’attesa. Sapeva perfettamente di avere vinto. Le parole di sua madre Cora in quel momento sembravano molto lontane.
Robert la osservò, scosse la testa e vide il pavimento muoversi pericolosamente.
Era la quarta fiaschetta che si scolava.
Killian lo raggiunse, anch’egli decisamente sbronzo.
“Eleggono la reginetta?”
“Sì”
“Pronto per fare la festa a Regina?”
“Passami la tua fiaschetta”
“Vai a riempirti la tua”
“Dai stronzo” cercò di strappargliela di mano ma rischiò di cadere a terra.
Regina con la coda dell’occhio vide la scena, ma ignorò la cosa.
Il preside George Kingsley si avvicinò al microfono, e sorrise brevemente alla folla.
“Carissimi studenti e carissime studentesse della Storybrooke High School. Innanzitutto sono felice di vedere che come ogni anno siamo riusciti ad onorare la tradizione del Ballo d’Inverno. Tante persone si impegnano duramente nella sua realizzazione. Dedicherei loro un caloroso applauso!”
Applauso di circostanza.
Il preside continuò.
“Ed è con sommo onore che sono pronto ad assegnare anche quest’anno, come la tradizione vuole, la corona di Re e Regina d’Inverno. Prima…le signore!”
La busta venne consegnata.
Qualcuno dalla folla urlò “NUDI!”
Robert con la coda dell’occhio vide Belle tra la gente.
Scrutava il palco con espressione rassegnata. Un’altra corona per Regina, altri mesi di maltrattamenti in arrivo.
“E la reginetta d’Inverno di quest’anno è…”
Rullo di tamburi.
“REGINA MILLS!”
La palestra esplose in un caloroso applauso; si udirono fischia, urla, qualcuno lanciò dei festoni sul palco.
Le cheerleader iniziarono a strillare in coro il nome di Regina.
Robert scosse la testa.
Accanto a lui Killian (al quale non importava assolutamente nulla dell’incoronazione, ma ogni motivo era buono per festeggiare) si era lanciato in una danza scatenata. Si era persino slacciato la camicia.
Emma, là vicino applaudiva educatamente.
Regina sorrise calorosamente, ringraziando tutti quanti per i voti, mentre il preside poggiava la coroncina sui suoi capelli neri…
                                                   
 
Primadonna girl
All I ever wanted was the world
I can’t help that I need it all
The primadonna life, the rise and fall (2)
 
Robert sentì due braccia cingergli la vita.
“Sei fiero di me?”
Si girò e si trovò faccia a faccia con la sua ragazza.
“Sì, certo” sorrise forzatamente.
“Anche questa è fatta. Se tu magari pensassi a candidarti Re per il Ballo di fine anno…”
“Ne abbiamo già parlato, non ne ho proprio voglia”
“Saresti carino con la corona”
“La corona ce l’hai già te, io sto bene così”
“Come preferisci”
Lei si appoggiò a lui, e bevve pensierosa un bicchiere di succo.
Aveva vinto. Ancora una volta.
Sarebbe tornata da sua madre, mano nella mano col suo splendido e ricco fidanzato, e con la corona in mano.
Cora Mills avrebbe capito di che stoffa era fatta finalmente. La terza vittoria consecutiva non è una cosa facilmente ignorabile.
Socchiuse gli occhi godendosi l’euforia.
“Pensi che il mio vestito sia troppo volgare?” chiese improvvisamente.
“No, penso che sia molto sexy”
“Dopo che mi avrai accompagnata a casa magari potrai togliermelo”
“Sembra divertente”
You say that I’m kinda difficult
But it’s always someone else’s fault
Got you wrapped around my finger, babe
You can count on me to misbehave

 
Robert aveva una strana voglia di rifugiarsi in bagno e ricaricarsi la fiaschetta.
Tutte quelle false moine gli davano la nausea.
I suoi pensieri vennero interrotti da Belle che in quel momento passò davanti a loro con uno sconosciuto che lui riconobbe come un certo Keith(*) della squadra di baseball.
Qualcosa di molto rabbioso iniziò ad agitarsi nel suo stomaco.
“Quella è la French?” chiese Regina.
Fantastico, ora la situazione era perfetta.
“Immagino di sì”
“Incredibile, ha trovato un accompagnatore”
“Già”
“C’è speranza per chiunque allora” disse con tono irrisorio.
Robert strinse i pugni.
Complice il whiskey che aveva tracannato, complice il vortice di emozioni in cui si trovava…temeva seriamente di non riuscire a trattenersi.
“Carino però il vestito. Ma mi sa che non potrà più permettersi neanche di mangiare per un po’ di tempo, dopo aver comprato una cosa così costosa” e scoppiò in una risata cattiva.
Gold si girò di scatto.
“Non potresti lasciarla stare almeno per questa sera?”
“E perché mai?”
“Perché non è carino quello che fai. Le persone soffrono”
“Questo non è un problema mio”
“Tu però ci rimani male quando tua madre ti dice cattiverie”
“Non c’entra nulla”
“Davvero, lasciala stare”
“Sai, quelle come la French non dovrebbero neanche venirci agli eventi come questo. Sfigurano e basta, e fanno sfigurare tutti noi. La cosa mi da molto fastidio. Avrà anche un bel vestito, ma si vede che ha speso tutti i soldi per quello. Il bouquet fa veramente schifo”
I know I’ve got a big ego
I really don’t know why it’s such a big deal, though
Robert si staccò da lei, con la testa che girava.
“Beh? Ora perché fai quella faccia?”
“Il bouquet non fa schifo” disse lui lentamente.
“Sì invece, sei cieco? Non la vedi la differenza con gli altri? Col mio? Ma poi che razza di fiore è quello?”
“Sono gardenie bianche Regina. Significano purezza d’animo”
Regina lo guardò sospettosa.
“E tu lo sai …perché?”
“Perché gliel’ho regalato io quel bouquet”
La ragazza rimase immobile.
“Come scusa?”
“Hai capito benissimo. Le ho regalato io quel bouquet. E l’ho preso dallo stesso fioraio da cui proviene il tuo. Che tra parentesi, è suo padre”
Regina aprì la bocca incapace di articolare una frase.
Le parve che la corona fosse diventata improvvisamente pesante.
“E perché di grazia le avresti regalato un bouquet?” disse tremante di rabbia.
“Perché non ce l’aveva. E se lo meritava perché lei è una…bella persona. A differenza tua”
“Io spero che tu stia scherzando”
Gold scosse la testa e la guardò inespressivo.
Non provava niente.
Rabbia, disprezzo, tristezza…niente.
“Vai al diavolo Regina”
Le voltò le spalle e se ne andò.
Going up, going down, down, down
Anything for the crown, crown, crown
When you give, I want more, more, more
I wanna be adored
 
 
 
 
“E mio fratello aveva ritagliato un teschio nella carta e l’aveva appoggiato sopra la lampada no? Mio padre l’ha accesa e questo teschio gigantesco è stato proiettato dritto sul muro. Ha iniziato ad urlare e poi si è incazzato moltissimo, l’ha rincorso per tutto il giardino, in mutande…”
Tink scoppiò a ridere fragorosamente, e Killian si unì a lei.
“Tuo fratello è quasi imbecille quanto te”
“Quasi però!”
E ripresero a ridere.
“Senti un po’ Jones”
“Dimmi splendore”
“Smettila di chiamarmi splendore” disse lei minacciosa, ma biascicando leggermente.
“Dimmi Tink”
“Che cavolo ci hai messo qua dentro nel bicchiere? Perché mi gira tutta la testa”
“Assolutamente niente” rispose lui innocente.
“Mpf” grugnì Tink.
Annusò meglio il drink. Come aveva potuto essere così stupida? Ad ogni modo la frittata era fatta.
A dire il vero si sentiva felice ed estremamente leggera, perciò non si alterò e non si dispiacque particolarmente di aver ceduto così facilmente.
Oh that boy's a slag
the best you ever had
Is just a memory and those dreams
Not as daft as they seem
My love whe you dream them up (3)
“Era whiskey o vodka?”
Killian sorrise.
“Vodka. Ma non robaccia. Vodka costosa. Scelgo solo liquori di lusso io, soprattutto se devo offrirli ad una donzella”
“E tu questo lo chiami offrire? Mi hai ingannata”
“Tranquilla! Offre la casa!”
E ripresero a ridere.
“Ne ho ancora se vuoi” disse lui con un ampio sorriso tentatore.
Tink riflettè rapidamente.
Poteva finirla lì, farsi passare quella leggera sbronza e tornare ad essere quella di sempre, finire la serata in tranquillità e tornare a casa presto come una brava ragazza.
Oppure poteva rischiare.
In fondo Killian non le dispiaceva. Non era il suo tipo, ma era molto simpatico ed era piacevole parlare con lui nonostante tutto.
“Cos’hai da offrirmi?”
“Vieni in bagno te lo mostro”
”Idiota”
“Non in quel senso! Sono serio…avvicinati”
Lei avvicinò il viso al suo, e lui sussurrò.
“Ho nascosto le provviste dell’alcool nel condotto dell’areazione”
“Provviste? Quanta roba hai preso?”
“Un po’”
“Ok, vengo con te”
 
 
 
 
Regina era incapace di reagire.
Le sue compagne festeggiavano intorno a lei, e lei subiva passivamente e sorrideva meccanicamente ad ogni complimento.
Robert l’aveva mandata al diavolo.
Non l’aveva lasciata…non poteva essere…
Sarebbe ritornato entro breve.
Ma i minuti passavano, e di lui nessuna traccia.
Aveva bisogno di aria fresca e di sciacquarsi il viso, così si avviò verso il bagno.
Lo trovò curiosamente occupato.
Tink Glocke e Killian Jones erano intenti a bere a turno da una bottiglia di whiskey.
“Guarda! Regina Mills!” Strillò la ragazza bionda.
Killian rise forte.
“La Regina…con la corona!”
“E con le corna!” aggiunse Tink sguaiatamente.
Regina si sentì gelare dentro dall’orrore e dal malessere.
“Che diavolo fate qua, e di cosa diavolo stai parlando Glocke” ringhiò.
Tink non disse nulla e per tutta risposta si alzò, le si avvicinò e le poggiò un dito sulle labbra.
“Ssssh” sussurrò.
Uscì dal bagno leggermente barcollante.
“Jones”
“Carissima”
“Quanto avete bevuto?”
“Un pochino…quel che basta!” indicò con un vago gesto due bottiglie finite e altre due ancora da aprire.
“Il regolamento lo vieta” ghignò lei cattiva “Mi toccherà fare rapporto”
“Beh, preparati a non vedere il tuo principino per un po’ allora”
“Di cosa parli?”
“Il tuo adorato Robert si è fatto fuori da solo mezza bottiglia di Gin! Denuncia anche lui se ne hai il coraggio!”
Regina si sentì male.
Robert aveva bevuto? Era per quello che l’aveva trattata così? E di cosa parlava quell’insolente biondina?
C’erano un sacco di cose che stavano succedendo, e lei non aveva il controllo su nessuna di esse.
“Non denuncerò nessuno”
“Grandiosa” biascicò Killian “Ora però potresti sposarti? Devo inseguire quell’incantevole fanciulla e andare a ballare con lei”
“Non ho finito. Non denuncerò nessuno, ma in cambio…voglio poter usufruire anche io della scorta”
Lui la guardò incredulo. Che le succedeva? Sembrava sfinita, e anche molto triste. In ogni caso non erano affari suoi.
“Ce n’è per tutti. Serviti pure”
Le strizzò l’occhio e se ne andò.
Regina rimase sola.
 
 

 
 Everything's in order in a black hole 
Nothing seems as pretty as the past though 
That Bloody Mary's lacking a Tabasco 
Remember when he used to be a rascal? 
“Reggi qua”
Killian smollò la fiaschetta in mano a Tink, che la tracannò tutta d’un sorso.
Lui sorrise. Chi l’avrebbe mai detto che quella graziosa fatina fosse una tale tigre?
Accertandosi di essere ben nascosto dalla folla si sfilò la bottiglia di vodka che aveva infilato per metà dentro i pantaloni, sotto la giacca (che aveva recuperato poco prima)
Svitò il tappo, e con un movimento rapido svuotò l’intero contenuto della bottiglia nella zuppiera gigante del punch.
“Fatto?” chiese la ragazza impaziente.
“Fatto milady” rispose lui teatralmente. Lasciò la bottiglia nascosta sotto il tavolo, e i due si allontanarono ridacchiando.
Entro poco tempo l’intero corpo studentesco avrebbe fatto scintille.
 
 
 You used to get it in your fishnets 
Now you only get it in your night dress 

Flicking through a little book of sex tips 
Remember when the boys were all electric? 

 
Belle ballava felice con Keith.
Lui era un bel ragazzone alto, con gli occhi azzurri e i capelli castani, giocava a Baseball ed era all’ultimo anno.
Si era avvicinato a lei, e dopo qualche breve convenevole le aveva confessato che era tutta la sera che la osservava.
E così lei si era ritrovata con un inaspettato accompagnatore, e la serata era decollata. Tink era sparita da un bel po’,  e Belle aveva ragione di sospettare che si fosse infrattata da qualche parte con Jones. Anche lui infatti era sparito.
Robert intanto la osservava da lontano.
Ballava con quel tizio, con quello sconosciuto.
E non poteva incolpare nessuno se non sé stesso se in quel momento Belle era abbracciata a qualcuno che non era lui.
Se solo avesse avuto da subito il coraggio di prendere la decisione giusta…
Finì la fiaschetta.
Non era giusto.
Non poteva finire così.
Quel Keith non aveva la minima idea di cosa ci fosse tra loro, ed era giusto che lo sapesse.
Si avvicinò alla coppia che proprio in quel momento aveva smesso di danzare, e si era appoggiata ad un tavolo del buffet lì vicino a chiacchierare.
Lei lo vide e sgranò gli occhi.
“Gold che ci fai qua!?
“Belle, ho bisogno di parlarti”
“Perfavore…no” esclamò decisa.
“Ho…una cosa importante da dirti”
“Non puoi aspettare?”
Keith guardò la scena a bocca aperta.
“Davvero, è urgente”
“Ma voi due siete venuti qua insieme? No…vero?” chiese lui dubbioso.
“No” rispose Belle precipitosamente.
“Sì invece” ribattè Robert.
“No, lui è venuto qui con la sua fidanzata Regina”
Keith sorrise.
“Wow, congratulazioni per le elezioni!”
“Non è la mia fidanzata, ed io e Belle siamo venuti qua insieme”
Keith aprì la bocca incerto.
“Senti perché non vai a farti un giro eh? Io parlo un attimo con Belle e poi magari vi rivedete, magari anche no. Grande partita di baseball l’altra sera, comunque” disse Gold secco.
“Keith rimani qua. Davvero” disse Belle decisa.
“Ma…”
“Io e Belle dobbiamo parlare” ribadì Robert minaccioso.
“Amico non sapevo che voi foste insieme”
“NON SIAMO INSIEME”
“Bene, ora lo sai. Sparisci”
“Io…certo. Non voglio guai…ci…ci sentiamo Belle”
Scosse la testa alquanto turbato se ne andò.
A nulla servì che Belle lo richiamasse più volte.
In fondo nessuno si metteva mai contro Robert Gold.
La ragazza si girò inviperita contro Robert.
“Sei proprio un pezzo di merda” sibilò.
“Belle scusami, ma-“
“Vai a rovinare la serata a qualcun altro”
“Devo parlarti, davvero”
Belle lo guardò inespressiva, e in quel preciso istante Gold comprese appieno cos’avesse provato Regina circa un’oretta prima.
“Vai al diavolo Robert”
Lei si voltò e lasciò la palestra.
 
 
 
 
Regina crollò esausta con la testa appoggiata al lavandino, dopo aver buttato fuori tutto l’alcool che aveva in corpo.
Si tolse la corona e la buttò a terra.
Non aveva più niente.
Aveva perso Robert. Aveva perso tutto. Calde lacrime iniziarono a scorrere sulle sue guance.
Improvvisamente la porta si aprì.
Sulla soglia Emma Swan rimase completamente esterrefatta di fronte al pietoso spettacolo.
“Ma che diamine…”
 “Se ne vada” mormorò la mora.
“Regina…”
“Se ne vada”
“Ma…che cosa…” osservò le bottiglie vuote accanto al corpo della ragazza e capì.
“ESCA DA QUESTO CAZZO DI BAGNO!” Urlò Regina.
“Stai zitta o si accorgeranno tutti che se qua dentro”
“Non mi importa niente”
“Sì che ti importa. Regina, chiunque porti alcool all’int-“
“NON ME NE FREGA UN ACCIDENTI!”
“Smettila di urlare! Se ti trovano in questo stato finisci dritta dal preside”
“Voglio…andarmene” sussurrò l’altra.
“Stai tranquilla un secondo e spiegami cosa succede. Cosa ci fa la tua corona a terra?”
“Non la voglio” biascicò.
Emma si avvicinò, e la raccolse.
“Cosa succede?” ripetè.
“Non sono affari suoi”
“Lo sono, dal momento che sono una professoressa e tu sei ubriaca quando era stato severamente vietato di bere. Rischi grosso per questa storia, sono seria”
“Mi sospenda”
“Non sono qui per quello. Sono qui per aiutarti, ma devi collaborare”
Regina sollevò la testa. Il trucco colato, le lacrime, il viso distrutto.
“Nessuno vuole aiutarmi. Io sono sola”
Emma inclinò la testa.
“Perché dici così?”
“Perché è la verità”
“Hai vinto le elezioni. Hanno votato tutti per te, ti adorano, hai sentito gli applausi!”
“Fanno così solo perché hanno paura, lo dice anche…anche Robert”
“E chi sarebbe?”
“Il mio…ex ragazzo credo”
“Perché credi?”
“Credo…credo mi abbia lasciata”
Senza più riuscire a controllarsi crollò a terra accasciandosi contro il muro, piangendo a dirotto.
Senza dire nulla, Emma si avvicinò, si sedette accanto a lei, le passò un braccio intorno alle spalle e la abbracciò dolcemente.
Regina si lasciò andare, appoggiò la testa sul suo petto e singhiozzò forte.
“Non pos-posso tornare a casa così”
“Sssh…non ci pensare adesso”
“Mia ma-mamma, se le dico che lui mi ha lasciata…”
“Di cosa parli?”
“Mia madre si-si arrabbierà un sacco…”
Regina continuava a biascicare frasi sconnesse, e a piangere, mentre Emma le accarezzava i capelli. Cos’altro poteva fare?
Provava una gran pena per quella ragazza. 
Pochi giorni prima quando l’aveva incontrata in corridoio mai avrebbe potuto immaginare una simile reazione.
Era così sicura, spavalda, determinata…ma non vi era traccia di quella ragazza adesso, c’era solo una spaventata, triste ed insicura ragazzina in lacrime.
“Sai, si dice che anche se hai perduto un grande di amore, di amori è tutta piena la città”(**)
“Non sono…triste per quello”
“E per cosa sei triste?”
“Io…non lo so”
“Sei innamorata, è normale…”
Regina tirò su il viso, e si trovò a pochi centimetri da quello dell’altra.
Guardò quegli occhi turchesi così belli e luminosi, e si sentì al sicuro. Non sapeva cosa fosse quella sensazione. Era ubriaca, assonnata, confusa, triste, la testa pesava e girava, non era neanche sicura dell’identità della persona davanti a lei. Emma…Swan…? Una professoressa? Forse, ma non una sua professoressa.
Emma fissò il viso della giovane di rimando, e il mondo si fermò per un istante.
Poi Regina parlò.
“Non sono innamorata di lui. Non lo sono mai stata…ma…lui mi serviva”
“Come puoi dire che una persona ti serve?”
“Ne avevo bisogno…lo status!” spiegò Regina. Le pareva che fosse importante farglielo capire.
“Tu non hai bisogno di uno status. E hai già la tua corona”
Emma afferrò la corona, e guardando Regina negli occhi gliela poggiò sulla testa.
“Vedi?”
La mora singhiozzò forte e riprese a piangere sulle spalle dell’altra.
“Non valgo niente senza di lui. La gente ci temeva perché…insieme…”
“Smettila con queste scemenze.  Le persone non devono temerti. Devono volerti bene. E tu vali molto di più del tuo status…”
“Se lasciassi andare quello…tutti…si prenderebbero gioco di me”
“Sciocchezze”
“Lui…io penso che mi abbia tradita”
“Come mai lo pensi?”
“Me l’ha…detto una ragazza…bionda…”
“Se l’ha fatto significa che non ti merita”
“Non sono riuscita a tenermi stretto neanche uno straccio di fidanzato…come farò a tenermi strette tutte le altre persone?
E riprese a piangere forte.
Emma stava per replicare quando improvvisamente si udì un frastuono infernale fuori in corridoio.
Emma scattò in piedi, mentre Regina presa da un altro conato di vomito si raggomitolò vicino al water.
“Rimani qui, vado a vedere cosa succede”
Aprì la porta ed uscì in corridoio.
“Hanno spaccato la vetrata!” Sentì qualcuno urlare.
La vetrata vicino all’ingresso infatti giaceva rotta in mille pezzi a terra.
“CHE DIAVOLO SUCCEDE!” Urlò Booth uscendo dalla palestra.
Regina barcollò fuori dal bagno, si aggrappò ad Emma e guardò il corridoio.
“Qualcuno ha corretto il punch, i ragazzi sono impazziti, metà del corpo studentesco è ubriaco!” disse un altro professore sulla soglia della palestra.
Tre uomini indicarono due figure in fondo al corridoio, e si misero a correre verso di loro. I due scapparono.
Il preside Kingsley parlava con la professoressa Blanchard.
“Controllate i ragazzi, perquisiteli. Avevo detto niente alcool, ero stato chiarissimo su questo punto!”
“Preside, hanno visto Jones e la Glocke dell’ultimo anno versare qualcosa dentro il punch…”
“Portateli immediatamente nel mio ufficio”
Emma guardò Regina angosciata.
Se il preside la vedeva in quello stato…
 


 
 
"Ti prego Belle...aspetta"
Lei continuò a camminare spedita per il corridoio, con le guance in fiamme e gli occhi lucidi per la rabbia.
“BELLE TI SUPPLICO! Mi…mi dispiace per come mi sono comportato là dentro”
"Sai dove te lo devi ficcare il tuo dispiacere?"
Belle era esasperata, quella storia la stava sfinendo.
Lui si bloccò e si strofinò le mani sui pantaloni con fare imbarazzato e terrorizzato.
"Tu mi interessi”
“Ne ho avuto una brillante dimostrazione poco fa. Sei stato carino a rovinarmi la serata, davvero gentile e soprattutto di classe”
“Non…non avrei dovuto. Ti supplico, mi dispiace, dopo andiamo a cercare Keith insieme se vuoi, ma io devo parlarti”
“ALLORA PARLA!” Urlò Belle.
Gold respirò a fondo.
“Tu mi piaci”
“Questo me l’hai detto un centinaio di volte”
“Nel senso che…mi piaci davvero. Mi piaci molto, e questa cosa…mi ha un po’ stordito. Non...ho saputo come reagire, non me l'aspettavo e non mi era mai successo prima”
Belle rimase in silenzio e deglutì, cercando di mantenere un poco di autocontrollo.
Non sapeva se scoppiare a piangere, prenderlo a pugni o baciarlo.
"Tu ehm...dovresti dire qualcosa adesso"
"Noi..ne abbiamo già parlato...non ci posso fare niente. Tu sei fidanzato, e sei uno dei ragazzi più popolari della scuola, mentre io sono una sfigata come i tuoi amici sono così gentili da ricordarmi più o meno ogni giorno"
"Non mi interessa quello che dicono loro"
"Sì che ti interessa, sennò le cose sarebbero diverse!"
"Lo saranno! Perfavore...non mi importa di tutte queste stronzate io voglio  avere una...possibilità con te, è l'unica cosa a cui tengo veramente"
"Senti, so bene a cosa andrei in contro dicendoti di sì, ci sono già passata, e non sono interessata a...stare male, e a passare il resto del mio ultimo anno a rimanerci di merda ogni volta che non mi presenti ai tuoi amici perchè ti vergogni di me, o chissà che altro"
"Non lo farei mai"
"Dici così ma sai che non potresti mantenere le tue promesse”
"Non riesco a pensare a nient'altro da quando ci siamo baciati in biblioteca…e in bagno…e…non riesco a pensare a nient’altro e basta"
Belle chiuse gli occhi e respirò profondamente.
"Mi piaci anche tu, lo sai, non ho intenzione di fingere. Ma lasciatelo dire…sei tossico. Come la tua ragazza. Siete due persone tossiche, voi fate del male a voi stessi, e a quelli che vi stanno intorno. Siete fatti per stare insie-"
"NON VOGLIO STARE CON LEI!"
"NON SONO AFFARI MIEI! LASCIALA ALLORA! FAI QUELLO CHE VUOI CON LA TUA VITA, MA LASCIAMI ANDARE AVANTI CON LA MIA!"
"L’ho già lasciata. Poco fa”
Un ragazzo uscì da un’aula là vicino, li guardo in modo interrogativo e chiese:
"Tutto bene? Mi sembrava di aver sentito urlare..."
"Sparisci. Fuori dalle palle. ORA" disse Gold minaccioso con tono che non ammetteva repliche.
Belle sbuffò:
"Era necessario rispondergli così?"
"Ne avevo voglia"
"E ti pare un buon motivo?"
"Abbastanza"
"Uno delle tante ragioni per cui non vorrei mai stare con te"
"Il fatto che risponda male alle persone?"
"Il fatto che tu pensi di poter fare quello che vuoi con chiunque. Delirio di onnipotenza"
"Non è così. Non mi conosci"
In corridoio si sentirono dei passi.
Un gruppetto di ragazzine ubriache uscì da un bagno e si lanciò in una classe.
"Scusa se ti ho urlato contro comunque"
"Ho urlato anche io, perciò siamo pari"
Belle esitò un attimo.
"Hai davvero lasciato Regina?"
Gold rimase zitto.
"Robert...l'hai lasciata?"
"Io…l’ho mandata a quel paese dopo che ha…detto che il tuo bouquet faceva schifo"
Belle rimase immobile.
In lontananza si sentì la musica dalla palestra.
 
I spend my whole life hiding
my heart
away (4)
 
“Belle…”
“No”
“Ho…appena lasciato Regina! Pensaci!”
“Appunto! L’hai appena lasciata e vieni da me e pretendi…non lo so…che cada ai tuoi piedi?”
“NON VOGLIO CHE TU CADA AI MIEI PIEDI! VOGLIO SOLO UNA DANNATA POSSIBILITA’! PERCHE’ NESSUNO CREDE MAI CHE IO POSSA ESSERE UNA PERSONA MIGLIORE?”
In preda alla rabbia prese la sua fiaschetta e senza pensarci la lanciò contro il muro.
Sbagliò completamente mira, e la fiaschetta finì dritta sulla vetrata dell’ingresso.
Accadde l’impensabile.
Il piccolo bolide colpì esattamente il centro della vetrata, che con un frastuono incredibile esplose in mille pezzi.
Belle arretrò spaventata, mentre il vetro crollò inesorabilmente a terra.
Un sonoro silenzio seguì il frastuono.
Un vento gelido entrò e scompigliò i capelli di Robert, che era rimasto immobile e a bocca aperta.
“Porta puttana. Sono morto” disse incredulo.
“Come hai potuto fare una cosa del genere” mormorò Belle.
“Io…ho sbagliato mira…”
“Sei proprio un coglione” disse lei fissando il disastro tra l’incantato e l’orripilato.
“Sì...Regina me lo diceva sempre”
E poi…
Voci nel corridoio. Voci concitate.
Belle e Gold si girarono di scatto, appena in tempo per vedere tre professori uscire dalla palestra e correre contro di loro.
“MERDA” Urlò Robert.
Belle non ci pensò due volte, gli prese la mano ed iniziò a correre.
“Prendete quei due!” sbraitò qualcuno dall’altra parte del corridoio.
“CORRI!” Strillò Belle.
Corsero più veloci del vento, senza pensare a niente, e riuscirono ad uscire dalla porta principale.
Il destino però è davvero crudele a volte e si prende gioco delle persone in modo perfido e subdolo.
Robert, considerevolmente sbronzo, inciampò e rovinò a terra con violenza sui detriti della vetrata.
“PORCA DI QUELLA MISERIA” Ululò.
“Gold!” Belle si chinò vicino a lui, che si teneva il ginocchio con una smorfia di dolore sul viso.
“Gold togli quella mano, fammi vedere”
“Belle vai, se ti beccano finisci nei casini” disse lui digrignando i denti per il male.
“Ci sono già nei casini” disse lei concitatamente  “Fammi vedere quel dannato ginocchio!”
Gli strappò con violenza le mani dalla gamba.
“Cazzo” mormorò.
Il pantalone era lacerato, e svariati pezzi di vetro (uno enorme in particolare) si era infilati appena sopra la rotula.
Sangue rosso vivo scorreva giù per la gamba.
“Non è niente, veramente, guarda è un taglietto”
“Stai zitto, ora ti tolgo quel pezzo di vetro grosso e ce ne andiamo da qui, andiamo in ospedale”
Le voci si facevano vicine.
“Ascoltami, non c’è tempo, vattene, mi prenderò una punizione per quello che ho fatto, non sarà niente di terribile”
Belle si alzò e vide il signor Booth e altri due professori correre loro incontro.
Guardò la strada.
Era buio, forse non l’avevano riconosciuta. Poteva ancora scappare ed evitare la ramanzina, la punizione, la sospensione e chissà quant’altro.
Poi guardò Robert che in quel momento cercava di togliersi il vetro dal ginocchio, con mani tremanti e piene di sangue.
La strada era davvero così vicina…poteva chiamare un taxi…
Gold le biascicò qualcosa che suonava tanto come un “muoviti stupida”.
Sospirando esasperata si inginocchiò vicino a lui e con un gesto deciso iniziò ad aiutarlo.
“Belle…”
“Stai zitto e non farmene pentire…” sussurrò decisa.
“NON MUOVETEVI. COL CAVOLO CHE CI SARA’ UN ALTRO BALLO PER VOI DUE! RAZZA DI PICCOLI DELINQUENTI…!” Urlò Booth.
“Belle, vai, ti supplico…”
Lei gli prese la mano, lo guardò dritto negli occhi con determinazione e disse:
“O insieme, o niente”
 
 
 
 
 
 



 
 
 
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(*) Keith è lo sceriffo di Nottingham. Per chi non se lo ricordasse, è quel mascalzone che si è pappato Lacey nella 2x19.
(**) E' una frase di David Bowie, non mia. Però mi piace molto, è un po' il mio motto!

1) Red roses for a blue lady - Dean Martin
2) Primadonna Girl - Marina and the Diamonds
3) Fluorescent Adolescent - Arctic Monkeys
4) Hiding my heart away - Adele 
 
Dearies, eccomi qua.
Innanzitutto mi scuso se il capitolo è eccessivamente lungo, ero davvero indecisa se tagliarlo in due…ma non avrei saputo come/dove farlo, perciò ho deciso di tenerlo intero.
Poi ve lo dico, è stato un parto.
Non ho idea di come sia venuto, spero semplicemente che vada bene perché era davvero complesso gestire tutte le storyline in un solo capitolo.
Ho rischiato di impazzire, ma alla fine ce l’ho fatta.
Che dire…è un po’ una svolta, e ho lasciato in sospeso diversi cliffhanger…diciamo che qui si conclude la prima parte della mia FF e ne inizia una completamente nuova!
Le canzoni che ho assegnato sono quelle che ho ascoltato (in loop) scrivendo, perciò se avete voglia potete provare a leggere ascoltandole pure voi (leggete tra le righe: SIETE OBBLIGATI A SENTIRLE!), perché secondo me rendono molto (sì, sono una fanatica di questi dettagli pseudo-cinematografici da scena+musica)
E basta.
Spero vi sia piaciuto, ringrazio tutti quanti per recensioni, per aver inserito la storia nelle seguite…insomma, grazie!
Stay tuned
Seasonsoflove
   
 
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