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Autore: Cat in a box    30/01/2014    1 recensioni
Yuki Kuroi, attuale luogotenente della Quinta compagnia, si sentiva inadeguata a ricoprire quel ruolo che un tempo era appartenuto alla sua migliore amica d’infanzia. Quando era rientrata alla Soul Society, nulla era più come prima: tre capitani avevano disertato e la Camera dei Quarantasei non esisteva più. Le brigate erano state riorganizzate in breve tempo e ora, una nuova minaccia che portava il nome di Arracar era comparsa sulla Terra. Una guerra è alle porte e una vendetta deve compiersi, ma nessuno sa, che tutto questo è solo un piano di Aizen per posare le mani su qualcosa di più prezioso. Qualcosa che solo Yuki può custodire e proteggere, ma riuscirà a non piegarsi alle sue minacce? Anche quando i suoi amici non saranno più con lei, quando sarà sola, abbandonata nella fredda Las Noches, in balia di un cinico carceriere? 
Pairing: [Ulquiorra Schiffer x Nuovo personaggio] e [Ukitake Jushiro x Hinamori Momo].
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinamori Momo, Hitsugaya Toushirou, Nuovo personaggio, Schiffer Ulquiorra, Sosuke Aizen
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Mukasi no Hikari – The Rise of the Guardian Spirit'
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Scusate il ritardo! Ho dovuto posticipare di qualche dì la pubblicazione, perché avevo 3 esami in una settimana e sono arrivata off-limits! x__x Non ho avuto molto tempo per riguardare gli errori, se ne trovate qualcuno, non abbiate paura di segnalarmelo! Anche se da oggi, affiderò la correzione dei capitoli al mio fidato beta-reader, nonché la Secsta Espada! ^o^
 
Grimmjow: Io? Ma se sono quasi analfabeta! Non potevi chiederlo ad Aporro che ha una trentina di lauree? u.u
 
Aporro: Mi avete chiamato? *entra in tutù rosa facendo una piroetta*
 
Grimmjow: Perché ti sei conciato così? *sguardo orripilato*
 
Aporro: E io che ne so? *fa un’altra piroetta* È lei che mi manovra come vuole! *indica la sottoscritta*
 
Autrice: Io non faccio proprio niente… *sorseggia una tazza di camomilla con aria disinvolta*
 
In tanto, nelle profonde viscere nell’inconscio dell’Autrice…
 
Es: Che cosa facciamo stasera?
 
Super-Io: Quello che facciamo tutte le sere, amico mio… tentare di conquistare il mondo! – uhahahahahau!
 
 

 
Capitolo 6. Addio, Karakura… e addio, Soul Society!
 

I rami spogli del ciliegio parevano lunghi e nodosi artigli che si proiettavano verso il cielo, cingendo la Luna piena in una morsa creata dalle loro grinfie. Il vento soffiava gelido, scotendo leggermente qualche ramo e facendo prendere vita per un istante, a quella natura morta che mi si parava davanti agli occhi in modo agghiacciante.
 
Sospirai.
 
Avanzai qualche passo e sentii il crepitìo della neve che calpestavo sotto i piedi scalzi: una neve nera come fuliggine, che aveva dato vita a un’immensa distesa di oscurità.
 
Poi, in mezzo a tutto quel buio, vidi con sorpresa una figura bianca fare capolino e voltarsi verso di me. Sentii il fiato mozzarmisi in gola. – È lui! Non può che essere lui! – pensai esultante, correndo nella sua direzione.
 
«Shiroi!» gridai «Shiroi! Ti prego… dimmi come fare a uscire da questa oscurità!»
 
Mi fermai a pochi passi e lo vidi sollevare lo sguardo su di me. Mi guardò con aria di sufficienza e prima di svanire, pronunciò nuovamente l’omonima frase.
 

«Sei tu padrona di questo mondo, solo tu puoi salvarlo dall’oscurità che lo sta affogando.»
 
«Io… io non so come fare, per favore… non mi abbandonare!» cercai di trattenere alcune lacrime, prima di lasciarmi crollare a terra e avvertire la fastidiosa sensazione che qualcosa mi stava ancora avvinghiato al braccio.
 
«Non otterrai mai quel bankai…» ghignò l’ombra, questa volta mostrando un paio di vispi occhietti rossi, insieme alla solita fila di denti acuminati «… finché continuerai ad avere paura, io potrò alimentarmi della tua reiatsu e prendere forma. Il Demone Bianco non può venire a salvarti, lui ti ha abbandonata.»
 
«Sta zitto.»
 
«Tsk! Non dirmi quello che devo fare.»
 
«Questo è il mio mondo, con le mie regole e sono io che decido!»
 
«Ah sì? E allora perché non riesci a mandarmi via?»
 
Rimasi interdetta.
 
«Vedi? Sei così debole che Shiroi Akuma si rifiuta di prendere ordini da una sciocca ragazzina come te.» l’ombra rise di nuovo.
 
«Sta zitto sottospecie di schifosa sanguisuga!» tentai di scrollarmelo di dosso.
 
«Mi sa che mi divertirò molto con te, Yuki… » allargò un sorriso inquietante «… divorerò lentamente i tuoi poteri e poi mi nutrirò della tua reiatsu, fino a prosciugarla
 
La sua risata iniziò ad echeggiare in ogni angolo della mia anima.
 

 
 
Mi svegliai di soprassalto.
 
La stanza era inondata dalla luce della Luna e un vento tiepido stava soffiando contro le tende di lino, sollevandole. Sentii alcune goccioline di sudore scendermi lungo la schiena.
 
Mi afferrai la testa tra le mani e cercai di svuotare la mente da ogni pensiero.
 
«Era solo un incubo… » mi voltai verso la zanpakuto che avevo appoggiato vicino al futon e vidi un debole lembo di reiatsu defluire dalla spada.
 
– Ancora quella strana ombra… - osservai preoccupata lo strano fenomeno.
 


 

Il mattino seguente, dopo le solite lotte per la presa in possesso del bagno, l’aiuto a Tessai per spostare alcuni pesanti scatoloni in magazzino e i costanti battibecchi tra Jinta e Renji a pranzo, decisi di saltare per quel giorno gli allenamenti con Urahara e di prendermi una pausa per andare a trovare Shiro-chan e Rangiku a casa di Orihime.
 
Quando arrivai, trovai soltanto Toshiro in casa. Mi spiegò che Inoue era andata a scuola quel giorno e che Rangiku, per ovvie ragioni, l’aveva seguita con lo scopo di proteggerla da un eventuale attacco.
 
«E tu perché sei rimasto qui da solo?» gli domandai sull’uscio, trovando l’albino col morale sotto i piedi. Toshiro mi fece entrare in casa e ci accomodammo in soggiorno.

Poi, dopo un lungo sospiro, decise di vuotare il sacco.
 
«Ho parlato con il comandante generale questa mattina...» disse con tono mortalmente serio, tanto da farmi preoccupare di chissà quale cataclisma che avrebbe causato l'imminente fine del mondo «… Ukitake, Shunsui e Kurotsuchi hanno indagato tra gli ultimi file trafugati da Aizen alla grande biblioteca spirituale…»
 
«E cosa hanno scoperto?» domandai impaziente.
 
«Stava cercando il modo di costruire la leggendaria chiave per entrare nella sala del trono del Re Spirito. È pensabile che voglia ucciderlo e prenderne il posto.»
 
«Ma questo è assurdo!» ribattei scettica «Anche se trovasse il modo di creare quella chiave, poi come fa a sapere dove si trova la sala del trono? Si dice che sia in un’altra dimensione e che solo la divisione zero ne conosca le coordinate, no?»
 
«In ogni caso, non deve avere quella chiave ed è probabile che quello che stia cercando, si trovi in questa città.»
 
 
D’un tratto fummo interrotti da un ronzio che proveniva dalla stanza affianco.
 

«Che cos’è?» chiesi stralunata.
 
«Ho fatto installare una linea di emergenza per le telecomunicazioni e tenerci in diretto contatto con la Soul Society.» spiegò Toshiro, avviandosi verso la stanza da cui proveniva il ronzio.
 
Lo seguii, entrando nella camera e notando l’enorme televisore che occupava un’intera parete. – Il gusto per l’orrido di Kurotsuchi non si smentisce mai… - pensai, osservando la tetra cornice di carne, ossa e vasi sanguigni che contornava lo schermo.
 
Di punto in bianco, sullo schermo comparvero le figure di Ukitake Jushiro e Hinamori Momo.
 
 
«Hina-chan!» gridai contenta dalla sorpresa, sorridendo all’amica che mi stava guardando dall’altra parte dello schermo.
 
«Ragazzi! Come state?» chiese lei di rimando, mentre i suoi occhi si stavano riempiendo di lacrime dalla felicità di vederci.
 
Sembrava stare meglio rispetto a come l’avevamo lasciata. Il suo aspetto generale non era più pallido ed emaciato, ma era roseo e vivo. E poi, tutti e due, notammo che era in grado di reggersi in piedi e camminare; segno che la ferita inferta da Aizen era guarita.
 
Prima della nostra partenza, Toshiro aveva chiesto a Ukitake di prendersi cura di lei e ovviamente da buon filantropo che era, aveva accettato. Era incredibile come fosse riuscita a riprendersi così in fretta! Sembrava che l’ombra lasciata da Aizen si fosse dileguata e il suo umore fosse migliorato notevolmente.
 

Per un po’ parlammo del più e del meno.
 
Ukitake era rimasto con le spalle appoggiate allo stipite della porta, con un sorriso appena abbozzato e l’aria rilassata, se ne stava in allerta a controllare che nessuno ci scoprisse. Toshiro, al contrario, si stava agitando per il fatto che se Yamamoto fosse venuto a sapere che usavamo una linea d’emergenza per queste frivole chiacchierate, non si sarebbe di certo risparmiato di farci il terzo grado.
 
Beh, sentire come stava la mia migliore amica, per me, era una questione urgentissima!
 
 
«Ehi Yuki-chan!» vidi Hinamori estrarre qualcosa dalla manica del suo kimono «Yachiru mi ha dato questa e ha detto che è per te!» disse sogghignando, avvicinando alla schermo una fotografia.
 
Era la foto di un bambino paffuto dell’età di circa sei mesi, mentre faceva il bagnetto come-mamma-l’aveva-fatto attorniato da alcune paperelle e da un mare di schiuma. I capelli erano bruni e gli occhi di un familiare grigio cenere.
 
«N-non mi dirai che… q-quello lì è…» le mie mani iniziarono a tremare inspiegabilmente.
 
«È una foto di Byakuya da piccolo!» chiocciò lei.
 
Mi sentii avvampare la faccia e poi, come di consueto, iniziai a perdere sangue dal naso come un rubinetto aperto. – Ci risiamo… - pensai esasperata, portandomi una mano al naso e frugando nelle tasche del mio hakama un fazzoletto.
 
«Tieni.» l’albino mi porse il suo fazzoletto di stoffa, con aria un po’ irritata.
 
«Scusa, hai detto che quella foto te l’ha data Yachiru?» domandai, quando sentii affluire un po’ di sangue al cervello e portare un po' d'ossigeno.
 
«Sì.»
 
«Come fa a sapere di Byakuya!?» mi allarmai.
 
«Tranquilla Yuki-chan, a parte noi quattro, nessuno sa della tua cotta.»
 
«Noi… quattro?» ripetei, inclinando la testa da un lato e guardando di traverso la mora.
 
«Beh… adesso lo sa anche il capitano Ukitake.» asserì lei quasi con un fil di voce, abbassando lo sguardo e scontrando gli indici.
 
«Tranquilla Yuki-chan!» interferì il suddetto che era stato appena tirato in causa, stirando le labbra in un largo sorriso di circostanza «Non dirò a nessuno che hai una cotta per Byakuya!»
 
«Dannazione Hina-chan!» mi avvicinai allo schermo bisbigliando, mentre Toshiro mi guardava con esasperazione e 
in modo quasi teatrale si portava  una mano per coprirsi la faccia «E se poi lo viene a sapere anche Shunsui, sai che sarà la fine della mia reputazione?»
 
«E non ti preoccupi di Yamamoto?» sbottò Toshiro, ormai rassegnato ai nostri sproloqui.
 
«Ma no, suvvia!» riprese Hinamori «Il capitano non potrebbe mai rivelare il tuo segreto a Shunsui…» lanciò un’occhiata di sbieco all’uomo argentato dietro di lei, cercando di ottenere la sua approvazione.
 
In quel momento, mi parve di vedere Jushiro sbiancare più del solito e mi preoccupai che ci fosse una qualche correlazione a un certo segreto non mantenuto, invece, diede dei colpi di tosse così violenti che tutti fummo costretti a rivolgere a lui la nostra attenzione.

 
«Scusate…» mostrò le mani sporche di sangue «… non credo di sentirmi bene.» disse, quasi con la stessa disinvoltura di uno che ti fa notare di avere una foglia d’insalata incastrata fra i denti dall’ora di pranzo.
 
«Jushiro!» Hinamori si precipitò ad aiutarlo a reggersi in piedi.
 
«Forse ho solo bisogno di riposarmi un po’…» continuò a sorridere per sdrammatizzare la situazione, nonostante avesse un aspetto davvero inquietante in quel momento: il suo haori era tutto imbrattato di sangue e persino alcune ciocche di capelli non erano state risparmiate da alcuni schizzi.
 
«Ci sentiamo appena possibile!» disse Hina-chan, poco prima che la conversazione si interrompesse.
 
Lo schermo ritornò nero.
 
 
Toshiro si voltò verso di me, con un punto interrogativo stampato sulla faccia.

«Jushiro? Come può rivolgersi a un capitano usando il suo nome?» brontolò un attimo dopo.
 
Non mi era di certo sfuggita la confidenza che aveva con il capitano della Tredicesima divisione ed era un fatto estremamente insolito, dato che Hinamori non era di certo quel tipo di persona da scavalcare la differenza di grado tra un superiore e un subordinato, specie se di un’altra brigata, permettendosi di chiamarlo per nome.
 
– Qui gatta ci cova! – pensai sospettosa, mentre Toshiro mi squadrava in attesa di una spiegazione.
 
«Mi dispiace Shiro-chan, ma sei ancora troppo giovane per comprendere il complicato universo femminile.» lo provocai trattenendo una risata, prima di ricevere come risposta una specie di brontolio sommesso di cui recepii un – …non mi interessano queste cose… - .
 
Ero contenta per Hinamori. 
 
 

 
 

 
 
Erano trascorse circa tre settimane dall’ultimo attacco da parte degli Arrancar e l’autunno si stava affacciando timidamente su Karakura, tingendo le chiome degli alberi di colori caldi e accorciando le ore di luce durante il giorno. Forse, si trattò di pura coincidenza o forse, si trattò più probabilmente di una serie combinata di casi, quando una domenica di Ottobre, accettai di farmi trascinare da Rangiku in centro città per una giornata all’insegna dello svago (così l'aveva chiamata lei).
 
In realtà, la motivazione principale era stata dettata da un disperato bisogno di staccare dai numerosi problemi che mi stavano circondando in quel periodo. Avevo bisogno di distrarmi dagli scarsi risultati che stavano producendo i miei allenamenti e dai costanti incubi che ogni notte mi privavano del sonno e a testimonianza di questo, quel giorno, due aloni violacei circoscrivevano le zone sotto agli occhi.
 
Insomma, se non fosse stato per tutta una serie di circostanze che mi avevano spinta quasi sull’orlo dell’esasperazione, non mi sarei mai arrischiata di farmi trascinare in ogni negozio di abbigliamento da Rangiku, a provare un vestito più scollato e indecente dietro l’altro!
 
 
«Avanti Yuki-chan!» cinguettò la bionda fuori dal camerino «Non fare la timida e fatti vedere!» la sentii soffocare un risolino, mentre mi stavo provando un vestito attillato con un decolté piuttosto vistoso.
 
«Ma è indecente!» brontolai.
 
«Dai, fatti vedere!» insisté.
 
«Non ci penso proprio… adesso me lo tolgo subito.» annunciai.
 
«Conto fino a cinque…» minacciò Rangiku «… poi sfonderò la porta.» disse, iniziando il conto alla rovescia. Il commesso del negozio osservò la scena visibilmente preoccupato.
 
«Rangiku-san, non stai esagerando un po’ troppo?» chiese Inuoe, anche lei leggermente nervosa per l’attenzione che stavamo attirando.
 
«Va bene… ok!» sbuffai, uscendo dal camerino di malavoglia con quel vestito addosso, cercando di sistemarmelo in modo che coprisse il più possibile le mie nudità.
 
Rangiku allargò la bocca in un sorriso a trentadue denti e alzò un pollice in segno di approvazione. Il commesso svenne in quel preciso istante, ma a nessuno importò. La rossa mi squadrò per qualche istante con aria indecisa, poi azzardò a dir la sua nel modo più gentile possibile.
 
«Forse… forse è un po’ troppo scollato?» osservò, continuando a mantenere il contatto visivo sull'abbondante scollatura del vestito.
 
«Te l’avevo detto che era indecente!» sbraitai alla bionda, tornado dentro il camerino per infilarmi i miei vestiti, che senz’altro erano più comodi e sobri.
 
«Eddai! Stavi così bene!!» replicò Rangiku, scontenta.
 
 
Dopo diverse ore di shopping selvaggio, decidemmo di intrufolarci in una tavola calda suggerita da Inoue e presto, ci ritrovammo davanti a una tazza fumante di tè e a una porzione abbondante di cream pie.
 
Rangiku si era seduta davanti a noi e aveva occupato un’intera poltrona con tutti i suoi acquisiti, contenuti in un trilione di buste colorate sparse qua e là. Aveva comprato almeno una cosa in ogni negozio che avevamo visitato. E dire che dovevo essere io la maniaca ossessiva-compulsiva di abbigliamento! Ma con tutti gli abiti indecorosi che Rangiku mi aveva propinato per tutto il primo pomeriggio, avevo perso ogni attrattiva di acquistare qualcosa.
 
Inoue, al contrario, aveva preso qualcosa per Ichigo.
 
Non pensava mai a sé stessa, sembrava che ogni cosa vorticasse attorno a quel ragazzo e la cosa triste, era che quella testa di legno non la degnava nemmeno di uno sguardo. Era una ragazza carina, con le curve al punto giusto e dall’animo altruista.

– Vai a capire cosa vogliono i ragazzi d’oggi… - iniziai a sognare ad occhi aperti un certo capitano, mentre assaporavo il quarto boccone di cream pie e mi gustavo la crema al burro che si scioglieva sul palato.
 

In quel preciso istante, mi sentii investire da una fortissima reiatsu, tanto che mi fece andare di traverso il boccone di torta.
 
«Tutto bene, Yuki-san?» mi chiese preoccupata la rossa, dandomi delle leggere pacche sulla schiena.
 
«Sto bene…» biascicai, mandando giù il boccone.
 
Sentii ancora quella spaventosa reiatsu e sembrò che si stesse avvicinando a noi.

Rangiku non dava segni di vita. Era stesa sul tavolino a faccia in giù con aria sofferente per via di una indigestione. Aveva mangiato ben quattro porzioni di torta alla crema!

Cercai di mantenere per un attimo la calma e aprii lo schermino del cellulare, notando che non mandava alcun segnale.
 
– Dannazione! Avrà azzerato la reiatsu per non farsi stanare… - intuii, richiudendo lo schermino del telefono.
 
«C’è qualcosa che non va?» domandò la rossa, guardandomi preoccupata. Rangiku sollevò la testa per un attimo, giusto per rendersi conto anche lei di quello che stava succedendo.  
 
«C'è un Arrancar. Riesco a percepire la sua reiatsu, ma il dipartimento scientifico non mi dà segnale. Dobbiamo andarcene da qui!»
 
Lasciai una manciata di banconote sul tavolo per saldare il conto e poi iniziai ad avviarmi rapidamente verso l'uscita, trascinandomi dietro sia Rangiku che Orihime.
 

«I miei acquisti!» protestò la bionda.

 
«Tornerai a riprenderle più tardi, adesso dobbiamo allontanarci da qui. C’è troppa gente!» la trascinai fuori dal locale e iniziammo a correre per la strada affollata.
 

«Inoue! Conosci un posto dove non va mai nessuno?» domandai. Se i miei presentimenti fossero stati giusti e l’Arrancar ci stava braccando, non avrei voluto che venissero coinvolte delle persone, come era successo la prima volta.
 
«Lungo il canale del fiume non c’è mai nessuno a quest’ora, credo...» mi informò un po' incerta.
 
«Portaci lì!» ordinai.
 
La rossa iniziò a farci strada tra la folla di gente e facendoci passare per un labirinto di vicoli e strade. Dopo circa una decina di minuti di corsa ininterrotta, Rangiku era pronta per sputare fuori un polmone, ma almeno avevamo raggiunto i sobborghi di Karakura.

Ci fermammo dalle parti di uno spiazzo per i pescatori, accanto al canale del fiume.

Mi guardai intorno con aria circospetta e levai un sospiro di sollievo quando mi accorsi che a parte noi, non c'era nessuno nei dintorni. Questa volta, non avremmo coinvolto nessun umano nel combattimento.


«Lo senti ancora?» irruppe Rangiku, che stava ancora boccheggiando, mentre si stringeva la milza per la probabile fitta.
 

«Ti devi un po' rimettere in forma, Rangiku-san!» le feci l'occhiolino.

Mi guardai intorno e cercai di focalizzarmi sulla reiatsu dell'Arrancar. Potevo sentire le onde emesse dalla sua debole aura e vedere il cielo oscurarsi all'orizzonte. Molto probabilmente, ci aveva già individuate e ci stava raggiungendo.


Una improvvisa folata di vento si levò sopra le chiome degli alberi.


«Ci ha trovate.» preannunciai. 
 
Quasi simultaneamente, si materializzò col sonido l'Arrancar che si stava braccando.


Rimasi sorpresa quando riconobbi subito il suo volto. Lo avevo visto circa un mese prima, accompagnato da quel grosso energumeno che aveva risucchiato le anime degli abitanti, senza alcuna pietà. Il suo aspetto sembrava quasi surreale.
 
La carnagione era pallidissima. Due linee verticali scendevano dagli occhi, terminando oltre il mento, sottile e affilato. Metà del capo era coperto dalla maschera Hollow e ciocche corvine scendevano ai lati del viso. Gli occhi, questa volta riuscii a vederli da vicino, e constatai la pupilla a forma di sottile linea verticale. Attorno a lui, aleggiava un’aura nera con un debole contorno verde. Era qualcosa di spaventoso da percepire, perché sembrava che la stessa aura fosse capace di trasmettere una pallida sensazione di frustrazione. Non era la stessa che avevo finora percepito dai suoi compagni, qualcosa mi allertava che non si trattasse di un semplice Arrancar...
 
 
– Questo è un Espada! – intuii.
 
 
«Rangiku! Orihime!» mi voltai verso di loro, ragionando in fretta su cosa dire. Se avessi detto loro che si fosse trattato di un Espada, Rangiku non sarebbe corsa ad avvisare gli altri, ma sarebbe rimasta ad aiutarmi e nessuno avrebbe protetto Inoue.
 
Non mi restò altro da fare. «Allontanatevi e avvisate gli altri!»
 
«Sì.» disse di rimando la bionda non sospettando nulla, afferrando per la vita Inoue e allontanandosi a tutto shunpo dal campo di battaglia.
 
 
L’Espada non aveva fatto ancora una piega, era rimasto lì a fissarmi, in silenzio, con quello sguardo freddo e calcolatore. In quel momento, mi domandai quante possibilità avrei avuto contro di lui? Avevo perso i miei poteri da quando il Demone Bianco era svanito e non potevo scagliare nessuna offensiva potente. Solo lo scudo avrebbe potuto salvarmi; ma non lo potevo utilizzare finché non mi avrebbe attaccata.
 
«Che numero sei tra gli Espada?» ruppi il silenzio, cercando di prendere tempo per decidere come attaccarlo.
 
Notai le sue ciglia incurvarsi leggermente, in una specie di espressione di sorpresa. Che non si aspettasse che me ne sarei accorta?
 
«Sono la Cuarta Espada…» rispose atono «… Ulquiorra Schiffer.»
 
«Io sono il luogotenente della quinta brigata, Yuki Kuroi.» uscii dal gigai brandendo la zanpakuto «Teru, Mukasi no Hikari!» al comando, la lama si irradiò di un languido rosso scarlatto. 
 
«Non sono venuto per combattere…» disse d’un tratto «… sono venuto qui con l’ordine di portarti da Aizen-sama a Hueco Mundo.»
 
Il mio cervello si bloccò sull’ultima parte della frase. Aizen aveva ordinato, a un Espada, di portarmi a Hueco Mundo?
 
– Mi vuole come ostaggio! – dedussi.
 
Aizen era a conoscenza della posizione che rivestivo e sapeva della mia amicizia fraterna per Toshiro, capitano della decima divisione. Probabilmente, sperava che rapendomi, Toshiro avrebbe ceduto a qualunque ricatto pur di salvarmi. Furbo, ma non troppo.

 
Impugnai l’elsa a due mani.
 
«E immagino che dovrei seguirti di mia spontanea volontà, senza opporre resistenza, giusto?»
 
«Esatto.» rispose semplicemente Ulquiorra, affondando le mani nelle tasche del suo hakama bianco e non scomponendosi minimamente.
 
«Non verrò con te da nessuna parte, né ora né mai, e ora combatti!» mi scagliai su di lui con un fendente diretto, ma fu troppo tardi quando mi accorsi di aver commesso un errore fatale.
 
L’Espada bloccò l’offensiva senza difficoltà, trattenendo la lama con una mano soltanto e stringendola al punto da frantumarla. Mi rimase in mano solamente l’elsa. Senza troppi complimenti, approfittò della mia distrazione per assestarmi un pugno allo stomaco, ma riuscii a intercettarlo in tempo per scansarmi di lato con lo shunpo.
 
– Ci è mancato poco… – indietreggiai, pensando in fretta a qualche soluzione. Non potevo sperare di batterlo in uno scontro corpo a corpo e la Mukasi no Hikari era spezzata. La mia ultima risorsa era il kidou.
 

Mi portai a distanza e assunsi la posizione per lanciare l’incantesimo. Avevo avuto la fortuna di allenarmi insieme a Hinamori all’accademia e lei era rinomata per essere la più brava della classe a utilizzare le tecniche kidou. Non l’avrei delusa.
 
«Spruzzato sulle ossa della bestia! Torre, cristallo rosso, anello di acciaio. Muoviti e diventa vento, fermati e diventa calma. Il suono di lance da guerra riempie il castello vuoto!»
 
Una forte onda di luce dorata si scagliò contro l’avversario. Nessuno poteva uscirne senza un graffio da una tecnica kidou di livello 63 lanciata con l'incantesimo e l’onda che riuscii a lanciare, fu anche di cospicue dimensioni.
 
L’impatto provocò un suono sordo. L’energia esplose contro l'obiettivo, sollevando una nube di polvere tale, che per un attimo inghiottì l’avversario.
 
Quando la nube si diradò, vidi Ulquiorra fare capolino dalla polvere, illeso e incolume. Era riuscito a fermare una tecnica kidou di alto livello!  
 

Comparve un istante dopo col sonido, a qualche metro da me.
 

«È tutto inutile, shinigami.» disse «Non hai la forza di combattermi.» assottigliò lo sguardo e vidi le pupille ridursi a due spilli «E adesso vieni con me, shinigami. Non parlare. L’unica parola che ti è permessa è ‘sì’, qualsiasi altra cosa tu dica è morte, non per te, ma per i tuoi compagni.»
 
«Tsk! Tu sei da solo, mentre i miei amici sono in sette… anche se sei un Espada, da solo non uccideresti nessuno di noi!» 
 
«Io non sono solo.» ribatté, fissandomi con lo stesso sguardo di superiorità che mi aveva rivolto la prima volta che lo vidi.
 
– Cosa!? – sgranai gli occhi turbata.
 
«Con le tue capacità di leggere le reiatsu, non ti sei ancora accorta che i tuoi amici stanno combattendo contro cinque di noi Espada da almeno dieci minuti?»
 
Mi accorsi, solo in quel momento, delle potenti reiatsu che provenivano quasi dall’altra parte della città. Le reiatsu dei miei compagni stavano oscillando pericolosamente e sembrava che se la stessero vedendo brutta, nonostante ora potessimo lottare senza la limitazione del potere.


«Arrenditi e sarà loro risparmiata la vita. Rifiuta e li ucciderò davanti i tuoi occhi.»
 

Era riuscito a mettermi con le spalle al muro. – Merda! Che cosa faccio adesso? - l’unica cosa saggia che avrei potuto fare, sarebbe stato arrendermi e farmi portare da Aizen. L’ultima volta che lo avevo visto era ancora capitano della mia brigata… e ora, lo avrei visto come mio nemico e traditore della Soul Society.
 
«Mi arrendo…» dissi, staccandomi il segno distintivo della mia brigata che avevo sempre legato alla manica del kimono.
 
Almeno, se Toshiro fosse venuto a cercarmi e avesse trovato il mio distintivo, avrebbe capito che avevo disertato e non mi sarebbe venuto a cercare (o così speravo). Volevo che almeno lui, non cadesse nella ragnatela di Aizen.
 
Ulquiorra assistette la scena, come incuriosito dal mio gesto.
 
«Perché lo fai?» chiese. La sua improvvisa domanda mi spiazzò. Se avesse capito le mie intenzioni di sabotare il piano di Aizen, non mi avrebbe mai permesso di farlo! 
 
«È una tradizione...» risposi semplicemente.
 
Lo vidi assottigliare leggermente lo sguardo, come se cercasse di capire se stavo mentendo o no.
 
«Aizen-sama non me ne ha mai parlato.» concluse infine, voltandosi di spalle e fendendo l’aria con un gesto, aprendo un garganta per Hueco Mundo.
 

«Seguimi, shinigami.» disse, aspettandomi sulla soglia del portale.
 

«Dammi solo un momento... » mi voltai indietro, guardando il cielo incendiato di rosso dal tramonto e scrutando le ombre che si stavano allungando all’orizzonte. Quello, sarebbe stato il mio ultimo minuto nel mondo reale.
 

«Questo allora è un addio… » bisbigliai, guardando il mio distintivo appoggiato sull'asfalto «… addio Toshiro e addio Hinamori... giuro che qualsiasi cosa accada, io vi proteggerò.» 
 

Mi voltai verso l’Espada.


«Sono pronta, possiamo andare.» annunciai, entrando nel portale.
 

 
Il garganta si richiuse, sigillando il mondo reale alle nostre spalle.
 

Buio.

.
.
.

 


 
•°¤*(¯´..Angolino dell’autrice ritardataria..´¯)*¤°•
 

Salve a tutti! ^o^ Spero che questo capitolo vi abbia entusiasmato più del precedente e mi scuso ancora per l’attesa, ma ho dovuto sospendere causa di forza maggiore (questi maledetti esami non finiscono mai @__@ ).

Il titolo doveva essere diverso, infatti avevo scritto nello spoiler che si sarebbe intitolato “il rapimento”, ma non mi sfagiolava e così l’ho cambiato. ^o^ L’inizio del capitolo, in teoria, sarebbe il seguito di “La sfida di Shiroi Akuma”, una one-shot dove Yuki chiede allo spirito della sua zanpakuto di fargli ottenere il bankai. Vi consiglio di leggerla se ancora non l’avete ancora fatto! ;)

In tanto, avevo accennato nel primo capitolo che forse avrei introdotto una nuova coppia… Ukitake Jushiro x Hinamori Momo! Lo so, è strano e sono rimasta ancora più sconvolta dal fatto che nessuno, prima di me, avesse dedicato una storia con questo pairing. O.o Indi per cui, sono pronta ad accogliere i vostri commenti a riguardo, ma risparmiatemi come del tipo: “perché Ukitake è troppo vecchio” (Yama-jii è vecchio!), “perché Ukitake sta bene solo con Unohana” (Unohana ce la vedo meglio con Kenpachi e non cambio idea), “perché Hinamori sta bene solo con Toshiro” (ma per favore, è un bambino! Dategli il tempo di crescere, per tutti i kami! xD E poi, io li vedo come fratello e sorella… ) o “Shunsui e Ukitake sono fatti l’uno per l’altro” (non ho niente contro gli omosessuali, ma non mi piacciono le storie yaoi e poi Shunsui è PALESEMENTE etero!). Comunque, pensavo di dedicare una flash-fic su di loro tra una settimana e per il momento ho scritto già un capitolo. ^^ Sarà di genere “guerra/generale/fluff” e ho intenzione di svilupparla in parallelo a questa storia, che sarà la trama principale. Chi fosse interessato, è invitato a seguirmi! ;D Fine della pubblicità, ora torniamo alla storia…

Yuki è stata rapita dalla Cuarta Espada e nel prossimo capitolo sarà condotta davanti ad Aizen! Finalmente, sarà svelato perché sia tanto interessato a lei. Riuscirà a resistere a Las Noches senza i suoi poteri? Tutto questo nel prossimo capitolo, che si intitolerà (e questa volta per davvero!) …

7. Primo giorno di prigionia a Hueco Mundo
 

 
State tranquilli lettori! Da ora in avanti, i futuri capitoli saranno corretti e revisionati personalmente da Grimmjow, che si premurerà anche di offrire latte e biscotti fatti in casa a tutti quelli che recensiranno i capitoli della mia storia! ^o^
 
                                               ~ Enjoy it  with la Secsta Espada! 


Tanto perché ho scelto come tema per le note lo stemma della tredicesima divisione, ho ripescato questa simpatica scenetta tra Shunsui e Ukitake. ^o^
 
 

Bibbia ‘Italiano – Bleach’ e ‘Bleach – Italiano’, da oggi disponibile nella versione integrale, a soli centotrentordici euri e trentordici centesimi iva esclusa.


Bankai: significa “rilascio finale” ed è l’ultimo rilascio di una zanpakuto, con cui lo shinigami padroneggia al massimo la sua potenza. Ogni bankai è unico e differente dall’altro.
Cream pie: o ‘creampie’ è un tipo di torta alla crema, di origine americana.  
Hueco Mundo: in spagnolo “mondo inghiottito” o conosciuto anche come “mondo Hollow”. Che dire? Spiagge bianche, suggestiva panoramica, Ulquiorra… ci andrei subito in vacanza! ^o^
Kidou: letteralmente “via del demone”, è un tipo di magia che usano gli shinigami. Sono una serie di incantesimi numerati dall’1 al 99, e quanto più è alto il numero e più e forte l’incantesimo. Però, quelli di alto livello sono anche più difficili da padroneggiare. Yuki riesce a usare incantesimi fino al 63’esimo livello. 
   
 
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