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Autore: MeiRivaille97    01/02/2014    2 recensioni
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[Altro]E se Elsa non fosse mai stata catturata? E se Anna non avesse mai ricevuto il colpo al petto e fosse solo stata cacciata? E se apparisse nella vita di Elsa un misterioso sconosciuto di nome Jack Frost? La storia cambierebbe di certo.
Fanfiction ispirata alla coppia Jack/Elsa che ho iniziato ad amare tantissimo. Spero vi possa interessare e che leggiate .
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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« Addio Elsa »
«Jack no! Jaaack»
Mi svegliai di colpo.
-Un altro incubo questa settimana, bene – dissi ironicamente portandomi le mani al viso.
Mi trovavo nella mia stanza, quella in cui sono cresciuta. Le lenzuola erano le stesse, quelle calde di sempre, eppure mi sembravano così estranee.
Passò una settimana da quando tornai ad Arendelle. Una settimana che non uscivo dalla mia stanza. Una settimana che non vedevo Jack.
Mi avvicinai verso la finestra. Poggiai le mani sul davanzale e il ghiaccio iniziò ad espandersi, ma riuscii subito a riportarlo indietro.
Era notte fonda e il mio sguardo si dedicò ad osservare la luna. Tonda, bianca come la neve, era perfetta. Mi ricordò la luna che vidi quella sera con Jack, nel castello di ghiaccio. A quel pensiero, un fitta allo stomaco.
-Perché? Perché pensare a Jack fa così male? – dissi premendo sullo stomaco. Stavo trattenendo le lacrime, ma per quanto ancora potevo trattenerle?
Riportai lo sguardo alla luna. Il suo riflesso riusciva a far luce su tutto il giardino.
Immaginai me e Jack giocare a palle di neve lì, come due bambini piccoli, perché lui riusciva a far uscire il mio lato infantile. Riusciva a farmi divertire.
-Ecco lo sapevo – dissi sorridendo, mentre asciugavo una lacrima scesa in quel momento.
Mi poggiai con la spalla vicino alla finestra  e, a braccia incrociate, continuavo ad osservare l’esterno. Il mio sguardo si soffermò sull’albero di ciliegi che da piccole curavo insieme ad Anna. Ricordo che avevamo fatto tanti capricci per avere quel tipo di albero nel nostro giardino, tanto che i nostri genitori ci permisero di piantarlo e occuparcene.
Dopo quella volta, dopo che tutto il ghiaccio scomparve, l’albero tornò ad avere i suoi colori. 
La luna non riusciva a colpire il fusto, ma solo la parte alta, eppure rendeva il tutto così magico.
-Che cos’è? – notai qualcosa di grosso muoversi lì vicino.
Subito dopo, vidi qualcosa muoversi nell’aria e avvicinarsi alla mia finestra. Era un.. coniglio.. di neve?
Bussò alla mia finestra, come se volesse entrare. Aprii e si avvicinò al mio viso. Lo presi in braccio e riportai il mio sguardo verso il giardino. Il mio cuore iniziò a battere.
Era lì. Da dietro l’albero, spuntò lui. Era lì e mi diceva di scendere con quel suo solito sorriso divertito.
Non persi tempo, aprii subito la porta e corsi giù per le scale continuando a tenere in braccio quel coniglietto. Le lacrime iniziarono a scendere, ma questa volta per felicità. Arrivata alla porta principale del castello, l’aprii di scatto, dopotutto non avevo di che preoccuparmi visto che nel castello avevano tutti un sonno molto profondo.
Uscita, andai subito verso il giardino. Il vento caldo dell’estate sfiorava il mio viso, o forse ero solo io a sentire quel calore?
Mi avvicinai subito verso l’albero di ciliegio, ma non c’era nessuno. Non volevo credere che fosse stato solo una mia illusione. Guardai di nuovo verso la luna, con gli occhi ancora lucidi e gli chiedevo perché si stava prendendo gioco di me.
Poi, da dietro, sentii un soffio freddo e leggero. I petali dei fiori iniziarono a svolazzare in aria, uno si poggio sulle mie mani. Quel venticello sciolse i miei capelli, facendo cadere la treccia di lato. Subito dopo, un soffio caldo sul collo e due mani si poggiarono sulle mie spalle. Non avevo più dubbi. Poggiai le mie sulle sue. Finalmente stringevo di nuovo quelle mani, quelle mani che non volevo più lasciare. Lentamente mi girai e lo vidi. I suoi occhi azzurro e i suoi capelli bianchi, brillavano in quella notte tra il calore estivo e i petali dei fiori di ciliegio in aria. E quel suo sorriso e quelle sue guance leggermente rosse rendevano il tutto più bello.
I miei occhi incrociarono i suoi e sorrisi. Le nostre mani si strinsero sempre più.
-Scusa – disse abbassando lo sguardo.
-Non importa, ora sei qui no? – mi tremava la voce per la felicità.
Alzò di colpo lo sguardo e mi baciò. Il mio primo bacio fu rubato da un ragazzo infantile e immaturo, ma di quale ero pazza. Mi abbracciò, così forte che potevo soffocare, ma ricambiai quel caloroso abbraccio.
Si staccò poco dopo e arrossì. Abbassò di nuovo lo sguardo.
-Elsa, sei felice? – sorrise.
-Sono felice solo se ci sei tu- risposi.
Alzò lo sguardo preoccupato. Guardò subito vero la luna.
-No- sussurrò preoccupato – Non adesso, non puoi farmi questo – urlò verso la luna.
-Jack che succede? – dissi preoccupata.
Lasciò le mie mani e mi coprì, come per proteggermi. La luce della luna si fece sempre più intensa. Strinsi la mano di Jack, avevo paura, ma mi accorsi di una cosa sconvolgente.
-Jack la tua mano! – urlai.
La guardò scioccato, lentamente Jack stava scomparendo.
-No, io voglio stare qui. Voglio stare con Elsa! – continuò ad urlare.
-Jack, che sta succedendo? – tremavo.
-Elsa ricordi quando ti ho detto che ero un guardiano? – annuii, ricordavo quelle parole - Ecco, io non faccio parte di questo mondo. Non faccio parte del tuo mondo. Sono stato mandato qui come guardiano per renderti felice. E visto che hai pronunciato quelle parole, io adesso dovrò scomparire – disse con gli occhi lucidi.
-C-cosa? – portai la mano vicino alla bocca. Tremavo sempre di più.
-Ma io non voglio andarmene! Perché.. IO MI SONO INNAMORATO DI TE ! – urlò. Gli scese una lacrima.
Continuava a scomparire, gambe e metà braccia erano giù scomparse.
-No.. Non puoi lasciarmi. – abbracciai ciò che rimaneva di lui – Io ti amo! – urlai con le lacrime agli occhi.
Un bagliore improvviso, Jack tornò come prima ma si allontanava sempre più da me. Prese la mia mano e mi baciò, questa volta più intensamente. Quelle labbra, quelle lacrime che rigavano il suo viso, quella scena.
-Addio Elsa! – volò via verso la luna.
-Non ti dimenticherò mai Jack! Grazie davvero, di tutto! – urlai con tutto il fiato che avevo in corpo.
Si girò e sorrise. Poi continuò per la sua strada. 
Caddi di ginocchi con le mani strette verso il petto. Con le lacrime che rigavano il mio viso e il cuore pesante come una pietra.


-Elsaa! Che ci fai qui fuori? – Anna corse verso di me – E perché stai piangendo? – disse con aria preoccupata.
-No niente – mi alzai di scatto – Stavo pensando! – sorrisi e asciugai le lacrime – Dai, torniamo dentro! – ripresi la mia compostezza e le accarezzai la testa.
Anna mi sorrise e corse verso il grande portone.
Camminando notai un bigliettino cadere a terra.
-E questo da dove spunta? – lo aprii incuriosita.
Leggendo quel bigliettino sorrisi. Mi diede speranza e voglia di andare avanti. Quello era un bigliettino di neve. Lo soffiai verso l’albero di ciliegio e i petali dei fiori svolazzarono intorno a noi.
Sorrisi e andai verso Anna.


“ELSA,
  NON DIMENTICARMI MAI E CONTINUA A CREDERE IN ME.
  CI RINCONTREREMO PRESTO E STAREMO INSIEME.
  PROMESSO, MIA REGINA.
  CON AFFETTO,
                                   IL TUO AMATO JACK FROST.”
 
-Si, un giorno ci rincontreremo Jack, mio guardiano. 




ANGOLO AUTORE:
A tutti i lettori che hanno seguito la mia fan fiction fino all'ultimo capitolo, dico GRAZIE.
Ammetto che il finale è triste e forse insoddisfacente, ma la mia idea iniziale era quella di mantenere il distacco dimensionale tra i personaggi, visto che sono di due case di animazione diverse.
Spero comunque che vi sia piaciuta, anche perchè penso di scriverne un'altra o anche una one-shot , con un finale allegro e magari con qualche scena p0rn, vedremo.
Amo troppo questi due personaggi, quindi perchè non dover scrivere su di loro? Gne.
  
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