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Autore: Torma    01/02/2014    9 recensioni
Immaginate i personaggi di Hunger Games in un contesto del tutto differente di quello di Panem. Niente guerra , niente dittatura, niente Hunger games come tutti noi li conosciamo. Solo semplice vita universitaria, amicizie, lezioni ,feste e amori. Una Katniss più aperta e socievole alle prese con un Petaa che le farà battere il cuore. Tutto condito con leggerezza e allegria. Buona lettura- Torma
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finnick Odair, Katniss Everdeen, Madge Undersee, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Eihlà :) come promesso ecco il nuovo capitolo. Spero vi piaccia buona lettura e a presto - Torma
P.S. Grazie a tutti per leggere,seguire e commentare la mia storia <3


13.
Dopo circa dieci minuti lo vedo arrivare a bordo della sua auto. Accosta e mi lascia salire. La mia mente si svuota quando davanti a me compare un ragazzo simile a Peeta ma molto più sciupato. Gli occhi spenti . Le guance scavate. Occhiaia blu scuro sotto agli occhi gonfi. Sembra aver pianto per giorni. Mi saluta, ma rimaniamo in silenzio per tutto il viaggio verso casa sua. Non me la sento di essere la prima a parlare. Dopo che apre la porta e getta le chiavi nel portaoggetti mi dice con un tono basso e cupo –Scusa- - Peeta?- gli afferro il braccio e lo faccio voltare verso di me- se c’è qualcosa che non va puoi dirmelo sono qui per te- gli dico accarezzandogli il volto –Grazie- mi da un leggero bacio sulle labbra e mi fa accomodare sul divano. Inizia a raccontarmi di domenica notte –Verso circa le dieci mio padre mi ha telefonato dicendomi che mio nonno era stato ricoverato perché si era sentito male e era in condizioni gravi , così io e Jake siamo andati subito in aeroporto- fa una pausa, lo sento prendere un grande respiro – ma quando siamo arrivati a Union aveva già abbandonato questa vita- lo stringo forte in un abbraccio –Mi dispiace tantissimo-. Mentre gli permetto di accoccolarsi sul mio ventre  mi racconta che con suo nonno aveva un rapporto speciale, praticamente era lui che lo aveva cresciuto, siccome suo padre e sua madre lavoravano quasi sempre, i pomeriggi dopo la scuola li passava con lui . Era grazie a quell'uomo che aveva iniziato ad appassionarsi all'arte e alla pittura inoltre era il primo ad aver creduto in lui. La sua morte improvvisa lo ha spezzato e il fatto di non essere stato a casa con lui dilaniato dai sensi di colpa. Dicono che la morte sia più dura per chi sopravvive forse perchè non smetti mai di sentire la mancanza di chi hai perso.
 È difficile dire addio. Conosco bene questa sensazione, l’ho provata sulla mia pelle quando mio padre ci ha lasciato. E troppo spesso tutto ciò che ci circonda ci ricorda chi perdiamo. Ogni persona infatti lascia briciole di sè dietro le proprie spalle, piccoli ricordi, una vita intera di memorie, foto, fronzoli. Sono più che consapevole della settimana di inferno che Peeta ha trascorso. Mi sento tremendamente in colpa, mentre io dubitavo di lui , Peeta stava soffrendo organizzando il funerale di suo nonno. -Martedì c’è stato il funerale, ma sono tornato solo oggi perché ho dovuto assistere alla lettura del testamento- Suo nonno era un uomo molto ricco, ha lasciato al nipote tutta la sua collezione d’arte e la casa che la contiene ma non mi ha detto dove si trova. Peeta è stremato per il viaggio e per la settimana terribile. Ha bisogno di dormire, non me la sento di lasciarlo solo. –Dai andiamo a letto- mi alzo di scatto dal divano facendolo sobbalzare –Come?Vuoi dormire qui?- lo vedo sorpreso e confuso. –Se non è un problema- lo fisso dritto negli occhi azzurri carichi di tristezza e dolore –Ok- mi dice curvando leggermente le labbra in quello che mi sembra un sorriso. Ci dirigiamo entrambi in camera e senza curarmi della sua presenza entro nella cabina armadio e tra l’enorme quantità di abiti prendo due pigiami glielo porgo e senza preoccuparmi di lui mi sfilo il maglione rimanendo in reggiseno vedo Peeta sgranare gli occhi, forse l’ho sconvolto e mentre infilo la maglietta a maniche lunghe del pigiama che mi arriva appena sotto al sedere e sfilo i jeans - Forse dovresti cambiarti anche tu invece di stare li imbambolato- gli dico ,Peeta scrolla la testa e si porta le mani sull'orlo della felpa color cachi e la solleva. E’ il mio momento di restare incantata mi soffermo a fissare il profilo scolpito dei suoi muscoli, i pettorali pronunciati, gli addominali scolpiti che arrivano poco prima dell’elastico dei boxer con una v . vedere Peeta senza maglietta mi provoca un brivido di eccitazione. Tutto quello che vorrei fare è avvicinarmi e appoggiare il mio corpo sul suo. Quando i miei pensieri diventano troppo imbarazzanti , scrollo la testa e entro nel letto freddo che subito viene scaldato dalla sua presenza. Questa volta sono io ad avvicinarmi, non c’è bisogno che lui me lo chieda, lo abbraccio più forte che posso e mi addormento nell'incavo del suo collo. Mi sveglio ancora abbracciata a lui . Durante la notte non ho avuto nessun incubo è stato un sonno profondo e sereno . Mi sento fresca e riposata così decido di alzarmi e cucinare qualcosa per colazione . Voglio preparare una sorpresa per il suo risveglio. Prima di sgattaiolare fuori dalle coperte mi soffermo ad osservarlo. Ha un'espressione così serena sembra che ciò che lo tormentava ieri sia sparito .I ricci biondo cenere gli ricadono sulla fronte e freno il mio impulso di baciarlo per non svegliarlo. Entro in cucina, apro il frigo e prendo delle uova e del bacon che soffriggo in padella rompo le uova e inizio a spremere delle arance.
- Eih dolcezza vuoi dar fuoco alla mia casa?- vengo raggiunta da Peeta con i capelli tutti scompigliati che si mette una mano davanti alla bocca sbadigliando -cosa?- mentre mi giro verso di lui mi accorgo della puzza di bruciato e delle uova che nella padella hanno abbandonato il loro colore dorato per diventare nere come il carbone -maledizione!- ascolto ridere fragorosamente il ragazzo dietro di me e corro verso i fornelli per spegnerli. Sento le sue braccia stringermi da dietro e le sue labbra appoggiarsi sul mio collo, mi fa rabbrividire -lasciami il posto..- mi dice ma prima che possa aggiungere altro mi giro e lo bacio. Un bacio che mi ripaga di tutti quelli che mi sono mancati in questi giorni. Le nostre lingue si incontrano più volte e le sue mani cingono i miei fianchi . Mi solleva facendomi sedere sul bancone della cucina e si fa strada tra le mie gambe avvicinandosi sempre di più. Mi accarezza la schiena nuda sotto la maglia e una voglia improvvisa mi fa desiderare di non avere vestisti a separarci. Capisco dal rigonfiamento dei pantaloni di Peeta che anche per lui vale lo stesso . Dopo un paio di minuti allontana leggermente le sue labbra e mi guarda negli occhi -Grazie Kat- sussurra e poggiandomi un ultimo dolce bacio sul naso si avvicina al frigo. Sento caldo ovunque , ho il respiro affannato la pelle attorno alle labbra arrossata. Il cuore che tamburella all'impazzata nel petto. Mi lascio cadere sullo sgabello mentre Peeta fa scivolare nel piatto davanti a me delle frittelle -mi hai finito tutte le uova , oggi pomeriggio sarò costretto ad andare al centro commerciale- dice sbuffando , sedendosi accanto a me - non è colpa mia- - ah scusa! E' vero. Le uova hanno deciso di suicidarsi dandosi fuoco! Teoria interessante- ride e mentre lo guardo vedo che si sta riprendendo . La sua espressione è meno triste di quella di ieri e purtroppo è tornato a essere in grado di lanciarmi frecciatine - ok forse è stata in parte anche colpa mia - dico addentando la mia colazione - se vuoi per rimediare ti accompagno , ma prima devo andare in sede a farmi una doccia- - puoi farla qui- mi coglie in contro piede- non ho vestiti puliti qui- - sarebbe ora che ne portassi qualcuno sono stufo di prestarti i miei pigiami me li allarghi tutti col sedere che ti ritrovi,ahahahah- sgrano gli occhi e non so se essere sorpresa per la proposta o offesa per la cattiveria gratuita . Scelgo la seconda. -Ah si? Io ho il sedere grosso?- dico con tono sostenuto - non verrò più qui allora- Peeta sembra divertito ma mi chiede subito scusa e aggiunge- dammi il numero di Madge - - a cosa ti serve?- gli porgo il mio telefono- lasciami fare tu vai a farti la doccia dolcezza- compone il numero e aspetta , origlio la conversazione mentre mi dirigo in bagno -Eih Madge ciao sono Peeta ... Si sono tornato... No non cerco Kat , è qui con me..sei in sede?...Ottimo... Proprio a questo proposito ti chiamo... Sai si è rovesciata metà della colazione addosso e ora ha bisogno di un cambio puoi prepararlo mentre arrivo a prenderlo? ... Grazie 10 minuti e sono li... Ricorda voglio qualcosa di sexy..- dice ridendo e poi attacca sono leggermente in imbarazzo e mi precipito nel bagno degli ospiti dove c'è una grande doccia con le pareti in vetro satinato. Ha le dimensioni doppie del normale. Lascio cadere a terra il pigiama e mi "tuffo" sotto al getto vaporoso del doccione. La casa di Peeta è curata nei minimi dettagli. Anche le saponette sembrano opere d'arte . Mi risciacquo velocemente e mi lego attorno al corpo un asciugamano bianco morbidissimo. Cerco una spazzola , mi pettino i capelli bagnati che asciugo lasciandoli sciolti e ondulati e torno in camera. Peeta non è ancora tornato.. Mi sdraio sul letto e chiudo gli occhi per qualche minuto, la sua voce mi fa sobbalzare - Ma sei matta?! Non puoi stare sul letto di un ragazzo semi nuda con solo un pezzo di spugna a coprirti , potrei non rispondere delle mie azioni- dice sdraiandosi sopra mi me mentre mi accarezza le gambe e ferma le sue mani poco più giù della fine del corto asciugamano. Uno strano calore mi irradia a ogni suo tocco dentro di me. Sono indifesa inerme ma questo non mi spaventa al contrario mi eccita . Lo bacio con bramosia e lui sembra ricambiare . Gli passo le mani tra i capelli biondi mentre sento i suoi jeans sfregare sulla mia pelle nuda . Ma poi si ferma ansimando - tu mi vuoi morto- fa un sorriso accattivante e si solleva mi lancia un ultimo sguardo pieno di desiderio - vestiti che poi andiamo-. Mi lascia sola, indosso gli abiti che ha scelto Madge e arrossisco vedendo che la biancheria intima non è quella che porto abitualmente . Troppo trasparente per i miei standard. Indosso un vestito blu con un cinturino di pelle marrone poco più sotto al seno un cardigan beige parigine e ballerine. Quando sento Peeta lamentarsi - ci stai mettendo una vita!- gli rispondo inacidita- prova tu ha essere così perfetta- mi sorride e usciamo. Il centro commerciale è a un quarto d'ora di strada da casa sua. Mi fermo spesso a guardare nelle vetrine dei negozi mentre mi trascina verso il super mercato vero e proprio - Siamo qui per la mia spesa, non ti ho portato a fare shopping!- -Uff!- sbuffo- non è giusto- mi lamento - neanche per le mie uova era giusto ma sono morte bruciate lo stesso- mi dice ridendo. Mentre spinge il carrello mi indica i prodotti da prendere spuntandoli da una lista.- prendi quei cereali- mi indica una scatola verde con un gallo -Non mi piacciono quelli- faccio una smorfia -devono piacere a te?- chiede perplesso , arrossisco. Che vergogna ho dato per scontato che questa fosse la nostra spesa . Senza pensarci il mio subconscio ha agito come se vivessimo insieme. Afferro velocemente la scatola evitando il suo sguardo -che altro ti serve?- mi affretto a domandare- uova, latte e burro -.
E’ divertente fare la spesa con Peeta, a casa la vivevo sempre come un dovere, in più visto che i soldi scarseggiavano ripassavo il conto del cartello ogni alimento comperato per non sforare il budget mensile, riesco a far scivolare nel carrello alcune ghiottonerie: delle buste per la cioccolata calda , marshmallow e zollette di zucchero alla frutta. Dopo aver girato tutte le corsie arriviamo alla cassa , paga con la carta e con i sacchetti della spesa ci dirigiamo  alla sua auto.- Cosa ti va di fare dopo?- mi chiede- Non lo so dovrei anche tornare in sede per studiare- - Ah ok- sembra triste mentre chiude il bagagliaio - cos'è quella faccia?- -Ti sei già stancata di me?- questa domanda mi sorprende - Ma va stupido! , se mi lasci in sede a studiare prometto che stasera a cena torno da te se mi prepari qualcosa di buono- gli sorrido e sembra illuminarsi - Dormi da me?- - vedremo, Madge sentirà la mia mancanza- mi da un bacio - E io? Io sentirò la tua mancanza- mi fissa con quegli occhioni a cui non si può dire di no. - ci penserò-. Tornata in sede trovo Madge tutta agitata che vaga per la camera disperata. In un primo momento non capisco perché, poi mi ricordo. Stasera è la sera dell'appuntamento con Gale.     
  
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