Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: LunaMoony92    05/02/2014    6 recensioni
Questa è una storia un pò particolare. Inizia con la notte del 31 Ottobre, protagonista la famiglia Potter. Le cose non andranno precisamente come tutti sappiamo. Remus e Sirius avranno un ruolo molto importante. Da quella notte dipenderà il destino di Harry, che sarà diverso da quello che tutti noi conosciamo. Avrà la possibilità di non essere solo.
Spero sarete curiosi di leggere.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Harry Potter, I Malandrini, Remus Lupin, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Durante l'infanzia di Harry
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La mattina dopo la luna piena Remus si era risvegliato nel mezzo del nulla, in una landa desolata e innevata, completamente distrutto e pieno di ferite sanguinanti. Riuscire ad alzarsi era stata una vera impresa. Da tempo non passava più la luna piena da solo e non era più abituato alla sua furia.
Prima, insieme a lui, c’erano James, Sirius e Peter che, grazie alla loro trasformazione in Animaghi,  rendevano tutto più sopportabile. Poi, nel periodo passato con i suoi simili, non aveva dovuto preoccuparsi di trattenere la sua sete di sangue, in quanto riusciva benissimo a sfogarla sugli altri membri del clan. Il dolore fisico che stava provando però era nulla, in confronto a quello che aveva provato per la morte di James, per l’abbandono di Sirius o che avrebbe provato se fosse successo qualcosa a Lily e ad Harry.
Raccolse le ultime forze e si smaterializzò nel vialetto dell’appartamento di Sirius, protetto dall’Incanto Fidelius.
Stava alzando la mano per bussare, quando la porta si aprì, mostrandogli una Lily molto sconvolta, proprio l’ultima persona che avrebbe voluto che lo vedesse conciato in quel modo.
La donna si portò le mani al viso e rimase immobile, incerta su cosa fare. Subito dopo arrivò Sirius che cercò di portare dentro Remus, che era  svenuto.
Lily non aveva mai visto Remus dopo una luna piena. Di solito, nel periodo di Hogwarts, rimaneva qualche giorno in infermeria per riprendersi e non le aveva mai dato il permesso di andarlo a trovare. James qualche volta le aveva raccontato le condizioni post trasformazione, ma mai  avrebbe potuto immaginare fino a che punto potesse ferirsi Remus.
E faceva ancora più male sapere che quelle ferite se le era inferto per colpa sua, facendo rimanere Sirius a casa con lei e il bambino. Aveva rinunciato all’unico sollievo che aveva per le sue sofferenze per proteggerli.
Sirius si dava da fare per quanto poteva, ripulendo e medicando le ferite di Remus.
“Ci sei andato pesante stavolta, amico eh?” diceva, ma Remus non rispondeva, non si era ancora svegliato.
Lily continuava a fissare quel corpo martoriato, incapace di fare il minimo movimento, ma fu scossa dalle parole di Sirius.
“Lily, potresti preparare una pozione di Sonnosegnasogni, per favore?”
“Cosa hai detto? Scusa, io…”
“Dicevo se potevi preparare una pozione per Remus, credi di farcela?”
Lily sbattè gli occhi, distogliendo lo sguardo dalla profonda ferita che occupava il petto di Remus e, annuendo, andò nel suo laboratorio.
Se Remus avesse saputo che Lily l’aveva visto in quello stato, probabilmente avrebbe fatto a Sirius un cazziatone che sarebbe durato due giorni interi, ma Sirius era bene deciso a non dirgli nulla.
Con l’amico di certe cose non si poteva assolutamente parlare, convinto com’era di essere un mostro.
Ma come può essere un mostro una persona che si fa del male pur di proteggere i suoi amici?
Una lacrima scese dagli occhi di Sirius. Gli bruciava ancora l’aver sospettato del tradimento dell’amico. Si asciugò velocemente gli occhi con la manica della camicia e continuò la sua medicazione.
Dopo qualche minuto, Lily tornò dal laboratorio con un boccale fumante di pozione.
“Grazie mille Lily, ma ti devo chiedere di andare di là. Sai, se Remus sa che tu l’hai visto, chi lo ferma più!”
Lily annuì debolmente e andò nella camera del piccolo Harry che nel frattempo reclamava le sue attenzioni.
“Vorrei vedere te a curarmi così amorevolmente, brutto lupastro” disse Sirius, accennando un sorriso.
Remus aprì debolmente gli occhi e riuscì ad articolare qualche parola che probabilmente aveva voluto significare qualcosa come: “Ti piacerebbe, cagnaccio rognoso.”
“Ecco il mio amico!”
Sirius era felice che si stesse riprendendo, ma sapeva che fra poco la febbre avrebbe iniziato a salire, così gli fece bere la pozione e lo lasciò a riposare sul divano, raggiungendo Lily.
“Ehi…” disse entrando.
“Ehi, come sta?” lo sguardo di Lily esprimeva tutta la sua preoccupazione.
“Ha fatto una battuta, quindi oserei dire meglio del solito. Gli ho dato la pozione, sta dormendo.”
Lily continuava a torturarsi le mani, cercando di affacciarsi per controllare Remus.
“Lily, starà bene. Stai tranquilla.” cercò di tranquillizzarla, mentre si avvicinava a prendere in braccio Harry.
“Torno in laboratorio” disse lei, uscendo.
In realtà cercava solo una scusa per andare via, così che Sirius non l’avesse vista piangere per l’ennesima volta.
Il ricordo di ciò che Sirius gli aveva detto continuava a riaffiorarle in mente. Harry aveva chiamato Remus papà. Forse avrebbe dovuto dire a Remus che non lo incolpava, forse avrebbe dovuto parlargli, ma conoscendolo forse sarebbe stato peggio. Eppure non sopportava la distanza che si era creata fra di loro, i silenzi imbarazzati e le fughe.
Vederlo steso sul divano, con la carne dilaniata dalla sua stessa furia le aveva mostrato ancora di più la fragilità del suo amico. Remus era una persona estremamente corretta, leale e affettuosa. Tutta quella distanza, ne era certa, faceva male anche a lui.
Avrebbe dovuto trovare un modo per risolvere la situazione.
La ripresa di Remus fu più lenta del solito. Quando la febbre era salita, Sirius aveva deciso di portarlo in camera sua, così da fargli avere più privacy ed evitare che Harry e Lily lo vedessero in quello stato. Era lui ad occuparsene, gli dava le pozioni, lo aiutava ad alzarsi dal letto e gli teneva compagnia.
“Sirius, mi giuri che Lily non mi ha visto?”
“Per l’ultima volta Remus, non ti ha visto! Se continui a chiedermelo, giuro che ti faccio andare in bagno da solo!”
“Ok, ok. Scusa. Notizie dall’Ordine?”
“Niente di che. L’unica novità è che la sede è stata spostata alla Tana. Hanno attaccato la casa di Sturgis qualche giorno fa. Tutti illesi, per fortuna.”
“Maledetti Mangiamorte. Quando sarà la prossima riunione?”
“Non è un tuo problema, lupastro. Adesso riposati.”
Sirius aveva troncato la discussione ed era uscito dalla stanza. Non se l’era sentita di dire a Remus che Silente aveva chiesto di lui per un'altra missione tra i licantropi. L’amico era ancora troppo debole, e, se gliel’avesse detto, sarebbe partito subito, rischiando di svenire per strada.
 
 
 
 
Il giorno della partenza era poi arrivato. Silente era andato a trovarli nel loro appartamento e aveva dato di persona la notizia a Remus, che come sempre, senza batter ciglio, aveva accettato, nonostante Sirius avesse cercato di dissuaderlo più volte.
“Ciao Sirius, mi raccomando, abbi cura di loro.” aveva detto, prima di andare via.
“Abbi cura di te, amico mio.” aveva risposto Sirius, stringendolo in un abbraccio un po’ impacciato.
“Ciao Lily, ciao Harry.” aveva poi detto il licantropo, cercando di nascondere il tremolio nella sua voce.
“Stai attento Remus e torna presto.” gli aveva sussurrato Lily, mentre Harry aveva iniziato a piangere.
Anche l’anziano preside era andato via, lasciando i tre soli nella loro prigione.
 
 
 
Da qualche giorno Lily voleva chiedere a Sirius una cosa, ma non ne trovava mai il coraggio. Vedendo Sirius abbattuto per la partenza dell’amico, decise che dargli qualcosa da fare l’avrebbe aiutato. Così, prese coraggio e disse: “Sirius, avrei bisogno che tu andassi a recuperare dei libri per me nel capanno di Molly. Abbiamo lasciato lì la libreria, ti ricordi?”
“Si, certo. Dimmi cosa ti serve.”
“Sono dei libri sulle erbe, mi servono per la pozione di Frank e Alice. Ti scrivo qui i titoli.” disse la ragazza, iniziando a scrivere su una pergamena.
“Dovrebbero essere nel secondo scaffale della libreria.”
“Ok, ci vado subito allora.” E, così dicendo, Sirius si avviò.
                                                                              
 
 
 
Trovare i libri che Lily gli aveva chiesto non era per niente facile. La libreria era stipata di volumi di ogni tipo e lui non ricordava dove Lily gli avesse detto di guardare. Dopo mezz’ora di ricerca infruttuosa, decise di avventurarsi nei cassetti, ma quello che trovò fu soltanto un vecchio rotolo di pergamena, delle piume e uno strano aggeggio babbano che non ricordava di avere mai visto.
Dopo averlo studiato per un po’, accadde una cosa che lo lasciò allibito. Schiacciando un pulsante, iniziò a sentire dei rumori e poi, piano piano, una voce farsi sempre più distinta e chiara.
Non poteva essere: era lo voce di James.
Sconvolto, schiacciò di nuovo il tasto e la voce si spense di colpo.
Rimase per qualche minuto con la schiena appoggiato alla libreria, con l’aggeggio babbano in mano, non sapendo bene cosa fare. Poi decise di farlo vedere ad Arthur, dopotutto lui era un appassionato di manufatti babbani, forse avrebbe saputo di cosa si trattava.
“Ma certo che so cos’è!” rispose infatti il mago.
“E’ un registrafone, serve a catturare le parole per sentirle di nuovo quando se ne ha voglia. Sono dei geni questi babbani, l’ho sempre sostenuto.”
Ecco dove  l’aveva già visto Sirius! Era quell’aggeggio che James aveva comprato costretto da Lily.
Probabilmente, quelle che aveva sentito prima, erano dei tentativi di James di farlo funzionare.
Ringraziò i Weasley e, dopo aver finalmente trovato i libri, andò via.
Era quasi arrivato a casa, ma continuava a pensare alla voce di James contenuta in quel registrafone.
Si fermò nel parco vicino l’appartamento e premette un tasto.
Stavolta però, invece di sentire la voce di James, vide aprirsi un piccolo cassettino che conteneva uno strano rettangolo nero con due buchi. Incuriosito, lo estrasse e lesse cosa c’era scritto sopra: “Per Sirius, Remus e Peter.”
Il suo cuore perse un battito. Qualsiasi cosa ci fosse in quel rettangolino, era destinato a lui e a Remus. Leggere il nome di Peter gli fece stringere forte i pugni. Chiuse gli occhi per allontanare la rabbia e un po’ titubante, inserì nuovamente l’aggeggio nel registrafone e premette un altro tasto, cercando di farlo partire, ma con scarsi risultati.
Aveva quasi perso le speranze, quando il registrafone iniziò a parlare con la voce del suo migliore amico.
“Beh, ciao ragazzi. Non so nemmeno io perché sto facendo questa cosa, o, per lo meno, lo so, ma mi sento abbastanza stupido in questo momento a parlare da solo con un registrafone in mano. Comunque, ho delle cose da dirvi, nel caso la situazione si mettesse male.” e qui James faceva una pausa.
Sirius osservava quell’oggetto incredulo. Quel oggetto babbano gli stava restituendo, anche solo per poco, suo fratello e non riuscì a trattenere le lacrime.
James aveva ripreso a parlare.
“Dunque, quello che sto cercando di dirvi è che voi siete i miei migliori amici, le persone che conosco da più tempo e di cui mi fido di più al mondo, perciò ho deciso di lasciarvi dei compiti, nel caso io non dovessi farcela.”
Sentire quelle parole fu come ricevere un pugno allo stomaco. Suo fratello, ancora vivo, sembrava fosse consapevole della fine ormai vicina. Chissà quando aveva registrato quel messaggio…
Sirius sentiva che avrebbe dovuto aspettare Remus per ascoltare il messaggio insieme, visto che era rivolto ad entrambi. Ma Remus sarebbe mancato per almeno 20 giorni e lui non avrebbe sopportato l’attesa, così continuò ad ascoltare.
“Sirius, innanzitutto mi rivolgo a te. Voglio che tu ti prenda cura di Harry, sei il suo padrino e lui ti adora. Ti prego, proteggilo, se io non ci riuscirò. E, se dovesse accadere qualcosa, dì a Lily di non perdere mai il sorriso.”
Sirius continuava a piangere silenziosamente. Certo che si sarebbe preso cura di Harry, cosa faceva pensare a James che ci fosse bisogno di ricordarglielo?
La rabbia e il  dolore lo riempivano completamente, ma la parte peggiore doveva ancora arrivare.
“Peter, adesso tocca a te. Ho riposto in te la nostra vita e la mia fiducia facendoti custode segreto, quindi posso solo dirti grazie per la tua amicizia e il tuo sacrificio. Spero di poterti ripagare, un giorno.”
A queste parole, Sirius non riuscì più a trattenersi e diede un pugno alla panchina su cui si era seduto.
Quel lurido topo schifoso era stato la causa per cui James era morto e per cui Lily e Harry erano in pericolo. Se solo James avesse saputo…
Il messaggio continuava.
“E, infine, tocca a te, Remus. Mi dispiace per le voci che sono circolate nell’Ordine. Voglio dirti che io non sospetto assolutamente di te. So che non mi tradiresti mai, come non lo farebbero mai nemmeno gli altri.
A te voglio lasciare un compito che so che non vorrai accettare, ma ti prego di ascoltarmi. Sei stato il migliore amico di Lily per anni, la conosci bene, forse meglio di me. Se mi dovesse succedere qualcosa, voglio che sia tu a prenderti cura di lei, so che puoi farcela. Harry… Harry avrà bisogno di un padre. Vorrei che crescessi Harry come un figlio, se io non potrò farlo. Sei una persona responsabile e affidabile, non posso chiedere di meglio.  Sirius, non prendertela male. So che lo stai facendo, ma sappiamo tutti che tipo sei.” James aveva fatto una breve risata. Una risata amara stava increspando le labbra di Sirius.
“Remus, so che hai un cuore grande e generoso, ti prego. Se ce ne sarà bisogno, fallo per me. Sirius, tu sei mio fratello, da quando quel giorno, scappando di casa, sei venuto a stare da me, ma anche tu lo sei Remus, anche se forse non te l’ho mai dimostrato abbastanza. Voglio che sia tu  a prendere quel posto, tu e nessun altro. Siete la mia famiglia e voglio che continuate a esserlo per Harry e Lily.”
La voce di James si era incrinata sul finale della registrazione. Doveva essere stato tutt’altro che facile per lui dire quelle parole, tra l’altro in un momento di paura come quello che stava vivendo. La costante angoscia di perdere la sua famiglia, di essere attaccati nonostante la protezione dell’Incanto Fidelius l’aveva dovuto convincere che fosse necessario pensare ad un piano, per non lasciare la sua famiglia da sola.
“Adesso vado da Harry, vorrà fare dolcetto o scherzetto. Spero che nessuno di voi trovi questo messaggio mentre ci sono io nei paraggi, o mi prenderete in giro a vita. Vi voglio bene, ragazzi.”
- CLIC -
Il messaggio finiva così.
La rabbia di Sirius crebbe ancora di più. Quel messaggio era stato registrato la sera in cui erano stati attaccati, quasi come se James sentisse che quella sarebbe stata la sua ultima sera insieme alla sua famiglia.
La gente che passava nel parco, guardava di sottecchi Sirius che continuava a piangere, negli occhi tutta la sofferenza che quella nuova consapevolezza aveva creato in lui.
Si mise il registrafone in tasca e si incamminò verso casa.
 
 
 
Sirius era appena rientrato, aveva consegnato i libri a Lily e, senza dire nulla, era andato nella sua stanza. Harry si era appena addormentato, così Lily decise di mettersi a leggere un libro, senza fare domande. Sirius sembrava davvero scosso, doveva essere successo qualcosa di grosso.
Il pensiero di Lily andò a Remus, subito dopo a Peter.
“Forse l’hanno trovato  ma non vuole dirmelo.” pensò.
“Più tardi glielo chiederò.”
 
 
 
Le parole di James continuavano a vorticargli in testa. Era sicuro che Remus non avrebbe mai accettato la volontà di James, non avrebbe mai voluto tradirlo. Se  il fatto che Harry lo avesse chiamato papà era riuscito  è sconvolgerlo, Sirius poteva solo immaginare l’impatto che il messaggio di James avrebbe avuto su di lui.
Dopotutto, come dargli torto? Remus amava Harry, come del resto anche Sirius, ma non avrebbe mai accettato di sostituirsi alla memoria di James.
E Lily? Come avrebbe reagito Lily se avesse ascoltato il messaggio? Avrebbe dovuto dirglielo? No, assolutamente no. Sarebbe servito solo a farla stare peggio, proprio adesso che sembrava stesse per riprendersi. Sentire la parte riguardante Peter, poi, l’avrebbe distrutta del tutto.
Erano passata più di un’ora da suo arrivo, ma Sirius non accennava ad uscire dalla sua stanza. Harry si era svegliato e reclamava la sua dose di gioco quotidiana a col padrino, così che Lily decise di andare a chiamarlo.
“Sirius, posso?” disse, bussando alla porta.
“Certo, entra.”
“Volevo chiederti, è  tutto ok? Mi sei sembrato un po’ teso.”
Sirius deglutì. Doveva dirle la verità o no? No, non ce l’avrebbe fatta. Avrebbe aspettato l’arrivo di Remus e poi avrebbero deciso insieme. Decise di inventare una scusa per non farla preoccupare.
“No, Lily, è tutto ok. Sono solo stanco. I tuoi libri non finivano mai!”
Lily non sembrava molto convinta, così Sirius si alzò e andò in camera di Harry.
“Credo qualcuno mi stia cercando, sbaglio?” disse entrando di soppiatto nella camera del bimbo.
“Tiiii! Ius!” rispose il bambino, felice di vedere il suo padrino.
Ogni giorno che passava, Harry sembrava somigliare sempre di più al padre. Capelli neri arruffati e indomabili, stessa forma del naso e degli occhi, diversi solo nel colore, quello era di Lily.
“Come vorrei che fossi qui, James.” disse  Sirius sospirando.
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: LunaMoony92