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Autore: 31luglio    06/02/2014    6 recensioni
Cosa succede quando una ragazza viene scoperta dentro la lussuosa villa del suo cantante preferito proprio da lui stesso?
Tratto da un capitolo:
Mi sdraiai sul divanetto e guardai il cielo. «Secondo te, le stelle quante sono?» chiesi, cercando di contarle tenendo il segno con le dita. Una, due, tre, quattro, cinque... Mi persi a cercare di individuare le costellazioni, quindi ricominciai. Dopo aver fallito una mezza dozzina di volte rinunciai, e tornai a guardare con aria sognante.
Mi rivolse uno sguardo divertito. «Sei proprio fuori.»
«Rispondi.»
«Non so che cosa dirti, Audrey.»
«Spara un numero.»
«L'infinito...»
«Come io e te in questo momento?»
Mi guardò nuovamente, sorpreso. «Sì» sorrise, «come noi due in questo momento.»

another Justin & Miley fanfiction
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(cap 10) do you like him?

 

Mi svegliai e con la mano sinistra tastai il materasso per assicurarmi che Justin ci fosse ancora, senza aprire gli occhi. Quando mi accorsi di essere da sola, mi alzai e mi infilai la maglietta a righe verticali bianche e nere del biondo e i miei slip, poi scesi lentamente le scale. Dalla cucina proveniva un idilliaco profumo di bacon e mi sentii ben felice di camminare verso esso, curiosa di sapere cosa stesse producendo Justin.

«Buonasera» salutai, entrando nella stanza.

Si girò, per poi sorridermi. «Buonasera a te, Audrey.» Dopodiché tornò a concentrarsi sui fornelli ed io mi sedetti sul bancone di marmo color carbone, osservandolo al lavoro: indossava solo un paio di boxer neri che gli mettevano in risalto il sedere e la schiena era leggermente lucida per via del sudore. L'indiano tatuato sulla sua spalla spiccava, così come l'immagine di Gesù e le mani sul polpaccio. Feci una smorfia di disgusto guardando questi ultimi, dal momento che non mi piacevano e, anche se li avessi apprezzati, mai e poi mai mi sarei tatuata due immagini del genere.

«Stavi dormendo, quindi ho pensato di cucinare qualcosa» disse, rompendo un uovo e poi versandolo dentro una padella. «Spero non ti dispiaccia.» Versò il formaggio già tagliato nella stessa, lo distribuì ed infine si appoggiò al bancone sul quale ero seduta, proprio di fianco a me, e mi guardò.

«Non mi dispiace, però sono sicura di saper cucinare meglio di te.»

Ridacchiò divertito. «Ne dubito.»

«È vero!» ribattei. Pensai a cosa sapevo preparare, poi iniziai ad elencare. «So fare la pasta, le torte, i muffin, le frittelle, la pizza...»

«D'ora in poi, allora, ti chiamerò chef» mi interruppe.

Lo fulminai con lo sguardo, consapevole che mi stesse prendendo in giro. «Potrei dimostrartelo, sai?»

«Quando vuoi.» Ammiccò e tornò nuovamente davanti ai fornelli; girò l'omelette al formaggio e mescolò il bacon che cuoceva a fuoco basso in un altro tegame, quindi prese i funghi e li tagliò a fettine. Li versò dentro un'ulteriore padella con aglio ed olio. Dopodiché versò della farina in una ciotola, con un po' di sale e mezzo litro di latte e lavorò il composto fino a farlo diventare liscio; a parte sbatté tre uova e poi le aggiunse ad esso.

Trasferì l'omelette, ormai cotta, in un piatto e fece altrettanto col bacon, quindi mise dentro una padella un po' di burro e, una volta fuso, vi versò un po' del composto di farina, sale, latte ed uova. Lo distribuì velocemente su tutta la superficie; quando fu cotta, fece scivolare la crespella su un piatto e ne preparò altre.

«Metti 270 grammi di funghi nel frullatore, per favore», disse; obbedii ed, una volta ridotti in crema, li misi in una padella con del mascarpone e poco latte. Mentre si cuocevano tagliai un po' di formaggio come mi aveva chiesto il biondo ed infine mi sedetti nuovamente sul bancone; nel frattempo, lui ultimò la preparazione delle crespelle riempiendole con la crema ai funghi e con il formaggio.

«La mia maglietta ti dona, lo sai?»

Mi guardai, mordendomi il labbro. «Grazie. A te donano i boxer, invece.»

La sua risata riempì la stanza, ed io non potei fare a meno di sorridere. A parte la sua voce, quello era il mio suono preferito. Come era possibile che a qualcuno non piacesse? Sarebbe dovuta essere considerata una delle meraviglie del mondo. Era così melodiosa che sarei stata ad ascoltarla per tutta la vita, senza interruzione.

I miei pensieri furono spezzati dal rumore della porta d'ingresso che si chiudeva. Justin mi guardò confuso, poi i suoi occhi si spostarono sul suo corpo semi nudo.

«Tesoro, sono a casa!» la voce di mia madre arrivò sommessa.

Vidi negli occhi del biondo un lampo di terrore. Mi morsi il labbro nervosamente, cercando come fare per nasconderlo, almeno momentaneamente. Dal momento che le scale erano esattamente di fronte alla porta d'ingresso non potevo farlo tornare in camera mia senza farlo vedere.

«Come...» Mia madre si bloccò a metà frase, sulla soglia della cucina, ed io la guardai cercando di avere un'espressione disinvolta sul viso. I suoi occhi smeraldo, leggermente più chiari dei miei, si rivolsero a Justin, che sorrise imbarazzato.

«Salve, signora Thompson» la salutò, abbassando lo sguardo. Ancora una volta, non potei fare a meno di sorridere, questa volta per il tono di voce che aveva usato.

«Ciao. Tu sei...» Non terminò la frase, aspettando che lo facesse il biondo.

«Mamma, dimmi che scherzi. Sai benissimo chi è.»

Non parlò per qualche secondo, mentre rifletteva. «Justin Bieber!» esclamò, poi. «Allora eri seria, qualche settimana fa?»

«Io...» iniziò il ragazzo. «Io credo sia meglio che vada.»

«Ti accompagno» lo assecondai. Mentre correvamo di sopra, mia madre mi annunciò che avremmo parlato una volta rimaste sole. Chiusi la porta della mia camera alle mie spalle e, mentre lui mi guardava sconvolto, scoppiai a ridere.

«Cosa ridi?» domandò, con un'espressione disperata sul viso. «Dopo questo, non ci vedremo mai più, ti rendi conto?»

La mia risata si fece ancora più rumorosa. «Ho sedici anni e ho passato gli ultimi due con un ragazzo» gli ricordai. «Pensi che non sappia che faccio certe cose?»

«Non penso sia così facile» obiettò.

Mi avvicinai a lui e lo abbracciai. Avrei voluto baciarlo così tanto, sfiorare le sue labbra umide, fino a consumarle... Ed invece, non potevo. Avrei dovuto aspettare il prossimo momento intimo, perché al di fuori di esso non eravamo altro che amici. «Fidati di me» sussurrai. Con il mio orecchio sinistro, appoggiato contro il suo petto nudo, potevo sentire il suo cuore battere. Durante quel momento di silenzio, decisi che quello era il mio terzo suono preferito e che avrei fatto di tutto per ascoltarlo di nuovo.

Poco dopo costrinsi me stessa a staccarmi da lui e mi sfilai la maglietta; gliela porsi, per poi mettermi il pigiama mentre si rivestiva. Una volta pronto prese il suo iPhone e si avviò verso la porta della camera, per poi aprirla ed avviarsi a quella d'ingresso.

«Allora ci sentiamo» disse, con un tono leggermente distaccato.

Annuii. «Ci sentiamo» ripetei. Subito dopo mi rivolse un sorriso imbarazzato ed uscì. Dalla finestra nell'ingresso lo guardai attraversare la via, salire sulla sua Range Rover nera e partire velocemente, poi mi diressi verso il salotto, dove mia madre mi stava aspettando.

 

«Che bel ragazzo», commentò tranquilla. «Ma penso di essermi persa qualcosa.»

Mi sedetti su una delle poltrone di velluto nero di fronte al divano su cui era posizionata mia madre e iniziai a giocare con il lembo della mia canottiera. «Non dovevi tornare mercoledì?» le domandai, cercando di cambiare discorso.

«Abbiamo finito prima» rispose semplicemente. «E ringrazia che non sia tornato prima tuo padre, perché allora sì che saresti nei guai. Ora mi aspetto che mi racconti qualsiasi cosa.»

«Justin ed io siamo stati ad una festa venerdì e ho tradito Aaron, quindi ci siamo lasciati.»

Mi guardò sorpresa. «Cosa? Perché? Non avresti dovuto lasciarlo, prima di tradirlo? Non ti ho cresciuta così, Audrey. Non ti ho insegnato a tradire le persone.»

«Non l'ho fatto apposta, okay? Non so cosa avessi in testa, perché lo amavo...»

«Questo è decisamente il potere dei soldi.»

Mi alzai irritata. «Non dire una cosa del genere, perché non sai niente di noi due.»

«Stavo scherzando!» si giustificò. «Non pensavo fossi così permalosa.»

Le rivolsi un'occhiata gelida, poi mi sedetti di nuovo. «Non volevo tradirlo e, credimi, l'avrei lasciato se avessi saputo cosa sarebbe successo, per evitare che soffrisse.»

«E Justin ti piace?»

Già. Mi piaceva? Mi sembrava troppo presto per avere già una risposta, erano passate appena due settimane da quando ci eravamo conosciuti e solo tre giorni da quando eravamo finiti a letto insieme la prima volta. Eppure...

Eppure mi provocava delle sensazioni indescrivibili. Il calore del suo corpo era rilassante, le sue braccia il mio posto felice e i suoi baci erano perfetti. Sentire le sue labbra a contatto con il mio collo mi faceva dimenticare che esistesse qualcun altro oltre a noi due e quando eravamo l'uno parte dell'altra mi sentivo in pace con me stessa.

Guardai mia madre, indecisa se dire sì o no. Perché, nonostante le sensazioni positive, spesso lo avrei voluto picchiare perché non capiva nulla, perché prendeva tutto troppo alla leggera e perché sembrava gli importasse solamente del sesso. E poi si comportava da celebrità montata che non sapeva cosa volesse dire perdere, ed era una cosa che non sopportavo. Però poi sorrideva...

«No... credo» risposi, chiedendomi se avessi dato la risposta giusta o meno.

«Tesoro, il tuo “credo” dimostra che la risposta alla mia domanda è affermativa.»














"where would i be, if you didn't believe?"
Ciao, amici!
So bene di fare terribilmente schifo, perché non aggiorno da più di un mese, ma...
Tra le feste, poi gli ultimi avvenimenti riguardanti Justin (l'arresto, Chantel di merda, la cocaina in casa e bla bla bla) e l'uscita di Believe Movie (che, tra l'altro, ho visto due volte ed ho pianto i mari in entrambe) non mi sentivo più ispirata. 
Ma poi ho deciso che voi non vi meritate che io sparisca così e quindi mi sono obbligata ad aggiornare.
So che questo capitolo non è un granché, ma tra un po' inizieranno dei capitoli migliori (speriamo) e spero continuerete a seguire la mia fan fiction perché per me è molto importante.
Inoltre ci tengo a ringraziarvi perché è tra le preferite di 41 persone, tra le ricordate di 7 e tra le seguite di 40. Vi amo da morire, ve lo giuro, grazie, grazie, grazie!
Fatemi sapere cosa pensate del capitolo.
Un beso,

Andrea :)

PS. Ci tengo a precisare che non ho abbandonato Justin per gli avvenimenti che ho accennato prima, né ho intenzione di farlo. La mia non-ispirazione non è stata perché mi sono allontanata da lui, ma perché ero giù e non me la sentivo di scrivere. Io continuo ad amare quel deficiente più di qualsiasi cosa, sia chiaro!

 

   
 
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