A casa
People help the people
and if you're homesick, give me your hand and I'll hold it
People help the people
and nothing will drag you down
[Le persone si aiutano
e se hai nostalgia di casa, dammi la tua mano e io la stringerò
Le persone si aiutano
e niente ti trascinerà in basso]
«Ti
manca mai il 12?».
Gale non spostò lo sguardo dalla piccolo
foresta al limitare del Distretto 2. Non assomigliava affatto a quella
che una volta aveva dietro casa.
Quella davanti a lui in quel momento era più rada,
più aspra. Meno accogliente.
Forse, più che il 12, gli mancava la vita che aveva
là.
«No», rispose piano, voltandosi a guardare Johanna.
«Non c'è rimasto più niente che possa
mancarmi».
Lo sguardo di lei si fece indecifrabile. «A parte la tua
famiglia».
Gale
tornò a fissare la foresta. La sua famiglia stava meglio
senza averlo
tra i piedi. Ricevevano un suo aiuto economico ogni mese, la parte
migliore di lui. Non avevano bisogno d'altro.
Prese in mano un sassolino e iniziò a giocarci con aria
distratta.
«La mia casa è qui, adesso».
Johanna
restò a guardarlo e per un attimo nemmeno lui fu certo di
cosa stesse
parlando, se del Due o della loro strana, zoppicante relazione. Poi lei
allungò piano una mano e la posò sulla sua
spalla, con una gentilezza
inusuale per Johanna Mason.
Gale sospirò, lasciando cadere il sassolino che teneva in
mano.
Dopotutto,
del 12 non conveniva rimpiangere nemmeno la vita che una volta gli
apparteneva. Era un altro Gale, quello una volta che si sentiva grande
e forte perché andava a caccia e aveva idee ribelli. Quello
che ora
abitava nel Due era un uomo che aveva imparato quanto fosse
inaspettatamente salato il prezzo di tante cose della vita.
Gale diede un'occhiata al volto di Johanna, un po' rigido nel suo
tentativo di non apparire sentimentale, e sorrise fra sé.
Crescendo di certo aveva scoperto il prezzo di molte cose, ma anche che
tante altre, invece, un prezzo in fondo non l'avevano.
I'd be cold as a stone and rich as the fool
That turned, all those good hearts away
[E se avessi un cervello, oh, se avessi un cervello
sarei freddo come un sasso e ricco come lo stupido
che ha respinto tutti quei cuori buoni]
La fredda luce bianca
proveniente dallo schermo illuminava il volto inespressivo di Alma Coin.
Intorno
a lei, monitor e apparecchi di ogni tipo e dimensione la tenevano
costantemente aggiornata sugli sviluppi della guerra in ogni parte del
paese. In uno schermo in basso, un po' sulla destra, la donna fece
apparire la planimetria completa della residenza di Snow.
Si
trattava bene, quel vecchio bastardo. Lei in compenso aveva passato
tutta la vita in una città sotterranea, nei cunicoli bui di
un quartier
generale che andava espandendosi sempre più, fino ad
estendere il
Distretto 13 alle potenzialità di un vero e proprio impero.
Presto non
sarebbe più servito nascondersi. Era l'alba di un tempo
nuovo, il suo.
Era il momento
degli stendardi e le balconate e i velluti e il potere.
Alma
studiò con più attenzione la disposizione
dell'ampio giardino attorno
al palazzo presidenziale, dove al momento, secondo le sue fonti,
avevano trovato asilo i rifugiati di Capitol City. Uno spazio
considerevole era stato dedicato ai bambini.
Alma Coin
sospirò. Una
cosa crudele, la guerra. E anche la vita. Il gradino più
alto del podio
era da sempre tinto di rosso cremisi.
Alcuni le
avrebbero suggerito
la diplomazia, magari. Costringere Snow ad arrendersi, calmare la
popolazione, incarcerare chi avesse opposto resistenza.
Le venne quasi
da ridere. La
diplomazia.
Quella era per i giocatori minori, le pedine
spendibili, quelli che ancora si affidavano alle effimere, vuote leggi
della morale.
Non c'era
posto per la diplomazia una volta giunti sul piedistallo, non c'era
posto per nient'altro che il trono.
Con
dita veloci digitò un comando sulla tastiera davanti a
sé. Al momento
dell'invio sentì fremere nelle sue mani un accenno del
dominio assoluto
che si preparava ad ottenere. Poche sue parole erano in grado di
spezzare delle vite umane in qualche secondo.
Sapeva che
avrebbe
funzionato. Era una mossa ferocemente lucida, curata nei dettagli. Non
c'era margine di errore nella fredda precisione di un calcolo.
Con
un gesto secco, fece partire l'ordine. C'era un solo modo per arrivare
al potere, ed era schiacciare chiunque si frapponesse tra lei e il suo
trono.
_______________
Forse
qualcuno si chiederà se io sia ancora viva, a questo punto.
Domanda legittima, e a quanto pare, sì, sono ancora viva.
Facciamo
che ignoriamo tutte le recensioni che devo lasciare e le risposte che
ancora devo a diversi di voi, e ci concentriamo sui miei adorabili
lettori. Come state? Come va la vita?
Spero davvero che questi due
sputacchi vi siano piaciuti, che vi abbiano fatto una buona
impressione, anche in comunione con la canzone.
Visto che questo per
me è veramente periodo di compleanni per moltissimi tra i
miei amici,
questo secondo capitolo della raccolta lo dedico a tutte le persone che
hanno compiuto gli anni durante il mio periodo di sparizione da EFP.
Tanti auguroni! ^^
Ah, e non pubblico dal 2013… Caspita, buon anno, gente!
Chissà se so ancora domare l'html...
Un bacione a tutti e spero di spuntare il prima possibile :)
wip