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Autore: workinprogress    07/02/2014    2 recensioni
Una canzone, sette brevi storie. Sette vite, o forse di più.
1. Il bacio della fortuna [Katniss]
2. Ricompensa [Peeta]
3. A casa [Gale]
4. L'ultimo gradino [Coin]
5. In fiamme [Peeta]
6. Porte chiuse [Haymitch]
7. In equilibrio [Lavinia]
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gale Hawthorne, Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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People help the people


A casa


People help the people
and if you're homesick, give me your hand and I'll hold it
People help the people
and nothing will drag you down

[Le persone si aiutano
e se hai nostalgia di casa, dammi la tua mano e io la stringerò
Le persone si aiutano
e niente ti trascinerà in basso]


«Ti manca mai il 12?».
Gale non spostò lo sguardo dalla piccolo foresta al limitare del Distretto 2. Non assomigliava affatto a quella che una volta aveva dietro casa.
Quella davanti a lui in quel momento era più rada, più aspra. Meno accogliente.
Forse, più che il 12, gli mancava la vita che aveva là.
«No», rispose piano, voltandosi a guardare Johanna. «Non c'è rimasto più niente che possa mancarmi».
Lo sguardo di lei si fece indecifrabile. «A parte la tua famiglia».
Gale tornò a fissare la foresta. La sua famiglia stava meglio senza averlo tra i piedi. Ricevevano un suo aiuto economico ogni mese, la parte migliore di lui. Non avevano bisogno d'altro.
Prese in mano un sassolino e iniziò a giocarci con aria distratta.
«La mia casa è qui, adesso».
Johanna restò a guardarlo e per un attimo nemmeno lui fu certo di cosa stesse parlando, se del Due o della loro strana, zoppicante relazione. Poi lei allungò piano una mano e la posò sulla sua spalla, con una gentilezza inusuale per Johanna Mason.
Gale sospirò, lasciando cadere il sassolino che teneva in mano.
Dopotutto, del 12 non conveniva rimpiangere nemmeno la vita che una volta gli apparteneva. Era un altro Gale, quello una volta che si sentiva grande e forte perché andava a caccia e aveva idee ribelli. Quello che ora abitava nel Due era un uomo che aveva imparato quanto fosse inaspettatamente salato il prezzo di tante cose della vita.
Gale diede un'occhiata al volto di Johanna, un po' rigido nel suo tentativo di non apparire sentimentale, e sorrise fra sé.
Crescendo di certo aveva scoperto il prezzo di molte cose, ma anche che tante altre, invece, un prezzo in fondo non l'avevano.

L'ultimo gradino

Oh and if I had a brain, Oh and if I had a brain
I'd be cold as a stone and rich as the fool
That turned, all those good hearts away
 
[E se avessi un cervello, oh, se avessi un cervello
sarei freddo come un sasso e ricco come lo stupido
che ha respinto tutti quei cuori buoni]

La fredda luce bianca proveniente dallo schermo illuminava il volto inespressivo di Alma Coin.
Intorno a lei, monitor e apparecchi di ogni tipo e dimensione la tenevano costantemente aggiornata sugli sviluppi della guerra in ogni parte del paese. In uno schermo in basso, un po' sulla destra, la donna fece apparire la planimetria completa della residenza di Snow.
Si trattava bene, quel vecchio bastardo. Lei in compenso aveva passato tutta la vita in una città sotterranea, nei cunicoli bui di un quartier generale che andava espandendosi sempre più, fino ad estendere il Distretto 13 alle potenzialità di un vero e proprio impero.
Presto non sarebbe più servito nascondersi. Era l'alba di un tempo nuovo, il suo.
Era il momento degli stendardi e le balconate e i velluti e il potere.
Alma studiò con più attenzione la disposizione dell'ampio giardino attorno al palazzo presidenziale, dove al momento, secondo le sue fonti, avevano trovato asilo i rifugiati di Capitol City. Uno spazio considerevole era stato dedicato ai bambini.
Alma Coin sospirò. Una cosa crudele, la guerra. E anche la vita. Il gradino più alto del podio era da sempre tinto di rosso cremisi.
Alcuni le avrebbero suggerito la diplomazia, magari. Costringere Snow ad arrendersi, calmare la popolazione, incarcerare chi avesse opposto resistenza.
Le venne quasi da ridere. La diplomazia. Quella era per i giocatori minori, le pedine spendibili, quelli che ancora si affidavano alle effimere, vuote leggi della morale.
Non c'era posto per la diplomazia una volta giunti sul piedistallo, non c'era posto per nient'altro che il trono.
Con dita veloci digitò un comando sulla tastiera davanti a sé. Al momento dell'invio sentì fremere nelle sue mani un accenno del dominio assoluto che si preparava ad ottenere. Poche sue parole erano in grado di spezzare delle vite umane in qualche secondo.
Sapeva che avrebbe funzionato. Era una mossa ferocemente lucida, curata nei dettagli. Non c'era margine di errore nella fredda precisione di un calcolo.
Con un gesto secco, fece partire l'ordine. C'era un solo modo per arrivare al potere, ed era schiacciare chiunque si frapponesse tra lei e il suo trono.

_______________

Forse qualcuno si chiederà se io sia ancora viva, a questo punto. Domanda legittima, e a quanto pare, sì, sono ancora viva.
Facciamo che ignoriamo tutte le recensioni che devo lasciare e le risposte che ancora devo a diversi di voi, e ci concentriamo sui miei adorabili lettori. Come state? Come va la vita?
Spero davvero che questi due sputacchi vi siano piaciuti, che vi abbiano fatto una buona impressione, anche in comunione con la canzone.
Visto che questo per me è veramente periodo di compleanni per moltissimi tra i miei amici, questo secondo capitolo della raccolta lo dedico a tutte le persone che hanno compiuto gli anni durante il mio periodo di sparizione da EFP. Tanti auguroni! ^^
Ah, e non pubblico dal 2013… Caspita, buon anno, gente!
Chissà se so ancora domare l'html...
Un bacione a tutti e spero di spuntare il prima possibile :)
wip


  
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