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Autore: bruciato    15/02/2014    0 recensioni
Anime Oscure è un opera in corso di scrittura di genere Low Fantasy.
Ambientata nel regno di Landor,segue le vicende dei maggiori esponenti di quest'ultimo,dal Re ai Cavalieri Neri, suo protettori, includendo nobili e popolani. Giochi, guerre, intrighi e complotti si alternano nella Città Illuminata, dove siede il giovane Re Vaan Destiryon.
Cyrith, regno da sempre nemico di Landor, si muove a Est, mentre da Nord arriva Cesar Brambe, figlio del Re ucciso e spodestato da Lance Destiryon, padre di Vaan.
Dalla Linea Stricta, a Sud, arrivano voci preoccupanti sul ritorno dei non-morti. Non molti credono al ritorno di quei traditori del reame, considerando la loro stessa esistenza leggendaria.
Genere: Dark, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Che cosa fate?- chiese sua madre; aveva appena sbattuto la porta dietro di sé.

-Logan si è allargato. Ha molestato Gwen Allister, madre.-

-Questo lo so già. Ma la spada va al suo posto, Seth. Essere un Nero non ti autorizza a puntare la lama alla gola di tuo fratello, ed è già la seconda volta che te lo vedo fare.-

Seth distolse lo sguardo; ogni volta che parlava con uno dei suoi familiari, gli pareva di tornare a essere quel ragazzo che veniva sgridato e sempre messo da parte. Voleva bene a sua madre, ma a volte la odiava per questi suoi atteggiamenti.

-Io sono un Nero e proteggo il Re e chi lui vuole che io protegga. Questo è il mio giuramento, i Neri non hanno casata.-

-Ah! Sei ancora ingenuo, vedo. Sono anni che ormai sei a corte; non ti sei accorto delle cose che accadono? Onore e fedeltà sono seppelliti da tempo in questo regno!-

-Preferisco essere un ingenuo che diventare come voi!-

Sua madre diventò paonazza; gettò a terra il fermaglio per capelli, lasciando libera la sua chioma nera e avvicinandosi furiosa verso Seth. Alzò il braccio; Seth lo bloccò subito, avvicinandosi di molto agli occhi della madre, verdi chiari come i suoi.

-Non sono più un bambino, madre. Non ti chiederò di scegliere tra me e la casata, ma non intromettermi mai più in ciò che faccio.-

Sua madre si divincolò, raccolse il fermaglio da terra e lasciò le stanze di Seth in completo silenzio.

Seth percepiva ciò che lei pensava; era arrabbiata. Ma lui lo era di più, molto di più, prigioniero di una furia che lo aveva pervaso sin da quando i Lunac erano arrivati in città.

Seth benedì la guerra portatrice di morte. Sperava che Logan sarebbe stato tra i caduti, ormai non cercava più di reprimere questi pensieri.

La spada era lì, sul tavolo, dove l’aveva lasciata. Aveva preferito non portarla in giro da quella sera, era terrorizzato. Ora però se ne doveva liberare. Era meglio per tutti, lui per primo. La sollevò dal tavolo. Poi uscì sulla balconata, e tese il braccio. Doveva solo caricare il lancio, e quella spada non gli avrebbe mai più “parlato”. Si sarebbe persa nel fiume che scorreva sotto il suo balcone, uno dei tanti che percorrevano la città. Ma ne valeva davvero la pena ? E se l’avesse trovata Logan? Ma soprattutto, la voce era stata reale o Seth stava impazzendo?

La sua testa era ormai fuori controllo. Quasi sperava che Occhio Famelico si rimettesse in contatto con lui. Ma vi era solo un terribile silenzio nella testa del ragazzo.

Rinunciò al gesto e andò a dormire, per così dire. Non riuscì a chiudere occhio, vide il sole levarsi e iniziare a riscaldare tutta la Città.

Aveva passato una notte terribile, ma la spada non aveva parlato.

“Sono solo un pazzo.” pensò.

Io non credo.

La voce si era fatta risentire. Più forte, stavolta. Non poteva credere a quello che udiva. Quindi, era tutto vero? Davvero sentiva la sua spada “parlargli”? Doveva fare un tentativo, assolutamente.

“ Tu..puoi sentirmi?” disse tra sé e sé, non evitando di sentirsi un idiota.

Certo che posso. L’altra volta sei stato maleducato, non mi hai risposto.

“ Non ci posso credere, stò parlando a una spada!”

Magnifico, eh?

Seth si era dimenticato che quella “cosa” probabilmente poteva leggergli nella mente. Non era esattamente una bella cosa.

“Ma tu..che vuoi da me ? Perché mi parli? Cosa ti ho fatto ?”

Niente, cosa puoi avermi fatto? Ti parlo perché sei il mio proprietario.

“ Parlavi anche a Xaos?”

No.

La risposta era stata secca e tagliente.

“E perchè no?”

Mi stava antipatico. Peccato che Xaos era morto, e forse, la febbre improvvisa e letale non era stata casuale.

Sei perspicace.

“Adesso, che vuoi fare? Tormentarmi fino a quando non impazzirò?”

Tu hai letto troppe storie. Io ti parlo, tu mi rispondi; tanto basta.

“Ma perché mi vuoi parlare? Nessuna spada parla!”

Tu chiedi troppo.

“ Rispondi!”

Il silenzio fu l’unica risposta e Occhio Famelico non parlò più.

Seth si infilò l’armatura. Allacciò i gambali e gli spallacci, e mise il suo ormai immancabile mantello nero, il famoso mantello regalatogli da Lance. Aveva pensato di lasciare la spada lì in stanza, ma al momento di uscire un impulso irrefrenabile gli aveva detto di portarla con sé.

 

Era nella sala del trono, spalle al Re. I quattro Neri erano lì, fieri come non mai. La scorta del Re era finalmente al completo ; La Vipera, La Montagna, Il Cacciatore e L’Uomo di Ghiaccio. Pari solo ai guerrieri di Larse, gli parve in quel momento a Seth. Nulla da dire, erano di grande effetto.

Il Re ascoltò udienze, ma ora aveva ben altri problemi. Cesar era alle porte, e il giovane Re doveva sentirsi terribilmente solo. Da quello che Seth sentiva, Vaan non era esattamente ben visto dalla madre. Anzi, pareva sempre che lo ostacolasse. Arathon si accostò a Seth, sussurrandogli qualcosa.

- Seth, hai saputo? -

- Cosa? - rispose Seth.

- Il Re lascia gli uomini al Castello di Ghiaccio, sono soli. Verrano schiacciati da Cesar, non arriveranno mai in tempo i rinforzi…Larse li protegga. -

Seth era a dir poco preoccupato. Non si poteva perdere la guerra in questo modo, dannazione. Per i capricci di un bamboccio viziato, poi!

- Andrà tutto bene, Arathon. E poi, ci sarai tu a proteggerci tutti, no? -

Intervenne La Vipera, che probabilmente stava origliando. Cèdric stesso e Arathon abbozzarono un sorriso. Ma Seth non aveva voglia di sorridere. Aveva troppi problemi in quel momento, la guerra, Occhio Famelico..Gwen.

Ne era sicuro, quello che aveva provato quando Logan l’aveva toccata non era altro che gelosia. Non aveva portato la spada quella sera, per sua fortuna e quella di Logan. Altrimenti, sarebbe stato giustiziato per fratricidio.

- E che aspettavi a dirmelo? - Urlò Vaan improvvisamente dietro di loro. I Neri si voltarono all’unisono. Stava urlando in faccia a Caterine.

- Perchè tu non avresti mai approvato, da stupido quale sei! - gli rispose la regina.

- Come osi? Io sono il Re! Io comando! Io e solo io! - urlò Vaan ancora una volta, quasi in un delirio di onnipotenza.

La regina tentò di calmarsi, abbassando il tono. Probabilmente non voleva rendere le cose ancora più ridicole di quanto già non lo fossero.

- Tu..non comanderai più su nulla, se non mi darai ascolto. Ritirali da quel castello maledetto e barrichiamoci in città, non vinceranno mai l’assedio! -

- Io..-

Vaan fu interrotto dal portone che si aprì violentemente. Un uomo trafelato e col fiato lungo ne uscì di corsa. Era il messaggero del Re, un tizio di di cui Seth nemmeno conosceva il nome.

- Mio re…- e si fermò a prendere fiato.

Vaan si alzò in piedi, temendo probabilmente le notizie che poteva portare quell'uomo.

- Dimmi. Parla! - gli ordinò.

Il messaggero fece un altro gran respiro, in modo da poter rispondere.

- Hanno…hanno preso il castello di ghiaccio signore. Pochi uomini sono sopravvissuti, e stanno tornando qui. Qualche centinaio. I restanti, tutti morti. -

- Ma com’è possibile prendere un castello in due giorni, dannazione! - urlò Vaan pestando un piede per terra e facendo un gran rumore.

E questo sarebbe il tuo Re? Ma per favore.

“Zitta, non è il momento adesso!” gli disse Seth.

- Li hanno presi alla sprovvista, mio signore. Non hanno fatto in tempo nemmeno a chiudere le porte che già erano nel castello. Quelli rimasti fuori sono stati trucidati, i pochi che erano dentro si sono arresi, per poi venire massacrati anche loro. Sono pochi i superstiti che sono riusciti a ritirarsi prima della battaglia. -

- Cani codardi! - esclamò Vaan.

- Ma..mio Re..cosa potevano fare? - intervenne La Montagna.

- Dovevano combattere per me, ciccione! - E il Re sferrò un calcio al trono.

Le cose stavano precipitando. Migliaia di perdite e ora Vaan era in netto svantaggio numerico.

- Io..io non sò che devo fare! - Mormorò. Quale grave frase.

Un Re incapace, ecco chi era al comando di Landor. E per di più, l’aveva ammesso. Il volto di sua madre si fece più pallido che mai. Forse aveva sempre avuto ragione, pensò Seth. Forse davvero suo figlio era un fallito e un buono a nulla. Vaan si gettò sul trono, sconsolato e in silenzio, mentre i presenti presero a mormorare. L’Albino si alzò dal suo seggio, quello accanto a sua sorella, e parlò.

- Fate entrare tutte le truppe in città, serrate le porte e preparate le difese. Siamo in guerra, signori. - corse via nella direzione opposta a quella da cui era venuto, per andare a recapitare questi ordini.

- Le udienze di oggi sono finite. - aggiunse la regina, e tutti si alzarono dai loro posti per ritirarsi. Anche i Neri stavano per lasciare la stanza, quando la regina ordinò loro di recarsi nei punti delle mura dove vi erano le crepe provocate dal terremoto, di fare una stima dei danni e di disporre delle riparazioni necessarie.

 

 

Si recarono a cavallo al lato ovest delle mura, per primo. Qui i danni non erano stati grandi. Giusto qualche crepa che non necessitava nemmeno di riparazioni.

Il problema era la parte Nord, dove probabilmente Cesar avrebbe concentrato il grosso delle sue truppe. Le crepe erano grandi e profonde.

- Basta un tiro di catapulta e questo muro và giù. - Notò Il Cacciatore.

- Vero. Qui la situazione è grave. - convenne Cèdric.

Un uomo che era nei dintorni iniziò a urlare qualcosa come ladri, vigliacchi e infami ai Neri. Seth e Arathon fecero finta di non sentire. La Vipera e Il Cacciatore non fecero altrettanto.

Cèdric si avvicinò galoppando all’uomo, e gli urlò : - Sai che noi ti proteggiamo? Lo sai che noi siamo la scorta del Re? -

L’uomo rispose con altri insulti, anche rivolti a Vaan stesso.

- Il Re perde il favore del popolo…- bofonchiò Arathon.

“Ha ragione lui. La gente sà di essere in pericolo.”

Sai come si dice, finché tutto va bene il popolo obbedisce a chiunque. Ma è quando le cose vanno male che si vede chi è un vero Re.

Occhio Famelico non aveva tutti i torti, ma Seth provò comunque a giustificare in parte Vaan.

“ Il Re è giovane, inesperto. Non è del tutto colpa sua.”

Problemi suoi. Comunque chiamami Yvalee, non “Occhio Famelico”. Che brutto nome che mi dette quel mercante…

“ Yvalee? E che significa?”

E’ un bel nome e basta. Oh, guarda, Il Cacciatore ha una preda…

Il Nero stava punzecchiando con la lancia l’uomo mentre La Vipera tentava di convincerlo a ritirare le sue parole. Quello di tutta risposta sputò in faccia a Cèdric. Il Cacciatore smontò da cavallo e gli assestò un pugno con i guanti di ferro sulla nuca. L’uomo si piegò e cadde a terra, quasi stordito.

Si, si! Mi devo ricredere: è interessante questo Cacciatore! disse Yvalee.

Una piccola folla si era riunita attorno ai Neri e all’uomo.

Arathon non ci vide più e partì al galoppo anche lui. Seth lo seguì.

- Ma che fai? Noi siamo Cavalieri Neri, dobbiamo dare l’esempio! - urlò al Cacciatore.

- Questo stà solo creando problemi. Con un pò di cazzotti imparerà a parlare come si deve! -

E fece per dare un altro gancio all’uomo, per essere poi bloccato con una mano dal Gigante.

  • Lascialo perdere, Cacciatore. E’ meglio per tutti, te compreso. - La Montagna si stava veramente arrabbiando.

-Ah, porco! Urlò il Cacciatore. -Lasciami andare, frocio!-

-Che cosa hai detto?- sbraitò Arathon, sollevando da terra il Cacciatore compreso di armatura.

Lo alzò di circa un metro, pronto a scaraventarlo via. Ma due Neri rissosi non dovevano essere visti dal popolo. Arathon lo lasciò cadere a terra e rimontò a cavallo.

Seth sapeva il motivo della rabbia improvvisa di Arathon. Giravano voci su di lui che si recava nei luoghi solitamente frequentati da fanciulli e da qualche mese giravano voci che fosse attratto da alcuni di loro.

Seth faticava a crederci, ma non aveva mai aperto l'argomento con il suo amico.

Il Cacciatore si rialzò, Seth avrebbe osato dire spaventato. E chi non poteva essere spaventato quando un uomo di un metro e novanta per oltre centoventi chili di muscoli ti si metteva contro il viso?

Mentre i Neri se ne andavano qualcuno dalla folla urlò : Arathon il protettore dei poveri!, seguito poi da altre frasi simili. Un sorriso si fece strada tra l'incolta barba del Gigante.

 

 

- Come ti senti ? - chiese Seth.

- Non c’è male. Adesso riesco ad alzarmi dal letto, se lo vuoi sapere. - rispose Antony.

Seth era andato a fargli visita per sincerarsi delle sue condizioni, appena aveva avuto un attimo libero. Aveva lasciato Yvalee nelle sue stanze, non voleva avere una logorroica “cosa” al suo fianco.

- Hai saputo di Logan e tua sorella ? -

- Si, quel bastardo…ma almeno l’avete protetta. -

- Antony, dobbiamo proteggerla. Logan è un pazzo e il Re non lo arresterà mai, gli serve per questa guerra. - lo avvertì Seth.

- Lo sò, Seth..Dammi il tempo di rimettermi a nuovo e gliela farò vedere io! -

- Non farlo. Logan è più forte di te, devi ammetterlo.- gli intimò il Nero.

- Però tu lo hai abbattuto, no? Fallo ancora! -

- Mia madre non me lo perdonerebbe. Prova affetto per Logan, lui è abile nel nasconderle le sue malefatte. E guai a chi osa provare a raccontarle a Alissa. -

- Beh, può sempre rimanere ucciso in battaglia..- disse Antony, fissando Seth.

- Improbabile. E’ abile, e di sicuro non sarà in prima linea. -

- Prima o poi scenderà in campo quel bastardo, e si getterà nella mischia. Cercalo durante la battaglia. Un fendente, e Logan Lunac sarà solo un ricordo. Nemmeno sapranno che sei stato tu. -

Il silenzio di Seth fu esplicativo. Ci stava rimuginando sopra, ma sapeva che non ne avrebbe avuto il coraggio. Come se avesse intuito questa cosa, Antony aggiunse : - Se sarò in forze, lo farò io durante la battaglia. -

Seth squadrò il biondo a letto. Non aveva una bella cera, ma probabilmente ce l’avrebbe fatta per la battaglia.

-…E sia. Ma ti avverto, tu fai ciò che vuoi; io non voglio sapere nulla, non ti aiuterò né bloccherò. -

- Va bene, Uomo di Ghiaccio. -

Seth si alzò dalla seggiola accanto al letto. Raccolse i suoi guanti di ferro e si inchinò verso l’uscio. Quando la sua mano toccò la maniglia, Antony gli intimò di aspettare. Seth si voltò verso di lui.

- Finchè non sarò in grado di farlo..puoi proteggere Gwen ? Ti prego, non lasciarla a tuo fratello! Sei la mia unica speranza. -

Seth annuì senza dire niente; poi lasciò la stanza. L’aria era ormai sempre più fredda. L’autunno stava per iniziare ed erano ormai rari i giorni in cui il sole risplendeva fiero nel cielo. Stava uscendo dal palazzo degli ospiti, quando notò che proprio all’entrata vi erano Logan e Gwen. Lui gli aveva bloccato la strada con un braccio appoggiato alla parete e lei pareva a dir poco spaventata.

- Ora me lo dai un bacio? - udì Seth.

Gwen tentò di schiaffeggiarlo, ma lui la bloccò e poi alzò la mano per sferrargli uno schiaffo di risposta.

- Come osi, puttana? -

Il suo colpo fu immediatamente bloccato da Seth.

- Piccolo scarafaggio, lasciala andare. - gli ordinò Uomo di Ghiaccio.

- Il cavaliere a difesa degli oppressi si è fatto vivo! - rispose Logan, e tentò di sferrargli un calcio sulla caviglia, abilmente evitato dall’Uomo di Ghiaccio, mentre ancora teneva serrato il polso di suo fratello.

- Vattene. - disse senza emozioni il Nero. Logan si liberò allora dalla presa di Seth in un lampo, lasciandolo con la guardia scoperta e, in fondo, stupito. “ Ma come ha fatto a liberarsi in un attimo?” pensò Seth. I suoi occhi incrociarono per mezzo secondo quelli bellissimi e azzurri di Gwen, che lo rapirono e lo fecero cadere in trance.

Logan nel mentre caricò il destro, per poi fermarsi a metà dell’estensione del suo braccio.

- Oggi non ho voglia di risse, Uomo di Merda. Ci vediamo in giro. - gli disse con un ghigno beffardo.

Si diresse quindi verso la fortezza vera e propria. Seth si avvicinò a Gwen, restata a guardare tutto il tempo, come pietrificata.

- Ti sei fatta male ? - le chiese.

- Stò bene Seth, grazie..per fortuna sei arrivato. -

Lui la aiutò a rialzarsi, dal momento che aveva appoggiato la schiena al muro.

- Dovere, milady…-

Il silenzio rimbombò nell’atrio, una volta che Gwen si alzò. I loro volti non erano mai stati così vicini, le loro labbra quasi si sfioravano.

- Spero che tuo fratello si rimetta in sesto, Gwen. - gli disse Seth allontanandosi dalle labbra di lei.

  • Non pensare a lui. - gli sussurrò Gwen, che gli mise una mano intorno al collo e lo tirò a sé. Le loro labbra toccarono, per la prima volta, e consumarono un lungo e appassionato bacio.

    “Non…non può essere! Non ci credo!” pensò Seth, mentre teneva gli occhi chiusi e assaporava quel momento.

Quello che stava provando era quello che aveva sempre desiderato e sempre represso? O era semplicemente stupore e sorpresa? In fondo, lui non l’aveva mai ammesso, ma Gwen aveva sempre esercitato un certo fascino su di lui.

Dopo secondi che parvero un’eternità, le loro labbra si staccarono, e le lingue sciolsero i loro nodi.

-…C-cos’era questa cosa? - balbettò Seth.

-..Non..non lo sò. Non avrei dovuto farlo, io sono promessa al tuo Re! Scusa, Seth. - mormorò la bionda abbassando lo sguardo.

- Niente scuse. - gli disse lui, che la riavvicinò a sé e fece di nuovo incontrare le loro labbra.

 

 

Ma dov’era stato? In un sogno? Quasi credeva a quello che era successo quando tornò nelle sue stanze, dove ad attenderlo non c’era solo Yvalee ma anche gli altri tre Neri.

- Arathon! Cèdric! Ma che fate qui? - Esclamò Seth. Grande fu la sua sorpresa quando li vide: raramente qualcuno lo andava a visitare nelle sue stanze.

- Seth! ahr! ahr! Figlio di buona donna, era impossibile trovarti; e dobbiamo parlare! - disse Arathon.

- Così siamo venuti qui, aspettando il tuo ritorno. - aggiunse Il Cacciatore.

- E di che dobbiamo parlare ? - chiese allora Seth.

- Della guerra, ovvio! Ahr! Ahr! - forse Arathon trovava divertente la guerra, oppure era semplicemente già ubriaco.

- Il re mi ha mandato questa. - disse La Vipera, poggiando una pergamena sul tavolo, accanto a Yvalee.

Seth la srotolò avidamente. Conteneva le disposizioni del Re per la futura (nemmeno troppo) battaglia contro Cesar.

- Vedi, io e te proteggeremo il Re direttamente. - gli spiegò Cèdric.

- E io e lo stecchino andiamo più avanti, sulle mura, a dare ordini! ahr! ahr! - Aggiunse Arathon.

- Chi sarebbe lo stecchino, ciccione? - gli chiese Il Cacciatore arrabbiato.

Ottenne un’altra grassa risata come risposta.

- Buoni, voi due! - gli disse La Vipera voltandosi.

- Aspetta un attimo…- notò Seth, toccando il braccio alla Vipera. - Il Re non sarà sulle mura a dare ordini? -

- No. Sarà sotto di esse. Ha nominato questi due qui…- e indicò gli altri due Neri con un cenno. -..suoi rappresentanti ufficiali e comandanti in capo delle forze di difesa.-

Coraggiosissimo il tuo Re!

“Non è il momento, Yvalee.”

E pensare che dalla voce “lei” non sembrava avere tutta questa età.

I Neri si ritirarono poco dopo nelle loro stanze.

Allora, stasera che facciamo?

“Si dorme.”

 

Aprì gli occhi che era in cima a una villetta della città. Il buio avvolgeva le strade e i vicoli. Era vestito da Cavaliere Nero, con il mantello di Lance che svolazzava mosso dal vento. Eppure, si sentiva così potente, così forte. Abbassò lo sguardo. Notò che la sua armatura era molto più scura, e non era a causa della notte.

Mi piaceva di più così.

“Yvalee? Anche qui, dannazione!”

Dai, ammetti che è più bella ora!

“ Lasciamo perdere..”

Salta!

“Come? e dove? a terra? mi spacco le gambe, idiota!”

Non a terra. Davanti a te.

Il tetto più vicino era a minimo venticinque metri. Era impossibile arrivarci.

“Senti, va bene che è un sogno, ma non ci tengo a rompermi le ossa, anche se non è vero.”

Ma se era un sogno, perché era così fottutamente lucido? Poche volte gli era capitato di fare sogni lucidi nella sua vita, ma mai così dannatamente reali.

Zitto e salta.

Seth prese la rincorsa, si avvicinò correndo al bordo del tetto, piegò le ginocchia e spiccò un balzo.

Svettò altissimo, quasi sentì il vento che aveva mosso; atterrò sul tetto davanti a lui.

“Non ci credo!”

Perché non mi dai mai ascolto? gli disse Yvalee quasi sconsolata.

Prese così a zompare da un tetto all’altro, muovendosi a una velocità innaturale, e nonostante questo le pochissime persone che giravano per la città a quell’ora sotto di lui non sentivano nulla, non lo notavano. Nemmeno un accenno, nemmeno un guarda quel tizio la’ sopra! , niente di niente. Silenzioso come l’oscurità, veloce come una pantera, immateriale. Sentiva il vento infrangersi sui suoi scuri capelli. Poi scese da un pinnacolo, e atterrò sulla soffice erba alla riva di un piccolo corso d’acqua; probabilmente il Mesat. Ma quando guardò la torbida acqua del ruscello, notò che il suo viso aveva il pallore della morte.

 

 

Aprì di nuovo gli occhi che era a terra, si sentiva esausto. Eppure era vestito, pronto per la giornata di “lavoro”. Armatura già infilata, Yvalee era davanti a lui, a terra anch’essa.

“Ma che è successo?”

Si era addormentato prima di andare a letto, o era svenuto la mattina dopo mentre si preparava per la giornata ?

“Yvalee, che é successo?”

Avevo voglia di uscire stanotte.

“Vuoi dire che è…è stato reale?”

Oh, molto più che reale!

“Ma com’è possibile? Che cosa sei, un arma dei cavalieri di Larse?”

Non esattamente.

“E allora che cosa sei?”

Non mi và di parlarne.

“ Mi vuoi spiegare come hai fatto a farmi fare quelle cose?”

Diciamo che…amplifico i poteri di certi individui. Ecco, diciamo così.

“ Ma di quali poteri parli?”

Molti li hanno. Ma non sanno di averli. Io li risveglio e li amplifico, tutto qui.

“ Non incantarmi, Yvalee. Solo i cavalieri di Larse e i non-morti avevano i poteri, un tempo. E c’è anche chi dice che siano solo leggende, come lo credo anch’io!”

E allora farai meglio a credere a certe leggende. Per inciso, quelli che tu chiami non-morti, si chiamano Morvaturii. E smetti di scacciare quel dubbio che osi chiamare proibito, te ne prego!

Ovviamente Yvalee conosceva ogni pensiero del ragazzo, anche quelli più oscuri e tenebrosi.

  
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