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Autore: AxXx    16/02/2014    9 recensioni
Salve, popolo di EFP e amanti della Percabeth in particolare. Questa storia parla di un mondo senza genitori divini, Dei o mostri vari a cui dare peso.
Annabeth è una ragazza ricca che desidera diventare architetto, ma un giorno la sua vita cambia radicalmente e lei si ritrova isolata dal mondo, senza memoria e senza nulla che glielo faccia ricordare. Solo una persona la aiuta: un ragazzo di nome Percy Jackson.
Il passato, però, torna sempre a tormentarci e lei lo scoprirà nel modo peggiore.
[Percabeth]
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Luke Castellan, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                 COPPIE

 

 

 

 

È davvero incredibile come la vita può cambiare in meglio, anche quando ti sembra tutto finito. Venti giorni prima era una ragazzetta spaventata ed impaurita dalla sua stessa ombra, senza memoria, senza una casa, senza un lavoro e senza nemmeno un nome.

Invece, grazie a Percy, era tutto cambiato: ormai casa mia e casa sua erano la stessa cosa. I signori Wilson, mi avevano accettato come babysitter di Lucy, una dolce bambina di otto anni, molto tranquilla, ma anche molto curiosa, che non mi dava nemmeno grosse difficoltà, permettendomi di guadagnare poco, ma a sufficienza, in modo da poter, almeno, aiutare Percy a fare la spesa, quando ne aveva bisogno o a tirare avanti, dato che era difficile essere in due in una casa così piccola.

Continuavo a prendere lezioni di autodifesa, da lui, imparando mosse nuove e sentendomi sempre più forte. Lui mi faceva fare anche degli esercizi per tonificare i muscoli e in dieci giorni, già si vedevano i primi risultati.

Ero un po’ più forte ed ero in grado di correre a lungo senza risentire troppo della stanchezza. Percy ci scherzava su, dicendo che gli avrei potuto rubare il lavoro, ma io sapevo che ero lui il maestro.

Ogni sera ci sedevamo insieme sul divano a guardarci un film, ma io tenevo sempre gli occhi fissi sulle sue iridi verde mare che mi attiravano irresistibilmente. Anche lui non faceva molto caso a ciò che mettevamo, sembrava quasi che accendessimo la TV solo per fingere che tutto, in quella casa, non fosse cambiato, quasi un rituale da seguire.

Io mi accoccolavo a lui, per ascoltare il regolare battito del suo cuore che mi rilassava, mentre mi accarezzava la schiena e i capelli. I suoi baci erano di una dolcezza infinita e io rabbrividivo sempre, come se fosse la prima volta.  

Avevamo, persino, smesso di dormire separati: dormivamo nello stesso letto, abbracciato come bambini. Non fraintendete, non mi sentivo ancora pronta a certe cose, ma non mi dispiaceva sentirlo accanto a me, poco prima di dormire.

Le sue braccia forti erano un scudo contro gli incubi del mio passato che facevo di tutto per ignorarli. Ed io mi stringevo a lui, sicura che i mostri che affollavano i miei sogni non si sarebbero avvicinati a me.

Ormai avevo deciso di lasciarmi alle spalle il passato: era perso, dimenticato. Forse l’avrei ritrovato, ma ormai avevo una nuova vita. Non ne potevo più di angosciarmi per qualcosa che avevo perso quando quello che aveva trovato era così bello. Non navigavo nell’oro, ma almeno era una vita. Avevo un ragazzo straordinario, dei bellissimi amici e un posto da chiamare casa Cosa potevo volere di più?

Con loro mi trovavo bene e non mi sentivo più sola, inutile, stupida o dimenticata. Ora mi sentivo sicura e forte. Sapere di avere delle brave persone su cui contare era un grande sollievo e la loro presenza mi dava sempre forza, quando ricadevo, per qualche istante, nel vortice di disperazione che la mia mente ancora ospitava. Ma poi mi bastava scambiare due parole con Rachel, Piper o Talia e subito mi riprendevo.

Ogni tanto andai a mangiare da Nico che sembrava soddisfatto del fatto che noi stavamo insieme. Mi dette una mano e, quando chiesi notizie di Bianca, mi disse che lei sarebbe stata via fino alla fine del mese, ma che aveva chiesto di me, augurandomi di essere felice con Percy.

Ebbi anche la possibilità di rivedere Leo che mi deliziò con una serie di battute dal dubbio gusto, ma che alla fine divertivano. Era un tipo a posto, quando non flirtava con me, con quei suoi modi allusivi e non mi chiamava “Turista Demente”.

Erano passati esattamente cinque giorni da quando ci eravamo messi insieme. Percy rientrò a casa con un po’ di ritardo. Il mio turno di lavoro come babysitter era concluso da poco, di solito tornavo verso le quattro, quando la signora Wilson tornava da lavoro e si occupava personalmente del figlio. Invece lui tornava, di solito, mezz’ora dopo, ma quel giorno erano addirittura le cinque.

“Indovina chi sono?”

“Non lo so… vediamo… un ragazzo bellissimo?” Chiesi, maliziosa, fingendo confusione.

“Solo? Mi potrei offendere, signora smemorata.” Brontolò lui, dandomi un bacio sul collo, provocandomi un brivido di piacere.

“Dai, Percy… smettila.” Ridacchiai, riferendomi, non al bacio, ovviamente.

“D’accordo, ma devi promettere di tenere gli occhi chiusi.”Disse, scostando le mani.

Io ubbidii, appoggiandomi al suo petto, sospirando. Sentii le sue mani appoggiarsi alle mie gambe, lasciandovi una specie di cartoncino quadrato, ricoperto da una membrana che mi ricordava carta da regalo.

“Ora puoi aprire gli occhi.”

Mi ave dato una scatoletta bianca, con un fiocco da regalo rosso. Non capivo perché mi stesse facendo un regalo, non era passato nemmeno troppo tempo da quando ci eravamo messi insieme. Lo aprii curiosa e dentro ci trovai un cellulare. Non era una versione moderna, quelli ultrapiatti in cui dovevi battere sullo schermo, per scrivere, ma aveva l’aria nuova e sembrava in ottimo stato. Era bianco, con una striscia rosa che lo attraversava al centro e dietro c’era inciso con vernice dorata in modo stilizzato ‘Alla mia Sapientona’.

“Spero ti piaccia… l’incisione in vernice dorata l’ho chiesta come personalizzazione, ma non sapevo se il colore…”

Non gli detti il tempo di finire, perché gli detti un bacio sulle labbra.

“Percy… io… grazie, davvero… ma… quanto hai speso!?” Domandai, rivolta a lui, commossa. Non sarà stato l’ultimo modello, ma a me bastava che fosse un suo regalo. Non era indispensabile, forse, ma era un pezzo di normalità in più nella mia vita.

“Non molto credimi… volevo solo farti un pensierino. Inoltre ho già preparato tutto, il tuo numero è già attivo, così puoi chiamare chi vuoi. Ho pensato che ti sarebbe…”

Lo interruppi voltandomi e dandogli un bacio sulle labbra che lui, inizialmente, non riuscì a ricambiare dalla sorpresa. Ero felice che lui pensasse a me. Mi dispiacque un po’, ma non riuscivo a resistere. Sapevo che lui era un tipo parsimonioso, quindi quel regalo valeva doppio.

Lui si allontanò da me e mi tenne stretta: “Sei irresistibile.”

“Anche tu, testa d’Alghe.” Risposi, accarezzando i suoi capelli mossi come le onde del mare.

All’improvviso, però, sentii le sue mani scendermi in vita, per poi risalire sotto la camicetta, lungo la schiena, provocandomi dei brividi. Per un attimo fui tentata di farlo continuare, ma lo fermai. Non me la sentivo ancora di andare così oltre, nel nostro rapporto. La cosa mi metteva un po’ in difficoltà. Per fortuna lui non insistette e si fermò, dandomi un leggero bacio sulle labbra.

“Oggi devi uscire?” Mi chiese, allontanandosi da me, e sedendosi.

“Sì… Piper mi ha chiesto una mano per una cosa.” Risposi, prendendo una borsa (Quella me l’ero comprata io). “Ci vediamo sta’ sera?”

“Certo, amore… ti aspetterei per cento anni.” Scherzò lui, facendomi l’occhiolino.

Sorrisi di rimando e mi avvicinai a lui schioccandogli un bacio sulla guancia, prima di uscire.

 

 

 

Piper e io ci incontrammo di nuovo allo stesso centro commerciale dove ci eravamo viste il primo giorno. Lei stava giocherellando con le ciocche dei suoi capelli asimmetrici che, però, non la rendevano meno bella di quanto fosse. Un po’ la invidiavo perché lei riusciva a sembrare molto bella senza dover riempire di tre chili di trucco.

“Ciao Piper… come te la passi?” La salutai, dandole un bacio sulla guancia.

“Io sto bene… tu e Percy?”

Ormai il fatto che ci eravamo messi insieme era diventato di dominio pubblico e Piper era stata la prima a darmi una mano in questo senso. Sembrava volermi aiutare a non farmi finire nella sua stessa situazione, da quando Jason l’aveva lasciata.

Cioè, non l’aveva proprio lasciata, solo che era andato a letto con un'altra persona.

“Allora vieni… oggi voglio proprio rilassarmi.” Disse la mora, sorridendo, cercando di nascondere il suo dolore. Da quando si erano lasciati lei era continuamente triste e cercavo in tutti i modi di farla stare su.

Stranamente, Piper aveva come me, la passione per i film e i libri, quindi, il nostro modo di divertirci era andare nelle librerie o nelle videoteche alla ricerca di qualcosa di interessante. Lei adorava parlare delle trame e dei film e io la ascoltavo volentieri. Se ne trovavamo uno che ci piaceva, di solito, lei me lo comprava, nonostante io cercassi di protestare. A lei non piaceva mostrare la sua ricchezza, ma adorava farmi i favori, e alla fine riusciva sempre a convincermi.

“Allora… Percy ti ha regalato un cellulare, molto carino.” Disse, una volta usciti. Erano le sei del pomeriggio e ci eravamo fermati nello stesso bar dove ci eravamo fermate.

Io mi ero presa un gelato alla crema e lei al limone e mangiava, mentre mi illustrava tutte le opzioni del telefonino. Era molto energica, come se volesse ignorare il dolore che si portava dentro. A lei Jason piaceva davvero, ma la situazione tra i due era quasi del tutto rotta.

E proprio in quel momento arrivò il signor traditore.

“Piper!” La chiamò, correndo verso di noi.

“Andiamo Annie… improvvisamente il posto mi sembra troppo affollato.” Borbottò la ragazza, cercando di tirarmi via, ma io la trattenni. Avevo la sensazione che Jason ci avrebbe seguite e non volevo che ce lo trascinassimo dietro.

“Piper, ti prego, ascoltami!” Pregò Jason, sedendosi con noi.

Ora che lo vedevo da vicino, sembrava anche lui molto triste e aveva gli occhi lucidi, come se avesse pianto.

“Che cazzo vuoi!?” Sbottò Piper, furiosa. “Non ti è bastato scaricarmi in quel modo!? Avresti potuto avvertirmi che preferivi un’altra!”

Era la prima volta che la sentivo usare dei termini così pesanti e anche Jason doveva essere sorpreso perché sgranò gli occhi, sorpreso ed intristito.

“Credimi, Piper… stai fraintendendo tutto… io e Reyna… lei… io non l’ho baciata… lei era ubriaca fradicia. Si è avvinghiata a me e…”

“E ti si è appoggiata per sbaglio anche sulla tua bocca!?” Domandò Piper, furiosa.

“No… è lei che mi ha baciato! Una volta stavamo insieme, ma poi l’ho lasciata. Quella sera ha provato a flirtare con me, ma io l’ho allontanata, ma lei mi ha baciato lo stesso, mentre era ubriaca!” Spiegò Jason, sulla difensiva. Dovetti ammettere che, pur essendo improbabile, era comunque plausibile… una volta avevo visto Leo ubriaco che baciava Nico. (Da notare che poi Leo gli aveva tirato un ceffone incredibile, dopo.)

“E allora cosa ci faceva nella tua stanza!?” Sbuffò Piper scettica. Ovvio che non ci credesse, nemmeno io l’avrei fatto al posto suo.

“Te l’ho detto… era ubriaca! Non potevo lasciarla in mezzo alla strada alla mercé di qualche maniaco! L’ho portata a casa mia per farla riprendere, ma non abbiamo fatto nulla! Ti prego, devi credermi.” Jason continuava a tenere la voce relativamente bassa, ma sembrava sincero.

“Non potevi riportarla a casa?” Protestai, dubbiosa.

“Lei non ha una casa… è orfana, vive in un college ed è un college parecchio pesante: le regole sono chiare, l’avrebbero buttata fuori se fosse tornata in quello stato! Non volevo che si mettesse nei guai, per questo l’ho portata a casa mia.” Spiegò, guardandomi risentito, come se l’avessi costretto a dire qualcosa che non voleva.

Ci fu un lungo silenzio durante il quale sembrammo tutti e tra in attesa della decisione di Piper. Dovetti ammettere che, per quanto difficile da credere, era pur sempre possibile che Jason avesse detto la verità. Magari la ragazza aveva frainteso, ma ero dubbiosa io stessa, di quella storia. (Anche se dovevo ammettere che Percy, per aiutare Rachel avrebbe fatto probabilmente, lo stesso.)

“Senti Jason… la tua storia non mi convince…” Borbottò Piper, sospirando.

“Lo so, ma credimi è la verità.” Disse il ragazzo allungando la mano verso la sua, che, però, lei ritrasse.

“Ascolta, Jas, dammi tempo… vorrei pensarci su.” Sussurrò la ragazza, abbassando lo sguardo.

“Meglio di niente… mi dispiace, Piper, ma te lo giuro, non volevo.” Si scusò un ultima volta il biondo, cercando di incrociare il suo sgardo.

Sentendomi un intrusa mi voltai, cercando di ignorarli, come se volessi dar loro un po’ di privacy.

Fu allora che vidi di nuovo il ragazzo incappucciato che guardava Piper e sorrideva. Un sorrido freddo e crudele che mi fece rabbrividire.

Era il sorriso dei miei incubi.  

 

 

 

 

 

 

 

 

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[Angolo autore]

Io sono ancora qua! Ebbene, questo è un capitolo un po’ corto perché di “Passaggio” anche lui. Esso accompagnerà l’entrata in scena di un gruppo di personaggi… ehm… cattivissimi che faranno cose molto cattive.
Comunque sia, mi siete stati tutti di grande aiuto. Il capitolo precedente ha ricevuto una valanga di recensioni positive e ringrazio tutti quanti per il supporto.
Informo che ho iniziato un’altra ff su Percy Jackson (Anche se sono intenzionato a portare avanti questa, per prima) la storia riguarda una rivisitazione della Maledizione del Titano: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2459526&i=1
E mi farebbe molto piacere se, qualcuno di voi che tiene così tanto a me, volesse darci un’occhiata per dirmi che ne pensa, perché ho sempre bisogno del sostegno di voi recensori.
Per chi, invece, seguiva “Sangue del Nord” informo che il suo Seguito “Venti del Nord” avrà inizio lunedì con il primo capitolo di Alex.

Grazie a tutti e recensite tutte le mie storie! :D

AxXx

  
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