Era un giorno come gli altri al campo e io e i miei fratelli stavamo studiando tranquillamente quando si spalancò la porta ed un ammasso di capelli neri entrò nella capanna: Thalia. Dopo aver ripreso fiato ci disse che Chirone (il centauro responsabile del campo che io consideravo di più come un secondo padre) e il signor D (il dirtettore del campo ossia Dionisio ,il dio del vino, recluso qui per aver tentato di sedurre una ninfa protetta di Zeus) avevano chiamato tutti i capi delle case per una riunione molto urgente. Ci dirigemmo di corsa nella sala dove si tenevano gli incontri ossia la stanza del ping pong, erano tutti li: Silena Beureguard (Afrodite), Charles Beckendorf (Efesto), Clarisse La Rue (Ares), Nico Di Angelo (Ade), Katie Gardner (Demetra), Will Solace (Apollo), Polluce (Dioniso), Luke, Thalia ed io; le uniche case che non avevano abitanti erano quelle del divino Poseidone e della divina Artemide, il primo perché non aveva avuto figli, la seconda perché essendo una dea vergine al posto dei figli reclutava cacciatrici che guadagnavano l'immortalità restando accanto a lei e giurando di non incontrare più nessun uomo, per questo non venivano al campo se non in caso di estremo pericolo. Dopo aver salutato tutti ci sedemmo e la riunione ebbe inizio: Chirone~Bene ragazzi vi abbiamo convocati qui perché è venuto il momento di raccontarvi del Campo Romano. A quel nome la intera stanza si zittii fatta esclusione di alcuni mormorii sorpresi e un pó spaventati che si levavavano dalle bocche di alcuni dei ragazzi, tutti sapevamo dell'esistenza di un altro campo ma non ne parlavamo mai. Dopo qualche minuto di silenzio il centauro prese nuovamente la parola: Chirone~Voi tutti siete a conoscenza che oltre ai nostri dei greci esosono anche quelli romani come Giove, Belluna o Marte... Clarisse~quelli che ci hanno copiato vorrai dire! Chirone~non parli così signorina La Rue, i romani sconfissero i greci moltossimi anni fa e il loro trofeo fu la nostra cultura, avevano il pieno diritto di farlo! Molti sbuffi di disaccordo si udirono intorno al tavolo, alcuni osavano addirittura alzare il tono dei sospiri per far si che Chirone sentisse la loro disapprovazione. Chirone~Suvvia ragazzi smettetela, i ragazzi del campo romano sono semidei come voi ne più ne meno. Ma il motivo per cui vi abbiamo chiamato non è questo, ieri c'è arrivato un messaggio che ci informava del loro imminente arrivo qui al campo. A quel punto io che ero stata zitta e calma non resistetti oltre: mandai al Tartaro la calma e la razzionalita comune a tutti i figli di Atena e alzandomi in piedi urlai: Annabeth~come noi!?! Quelli non sono come noi, hanno rubato hai nostri antenati greci tutto ciò che avevano riducendoli alla schiavitù e ora tu non puoi ignorare anni di storia facendoli venire qui come se andassimo tutti d'accordo perché non è così e tu lo sai! Detto ciò mi risedetti con lo sguardo fisso sul centauro mentre sentivo il peso degli sguardi di tutti i miei compagni su di me. Thalia cercò di calmarmi ma io non ci riuscivo: era un insulto che entrassero nel nostro territorio, e poi perché!?! Chirone~Annabeth, insomma calmati, da fastidio anche a me che vengano qui, ma di certo non è per volontà mia ma per quella degli Dei... Hanno deciso di fare incontrare i due campi per porre fine alle antiche divergenze. A questo proposito abbiamo deciso di organizzare una Caccia alla Bandiera, i campioni di Roma contro quelli greci. Charles~ma quando arriveranno? Chirone~domani, ma finché non lo annunceremo a tutti non potete organizzare nessun tipo di strategie ne scegliere chi comanderà la squadra. A quel punto l'entusiasmo di tutti era salito alle stelle, io alla parola "caccia" non sono riuscita a frenare il cercello che ha iniziato a elaborare un centinaio di schemi per abbattere il nemico. A frenare il nostro entusiasmo però fu il signor D che avevano svegliato dal suo pisolino pomeridiano. Dioniso~ora basta mocciosi, tornate a giocare agli eroi e non venite a darmi fastidio!