FERITE
Era
rivoltante.
Anzi
peggio.
Era
l’idea stessa dello schifo.
Sentii
il suo fiato sul mio collo, pesante come piombo.
La sua mano, premuta sulla mia bocca, mi soffocava, impedendomi di
chiamare in
aiuto Percy, che dormiva nella stanza accanto. Luke era stato bravo,
non
l’aveva nemmeno svegliato. Probabilmente l’avrebbe
ucciso nel sonno, ma
sentendo l’acqua scorrere, aveva deciso di prendere
l’iniziativa e di
approfittare per togliere di mezzo chi si era alzato.
Una
parte di me ringraziò di aver permesso a Percy di
vivere, ma quell’orribile animale, che mi toccava, spingendo
le sue viscide
mano, sotto il pigiama, mi faceva venire il vomito.
Lo
sentivo come un serpente che mi accarezzava le curve
del seno, avvicinandosi al mio ventre, senza provocarmi nessun piacere.
Provai
a mordere la mano davanti a me, ma lui la teneva ben serrata.
Provai
a divincolarmi, ma appena mi mossi un po’ lui mi
strinse le braccia intorno al corpo, impedendomi qualsiasi movimento
semplice.
Odiavo essere in trappola.
“Sai…
non credevo fossi tu, quando ti vedevo con
quell’adorabile ragazza mora. Credevo di avere le
allucinazioni.” Iniziò Luke,
abbassando la mano sui miei pantaloni, giocando con
l’elastico. “Ma poi, quando
Ethan è tornato e mi ha parlato di te… cavolo,
sono fortunato.”
Le
sue dita scostarono l’orlo, avvicinandosi ancora di
più alla mia intimità, facendomi sobbalzare.
Se
solo avessi potuto scappare, chiamare aiuto.
Non
volevo che finisse così e non volevo che fosse lui
a farmi questo.
Provai
di nuovo a liberarmi, ma lui mi tirò i capelli,
facendomi gemere dietro la sua mano serrata.
“Ssssh…
ti piacerà, credimi. Alla tua amichetta non è
dispiaciuto per niente.” Mi sussurrò con la sua
viscida voce, leccandomi il
collo.
Piper!
Pensai, infuriata. Cosa le aveva fatto quel maniaco!?
La
rabbia mi spinse ad agire: tentai di liberarmi, ma
lui estrasse un coltello e me lo puntò alla gola.
“Ora
sta’ zitta… che ci divertiamo un
po’.”
Con
una lentezza orribile, quasi si divertisse di più a
torturarmi, piuttosto che avermi, iniziò a tagliare la parte
frontale del mio
pigiama lasciandomi scoperto il reggiseno.
Di
nuovo gemetti, ma era un suono troppo debole per
attirare l’attenzione di Percy.
Mentre
sentivo la sua mano avvicinarsi al bordo dei
miei slip, sentii la rabbia montare in me: quell’animale
aveva fatto del male a
me, mi aveva rubato la vita, aveva rapito Piper e probabilmente le
aveva fatto
del male.
Non
potevo arrendermi.
Mentre
la sua mano si faceva più audace, piegai la
testa in avanti, come per arrendermi, portando con me il blocco. Luke
era così
eccitato che non pensò nemmeno a quello che volevo fare.
Ricorda,
Annie: il viso è estremamente sensibile, un qualsiasi colpo
al viso, farà
indietreggiare il tuo avversario.
Spinsi
con tutta la mia forza la testa all’indietro,
con uno scatto repentino. La mia nuca impattò contro il viso
di Luke e sentii
un crack, un cedimento, forse gli
avevo rotto qualcosa, ma l’importante era che lui si era
ritirato, tenendosi il
naso sanguinante, lanciando un grido di dolore.
Grazie,
Percy…
Pensai, ringraziandolo delle sue lezioni di autodifesa.
Luke si asciugò il naso sanguinante e provò di
nuovo ad aggredirmi, ma questa
volta fui preparata: tesi la gamba e lo colpii lì, in mezzo
alle gambe, dove fa
più male, facendolo cadere a terra, gemendo di dolore.
“Percy!!!
Percy aiuto!!!” Urlai, con tutta la mia
forza, sperando che si fosse svegliato.
“Stronzetta,
vieni qui!” Ringhiò Luke, afferrandomi per
il collo, gettandomi a terra.
Per
qualche secondo lottammo distesi per terra. Io gli
rifilai un paio di calci e gli ficcai un dito in un occhio e un pugno
alla gola
facendolo rantolare dal dolore. Per un attimo riuscii a strisciare via,
ma poi
fui tirata di nuovo sotto di lui e mi tirò uno schiaffo.
“Ora
basta!” Ringhiò con il naso che ancora sanguinava.
Le
sue mani si abbassarono verso i miei pantaloni, ma
prima che potesse fare qualcosa, due mani lo afferrarono per il collo,
sbattendolo al muro con violenza.
“P-percy…”
Mormorai sollevata nel vederlo.
Con
la poca luce che filtrava dalla finestra lo vidi
furioso che teneva serrata la gola di Luke che, pur essendo
più robusto,
sembrava in difficoltà. Non riusciva a liberarsi e
rantolava, anche se sembrava
più un ringhio animalesco.
“Toglile
le mani di dosso, bastardo!” Urlò Percy
tirandogli un pugno sul naso che si ruppe definitivamente.
Dopodiché partì,
tempestandolo di pugni, senza dargli la possibilità di
reagire.
Luke,
però, non si arrese e lo caricò a testa bassa,
facendolo cadere sul divano.
“Jackson,
sei sempre il solito, vero. Ti sei scelto
proprio un bel bocconcino.” Lo schernì il biondo,
tirandogli un pugno sul viso.
“Lascialo!”
Strillai, saltandogli sulla schiena ed
iniziando a graffiargli il viso alla cieca.
Il
maniaco urlò tenendosi le ferite, cercando di
scrollarmi di dosso, ma io continuavo a stringergli la gola con le
braccia,
continuando a graffiarlo furiosa. Non mi sarei arresa senza combattere,
non
questa volta.
Lui,
allora, mi spinse contro la parete, schiacciandomi
contro il muro.
Mi
sentii mancare il fiato e lui riuscì a liberarsi,
tirandomi un ceffone che mi stordì da quanto era forte.
Mentre
cercavo di riprendermi vidi Luke e Percy
affrontarsi nel salotto, ormai devastato dalla lotta. Il biondo era
riuscito a
prendere il coltello e provava ad incalzare l’avversario, ma
il mio ragazzo era
rapido e riuscì ad afferrare il braccio armato e torcerlo
fino a fargli mollare
la presa. Luke ringhiò e tentò di colpirlo di
nuovo, ma non riuscì a colpirlo e
si beccò un bel calcio allo stomaco.
“Sei
solo uno stronzo, toccala ancora e ti strappo le
palle!” Minacciò Percy, stringendo i pugni.
Uno
scintillio nella mano di Luke, però mi spaventò:
era riuscito a riprendere il coltello.
“Percy,
attento!” Urlai.
Per
un attimo chiusi gli occhi spaventata.
Quando
li riaprii vidi Luke fuggire zoppicando, mentre
Percy si teneva il fianco.
No!
Pensai, disperata gemendo per la paura.
Gli
corsi incontro e lo tirai su: all’altezza della
vita c’era una profonda ferita da affondo dalla quale usciva
una quantità
improponibile di sangue.
“No
Percy… no…” Gemetti, mentre lui si
teneva la
ferita, stringendo i denti per il dolore.
“Chiama…
il pronto soccorso.” Biascicò, cercando di
limitare il sangue che colava copioso e crudele.
Le
mie mani tremavano sulla tastiera del cellulare, ma
riuscii comunque a digitare il numero di emergenza ed avvertire
l’ambulanza,
dopodiché digitai il numero di Talia.
“Pronto?
Chi è?” Sembrava che avesse la lingua
impastata e in sottofondo mi parve di sentire Nico sussurrarle qualcosa.
“Hanno…
hanno ferito Percy… è.. è stato
Luke!” Dissi,
singhiozzando.
“COSA!!??”
“è…
piombato qui… Percy mi ha… mi ha
difesa… ma Luke
l’ha accoltellato!” La mia voce parve un gemito.
“Aspettaci
lì… chiama l’ambulanza, noi ti
raggiungiamo
subito!”
All’ospedale
la polizia mi interrogò e io raccontai
tutto, per filo e per segno. Questa volta, per lo meno, mi cedettero,
dato che
un tipo aveva accoltellato il mio ragazzo. Dovevano intervenire. Poi
arrivarono
Nico e Talia, con i capelli scarmigliati, sembrava che fossero corsi
lì in
fretta e pochi minuti dopo arrivò anche Jason che
parlò con uno dei poliziotti.
“Ora
la polizia sa tutto, ma non abbiamo capito dove
quell’animale si nasconde.” Disse il ragazzo
biondo, mentre, nella stanza
davanti a noi dei medici tenevano Percy sotto osservazione.
Il
corridoio così bianco, come un osso essiccato al
sole, mi metteva addosso una strana ansia e temetti il peggio. Ma
sapevo anche
che quella ferita, per quanto grave, non era mortale.
“Quell’animale
sa molto di te, Annie… se lo troviamo,
forse il tuo passato tornerà a galla.” Disse Nico,
cercando di tirarmi su.
“Non
me ne frega nulla!” Sbottai nervosa. “Quello mi ha
aggredita due volta ed ha rapito Piper! La cosa più
importante è trovarlo e
sbatterlo, possibilmente a vita, dietro le sbarre.”
“Ha
ragione… ma dobbiamo trovarlo. Idee su dove possa
essere?”
Nessuno
disse nulla: eravamo ad un punto morto.
A
poco a poco si riunirono tutti gli amici di Percy:
compresa la famosa Reyna che, a quanto pareva, aveva dato una mano a
Jason con
la storia della ricerca di Luke.
“Come
ha fatto a sapere di te?” Chiese Leo, accigliato.
“Pensavo non lo sapesse… o che ti credesse
morta.”
“Ethan
Nakamura… lui deve avermi riconosciuta, mentre
eravamo nel locale. O meglio credo che gli sia sfuggita la mia
presenza, quando
è tornato ubriaco da quel bastardo. Luke ha capito che ero
io.” Spiegai,
rabbrividendo al solo pensiero delle sue mani su di me.
“Sapete
che vi dico: probabilmente lui ne sa più di
quanto ci abbia detto. Dico di andare a casa sua e riempirlo di pugni
finché
non ci dice tutto.” Propose Nico, battendo i pugni.
“No,
potrebbe non cedere… e di certo nessuno di noi,
qui, riuscirebbe a farlo.” Disse, seria la ex di Jason.
“Scusa,
ma lei che ci fa qui?” Chiese Bianca, appena
tornata da Boston, insieme a Zoe, la sua avversaria che,
però, non sembrava.
“Guarda
che sono presente!”
“State
calme voi due!” Le fermò Jason, prima che
potessero
iniziare a darsele. “Le ho chiesto io di aiutarci, di lei ci
si può fidare.”
Io
non mi interessai; volevo solo prendere Luke e
rompergli tutti i denti per quello che aveva fatto a Percy. Poco dopo
un medico
uscì dalla sua stanza e gli chiesi subito come stava.
“Stabile…
è un ragazzo forte e se la caverà. Entro due
giorni dovrebbe essere di nuovo a posto. Una fortuna che
l’intervento sia stato
così tempestivo. Solo che avrà bisogno di
riposo.”
Quelle
parole mi fecero stare molto meglio, ma temevo
davvero di crollare da un momento all’altro. Dovevo fermare
Luke, non solo per
Piper, ma anche per me stessa. Scoprire il mio passato e fermare quel
criminale.
“Ragazzi,
non possiamo lasciare Percy da solo.” Disse
Rachel, mordendosi il labbro inferiore.
“Non
preoccuparti, hai sentito il medico, no? Se la
caverà.” La rassicurò Leo, dandole una
pacca amichevole sulla spalla.
“Se
Luke torna per finirlo, allora non serve a nulla
medicarlo.” Sbottò la rossa, inarcando le
sopracciglia. “Io rimango con lui.”
Come
avrei voluto farlo anche io, ma non potevo
rimanere lì. Volevo smetterla di scappare.
“Nico…
io… esco un attimo. Ho bisogno di prendere un po’
d’aria.” Borbottai, anche se volevo fare cose ben
diverse dal prendere un po’
d’aria.
Per
fortuna nessuno se ne rese conto e mi lasciarono
andare, borbottando scuse. Si sistemarono tutti e iniziarono a
discutere,
mentre io uscivo di corsa, cercando di non pensare a Percy. Ora volevo
prendere
a calci quell’animale di Luke.
Per
fortuna i taxi e le metropolitane erano in funzione
anche di notte nell’eternamente sveglia New York.
Sapevo
che era una pazzia, ma avevo così paura per
Piper che non potei trattenermi.
Andai
al porto da sola.
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[Angolo
autore]
Mi
scuso ancora per il “Non rispondere” alle
recensioni, ma il
motivo, fondamentalmente, è uno: devo recuperare i tre
giorni di silenzio con
questa storia. Inoltre i Venti del Nord mi lasciano un
po’… impegnato, anche
perché non è facile contattare la cara wolfie ;)
(No, non è la mia coniuge, di
nessun tipo, siamo amici e basta -_- ) Comunque, farò di
tutto per aggiornare
in poco tempo, dato che mancano due, massimo tre capitoli, alla fine
della
storia.
Quindi
a presto!
AxXx