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Autore: AxXx    21/02/2014    8 recensioni
Salve, popolo di EFP e amanti della Percabeth in particolare. Questa storia parla di un mondo senza genitori divini, Dei o mostri vari a cui dare peso.
Annabeth è una ragazza ricca che desidera diventare architetto, ma un giorno la sua vita cambia radicalmente e lei si ritrova isolata dal mondo, senza memoria e senza nulla che glielo faccia ricordare. Solo una persona la aiuta: un ragazzo di nome Percy Jackson.
Il passato, però, torna sempre a tormentarci e lei lo scoprirà nel modo peggiore.
[Percabeth]
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Luke Castellan, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                          FERITE

 

 

 

 

 

 

Era rivoltante.

Anzi peggio.

Era l’idea stessa dello schifo.

Sentii il suo fiato sul mio collo, pesante come piombo. La sua mano, premuta sulla mia bocca, mi soffocava, impedendomi di chiamare in aiuto Percy, che dormiva nella stanza accanto. Luke era stato bravo, non l’aveva nemmeno svegliato. Probabilmente l’avrebbe ucciso nel sonno, ma sentendo l’acqua scorrere, aveva deciso di prendere l’iniziativa e di approfittare per togliere di mezzo chi si era alzato.

Una parte di me ringraziò di aver permesso a Percy di vivere, ma quell’orribile animale, che mi toccava, spingendo le sue viscide mano, sotto il pigiama, mi faceva venire il vomito.

Lo sentivo come un serpente che mi accarezzava le curve del seno, avvicinandosi al mio ventre, senza provocarmi nessun piacere. Provai a mordere la mano davanti a me, ma lui la teneva ben serrata.

Provai a divincolarmi, ma appena mi mossi un po’ lui mi strinse le braccia intorno al corpo, impedendomi qualsiasi movimento semplice. Odiavo essere in trappola.

“Sai… non credevo fossi tu, quando ti vedevo con quell’adorabile ragazza mora. Credevo di avere le allucinazioni.” Iniziò Luke, abbassando la mano sui miei pantaloni, giocando con l’elastico. “Ma poi, quando Ethan è tornato e mi ha parlato di te… cavolo, sono fortunato.”

Le sue dita scostarono l’orlo, avvicinandosi ancora di più alla mia intimità, facendomi sobbalzare.

Se solo avessi potuto scappare, chiamare aiuto.

Non volevo che finisse così e non volevo che fosse lui a farmi questo.

Provai di nuovo a liberarmi, ma lui mi tirò i capelli, facendomi gemere dietro la sua mano serrata.

“Ssssh… ti piacerà, credimi. Alla tua amichetta non è dispiaciuto per niente.” Mi sussurrò con la sua viscida voce, leccandomi il collo.

Piper! Pensai, infuriata. Cosa le aveva fatto quel maniaco!?

La rabbia mi spinse ad agire: tentai di liberarmi, ma lui estrasse un coltello e me lo puntò alla gola.

“Ora sta’ zitta… che ci divertiamo un po’.”

Con una lentezza orribile, quasi si divertisse di più a torturarmi, piuttosto che avermi, iniziò a tagliare la parte frontale del mio pigiama lasciandomi scoperto il reggiseno.

Di nuovo gemetti, ma era un suono troppo debole per attirare l’attenzione di Percy.

Mentre sentivo la sua mano avvicinarsi al bordo dei miei slip, sentii la rabbia montare in me: quell’animale aveva fatto del male a me, mi aveva rubato la vita, aveva rapito Piper e probabilmente le aveva fatto del male.

Non potevo arrendermi.

Mentre la sua mano si faceva più audace, piegai la testa in avanti, come per arrendermi, portando con me il blocco. Luke era così eccitato che non pensò nemmeno a quello che volevo fare.

Ricorda, Annie: il viso è estremamente sensibile, un qualsiasi colpo al viso, farà indietreggiare il tuo avversario.

Spinsi con tutta la mia forza la testa all’indietro, con uno scatto repentino. La mia nuca impattò contro il viso di Luke e sentii un crack, un cedimento, forse gli avevo rotto qualcosa, ma l’importante era che lui si era ritirato, tenendosi il naso sanguinante, lanciando un grido di dolore.

Grazie, Percy… Pensai, ringraziandolo delle sue lezioni di autodifesa. Luke si asciugò il naso sanguinante e provò di nuovo ad aggredirmi, ma questa volta fui preparata: tesi la gamba e lo colpii lì, in mezzo alle gambe, dove fa più male, facendolo cadere a terra, gemendo di dolore.

“Percy!!! Percy aiuto!!!” Urlai, con tutta la mia forza, sperando che si fosse svegliato.

“Stronzetta, vieni qui!” Ringhiò Luke, afferrandomi per il collo, gettandomi a terra.

Per qualche secondo lottammo distesi per terra. Io gli rifilai un paio di calci e gli ficcai un dito in un occhio e un pugno alla gola facendolo rantolare dal dolore. Per un attimo riuscii a strisciare via, ma poi fui tirata di nuovo sotto di lui e mi tirò uno schiaffo.

“Ora basta!” Ringhiò con il naso che ancora sanguinava.

Le sue mani si abbassarono verso i miei pantaloni, ma prima che potesse fare qualcosa, due mani lo afferrarono per il collo, sbattendolo al muro con violenza.

“P-percy…” Mormorai sollevata nel vederlo.

Con la poca luce che filtrava dalla finestra lo vidi furioso che teneva serrata la gola di Luke che, pur essendo più robusto, sembrava in difficoltà. Non riusciva a liberarsi e rantolava, anche se sembrava più un ringhio animalesco.

“Toglile le mani di dosso, bastardo!” Urlò Percy tirandogli un pugno sul naso che si ruppe definitivamente. Dopodiché partì, tempestandolo di pugni, senza dargli la possibilità di reagire.

Luke, però, non si arrese e lo caricò a testa bassa, facendolo cadere sul divano.

“Jackson, sei sempre il solito, vero. Ti sei scelto proprio un bel bocconcino.” Lo schernì il biondo, tirandogli un pugno sul viso.

“Lascialo!” Strillai, saltandogli sulla schiena ed iniziando a graffiargli il viso alla cieca.

Il maniaco urlò tenendosi le ferite, cercando di scrollarmi di dosso, ma io continuavo a stringergli la gola con le braccia, continuando a graffiarlo furiosa. Non mi sarei arresa senza combattere, non questa volta.

Lui, allora, mi spinse contro la parete, schiacciandomi contro il muro.

Mi sentii mancare il fiato e lui riuscì a liberarsi, tirandomi un ceffone che mi stordì da quanto era forte.

Mentre cercavo di riprendermi vidi Luke e Percy affrontarsi nel salotto, ormai devastato dalla lotta. Il biondo era riuscito a prendere il coltello e provava ad incalzare l’avversario, ma il mio ragazzo era rapido e riuscì ad afferrare il braccio armato e torcerlo fino a fargli mollare la presa. Luke ringhiò e tentò di colpirlo di nuovo, ma non riuscì a colpirlo e si beccò un bel calcio allo stomaco.

“Sei solo uno stronzo, toccala ancora e ti strappo le palle!” Minacciò Percy, stringendo i pugni.

Uno scintillio nella mano di Luke, però mi spaventò: era riuscito a riprendere il coltello.

“Percy, attento!” Urlai.

Per un attimo chiusi gli occhi spaventata.

Quando li riaprii vidi Luke fuggire zoppicando, mentre Percy si teneva il fianco.

No! Pensai, disperata gemendo per la paura.

Gli corsi incontro e lo tirai su: all’altezza della vita c’era una profonda ferita da affondo dalla quale usciva una quantità improponibile di sangue.

“No Percy… no…” Gemetti, mentre lui si teneva la ferita, stringendo i denti per il dolore.

“Chiama… il pronto soccorso.” Biascicò, cercando di limitare il sangue che colava copioso e crudele.

Le mie mani tremavano sulla tastiera del cellulare, ma riuscii comunque a digitare il numero di emergenza ed avvertire l’ambulanza, dopodiché digitai il numero di Talia.

“Pronto? Chi è?” Sembrava che avesse la lingua impastata e in sottofondo mi parve di sentire Nico sussurrarle qualcosa.

“Hanno… hanno ferito Percy… è.. è stato Luke!” Dissi, singhiozzando.

“COSA!!??”

“è… piombato qui… Percy mi ha… mi ha difesa… ma Luke l’ha accoltellato!” La mia voce parve un gemito.

“Aspettaci lì… chiama l’ambulanza, noi ti raggiungiamo subito!”

 

 

 

 

All’ospedale la polizia mi interrogò e io raccontai tutto, per filo e per segno. Questa volta, per lo meno, mi cedettero, dato che un tipo aveva accoltellato il mio ragazzo. Dovevano intervenire. Poi arrivarono Nico e Talia, con i capelli scarmigliati, sembrava che fossero corsi lì in fretta e pochi minuti dopo arrivò anche Jason che parlò con uno dei poliziotti.

“Ora la polizia sa tutto, ma non abbiamo capito dove quell’animale si nasconde.” Disse il ragazzo biondo, mentre, nella stanza davanti a noi dei medici tenevano Percy sotto osservazione.

Il corridoio così bianco, come un osso essiccato al sole, mi metteva addosso una strana ansia e temetti il peggio. Ma sapevo anche che quella ferita, per quanto grave, non era mortale.

“Quell’animale sa molto di te, Annie… se lo troviamo, forse il tuo passato tornerà a galla.” Disse Nico, cercando di tirarmi su.

“Non me ne frega nulla!” Sbottai nervosa. “Quello mi ha aggredita due volta ed ha rapito Piper! La cosa più importante è trovarlo e sbatterlo, possibilmente a vita, dietro le sbarre.”

“Ha ragione… ma dobbiamo trovarlo. Idee su dove possa essere?”

Nessuno disse nulla: eravamo ad un punto morto.

A poco a poco si riunirono tutti gli amici di Percy: compresa la famosa Reyna che, a quanto pareva, aveva dato una mano a Jason con la storia della ricerca di Luke.

“Come ha fatto a sapere di te?” Chiese Leo, accigliato. “Pensavo non lo sapesse… o che ti credesse morta.”

“Ethan Nakamura… lui deve avermi riconosciuta, mentre eravamo nel locale. O meglio credo che gli sia sfuggita la mia presenza, quando è tornato ubriaco da quel bastardo. Luke ha capito che ero io.” Spiegai, rabbrividendo al solo pensiero delle sue mani su di me.

“Sapete che vi dico: probabilmente lui ne sa più di quanto ci abbia detto. Dico di andare a casa sua e riempirlo di pugni finché non ci dice tutto.” Propose Nico, battendo i pugni.

“No, potrebbe non cedere… e di certo nessuno di noi, qui, riuscirebbe a farlo.” Disse, seria la ex di Jason.

“Scusa, ma lei che ci fa qui?” Chiese Bianca, appena tornata da Boston, insieme a Zoe, la sua avversaria che, però, non sembrava.

“Guarda che sono presente!”

“State calme voi due!” Le fermò Jason, prima che potessero iniziare a darsele. “Le ho chiesto io di aiutarci, di lei ci si può fidare.”

Io non mi interessai; volevo solo prendere Luke e rompergli tutti i denti per quello che aveva fatto a Percy. Poco dopo un medico uscì dalla sua stanza e gli chiesi subito come stava.

“Stabile… è un ragazzo forte e se la caverà. Entro due giorni dovrebbe essere di nuovo a posto. Una fortuna che l’intervento sia stato così tempestivo. Solo che avrà bisogno di riposo.”

Quelle parole mi fecero stare molto meglio, ma temevo davvero di crollare da un momento all’altro. Dovevo fermare Luke, non solo per Piper, ma anche per me stessa. Scoprire il mio passato e fermare quel criminale.

“Ragazzi, non possiamo lasciare Percy da solo.” Disse Rachel, mordendosi il labbro inferiore.

“Non preoccuparti, hai sentito il medico, no? Se la caverà.” La rassicurò Leo, dandole una pacca amichevole sulla spalla.

“Se Luke torna per finirlo, allora non serve a nulla medicarlo.” Sbottò la rossa, inarcando le sopracciglia. “Io rimango con lui.”

Come avrei voluto farlo anche io, ma non potevo rimanere lì. Volevo smetterla di scappare.

“Nico… io… esco un attimo. Ho bisogno di prendere un po’ d’aria.” Borbottai, anche se volevo fare cose ben diverse dal prendere un po’ d’aria.

Per fortuna nessuno se ne rese conto e mi lasciarono andare, borbottando scuse. Si sistemarono tutti e iniziarono a discutere, mentre io uscivo di corsa, cercando di non pensare a Percy. Ora volevo prendere a calci quell’animale di Luke.

Per fortuna i taxi e le metropolitane erano in funzione anche di notte nell’eternamente sveglia New York.

Sapevo che era una pazzia, ma avevo così paura per Piper che non potei trattenermi.

Andai al porto da sola.  

 

 

 

 

 

 

 

 

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[Angolo autore]

Mi scuso ancora per il “Non rispondere” alle recensioni, ma il motivo, fondamentalmente, è uno: devo recuperare i tre giorni di silenzio con questa storia. Inoltre i Venti del Nord mi lasciano un po’… impegnato, anche perché non è facile contattare la cara wolfie ;) (No, non è la mia coniuge, di nessun tipo, siamo amici e basta -_- ) Comunque, farò di tutto per aggiornare in poco tempo, dato che mancano due, massimo tre capitoli, alla fine della storia.

Quindi a presto!

AxXx

 

  
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