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Autore: Torma    22/02/2014    4 recensioni
Immaginate i personaggi di Hunger Games in un contesto del tutto differente di quello di Panem. Niente guerra , niente dittatura, niente Hunger games come tutti noi li conosciamo. Solo semplice vita universitaria, amicizie, lezioni ,feste e amori. Una Katniss più aperta e socievole alle prese con un Petaa che le farà battere il cuore. Tutto condito con leggerezza e allegria. Buona lettura- Torma
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finnick Odair, Katniss Everdeen, Madge Undersee, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Studio, studio e ancora studio! NON ne posso proprio più! meno male che il 25 è vicino e la sessione invernale per me terminerà. Domani è il mio compleanno quindi mi sono concessa un minuto di libertà che voglio condividere con voi "affezionati" lettori che avete seguito la storia fino a questo punto ( roba da matti, non  avrei mai creduto che  qualcuno -oltre a me- potesse trovarla carina e leggibile) . Vi ringrazio di essere così presenti. Un bacio e un abbraccio! -Torma

17.
Una settimana fa ho chiamato mia madre per confermare il mio ritorno ad Augusta durante le festività del  ringraziamento, mi è sembrata entusiasta e mi ha fatto molto piacere . le feste sono  i periodi più duri dell’anno , il peso del posto vuoto a tavola ci fa mancare il respiro e la voglia di festeggiare. Da qualche anno proprio per questo motivo siamo ospiti fissi a casa di Gale e questo ci distrae parecchio, anche perché Rory, Vick e sopratutto Posy la sua sorellina di sette anni con la sua purezza e ingenuità rallegra ogni commensale. Quest’ anno inoltre a cena ci sarà anche Madge che è un esplosione di allegria . La nostra partenza per Augusta è fissata nel pomeriggio, finisco di preparare la valigia mentre Madge si fa mille problemi su cosa portare e sull’impressione che potrebbe fare – E se non piacessi a sua madre?- mi chiede esasperata – Madge è impossibile , piacerai assolutamente ad Hazel, le piaccio pure io – dico per tranquillizzarla –e se non riuscissi a dire niente?- la guardo di traverso trattenendo una risata, è buffa in ansia – penso che questo possibilità non sia neanche da prendere in considerazione , sei la persona più chiacchierona e affabile che conosco- - ho preparato comunque una lista di argomenti intelligenti che potrei utilizzare a tavola- mi dice sventolando un foglio a quadretti che ripone con attenzione nella valigia scuoto la testa divertita- tu non sei normale- fa spallucce e mi fa un sorriso , Gale è proprio fortunato ad avere una ragazza così al suo fianco, da un certo verso è molto simile a Peeta , oltre a essere estremamente attraente e bionda, è altruista, gentile, divertente, simpatica ed estroversa, non riesco a trovare un difetto nelle loro personalità così affini , sono chiacchieroni ma in loro trovo spesso quello che mi fa stare bene, anche se in modi diversi. Se Gale è fortunato io lo sono doppiamente per averli nella mia vita, Madge e Peeta, la mia ancora di salvezza e il mio porto sicuro.
 Prima di partire ho promesso a Peeta che lo avrei accompagnato in aeroporto per salutarlo visto che tornerà a Union . Non sono entusiasta. Mi sono fatta prestare l’auto di Madge e lo sto aspettando sotto casa, esce con in spalla un borsone e mi perdo a osservare il suo abbigliamento sportivo, indossa una felpa con cappuccio sotto al piumino imbottito e i jeans calati sui fianchi, sale in auto, mi sorride e mi bacia sulla guancia, mi mancherà il suo sorriso. E’ la prima volta che guido con lui alla mia destra e sono un po’ agitata, rischio di far spegnere la macchina due volte ma per fortuna riesco a rimediare, mentre lui mi da alcune tenere raccomandazioni – Chiamami per qualsiasi cosa, non pensare a altri ragazzi e non dimenticarti di me – dice mentre spengo la macchina nel parcheggio dell’aeroporto – tranquillo – lo rassicuro posandogli un tenero bacio sulle labbra. In realtà stare lontano da Peeta per una settimana  mi terrorizza,  non voglio che lo capisca. non voglio dipendere da lui. Da quando ci siamo ufficialmente fidanzati ci vediamo praticamente ogni giorno e questa rutine mi tranquillizza, in questo mese di novembre ho dormito spesso senza essere disturbata da incubi e i miei sbalzi d’umore sono diminuiti drasticamente ma il solo pensiero di passare una settimana infernale, costretta a rivivere i miei incubi nella casa dove sono incominciati dopo quella sera di settembre, mi fa andare in panico. Gli stringo forte la mano mentre varchiamo la porta, sento mancarmi il respiro , non voglio lasciarla, non voglio che prenda quell’aereo. Sono sull’orlo di un precipizio mentre cerco di controllare l’imminente attacco di panico. Sono pazza. Questo è certo, dovrei parlare più spesso dei miei problemi..Faccio un respiro profondo ma la mia mente si affolla di pensieri negativi. So per certo che tornare a casa si aprirà di nuovo la porta oscura del mio passato. Casa ormai è sinonimo di vuoto. Inizio a respirare affannosamente mentre mi aggrappo con tutta me stessa al suo braccio, Peeta si accorge che qualcosa non va – Kat cosa c’è?- il suo tono è preoccupato e spaventato mi fa sedere su una delle tante sedie fuori dai gate, si inginocchia davanti a me e prende il mio volto tra le mani, non lo guardo negli occhi e mento- sto bene- cerco di respingere dentro di me l’ansia, non mi crede, lo percepisco da come mi costringe a guardarlo negli occhi, occhi di un azzurro profondamente intenso, come farò a non vederli tutti i giorni? Il cuore inizia a battere più forte -Kat?!- il tono di Peeta si sta alzando per attirare la mia attenzione – non so se voglio tornare a casa- confesso evitando di rivelargli il motivo .Sarà la sua mancanza a farmi impazzire, sento il suo corpo contro al mio mentre mi fa affondare il viso nel suo torace. –Andrà tutto bene mi rassicura- mentre mi culla dolcemente – Ti chiamerò ogni giorno, promesso-  Non posso sopportare il pensiero di stare senza di lui ma non glielo dico, lo lascio partire, lo guardo scomparire dietro al bancone dell’imbarco. Torno in auto e  crollo sul sedile, non mi sono mai sentita così debole . ci metto circa mezz’ora a riprendermi , ricevo un messaggio di Gale “Dove sei? Dobbiamo partire” “sto arrivando” rispondo e metto in moto. Dopo essermi sorbita la predica dal mio amico mi accoccolo sul sedile posteriore e cerco inutilmente di prendere sonno, sono silenziosa più del solito ma la presenza di Madge non lo fa notare. Arriviamo a Augusta verso sera, Madge starà da noi. Dormirà in camera mia, siamo abituate a condividere il letto. Salutiamo e ringraziamo Gale e ci avviamo per il vialetto. La porta viene spalancata dalla piccola Prim , non più così piccola, che mi corre in contro in pantofole, è cresciuta molto, ha i capelli biondi che gli ricadono sulle spalle, gli occhi azzurri e i lineamenti delicati , al contrario di me lei è più esile e minuta ma ormai è una piccola donna– Ciao Katniss! Che bello rivederti! Come è stato il viaggio? Come stai? Cosa mi racconti?- - Piano piano una domanda per volta paperella- la interrompo, mi libero dall’abbraccio e si rivolge a Madge – Piacere io sono Primrose, tu devi essere Madge, Katniss mi parla spesso di te- - Ah davvero?- le sorride affabile Madge - solo per lamentarmi di te – dico facendole ridere entrambe. Mia madre ci raggiunge e si ferma ad aspettarci sotto il portico, è una donna molto attraente nonostante abbia passato da un po’ la quarantina e alcune rughe iniziano a comparire sul suo viso angelico, porta i capelli biondi raccolti in una crocchia sulla testa e un vestito blu, mi sorride calorosamente, ma noto che non il velo di tristezza nei sui occhi celesti non l’ha  abbandonata – Ciao tesoro- mi abbraccia  e aiuta me e Madge a portare i nostri bagagli all’interno, Prim e Madge fanno subito amicizia e mia madre sembra felice di ascoltare tutto ciò che la mia amica ha da raccontare , Prim mi aggiorna sulle novità – io e Rue siamo state invitate a una festa di Callie la scorsa settimana è stato divertente- la ascolto sembrando interessata mentre la guardo con uno sguardo affettuoso, io alla sua età non ero così spensierata, sono contenta che lei riesca a esserlo –Haymitch mi ha detto di ricordarti di passarlo a trovare-  ci interrompe mia madre – d’accordo domani mattina passerò a fare un salto- dico mentre verso un po’ di tisana nella tazza - Non hai niente da raccontare Kat? Prim e Madge hanno monopolizzato la conversazione- fa notare mia madre e la mia amica arrossisce – No, tutto normale- cerco di sviare il discorso ma Madge si fa scappare – raccontagli di cosa ha fatto Peeta l’atro giorno,mi ha fatto morire dal ridere- la fulmino con lo sguardo mentre mia madre incalza con la sua domanda – Chi è Peeta?- - Ness..- cerco di dire ma vengo interrotta sempre da Madge – è il fidanzato di Kat- mi colpisco la faccia con una mano e cerco di sprofondare nella sedia per l’imbarazzo, non voglio raccontare a mia madre di Peeta, è una cosa mia e mi vergogno, sono costretta a rispondere a un po’ di domande ma evito di scendere nei dettagli omettendo che spesso dormo a casa sua. Sia mia madre e Prim sembrano entusiaste di questa notizia .
In camera appena siamo sole sgrido Madge – La prossima volta assicurati che io voglia raccontare le mie cose- le dico tirandole un cuscino addosso – aih- dice offesa- e tu la prossima volta dimmi che non vuoi fare sapere alla tua famiglia che hai un fidanzato meraviglioso che dovresti chiamare.- mi ricorda rilanciandomi il cuscino. Mentre Madge va a farsi una doccia compongo il suo numero, adesso che ci penso sono riuscita a superare bene le prime ore di lontananza. – Pronto?- -Peeta sono Katniss, come è andato il viaggio?- -abbastanza bene, c’è stata qualche turbolenza. Ma i posti di prima classe valgono il prezzo del biglietto, le hostess mi continuavano a riempire il bicchiere di champagne- dice divertito- quando siamo atterrati ero abbastanza allegro mentre Jake è crollato a dormire e ha russato per tutto il viaggio mettendomi in imbarazzo, sembrava un trattore, tu non sei nulla in confronto – rido immaginandomi  la scena ma gli rispondo a tono – Io non russo Mellark!- sentire la sua voce mi mette di buon umore ma sono costretta a salutarlo presto perché sua madre ha bisogno di lui –Ci vediamo tra 7 giorni dolcezza- riattacca e sento già un senso di tristezza , decido di mettere il pigiama. mi addormento prima che Madge torni in camera. Non è una notte senza sogni, è una notte piena di incubi , pioggia , tuoni e fulmini.


 
  
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