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Autore: padme83    24/02/2014    19 recensioni
Raccolta di storie dedicate esclusivamente a Rumplestiltskin e Belle.
{21 capitoli autoconclusivi + una mini-long di 4 = 22 storie in 25 capitoli: una stagione di OUAT completamente dedicata ai Rumbelle}
Cap. 25: "E' un attimo. Un'impercettibile distrazione – una risata che affiora appena sulle labbra – un piede in fallo, e l'urto con il pavimento che però non avviene.
Apri gli occhi, e sei fra le sue braccia.
Ti stringe con la delicatezza di una piuma e la forza dell'acciaio.
E ti guarda come se volesse rubarti l'anima."
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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#84 – Hair (Capelli)

 


 

Lei è così, mente e corpo:
tutto quello che la tocca partecipa
indefettibilmente della sua bellezza.

(Marguerite Duras - L'Amante)


 




 


 

Quando l'hai vista per la prima volta con i capelli sciolti, era notte fonda e per entrambi non c'era verso di riuscire a dormire.
Il Generale Inverno teneva l'intera valle nella morsa pungente di un gelo maligno, e all'interno del Castello Oscuro ci si difendeva a malapena grazie ai camini, tenuti accesi in uno sparuto gruppo di stanze.
L'aria era secca e ferma e, fin dal pomeriggio inoltrato, aveva portato con sé presagi certi di neve imminente.
La luna non aveva fatto che una fuggevole comparsa, essendo da giorni nascosta, così come il sole, da una spessa coltre di nuvole gravide.
Anche quella sera avevi indugiato a lungo nel salone principale, rapito – come sempre – dal cigolio sommesso e dal movimento ipnotico della ruota dell'arcolaio, che sotto il tocco delicato e preciso delle tue mani trasformava instancabile matasse su matasse di umile paglia in fulgido oro; il prezioso metallo emanava un tiepido bagliore aranciato nel riflettere la luce soffusa del focolare acceso. Un silenzio irreale avvolgeva la tua dimora, e se ti capitava di chiudere gli occhi per qualche istante, potevi quasi illuderti di essere rimasto davvero l'unica creatura ancora vivente al mondo.
Ma quella notte era destino che non riuscissi a trovare requie. 
Non l'avevi nemmeno sentita arrivare, perso com'eri nei tuoi cupi pensieri. E quando, levando all'improvviso gli occhi dall'arcolaio, te la sei trovata accanto, sei rimasto a fissarla a lungo, immobile ed attonito, come al cospetto di una visione divina.
Hai mai conosciuto davvero la bellezza, prima di questo momento?
Occhi come laghi di montagna spazzati dal vento in una mattina d'estate ti fissavano ricolmi di segreti inconfessati, mentre con voce fioca ti chiedeva il permesso di rimanere in tua compagnia, dal momento che, anche per lei, quella notte il sonno tardava ad arrivare. Affrontare una crisi d'insonnia nella solitudine delle prigioni di un simile maniero era una prova davanti alla quale anche l'animo più impavido avrebbe perlomeno vacillato.
E lei è già costretta a lottare strenuamente ogni giorno per resistere accanto ad un mostro come te.
Non riesci a ricordare se effettivamente le avevi dato il permesso di restare, o se davanti al tuo prolungato silenzio lei si era sentita comunque autorizzata ad accoccolarsi sulla tua poltrona preferita, la stessa che da anni divideva la compagnia dell'immenso camino insieme al tuo amato arcolaio.
La verità era che, dal momento in cui con la sua sola presenza aveva colmato il vuoto di quella stanza buia, dentro e fuori di te null'altro aveva più avuto senso ed importanza. La guardavi con la meraviglia stupita di un bambino che si ritrova per la prima volta dinnanzi all'immensità del mare.
Indossava una semplice camicia da notte bianca, che le scivolava morbida intorno al corpo snello, e un ampio scialle languidamente drappeggiato attorno alle esili braccia. Il collo sinuoso e niveo emulava le eteree fattezze di una statua di marmo, e la sua serafica perfezione contrastava con la dolce carnosità delle labbra morbide e piene, che con la loro impudenza scarlatta andavano a sfregiare il candore immacolato del viso più puro cui il Creatore avesse mai messo mano.
Ma il particolare che più di ogni altro ti toglieva il fiato e ti offuscava la ragione, era la chioma folta e selvaggia che le ricadeva scomposta sulle spalle – mai prima di allora si era presentata davanti a te senza essere perfettamente in ordine! – fino a raggiungere la vita sottile. Non ne avevi mai vista una eguale. Ardeva come vivida fiamma, e i luminosi bagliori dai quali era percorsa rivaleggiavano per intensità e splendore con le lingue di fuoco che ancora guizzavano nel braciere. Incorniciava la sua persona come una pioggia serica di grazia e calore, e donava all'espressione tormentata dei suoi occhi una intensità e una consapevolezza che non avresti mai ritenuto possibile aleggiassero nell'animo e nel cuore di una fanciulla tanto giovane.
Chissà se a passarci le dita attraverso si corre il rischio di bruciarsi? 
Ricordi di aver pensato che ne sarebbe comunque valsa la pena.
Se lei si fosse accorta o meno del tuo sguardo avido, non sei sinceramente in grado di dirlo. Sai solo che ad un certo punto – erano passati minuti, ore, giorni? – lei si alzò, e con pochi passi fluidi lasciò la stanza, ringraziandoti timidamente per averle concesso di trovare in te un appiglio (per quanto miserabile e muto!) contro la sua solitudine, e augurandoti la buonanotte.
Rimasto di nuovo solo, l'occhio ti cadde involontariamente sul mucchietto d'oro appena filato ai tuoi piedi. Non sembrava più tanto prezioso, ora. Vicino al suo fulgore, tutto sbiadiva.
Non avresti sognato altro che lei e i suoi capelli di fiamma, fino all'alba.




Quando il mattino seguente ti raggiunse come di consueto con la colazione, non ti accorgesti subito di cosa ci fosse in lei di diverso rispetto a tutti gli altri giorni.
Poi d'un tratto lo capisti, e il tuo cuore mancò un battito.
Aveva lasciato sciolti i capelli.

 



[Words Count: 815 – One Shot]

 

 

 

Nota:

… ed eccomi di nuovo qui! Non è passato molto tempo dall'ultima volta (non vi illudete, avevo solo del 'lavoro' in arretrato nel computer, d'ora in avanti non credo che riuscirò a mantenere questi ritmi). Comunque, come vedete mi sono imbarcata in una Big Damn Table, ma vi dico fin da subito che la possibilità che io arrivi a completare i 100 prompt non è assolutamente verosimile, almeno in questo universo. La Table mi aiuta soltanto a mantenere una parvenza di ordine nella confusione perenne che regna nella mia testa. Questo è il primo capitolo, spero di non aver combinato un disastro!
Ringrazio infinitamente Mooarles, seasonsoflove, Stria93 ed Euridice100 per aver recensito la mia prima flashfic in OUAT, 'Il lago': grazie per avermi indicato la via da seguire, e, se lo ritenete opportuno, ditemi cosa pensate anche di questo ulteriore delirio!
Il titolo della raccolta l'ho direttamente prelevato dalla mia poesia preferita di Cesare Pavese, ''In the morning you always come back" (19-20 marzo 1950).

 

Lo spiraglio dell'alba
respira con la tua bocca
in fondo alle vie vuote.
Luce grigia i tuoi occhi,
dolci gocce dell'alba
sulle colline scure.
Il tuo passo e il tuo fiato
come il vento dell'alba
sommergono le case.
La città abbrividisce,
odorano le pietre -
sei la vita, il risveglio.

Stella sperduta
nella luce dell'alba,
cigolìo della brezza,
tepore, respiro -
è finita la notte.

Sei la luce e il mattino.
(Cesare Pavese - In the Morning You Always Come Back)




Forza dearies, che il 9 marzo è vicino!
Baci baci baci

padme

   
 
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