Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: Chie_Haruka    01/03/2014    4 recensioni
Se gli anime/manga che conosciamo esistessero veramente in altri mondi? Se un giorno ne veniamo a contatto? Cosa succederebbe? ma soprattutto cosa accadrà alla protagonista di questa storia oltre ogni finzione che porterà realtà nella sua vita?Tra realtà e fantascienza? O. . realtà e gravi problemi celebrali? Questa è la storia di una ragazza apparentemente allegra ma spenta dai vari problemi che la circondavano. Forse direte uguale alla massa. . .No, se c’era una cosa diverso in lei, era sicuramente quel suo atteggiamento da menefreghista sempre ottimista in tutto, cercando di distinguersi dalla cara e beata massa di pecorelle che giacevano nel mondo. Per lei tutto andava oltre.. era questo forse il suo problema? Di andare e vedere oltre? O forse era la pigrizia? Credeva in qualcosa che andava veramente oltre! Infatti non poté che seguire quella strada e vedere cosa ci fosse dopo.
Si richiede al lettore molta fantasia e immaginazione e un pizzico di amore verso l’impossibile xD
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: AU, Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Immaginate due ragazze senza trucco, con la faccia rincoglionita per non aver dormito niente. Per non parlare delle fantastiche occhiaie che avevo e i vestiti che neanche per casa metterei.
Ora queste due povere cristo, si fecero un bel giro del paese per andare all’altra fermata dell’autobus. Ci arrivammo per un pelo!
Finalmente avevamo preso quel dannato bus che portava direttamente alla spiaggia.
Durante il viaggio mi veniva da ridere, entrambe avevamo fame e un disperato bisogno di dormire.
Lì incontrammo un nostro amico, più di Giuliana che mio, io l’avevo conosciuto perché uscivamo insieme ogni tanto, ma ormai lo ritenevo anche mio amico.
Per non addormentarmi misi le cuffie con la stessa canzone cosi da farmi venire un esaurimento nervoso al cervello.
Giuliana cercava di chiamare un nostro amico, che la sera prima mi aveva detto che sarebbe venuto.
Io ormai ero entrata nel mondo dei sogni, tante’ che mi chiamarono più volte. Sentivo delle risate dietro il mio orecchio, così dopo un po’ mi svegliai.
Dopo la peripezia dell’autobus eravamo in ritardo di due ore …
“dai che erano mai due orette?” diceva Giuliana.
Scendendo, ci dirigemmo nella spiaggia . . . e indovinate? Quelle due orette aveva dato spazio a tutta la gente di prendere i miglior posti.
Noi alla fine un buco ce lo siamo ritagliati, tanto eravamo senza ombrellone. Già senza ombrellone . . . io dovevo assolutamente evitare il sole e soprattutto di abbronzarmi, se no mia madre se ne sarebbe accorta e quindi equivaleva alla mia morte e quella di Giuliana.
Finì con il mettere tutta la giornata quell’odiosa crema. . . sembravo una cotoletta impanata! Quando ci sistemammo, tutto ci sembrava cosi tranquillo. Pace, tranquillità, fresco. Cosa mancava? Giusto! Io e Giuliana ci guardammo in faccia, con le espressioni di sfida a chi si sbrigava per prima a togliersi quei ridicoli vestiti e buttarsi a mare.
Ma purtroppo ebbi il tempo di riprendere fiato quando tutto di un tratto il telefono iniziò a vibrare.
La scritta era chiara a carattere cosi grandi che anche un cieco li riusciva a vedere. . .  era mia madre.
In una frazione di un secondo presi il telefono, abbandonai tutte le cose e corsi per kilometri di spiaggia senza infradito, cercando di raggiungere un luogo chiuso senza rumori sospetti.
Nel frattempo i miei poveri piedi chiedevano pietà. Il bruciore che provavo non era niente in confronto al timore che avevo se mia madre veniva a conoscenza di dov’ero.
Risposi al telefono trattenendo il fiatone causato dalla corsa, rispondendo con disinvoltura e tranquillità.
Quando si trattava di recitare mi riusciva molto bene, alla fine ero al telefono, non poteva vedere la mia espressione da disperata.
Come al suo solito mi riempì di domande del tipo,”dove sei?, che stai facendo?,hai mangiato?” ecc . . .
Dopo aver risposto al terzo grado chiusi il telefono, rendendomi conto che ero lontana ma davvero lontana dalla spiaggia.
Mi chiedevo come diamine avessi fatto.
Presi coraggio e chiedendo perdono ai miei piedi ripresi a correre.
Mi diressi dove avevo lasciato i miei amici senza preavviso, del resto non ne avevo tempo.
Quando arrivai, posai il telefono e vidi che Giuliana mi faceva segno che aveva capito chi era, ma che era giunto il momento di mandare tutti a quel paese e andare a mare.
Il mare era fantastico. Calmo e no vi era alcuna presenza del vento, ma un forte e fastidioso sole.
” Nuotando”, si perché io sapevo solo rimanere a galla, al massimo rimanevo dove mi era possibile, anche perché non volevo che succedesse qualcosa.
Infatti prima di partire ho severamente supplicato a Giuliana di non allontanarsi, perché se fosse successo qualcosa io non l’avrei accompagnata all’ospedale. Che amica che sono!
<< Mi raccomando, disciplina e serietà! >> gli dissi in modo che si ricordasse cosa gli avevo detto la sera prima.
Mentre eravamo tranquille e rilassate, avevamo perso di vista le borse e le tovaglie. Ma si dai qual’era il problema? Se chiamava mia mamma e non rispondeva nessuno l’avrei vista spuntare subito.
Mi potevo fare la tomba lì.
Alla fine era un bel giorno per morire, anche se io effettivamente non volevo morire.
Ma non erano le borse incustodite  a preoccuparmi. Era il mio “sesto senso”.. .  e credetemi quando sento che deve succedere qualcosa accade! Non che io voglio buttare il malocchio. Succedeva e basta. Giuliana mi vedeva preoccupata e mi chiese che avessi.
<< Ho un . . .>> non ho avuto il tempo di completare la frase. . . ma quando mai potevo.
Si stava formando un vortice sotto i piedi di Giuliana, se quel vortice l’avesse risucchiata era la fine.
Non ebbi il tempo di pensare. Afferrai il suo braccio e la trascinai verso di me cercando di andare a riva, ma era troppo lontana. Sembrava che non ci arrivassi più.
Il panico mi stava salendo fino ai capelli. Un brivido freddo lungo la schiena mi fece tremare. Alla fine riuscì a prendere Giuliana in braccio e la lanciai lontano.
Mi odierà per questo ma almeno non è più in pericolo.. .  Si, adesso l’unica che era in pericolo ero io. Avevo un piede che entrava sempre più nella sabbia. Cercai più volte di liberarmi, ma era tutto inutile.
Non avevo paura e non riuscivo neanche a piangere.
Scoppiai come una psicopatica a ridere senza motivo. Effettivamente ero ridicola.
Nel frattempo di quella scena esilarante e traumatizzante, tutti erano usciti dall’acqua e Giuliana andò a chiamare il bagnino.
Un onda mi avvolse e rimasi sott’acqua.
In un secondo vidi la mia vita passare. Quindi è vero che quando stai per morire ti passa la vita davanti.. . .Wow che bello! Vidi me da piccola, poi man mano che crescevo e poi . ..  e poi qualcuno aveva liberato il mio piede. Non riuscivo ad aprire gli occhi, l’aria ormai stava per mancarmi. Un braccio dall’alto mi tirò verso di sé e quest’ultimo mi abbracciò.
Non riuscivo a capire chi fosse. C’era silenzio e io non potevo neanche aprire gli occhi perché questo sconosciuto mi aveva abbracciato.
All’idea ero un po’ spaventata. Non sapevo chi era. . .Però sicuramente un ragazzo molto muscoloso, sembrava anche finto!
Cercando di aprire gli occhi, toccai quel corpo e mi accorsi che non era bagnato. Era asciutto, ma soprattutto caldo. Era un calore piacevole. . . anche se c’era un caldo bestiale.
<< La prossima volta cerca di salvare non solo la tua amica, ma anche te stessa >> sentì a malapena quelle parole che il vento portò via.
Finalmente aprì gli occhi e mi guardai attorno. Non c’era nessuno! Nessuno. . .Tranne la voce della mia amica terrorizzata con le lacrime che mi chiamava e il bagnino con il megafono ancora nella riva che non si era neanche degnato di venire.
Rimasi perplessa. Avevo paura, ma non per quello che era successo, ma di chi mi aveva salvato. “Caspita non c’era nessuno”. Io non vedevo nessuno. Tornai a riva e mi beccai i rimproveri del bagnino. Io lo feci diventare piccolo come un granello di quella fottuta spiaggia, che non si era neanche degnato di venire perché aveva paura che ci rimettesse.
Che cavolo di bagnino era? Giuliana era furiosa, ma era spaventata e ormai piangeva da un bel po’.
Venne verso di me e mi abbracciò. Sentivo ancora quella strana presenza, che svaniva nel nulla.
Che avessi bevuto troppa acqua e mi ero salvata da sola? Un angelo sceso dal cielo? Nah, troppi flash mi stavo facendo.
Non lo sapevo. Volevo sapere ma avevo paura della risposta.
Tornati dove avevamo lasciato le nostre cose spiegai come erano andate le cose a Giuliana. Lei mi guardò con un aria preoccupata, dicendomi che non c’era e non aveva visto nessuno, che ero riuscita da sola ad uscirne.
Bene signori. . . ero impazzita.
Dopo esserci asciugati ci dirigemmo verso la fermata dell’autobus per il ritorno.
Vidi la mia amica ancora che singhiozzava per la paura che si era presa. Gli dissi di non piangere più, che non c’era motivo. Lei mi disse che se non fosse stato per me a quest’ora sarebbe morta.
<< E’ per questo che il mondo ancora non è andato del tutto a rotoli! Senza di me il mondo non sarebbe lo stesso, eh >> gli dissi con un tono scherzoso per farla ridere. Ma sapevo che era pessima come battuta . . . si decisivamente pessima quanto me. Ma almeno il suo l’umore cambiò.






Angolo autore:
 Io le cose me le sogno la notte e poi le sperimento (?). No a parte gli scherzi xD  Beh che dire, la nostra protagonista oltre ad essere stupida, ha una sfiga immensa. Ma nella sua sfiga ha la sua fortuna! O quasi xD Qualcuno che le salva la vita, un qualcuno che non conosciamo. Secondo voi chi sarà mai? Il grado di normalità presto sparirà per far posto alle cose più improbabili. Preparateviii u.u
   
 
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