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Autore: Bigboss2012    09/03/2014    4 recensioni
Due regni si affrontano, in cielo e in terra, in una terra ormai morta e in rovina. Un giovane si ritroverà nelle mani i destini di milioni di persone. Un destino oscuro lo aspetterà, ma alla fine riuscirà ad oltrepassare la nebbia e riuscire a riportare l'antico fuoco dei draghi nei cuori degli uomini.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una mattina come le altre in quel villaggio. Il cielo perennemente scuro, che non lasciava filtrare alcun raggio di sole, l'odore di letame di prima mattina e la gente che usciva al primo canto del gallo. Ed eccolo lì, in un letto vecchio di anni, un giovane di circa 16-17 anni, coi capelli bianco platino, che si tentava di alzarsi da quel letto.

"Non ce la faccio." si disse, girandosi verso quella finestrella che dava sul resto delle case.

"DRAEM! Sveglia, devi fare un bel pò di cose oggi." l'urlo di una donna lo costrinse ad alzarsi. Alzatosi, si mise una semplice maglia di lana, un paio di calzoni ed ai piedi qualcosa che poteva essere considerato come scarpa. Uscì dalla stanza, ma prima di scendere le scale, andò nella stanza alla sua sinistra. Era un stanza completamente buia, illuminata solo da una debole candela. Un letto matrimoniale occupava la maggior parte di essa. Tra le coperte giaceva un uomo anziano, con una crespa barba grigia, e il fisico anche'esso vecchio, ma ancora abbastanza muscoloso. Draem entro con molto rispetto.

"Buongiorno padre." si rivolse al lui.

"Ah..Buongiorno anche a te ragazzo." rispose l'uomo, dando alcuni violenti colpi di tosse. Draem si irrigidì preoccupato.

"Tutto bene?!" chiese frettoloso.

"Ah....non preoccuparti per me ragazzo....Piuttosto, va a fare colazione, hai un sacco di cose da fare." lo rassicurò, sorridendo. Il ragazzo, colto di sprovvista, si congedò con un balbettante

"Certo...riguardatevi." e chiuse la porta. Scese di corsa le scale, dove lo aspettava una donna stanza già di prima mattina.

"Era ora. Fai presto, devi consegnare un pò di cose." gli ordinò. Lui, mangiate le prime cose che aveva sotto occhio, afferrò un cesto e uscì. Neanche le prime luci del giorno è già quell'aria di marciume e di sporco gli dava sui nervi. Tra quelli che coltivavano i campi, chi spalava terra o semplicemente camminava, avevano una cosa in comune: tutti, da sempre, lo guardavano con un'aria strana, sospettosa. Non che non lo degnassero di una parola, era solo che erano molto schivi nei suoi confronti. Camminò, uscendo dal villaggio, verso un piccolo boschetto. Tra quegli spogli alberi di autunno, si ergeva una casa diroccata. Fuori di essa, un'anziana signora cuciva a maglia, seduta su una sedia a dondolo. Draem la salutò amichevolmente, come se la conoscesse da sempre, venendone ricambiato cordialmente.

"Buongiorno signora. Al lavoro di prima mattina come sempre?" fece lui.

"E tu sempre così timido da arrossire ogni volta che parli? Sei proprio un bravo ragazzo Draem." gli rispose sorridente. Draem le consegnò il cesto.

"Oh grazie. La tua famiglia è sempre molto gentile con me."

"Oh, è solo cortesia. Le dispiace se le faccio una domanda imbarazzante?" si sedette di fianco a lei.

"Vuoi chiedermi perché mi evitano tutti?" lo anticipò completamente, facendogli sgranare gli occhi, ma annui, facendola continuare.

"Vedi Draem, qui mi considerano una strega."

"Lei..Una strega...Certo che gli uomini se ne inventano di storie sa."

"Ehi, ho solo vissuto per circa cento anni, non sono immortale." fecero entrambi una risatina, ma l'anziana si fece subito cupa.

"Ma ahimè temo che ormai la mia vita stia finendo. C'è un'ultima cosa che devo confessarti. Sai, io credo che tua sia destinato a grandi cose, ragazzo mio."

"Grandi...cose...Signora, non penso che io possa andare oltre questo colline."

"Oh, non avere così poca autostima di te stesso ragazzo mio. Il tuo sangue è forte, ma la tua anima ancora di più. Vedrai così tanti posti, e affronterai grandi pericoli. Ma sono certa che non fallirai." il ragazzo non credeva molto a quelle parole, ma sorrise comunque.   

"Adesso che me ne dimenticavo! Ho un piccolo regalo per te. Aspetta qui." si alzò con qualche acciacco dalla sedia ed entro in casa. Dopo qualche minuto di paziente attesa, Draem scruto una macchia muoversi all'orizzonte. Erano dieci uomini, vestiti di armatura leggera e armati di spade e lance. Uno di loro portava una lancia alla cui estremità, sventola una bandiera, con un drago rosso disegnato sopra. Si avvicinarono pericolosamente alla casa, uno di loro fece segno a Draem di allontanarsi

"Ragazzo, allontanati da quella casa." gli intimò lo stesso.

"Signori, qualunque cosa vi abbiano detto su questo luogo è falsità. Qui vive solo un'anziana signora." cercò di ragionare con loro, anche se timidamente.

"Te lo dico ancora una volta ragazzo, allontanati subito! Molte segnalazioni dicono che qui è stata avvista una strega." gli rinfaccio l'uomo, con più foga.

"Mi permetto di dissentire." non demorse, costringendo l'uomo ad avvicinarsi in modo aggressivo.

"Ragazzo, in nome del Re Solitude IV, signore di Ornstein, padrone delle terre di Boletaria e signore dei Draghi, ti ordinò di allontanarti immediatamente!" cercò di afferrarlo per la maglia, ma Draem lo prese d'istinto per il polso e con un colpo di gomito gli spezzò il braccio destro, facendo indietreggiare il soldato per la paura.

"Mi spiace..io non volevo!" cercò di scusarsi. Non sapeva come avesse fatto. Era come se fosse tutto naturale.

"Uccidetelo!" urlò l'uomo ai suoi compagni, che si diressero verso di lui ad armi spianate. Ormai non aveva più scusanti, doveva difendersi. Uno cercò di colpirlo con un fendente di spada, ma con uno scatto laterale, lo evitò, anche se di poco. Lo prese per il polso, facendogli cadere la spada poi, con una manata, lo fece girare su se stesso. Tenendogli ancora il polso, gli diede un calcio sulla schiena, rimandandolo verso i suoi compagni. Un'altro arrivò con una affondo di lancia, che Draem afferrò prima che potesse ferirlo. Con grande forza, fece leva sulle braccia della guardia e la costrinse a portare la lancia a terra.  Spezzò la lancia colpendola col piede, e colpì la guardia con una serie di potenti pugni, facendola cadere a terra.

"Draem, prendi!" l'anziana, uscita dalla casa, gli lanciò uno strano oggetto, che Draem afferrò al volo. Aveva la forma di una polsiera, costruita in metallo. Se la mise subito e, mentre ancora s'interrogava su cosa fosse, venne colto di sorpresa da una spada che stava per perforarli il cervello. Colto di sorpresa, avvicinò il braccio, dove si era messo la strana polsiera, dalla quale uscì una lama, che penetrò il cuore. La guardia morì sul colpo, cadendo in terra, lasciando il giovane sconcertato. Non uccise un uomo, ma una guardia di Ornstein. Se la voce si fosse diffusa, non avrebbe più, letteralmente, potuto avere respiro. Ma non poteva stare lì a pensare, doveva combattere. Un'altra guardia si gettò su di lui con un fendente obliquo, ma Draem schivò agilmente il colpo e gli affondò la lama nella testa, allentando il corpo del morto con un pugno. Un altra spada gli sfiorò la faccia, facendolo arretrare. Schivò un altro fendente e, approfittando di un punto scoperto, Draem piantò la lama nel ginocchio della guardia, che dovette inginocchiarsi. Infine, gli piantò la lama nel collo.

"Ragazzo! Guarda qui!" una delle poche guardie rimaste aveva approfittato della confusione di Draem per prendere in ostaggio l'anziana.

"Lasciala andare!" gli urlò contro Draem. Respirava a fatica e non ce la faceva più a continuare a combattere.

"Arrenditi e la lascerò andare." gli propose la guardia.

"Draem, non ti arrendere!" l'anziana cercò di far cambiare l'idea che già balenava nella mente del giovane. Infatti, si inginocchiò a terra e mise le mani dietro la testa. Due guardie ripresesi, gli puntarono le lame alle gole.

"Adesso lasciala." disse Draem alla guardia. Quest'ultima, se la rise di gusto.

"Uccidetelo." ordinò, con un ghigno soddisfatto stampato in faccia. Prima che gli potessero tagliare la gola, la casa venne circondata da un muro di fuoco, facendo distrarre le guardie.

"Draem!" urlò ancora l'anziana, ridestandolo dai suoi pensieri. Di scattò, fece penetrare la lama nel petto della guardia alla sua sinistra mentre, a quella alla sua destra, nella gola.

"Dannata strega!" la guardia che aveva preso l'anziana, sbraitò a ciò. Con un coltello le trafisse la schiena e, con grande forza, lanciò la donna a terra. Prima che potesse finirla,  Draem lo placcò, buttandolo in terra e finendolo con una lama in gola.

"Dra..em.." quasi sussurrò l'anziana, con una flebile voce. Draem corse verso di lei.

"Non parli! Risparmi le forze!" cercò di tapparle la ferite, una volta tolto il coltello. "Ma cos' è successo?" continuò. L'anziana rise di gusto.

"Non diffidare mai degli anziani, giovane. Sappiamo più cose di quello che sembra. Ascoltami bene. Il mio tempo è giunto oramai. Stai attento a tutti coloro che incontrerai. Essi tenteranno di fermarti e di ucciderti, ma anche aiutarti. Ma tiene bene a mente una cosa Draem, le loro anime sono tue. Ti appartengono."

"Cosa...Cosa devo fare?"

"Vivi..."

Così, l'anziana esalò il suo ultimo respiro. Con esso, anche il fuoco si estinse, facendo tornare quel lugubre cielo che aleggiava nell'aria. Draem si allontanò, con l'anziana in braccio, per trovarle un dego luogo di sepoltura. Ma, una delle guardie ancora a terra, si rialzò nel suo momento d'assenza, scappando alla vista dei compagni a terra.
Ore dopo, mentre s'era fatto buio, Draem camminava per il bosco spoglio, sconsolato dagli accadimenti, mentre fissava la lama che le aveva regalato la donna. Pensò alle sue parole, parole che gli intimavano di andarsene. Come se fosse facile. Sentì un odore di bruciato provenire da un posto a lui conosciuto.

"Oh merda!" esclamò, prima di cominciare a correre. Qualcuno stava bruciando il villaggio. Corse a perdifiato fino alla sua destinazione, nascondendosi dietro un muretto. Quelli di Ornstein stavano mandando a fuoco ogni cosa gli capitasse a tiro, prendendo donne e uccidendo uomini. Non poteva fare niente in quella posizione, sarebbe finito ucciso. E il petto gli bruciava per questa sua incapacità. Rimase lì, nascosto, mentre udiva i gemiti degli uomini, le grida delle donne e i pianti dei bambini. Passarono poi, facendo rimanere solo mosche aleggiare sui cadaveri e i versi di qualche animale. Uscì dal suo nascondiglio, camminando tra i cadaveri degli uomini che avevano lasciato a terra, entrando in quella che era casa sua, o almeno ciò che ne era rimasto. Salì verso la camera di suo padre, che era rimasto l'unico vivo.

"Ragazzo mio...." si rivolse a lui, in parte sollevato.

"Padre...Dov'é..."

"E' morta...Ha provato a difendermi. Mi hanno lasciato qui, a morire lentamente." lo anticipò sulle parole.

"Padre...mi spiace..E' tutta colpa mia." si inginocchiò piangente al letto. Sentì una mano scompigliarli i capelli.

"No..Non è colpa tua. Sai, dovrei dirti una cosa. Vedi, io non sono tuo padre." gli rilevò, anche se Draem non sembrò particolarmente sorpreso. "lo sospettavi vero?" annuì, il giovane.

"Beh, allora non devo raccontarti un pò di cose. Tieni, prendi questa." l'uomo gli consegnò una chiave. "Vai nella tua stanza. Nell'armadio c'è un forziere. Aprilo. Era con te quando ti trovammo sotto la nostra porta."
Così fece. Nel forziere, non tanto grande, giaceva un'armatura di scintillante metallo, compresa di cappuccio e di una cappa che copriva il braccio dove teneva la polsiera, entrambi neri con decorazioni rosso purpureo. Gli stava perfettamente. Tornò nella stanza del padre, sorprendendosi. Si era alzato in piedi, ma lo afferrò prima che potesse fare altro passo.

"Cosa fate!? Dovete riposare!"

"Oh, non avrai mica intenzione di andare in giro così senza un'arma? Una volta ero un fabbro sai.." l'uomo non volle sentire ragioni, sfoggiando un sorriso rassicurante. Draem, non in grado di ribattere, lo accompagnò fin giù le scale, uscendo dalla casa, fino alla forgia del fabbro. L'uomo si mise subito al lavoro, lavorando due lunghi pezzi di metallo grezzo.

"Sai, nell'Eastmarch, c'è uno strano metallo. La sua conformazione lo rende estremamente duro ma anche molto flessibile. Io ne acquistai un pò tempo fa, aspettando il giorno in cui l'avessi dovuto forgiare. Beh, penso che si arrivato quel giorno." riprese il metallo incandescente e cominciò a batterlo su un incudine. Un rumore assordante, ma che sembrava quasi confortante. Draem attese, seduto su di una botte a riflettere, mentre il metallo ancora incandescente, veniva affogato nell'acqua a raffreddarsi. Alle due lame, con l'estremità leggermente ricurva, vennero applicate manico e guardia. Infine, l'uomo cominciò ad affilarle alla mola. Ed eccole lì, due spade di egregia fattura, che mise dietro la schiena del giovane.

"Io..Non so cosa dire." fece lui, sorpreso e quasi imbarazzato da tutto quello.

"Non dire niente. Adesso va e non voltarti indietro. Non farlo." gli disse cordialmente l'uomo, appoggiato a una trave. Così Draem cominciò a camminare, uscendo dal villaggio, mentre cominciò a piovere. L'uomo venne colto da un dolore lancinante al cuore e cadde a terra, mentre non smetteva di sorridere. Draem decise però di non andarsene senza aver vendicato quella che credeva sua madre. Si ricordò di un uomo a cavallo che dava gli ordini su cosa doveva essere fatto. Seguì le tracce che partivano dal villaggio fino ad un piccolo fortino, dove una piccola torre dava al centro. Si nascose in un carro che trasportava vettovaglie. Riuscì a non farsi scoprire alla perquisizione. Una volta che il carro si fermò, cominciò ad attraversare il campo aperto, nascondendosi di volta in volta che trovò un ombra a fargli da scudo. Dovette ringraziare il tessuto nero che lo copriva. La porta d'ingresso era sorvegliata, doveva trovare un altro modo di entrare. L'uomo che aveva visto doveva per forza risedere all'ultimo piano della torre. Trovo un mattone sporgente, dal quale poté arrampicarsi. Tra appigli vari e cornicioni arrivò all'ultimo piano della torre, ma la finestra era chiusa. Arrivò fino al tetto, dove dovette sfondare le tegole. Una volta dentro, una guardia attirata dal rumore, aprì la porta. Draem lo colpì con un piccola cassa, abbastanza pesante da stordirlo. Uscì, riudendo a trovare la porta che conduceva al suo bersaglio, sorvegliata. Approfittando di un momento di distrazione della guardia, gli punto la lama nascosta alla gola, costringendolo ad aprire la porta. Il capitano, questo era il suo grado, si stava intrattenendo a letto con un donna che non sembrava tanto felice.

"Chi cazzo è!?" sbraitò infastidito. Quando venne aperta la porta, la guardia cadde a terra morta, facendo afferrare la spada al capitano.

"Chi sei tu?!" urlò osservando la figura di Draem.

"L'ho disturbata mentre fotteva, capitano?" cos' si presentò Dream "Devono aver parlato di me, se ha bruciato quel villaggio." continuò.

"Ah, tu devi essere il complice di quella strega che ha trucidato nove dei miei uomini. Beh, cazzi tuoi se quei contadini sono morti. Adesso, fatti uccidere." il capitano si gettò su di lui con foga e rabbia, ma Draem riuscì a schivare i suoi attacchi, portandosi al centro della stanza. A un altro attacco, il ragazzo rispose con un solo colpo di una delle sue spade, spezzando, letteralmente, la lama del capitano che, dal terrore, si gettò a terra.

"Non..Non uccidermi!" supplicò.

"Mi spiace, è troppo tardi." gli piantò la lama nascosta nella gola. "La tua anima è mia." continuò, mentre il capitano emetteva versi soffocati e stramazzava a terra. Dream si girò verso la donna nuda spaventata. Non disse niente, ma prese da corpo del capitano una borsa di monete e gliela lanciò.

"Dovrebbero bastare. Rifatti una vita." ed uscì dalla stanza. Fuori dal forte, camminò fino a superare le colline che delimitavano il territorio che conosceva. Smise di piovere, e i raggi del sole gli riscaldavano la faccia e infastidivano gli occhi. Andò avanti, verso l'ignoto.
 


***
E finalmente ho finito il nuovo chap, cominciato ieri. Allora cosa ve ne pare?  

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Le sue spade.

http://img2.wikia.nocookie.net/__cb20111024040624/assassinscreed/images/c/cd/Drachen_V.png

E l'armatura. Si lo so, ci sono tanti riferimenti ad Assassin's Creed, ma questa storia è piena di riferimenti a videogiochi a certi anime. Spero che non mi disturbi
 
  
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