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Autore: Ibelieve93    12/03/2014    2 recensioni
Stella Rossi è una hostess su uno degli aerei di lusso della compagnia Skyland .
Ama viaggiare ,volare , ma nonostante i suoi numerosissimi “avanti e indietro” per il mondo , non ha mai incontrato l’amore in vita sua .
Gabriel Gray , un poliziotto americano che non sopporta l'altro sesso per svariate ragioni , è costretto a proteggere Kevin , un sedicenne nonché testimone importante per un processo che si terrà in Italia .
Stella e Gabriel si incontreranno per caso durante un viaggio tutt’ altro che calmo da Los Angeles a Milano , e saranno costretti ad unire le forze per salvarsi la vita .
E se dovesse nascere l'amore ?
Il poliziotto e l'hostess cosa faranno ?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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 Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti




Capitolo34. In tribunale 



Gabriel
 
 
 
 
Eravamo finalmente arrivati davanti al tribunale , seppur con l'affanno .
Non era stato difficile trovarlo , molti passanti ci avevano indicato la strada da percorrere senza dare alcun tipo di problema, ma noi avevamo comunque deciso di proseguire a passo svelto .
Qualsiasi tipo di pericolo poteva essere dietro ogni angolo della città , e noi non volevamo rischiare ulteriormente .
Veder quella struttura davanti agli occhi fu un vero e proprio miracolo per me .
Alta , imponente. 
Dopo quella disperata corsa in metro , in duomo , io e Stella non avevamo corso più alcun tipo di pericolo fortunatamente .
E quando misi piede all'interno dell'edificio seguito da Stella, il sollievo fu palpabile .
Ogni passo, che risuonava per i larghi ed alti corridoi ,  mi stava portando sempre di più alla fine di quel caso , che non vedevo l'ora di archiviare .
Kevin corse verso di noi appena ci vide  , aveva un gran sorriso sulla faccia , che contagiò anche le mie labbra .
Lui ed Emily erano lì , sani e salvi . Proprio come noi.
Eravamo tutti in tribunale.
“ Finalmente.” esordì senza aspettare un altro minuto in più : “ Credevo di avervi perso .” aggiunse abbracciando forte Stella senza riuscire a trattenersi  .
“Anche noi” ammise mia moglie, che sospirò e sciolse l'abbraccio : “ fortunatamente siamo tutti qui senza niente di rotto ”
“Posso abbracciare anche te, fratello ?” chiese a me il ragazzo , con aria da cucciolo .
Scossi la testa ridendo : “ Non se ne parla. Stai alla larga da me. Le tue manifestazioni d'affetto non mi occorrono. E di certo i tuoi occhi da bambi non mi convincono. ”
Il sedicenne annuì ridacchiando , poi si mise le mani nelle tasche dei jeans consumati e proseguì : “ Finalmente tutto sta procedendo a nostro favore. Non potete nemmeno immaginare chi è venuto a trovarmi qui . Sono davvero contento  ”
Stella s'incuriosì ed io feci all'altrettanto.
“ Chi è venuto a trovarti?” domandai per dissipare qualsiasi dubbio.
“ I miei genitori” rivelò senza tanti preamboli “ hanno chiesto alla polizia se potevano raggiungermi al processo , e sono riusciti a venire e...”
“ferma , ferma...aspetta” s'intromise Stella “ i tuoi genitori sono qui?”
“Sì” confermò il ragazzo al settimo cielo. “appena hanno saputo che sono arrivato a Milano, sono partiti”
Ed in quel momento mi accorsi che c'era qualcosa in mia moglie che non andava .
Era diventata incredibilmente pallida , spaventata .
Quella notizia l'aveva turbata, nel profondo . 
Era evidente : mi nascondeva qualcosa .
“ Stella cosa c'è che non va?” domandai cingendole le spalle con un braccio .
Lei si sforzò di sorridermi e scosse la testa : “ Non ti preoccupare, non è nulla di importante . Davvero”
Ma le sue parole non mi convinsero affatto .
La guardai di sottecchi per un altro istante , prima di riportare lo sguardo su Kevin.
“ Vorrei farti conoscere i miei” continuò il ragazzo , che afferrò una mano di Stella pronto a condurla davanti ai  suoi genitori.
Stella scosse la testa con forza : “Kevin, sarebbe meglio di no. Sul serio!”
Ma il ragazzo si era intestardito, non c'era verso di convincerlo a rinunciare : “ Ma scherzi? Ho parlato tanto di te ai miei , e sono desiderosi di conoscerti.”
“Hai parlato di me ai tuoi ?” ribatté lei preoccupata
Adesso sembrava sul punto di svenire , la strinsi più forte a me per evitare di farla cadere in caso ce ne fosse stato bisogno .
“ Certamente. Andiamo Stella, non ti mangeranno mica” sminuì il minorenne , che si avviò per primo.
Stella deglutì vistosamente ed incrociò lo sguardo con il mio ancora una volta : “ Tu vieni con me?”
Voleva il mio sostegno per chissà quale questione , ed io accettai senza esitare .
Aveva bisogno di me in quel momento , ed io non potevo negarle il mio aiuto
“ Sì, ma ad una condizione” le dissi sincero. 
Lei annuì
“ Dopo mi dirai ogni cosa”
“ Lo farò” mi promise , ed io non chiesi altro. Mi bastava.
 
 
 
I genitori di Kevin erano persone rispettabili, per bene, benestanti.
Suo padre, Alessandro Marsano , era un uomo alto, di corporatura massiccia, capelli ed occhi castani .
Tutto il contrario di sua moglie .
La signora Marsano era bassina, occhi chiari e capelli corvini , di corporatura esile.
Insieme, tuttavia , formavano una bella coppia .
Kevin era particolarmente entusiasta quando io e Stella salutammo i suoi genitori .
“ E' un piacere per me rivederla signor Gray . Ho saputo del suo collega e ne sono rimasto sconvolto, mi dispiace tanto . Le sono grato per tutto quello che ha fatto per mio figlio , e non so davvero come ripagarla .  ” esordì suo padre , guardandomi dritto negli occhi .
Annuii pur sforzandomi di non pensare a James : “ Dovere” tagliai corto , non avevo alcuna intenzione di continuare a raccontare tutti i fatti che erano accaduti , e quindi di soddisfare la sua sete di sapere .
Kevin avrebbe potuto fornire suo padre di tutte le spiegazioni del caso più tardi ed al posto mio .
Stella d'altro canto si era avvinghiata al mio braccio destro e non aveva nessuna intenzione di mollarlo.
Stringeva forte , e teneva la testa basta quasi avesse paura di guardare negli occhi Alessandro .
“Lei invece deve essere la signorina Stella” continuò il signor Marsano , rivolgendosi direttamente a mia moglie .
Lei alzò lo sguardo cautamente e abbozzò un sorriso incerto .
“ Sì” rispose , per poi stringere la mano del padre di Kevin con evidente timore non appena gliela offrì .
Che cavolo le prendeva ?
“ Ho saputo che Walter Rossi era uno dei responsabili di tutto questo casino . Lei era sua figlia? E' stata coraggiosa a decider di mettersi contro i suoi piani . ”
Fu davanti a quelle parole che Stella cambiò radicalmente atteggiamento.
Guardò l'uomo stranita, confusa.
“ No, Walter Rossi era mio zio” spiegò con particolare durezza nella voce.
Fu la volta di Alessandro ad incupirsi : “ Tu quindi saresti la figlia di...Moira Rossi?”
Dal lei era passato al tu in una frazione di secondo . 
Lei annuì decisa mettendosi le mani sui fianchi: “ La conosce? ”
Tono di sfida.
Era come se stesse sfidando l'uomo a ricordar qualcosa che in quel momento gli sfuggiva.
Che collegamento c'era tra loro due ?
Questa storia era troppo bizzarra per i miei gusti .
Kevin inarcò un sopracciglio mentre stringeva sua madre fra le braccia .
Alessandro si schiarì la voce: “ Sì. Conosco bene Moira Rossi , com'è piccolo il mondo ! Anche se da quando mi sono trasferito in America non l'ho più rivista , né incontrata , in passato siamo stati amici . Ormai sono trascorsi  quasi venticinque anni . Sono di origine italiana , sa ?”
Lei trasse un profondo respiro : “ Lo so perfettamente , mia madre mi ha parlato molto di lei.”
“ Si è sposata con...” cercò di capire lui , e lei scosse la testa: “ mia madre ha sposato un uomo che non è mio padre ”
E Marsano si paralizzò all'istante.
Sua moglie sgranò gli occhi incredula.
Kevin era confuso, disorientato proprio come il sottoscritto . 
Stella , notando le reazioni di tutti, si morse le labbra ed indietreggiò verso di me con aria colpevole .
Era come se si sentisse in colpa per aver parlato , e detto qualcosa che non doveva  .
“Amore cosa nascondi?” le sussurrai ad un orecchio
Lei mi guardò con occhi lucidi: “ non posso , non adesso”
Alessandro avanzò verso di noi e guardò Stella con timore : “ Tu...” scosse la testa “ quanti anni hai?” domandò con voce tremante 
“ Ventiquattro” ammise continuando a mordersi le labbra.
“ Moira non può aver fatto una cosa del genere” parlò l'uomo sottovoce.
Ed in quel momento collegai ogni cosa .
Marsano e Moira Rossi si erano conosciuti in passato.
La donna si era sposata con un uomo che non era il padre di Stella.
Stella aveva ventiquattro anni, ed una volta Kevin aveva detto che suo padre si era trasferito in America da circa venticinque anni.
Oddio. Non poteva essere.
Alle mie stesse conclusioni arrivò anche Kevin in poco tempo.
Il ragazzo mi guardava con incredulità.
“ Moira mi ha nascosto una figlia” sussurrò Alessandro , distrutto .
La moglie lo raggiunse e l'abbracciò  : “ Moira è la donna che hai lasciato prima di incontrarmi ? ”
L'uomo annuì. Il volto fra le mani: “ perché mi ha nascosto una cosa del genere?”
La moglie era sconvolta quanto lui, ma si mostrava forte e risoluta per dar forza al marito. 
Kevin aprì la bocca senza emettere alcun suono diverse volte .
Quando riprese il controllo sulle sue corde vocali balbettò queste parole continuando a guardarmi come fossi un alieno : “ Tu...voi...Stella mia sorella naturale? Vera ? Tu...quindi tu amico saresti...saresti...mio cognato? ”
Dall'inizio di quella storia stavo proteggendo il mio futuro cognato ? Il mio testimone era mio cognato?
Indietreggiai come se avessi ricevuto uno schiaffo in pieno viso .
Kevin boccheggiava in cerca d'ossigeno, sembrava un pesce fuor d'acqua .
Si portò una mano alla gola: “Oddio, soffoco” gracchiò , poi mosse le mani come se fosse in acqua e cercasse di ritornare in superficie.  
Sua madre corse anche in suo aiuto: “Tesoro sii forte. E' uno shock terribile , ma non è stata colpa di nessuno”
Alessandro puntò lo sguardo su Stella : “ Da quanto tempo sapevi che Kevin era tuo fratello?”
Stella lasciò che una lacrima le rigasse una guancia: “ Da un po' , l'ho scoperto per caso. All'inizio non sapevo che fra di noi ci fosse un legame così . E poi Tu . Hai lasciato mia madre per colpa mia!” accusò
L'uomo scosse la testa: “ Assolutamente no. Io non sapevo neanche della tua esistenza. Ho lasciato tua madre perché non andavamo più d'accordo , e lei avrà pensato bene di non dirmi nulla riguardo la sua gravidanza . ”
Stella scosse la testa con veemenza , ormai piangendo forte , era scosso da fremiti incontrollabili : “ Lei accusa me  di essere la causa della vostra separazione”
“ Tua madre ha tanti difetti, ma proprio quello che non sopporto è la sua manìa di trovar sempre un capro espiatorio, per far cadere tutte le sue colpe su un'altra persona . Lei non sa assumersi molto spesso le sue responsabilità. Non è tua la colpa Stella . ” e dopo quelle parole le regalò un abbraccio che soltanto un padre poteva donare alla propria figlia ritrovata .
Stella si liberò di ogni peso , e pianse sulla spalla del padre per un bel po'.
“Mia madre non può non averti detto di me” disse sconvolta “ lei ci tiene a me , anche se suo marito non vuole avermi tra i piedi ”
“Sono sicuro del fatto che tua madre ti ami , e credo che abbia taciuto la verità proprio per la paura di perderti in qualche modo”
Mi sentivo un po' fuori luogo in quel frangente , ma al tempo stesso facevo comunque parte della famiglia.
Che confusione.
Avevo mio suocero davanti .
Mia moglie stretta fra le sue braccia.
Kevin continuava a boccheggiare sconvolto fra le braccia della madre: “ Non ci credo...non ci credo” continuava a ripetere.
Delirava come avesse la febbre alta : “ sono pure zio...sono pure zio, capite?”
Aileen aveva uno zio adesso . Era vero.
Ed era troppo anche per me.
Suo zio le aveva perfino salvato la vita una volta.
Mi appoggiai di schiena alla parete che avevo alle spalle e trassi un profondo respiro.
Perché Stella non mi aveva detto nulla?
Condividere quel segreto con me non sarebbe stato più semplice ?
La guardai con attenzione .
In passato doveva aver sofferto tanto, ed ora era compito mio darle tutta la gioia possibile
Ci sono io adesso con te, e non ti lascerò
                                                                        *****
 
“L'aula è pronta. Se volete accomodarvi all'interno...” informò una segretaria , vestita di tutto punto per l'occasione .
Stella sciolse l'abbraccio con il padre , che come lei aveva pianto parecchio , e ritornò da me .
“Perdonami per non averti detto nulla. Non sapevo come fare ” mi spiegò dispiaciuta.
Sorrisi scrollando le spalle : “ Non importa. Da oggi in poi però , voglio che tu condivida con me ogni cosa”
Annuì ed io le baciai la fronte .
Suo padre ci raggiunse e si rivolse ancora una volta al sottoscritto : “ Io vado a sedermi in aula . Ma volevo ringraziarla, o meglio ringraziarti dato che ormai mi par di capire che sei di famiglia ,  per aver protetto anche mia figlia . Ti sono grato”
“ E' stato un onore per me” risposi prontamente
“Suppongo che da oggi ci vedremo spesso .”
Stella arrossì , ed io sfiorai l'imbarazzo : “ Esatto ” riposi comunque .
Alessandro rise con occhi pieni di luce : “ Ne sono contento. Benedico la vostra unione”
Ed entrò in aula seguito a ruota da Stella .
                                                                              *****
 
Fu meraviglioso sentir pronunciare tutti i nomi di quei criminali da mia moglie .
Suo zio era stato davvero un incosciente a rivelarle tutti i suoi affari ed i suoi soci pur di ottenere silenzio da parte di sua nipote .
Aveva fatto male i suoi calcoli.
Stella non era come lui.
Stella era come me.
Giustizia era fatta ormai.
Kevin raccontò per filo e per segno tutto ciò che aveva visto quella notte in cui aveva disobbedito i suoi genitori mentre erano in vacanza nei pressi di non so quale città del nord d' America .
Sinceramente non prestai chissà quale attenzione ai loro discorsi , era totalmente perso nei miei pensieri e negli sguardi che ogni tanto mi rivolgeva mia moglie, ma ero ultra contento.
Specialmente quando arrivò il turno di Johnny .
Stella pronunciò piano il suo nome.
Quasi avesse il timore di dirlo.
Spostai lo sguardo su Luke, e su altri presenti...ormai in manette e tenuti a bada dai poliziotti.
Non potevo che sorridere .
Avevano avuto per i loro affari agganci in America, in Italia...ma presto tutti loro sarebbero stati rinchiusi in gabbia, compresi i traditori.
Potevano urlare in quel momento, potevano ringhiare come animali contro mio cognato e mia moglie che non si lasciavano di certo intimidire da loro . Luke e tutti i suoi simili ormai erano inoffensivi. 
Stella mi guardò in modo strano quando si decise ad aggiungere qualcosa su Johnny , che ancora non aveva rivelato davanti al giudice ed alla sua corte .
La guardai incuriosito.
Sembrava preoccupata , titubante.
Sulla sedia si mosse , un po' agitata.
Era come se nel mio sguardo cercasse delle scuse .
Ancora?
Adesso cosa mi stava nascondendo?
Perché non dirmi niente fino ad oggi ?
Mi arresi . Oggi era il giorno delle rivelazioni .
Incrociai le braccia al petto pronto a tutto.
Johnny. Cosa non sapevo su quello sbirro traditore?
“ Quando ero in auto con il poliziotto Johnny ed il qui presente signor Luke...” riprese davanti al giudice , che prestava molto attenzione “ Johnny ha confessato di essere stato lui stesso a far entrare , senza problemi , il pacco bomba nel distretto a Roma , che aveva ospitato me e Kevin .
E' stato quindi responsabile anche della morte di alcuni dei suoi colleghi e di...”
No.
Quel nome non potevo ascoltarlo.
Non in quel contesto .
Mi rifiutai di credere che...
Io avevo avuto l'assassino di James a due passi da me , e Stella non mi aveva detto niente?
Quel..brutto bastardo, traditore.
Si era preso gioco di me, di tutti noi...ed aveva ucciso il mio migliore amico ?
Aveva quasi ucciso me, Kevin e Stella. 
Aveva messo a tacere Sebastiano e Cristiano, altri due colleghi.
Scossi la testa e serrai le mani a pugno stringendo forte per non urlare di frustrazione .
In quel momento avrei fatto di tutto pur di vedere quel Johnny sottoterra .
Doveva pagarla.
Adesso più che mai .
Molto più di prima.
Mi alzai di scatto dalla sedia sulla quale avevo preso posto , ed uscii dall'aula in preda ad una furia incontrollabile , senza aspettare la fine delle testimonianze .
 
Idiota. Sono un'idiota. 
Non mi ero accorto di nulla.
Che razza di poliziotto ero?
Diedi un pugno alla parete che mi ritrovai davanti e mi feci male le nocche.
“ Ti prometto caro Johnny, che ti prenderò . Non me ne andrò dall'Italia fino a quando tu...tu non avrai pagato per tutto il male che hai fatto. ”
Il cuore era così duro nel battere che sentii uno strano dolore al petto .
La rabbia dentro era tanta , e quasi non riuscivo più a controllarla .
Io...l'avevo avuto...a due passi...da me.
Soltanto...due...passi.
James se ne sarebbe accorto al posto mio.
Io no.
Che idiota. IDIOTA .
Poggiai la fronte contro al muro .
Serrai le labbra, nel disperato tentativo di darmi una regolata.
Ma Stella ?
Perché ? Perché nascondermi una cosa del genere?
Diedi un altro pugno alla parete .
Ed una mano mi afferrò una spalla all'improvviso, facendomi sussultare per la sorpresa .
 
Avevo perso la cognizione del tempo , per sfogare la mia rabbia non mi ero reso conto del tempo che era trascorso .
Mi trovavo ancora lì ,  in uno di quei lunghi corridoi soliti da trovare in un tribunale, e mi voltai lentamente .  Percepivo perfettamente il mio sguardo duro ed impassibile. 
Stella mi osservava con occhi lucidi: “ Non avrei mai voluto che tu venissi a sapere di questo. ” confessò con voce roca
“ E' qui che ti sbagli, avresti dovuto dirmelo” ribattei , sforzandomi di controllare il tono di voce .
Ma era troppa la rabbia. “Posso capire il perché non hai detto a Kevin di essere sua sorella...ma questo è inaccettabile. Te ne rendi conto?”
“ No, perché mai avrei voluto vederti così.  In questo stato.” precisò lei , sfiorandomi ancora una volta la spalla.
Sbattei un piede a terra e mi allontanai da lei dandole le spalle .
Mi passai una mano fra i capelli : “ Quale stato ? Il mio migliore amico è stato ucciso da quel...quel...che si è fatto passare per un amico. Ma io troverò quell'assassino , e la pagherà cara.  Puoi contarci. ”
“ Guardati Gabriel” mi esortò lei , ed io ritornai a guardarla
Era furiosa anche lei ora.
“ Quel tuo sguardo è così carico di vendetta che mi fa paura. ”
Mi avvicinai a lei velocemente , e lei indietreggiò spaventata,  per quella mia reazione , fino a toccare il muro  .
Posai le mani ai lati del suo viso e la guardai dritto negli occhi sentendo il suo respiro sul viso : “ Non posso ignorare, come vuoi tu  , l'uomo che ha ucciso una persona a me cara.
Non posso permettere che la passi liscia , perché ha privato un bambino del suo papà .”
Lei mi afferrò il volto con entrambe le mani per cercar di calmarmi : “ Non perdere di vista ciò che sei. Tu non sei per la vendetta . Tu vuoi giustizia e non puoi fartela da solo , lo sai . Gabriel, ti prego. Ascoltami . ”
Scossi la testa: “ Questa volta no”  e mi allontanai da lei.
Avevo tutta la voglia di star da solo.
Forse la rabbia mi stava davvero accecando, ma quel folle aveva fatto così tanto male.
Ed io avevo una gran voglia di prenderlo a calci, a pugni.
Sospirai.
Cosa dovevo fare?
Per prima cosa dovevo lasciar che la rabbia scivolasse via da me , così che avrei potuto ragionare a mente lucida.
Via la rabbia, pronto a seguir la verità

 
 
Angolo Autrice
 
 
Ciaoooo ragazzi ^^
Ebbene , parto con il dirvi che questa è la seconda parte del penultimo capitolo :) 
Nonostante io stia inserendo questi pezzi come capitoli a sé .
Non pensavo che questo penultimo capitolo venisse così lungo all'inizio  
Per come l'avevo immaginato , tutto doveva rientrare in un solo capitolo ed invece...quando si scrive è tutta un'altra cosa ^^
Il prossimo pezzo sarà l'ultima parte del penultimo capitolo ( oddio che confusione XD )
poi arriverà il capitolo conclusivo ;) 
Nella prossima parte incontreremo Johnny , quindi...vedrete come si risolverà tutta la faccenda ^^
Ringrazio di cuore tutti voi che preferite, seguite e ricordate questa storia <3
E grazie anche a MaryGray, noemi_ST e Novalis per le loro meravigliose recensioni che continuano a lasciare in ogni capitolo ^^ siete meravigliose ^^
Al prossimo capitolo ;)
Un bacione a presto ;)
   
 
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