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Autore: Nana_Hale    14/03/2014    0 recensioni
Una tranquilla e rilassante cena si trasforma a poco a poco in una notte piena di battute, fraintendimenti e piacevoli sorprese che, inaspettatamente, o forse no, fonde Steve e Tony in un profondo legame che finalmente li unisce come una vera famiglia.
Genere: Commedia, Erotico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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The Fall
 

"Posso farti una domanda personale?"
Steve ingoiò l'ultimo boccone del suo panino, stropicciando poi la carta e poggiandola da parte, accanto alla sua bibita, prima di parlare.
Il locale era ben illuminato ma molto più piccolo del ristorante da cui erano scappati; più intimo, più accogliente e caldo.
Si era tolto la cravatta e la giacca, slacciandosi il primo bottone della camicia e sollevando le maniche fino ai gomiti per evitare di sporcarle.
"Sono tutt'orecchie."
Rispose Stark, facendo girare leggermente la sua sedia davanti al bancone del FastFood verso il suo collega. Incrociando le gambe, afferrò una delle patatine del suo cestino e se la infilò in bocca; anche lui si era tolto la cravatta, lasciando intravedere il reattore attraverso la camicia, e gli occhiali mostrando per la prima volta durante la serata i suoi profondi occhi castani.
"Cosa è successo fra te e Pepper?"
Un colpo di tosse sfuggì al miliardario che sollevò le sopracciglia e, dopo aver preso un sorso della sua Coca Cola, prese un profondo respiro prima di iniziare a parlare.
"Sinceramente... non lo so."
Disse tranquillamente rimettendo giù il bicchiere mentre il soldato aggrottava la fronte perplesso.
"Quando è arrivato Peter sembrava andare ancora tutto bene ma poi, un giorno è scesa in laboratorio e mi ha detto che non era il caso di continuare la nostra storia."
Continuò il moro magiucchiando un'altra patatina e rissumendo in poche, misere parole la conclusione della sua storia sentimentale.
"Mi dispiace..."
Sospirò Rogers accorgendosi di non essere realmente troppo amareggiato di quella notizia e, per questo, sentendosi terribilmente in colpa e a disagio; spostò lo sguardo sul suo piatto oramai vuoto, sperando di non aver dato troppo a vedere il suo falso dispiacere.
"Anche a me dispiaceva... all'inizio. Ma mentre parlava mi rendevo conto che aveva ragione. Non c'era più nulla fra noi se non l'affetto e il rispetto che c'era sempre stato. Nessun desiderio, nessun interesse. Ne da parte sua che da parte mia."
Rincuorato dalla spiegazione del collega e incuriosito dalla sua affermazione, Steve tornò all'attacco.
"Svanito così all'improvviso?"
"Mi disse che non era un problema, che capiva, che dovevo solo farmi avanti."

Un attimo di silenzio calò fra i due uomini che ora stavano guardandosi nuovamente negli occhi in attesa che uno dei due dicesse qualcosa.
Steve fu il pirmo a spezzare il vuoto.
"Con chi?"
"Ah, allora non ne avevo la minima idea. Ma credo che lei avesse già intuito che provavo interesse vero un'altra persona."

Il soldato sbattè le palpebre un paio di volte, improvvisamente inquietato dall'ultima frase del miliardaro.
"U-un'altra pers-"
"Posso chiederti io una cosa adesso?"

Stark non gli permise di domandare altro e lo incalzò chinandosi verso di lui con il busto.
"Oh, ok, certo."
"Come mai non hai mai provato a farti una famiglia?"

La domanda fu piuttosto inaspettata, tanto che Cap indietreggiò con la testa, sbigottito e incapace di dare un'immediata risposta.
"C-cosa?!"
"Insomma, da quando ti abbiamo risvegliato c'è stato un po' di chaos, te lo concedo. Loki, il Mandarino, Bucky e via discorrendo, ma è da diverso tempo che non ci sono catastrofi internazionali e nessuno prova a invadere, conquistare o distruggere il pianeta quindi..."

Tony lo inondò di parole su parole, spiegando e argomentando la sua domanda come solo lui sapeva fare e causandogli un insolito nervosismo che lo fece più volte deglutire a vuoto e fissare lo sguardo sul fondo del suo bicchiere ancora pieno per metà.
"...Non capisco perchè sei rimasto fermo quando avresti potuto avere una tua vita, una casa e quant'altro dato che si vede che ti piacerebbe, tutto qui."
Quando finalmente il moro finì, ci mise un attimo a riordinare le idee per dare una risposta sensata e esaustiva e l'unico modo che aveva per farlo era dire la verità.
"Credo..."
La verità nuda e cruda, anche se questo significava aprire completamente il suo cuore.
"...credo che la mia paura di perdere di nuovo tutto quello che amo... fosse più forte del desiderio di avere qualcuno da cui tornare a casa ogni sera..."
Fu sorprendentemente più facile di quanto si aspettava. Confidarsi con Tony gli riuscì incredibilmente naturale tanto che un accenno di sorriso gli si dipinse sulle labbra, mentre i suoi occhi fissavano ancora le bollicine di Coca Cola dentro il suo bicchiere.
"Capisco..."
Fu l'unica cosa che riuscì a dire Stark, dato che non si aspettava una reazione tanto calma, estremamente sincera e personale.
"Ma adesso io ho voi! Cel'ho una famiglia!"
D'un tratto, il biondo si riaccese tornando a guardarlo negli occhi con rinnovata allegria e spensieratezza, lasciandolo stordito.
"Non... non era esattamente quello che intende-"
"E perchè no?"

Lo interruppe bruscamente, senza permettergli di ribattere e voltandosi completamente sulla sedia, si chinò portando i loro visi a poco meno di una spanna di distanza.
"Da quando ti ho visto quella sera, per la prima volta, in camera di Peter mentre gli raccontavi una storia per farlo smettere di piangere, ho capito che anche tu ci tenevi, che non sarei stato solo ad occuparmi di quel bambino."
Stark trasalì perdendo per un secondo il respiro; per tutto quel tempo aveva creduto che nessuno si fosse accorto delle sue incursioni nella stanza del piccolo, ma evidentemente si era sbagliato di grosso.
"Questo non vuol dire essere una fami-"
"Da ragazzo immaginavo sempre cosa mi sarebbe successo crescendo e non è per niente come avevo più volte sognato. Ma vivere con te, prendermi cura di un bambino e volergli bene è anche più di quanto potessi sperare di avere, e adesso è l'unica cosa importante per me."

Tony scosse la testa prendendo un profondo respiro e avvertendo dentro al petto una strana agitazione ma, allo stesso tempo, una profonda e delicata sensazione di completezza che le parole del soldato gli stavano trasmettendo.
"Non credo che la nostra si possa considerare una fami-"
"Si invece!"

Steve alzò la voce facendolo sobbalzare sulla sedia per l'improvviso spavento. Fortunatmente il locale era vuoto, altrimenti avrebbero rischiato anche lì la stessa figuraccia fatta al ristorante.
"Mi sono risvegliato in questo tempo senza niente, completamente solo, e credevo che mai più sarei riuscito a legarmi a qualcuno."
La voce di Rogers era pervasa da una passione e una determinazione che poche volte Stark gli aveva visto sfoggiare così apertamente durante le loro discussioni, e la cosa stava stranamente solleticando la sua fantasia.
"Ma poi abbiamo combattuto insieme e nonostante il modo orribile in cui ci siamo trattati all'inizio, tu mi hai dato un luogo in cui vivere, la tua compagnia, qualcosa in cui credere di nuovo. E anche se non ti sta bene, non vedo un solo motivo per cui, dopo tutto questo, io non debba considerarti come la mia famiglia."
Il biondo finì di parlare quasi seccato, sospirando rumorosamente dal naso e lasciando che le sue parole si perdessero nell'aria e nel silenzio rendendolo denso, teso e assordante.
Si accorse solo dopo qualche secondo dell'eccessiva foga con cui aveva risposto a quella semplice domanda che gli era stata posta, e accortosi di avere ancora gli occhi piantati in quelli del suo collega, si chiarì la voce e si voltò un po' imbarazzato afferrando fra le mani il suo bicchiere e iniziando a giocherellarci.
Solo dopo qualche secondo Tony si rese conto di aver iniziato a leccarsi le labbra senza aver mai staccato lo sguardo dal viso del soldato.
Aveva sempre adorato vederlo infervorarsi per i suoi valori e i suoi principi, ma quella volta aveva notato qualcosa di diverso nei suoi occhi blu; qualcosa che gli aveva fatto crescere dentro la voglia di slacciargli la camicia a morsi lì sul bancone, affondare le mani nei suo addominali perfetti e restarci per tutta la notte.
"Mi... mi dispiace, non so perchè ho reagito così..."
Steve balbettò preparandosi psicologicamente alla serie di battute e frecciatine infinite, che era sicuro sarebbero arrivate da parte di Stark nel giro dei prossimi 2 minuti a proposito del suo sfogo emotivo.
"Cavolo... se questo è quello che pensi di me... sono sorpreso e... onorato."
Ma il miliardario riuscì a sorprenderlo di nuovo, poggiandogli una mano sulla spalla e bisbigliandogli quelle parole con getilezza e sincera gratitudine.
Si voltò, incrociando i suoi occhi scuri e per un secondo gli tornò in mente quell'attimo, di diversi mesi prima, in cui lo aveva guardato allo stesso modo, dopo l'ennesima litigata e l'ennesima riappacificazione, e aveva sentito nascere in se la voglia incontrollabile di stringere quell'uomo e fargli cose che non avrebbe mai immaginato di poter nemmeno pensare.
"Non è tutto quello che sto pensando di te... ora come ora..."
Sussurò senza quasi rendersi conto di aver pronunciato quelle parole che fecero sorridere lievemente Stark, che rispose dopo essersi morsicato leggermente il labbro inferiore.
"Allora dovrò scoprire anche il resto..."
Il quel preciso momento, una ragazza con i capelli viola comparve dall'altra parte del bancone con un'espressione allegra e furba dipinta sul viso e un grazioso grembiule rosso legato in vita.
"Desiderate altro? Signor Stark? Capitano?"
I due si ricomposero all'istante rivolgendo la loro attenzione verso la cameriera, ma Tony non si preoccupò assolutamente di spostare la mano dalla spalla del biondo.
"Io sto bene così, grazie. Tu?"
R
ispose cordialmente il moro, domandando poi al compagno che, ancora un po' scombussolato si spostò un ciuffo di capelli dalla fronte e rispose.
"Sono a posto anche io, grazie mille."
"Okay!"

Esclamò tutta frizzante la ragazza accingendosi a tornare nel retro del locale ma, all'improvviso, si bloccò e tornò verso i suoi clienti.
"Posso farvi una confessione?"
Chiese tutta elettrizzata e in trepidazione, attirando subito la loro attenzione.
"Certo, dicci pure!"
Le rispose Tony con tranquillità mentre Steve annuiva con la testa.
"Io già lo sapevo. Insomma... di voi due."
Disse la giovane ammiccando, mentre Rogers spalancava gli occhi, incredulo e a Stark sfuggiva una risatina acuta.
"Cosa?!"
"L'ho capito dagli articoli, dalle foto e da come vi guardate quando vi intervistano."

Si spiegò la ragazza tutta soddisfatta, inforcandosi meglio i suoi sottili occhiali da vista sul naso.
"No, no, guardi che si sbaglia! Noi non siam-"
"Avanti tesoro, non serve fingere, ci ha scoperto!"

La voce di Stark si alzò di un tono diventando improvvisamente sensuale mentre la sua mano scendeva dalla spalla del soldato fino ad appoggiarsi all'inizio della sua coscia.
Steve squittì sfoggiando un tesissimo sorriso e cercando di balbettare qualcosa di comprensibile.
"S-si, è vero. Ha-hai ragione."
"Sai, è un po' teso perchè oggi è il nostro primo anniversario."

Sussurrò il miliardario strizzando l'occhio alla cameriera che, sbigottita, apriva la bocca inspirando rumorosamente, mentre il biondo si voltava sempre più esterrefatto, verso il suo compagno.
"Allora devo per forza offrivi una fetta di torta!"
Gridò tutta eccitata correndo via e scomparendo dietro una porta, lasciando i due uomini dove li aveva trovati.
"Che diavolo fai?!"
Domandò Steve a denti stretti cercando di incrociare lo sguardo di Stark che intanto gli si avvicinava ancora di più,  tenendogli la mano ferma sulla gamba e ridendo sottovoce.
"Che c'è? Non ti piace essere il mio fidanzato?"
A quelle parole sbuffò e finalmente riuscì ad incontrare gli occhi del miliardario, ma quallo che trovò fu completamente insapettato e lontano da quello che si era immaginato.
Tony lo stava guardando in un modo che avrebbe fatto cedere le ginocchia anche alla più irreprensibile delle donne, lo stava guardando come si guarda un bicchiere d'acqua dopo una lunga corsa nel deserto; e quello sguardo accese inaspettatamente dentro di lui il bisogno disperato di baciarlo sul collo, sul reattore, sul petto, sul ventre e in ogni punto che la sua bocca sarebbe riuscita a raggiungere.
Non capiva se stavano ancora giocando o se c'era qualcosa di spaventosamente vero in quello che stavano facendo, ma poco gli importava in quel momento.
"Per la verità... no, non mi piace."
Mentì, sospirando a pochi centimetri dal viso del suo compagno, non rendendosi conto che egli aveva iniziato ad accarezzargli la gamba con le dita, quasi involontariamente.
"Ma come? Ti ho anche procurato la torta gratis!"
Gridò all'improvviso Stark e, a quell'affermazione, Cap non resse più e scoppio a ridere chiudendo gli occhi dando una leggera spallata a Stark.
Leggera secondo i suoi standard.
"AH!"
"OH! TONY!"

Poichè Tony si sbilanciò all'indietro e cadde rovinosamente dalla sedia trascinandosi dietro il piccolo cestino, ancora pieno di patatine, che volarono per aria come stelle filanti a Carnevale.
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Secondo Capitolo... (Gifset d'ispirazione Here )
Spero vi sia piaciuto! 
Bacio
-Nana

  
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