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Autore: Ginny Lily Potter    03/07/2008    6 recensioni
PostDH - Dopo Harry, Ron, Ginny ed Hermione, Hogwarts ospiterà altri giovani talenti: i figli dei Weasley.
Mille avventure per una vita da passare in serenità, senza sentire l'ombra di Voldemort gravare sul mondo magico, perchè ora si è liberi... e questa volta per sempre.
OTTAVO CAPITOLO:
“Scusate il ritardo, ecco qua gli appunti per tutti… Prego, distribuiscili pure Emmeline” disse Potter, porgendoli ad una ragazza, “direi che potremmo discutere di due problemi che potenzialmente potrebbero diventare gravi. Credo che Pix si diverta molto a rubare i libri dei Corvonero, e ciò non mi garba moltissimo, dato che le lamentele me le devo sorbire io, per cui direi che dovremmo metterlo in riga. In secondo luogo, i Serpeverde iniziano a diventare maneschi, di nuovo, e i Grifondoro li seguono a ruota… dato che di risse nei corridoi non ne voglio vedere, come credo anche lei, Professoressa, la prossima volta che sorprenderemo studenti a commettere atti di maleducazione o altro, oltre agli abituali punti, li manderemo anche da lei o altri professori” concluse Albus, continuando a sfogliare un blocco.
***
James si girò scocciato.
“Cosa vuoi ora?” sbuffò, roteando gli occhi.
“No, niente, solo informarti che stai andando ad allenarti a torso nudo” esplicò Albus, passandogli davanti.
James si ficcò una mano in bocca per non prendere a pugni il fratello e s’infilò la casacca della divisa.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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The Tales of Hogwarts’ Houses




- New Generation’s Real Adventures - 


8. You can’t, honey… and stay away from her! ‘Cause Romeo said so



Emily Baston stava attraversando di fretta la Sala Grande, quando dal tavolo dei Serpeverde partirono i soliti fischi al Portiere del Grifondoro.
Oramai ne era abituata.
La partita era un’evento importante, e tutti gli studenti tifavano come meglio credevano.
Purtroppo c’era ancora chi cercava di infortunare i giocatori della squadra avversaria ma, per fortuna, i Grifondoro ne uscivano sempre illesi con i tranelli che escogitavano Fred e Hugo Weasley.
Fungevano da guardie del corpo, proprio così.
Qualche giorno prima della partita, i due cugini, spesso affiancati dal Lily, seguivano i Giocatori della squadra di Grifondoro dovunqe andassero, per evitare loro danni e infortuni.
“Ehi, Baston!Peccato che tu non abbia voluto far compagnia alle Sirene per sempre” le gridò Harper, un Serpeverde del suo stesso anno, beccandosi un’occhiataccia da tutto il tavolo del Grofondoro.
“Pessima battuta, Harper” sibilò Scorpius Malfoy, sedendosi al tavolo della sua Casa e servendosi la colazione, “ogni volta che sento stronzate uscire dalla tua bocca penso che tu sia sempre più stupido… e che tu non me ne dolga, mi raccomando”
Il suo compagno di Casa lo guardò schifato e si alzò, inciampando nella panca.
“Ehi, con te facciamo i conti dopo, Malfoy” ringhiò il gigante Serpeverde, additando il biondo, che stava masticando con calma una fetta di torta.
“Mhm… ma sei sicuro di saperlo fare? Contare, intendo” spiegò meglio Scorpius, guardando candidamente il Harper, che fremeva di rabbia.
“Malfoy, questa sì che era una pessima battuta, caro mio” disse Albus, passando vicino al loro tavolo e scuotendo il capo.
“Ehi, Potter, non che tu ne sappia fare di migliori, sia chiaro!” gli rispose ad alta voce, sorridendo ad una Corvonero.
Emily era appena uscita dalla Sala quando James la urtò, facendola cadere.
“Baston! Miseria, stai attenta!” ringhiò Potter, guardandola freddamente.
Lei non rispose, aprendo gli occhi e rimanendo immobile a terra come pietrificata.
A James balzarono in mente le parole di Ephram e Jude, su Emily, e si ritrasse infastidito.
“Baston…” la congendò, voltandosi e dirigendosi verso il tavolo festante dei Grifondoro.
Si sentiva un verme, e come se il suo sterno venisse graffiato da qualcosa, come se qualcuno lo stesse usando come affilacoltelli.
-‘Sai quello cos’è, Jamie? È Romeo… saccheggiatore del Gineceo” direbbe Ephram- pensò James, cercando di ignorarlo.
Emily rimase a terra, con la divisa spiegazzata, a fissare il portone della scuola come se nulla fosse successo e nessuno passato.
“Ehi, vuoi una mano?”
Un Corvonero l’aiutò ad alzarsi e le sorrise.
“Piacere, io sono Marcus Corner… tu sei Emily, giusto?” le chiese con gentilezza, mentre lei lo squadrava.
“Si, grazie e ora sono in ritardo” lo liquidò Emily, ripresasi dallo stato in cui Potter l’aveva fatta finire.
Il ragazzo scrollò le spalle e si passò una mano tra i capelli, tornando al tavolo della sua Casa e vide Emily uscire dalla Scuola, diretta agli spogliatoi di Quidditch.
“Pazienza… che ci devo fare…” sospirò, versandosi del latte in una tazza.
I suoi compagni si misero a ridere, scuotendo il capo.
“Ti andrà meglio la prossima volta, eh?”
James, intanto, li stava guardando sottecchi dal suo tavolo, mentre Ephram gli illustrava gli schemi della partita, mischiandoli con ammirazioni per qualche ragazza, rigorosamente riferiti all’intelletto.
“…capito? Quindi, Battitore, Cacciatore, io… caspita, guarda Delia Goldstein… Lily, Albus e… wow, oggi la Belby…” mugugnava Ephram, mangiando uova e pancetta.
James lo guardò distrattamente e annuì.
“Si, si… ma-” lo interruppe, sempre guardando l’altro tavolo.
“Ma?” lo esortò Ephram, bevendo un bicchiere di succo di zucca
“Ecco, sì… non prendermi per demente quando lo sentirai, ok?” gli disse James, grattandosi la fronte, “per te, Corner è carino?”
Ephram sputò tutto il succo che aveva in bocca in faccia a Fred Weasley, che stava parlando con Lydia Jordan, la sua ragazza.
“Ma che sei pazzo, Thomas?” esclamò, mentre la figlia di Lee rideva sonoramente.
“Cooooosa? James sei matto?” disse Ephram, sgranando gli occhi,
“scusa, scusa Fred… Lydia, te ne occupi tu, no? Non vorrei mai rubarti il ragazzo facendogli io da crocerossina… e poi non mi si addice, il bianco non mi sta bene” aggiunse rivolto al rosso.
“Faccio io, non ti preoccupare… andiamo, malato terminale, vieni che ti sciaquo la faccia” rise la ragazza, prendendo Fred per la cravatta e trascinandolo fuori dalla Sala, mentre lui protestava debolmente (“Mi servono energie per la partita, lasciami finire la settima fetta di torta!”).
Ephram li guardò andare via, leggermente sollevato.
“Almeno è in compagnia…” constatò, scrollando le spalle, “Stavamo dicen-?”
Thomas guardò l’amico e si ricordò, facendo una smorfia, della sua domanda.
“Aahhh, si… eco, prima che io ti risponda, dimmi solo una cosa Jamie” aggiunse serio.
James lo guardò interrogativo, ma annuì, tornando a guardare i Corvonero.
“Sinceramente, mi raccomando…” disse Ephram, respirando profondamente, “da quanto sei gay?”
James spalancò gli occhi e fece una smorfia.
“Ma vai a fare il Magonò…” esclamò, alzandosi rapidamente e dirigendosi verso la porta.
Ephram cercò di afferrarlo per la divisa, sena riuscirci.
“Allora non lo sei!” gli gridò, “che bella notizia! Mi era venuto un colpo…” sospirò sollevato “non volevo che avesse una caduta di stile con Corner, sai…” spiegò a Jenna Goldstein, che annuì stranita.
James scosse la testa, un po’ turbato un po’ divertito, e fece per uscire, quando udì uno stralcio di conversazione tra i Corvonero.
“… e allora?”
“Eh, niente, dài, lei mi piace… magari avrò qualche altra possibilità con Emily” sorrise Corner.
James si avvicinò con sguardo quasi feroce.
“Ed è qui che ti sbagli, bello mio” sibilò, battendo una mano sul tavolo, così forte da far rovesciare una ciotola di latte caldo, “E stalle lontano... il nostro Portiere non dev’essere disturbato inutilmente”
Detto questo, se ne andò rapidamente, passandosi una mano tra i capelli neri.

*°*


La partita si era conclusa con la vittoria dei Grifondoro sui Corvonero, per 450 a 230.
Era durata quasi due ore, perché James aveva giocato talmente male che si era fatto sfuggire il Boccino da sotto il naso per ben tre volte.
“Ehi, Jamie, qualcosa non va?” gli aveva chiesto suo padre all’uscita degli spogliatoi, ricevendo solo un sorriso stanco e una scrollata di spalle.
Ginny Weasley aveva arbitrato per Madama Bumb, che era rimasta a scuola, per la prima volta malata da tanto tempo, mentre Leroy Jordan aveva fatto il cronista.
Quindici dei trenta goal li aveva segnati Ephram, mentre altri dieci Albus, con i suoi fantastici tiri ad effetto e Lily, da centro campo, troppo impaurita per andare avanti, ne aveva segnati altri cinque.
Era stata la sua prima partita e non era ancora pronta per andare contro l’avversario, d’altronde avevano fatto pochi allenamenti, e lei non aveva giocato molto.
“Brava Lee, sei stata brava…” si congratulò con lei Ginny, avvicinandosi e accarezzandole i capelli rossi.
“Ma potevo fare di meglio..:” sospirò lei, stringendosi nelle spalle.
“Non saresti stata umana!Bella, brava, intelligente e un asso nel Quidditch, questa è una supereroina! Ed è mia figlia…” esclamò Harry, con gli occhiali storti sul naso, abbracciandola.
“Non sei imparziale, papà! È logico che per te sono bella, brava etcetera, sono sangue del tuo sangue! Come potrei non risultarti fantastica? Ti auto insulteresti, no?” osservò Lily.
Ginny rise e sistemò gli occhiali al marito.
“No, Lils, devi sapere che tutte le cose belle che possedete le avete prese da me… e Harry si rode il fegato, vero amore?”
Harry scosse la testa, ridendo insieme alla moglie.
“No, Lily… dalla mamma avete preso anche l’impulsività”
Ginny si staccò subito da Harry.
“Impulsiva? Io? Ma se eri tu quello che si buttava a destra e a manca senza prima pensare!”
Harry rise ancora più forte, insieme alla figlia.
“E meno male che non sei impulsiva, mamma”
Ginny li squadrò, trattenendo un sorriso.
“Mi state prendendo in giro voi due?”
Harry e Lily si guardarono morsicandosi la lingua.
“Noi? Nooo, proprio no tesoro!”


*°*


Scorpius Malfoy stava uscendo dalla Biblioteca quando qualcuno gli strappò dal braccio la cinghia e i libri.
“Ehi!” esclamò, inseguendo Harper dietro un angolo.
Il suo compagno Serpeverde lo stava aspettando.
Comparve davanti ad uno stretto corridoio, lungo e illuminato da una miriade di torce rosse.
“Cosa vuoi?” ringhiò Harper, tenendo in mano i libri di Scorpius.
Il biondo lo guardò con aria beffarda.
“Mah… fammici pensare… mmh, forse per i libri che mi hai preso maleducatamente poco fa?” azzardò.
Harper grugnì.
“Wow, lo devo prendere per un sì? Ho indovinato?” disse Scorpius, facendo il sorpreso e spalancando la bocca, con le mani sulle guancem, “caspita Harper, non me lo sarei mai immaginato! Devo dire che-”
Non finì la frase che Harper li prese per il colletto, alzandolo da terra.
“Fai ancora il simpaticone, Malfoy?”
Scorpius si allentò la cravatta.
“No… io lo sono sempre stato. E ora mollami, Harper, non vorrei romperti qualche dente” sibilò, il biondo, gelando il Serpeverde con i suoi occhi di ghiaccio.
Harper, un po’ stranito dalla determinazione di Scorpius, un po’ perché era un’idiota, lo lasciò.
“Bravo, Harpie, e ora ridammi i libri, per favore” ordinò Malfoy, spolverandosi la divisa.
Harper ringhiò qualcosa in risposta, ma non si fece subordinare.
Prese in mano i volumi di Scorpius e glieli lanciò in faccia,tutti e tre, mentre il biondo urlava di dolore.
“Ti sta bene, Malfoy… e, tra noi Serpeverde, niente rancore” rise Harper, andandosene velocemente come era venuto, girando l’angolo e urtando un’armatura, che borbottò contrariata.
Scorpius non riusciva nemmeno a parlare, talmente gli faceva male il viso.
Un tomo gli era finito in mezzo alla fronte, tagliandolo, e gli altri due gli avevano preso l’occhio e la bocca.
Con il volto sanguinante e la mano che tremava, cercò la bacchetta.
“Porco Bolide, l’ho dimenticata…” sbuffò, tastandosi delicatamente la fronte, “Ahi!”
Imprecando, si alzò, e, con una mano sull’occhio, raccolse i suoi libri.
Uscì dal corridoio barcollando, e non vide lo studente che stava correndo per il corridoio.
Scorpius venne travolto da un uragano, e i libri di entrambi si sparpagliarono a terra.
Una folata di profumo di violetta e una mano che lo aiutava ad alzarsi furono le prime cose che vide.
“Prestare più attenzione, no eh?” disse tagliente, strappando dalle mani di Lily Potter il libro che lei gli stava porgendo.
“Scusa…” si scusò, “ma...! ma sanguini!”
Lily sgranò gli occhi e guardò il volto di Scorpius.
“E sei anche perspicace, maledizione!” esclamò sarcastico il biondo, “scusa…” aggiunse, rendendosi conto di essere stato maleducato.
Lily sorrise. “Non c’è problema, mi basta sapere cos’hai fatto lì” disse, indicandò la sua fronte.
Scorpius sbuffò e arricciò le labbra.
“Nulla, un libro mi è arrivato in faccia…”
Lily lo guardò con aria saccente.
“Un solo libro?” replicò, incorciando le braccia.
“Sei peggio di Rose….” si arrese Scorpius, sorridendo “tre, tre libri”
La ragazza spalancò gli occhi e lasciò cadere un volume, che raccolse subito dopo.
“Per Morgana! Come hai fatto?” esclamò, “sei proprio scemo come sembri se l’hai fatto da solo!”
Scorpius fece una smorfia e scrollò le spalle, guardandosi intorno, mentre Lily scuoteva la testa.
“Non sei bravo a fingere… proprio per nulla. E non hanno messo nuove armature” lo contenstò, avvicinandosi e allungando una mano verso il capo del biondo.
Scorpius si ritrasse di colpo.
“Che vuoi fare?” chiese allarmato, guardandola sottecchi.
Lily ridacchiò.
“Non pensavo che avessi paura del dolore…” disse beffarda, “ehi, sta calmo, voglio solo vedere cosa ti sei fatto” aggiunse, quando Scorpius le bloccò il polso.
“Umpf, se sei come tutta la tua famiglia ho da dubitare…” borbottò, abbassandosi per far arrivare Lily alla sua altezza.
“Senti chi parla…” bofonchiò lei.
“Certo che sei bassa” constatò, misurando la distanza di circa una spanna tra la propria e la sua testa, quando lei si fu alzata.
“Sì, sì, lo so. James me lo dice sempre… dice che farei molta compagnia ai Nani di Biancaneve e che appena uno scappa con Cenerentola, io lo vado a rimpiazzare”
Scorpius rise e si passò una mano sulla fronte, dimenticandosi per un attimo del taglio.
“Ahia!” esclamò, sporcandosi le dita di sangue, “bleah…”
“Aha! Scorpius Malfoy che ha paura del sangue! Questa me la segno sull’agenda!” disse Lily, “e ora vai in Infermeria, sarà meglio… Madama Chips è un genio” gli consigliò, seria.
Scorpius annuì e alzò due volte un sopracciglio.
“E questo cos’era? Stavi ammiccando?” chiese Lily, trattenendo le risa.
“No, stavo controllando se le mie fantastiche sopracciglia bionde non si fossero rovinate…” scrollò le spalle, “sarà meglio andare… è stato un piacere, Grifondoro” aggiunse, facendo un finto inchino, mentre Lily rideva.
Si girò e si avviò verso le scale.
La salutò con un sorriso da cartone animato, grande e con la bocca più aperta possibile, un po’ per ringraziarla e un po’ per farla ridere.
Lily rise e gli fece una linguaccia.
Dopo la loro vittoria, quella giornata era trascorsa veramente bene.

***

Dedicato a cloe sullivan, grazie mille ed ecco il tuo aggiornamento**
Ringrazio tutti, scusate se non lo faccio uno per uno ma ho un sacco di cose da fareXDDD In primis comprare un regalo per un matrimonioO_O''
  
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