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Autore: Bianca987    24/03/2014    4 recensioni
Dopo due anni dalla seconda guerra magica/ pace.
Draco e Hermione sono costretti a recitare in un film d'amore nella Londra Babbana. Dovranno far finta di amarsi, ma... Se il sentimento si espandesse anche nella vita reale?
Le cose sarebbero molto semplici se Malfoy fosse l'unico contendente, ma purtroppo non è così, e la testardaggine di lui non aiuta per niente.
Mille intrecci e complicazioni. Come andrà a finire?
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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YOU WERE IN MY HERAT

CAP -1







• Londra Babbana; Ore 6:03







Hermione si stava preparando ad uscire. Si infilò le scarpe a spillo, quelle rosse, che a lei piacevano tanto. Si guardò allo specchio, e la figura che questo le rimandò indietro era di una giovane donna, appena sulla ventina.

 I capelli erano raccolti dietro la nuca in una crocchia morbida, alcune ciocche ondulate le scendevano dall'acconciatura e le incorniciavano il volto pallido. Un velo di rossetto, mascara e terra le davano un aspetto fresco.

L'abito era leggero, forse anche troppo visto che l'autunno stava cominciando a farsi sentire. Si vide bella Hermione, splendida e pronta ad uscire.



Lo specchio rifletté anche l'immagine di un ragazzo, che fece capolino dietro la sua figura. I capelli rossi erano arruffati, e sotto gli occhi erano disegnate due occhiaie scure e scavate. L'abbigliamento trasandato, dava l'aspetto a quell'uomo ancora più orribile di quanto non fosse già.

-Ron- Hermione si girò.

-Esci?-

-Si.-

-E dove vai?-



Lei stava per rispondere quando notò la bottiglia di alcol che il ragazzo stringeva nella mano destra.

Lei sospirò, e dall'espressione fece intendere che non era la prima volta che lo beccava ubriaco.

-Ron, dove l'hai presa?-

Lo sguardo di Ron corse alla bottiglia, come se si fosse accorto solo ora di averla in mano.



-Dammela.-

-Ne ho bisogno- biascicò lui.

Hermione gli si avvicinò e gli si mise di fronte.

-Ron, ascoltami. Bere non risolverà le cose. Bere non ti farà dimenticare il passato, ne della morte di tuo padre e tuo fratello.-

Si guardarono negli occhi, ma lui sembrava non troppo in se per capire quello che stava dicendo la compagna.



Non si era mai ripreso dalla morte di suo padre e di suo fratello. L'alcol era l'unica fuga. L'unica cosa che riuscisse a calmarlo.



-Dammi la bottiglia, Ron-

Lui non rispose, ma alla fine Hermione ce la fece a strappargliela di mano. La svuotò nel lavandino e getto il vetro nella spazzatura.



-Tu rimani a casa. Io torno presto.-

Si allontanò verso la porta.

-Ma dove vai?- la richiamò lui, mente stava per richiudere l'uscio.

-A firmare il contratto.-

La porta si sbattè dopo quelle parole, e Ron si ritrovò nuovamente solo, senza il suo alcol, senza la sua Hermione.





                         ***



L'appartamento che lei e Ron avevano affittato non era molto grande: si trattava di un open space però molto ampio e luminoso. L'intera parete rivolta verso ovest era completamente di vetro. La vista era magnifica, anche perché abitavano all'ultimo piano di un fantastico palazzo altissimo. Per il resto, due camere e un bagno.



Lei e Ron convivevano da quasi un anno, ed era una relazione complicata la loro. Hermione non se la sentiva di lasciarlo da solo. Lui non si era mai ripreso dalla perdita dei propri cari, e l'alcol, da un mezzo per dimenticare, era diventato un vizio.

Nemmeno lei sapeva più il motivo o i motivi per cui Ron beveva. Erano più le volte che lo trovava sbronzo che sobrio, e tutti avrebbero riconosciuto, che non era più lo stesso.

Se lei lo amava? La risposta era che non lo sapeva. Stare con Ron era diventata più un abitudine che altro.



Si erano trasferiti nella Londra Babbana per lui, finiti gli studi a Howgarts. Per farlo vivere in un posto dove nulla di tutto ciò che lo circondava gli parlasse del suo passato. Ma non era facile, non lo era affatto.

Si ritrovava puntualmente disoccupato, e Hermione era l'unica che lavorata e a malapena riusciva a coprire tutte le spese della casa col suo stipendio.



Lei non abbandonava mai l'idea che un giorno si sarebbe ripreso, che un giorno sarebbero stati felici, insieme.



Invidiava i suoi amici, Ginny e Harry. Loro si amavano, e tutto li andava bene. Ginny aveva avuto una ripercussione meno violenta dopo la morte del padre e del fratello, in seguito alla fine della Seconda Guerra Magica.

La vita per lei, era ripresa pressoché normalmente.

Quanto avrebbe voluto Hermione essere come loro.

Ogni tanto is rivedevano, lei è quelli di Grifondoro. Organizzavano cene e feste, dove puntualmente, Ron era sbronzo.



-Ron, devi smetterla. Cessa di bere, e ricomincia a vivere. Fallo per me..-



Glielo aveva ripetuto un'infinita di volte. Ma sembrava entrargli da un orecchio e uscirgli dall'altro.



-Ron, alzati da li. Lavati, vestiti, e va a cercati un lavoro.-



Ma non c'era verso. La situazione era ferma, stabile, e dannatamente irreversibile.

Talvolta litigavano, e perfino violentemente.



-Dove diamine li hai trovati questi dannati soldi, eh?! Io, che mi sfinisco per portare a casa quel mio paco stipendio, e tu che li spendi tutti in alcolici!-



Bottiglie su bottiglie erano state rotte sul quel pavimento di casa, e Hermione di lacrime ne aveva versate non poche.

Non era di quell'uomo che si era innamorata ad Howgarts.



Hermione si guadagnava da vivere procurandosi qualche lavoretto qua e là. Ma il suo sogno era sempre stato la recitazione. Aveva già lavorato pubblicizzando piccoli spot. Ma la cosa non era andata oltre. Un giorno ci fu una svolta, però. Era ventura a sapere che cercavano nuovi talenti per un film. Subito era corsa a fare le prime audizioni.

L'avevano presa. Come protagonista. La gioia di quell'attimo le aveva illuminato tutta la giornata, o almeno fino a quando non le colse la visone di Ron ubriaco fuori da portone, che le comunicava di aver preso le chiavi.

Non era nemmeno in senno di apprendere la notizia.



La paga sarebbe stata generosa, e forse, quella era una vera e propria benedizione per lei e per Ron. I soldi non avanzavano mai.

Adesso si stava recando a firmare il contratto, il fatidico e famoso contratto, e mentre metteva in moto l'auto, quasi non le sembrava vero.

Com'era possibile che a avessero scelto lei, su una vasta scala di ragazza che si erano proposte per la parte? Era davvero l'inizio della sua probabile carriera?





                      ***



•Studio Filmatgrafico; Ore 6:20



Si accorse appena arrivata, che era in anticipo. Un classico per Hermione.

Nervosa com'era però, non se la sentiva di restare in macchina, ad aspettare che i minuti passassero.

Afferrò la borsa e s'incamminò verso l'imponente costruzione che le si parava davanti. L'edificio si trovava sulle periferie di Londra, e Hermione non conosceva bene quelle zone.

Alzò gli occhi al cielo, che le apparse cupo e nuvoloso. Avvertì una goccia bagnarle la guancia.

-Oh no, anche questa-

Non aveva l'ombrello, ma si augurò che fosse solo una pioggierellina passeggera.



Corse verso il portico e suonò il campanello. La porta le fu aperta senza che qualcuno la citofonasse. Tese la mano per spostare l'anta del portone.

-È permesso?-

Un attimo dopo si affacciò da dentro un ragazzo di colore che le fece cenno di accomodarsi.

-Mi scusi, lei è...?- le domandò cordialmente.

-Granger. Hermione Granger.- rispose lei.

Si guardò attorno. Era tutto d'un bianco accecante e in quel grande salone vi erano molte sedie d'aspetto, tutte vuote. Per il resto, la stanza era molto spoglia.

-Si accomodi pure, la faró ricevere dal mio capo. Lei è qua per il contratto, dico bene?-

-Si- Hermione annuì debolmente e si mise a sedere su una di quelle sedie imbottite.  L'uomo si diresse verso un corridoio antistante.

Lei rimpianse di non aver indossato abiti più pesanti, faceva un freddo pazzesco.



Dopo pochi minuti d'attesa, il ragazzo di colore la venne a chiamare.

Hermione lo seguì per i corridoi freddi e spogli di quello che a prima vista, poteva sembrare benissimo un ospedale.

Giunsero ad una porta, quando l'uomo si fermò.

Bussò e aprì la porta giusto un spiraglio.

-La signorina Granger è qui.-

-Falla entrare- rispose una voce giovanile dall'altra parte.

Hermione entrò timorosa nello studio e si accostò la porta alle spalle.

Un uomo sulla trentina era seduto dietro una scrivania di legno massello, con i piedi poggiati sui fogli sparsi sopra il piano.

Aveva i capelli brizzolati, forse un po' troppo presto per la sua giovane età, ma gli faceva giustizia il volto da malandrino che aveva. Gli occhi verdi brillavano e aveva stampato sula faccia un sorrisetto furbo che a prima vista, non stette simpatico nemmeno un po ad Hermione.

-Buonasera- ruppe il ghiaccio lui.

-Buonasera a lei, signor..- Hermione si sforzò di sorridere, e il suo sguardo cadde sulla targhetta d'oro splendente in bella mostra sul tavolo.

Continuò la frase lasciata a metà.

-Stembasky..?-

-Esattamente-

Lui si scomodò appena un attimo per stringerle la mano e farle cenno di mettersi a sedere sulla sedia difronte a lui.

Hermione sprofondò in tutta quella imbottitura.

-Bene bene bene... Cominciamo, signorina Granger, se non mi sbaglio..-

-Signor Stembasky io...-

Lui la interruppe.

-Mi chiami pure per nome. Mi chiamo Matthew, Matt per gli amici-

-Va bene, mi chiedevo se potevo dare un occhiata al contratto-

-Certamente-

Tirò fuori un pacco di fogli interminabile e glieli porse.



-Devo leggerli tutti?- chiese Hermione sbalordita.

-Solo il riassunto, se preferisce-

Le rispose porgendole un ulteriore foglio.

Hermione lo prese in mano e si immerse nella lettura.

Il contratto sanciva che ogni tot di tempo sarebbe stata pagata con cifre alternate, se avesse firmato non avrebbe più potuto tirarsi indietro e che avrebbe dovuto sottoporsi ad una scena erotica presente nel film, più altre cose che riguardavano il comportamento, il personaggio, gli orari e i metodi di pagamento usati.



La scena erotica preoccupava però un po' Hermione.

-Chi sarà il protagonista maschile?-

Chiese senza cercar di far notare la sua insicurezza.

-Mio nipote. Un'ottima persona, non c'è dubbio.-

Calò il silenzio ed Hermione rigettò lo sguardo fisso al figlio.

-Allora? Firma?-

-Bhe io..-

Ebbe un attimo di esitazione.

-Mi ascolti bene, là fuori, ci sono un mucchio di ragazze pronte a prendere il suo posto..-

Matthew le si fece così tanto vicino che la cosa la mise in imbarazzo.

-No, no firmo, non ho mai avuto dubbi.-

Quei soldi le servivano terribilmente.



Cercò una penna nella borsa, ma era talmente nervosa che le mani non compicciavano niente di buono.

-Tenga- Matt le porse una penna che a parer di Hermione, doveva valer un occhio della testa.

L'inchiostro toccò la carta e la sua firma andò disegnandosi pian piano sul foglio, risultando un po' pastrocchiata.

Era fatta.

Aveva firmato la sua condanna a morte, o il suo più grande affare.



-Ottimo- concluse Stembasky, quasi strappandole da sotto il naso il contratto appena firmato.

-Adesso, se vuole seguirmi le presento i suoi futuri colleghi-

-Certamente..- Hermione si alzò dalla poltrona e seguì l'uomo davanti a sè.

Non molto lontano al suo studio era situata un enorme sala, con un palcoscenico mozzafiato completo di luci e tende di velluto rosso. Hermione notò che mancavano le sedie per gli spettatori, lasciando sgombera la piazza occupata da tavolate di aperitivi e antipasti.

Nella sala scorse molte persone che parlavano tra loro e si scambiavano strette di mano.

-Qui si svolgeranno le prove.-

Lei annuì ancora spaesata.

Non conosceva nessuno di quegli attori che avrebbero lavorato con lei, o come cast, o come semplici aiutanti.



-Matt! Dove ti eri cacciato!- una voce stridula attirò la sua attenzione. Hermione si girò e vide Matthew salutare affettuosamente un tipetto tutto particolare. Era basso e magrissimo, indossava una strampalata tuta gialla con delle scarpe rosa fosforescente. La testa era rasata e dalle maniche spuntavano tatuaggi colorati.

-Granger, ti presento Giò, il regista.- Matthew la incitò a venire incontro allo strano tipo, avvicinandola a loro con un braccio.



Lei rimase allibita e non le pareva vero che quel ometto fosse davvero il regista del film.

-Piacere di conoscerla.-

-Anche per me lo è! Tu sei la protagonista! Dico bene?!-

La sua voce era talmente irritante da tapparsi le orecchie, ma d'un lato, le persone un po' pazze le hanno sempre ispirato simpatia.

-È proprio così- disse gentile Hermione.



-Vogliamo prenderci un aperitivo?- propose Matt, tornando a rivolgersi a lei.

-Con piacere-

Hermione era molto tesa, e nulla di tutto ciò, la metteva a suo agio.

-Ma sarà il caso di farti conoscere il tuo collega più stretto! Adesso te lo vado a chiamare!- squittì Giò,  e poi sparì.

Intanto loro si incamminarono verso la tavolata degli alcolici.

Personalmente ad Hermione non piaceva bere, un po' perché con la storia di Ron si era sdegnata con questo tipo di bevanda, e un po' perché infondo, non ci era mai andata matta.

Ne prende comunque un bicchiere, ed osservò il liquido trasparente al suo interno.



Stava per appoggiare le labbra al calice quando le giunse nuovamente all'orecchio la voce stridula di Giò.

-Ed eccolo, il tuo "moroso". Signorina Granger, le presento la persona che durante il film sarà il protagonista assieme a lei: Draco Malfoy.-

Hermione si stava girando proprio nel momento in cui le labbra di Giò scandivano le ultime parole.



"Draco Malfoy"



Le si gelò il sangue nelle vene appena lo vide, e capì che non era affatto uno scherzo.



-Bhe, Cin-Cin-

Matt batté il suo bicchiere contro quello sospeso a mezz'aria di Hermione, ancora con la bocca aperta dallo stupore a fissare quello che non era altro che la persona che odiava forse più al mondo. Il gesto del suo capo le risultò tutt'altro che appropriato.





Aveva appena firmato la sua condanna a morte.





----







Ciao a tutte!

Questo è il primo capitolo della mia nuova Fanfiction.

I protagonisti sono sempre Draco ed Hermione, ed è una storia tutta nuova.

Ovviamente si svolge dopo la seconda guerra magica, spero che vi piaccia, e scusate per gli errori, sono alle prime armi!

Ps. Il Rating potrebbe variare.



Vi lascio un piccolo spoiler...









"          Come poteva lei, anche solo recitare di amare uno come lui? Non poteva semplicemente... Ma ormai la sua firma era nero su bianco, messo per scritto su quel dannato contratto. E non poteva tirarsi indietro.           "







Kiss



Bianca 
  
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