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Autore: RossoCannella    25/03/2014    2 recensioni
“Santana, io e tuo padre abbiamo parlato da lunedì comincerai a prendere ripetizioni.”
Lo sguardo di Santana era un misto di rabbia e stupore.
“Neanche per sogno! Non sono una cretina, non prenderò ripetizioni da nessuno!”
Ma la signora Lopez, in concordanza con suo marito, aveva già preso una decisione e non c’era nulla che la loro figlia potesse fare per cambiare le cose.
“Mi dispiace Santana, il caso è chiuso. Lunedì conoscerai Quinn, è il nome della ragazza che ti aiuterà. I suoi genitori sono dei miei carissimi amici di infanzia”
La signora Lopez chiuse la porta del suo studio, lasciando sua figlia imprecare all’esterno.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Mercedes Jones, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Santana, Rachel/Santana
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14

Erano passate due settimane dall’appuntamento di Quinn e Santana. Periodo durante il quale, le due non si erano parlate. Il motivo era molto semplice: dopo la rottura con Brittany, Quinn non si sentiva ancora pronta ad impegnarsi in una nuova relazione e così aveva chiesto a Santana di aspettarla. Aveva bisogno solo di un po’ di tempo per sé stessa, per capire in quale direzione volesse che la sua vita procedesse. Aveva bisogno di stare tranquilla per un po’ e restando in solitudine, capire meglio i suoi sentimenti, anche se erano ormai chiari. 
Durante queste due settimane, Santana non aveva fatto altro che studiare, studiare e studiare. Non usciva di casa e si preparava al meglio per gli ultimi esami. Aveva incanalato la rabbia provocatale dal pensiero di non poter ancora stare con Quinn, nello studio, cercando di trarre da questo, solo dei risultati positivi. E questo fu quello che successe. 
Non solo Santana riuscì a diplomarsi con il voto migliore dell’istituto, ma in più fu ammessa in tre delle università più importanti della nazione. Aveva fatto domanda per molti istituti, tra cui alcuni davvero vicini a casa. L’idea di lasciare i suoi amici e la sua famiglia, non le piaceva affatto, ma doveva pensare al suo futuro e se con Quinn non sarebbe mai successo nulla, non valeva la pena cercare un pretesto per legarsi a quella città e a quel posto. 
Con grande sorpresa per i suoi genitori, fu ammessa a Yale, Harvard e Stanford. Era davvero felice per i traguardi raggiunti, ma allo stesso tempo era davvero confusa. Cosa avrebbe dovuto fare? Quale college avrebbe dovuto scegliere? Era davvero disposta a lasciare tutto e soprattutto tutti e trasferirsi in un altro stato? Sentiva il bisogno di cambiare aria, di diventare indipendente e smettere di pesare sulla sua famiglia. Sentiva il bisogno di conoscere nuovi posti e persone. 
Era ormai convinta che, ancora una volta, Quinn si era presa gioco di lei, e se prima non se ne era mai accorta, questa volta era evidente che lo avesse fatto di proposito. 
Il giorno della cerimonia per il diploma, Teresa entrò in camera di Santana e cercò di svegliarla dolcemente, ma il sonno della mora era uno dei più profondi e nemmeno un terremoto sarebbe stato capace di buttarla giù dal letto. Così cominciò a scuoterla con forza, finché non fu costretta a chiamare i gemelli che iniziarono a saltare sulla sorella maggiore fino a farla svegliare. 
La latina si rese conto di quale giorno fosse e corse sotto la doccia. Cercò di rilassarsi il più possibile e di godersi quel costante massaggio che il getto d’acqua esercitava su di lei. 
Dopo essersi lavata, si vestì e si asciugò i capelli, dopodiché scese in fretta le scale e andò a fare colazione. 
Il signor Lopez la aspettava davanti all’ingresso, aveva in mano la tunica della figlia e gliela porgeva con gentilezza, mentre questi si affrettava ad uscire di casa. 
Giunse a scuola un po’ in ritardo, come al solito. Se c’era una cosa che Santana Lopez non sapeva fare, era arrivare puntuale ad un appuntamento. Era la persona più disordinata, disorganizzata e ritardataria del mondo. 
Il professore di storia, il signor Schuester la guardò male e non le risparmiò il caziatone. 
Al momento della consegna del diploma, la palestra del liceo William McKinley era piena, brulicava di gente. 
Santana era seduta accanto a Puck e Mercedes e parlavano in attesa che la cerimonia cominciasse. La mora cominciò a guardare tra il pubblico, cercando la sua famiglia. 
La sua attenzione fu attirata da due ragazzini, che purtroppo conosceva troppo bene, che si spingevano e si picchiavano, i suoi fratelli. 
Vide sua madre e suo padre dividerli e rimproverarli severamente. Sorrise, ma non smise di far vagare lo sguardo per la palestra, alla ricerca di qualcun altro. Chi stava cercando? 
Ovviamente cercava Quinn. La mano posata da Mercedes sulla sua spalla, le fece distogliere lo sguardo dalla folla, rivolgendolo alla sua migliore amica. 
“Chi cerchi?”
“I miei e credo di averli trovati” affermò indicando i suoi fratelli che ancora litigavano. 
“Non essere triste qualora non dovesse venire. L’unica a perderci è lei” la confortò l’altra avendo capito quale fosse il vero motivo per cui la sua amica era così distratta. 
La cerimonia cominciò, la professoressa Pillsbury chiamava i nomi dei diplomanti che si alzavano e la raggiungevano per ricevere il loro attestato. 
“Mercedes Jones” esclamò la donna dai capelli rossi e gli occhi grandi come quelli di un cervo. 
La ragazza corpulenta si alzò e andò a ritirare il suo pezzo di carta, sorridendo verso la sua famiglia e agitandolo in aria. 
Dopo un altro paio di nomi, fu la volta di Santana. 
“Santana Lopez” 
La latina sospirò, dopodiché si alzò e si stampò un sorriso sulla faccia, andò a ritirare il suo attestato di diploma e tornò a sedersi accanto alla sua migliore amica. 
Quando anche Puck ricevette il proprio riconoscimento, così come il resto degli alunni presenti, come di consueto i diplomanti lanciarono in aria il cappello e il glee club – di cui anche Santana, Mercedes e Puck facevano parte – si esibì, facendo divertire un po’ tutti. 
Durante tutto quel tempo, c’era stata una persona che era rimasta più in disparte degli altri, una persona che aveva guardato tutta la cerimonia da un angolino della palestra e che era riuscita a non far ricadere l’attenzione su sé stessa. 
Quella persona adesso stava uscendo dalla struttura, con l’intenzione di tornare a casa, quando si imbatté in qualcuno. 
“Idiota!” esclamò una voce a lei troppo familiare. 
“Tu sei un idiota, le sei andato tu addosso” esclamò un’altra voce altrettanto familiare. Abbassò lo sguardo e lo puntò sui due bambini che le stavano davanti e che adesso si stavano prendendo a schiaffi. 
“Ehi, fermi!” esclamò cercando di dividerli. 
Quando questi riconobbero la voce, si zittirono e la guardarono sorpresi. La ragazza gli rivolse un sorriso dolce. 
“Che ci fai tu qui?” domandò Jake
“Sono passata per assistere alla cerimonia” rispose la ragazza. 
“Dobbiamo dirlo a Santana!” esclamò Steve
“No, non credo sia il caso ragazzi” 
“Ma perché no? Sarà felicissima di vederti” continuò Jake
“No, sul serio, lasciate perdere. Sto andando via – disse – è stato un piacere rivedervi, datemi un bacio” affermò lei abbassandosi e lasciando che entrambi i ragazzini le baciassero una guancia. 
“Ciao Quinn” dissero i gemelli all’unisono prima di allontanarsi. 

Qualche minuto più tardi, mentre correvano avanti e indietro per la palestra, furono acchiappati dalla maglia. Quando si voltarono a guardare chi gli avesse afferrati con così poca grazia, videro la loro sorella maggiore. 
“Idioti dovete smetterla di dare fastidio ovunque andiate. Adesso filate da mamma e papà, vi stanno cercando. Tra un po’ andiamo a pranzare perciò cercate di non perdervi”
“A dire il vero stavamo venendo da te” disse Steve
“Da me, perché?” domandò la latina
“Perché abbiamo visto Quinn, stava andando via!” affermò lo stesso.
“Ha detto di essere venuta qui per assistere alla cerimonia, ma non voleva che ti dicessimo che fosse venuta, ma non sappiamo perché” concluse Jake. 
“Grazie ragazzi, di solito non vi sopporto, ma mi avete appena migliorato la giornata. Quanto tempo fa l’avete vista?” 
“Un paio di minuti fa” affermò sicuro Jake guardando suo fratello. 
“Dite a mamma che ci vediamo al ristorante – poi alzò lo sguardo verso la folla, individuando con gli occhi i suoi amici – Puck, Mercedes, venite con me!” 
I ragazzi la seguirono fuori da scuola. Avevano ancora indosso le tuniche rosse e quegli stupidi cappelli. 
“Dobbiamo andare a casa Fabray” affermò la latina.
“Era ora! – esclamò Puck – Prendiamo la mia macchina”
Entrarono tutti nel veicolo e sfrecciarono via alla volta di casa Fabray. Durante tutto il tragitto, la mora spiegò ai suoi amici cos’era successo dopo l’uscita con la bionda. 

Le due avevano cominciato a sentirsi assiduamente, ogni giorno per quasi tre giorni, finché non giunse il momento per Quinn di parlare con Brittany e porre fine alla loro relazione. La bionda era super intenzionata a mantenere la promessa data e a parlare con la sua ragazza. Così andò da lei e le disse tutto. Il cuore della povera Brittany si spezzò e Quinn si sentiva troppo in colpa per cominciare una relazione in quel momento, così disse tutto a Santana, la quale l’accusò di aver spezzato due cuori in un solo giorno e di averle dato ancora una volta, una falsa speranza. Le aveva detto di non farsi più sentire e di mantenere le distanze. 
In quel momento la mora era distrutta, arrabbiata, ma di certo, l’ultima cosa che voleva era che Quinn smettesse di farsi sentire o di provare a stare con lei. Non voleva che la bionda rinunciasse a lei, ma in quel momento non riusciva a pensare lucidamente e questo la portò ad usare parole che mai avrebbe voluto realmente dirle. 
Quinn le mancava un sacco. Le mancavano le lezioni con lei ogni pomeriggio e le mancavano i messaggi di buongiorno e buonanotte. Le mancavano quegli occhi verdi e quegli sguardi penetranti, le mancavano i sorrisi e il rumore della sua bella risata, le mancava il suo profumo di vaniglia e il modo in cui si mordeva le labbra quando era in difficoltà o era imbarazzata, ma più di qualunque altra cosa, le mancava la sua voce. Quella voce angelica e dolce. 
Credeva di averla persa per sempre, per via dei quelle parole che le aveva detto, credeva che non si sarebbe mai più interessata a lei e che ormai doveva mettere un punto a quella storia mai cominciata. Ma nonostante questo continuava a sperare che un giorno Quinn si sarebbe presentata alla sua porta e le avrebbe confessato il suo amore. Ma se c’era qualcosa che aveva imparato in tutto quel tempo passato con lei, era che la Fabray era una persona estremamente riservata e non riusciva facilmente ad esternare i suoi sentimenti. Perciò era sicura che tutto ciò che immaginava, non sarebbe mai successo. 

I ragazzi giunsero a destinazione. La macchina di Quinn era parcheggiata nel vialetto, proprio davanti l’entrata del garage. 
Santana scese in fretta e andò a suonare il campanello. Aspettò qualche secondo e finalmente la porta si aprì. 
Eccola. I suoi occhioni stranamente gonfi, lucidi, pieni di lacrime. Le sue labbra gonfie, il viso paonazzo. Ed ecco, quelle iridi verdi ingrandirsi, la bocca spalancarsi. 
“Santana…” cominciò a dire, ma non ebbe il tempo di dire nient’altro perché le labbra della mora si scagliarono avidamente sulle sue, lasciandola senza parole. 
Le loro labbra continuavano a muoversi dolcemente assieme, le loro lingue continuavano a danzare insieme, lasciando entrambe senza fiato. 
Nonostante l’ossigeno scarseggiasse, nessuna delle due era intenzionata ad interrompere il bacio. Per tanto, troppo tempo l’avevano desiderato e stava accadendo, non avrebbero mai voluto che finisse. 
Ma ahimè erano esseri umani e come tali, avevano bisogno di respirare. Non appena le loro labbra si staccarono, si guardarono per un istante e si abbracciarono. 
“Santana mi dispiace così tanto, non volevo farti soffrire” cominciò a dire la Fabray
“Non ti scusare, ho esagerato. Va tutto bene” affermò di nuovo, accarezzandole i capelli e stringendola ancora di più a sé. 
“Perché piangevi?” domandò la mora. 
“Perché sentivo la tua mancanza, perché sono stata troppo codarda. Sono venuta al tuo diploma ed ero intenzionata a confessarti tutto e a chiederti di stare con me, ma ho avuto paura e non appena la cerimonia è finita sono scappata via”
“Si, i gemelli ti hanno vista e me l’hanno detto – rise la mora – non fidarti di loro. Quando gli chiedi di non dire o fare qualcosa, fanno l’esatto contrario. Posso chiederti una cosa?” domandò Santana
“Tutto quello che vuoi”
“Cosa volevi confessarmi?”
Quinn guardò la mora negli occhi e abbassò lo sguardo velocemente, diventando ancora più rossa di quanto fosse prima. 
“Credo di amarti” disse velocemente la Fabray
“Credi di amarmi?” domandò la Lopez
“Mi correggo, io so di amarti” affermò Quinn. 
“Quindi mi ami eh?” rise la latina fingendo indifferenza e ridendo. Dopodiché mise le braccia intorno al collo della bionda che rideva e la guardò dritto negli occhi. 
“Ti amo anch’io, Quinn Fabray”

RossoCannella's Space
Salve gente, mi dispiace non avervi avvisato prima, ma questo è l'ultimo capito di questa storia. Spero vi piaccia. Un grande grazie a tutti coloro che mi hanno seguito e soprattutto alla mia Beta. 

RossoCannella


 
   
 
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