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Autore: ambra_chiara    09/04/2014    2 recensioni
Buonsalve a tutti! Mi chiamo Ambra, sono una mezzosangue figlia di Era e di Zeus, sembrerebbe epico detto così, ma non lo è molto... prima di tutto non li ho mai visti e non mi hanno certo ereditato i loro poteri, sono una comune mezzosangue.
L'unico mio contatto con i miei genitori è quella collana che porto al collo, un piccolo cordoncino nero con appeso un pezzo di ossidiana lavorato con estrema cura, lunga e sottile.
Quello non è solo un semplice gioiello, è allo stesso tempo un cappio al collo...
Grazie all'aiuto dei miei amici riuscirò a sconfiggere un nemico invisibile?
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le tre pietre '
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Sentivo delle voci indistinte e lontane, insieme a un incredibile calore, non riuscivo ad aprire gli occhi e nemmeno a parlare.
Sentivo la collana al collo farsi sempre più pesante e aumentava pian piano di temperatura.
Finalmente riuscì ad aprire gli occhi, ma non vedevo nulla lo stesso.
Decisi di alzarmi, ma i giramenti di testa mi costrinsero a rimanere ferma.
Lentamente l’immagine prese senso, vidi il fuoco bruciare l’erba, gli alberi, tutto tranne me e la pietra che aveva provocato l’esplosione.
Mi domandai perché io non bruciavo e anche perché non ero morta, ero stata così vicina allo scoppio… eppure il fuoco non si avvicinava minimamente a me, l’unica cosa che mi preoccupava era la cappa di fumo, che mi toglieva il respiro… se non mi fossi mossa sarei morta.
Quindi iniziai a strisciare freneticamente in preda dal panico, mentre mi muovevo il fuoco attorno a me si spegneva, per poi comparire qualche metro più in là.
Però poi non ce la feci più, la stanchezza, unita alla mancanza di ossigeno, mi fecero stramazzare a terra, il terreno era arido e secco, eppure era confortevole, mi sentivo a mio agio e rilassata, i muscoli distesi e rilassati, un sorriso sul volto…
Per questo mi lasciai andare a un sonno profondo senza pensare alle conseguenze.
 
“La mia piccina…” disse una voce alle mie spalle.
Ero su una spiaggia, vestita con uno strano vestito greco color nero e una cintura dello stesso colore poco sopra la vita, i piedi erano nudi e toccavano la sabbia calda.
La collana che avevo al collo ora era normale, non brillava e non pesava più del normale.
Mi voltai e vidi una donna bionda, alta, con gli occhi castani vestita in bianco.
Mi abbracciò e mi guardò da capo a piedi: “Come sei cresciuta… sei diventata bellissima”
“Chi sei?” domandai allontanandomi
“Come? Non riconosci tua madre?”
“Ehm… no, forse perché mi hai abbandonata quando ero piccola a una famiglia di New York” dissi con una nota di rancore “E non ti sei mai fatta vedere fino ad ora”
“Non è stata colpa mia…”
“Lo dicono sempre tutti” stavo per andarmene ma lei mi prese la spalla
“Non volevamo abbandonarti, siamo stati costretti”
“Da cosa?” dissi.
Era abbassò lo sguardo sospirando: “Lo scoprirai presto, troppo presto…” stavo per chiederle altro ma l’immagine sfumò.
 
Mi svegliai, ero nell’infermeria del campo, accanto alla mia brandina c’era Jim.
“Ambra! Che bello! Sono così felice di vederti sveglia!” mi prese la mano e iniziò a sorridere
“Ciao Jim, cosa è successo?”
“Non ricordi?” scossi la testa
“C’è stata un esplosione nel bosco, tutto è andato a fuoco, tranne te e una strana pietra nera, mi ha ricordato la tua collana” sospirai mentre la scena si ricomponeva piano piano nella mia testa
“Perché non sono ferita?” lui fece spallucce
“Mi immagino il tuo spavento”
“Devo dire che non ero tanto spaventata, ero curiosa all’inizio, poi sono caduta nel panico quando ho capito che il fumo mi avrebbe soffocato… tutto qui…” dissi lasciando andare la testa lungo il cuscino.
“Comunque per qual che vale sono contento che tu stia bene” sorrise e io ricambiai.
“Grazie. Jim… ti devo confidare una cosa” lui annuì “Ho sognato mia madre…” lui ne rimase spiazzato
“Era? Ma lei non parla mai con nessuno mezzosangue…”
“Ma sono sua figlia, era ora che si facesse viva… fa niente se c’è la legge che vieta agli dei di comunicare con i figli mezzosangue, ma loro mi hanno letteralmente abbandonato, tecnicamente dovrei vivere nell’Olimpo, no?” Jim rimase in silenzio “Ma sai che ti dico? Forse è meglio così… sto benissimo al campo, ho te, Clarisse e Michelle come amici, la mia famiglia è qua non sull’Olimpo…”
“Ottimo spirito Am!” mi disse il figlio di Apollo “Forza… ti stacco le fasciature che sono completamente inutili e ti porto nella tua casa”
“Col cavolo… mi alleno e cerco indizi riguardo alla pietra” dissi alzandomi e togliendomi da sola una garza dal braccio che copriva un minuscolo graffietto.
“C’è già chi se ne preoccupa, tu devi riposarti…”
“Chi è il tizio che si è occupato di me?” chiesi togliendomi la camicia da infermeria e porgendo le spalle e Jim, così che potesse togliere la fasciatura sulla schiena.
Non ero imbarazzata a stare n reggiseno con Jim, era come un fratello per me.
“Io…”  
“Bene, almeno è qualcuno che conosco bene. Dove sono i miei vestiti? E la collana?”
“La collana ce l’hai addosso, non siamo riusciti a togliertela, neanche con le forbici o la spada per tagliare il cordoncino, i vestiti sono nel cassetto”
“Come avete fatto a risvegliarmi?” il figlio di Apollo mi porse i vestiti così mi misi la maglietta lunghissima del campo mezzosangue color arancio e i jeans.
“Ha fatto tutto il tuo organismo, noi ti abbiamo solo portato qui. Hai dormito per un giorno” mi alzai e presi la mia collana, con facilità la sfilai dal mio collo.
“Ti giuro che con noi non ha fatto così… quella collana vive di vita propria. Guarda” prese un pugnale che aveva nella cintura e con attenzione cercò di tagliare il cordoncino, senza risultati
“Wow” dissi saltellante e indossandola nuovamente “Forza andiamo da Chirone… dobbiamo parlargli”
“Qualcosa mi dice che non vuoi parlargli del fatto che vuoi ridipingere la tua casa…” sorrisi dicendo: “No, ma già che ci sono glielo chiedo…”
 
Ci avviammo per la casa grande
“Il bosco come è?” chiesi
“Quella parte è stata rasa al suolo… c’è rimasta solo terra e qualche albero secco, nulla di più…”
“Abbiamo vinto a caccia alla bandiera?”
“Non abbiamo finito, sai qualcuno è esploso” gli feci la linguaccia
“Guarda che io ne avrei fatto volentieri a meno…” stavo per continuare ma una ragazza mi investì completamente
“Mio Dio! Ambra! Che spavento! Giuro che ti uccido se ti ricapita una cosa del genere!” era Michelle che presa dall’euforia mi era corsa addosso quasi buttandomi a terra
“Ciao, tutto ok?” la salutai
“Si, tutto a posto, e tu?” annuì e feci pollice in su “Devo parlare con urgenza con Chirone, sai dirmi dove è?”
“All’arena…”
“Grazie!” e corsi dal centauro senza aspettare ne il figlio di Apollo ne la figlia di Afrodite.
Lo trovai che stava dando consigli a un gruppo di nuovi mezzosangue, però li congedò appena mi vide.
“Ambra… stai bene?” chiese muovendo gli zoccoli nevroticamente
“Certo Chirone. Sono qui per chiederle se posso condurre le indagini sull’esplosione” chiesi diretta e assicurandomi che nessuno mi ascoltasse o vedesse, non volevo una marea di gente che mi investiva di domande, però tutti erano troppo impegnati ad allenarsi per prestare attenzione a una piccola ragazzina
“Sei sicura? Insomma…”
“Sono sicurissima, più sicura della morte” il centauro sospirò “Prima però seguimi ti devo mostrare una cosa…” 

Autrice: Ciao a tutti! Vi confesso che questo capitolo non mi esalta affatto, anzi... lo considero abbastanza inutile, ma era un capitolo di transito necessario perché se no ne avrei fatto uno troppo ricco e impestato... così l'ho diviso, spero che comunque a voi sia piaciuto! 
Ringrazio tutti coloro che mi hanno recensito e letto!
Un grande saluto! :DDD 
ambra_chiara

 
  
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